Skip to main content

Da Confagricoltura Ferrara

“E’ un grossolano errore quello commesso dall’Unione Europea di vietare, con decorrenza dal 1° gennaio 2018, l’utilizzo di prodotti fitosanitari sia nelle colture intercalari che in quelle azotofissatrici, quando vengono dichiarate come Aree ad Interesse ambientale (EFA). Tale divieto avrà come effetto la riduzione della superficie a soia in provincia di Ferrara, visto che questa coltura è stata largamente utilizzata come EFA”. A sostenerlo è Pier Carlo Scaramagli, Presidente di Confagricoltura Ferrara, che spiega “Le aziende che possiedono più di 15 ettari a seminativo, sono obbligate a realizzare una superficie pari al 5% da destinare ad area di interesse ambientale (set aside, margini dei campi, colture proteiche, ecc.). Di conseguenza rientrano nel divieto le superfici coltivate a proteiche con finalità produttive (soia, pisello, fava, favino, lupino, ecc.). La soia è una coltura molto importante, perché è una azotofissatrice (l’azoto atmosferico viene catturato e fissato nel terreno), con i conseguenti benefici in termini ambientali, e perché è produttrice di proteine vegetali, di cui l’Italia è ampiamente deficitaria. L’uso di prodotti fitosanitari è fondamentale per ottimizzare la produttività agronomica delle aree di interesse ecologico e la riduzione delle produzione contribuisce ulteriormente al deficit proteico del nostro Paese; inoltre una leguminosa “malata” non garantisce la disponibilità di azoto né la necessaria copertura del suolo. Quello che colpisce in particolare – prosegue Scaramagli – è che il divieto di utilizzo di prodotti fitosanitari nelle colture leguminose, pare voler ignorare il motivo per cui queste colture sono state incluse nelle aree di interesse ecologico, ovvero non per la diversità biologica delle superfici coltivate ma per il suolo, in quanto fissano e catturano l’azoto per la coltura successiva e permettono una più ampia rotazione dei seminativi”. Il dibattito all’utilizzo di prodotti fitosanitari sulle EFA è stato molto acceso; la Commissione Agricoltura del Parlamento europeo aveva bocciato a larga maggioranza la proposta di vietare l’uso di prodotti fitosanitari sulle EFA. Tuttavia l’ultima parola spettava al Parlamento europeo in seduta plenaria, che per soli 13 voti di differenza, ha vietato l’utilizzo dei prodotti fitosanitari per le EFA. “Le colture destinate alle proteine vegetali consentono al produttore agricolo di migliorare l’ordinamento produttivo, stimolando la rotazione tra colture depauperanti e colture da rinnovo, interrompendo la monosuccessione di cereali. Inoltre contribuiscono a favorire la rotazione – afferma Marco Faccia, Presidente Provinciale, Regionale e Nazionale della Sezione Proteoleaginose di Confagricoltura – migliorando la struttura e fertilità del terreno e riducendo l’impiego di fertilizzanti ed agrofarmaci, con conseguenti benefici economici per i produttori. Il divieto di utilizzo dei prodotti fitosanitari sulle EFA determinerà una diminuzione delle colture produttrici di proteine vegetali, in pieno contrasto con il “piano proteine vegetali varato dalla UE. In questo nuovo scenario, che caratterizzerà il 2018 e gli anni a venire, l’agricoltore dovrà rispettare le norme sul greening utilizzando altre colture azotofissatrici, come l’erba medica (in grado di sopportare meglio il divieto), ricorrendo al set-aside (formula da sempre sgradita agli agricoltori, senza contare che si dovrebbe intervenire, al ripristino delle coltivazioni, con prodotti fitosanitari per liberare i terreni dalle erbe infestanti), oppure utilizzando gli elementi caratteristici del paesaggio (siepi alberi in filari ecc.) allo scopo di soddisfare l’impegno delle EFA, che però fino ad ora sono stati ben poco utilizzati a causa della difficoltà informatica nella loro individuazione”.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it