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Da: Gruppo consiliare PD del Comune di Ferrara

RIVOGLIAMO I NOSTRI 18 MILIONI!!!

La maggioranza di centrosinistra con il sostegno anche di Forza Italia e della Cons. Marescotti del Gruppo Misto, ha approvato in consiglio comunale la mozione presentata dal Gruppo consiliare del PD, per ripristinare i fondi assegnati al nostro comune attraverso il cosiddetto Bando Periferie, proposto e finanziato dai precedenti Governi.
Infatti le Camere la scorsa settimana, approvando il Decreto Milleproroghe, hanno di fatto sottratto al nostro Comune 18 milioni di euro, una sorta di furto con destrezza dal momento che, i senatori di tutti i partiti, non si erano accorti del trabocchetto ai danni di 326 comuni e a 23 milioni di cittadini.
La cosa ancora più assurda è che queste risorse erano già state assegnate al nostro Comune grazie alla bontà del progetto candidato e alla capacità di rispondere in tempi ristrettissimi alle modalità previste dal bando statale; successivamente fu sottoscritta un un’apposita convenzione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che sanciva i reciproci obblighi.
La condizione delle periferie dovrebbe essere al centro delle politiche sociali, ambientali, energetiche, sulla sicurezza e per lo sviluppo economico: non c’è formazione politica che non l’abbia affermato in campagna elettorale.

Eppure, dev’essere chiaro alla città che tutto ciò non interessa al Movimento 5 stelle e Lega Nord di Ferrara: i primi tutti latitanti al momento del voto e i secondi hanno serenamente votato contro all’impegno della nostra mozione di mantenere la promessa fatta dallo stesso Presidente del Consiglio Conte, al fine di ripristinare i fondi già stanziati.

Le risorse erano state assegnate per il progetto approvato in Consiglio Comunale il 31/7/2017 anche con il voto della Lega, con il quale si sarebbe riqualificata l’area della darsena di San Paolo, ex MOF, gli accessi al MEIS, i percorsi ciclopedonali per raggiungere la stazione e il centro; le progettazioni definitive ed esecutive sono in gran parte state assegnati attraverso procedura aperta nazionale ed europea.
Se il Governo non dovesse mantenere la parola data, questa opportunità si trasformerebbe in un grave danno per la nostra città in termini di lavoro, occupazione, sicurezza, turismo, ambiente; temi peraltro sui quali ogni giorno il Governo ci promette di intervenire, salvo poi vedere i propri rappresentanti locali remare nella direzione opposta.
Riteniamo infatti prioritario che vengano destinati nuovi finanziamenti per rigenerazione delle città, con progetti innovativi e compatibili con l’ambiente, con selezioni che premino la qualità, ma soprattutto favorendo quelle iniziative capaci di incidere in modo efficace sul tessuto urbano delle zone periferiche, migliorando la qualità della vita di chi ci abita.
Al recupero delle periferie è dunque necessario dare massima priorità, superando contrapposizioni di bandiera che rischiano di far perdere di vista l’obiettivo principale: il benessere della collettività, obiettivo che anche questa volta non si è potuto condividere con tutto il Consiglio Comunale.
ABBIAMO A CUORE IL FUTURO DELLA CITTA’, ABBIAMO A CUORE LA SICUREZZA DEI NOSTRI CITTADINI. SIAMO STANCHI DI CHIACCHIERE, NOI RIVOGLIAMO I
NOSTRI 18 MILIONI.

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Riceviamo e pubblichiamo


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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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