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Entra nel vivo il Natale a Comacchio con uno degli appuntamenti più attesi dal pubblico di ragazzi e famiglie. A a partire da DOMANI, venerdì 22 dicembre, l’Antica Pescheria ai piedi del Trepponti si trasformerà nella Bottega di Geppetto. Per cinque giorni lo storico edificio, simbolo delle tradizioni locali legate alla pesca, ospiterà gli eroi di legno del teatrino. La rassegna “I colori del Natale” approda così nel capoluogo. Protagonisti, dalle ore 16.30, saranno infatti i Burattini di Massimiliano Venturi con uno spettacolo originale, dedicato al periodo delle festività.

Alle ore 17 sarà inaugurato a Stazione Foce il presepe di Valle, ideato dal capo-valle Pier Carlo Farinelli e realizzato da Giancarlo Cinti. Sino alle ore 19 Farinelli accompagnerà i visitatori alla scoperta del primo presepe realizzato in un antico casone con elementi recuperati in loco, che evocano gli antichi mestieri locali. Si potranno così ammirare, accanto ai personaggi della Natività, nasse, bolaghe, reti e tanti oggetti propri della vita dei vallanti. Il presepe è raggiungibile dal ponte levatoio San Pietro, percorrendo per intero Strada Foce. Si potrà parcheggiare nella apposita area del ristorante “Bettolino di Foce” e raggiungere a piedi il vicino lavoriero. Farinelli illustrerà ai visitatori anche le suggestioni del tramonto in valle, allietato dalla presenza di numerosi aironi e di tanti altri esemplari dell’avifauna del Parco del Delta del Po. L’ingresso è rigorosamente GRATUITO.

Tornando alla Bottega di Geppetto, nella vecchia pescheria, al centro della scena troveremo Fagiolino, Sganapino e le altre maschere, che presenteranno al pubblico una farsa esilarante con tutte le caratteristiche e gli sketch più classici e divertenti del teatro dei burattini, secondo un canovaccio rivisitato ed attualizzato ai ritmi e ai gusti contemporanei. Un concentrato di intrecci, risate e lazzi in cui i due squattrinati protagonisti verranno trascinati in vicende al limite dell’impossibile, uscendone sempre vincitori grazie agli strafalcioni dialettali, alla loro ingenuità popolare e alle sonore bastonate che impartiranno ai propri avversari. Uno spettacolo recitato all’improvviso, alla vera maniera della Commedia dell’Arte, diverso ad ogni rappresentazione e ricco di duelli, inseguimenti e baruffe da risolvere a suon di bastonate.
Il primo appuntamento è fissato per venerdì 22 alle ore 16:30, con repliche sabato 23, martedì 26, sabato 30 e domenica 31 dicembre, sempre al medesimo orario. Lo spettacolo, ad ingresso GRATUITO è adatto a tutti a partire dai 3 anni di età.

Al termine di ogni spettacolo ai ragazzi sarà consegnato un biglietto per partecipare all’estrazione di 3 marionette giocattolo realizzate a mano. L’estrazione avrà luogo domenica 31 dicembre, dopo l’ultimo spettacolo.
La rassegna è realizzata per il Comune di Comacchio da Teatro dell’Aglio e Briciole di Teatro, in collaborazione con Bialystok Produzioni e sotto la direzione artistica di Massimiliano Venturi. L’ingresso agli spettacoli è sempre gratuito. Il programma completo è scaricabile sul sito www.comacchioateatro.it. Per informazioni: 349 0807587.

Sabato 23 dicembre i concerti gospel dell’ensemble “Markey Montague & The Salem Baptist Mass Choir”accenderanno l’atmosfera del Natale nelle frazioni, da San Giuseppe (ore 16, teatro parrocchiale), al Lido degli Estensi (ore 17, chiesa di San Paolo), sino a Porto Garibaldi (ore 18, teatro parrocchiale). Le tre anteprime ed il concerto serale, a partire dalle ore 21, nella sala polivalente “San Pietro” di Palazzo Bellini sono offerti dall’Amministrazione Comunale e dunque sono tutti ad ingresso gratuito.

Sempre sabato 23 dicembre, alle ore 15, in viale Carducci al Lido degli Estensi, sarà inaugurato il presepe vivente, a cura dell’Associazione Noi che ci crediamo ancora.

Il programma completo degli eventi natalizi è consultabile nella home page del sito comunale all’indirizzo www.comune.comacchio.fe.it

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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