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Fino a 150.000 euro per il miglioramento dei tempi di risposta e di soddisfacimento delle esigenze dei clienti, l’introduzione di tecnologie abilitanti nei processi produttivi e la riduzione degli impatti ambientali

15 milioni di euro per il miglioramento dei tempi di risposta e di soddisfacimento delle esigenze dei clienti, l’introduzione di tecnologie abilitanti nei processi produttivi e la riduzione degli impatti ambientali. E’ quanto stanzia la Regione Emilia-Romagna a favore delle imprese con le risorse del Por Fesr 2014-2020 dedicate alla competitività del tessuto produttivo.

Del bando e delle numerose opportunità per gli imprenditori se ne parlerà mercoledì 30 maggio, in anteprima, nella sala Conferenze della Camera di commercio (gremita in ogni ordine di posto con possibilià di seguire in diretta l’evento dalle restanti sale) a partire dalle ore 9.00. Dopo i saluti del presidente della Camera di commercio, Paolo Govoni, toccherà ad Andrea Pappacena, Servizio qualificazione Imprese della Regione Emilia Romagna, illustrare i requisiti di ammissione, le spese ammissibili e le modalità di presentazione delle domande di contributo.

“Il tema della produttività – ha sottolineato il presidente della Camera di commercio – rende urgenti gli investimenti nel capitale umano, nella semplificazione e nell’efficienza, accompagnando l’organizzazione e i processi verso la trasformazione digitale della pubblica amministrazione, delle imprese, delle filiere e dei territori. Questa è la sfida alla quale il sistema pubblico – e, con esso, le Camere di commercio – devono rispondere perche gli investimenti in qualità rafforzano non solo le imprese che li attuano ma l’intero capitale sociale di un territorio”.

Tipologia e misura del contributo
Contributi a fondo perduto del 20% della spesa ammissibile, a fronte di investimenti realizzati tramite il ricorso a finanziamenti a medio/lungo termine erogati dal sistema bancario e creditizio e in sinergia con gli interventi di garanzia diretta da parte del sistema regionale dei confidi e con controgaranzia di Cassa Depositi e Prestiti -Fondo EuReCa
Il contributo è aumentato del 5% per progetti:
¥ che prevedono un incremento occupazionale
¥ presentati da imprese femminili e/o giovanili
¥ presentati da imprese con rating di legalità
Progetti ammissibili
I progetti devono prevedere investimenti produttivi espansivi ad alto contenuto tecnologico che, attraverso un complessivo ammodernamento degli impianti, dei macchinari e delle attrezzature, siano idonei a favorire l’innovazione di processo, di prodotto o di servizio.
Spese ammissibili
¥ Acquisto di impianti, macchinari, beni strumentali e attrezzature – nuovi di fabbrica – funzionali alla realizzazione del progetto, anche idonei a consentire un miglioramento dell’efficienza energetica dei prodotti e/o dei processi produttivi e di servizio
¥ Acquisto di beni intangibili quali brevetti, marchi, licenze e know how da intendersi come l’insieme di conoscenze, connotate dal requisito della segretezza e dell’originalità, atte ad ottimizzare i processi produttivi industriali ma inidonee ad essere brevettate in quanto non produttive né consistenti in risultati industriali specificatamente individuabili;
¥ Acquisto di hardware, software, licenze per l’utilizzo di software, servizi di cloud computing
¥ Spese per opere murarie ed edilizie strettamente connesse alla installazione e posa in opera dei macchinari, beni strumentali, attrezzature e impianti
¥ Acquisizioni di servizi di consulenza

Presentazione della domanda
1° FINESTRA: dalle ore 10.00 del giorno 5 giugno 2018 alle ore 13.00 del giorno 19 luglio 2018
2° FINESTRA: dalle ore 10.00 del giorno 4 settembre 2018 alle ore 13.00 del giorno 28 febbraio 2019

La partecipazione al seminario è gratuita previa registrazione online sul sito: www.fe.camcom.it

Da Ufficio Stampa Camera di Commercio di Ferrara

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CAMERA DI COMMERCIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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