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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Lusenti: “Puntiamo a garantire la crescita industriale della società e dare nuovo impulso ai servizi ICT per tutto il sistema sanitario regionale”

Via libera dell’Assemblea dei soci di CUP 2000 al Piano strategico operativo 2014-2016 della società.
L’AssembIea ha approvato nella seduta di oggi i contenuti del Piano triennale, che prevede anche accordi di “clausola sociale” per la tutela dei livelli occupazionali della società, condivisi con le organizzazioni sindacali.
Una nuova mission di CUP 2000 nel quadro più ampio dello sviluppo dell’Information e communication technology (ICT) delle Aziende sanitarie regionali, la definizione delle attività non appartenenti ai settori “core” e il percorso di internalizzazione delle aree di front office, back office e call center: sono questi i principali contenuti del Piano, che configura per CUP 2000 un nuovo ruolo di società “in house” che promuove, progetta e realizza sistemi di sanità elettronica per il Servizio sanitario regionale e la rete socio-sanitaria.
“Questo Piano è lo strumento di programmazione strategica più adeguato per garantire alla società un’ulteriore crescita industriale e tecnologica, oltre che per dare nuovo impulso allo sviluppo e alla diffusione dei servizi ICT per tutto il sistema sanitario regionale – hanno dichiarato l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Carlo Lusenti, il presidente della Provincia di Bologna, Beatrice Draghetti e l’assessore alla Sanità del Comune di Bologna, Luca Rizzo Nervo, rappresentanti della componente istituzionale dei soci – Modernizzare e innovare la sanità regionale grazie all’ICT significa soprattutto migliorare la qualità e la prossimità dei servizi ai cittadini in tutti i possibili contatti con le strutture sanitarie”.
Il Piano individua e quantifica le attività di CUP 2000: “non core”, quelle dell’area prenotazione e call center in cui operano tra i 330 e i 360 addetti; “in transizione”, dove sono impiegate circa 40 persone e riguardano attività delegabili al mercato perché o non altamente strategiche o meglio governabili e più vantaggiose anche se esternalizzate; infine attività “core”, quelle cioè strettamente connesse con i temi ICT, dove operano tra i 200 e i 230 addetti.
Il Piano, la cui elaborazione ha preso il via fin dall’ottobre 2013 con il “Documento di indirizzo strategico” approvato dai soci, è stato presentato ai sindacati nel febbraio scorso e sulla base delle sollecitazioni ricevute ha visto anche l’inserimento di una clausola sociale per salvaguardare l’occupazione del personale, un impegno questo già assunto dai soci istituzionali nei mesi precedenti.

In particolare, il documento “Clausola sociale” definisce una serie di impegni dei soci nei confronti dei lavoratori di CUP 2000 quali: la garanzia della piena tutela occupazionale, la riorganizzazione per migliorare l’efficienza nell’utilizzo delle risorse, il mantenimento dei livelli qualitativi dei servizi per i cittadini.
Il documento prevede l’avvio di procedure di selezione tramite concorso da parte delle Aziende sanitarie, l’agevolazione per i dipendenti ai benefici previsti dalle norme per il diritto alla studio, un percorso in più fasi delle re-internalizzazioni dei servizi, l’avvio delle procedure di mobilità tra società partecipate, come previsto dalla Legge di Stabilità 2014.
Ora il Piano strategico operativo sarà valutato dal Consiglio d’amministrazione della società, per i necessari approfondimenti di carattere economico, organizzativo e giuridico.

I soci di CUP 2000 sono la Regione Emilia-Romagna (con il 28,55%), Ausl Bologna (20,94%), IOR Rizzoli e Comune di Bologna (10,6% ciascuno), Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Orsola di Bologna (6,75%), Provincia di Bologna (5,83%), Azienda Usl di Imola (2,36%) e il Comune di Ferrara con l’1,03% al pari di tutte le altre Aziende sanitarie regionali.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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