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27 Luglio 2017

Daspo urbano

Tempo di lettura: 3 minuti


movimento5stelle

Da Movimento 5 stelle

DASPO URBANO, M5S: BASTA PROPAGANDA, GLI AGENTI NON BASTANO
Il Decreto Legge sulla sicurezza urbana proposto dal Ministro dell’Interno Marco Minniti e approvato definitivamente dal Senato nello scorso mese di aprile, contiene numerose novità in tema di stretta contro gli spacciatori e di poteri di ordinanza ai sindaci per interventi contro il degrado nelle città ma soprattutto introduce il cosiddetto “daspo urbano”, ovvero l’obbligo di allontanamento, per chi ne viene colpito, da una determinata zona della città. Tale strumento può essere attuato oltre che nei confronti di chi si occupa del traffico di stupefacenti (in questo caso il questore può emettere un provvedimento di allontanamento da 1 a 5 anni con misure di restrizione quali, ad esempio, l’obbligo di firma o il divieto di allontanamento dal comune) anche verso coloro che limitano la libera accessibilità o la fruizione di infrastrutture (ferrovie, aeroporti, ecc.) e aree verdi o luoghi di interesse artistico monumentale. In questi casi l’allontanamento per 48 ore viene emesso dal sindaco con la possibilità per il questore di emanare un altro provvedimento di tempo superiore (da 6 mesi a 2 anni) qualora il comportamento dovesse essere reiterato.
Al riguardo, lo scorso 23 maggio, il sindaco Tagliani ha portato come esempio di attuazione pratica le “maxi risse al Grattacielo, che danno ai cittadini la sensazione che il territorio sia sottratto alla disponibilità comune”. Il primo cittadino ha poi proseguito affermando che “se ci limitiamo a registrare l’episodio e a perseguirlo come reato di rissa non cambia molto, dobbiamo incominciare ad applicare questi nuovi strumenti per garantire la libertà degli spazi pubblici”.
Ci risulta difficile non concordare con gli intenti intrinseci in queste affermazioni ma ciò che non è chiaro è se oggi a Ferrara le Forze dell’Ordine in orario serale hanno i numeri, nel corso di un servizio ordinario e non di un’operazione speciale, per intervenire a sedare una rissa fra i frequentatori stranieri della GAD.
Le perplessità però non si fermano qui. Infatti, quando un cittadino in un pomeriggio qualunque chiederà alla Polizia Municipale di intervenire per sanzionare “solo” un gruppo di stranieri che si adoperano ad “impedire la libera fruibilità dei luoghi pubblici” questa sarà in grado per organizzazione, preparazione, dotazione e numero degli operatori a disposizione di prendersi carico di tale intervento? O farà ricadere l’onere sulle spalle della singola pattuglia in servizio alla zona GAD, che dovrà gioco forza “scantonare” non per pavidità dei suoi componenti ma solo per mero buon senso volto alla tutela della propria incolumità, come già successo nei mesi passati? Sono stati studiati ed impartiti dei protocolli d’azione da mettere in pratica per operare in contesti di questo tipo? Noi siamo molto dubbiosi al riguardo e temiamo che anche questo intervento normativo, in assenza di una seria attività organizzativa volta a prevedere tutti gli accorgimenti necessari per raggiungere gli obiettivi che si propone, non sia niente più che l’ennesimo spot buono, giusto per alimentare il clima di propaganda elettorale.
Nessuno dubita dell’abnegazione al lavoro di tutti gli operatori in divisa che ogni giorno operano sul nostro territorio, ma il problema di sproporzione numerica fra i partecipanti a certi disordini e il personale che li dovrebbe affrontare va evidenziato affinché chi di dovere si adoperi veramente per risolvere tale criticità senza illudere i cittadini.
Movimento 5 stelle Ferrara

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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