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Da Organizzatori

Anche quest’anno il tradizionale appuntamento con il Caregiver Day: un momento di confronto tra famigliari, medici, operatori socio-assistenziali e sanitari, figure istituzionali, rappresentanti del Terzo Settore, aperto a tutta la cittadinanzaLa giornata è organizzata nell’ambito delle iniziative promosse dalla Regione Emilia Romagna attraverso una apposita legge a favore di chi si prende cura di persone non autosufficienti (i cosiddetti “caregivers”).
A Ferrara avranno luogo due appuntamenti specifici, il 12 e 19 ottobre.
Primo incontro Giovedì 12 ottobre, alle ore 15.00, Sala della Musica, Chiostro di San Paolo (via Boccaleone 19):  “IL SOSTEGNO AL CAREGIVER”.
Il programma della giornata:
ore 15.00: saluti istituzionali
Angela Alvisi, presidente ASP (Centro Servizi alla Persona)
Elisabetta Gualmini, vicepresidente della Regione Emilia Romagna, assessore alle Politiche Sociali
Chiara Sapigni, assessore Sanità, Servizi alla Persona, Politiche Familiari del Comune di Ferrara
ore 15.30:
Fiorella Monti, direttore AFPP (Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Psicoanalitica, Firenze): “Prendersi cura dell’altro e di sé”
Michalis Traitsis, regista e pedagogo teatrale di Balamòs Teatro: “Il teatro come veicolo per uno stato di benessere”: progetto teatrale per persone con malattie neurodegenerative, loro famigliari, caregivers, operatori del settore
Francesca La Mantia, psicologa, Area Anziani ASP (Centro Servizi alla Persona), Elsa Gandini Moccia, presidente G.E.Pa (Gruppo Estense Parkinson): “Training autogeno per caregiver”
Paola Rossi, presidente A.M.A. (Associazione Malattia Alzheimer): “Il progetto pilota di tangoterapia per persone con demenza tipo Alzheimer e loro famigliari”, proiezione video
Il secondo appuntamento si svolgerà Giovedì 19 ottobre, alle ore 15.00, presso il Centro Teatro Universitario di Ferrara (via Savonarola 19): “IL TEATRO E IL BENESSERE”.
L’incontro è dedicato all’innovativa esperienza di laboratorio teatrale che nel primo semestre del 2017 ha coinvolto persone con malattie neurodegenerative, loro famigliari, anziani ed operatori del settore in un percorso fisico ed emotivo all’interno del quale poter esprimere sensazioni, emozioni e pensieri legati al lavoro di cura, sia dal punto di vista del curante che dell’assistito. Il percorso teatrale nella sua parte finale ha coinvolto in un lavoro congiunto anche gli allievi del laboratorio annuale del CTU “Linguaggi dell’attore e del teatro”. I due gruppi, entrambi diretti da Michalis Traitsis, hanno infine messo in scena lo spettacolo “Altrove” presso la sala del CTU nel mese di luglio.
Il programma della giornata:
ore 15.00: saluti istituzionali
Daniele Seragnoli, direttore Centro Teatro Universitario di Ferrara
Claudio Vagnini, direttore generale Azienda USL di Ferrara
Chiara Sapigni, assessore Sanità, Servizi alla Persona, Politiche Familiari del Comune di Ferrara
Angela Alvisi, presidente ASP (Centro Servizi alla Persona)
Organizzazioni Sindali dei Pensionati (CGIL, CISL, UIL)
ore 15.30: proiezione del video documentario “Altrove” di Marco Valentini, introduzione di Michalis Traitsis, regista e pedagogo teatrale di Balamòs Teatro
ore 16.00: interventi
Enrico Granieri, Eminente Studioso di Neurologia, Università di Ferrara: “Alleanza in medicina. Medici ed altri operatori sanitari quale prima terapia”
Claudio Bernardi, Prof. Di Storia del teatro e Antropologia del teatro, Università Cattolica di Brescia: “Il bello viene dopo. Dal teatro che rigenera al teatro che genera”
ore 17.00: domande
In sala sarà allestita una mostra fotografica di Andrea Casari dal progetto “Il teatro e il benessere” degli anni 2015, 2016, 2017.
ingresso libero, info: 328.8120452 , info@balamosteatro.org

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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