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Ampliamento della Ztl e pedonalizzazione del tratto stradale Giovecca-Cavour in prossimità del castello Estense. Anche l’emergenza smog spinge nella direzione di una svolta ecologica. E in tema di vivibilità urbana, nella conferenza stampa di fine anno sindaco e giunta hanno fornito indicazioni chiare e condivisibili. L’idea di allargare la Ztl dall’area dell’antico ‘castrum’ al Castelnuovo, attraverso un ampliamento che ingloberà la zona compresa fra via Mayr e via Baluardi consente di dare vivibilità e respiro a una porzione storica della città (quella del primo insediamento abitativo) e riprogettare tutto un vasto e pregevole comparto che necessità di essere riqualificato. In programma per il 2016, infatti, c’è già la risistemazione di via Saraceno, mentre nel 2017 si prevede la riapertura dell’ex teatro Verdi che, secondo gli auspici di molti, diverrà una piazza coperta polifunzionale nella quale potrebbero trovare spazio fra gli altri i laboratori per il turismo sostenibile e la mobilità ciclabile.

Ma particolarmente attesa è la soluzione al nodo cruciale della mobilità del centro, a ridosso del più insigne monumento estense, il castello, ora lambito da un continuo transito veicolare sul lato nord. L’idea di introdurre un senso unico di marcia lungo l’asse viario che va dal montagnone alla stazione non convince: non eliminerebbe il passaggio delle automobili né l’inquinamento e non garantirebbe neppure significativi benefici agli automobilisti, poiché il senso unico di marcia comporterebbe comunque soste e rallentamenti in prossimità di incroci e semafori.

Spezzare invece il passaggio, verosimilmente fra Palestro e via Armari, garantirà respiro e decoro all’area monumentale e ricucirà la cesura fra la parte medievale e quella rinascimentale costituita dall’addizione erculea, ridando a tutti gli effetti al castello la sua antica centralità. Anche corso Ercole d’Este godrà di nuova bellezza, integrandosi perfettamente nel piano urbano del nucleo integralmente pedonalizzato.
Al riguardo c’è l’esigenza che davvero vengano ridotti i permessi di transito in Ztl e aboliti parcheggi e stalli di taxi e privati.
In proposito, a tutela dei portatori di handicap, un’idea potrebbe essere quella di una convenzione con la Curia, che dispone di un ampia area di sosta interna, in gradi di ospitare un’ottantina di vetture [leggi], per mettere a disposizione dei disabili un adeguato numero di posteggi, tali da garantire lo stazionamento in luogo nascosto alla vista, ovviando all’attuale indecente spettacolo dei veicoli che ogni giorno sostano lungo tutto l’asse di corso Martiri. Potrebbe essere la soluzione che concilia la salvaguardia del contesto architettonico e la tutela dei diritti.

Quanto ai prevedibili disagi per gli automobilisti in seguito all’interruzione del transito in prossimità del castello – preventivata dal sindaco, ma non ancora deliberata – si potranno in parte limitare i problemi con un’attenta riorganizzazione della viabilità anche nelle strade laterali di collegamento a Giovecca e Cavour, oltre che sugli assi esterni.
Una soluzione integrativa potrebbe essere quella di potenziare la rete delle bici pubbliche (e gratuite) in prossimità dei grandi parcheggi, a vantaggio di tutti coloro che arrivano in città. Si garantirebbe così l’attraversamento ecologico del centro, con beneficio per polmoni e portafogli. E sarebbe una misura a basso impatto e a basso costo anche per l’Amministrazione, alternativa a un oneroso rafforzamento della rete dei bus. Meglio dunque promuovere e incentivare la mobilità a due ruote, in sintonia con la vocazione cittadina.

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Sergio Gessi

Sergio Gessi (direttore responsabile), tentato dalla carriera in magistratura, ha optato per giornalismo e insegnamento (ora Etica della comunicazione a Unife): spara comunque giudizi, ma non sentenzia… A 7 anni già si industriava con la sua Olivetti, da allora non ha più smesso. Professionista dal ’93, ha scritto e diretto troppo: forse ha stancato, ma non è stanco! Ha fondato Ferraraitalia e Siti, quotidiano online dell’Associazione beni italiani patrimonio mondiale Unesco. Con incipiente senile nostalgia ricorda, fra gli altri, Ferrara & Ferrara, lo Spallino, Cambiare, l’Unità, il manifesto, Avvenimenti, la Nuova Venezia, la Cronaca di Verona, Portici, Econerre, Italia 7, Gambero Rosso, Luci della città e tutti i compagni di strada

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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