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da: ufficio comunicazione ed eventi Unife

Grant di 2.5 milioni di euro al progetto di ricerca del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra, coordinato da Paolo Lenisa.

Perché non c’è il nulla? Uno dei problemi irrisolti della fisica contemporanea è la prevalenza della materia sull’antimateria nell’Universo che vediamo.
La Teoria del Big Bang prevede che all’origine materia ed antimateria fossero presenti in egual misura e che solo successivamente si sia passati allo stato attuale, in cui la materia domina sull’antimateria.
Gli scienziati non sono ancora in grado di spiegare come ciò sia accaduto e il mistero viene affrontato sperimentalmente in vari modi, complementari tra loro.
Sulla stazione spaziale ISS, ad esempio, si stanno cercando nuclei di antimateria che possano provenire da regioni lontane dell’Universo, mentre all’LHC del CERN si accelerano particelle ad altissima energia per produrre antimateria in laboratorio e studiare minuscole asimmetrie di comportamento tra materia ed antimateria.
Ma esiste anche una terza via ed è quella perseguita dal lavoro di un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra di Unife, coordinato da Paolo Lenisa.
Il progetto, svolto in collaborazione con l’Università di Aquisgrana e il Centro di Ricerca di Juelich, si è recentemente aggiudicato un finanziamento di 2.5 milioni di euro, un ERC-Advanced Grant che la Commissione Europea riserva a proposte scientifiche di eccellenza.
Specifica Lenisa: “La nostra via di investigazione, che richiede investimenti e personale decisamente inferiori ai metodi tradizionali, presenta un potenziale di scoperta egualmente straordinario. E’ la via delle misure di precisione di grandezze fisiche particolari, come il momento di dipolo elettrico del protone, che rappresenta una separazione tra centri di carica positiva e negativa nel volume della particella. La presenza di un momento di dipolo elettrico, anche minimo, in un protone indicherebbe una violazione di una delle simmetrie fondamentali della natura e potrebbe contribuire a spiegare l’asimmetria tra materia ed antimateria. Sono misure assai delicate, che richiedono una precisione che va ben oltre la nostra capacità sensoriale. Per farsene un’idea, si pensi di prendere un protone ed estenderlo fino a farlo diventare delle dimensioni della Terra: in questa situazione, un momento di dipolo elettrico come quello che si intende misurare corrisponderebbe ad una separazione di carica inferiore al diametro di un capello!”.
Conclude Lenisa: “ Un importante riconoscimento, che testimonia come sia possibile fare ricerca di eccellenza anche in atenei di non grandi dimensioni come il nostro. E’ un tipo di attività che si sviluppa solo in ambienti con ampia libertà intellettuale e mi fa piacere ricordare che sia già il secondo ERC-Advanced Grant ottenuto dalla nostra linea di ricerca. Un risultato forse unico a livello nazionale, che premia la qualità e le competenze dei ricercatori ferraresi anche in ambito internazionale”.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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