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Da: Comune di Comacchio

Sorgerà nel Villaggio Raibosola un nuovo impianto sportivo coperto “innovativo per il territorio, dedicato alle discipline sportive ritenute, a torto, minori – ha dichiarato in Sala Consiglio, durante la conferenza stampa odierna, l’Assessore allo Sport e ai Lavori Pubblici Stefano Parmiani -, che attirerà indubbiamente non solo coloro che non amano spostarsi altrove, ma anche tanti sportivi da altre località. E’ un importante, ulteriore tassello della nascente Cittadella dello sport.” Il progetto definitivo illustrato questa mattina alla stampa, impostato su un quadro economico da 2 milioni di euro, prevede la costruzione di un impianto polifunzionale di 55 metri di larghezza per 25 metri di lunghezza e 11 metri di altezza, comprensivo di una struttura con 4 campi da beach tennis in sabbia e di una seconda struttura con palestre dedicate al fitness, oltre a sala bar e a campo da basket play ground, scoperto. “L’edificio si snoda su due piani con impiantistica separata – ha sottolineato il progettista Aldo Malano – ipotizzando una gestione per la sala bar e una gestione per le palestre, tenendo separati i relativi consumi. L’impiego di energie rinnovabili con 10 pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua ed il ricorso a pannelli fotovoltaici risponde a quei principi di sostenibilità ambientale ed energetica, sottesi a tutti gli aspetti progettuali dell’opera.” Sarà realizzata una struttura non impattante dal punto di vista visivo, un involucro perimetrale in policarbonato alveolare, capace di riflettere il colore del cielo nelle sue diverse sfumature, alleggerendo al contempo l’effetto ottico del volume dell’edificio. Di giorno il colore della facciata potrà essere modulato, mentre di sera esso fungerà da lanterna, supportando la pubblica illuminazione. L’impianto a led è anch’esso teso al contenimento dei consumi energetici. Alla presentazione del progetto ha partecipato anche Alessio Colombi, ingegnere dello studio ColombiRoversi&associati di Ferrara, referente per gli aspetti strutturali del progetto, il quale ha evidenziato come “si sono voluti ridurre al nulla i problemi di manutenzione, realizzando una struttura leggera con travi metalliche traforate nell’anima.” Come ha poi spiegato il dirigente del settore Assetto e tutela del territorio, Claudio Fedozzi, “il progetto è stato ben impostato, traducendo i problemi strutturali in elementi progettuali esteticamente compatibili. In passato il villaggio Raibosola risultava sguarnito di servizi, ma la realizzazione della cittadella dello sport punta ad invertire questa polarità, integrando al centro storico e alla costa il villaggio Raibosola, quartiere periferico a cui l’amministrazione comunale ha assegnato un ruolo centrale.” L’opera finanziata dall’Istituto per il Credito Sportivo di Roma, come è avvenuto per il progetto relativo ala costruzione di uno skate park, ha riscontrato il favore del Sindaco Marco Fabbri. “Mi preme ringraziare tutti gli uffici ed i progettisti, perchè quando è uscito il bando il 10 agosto scorso, si sono rimboccati le maniche, mentre per la gran parte degli italiani quello era un periodo di vacanze e riposo. Le risorse stanziate sono significative, con uno sforzo non indifferente in termini di impegno, da parte di tutti. Anche con questo progetto si interpretano e sintetizzano numerose istanze inserite nell’Accordo territoriale di programma – ha aggiunto il Primo Cittadino -, siglato nel marzo 2014.” Il Comune di Comacchio in questi ultimi anni ha investito per la realizzazione e l’adeguamento di impianti sportivi una somma che si aggira sui 5 milioni di euro. “Mi immagino un ulteriore ampliamento per l’area in futuro – ha concluso il Sindaco-; serviranno nuove progettualità. Auspico inoltre per il Villaggio Raibosola un graduale e progressivo avvicinamento alla costa, perchè possa essere sempre più integrato alle altre aree limitrofe, anche in prospettiva della valorizzazione di valle Molino.”

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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