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Da: Parco Delta del Po Emilia-Romagna

Si svolgerà sabato 21 gennaio il secondo incontro del Corso di Birdwatching, volto a spiegare come, dove e perché osservare gli uccelli nel loro ambiente naturale. Si tratta di un corso articolato in quattro lezioni teoriche e tre uscite sul campo, che, grazie a relatori esperti e impegnati da anni nel campo della divulgazione naturalistica, porterà i partecipanti a scoprire molti dei segreti del variopinto mondo alato.
Negli ultimi anni il birdwatching ha incrementato continuamente il numero di utenti, sia in Europa, che in Italia, in particolare nel Delta del Po, che com’è noto è popolato da centinaia di specie diverse di uccelli: proprio in questi mesi invernali la presenza di un’aquila di mare e di un’aquila imperiale, ha attratto in zona moltissimi appassionati intenzionati ad ammirare le evoluzioni di questi animali rari e per praticare questa attività di turismo sostenibile nel pieno rispetto della natura.
Danilo Trombin, naturalista e divulgatore, terrà il primo incontro introducendo le basi di questa affascinante disciplina, mentre Nicola Donà, esperto di avifauna degli ambienti urbani, parlerà dei rapaci notturni e del loro mondo crepuscolare. Molto appassionanti si preannunciano anche gli incontri tenuti da Eddi Boschetti, che parlerà degli uccelli acquatici, mentre Menotti Passarella, ornitologo e campione italiano di birdwatching, offrirà un interessante approfondimento su gabbiani & c., abitanti dei nostri mari e grandi migratori.
Alla teoria si accompagnerà la pratica attraverso le escursioni predisposte per verificare quanto appreso in aula e che porteranno i partecipanti a visitare alcuni tra gli angoli più suggestivi della Riserva della Biosfera, come è stato insignito il Delta del Po dal recente riconoscimento dell’UNESCO nel programma Man and Biosphere.
Il corso, organizzato da AQUA, società di servizi turistici, si svolgerà in parte presso il Centro Visitatori del Parco del Delta di Porto Viro, in Provincia di Rovigo, ed in parte presso il Centro di Educazione Ambientale H2O di Santa Giustina, in provincia di Ferrara.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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