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Fino a 10.000 euro a fondo perduto per programmi di investimento presentati anche in forma aggregata

A partire dalle ore 10.00 di martedì scorso (19 dicembre) e fino alle ore 24.00 del 9 febbraio 2018 le micro, piccole e medie imprese ferraresi di tutti i settori economici possono presentare domanda alla Camera di commercio per ottenere un contributo a sostegno di progetti “Impresa 4.0”. 450mila euro in tre anni le risorse stanziate dall’Ente di Largo Castello per programmi di investimento, presentati anche in forma aggregata, volti a introdurre, in particolare, nelle imprese soluzioni per la manifattura avanzata e additiva, la cybersicurezza, sistemi di e-commerce e di pagamento mobile, la fidelizzazione della clientela e l’automazione dei processi.

Ciascuna impresa, dunque, potrà beneficiare di un unico voucher di importo non superiore a 10 mila euro, nella misura massima del 70% del totale delle spese ammissibili. “In queste settimane, in collaborazione con le associazioni territoriali di categoria – ha sottolineato il presidente della Camera di commercio di Ferrara, Paolo Govoni – abbiamo dato via, oltre al bando, al “Punto Impresa Digitale” per informare, assistere ed orientare le imprese ferraresi sul digitale, predisposto le opportune piattaforme tecnologiche, attivato un piano di sensibilizzazione per far crescere la consapevolezza delle imprese sulle soluzioni possibili offerte dal digitale e sui loro benefici, ma anche sui rischi connessi al suo mancato utilizzo”.

All’attenzione della Giunta camerale, inoltre, progetti per favorire una maggiore propensione alla capitalizzazione delle imprese ferraresi con strumenti di “finanza di filiera” capaci di supportare gli investimenti in chiave Impresa 4.0 e il consolidamento delle filiere produttive; aumentare la collaborazione fra la nuova imprenditorialità innovativa e il mondo industriale tradizionale; rafforzare la formazione professionalizzante e l’alternanza scuola-lavoro per agevolare la formazione di competenze digitali e manageriali. “Tante nostre imprese – ha concluso Govoni – sono coscienti dei vantaggi competitivi legati all’introduzione della digitalizzazione all’interno della propria struttura. Tuttavia esiste ancora una vasta realtà imprenditoriale che fa fatica a comprendere la portata della rivoluzione 4.0. Diffondere questa consapevolezza presso l’intero tessuto imprenditoriale è quindi l’obiettivo primario che vogliamo raggiungere”.

I (principali) vantaggi di Impresa 4.0
• la trasformazione digitale modifica il modo di fare impresa attraverso l’introduzione di soluzioni avanzate che consentono alle aziende di reinterpretare il proprio ruolo impattando lungo l’intera catena del valore: dalla progettazione di nuovi prodotti e servizi alla migliore capacità di reagire in breve tempo alle esigenze del mercato, dai processi produttivi ai sistemi di logistica e magazzinaggio fino al contatto digitale con il cliente finale in cui il confine fra fornitura di un bene e di un servizio si farà sempre più labile;
• intercettando la spinta tecnologica e di innovazione, le imprese hanno l’opportunità di sfruttare pienamente le proprie potenzialità per organizzare, integrare e disciplinare le proprie filiere produttive, passando da un modello frammentato a un modello di filiera interconnesso in cui operare con logiche di rete e di aggregazione;
• non rileva più la dimensione della singola azienda, quanto la capacità di posizionarsi nel punto a essa strategicamente più adatto all’interno della catena del valore;
• la rivoluzione digitale può creare nuove opportunità di crescita, sostenendo la ripresa dell’occupazione, facilitando l’accesso alle risorse finanziarie, la collaborazione con i fornitori di conoscenza e tecnologia e abilitando su larga scala la capacità di produzione personalizzata.

E al fine di consentire alle imprese ferraresi una maggiore possibilità di utilizzo delle misure adottate, è stata messa a punto da Camera di commercio ed associazioni di categoria una speciale Task force di comunicazione, con l’obiettivo di agevolare il più possibile le aziende nell’ottenimento dei finanziamenti necessari.
Per maggiori informazioni: ufficio Marketing del territorio della Camera di Commercio (tel. 0532/783813-820; e-mail: promozione@fe.camcom.it), che invita le imprese anche a consultare con attenzione il sito www.fe.camcom.it.

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CAMERA DI COMMERCIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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