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Mese: Febbraio 2014

replica-trattamenti-durante-incontro-spi-cgil-27-02-2014

Replica ai temi trattati durante l’incontro dello SPI-CGIL del 27/02/2014

da: Comitato salvaguardia ospedale del Delta

Ciò che più colpisce fra i temi trattati nell’incontro SPI-CGIL, avvenuto nella giornata di ieri , sono le due questioni che hanno visto coinvolti i cittadini di tutta la Provincia: gli accessi al Pronto Soccorso e il depotenziamento degli ospedali chiamati “spoke”. La chiusura del Pronto Soccorso di Comacchio, infatti, è un esempio emblematico, dal momento che questa scelta, messa in atto attraverso metodologie sconcertanti, ha portato inevitabilmente ad un allungamento dei tempi di attesa presso il PS del nosocomio del Delta, visto che tutta l’utenza del basso ferrarese non può più scegliere fra due postazioni, ma deve recarsi per forza tutta quanta a Lagosanto. Ecco, che le due tematiche sopra segnalate sono strettamente correlate e stupisce che la dirigenza dell’Ausl e dell’Azienda Ospedaliera (rispettivamente rappresentate dal Dott. Sandro Guerra e dal Dott. Ermes Carlini) non voglia fornire ai cittadini le informazioni complete, come invece cerchiamo di fare da tempo come Comitato civico. Infatti, in qualità di cittadini che vivono il territorio nella sua integrità, sappiamo bene cosa significhi subire le scelte del piano strategico 2013/2016, che abbiamo più volte criticato sia nel merito sia nel metodo attraverso cui è stato adottato (ovvero senza passare per i Consigli Comunali). Pensiamo ad esempio agli abitanti dei Comuni di Goro e Mesola, che oltre ai lunghi tempi di attesa, dovranno recarsi a Cona e non più al Delta per alcune tipologie di visite specialistiche (vedi Emodinamica), avendo, inoltre, a pochi chilometri la possibilità di recarsi in Veneto dove i tempi sono molto più brevi. Non vogliamo quindi che la nostra Provincia divenga un luogo in cui per avere una prestazione medica d’emergenza si rischi di trovare il Pronto Soccorso più vicino colpito da “iper afflusso” (come dichiara Ermes Carlini) a causa della chiusura di alcuni presidi e non vogliamo nemmeno che, in tempi di crisi economica come questi, si debba creare una scissione sociale fra coloro che possono permettersi il lusso di rivolgersi a specialisti in libera professione per avere tempi decenti. Infine, sarebbe ora di dire ai cittadini che tipo di progetto futuro si ha in mente per la sanità di questa Provincia e sarebbe bene farlo attorno a un tavolo in cui tutte le realtà politiche, civiche, sociali e sindacali siano coinvolte veramente.

Quanto emerso dall’intervento del Dott. Sandro Guerra al congresso provinciale Spi-Cgil non fa che corroborare quanto sostenuto fino ad ora, ed a più riprese, dal Comitato per la Salvaguardia dell’ospedale del Delta e dalla Consulta Popolare del San Camillo: il depauperamento dei servizi delle strutture sanitarie periferiche ed il conseguente sovraccarico dell’Arcispedale Sant’Anna penalizzano l’utenza nel suo complesso e non garantiscono servizi efficienti. I dati resi noti durante il congresso confermano che il percorso descritto nel “Piano strategico di riorganizzazione, qualificazione e sostenibilità della sanità ferrarese per il 2013-2016”, che ricordiamo è stato presentato all’attenzione dei sindaci dei comuni interessati appena tre giorni prima dell’approvazione, non è assolutamente una risposta alle esigenze della popolazione ferrarese, bensì è da intendersi come una strategia perdente volta a tamponare momentaneamente le errate politiche di spesa sanitaria della provincia. Risultano particolarmente emblematiche, se non altro indicative di una chiara ammissione di colpa, le parole del Dott. Guerra in relazione ai tempi d’attesa per le visite specialistiche (le più lunghe della regione Emilia-Romagna in alcuni casi) « Non nego ci siano problemi, peggiorati negli ultimi anni ». È plausibile, se non certo in caso le autorità sanitarie perseverassero nel cammino fino ad ora intrapreso, nei prossimi mesi invece di assistere ad una normalizzazione dei tempi di erogazione delle prestazioni, si assisterà ad una ulteriore e significativa dilatazione dei tempi di attesa e sovraccarico di lavoro per il personale operativo che continua a diminuire. I fatti smentiscono tutte le rosee previsioni millantate dalle autorità sanitarie, tanto provinciali quanto regionali, e danno ragione ai comitati, sempre inascoltati e talvolta improvvidamente additati. Ritenendo che i limiti di decenza degni di un paese civile siano stati ampiamente superati, sarebbe opportuno che i vertici delle autorità sanitarie, e per corresponsabilità i sindaci firmatari del “Piano strategico di riorganizzazione”, valutassero con molta attenzione la possibilità di rivedere la strategia in atto attraverso un confronto costruttivo e scevro da pregiudizi con i comitati per evitare il definitivo collasso della sanità provinciale.

Come mai a Piacenza sono riusciti a mantenere la centrale 118 invece che “donarla”a Parma così come da intenti iniziali: “solo” a causa del “Codice Blu”? Come si può contestare la vicinanza Ospedale del Delta ed Ospedale di Comacchio (in un’ottica di Presidio Ospedaliero Unico) quando a Modena vi è la quasi medesima distanza, forse meno, tra il Policlinico e l’Ospedale di Baggiovara (soli nove chilometri)? Qualcuno in Regione sostiene che le altre Provincie sono “stanche” di pagare per noi ferraresi: la verità è che noi ferraresi siamo stanchi di pagare per la Regione!

Quindi non resta che chiedersi quale differenza intercorra tra la propaganda delle Aziende Sanitarie, sostenute solo da alcuni appartenenti della vecchia e stantia politica (locale e regionale) e da sindacati che hanno perso di significato nel loro operato, ed i coordinamenti, assolutamente trasversali, dei Comitati Civici che sostengono la Buona Sanità, la risposta è semplicissima: ovvero la solidarietà verso il prossimo. Quella stessa solidarietà che fa quotidianamente operare tutti i Cittadini che si battono per preservare i propri Diritti, in particolare il Diritto alla Salute sancito con ferree parole dall’Articolo 32 della Costituzione della Repubblica Italiana.

NICOLA ZAGATTI
Cofondatore ed attivista

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Tutti i comunicati stampa del 28 febbraio

da: ufficio stampa Comune di Ferrara

AGENDA DEL SINDACO
Appuntamenti dell’1-2-3 marzo 2014

Sabato 1 marzo
ore 11 – inaugurazione mostra fotografica “80 anni di vita per la Scuola Umberto I – Alda Costa” (sede Grotte del Boldini, via Previati 18 – FE)
ore 18.30 – inaugurazione mostra Silvia Donini “Arte Natura Spazio Urbano” (sede Palazzina Marfisa d’Este, C.so Giovecca 170 – FE)

Domenica 2 marzo
pomeriggio – ingresso di Mons. Andrea Turazzi nella Diocesi di S. Marino – Montefeltro (Duomo di San Bartolomeo, Pennabilli)
Lunedì 3 marzo
dalle 10.45 – convegno di presentazione Progetto CLARA – Smart Cities (sala Consiglio comunale, residenza municipale)
ore 15.30 – riunione del Consiglio comunale (residenza municipale)

URBAN CENTER – Lunedì 3 marzo alle 17 in via Praga il primo appuntamento a cura di éFerrara Urban Center. Altri appuntamenti il 25 marzo, l’8 aprile e il 10 giugno

Partono i Laboratori partecipati “Ricostruiamo l’Aquilone”

Partirà ufficialmente lunedì 3 marzo, dalle 17 alle 19, nella sede del Nido Comunale A. Costa, (via Marco Praga, 3/5) il progetto “Ricostruiamo l’Aquilone, la sicurezza come bene comune”, vincitore dei finanziamenti regionali per la partecipazione. Questo primo incontro è rivolto, in modo particolare, alle famiglie, a coloro che risiedono vicino alla nuova scuola di infanzia Aquilone e a tutte le insegnanti che stanno collaborando con Urban Center Ferrara nello sviluppo dell’iniziativa.
Dopo il sisma del 2012, l’Aquilone è ospitato in una struttura prefabbricata e attende la costruzione di un nuovo edificio in un’area poco distante. Oltre alla ricostruzione fisica però, Urban Center Ferrara intende occuparsi del tessuto di relazioni sociali; per questo motivo sono stati organizzati degli incontri pomeridiani per favorire la conoscenza tra genitori e associazioni del circondario, e per provare a realizzare insieme iniziative per il quartiere e la nuova scuola.
Adulti e bambini affronteranno il tema della sicurezza, intesa sia come percezione e consapevolezza del rischio, sia come sensibilizzazione al tema della prevenzione. Il progetto nasce, tra l’altro, come uno dei proseguimenti dei laboratori di prevenzione al danno sismico, proposti tra il settembre e il giugno 2013.
Sin dal primo incontro inoltre (3 marzo), sarà presentato ai partecipanti il progetto della nuova scuola e altre ‘buone pratiche cittadine’ sull’uso e la cura dei giardini scolastici.
Nel secondo e terzo incontro (25 marzo – 8 aprile) verrà condivisa la progettazione del nuovo giardino della scuola fra cittadini e uffici pubblici coinvolti. Come può essere immaginata questa nuova area verde? Cosa si potrà fare per mantenerla in buono stato negli anni? Questa occasione può diventare un’opportunità per i residenti?
L’Urban Center intende infatti, supportare lo sviluppo di iniziative e proposte per il miglioramento della scuola o del quartiere, ciascuno potrà proporre un progetto o aggregarsi a quello avanzato da altri.
Paralleli a questo percorso di incontri, che si svolgerà sempre al Nido Comunale A. Costa, via M. Praga 3/5 dalle 17alle 19,(con servizio animazione per i bambini della scuola), ci saranno i laboratori didattici delle insegnanti con i bambini, e il “Tavolo Scuola-Città”, composto da un gruppo di soggetti pubblici e di organizzazioni, che avrà i compiti di: seguire i laboratori partecipati, curare le eventuali connessioni con altre esperienze e divulgare i risultati.
A conclusione del progetto è in programma la realizzazione di una “Festa per il quartiere” il 10 giugno 2014. Tutti gli incontri sono pubblici e a ingresso libero.

Per richieste di chiarimenti e ulteriori informazioni contattare “èFerrara Urban Center” tel. 0532419297 (laboratoriourbano@comune.fe.it), sito internet http://ricostruiamolaquilone.wordpress.com (fb: Urban Center Ferrara)

CIRCOSCRIZIONE 4 – Martedì 4 marzo alle 21 in via Naviglio
In Consiglio un aggiornamento dei lavori pubblici del 2014

E’ prevista per martedì 4 marzo alle 21, nella sede di via Naviglio 11, la riunione del Consiglio della Circoscrizione 4 convocato per l’esame di un aggiornamento dei lavori pubblici del 2014 alla presenza dell’assessore comunale Aldo Modonesi. Seguirà, per l’assemblea circoscrizionale, l’approvazione di impegni di spesa su fondi ordinari 2014.

CONFERENZA STAMPA – Martedì 4 marzo alle 10.30 in via Capo delle Volte
Presentazione di ‘Bambini in maschera – Il carnevale in piazza Municipale”

Martedì 4 marzo alle 10.30 nella sede della Circoscrizione 1 in via Capo delle Volte 4/d si terrà la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa ‘Bambini in maschera – Il carnevale in piazza Municipale a Ferrara’ prevista per il prossimo 8 marzo.
Interverranno all’incontro l’assessora comunale alle Attività Produttive Deanna Marescotti, il presidente della Circoscrizione 1 Girolamo Calò, l’organizzatrice Adelaide Vicentini e il presidente della Contrada San Paolo Pierfrancesco Perazzolo.

CONFERENZA STAMPA – Martedì 4 marzo alle 11.30 nella sala degli Arazzi
Presentazione del Conto Consuntivo 2013 del Comune di Ferrara

Per la presentazione del ‘Conto Consuntivo 2013′ del Comune di Ferrara si terrà una conferenza stampa martedì 4 marzo alle 11.30 nella sala degli Arazzi della residenza municipale. Interverranno il sindaco Tiziano Tagliani e l’assessore comunale al Bilancio Luigi Marattin.

PALAZZO B0NACOSSI – Sabato 1 marzo alle 9.30 in via Cisterna del Follo
Un convegno celebra i mille anni di storia di Lagosanto

Si intitola “Mille passi nella storia” il convegno di studi organizzato in occasione dei mille anni di Lagosanto in programma sabato 1 marzo alle ore 9,30 a Palazzo Bonacossi (via Cisterna del Follo, 5). Il lavori saranno aperti dal direttore dei Musei Civici d’Arte Antica e Storico Scientifici Angelo Andreotti, dal sindaco di Lagosanto Manuel Masiero e da Franco Cazzola presidente della Deputazione ferrarese di storia patria.

(Testo a cura degli organizzatori)

Il 29 settembre 2013 sono stati celebrati a Lagosanto i mille anni della Comunità. “Mille passi nella storia”, dalle parole di Paola Ricci, già sindaco di Lagosanto, alla quale sono dedicati gli Atti di questo convegno, che saranno pubblicati sotto gli auspici della Deputazione provinciale ferraresedi storia patria. Dal 1013, quando papa Benedetto viii donava il territorio all’abbazia di Pomposa, la ricca storia della Comunità è stata riscoperta attraverso le preziose carte dell’archivio storico comunale, gli esiti del cui studio vengono presentati a palazzo Bonacossi.

BIBLIOTECA ARIOSTEA – Ciclo ‘Italiani brava gente’: incontro lunedì 3 marzo alle 17
Risonanze verdiane sulle ali del ‘Va’ pensiero’

Sarà dedicato a Giuseppe Verdi e al suo celebre ‘Va pensiero’, il nuovo incontro del ciclo ‘Italiani brava gente – Rileggere i caratteri degli italiani’ in programma lunedì 3 marzo alle 17 nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea. L’appuntamento, aperto a tutti gli interessati, è promosso dall’Istituto Gramsci e dall’Istituto di Storia contemporanea di Ferrara, in collaborazione con Biblia, Associazione laica di cultura biblica, e vedrà Michele Borsatti e Piero Stefani nelle vesti di relatori.

LA SCHEDA (a cura degli organizzatori)
Il ‘Va’ pensiero’ è non solo il coro più famoso di tutta la storia dell’opera lirica ma anche un’icona usata a più riprese in Italia e all’estero per evocare aspetti e caratteri propri del nostro Paese. In occasione dell’uscita del libro ‘Dalla Bibbia al Nabucco’ a cura di Piero Stefani (Morcelliana, Brescia 2014) in quest’incontro si prenderanno in considerazione alcuni di questi influssi esercitati da Verdi, senza dimenticare che il libretto dell’opera lo si deve a un ferrarese: Temistocle Solera.

VIABILITA’ – Provvedimenti in vigore domenica 2 marzo
Modifiche al traffico per iniziative di Carnevale a Ferrara, Malborghetto di Boara e Ravalle

– Carnevale nel quartiere Giardino
In occasione della festa di Carnevale organizzata dalla Circoscrizione 1, nel pomeriggio di domenica 2 marzo, a partire dalle 14, nelle strade del centro cittadino inserite nel percorso della manifestazione sarà sospesa la circolazione dei veicoli per il tempo strettamente necessario a consentire il passaggio del corteo. Le vie interessate dal provvedimento saranno in particolare: viale Vittorio Veneto, viale Cavour (attraversamento), via Cittadella, corso Porta Po e piazzale San Benedetto.

– Sfilata di carri allegorici a Malborghetto di Boara
Nello stesso pomeriggio di domenica 2 marzo, nella fascia oraria compresa tra le 13,30 e le
18,30 è prevista a Malborghetto di Boara una sfilata di carri allegorici con sospensione della circolazione dei veicoli per il tempo strettamente necessario a consentire il passaggio del corteo in via Agrifoglio, via Formia, via Delle Camelie, via Ortensie, via dei Mughetti, via dei Gelsomini e via Conca. In caso di maltempo la manifestazione sarà rinviata a domenica 9 marzo.

– Carnevale di Ravalle
E’ in programma per le domeniche 2 e 9 marzo la consueta festa del Carnevale di Ravalle, con sfilata di carri allegorici. Nelle due giornate, dalle 10 alle 19, sarà in vigore il divieto di circolazione e di sosta in piazza Santi Filippo e Giacomo e in via Martelli, dal numero civico 17 all’intersezione con vicolo del Noce.

BIBLIOTECA LUPPI – Martedì 4 marzo alle 17.20 nella sede di via Arginone 320 primo appuntamento del ciclo
‘Belle storie a Porotto’, momenti di narrazione per bambini dai due agli otto anni

Martedì 4 marzo alle 17.20 nella sede della biblioteca civica A. Luppi in via Arginone 320 a Porotto, è previsto il primo di una serie di incontri dal titolo “Belle storie a Porotto”. Alessandra e Giovanna leggeranno le ” Storie di carnevale”. Gli incontri proposti sono curati dal gruppo informale “Le Briciole di Fole”, nato dall’idea di un gruppo di mamme e papà con l’intento di narrare e interpretare in prima persona avvincenti storie per entusiasmare e divertire i più piccini. Da quest’anno i genitori potranno avvalersi anche del prezioso aiuto degli studenti dell’Istituto Comprensivo De Pisis di Ferrara. Il ciclo prevede altri appuntamenti l’11 il 18 e il 25 marzo.

LAVORI PUBBLICI – I cantieri attivi dal 3 al 9 marzo
In via Coronella interventi di ripavimentazione. Proseguono le riqualificazioni in centro storico

Questo l’elenco degli interventi e dei cantieri operativi o in fase di attivazione nel territorio comunale nel periodo dal 3 al 9 marzo prossimi, condotti sotto la supervisione dei tecnici e degli operatori del Settore Opere pubbliche e Mobilità del Comune.
Maggiori informazioni e schede descrittive di alcuni di questi interventi sono disponibili sul sito http://mappaopere.comune.fe.it

AVVIO NUOVI INTERVENTI

Manutenzione della pavimentazione per un tratto di via Coronella

Prenderanno il via lunedì 3 marzo i lavori di manutenzione straordinaria della pavimentazione stradale del tratto di via Coronella da via Bologna al nuovo sottopasso ferroviario.

La strada resterà chiusa al transito dalle 7,30 alle 17,30 (con accesso consentito ai residenti) e, salvo imprevisti o maltempo, i lavori si concluderanno entro venerdì 7 marzo.

AGGIORNAMENTI DAI CANTIERI IN CITTA’

CENTRO STORICO
Opera di riqualificazione di piazza Trento Trieste

Proseguono gli interventi per la riqualificazione di piazza Trento Trieste.
Sono stati ultimati e aperti al passaggio i marciapiedi perimetrali sul lato est della piazza a partire dal campanile del duomo, passando davanti palazzo San Crispino, fino al Teatro Nuovo e per l’inizio della prossima settimana è prevista anche la riapertura dell’accesso al portico di San Crispino.
E’ iniziata la ripavimentazione del listone sempre a partire dal lato est, mentre procede la demolizione del marciapiede davanti la Galleria Matteotti per consentire la prosecuzione dell’indagine archeologica in corso.
Per la settimana prossima è inoltre previsto l’avvio, sempre a partire dal lato di palazzo San Crispino, della posa della pavimentazione in cubetti di cui è già stato realizzato solo un breve tratto campione. In programma per i prossimi giorni è anche l’inizio della demolizione del marciapiede attorno la chiesa di San Romano, oltre alla prosecuzione degli scavi per il rifacimento dei sottofondi della piazza.
L’opera di riqualificazione, del costo complessivo di 1.650.000 euro, rientra nel Programma speciale d’area per il centro storico di Ferrara e s

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Siglato protocollo d’intesa tra CNA e Centro Interculturale italo cinese

da: CNA Ferrara

In questi giorni Cna, attraverso il proprio Sportello per gli immigrati Cna World, ha siglato un protocollo d’intesa con l’Associazione Centro Interculturale Italo – Cinese di Ferrara nell’intento di favorire, attraverso comuni iniziative, il dialogo e la collaborazione interculturale, basati su “valori di impegno e solidarietà sociale, di convivenza integrata e civile”.

Il Centro Italo – Cinese, che ha sede a Ferrara in via Goretti 90 (sito web: www.centroitalocinesefe.it ), persegue l’obiettivo di promuovere l’incontro tra le diverse culture, favorendo la diffusione di valori e modelli positivi di comportamento, nell’ambito della integrazione culturale e della legalità, offrendo esempi tangibili di accoglienza, integrazione e pacifica convivenza tra i popoli.

Per parte sua, Cna World, creato dall’Associazione da ormai oltre un decennio, offre servizi di consulenza e assistenza a lavoratori e imprenditori stranieri, dal rinnovo dei permessi di soggiorno alla presentazione delle domande di ricongiungimento familiare, dalla consulenza per la creazione d’impresa ai servizi per gli imprenditori stranieri associati alla Cna, tra i quali numerosa è la presenza di imprese condotte da cittadini di origine cinese nei più diversi settori di attività.

“La nostra intenzione – puntualizza il presidente del Centro Interculturale Italo – Cinese, Jin Cai – è quella di sviluppare il dialogo tra le nostre comunità, oltre che sul piano sociale, anche su quello imprenditoriale e commerciale, valorizzando il lavoro come occasione di confronto e anche di competizione positiva”.

La firma del Protocollo d’intesa rappresenta il risultato di un lavoro e di una collaborazione fruttuosa da tempo instaurata dallo Sportello Cna World con le diverse comunità di cittadini stranieri nella nostra provincia, ricorda il direttore provinciale della Cna, Corradino Merli. “D’altra parte – aggiunge – è nella stessa mission di Cna, l’essere una forza sociale che opera per la crescita civile del nostro territorio, oltre che di quella economica. Indubbiamente, l’incontro tra culture diverse è uno dei fattori chiave della qualità sociale e del livello di integrazione della comunità ferrarese”.

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Iniziativa FdI pensioni

da: portavoce provinciale di Fratelli d’Italia

Con la presente sono a comunicare che domani, nella mattinata di Sabato 1 marzo dalle ore 10.30 alle 12 circa i militanti di Fratelli d’Italia Ferrara saranno davanti agli uffici postali di tutti i maggiori centri della provincia distribuendo il volantino in allegato sull’importante e delicato tema delle pensioni.
In particolare saremo a Ferrara, dalle ore 10.30 alle ore 12.00 circa davanti all’ingresso delle poste centrali in viale Cavour.
Preghiamo ove possibile, vostra presenza per materiale foto e interviste.
Infatti come ogni mese di questi tempi, gli italiani vanno a ritirare la pensione presso gli uffici postali. In questa occasione, vogliamo ancora una volta sottolineare la nostra battaglia contro le pensioni d’oro.
Fratelli d’Italia a giugno dello scorso anno aveva presentato una proposta di legge per revocare gli importi superiori a dieci volte la pensione minima, qualora non fossero stati versati i relativi contributi a copertura. La proposta, alla quale poi sono seguite iniziative simili di altri partiti, è approdata in aula Camera il 6 febbraio ma a causa del parere contrario espresso dal Pd, da Sel,da Ncd e Forza Italia è stata rinviata in Commissione.

Una vergognosa bocciatura!

“In centro con Matisse”: partono le iniziative organizzate da Confesercenti

da: ufficio stampa Confesercenti Ferrara

“ Che cosa lega il centro storico commerciale di una città come Ferrara ad una mostra d’arte di Palazzo dei Diamanti? E’ possibile parlare di arte e di ospitalità anche fuori dai musei e dalle gallerie e non necessariamente nei luoghi più abituati ad accogliere i turisti, come gli alberghi e i ristoranti? “ . Questa è la riflessione dalla quale parte Maria Chiara Ronchi, Vice Presidente Confesercenti con delega al turismo, che prosegue: “ per questo Confesercenti di Ferrara, in collaborazione con Itinerando guide turistiche, in occasione della mostra Matisse, la figura, la forza della linea, l’emozione del colore, allestita al Palazzo dei Diamanti di Ferrara dal 22 febbraio al 15 giugno prossimo, organizza cinque incontri di “avvicinamento” alla mostra per contribuire a generare attorno ad essa l’interesse diffuso e consapevole che merita.
L’obiettivo è quello di incentivare la visita all’esposizione, ma anche di saldare l’offerta commerciale e momenti di aggregazione della città alla sua proposta di punta per questa primavera sul versante turistico culturale, quale è appunto Matisse ai Diamanti”
Il Direttore Alessandro Osti, prosegue spiegando i dettagli dell’iniziativa: “ In centro con Matisse prevede dunque momenti itineranti di introduzione alla mostra in alcuni punti vendita della nostra città. Il primo di questi, intitolato Ascoltare Matisse, sarà sabato 1 marzo alle 18:00 e si inserisce tra le iniziative previste per l’inaugurazione della nuova sede Amplifon di Viale Cavour, con taglio del nastro alle 17:30.
Gli altri incontri saranno Un tè con Matisse presso You and Tea, negozio con sala da tè in via de’Romei 36/a, Trame di linee presso Benasciutti Casa, negozio di biancheria per la casa di Via San Romano 48, Un caffè con Matisse presso la Caffetteria Centro Storico di Orsatti Group, in Corso Martiri della Libertà e infine Il gusto del colore al Mercato Coperto Ortofrutticolo in Via Santo Stefano. Date ed orari degli incontri successivi saranno per tempo comunicati a mezzo stampa e tramite le locandine che verranno affisse nei locali interessati.”
“ Durante ognuno di questi appuntamenti, “ prosegue Maria Chiara Ronchi “ che si articoleranno secondo i vari aspetti della cortesia e dell’ospitalità, verrà presentata, con proiezione in power point, un’antologia delle opere in mostra accompagnata dall’illustrazione del variegato mondo di uno dei più grandi artisti della storia dell’arte contemporanea. Maestro di straordinaria forza espressiva, amante del colore e formidabile disegnatore, Matisse ha inventato e innovato la pittura e la scultura per tutta la vita.
Il tessuto commerciale della città accoglie dunque ospiti e cittadini rendendoli tramite di un messaggio di cultura, vitalità e piacevolezza che invogli a visitare la mostra, magari con guida, e a tornare e soggiornare nella nostra città.”
In centro con Matisse gode del patrocinio del Comune di Ferrara.

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Pari opportunità, il protagonismo delle donne nella cooperazione internazionale. Il 6 marzo incontro in Regione

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Bortolazzi: “Le comunità femminili possono, in misura sempre più determinante, essere protagoniste di uno sviluppo più equo”

Bologna – “Il protagonismo delle donne nella cooperazione internazionale: imprenditorialità, salute, accesso ai diritti”. E’ il titolo della giornata organizzata, in vista della festa della donna, il prossimo 6 marzo in Regione (dalle ore 9,30 nell’Aula magna di viale Aldo Moro 30 a Bologna).
Voluta dall’assessorato alla Cooperazione allo sviluppo e alle Pari opportunità, la mattinata prevede interventi dedicati a diversi progetti attivati nell’ambito delle politiche di cooperazione allo sviluppo, tra cui il “Fair Trade Fair Peace” che ha portato alla realizzazione di una linea comune di prodotti per il commercio equo e solidale da parte di due organizzazioni: una palestinese, la Bethlehem Fair Trade Artisans (Bfta), e una israeliana, la Syndianna of Galilee.
“In tutti i Paesi di intervento, dall’Africa ai Balcani fino all’America latina – sottolinea l’assessore Donatella Bortolazzi – la Regione Emilia-Romagna è impegnata, insieme alle organizzazioni non governative, a volontariato, cooperative ed enti locali a promuovere la condizione femminile, valorizzando in primis la partecipazione attiva delle donne ai processi di sviluppo locale e promuovendone l’accesso al lavoro remunerato, ai servizi sanitari e riproduttivi, agli studi e alla vita politica e democratica delle rispettive comunità. I progetti presentati rappresentano un esempio del nostro modo di interpretare il rapporto con le comunità femminili, in particolare del sud del mondo, nella ferma convinzione che le donne possano, in misura sempre più determinante, essere protagoniste dello sviluppo più equo e giusto dei Paesi in cui vivono e a livello globale”.

Il Carnevale sull’acqua fa il bis: torna la parata di barche mascherate

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Forte dello straordinario successo della domenica d’esordio, torna domenica 2 marzo in centro storico, a partire dalle ore 14:30, la coloratissima parata di barche mascherate del “Carnevale sull’acqua”. Anche il sindaco Marco Fabbri e gli assessori comunali si sono perfettamente calati nell’atmosfera goliardica, che contraddistingue la kermesse carnevalesca e per il gran finale, insieme alla coop Girogirotondo, ente capofila che collabora con il Comune nella gestione dell’evento e ai tanti volontari delle altre associazioni, che si sono prodigati per la sua buona riuscita, riserveranno sorprese ai bimbi e ai numerosissimi visitatori. Dal Trepponti dunque partirà l’attesa sfilata di ben 12 equipaggi mascherati, tra i quali ricordiamo una fiammante Ferrari con il team di piloti e meccanici al completo, ma passeranno in rassegna anche il Vesuvio con una allegra truppa di Pulcinella che trascineranno il pubblico nelle danze sfrenate della tradizione partenopea. I campioni della nazionale di calcio, in omaggio ai mondiali che in estate si disputeranno in Brasile, hanno pensato bene di ospitare a bordo della loro imbarcazione, “un assaggio” del carnevale di Rio. Alcuni fiammanti bolidi degli anni ’50, con a bordo Elvis Presley, John Travolta, Olivia Newton John, Fonzie, Little Tony, Bobby Solo e tanti altri protagonisti di quella magnifica epoca, sfrecceranno lungo i canali Pallotta e Marchesano, dispensando caramelle e gadget ai bambini. Non mancheranno il veliero dei pirati, quello della Luna addormentata nell’acqua e quello di Biancaneve e i sette navi. Insomma la voglia di divertirsi sarà ancora una volta l’ingrediente principe di questa seconda domenica di Carnevale a Comacchio, arricchita dai nove presidi carnevaleschi dislocati lungo il centro storico, ai quali si affiancheranno un goloso percorso espositivo con bancarelle e dolciumi. Il parco giochi, lo spazio trucca-viso, le strutture gonfiabili faranno anch’essi da cornice ad un evento imperdibile, che culminerà con la premiazione dell’equipaggio (o del presidio) più gettonato dal pubblico. Da non perdere anche il concorso fotografico con il contest Instagram, al quale tutti possono partecipare, previa registrazione gratuita. Per informazioni: www.comacchio.it oltre al profilo Facebook dell’Amministrazione Comunale https://www.facebook.com/pages/Comune-di-Comacchio/395317850532246 e, per concorso fotografico, Lorenzo Parmiani: lorenzoparmiani@gmail.com

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Maltempo, niente “bollo auto” per chi ha perso il proprio veicolo a causa dell’alluvione

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Bologna – Niente “bollo auto” per chi ha perso il proprio veicolo a causa dell’alluvione dello scorso 19 gennaio. Lo ha deciso la Regione Emilia-Romagna che ha esonerato dal pagamento della tassa i residenti che abbiano subito un “danno irreparabile” e “comprovato da documentazione certa” (come ad esempio la disdetta della polizza assicurativa, la consegna ad un demolitore autorizzato, ecc…).
Il provvedimento riguarda sia chi ha già pagato, che si vedrà restituire quanto dato, sia chi non l’ha ancora fatto a prescindere dalla data di scadenza del bollo.
Per ottenere il riesame della propria situazione fiscale, occorre inviare i documenti al Servizio Bilancio e Finanze della Regione Emilia-Romagna (viale Aldo Moro 52, 40127 Bologna) o via mail a tributi@regione.emilia-romagna.it.
In caso di pagamento già effettuato, per ottenere il rimborso di quanto versato, occorre indicare anche i propri dati bancari (Iban).

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“Nessun danno all’ecosistema”. La replica al Wwf dei signori dell’isola di acciaio e cemento che trasforma il gas liquido in metano

SEGUE – In regola. Da ogni punto di vista. Con buona pace di chi è convinto del contrario. ‘La sicurezza fa parte della nostra filosofia aziendale. Prima tra tutti quella dell’habitat nel quale operiamo’, dice Alessandro Carlesimo responsabile delle relazioni esterne di Adriatic Lng, la multinazionale che gestisce il terminale gasiero 15 chilometri al largo di Porto Viro inaugurato nel 2009. L’idea di essere identificati come l’impianto che potrebbe aver originato l’inasprirsi della crisi dell’ecosistema marino, non solo non piace alla società, ma contrasta con le risultanze del piano di monitoraggio approvato dal Ministero dell’Ambiente, condotto da Ispra, l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, in collaborazione con Arpa Veneto. Premiata come migliore infrastruttura mondiale nell’ambito della XII° edizione dei Platts Global Energy Award, l’isola d’acciaio e cemento armato adagiata sul fondale, trasforma il gas liquido naturale in metano sfruttando il calore dell’acqua di mare. Un’operazione che garantisce il 10 per cento del consumo nazionale di metano, la fonte di energia più usata dagli italiani. A casa e sul lavoro.

“Tecnologie d’avanguardia, minimo impatto ambientale”

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Alessandro Carlesimo responsabile relazioni esterne di Adriatic Lng

‘Abbiamo adottato le tecnologie migliori per l’efficienza energetica e la salvaguardia ambientale – continua – L’energia termica necessaria agli impianti di rigassificazione è fornita dall’acqua di mare, il suo calore e i fumi delle turbine a gas, innescano un ciclo di recupero termico in linea con le normative italiane. Il risultato è un minor consumo di energia rispetto ad altri rigassificatori e minori emissioni di anidride carbonica. Lo sforzo c’è. E il prezzo pagato dall’habitat per l’energia è contenuto al minimo. ‘Nessun danno all’ecosistema, nessuna modifica. E’ tutto certificato – spiega – Nelle barriere sottomarine create a circa 700 metri dall’impianto si sono sviluppati i pesci. Ci sembra un ottimo segnale. Un segnale in netto contrasto con le conclusioni del comitato scientifico de Wwf di Trieste, secondo il quale i rigassificatori a ciclo aperto come quello di Porto Viro, sterilizzano l’acqua e la rendono priva di nutrimento per le creature del marine. ‘I dati elaborati da Ispra non dicono le stesse cose’, insiste Carlesimo.

L’Adriatico è malato da anni
Da anni la salute dell’Adriatico è precaria, lo è da prima dell’inaugurazione del rigassificatore incluso a pieno titolo nelle scelte di approvvigionamento energetico decise dal 2006 con l’obiettivo di divenire il Paese d’ingresso del gas proveniente da sud e destinato al resto dell’Europa. Caratterizzata da alti bassi, inquinamento di vario tipo, cambiamenti climatici, pesca selvaggia, innalzamento della temperatura. Gli equilibri sono fragili ‘ma non per questo la colpa deve ricadere sull’impianto’, precisa Carlesimo. Altrimenti non ci sarebbero tanti rigassificatori nelle acque del Mediterraneo e altri in arrivo, il più grande in Francia. Da noi, dove la scelta è diversificare i Paesi d’importazione del gas per allentare legami troppo vincolanti, ne funzionano già tre e se ne prevedono 11, di cui cinque approvati. E questione di scelte energetiche’.

Il problema è la lavorazione a ciclo aperto
A creare ansia però non è tanto la presenza di un rigassificatore, tutti hanno bisogno di energia per scaldarsi, cucinare o illuminarsi, quanto la lavorazione a ‘ciclo aperto’, ‘combinato’ nel caso di Porto Viro. Una preoccupazione a cui nel 2006 il governatore dell’Alabama Rilly spaventato dall’impatto sull’ambiente marino, ha messo fine negando il permesso di costruire l’impianto fino a quando la compagnia ConocoPhillips nel 2008 ha cambiato il metodo di lavorazione escludendo l’uso di acqua di mare. Cosa che peraltro non succede nemmeno a La Spezia, dove la struttura di Panigaglia nata nel ’71, rigassifica bruciando gas con un vaporizzatore a fiamma sommersa. Quesito: l’isola d’acciaio può nell’eventualità convertire la propria lavorazione tagliando fuori il mare dal processo produttivo? ‘Sì, ma non sarebbe conveniente – spiega Carlesimo – si perderebbe una grande percentuale della capacità di rigassificazione’. Per un’azienda, come economia insegna, la diminuzione di produzione non è l’obiettivo più ambito. E non c’è nulla di strano.

“Comprendiamo le preoccupazioni, ma assicuriamo che non ci sono pericoli”
Secondo l’Lng Journal del luglio 2006, il piano ‘b’, la rigassificazione a ciclo chiuso compensabile con la riforestazione per mitigare le emissione di anidride carbonica, comporta l’impiego dell’ 1, 5 – 2 per cento del gas stoccato dall’impianto. Perché rinunciarvi quando si hanno le carte in regola? Non c’è motivo, tanto più che non ci sono ragioni d’allarme. Quanto alla richiesta di un supplemento di indagine da inserire nel piano di monitoraggio, che già comporta un esborso a sei zeri da parte di Adriatic, risulta piuttosto improbabile. ‘Pur comprendendo le preoccupazioni di chi le ha manifestate – continua – non possiamo trasformarci nell’osservatorio dell’Alto Adriatico, come azienda è logico intervenire con il monitoraggio nelle immediate vicinanze del terminal. Per noi l’obiettivo è solo quello di capire come interagisce l’ambiente con il nostro lavoro’. E ancora. ‘Posso dire che non c’è pericolo d’inquinamento né di modifica dell’ecosistema – continua – Le schiume che tanto spaventano non sono pericolose, si tratta di un fenomeno naturale, di una turbolenza meccanica che non contiene nulla di inquinante’. Sul processo per danneggiamento aggravato ambientale di cui devono rispondere due suoi dirigenti, Adriatic non interviene se non per ribadire l’estraneità agli episodi contestati, relativi alla comparsa di schiume che ha hanno lambito la costa. ‘Anche il cloro usato durante il processo di rigassificazione rientra nei parametri di legge. Non rappresenta un pericolo – dice – La percentuale contenuta in ciascun litro d’acqua è inferiore ai 2 milligrammi per litro.’
Le tre fasi di campionamento di Ispra, effettuate prima dei lavori, durante e dopo l’inaugurazione dell’impianto, hanno tenuto conto di differenti criteri di monitoraggio tra cui l’analisi dei sedimenti sul fondale, della dimensione dei pesci, del giro di correnti. La massa d’acqua restituita al mare al termine della lavorazione ha una temperatura inferiore a quella di partenza di 4.7 gradi. ‘Non si può parlare di shock termico, tanto più che torna normale in meno di centro metri di distanza’. Nulla di cui preoccuparsi, stando a queste affermazioni: l’impatto è sotto controllo.

2 – CONTINUA
LEGGI LA PRIMA PARTE DELL’INCHIESTA

Carnevale Rinascimentale di Ferrara: gli appuntamenti di sabato

da: ufficio stampa Carnevale Rinascimentale di Ferrara

Sabato 1 marzo, il mito di Lucrezia rivive tra le vie del centro
Il 2 febbraio 1502, Lucrezia Borgia arriva a Ferrara come sposa di Alfonso, accolta dal sontuoso corteo di carnevale della corte estense. Oltre cinquecento anni più tardi, il fasto rinascimentale rivive nelle stesse strade di Ferrara, grazie alla magia del Palio.
Appuntamento quindi alle 16.30 di sabato 1 marzo a Palazzo Schifanoia per la partenza del corteo che, animandosi con spettacolari esibizioni di sbandieratori e mangiafuoco, si snoderà lungo Via Scandiana, Via Madama, via Savonarola, via Voltapaletto, via Adelardi e piazza Duomo.
Alle 17.15 è previsto il saluto di Lucrezia e delle sue dame dalle finestre del Palazzo Ducale a cui farà seguito la solenne lettura dell’Editto di apertura dei festeggiamenti del Carnevale.
Subito dopo, sempre in piazza Municipale, la rappresentazione della commedia “Lucrezia, le donne, i cavalier, l’arme, gli amori, e altro ancora nella Ferrara del Cinquecento” di Andrea Poli, a cura della compagnia “il Teatro degli Stanchi”. Il tutto sarà ripreso dalla tv coreana SBS.
A far da contorno alla rievocazione storica dell’arrivo di Lucrezia Borgia, nelle piazze del centro andranno in scena i Duelli cavallereschi itineranti a cura dell’ Accademia di Scherma “Compagnia delle Lance Spezzate”.
Solo in caso di forte maltempo il corteo storico non avrà luogo e al suo posto, alle 17.00 in sala ex Borsa, c.so Ercole d’Este n.1, si terrà lo spettacolo teatrale dedicato a Lucrezia.
Il Carnevale Rinascimentale ha in serbo un ricco programma anche per i più piccoli. Si inizia alle 15, presso il Museo di Storia Naturale con Caccia al tesoro nel serraglio dell’associazione Didò dedicata ai bambini dagli 8 ai 12 anni, alla scoperta degli animali della riserva ducale, tra le insidie di idre, draghi, grifoni e unicorni, poi si darà spazio a “Zoo Music” in compagnia del Giullare, laboratorio ludico-didattico ad ingresso e partecipazione gratuita, per bambini da 4 a 7 anni (prenotazioni 0532 203381, dido.storianaturale@gmail.com).
Dalle 16 alle 18 il Giardino delle Duchesse si animerà invece con il Giardino delle Favole, promosso da Ibo e Gruppo Idea Danza: musica e balli per bambini dai 4 ai 12 anni, accompagnati da alcuni personaggi delle favole.
Sempre per i bambini, alle 18 in Castello è in pronta a partire la Festa di Carnevale organizzata da Itinerando, con laboratori, maschere e giochi per bambini dai 4 ai 12 anni.
Per informazioni tel. 0532 299233, castello.estense@provincia.fe.it.

E per finire gli eventi culturali e mondani per la serata.
Alle ore 20,30 a Palazzo Roverella, Corso della Giovecca 47, sarà allestito Il Banchetto di Lucrezia, per vivere da protagonisti un indimenticabile banchetto rinascimentale nella splendida cornice di Palazzo Roverella. Il duca Ercole d’Este sarà il padrone di casa per una festa dedicata al carnevale, organizzata in onore del figlio Alfonso e della sua sposa Lucrezia.
La cena-evento prevede la ricostruzione fedele dei rituali che accompagnavano la preparazione e la presentazione delle portate, scandita da intermezzi di musiche, danze, momenti di giocoleria e teatro. Il menù, dai sapori ricchi e insoliti, è il risultato di una scrupolosa e appassionata ricerca dei trattati di cucina rinascimentale. Il tutto sarà curato da Rione Santo Spirito – Ente Palio di Ferrara e Compagnia Borgo del Diavolo di Funo di Argelato (BO) in collaborazione con Associazione Circolo dei Negozianti di Palazzo Roverella. Ricordiamo inoltre che la partecipazione in costume storico non è richiesta. Per informazioni e prenotazioni: 347 3832080 segreteria@rionesantospirito.it
Per Ballo in Maschera con Lucrezia e Cena a menù Rinascimentale, dalle ore 21, la location è invece lo splendido Castello Estense, con i suoi Imbarcaderi, il delizioso Cortile e l’imponente Piazza d’armi. Nel corso della serata si alterneranno danze, spettacoli e musica, all’insegna dei Baccanali anche in questo caso dedicati a Lucrezia ed Alfonso. Ideazione di Susanna Tartari e Adelaide Vicentini, in collaborazione con la Contrada Rione San Paolo. Per info e prenotazioni 347-8920279 – 347 0827128 email: balloinmascherarinascimentale@gmail.com.
Per coloro che volessero recarsi mascherati agli appuntamenti è aperto, fino al 3 marzo, il Temporary Store di via Cortevecchia 20, che noleggia costumi rinascimentali e non, a prezzi scontati per il Carnevale Rinascimentale.
Per gli amanti del teatro da segnalare alle ore 21, presso la Sala Estense, piazza Municipale 14, la divertentissima commedia Casina di Tito Maccio Plauto, interpretata dalla “Compagnia del Vado” in collaborazione con il Gruppo Danza “L’Unicorno” della Contrada di Santa Maria in Vado. La rappresentazione, con ingresso a offerta libera, è introdotta da Francesco Scafuri.
Da non dimenticare inoltre in Piazza Savonarola e Corso Porta Reno la Fiera di cose d’altri tempi, oggetti da collezione e artigianato, e inoltre i Musei civici statali gratuiti e animati con visite guidate.
Al Museo Archeologico, via XX Settembre 122, sono previsti alle 15 i Balli ferraresi nel ‘500, ensemble di Ottoni “Ballo del Granduca” e alle ore 16 la Visita guidata al Museo con particolare attenzione alle evidenze di età rinascimentale di Palazzo Costabili. Orario di apertura del museo: dalle ore 09,30 alle ore 16,30.
Merita una visita, sempre a ingresso gratuito per la giornata del Carnevale Rinascimentale, anche Casa Romei, via Savonarola 28/30, con orario di apertura: dalle 08,30 alle 19,00 (tel. 0532 234130). A fine percorso museale sarà proiettato a ciclo continuo il cortometraggio “Lucrezia Borgia. Un’intervista impossibile di Maria Bellonci” di Florestano Vancini.

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Danni maltempo, Rabboni scrive a Martina per la campagna assicurativa 2014

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Agricoltura, ancora ferma la campagna assicurativa 2014 per i danni da avversità atmosferiche. Rabboni chiede l’intervento del ministro Martina

Bologna – L’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni ha chiesto l’intervento del ministro delle politiche agricole Maurizio Martina per sbloccare l’avvio della campagna assicurativa 2014 contro i danni alle colture da avversità atmosferiche e contestualmente convocare un tavolo tra tutti i soggetti interessati per definire regole “trasparenti ed efficaci” a tutela delle imprese agricole.
Nella lettera inviata Rabboni stigmatizza “ l’inaccettabile e non motivato comportamento delle Compagnie assicuratrici” sia per “i ritardi nella comunicazione delle condizioni da applicare” che per quanto riguarda “in alcuni casi limitati, la proposta di parametri del tutto inadeguati rispetto alle esigenze degli agricoltori.”
A fronte del notevole anticipo del ciclo vegetativo delle colture frutticole di pregio, dovuto all’anomalo andamento stagionale, tale situazione di stallo – sottolinea Rabboni – rischia di avere conseguenze sulla “competitività dell’intero comparto agricolo italiano chiamato a misurarsi con Paesi nei quali le compagnie assicurative rappresentano un importante elemento di supporto all’agricoltura”. Secondo l’assessore tale situazione non è motivata da alcun elemento concreto. Il Piano nazionale infatti è stato approvato con largo anticipo dallo stesso Ministero delle politiche agricole, mentre la riassicurazione pubblica è disponibile dal mese di febbraio.
Per questo Rabboni, anche a fronte della nuova Programmazione dello sviluppo rurale che prevede per l’Italia “una disponibilità di 1 miliardo 640 milioni per la gestione del rischio contro le calamità naturali”, chiede a Martina che venga anche attivata un “una sede di confronto tra amministrazioni pubbliche, sistema assicurativo privato, associazioni agricole e mondo cooperativo per giungere alla definizione di un quadro regolamentare e organizzativo in grado di evitare il ripetersi di simili problematiche”.

A Unife il secondo incontro di UniTown, la Rete internazionale di città universitarie

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Studenti, docenti e rappresentanti di città europee a Unife per i due giorni dedicati all’internazionalizzazione

Una due giorni tutta internazionale quella che si svolgerà lunedì 3 e martedì 4 marzo all’Università di Ferrara. Sta infatti per iniziare il secondo appuntamento di UniTown, la Rete internazionale di città universitarie fondata ad ottobre 2013 dall’Università di Ferrara e dal Comune della nostra città per discutere e promuovere buone pratiche nel rapporto tra Comunità cittadina e Università.
“Obiettivo di Unitown – afferma Alessandro Somma, Delegato del Rettore per l’Internazionalizzazione – è realizzare una sempre più matura integrazione tra Città e Università nelle loro molteplici articolazioni. Un’integrazione fondata sul reciproco ascolto e sulla reciproca disponibilità ad azioni comuni originate dall’incontro tra amministrazione cittadina, società civile e politica, operatori economici, istituzioni culturali e componenti della comunità accademica, studenti in testa. Questa Rete ha ricadute di grande importanza in merito ai servizi agli studenti in mobilità internazionale, alla predisposizione di un’offerta didattica in lingua straniera e più in generale alla visibilità di Unife e delle sue articolazioni nel panorama accademico europeo”.
E proprio per consolidare la mission della giovane, ma già avviata Rete Unitown, al secondo incontro parteciperanno rappresentanti di Università, città e associazioni studentesche provenienti da Finlandia, Germania, Grecia, Italia, Lituania, Polonia e Portogallo.
“Si discuterà – conclude Somma – di rappresentanza politica degli studenti nelle amministrazioni cittadine, di prevenzione e risoluzione dei conflitti tra studenti e città, di ruolo degli studenti nelle associazioni di volontariato. Tra le finalità dell’incontro anche la presentazione di un progetto in ambito europeo”.

Parte la settima edizione del Master a distanza “Tutela, diritti e protezione dei minori”. Scadenza iscrizioni il 14 marzo

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Tutela, diritti e protezione dei minori. E’ questo il titolo del Master a distanza dell’Università di Ferrara che, a partire da venerdì 28 marzo, offrirà in modalità e-learning il suo programma formativo.
Il corso, giunto alla sua settima edizione, è attivato dal Dipartimento di Studi Umanistici di Unife, è di durata annuale (1625 ore), ed è rivolto a psicologi, assistenti sociali, giuristi, educatori o a chi, in possesso di uno dei titoli di studio di laurea (D.M. 509/99), laurea (D.M. 270/04), laurea“ante riforma” o titoli equipollenti ai sensi della normativa vigente, sia interessato al tema della tutela dei minori.

Obiettivo del Master, a cui sarà possibile iscriversi fino a venerdì 14 marzo, è creare nuove figure professionali che andranno ad operare nell’ambito della tutela del minore. Il suo aspetto interdisciplinare consentirà l’elaborazione di metodi e strumenti utili sia per prevenire sia per sostenere il minore in situazioni di pregiudizio di genere ed etnico, di rischio psicosociale e di disfunzioni/danni familiari (trascuratezza, abuso, maltrattamento). La figura professionale che il Master intende formare potrà operare come ‘Consulente nella tutela dei diritti giuridici, sociali, educativi e psicologici del minore’.
Gli studenti potranno seguire le attività didattiche a distanza e le videolezioni registrate dei diversi insegnamenti e moduli attraverso l’apposita piattaforma di Ateneo. Online anche le verifiche di fine modulo; unico momento di presenza obbligatoria sarà la discussione della tesina finale. Sarà infatti possibile svolgere il periodo di tirocinio della durata di 125 ore nel proprio luogo di residenza. Inoltre sono presenti tutor dedicati che offrono assistenza ai corsisti durante tutto il percorso di studi.
Il corso, che comporta l’acquisizione di 65 Crediti Formativi Universitari, è altamente compatibile con l’attività lavorativa. Sono previsti dei seminari facoltativi in presenza a Ferrara, ma non sono obbligatori ai fini del titolo. Queste iniziative trattano vissuti e rappresentazioni reali grazie ad un team di docenti che opera sul campo in diverse strutture italiane.

Al via ciclo di “L’invenzione del Museo. Oggetti, simboli e collezionismo”, lunedì Federica Rossi ci parla dell’architetto Nikolaj L’vov

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Appuntamento lunedì 3 marzo alle ore 17 nella Sala dei Comuni del Castello Estense con il nuovo ciclo di incontri “L’invenzione del Museo. Oggetti, simboli e collezionismo”, organizzato dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara e dal TekneHub, laboratorio del Tecnopolo di Ferrara, in collaborazione con la Fondazione Ferrara Arte.
Un pomeriggio sul viaggio in Italia. Il taccuino italiano di Nikolaij L’vov. E’ questo il titolo della conferenza che avrà come relatrice Federica Rossi, docente dell’Istituto di Architettura Marchi di Mosca che per l’occasione presenterà il suo libro sull’architetto russo. Ad introdurre l’incontro sarà Paolo Coen, docente dell’Università della Calabria.
“Il taccuino italiano di Nikolaj L’vov” (Edizioni della Normale 2013), attraverso la prima traduzione italiana e pubblicazione integrale del diario dell’architetto palladiano e conoscitore d’arte, racconta lo stupore dei russi di fronte all’arte italiana.
Nikolaj L’vov (1753-1803), l’architetto russo, che assieme a Charles Cameron e a Giacomo Quarenghi è alle origini della fortuna di Palladio nella Russia di Caterina II, si conserva un taccuino in parte inedito, che raccoglie note e disegni del viaggio in Italia del 1781. Nella seconda metà del Settecento, infatti, i russi cominciano a conoscere, apprezzare e collezionare l’arte italiana e sono terzi, dopo inglesi e francesi, per numero di visite agli Uffizi. Visitando Roma, Napoli, Livorno, Firenze, Pisa, Bologna, Venezia, commenta monumenti e opere d’arte, e incontra personalità significative della cultura dell’epoca. Il diario offre spunti originali sul fenomeno dei viaggiatori russi in Italia – tra i Grand Tourists meno noti del secolo dei Lumi – e getta luce sulla nascente critica d’arte russa, legata al mondo del collezionismo e del viaggio.

Federica Rossi ha compiuto i suoi studi in campo storico artistico sia in Russia che in Italia. E’ nota in quanto autrice di numerosi contributi, che spaziano dall’epoca rinascimentale fino al XX secolo e indagano proprio il rapporto fra le culture artistiche e architettoniche dei due paesi. Nel 2008 per le sue ricerche le sono stati conferiti il premio nazionale Pinax d’Argento e il premio internazionale di Storia dell’architettura James Ackerman (Fondazione Balzan) per la pubblicazione di una delle prime monografie in Occidente su un architetto russo del Settecento Palladio in Russia. Nikolaj L’vov architetto e intellettuale russo al tramonto dei Lumi, Marsilio 2010. Tra i libri pubblicati: Il taccuino italiano di Nikolaj L’vov (Edizioni della Normale, 2013); Mille anni di architettura italiana in Russia (Torino, Allemandi 2013) scritto con Dmitrij Švidkovskij e Andrej Batalov. Ha collaborato con numerose istituzioni, tra cui l’Università di Bologna, lo Iuav di Venezia, il Politecnico di Torino, l’Ermitage Italia di Ferrara, l’Archivio del Moderno di Mendrisio (Lugano). Per diversi anni ha svolto attività di ricerca presso la Scuola Normale Superiore di Pisa; attualmente è professore invitato presso l’Istituto di architettura MARCHI di Mosca (il Vchutemas dove si formò l’avanguardia russa).

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Controlli reti gas: un’attività continua di Hera per la sicurezza della rete

da: ufficio stampa Hera

Nel 2013 nel territorio di Ferrara individuate 100 dispersioni, prontamente riparate; 781 i km di rete ispezionata, contro i 572 previsti dall’AEEG.

La qualità e la sicurezza del servizio erogato sono tra gli obiettivi prioritari di Hera. Per il servizio gas, garantire qualità significa anche sottoporre la rete di distribuzione a costanti interventi di controllo e manutenzione. Per questo l’azienda ha istituito un servizio di ricerca sistematica delle dispersioni di gas svolta da personale tecnico di Hera lungo tutta la rete: nel solo territorio di Ferrara gestito da Hera i chilometri di rete ispezionata sono stati ben 781, contro i 572 previsti dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEGG).

Nel corso del 2013 nel territorio di Ferrara, mediante grazie a questa azione preventiva sono state rilevate da Hera 100 dispersioni di gas, prontamente riparate consentendo la massima sicurezza dell’impianto: 9 a Berra, 17 a Codigoro, 6 a Copparo, 1 a Formignana, 1a Jolanda di Savoia, 3 a Mesola, 1 a Ro , 1 a Vigarano Mainarda e 61 a Ferrara.

La ricerca delle eventuali dispersioni gas viene svolta con automezzi dotati di sofisticate apparecchiature che, viaggiando a 25 km/ora, consentono la rilevazione della presenza anche di piccole tracce di metano nell’aria, altrimenti non percettibili. In questo modo si riescono ad identificare anche quelle minime dispersioni presenti nelle condotte interrate, anticipandone l’eventuale evoluzione.
Una volta identificata una dispersione, essa viene localizzata in modo puntuale praticando fori di sondaggio nel terreno, lungo l’asse della condotta interrata, fino a circoscrivere puntualmente la zona del guasto. Ogni dispersione è classificata secondo un indice di rilevanza previsto dalle norme tecniche, a cui coincide un differente tempo di intervento per la riparazione del guasto.
Nel caso si riscontri una dispersione classificata come rilevante, la riparazione viene effettuata immediatamente.

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“Rosso Istanbul” di Ferzan Ozpetek, rosso d’amore

Una sera, un regista turco, un aereo, una madre, una famiglia, due città, Roma e Istanbul. L’amore. Ci sono tutti gli ingredienti, insieme a colori, sapori, odori, profumi, ricordi, per una lettura intensa e indimenticabile. A dire il vero anche un po’ “sconvolgente” perché in una certa misura incita a strapparsi di dosso la vita come un vecchio vestito smesso e malconcio, per ricominciare daccapo.
Questo libro è una vera dichiarazione d’amore all’amore, ad una città, Istanbul, rossa come i suoi vecchi tram, i melograni, i tramonti sul Bosforo, i carretti dei venditori di simit (il pane croccante a forma circolare), le ciliegie di Neruda. C’è poi il rosso vermiglio di una bandiera, del sorgere del sole (che è solo per i sognatori), dell’abito della ragazza che va incontro ai poliziotti con gli idranti per difendere gli alberi di Gezi Park, dei garofani dei suoi compagni manifestanti, del colletto della splendida donna in copertina, della tuta da ginnastica che, quella stessa donna, la madre di Ferzan Ozpetek, chiedeva per la fisioterapia dopo un pesante intervento, del suo smalto e del suo rossetto.
L’amore (il rosso) è il tema che percorre tutto il libro del regista di Cuore sacro, di Saturno contro, di Mine vaganti, Magnifica presenza e del più recente Allacciate le cinture. L’amore di quando si parte per rivedere la propria casa dell’infanzia, che non ci abbandona mai; di quando ci si affaccia ad una finestra e si sente il profumo dei tigli che quasi stordiscono, insieme alla brezza marina; di quando si torna indietro con la memoria ai giardini delle ville dove si giocava da bambini; di quando si trovano, in una scatola, le gondole veneziane o i souvenir della nonna un tempo allineati sulle credenze; di quando, ancora, si vedono vecchie cartoline in bianco e nero della propria città o della propria famiglia; di quando si ritrova la scrittura elegante, la curata calligrafia dal sapore antico, dietro fotografie che facevano da segnalibro a qualche antico lettore; di quando, infine, la tua città ti aspetta.
Ozpetek ripercorre tutte queste fasi, mentre il suo destino si incrocia con quello di una sconosciuta, Anna, che si trova sullo stesso aereo che li porta alla Istanbul di ieri e di oggi. Le vite di Anna, del marito Michele e degli amici Andrea ed Elena, che viaggiano con loro, si intrecceranno in un amaro epilogo, all’ombra di gelatinosi, appiccicaticci e zuccherati lokum.
C’è molta hüzün, malinconia, sentimento misto di tristezza e nostalgia. Alcune immagini sono antiche, in bianco e nero. Vi sono ricordi, oggetti, contenitori di cristallo ottomano per l’acqua di rose, dai petali dipinti e iridescenti, ritratti a olio di sultani, cornici scurite, fotografie sbiadite.
Ma ci sono anche tanti colori, il blu della Moschea di Rüsyem Pasha e delle sue maioliche, l’azzurro del cielo, il bianco del marmo, il rosso-arancio dei piattini del tè, le più svariate tonalità dei tulipani, l’argento delle cornici delle vecchie foto, il nero del pianoforte che nessuno suonava, il biondo venere dei capelli della madre, pettinanti ad onde, il giorno del suo matrimonio, il marrone intenso del caffè, l’oro del buio di Santa Sofia, il caleidoscopio del Gran Bazar, il blu dei jeans e il nero dei veli, il bianco dei teli di cotone, l’ocra della spiaggia, il bianco delle calli nel vaso cristallino illuminato dai raggi della luna, il giallo-verde dell’Orient Express, che ho scoperto dare anche il nome a una varietà di rose, meravigliosi fiori gialli con sfumature rosa che formano uno splendido contrasto con le foglie verdi dalle tonalità bronzee, il viola del glicine della villa dei vicini. E’ proprio qui il passaggio, a mio avviso, più bello del libro. “Ricordo i proprietari della villa, due signori anziani. Anziani… forse non avevano neppure sessant’anni, ma ai miei occhi di bambino erano, certo, anziani. Lui tornava a casa ogni sera, poco prima del tramonto, e la chiamava, spingendo il cancello di ferro: «Serap, Serap!». Era il suo nome. Ma pronunciato con voce così carezzevole, così dolce, così piena di aspettative che era come se, ogni sera, le mormorasse: amore, amore… E lei, una bella signora, una pittrice, apriva il portone, usciva, lo aspettava sulla scalinata. E lo abbracciava, forte, come se fosse sempre il primo giorno, come se non lo vedesse da mesi, da anni, e invece era solo uscito quel mattino. Le donne del vicinato? Be’, erano invidiose. A noi bambini, invece, faceva ridere quella scena troppo romantica. Serap, Serap… ripetevamo, canzonandolo. Ma adesso so che è questo il punto dell’amore: avere qualcuno che ti aspetta davanti alla porta, la sera. Qualcuno che ti abbraccia. Qualcuno tra le cui braccia, anche se solo per un giorno e non per sempre, ti senti a casa. A me è successo: oggi, a Roma, mi aspetta un uomo senza il quale so che non potrei più vivere. Il mio unico eterno amore”. In questo passaggio meraviglioso, che ho voluto riportarvi nella sua integralità, si sintetizza tutto l’amore che affolla le pagine, l’abbraccio caldo che ti accoglie e ti fa sentire a casa. Lo spazio non esiste più.
Oltre all’amore e ai colori, ci sono, poi, tanti profumi, quelli del pane tostato, dei dolci zuccherosissimi e mielosi, della cucina dove si preparava colazione e pranzo, delle spezie, del tè in salotto, dei biscotti appena sfornati, dello sciroppo di cui erano intrisi i dolci finissimi capelli d’angelo, i kadayif, del pesmelba ricoperto di panna, gelato e miele della pasticceria Baylan, del vento, delle ombre, del silenzio. Fra i sapori dell’infanzia risuonano i versi di Nazim Hikmet.
Ozpetek affonda ancora nell’amore, quando parla della sua prima e unica passione, Yusuf, quando ricorda il padre che non c’era mai, quando scopre che la propria madre anziana è innamorata, quando ci fa capire che la sua educazione sentimentale è stata tutta al femminile, maturata in una sorta di originale harem personale. Quello della Zia Betul e della zia Güzin, bellissime, moderne, emancipate e sempre elegantissime, single, che bevevano Cinzano e amavano giocare a imitare le femmes fatales. Zia Betul – come il regista la chiama nel libro, ma non è il suo vero nome – è stata la sua maestra di aquiloni. Un giorno gli aveva detto: “vieni, perché ho comprato la carta per fare l’aquilone. Un uomo che non riesce a far volare un aquilone, non riesce a far felice una donna”. A lui, bambino, ciò sembrava follia e, invece, la zia voleva dirgli che il modo di far felice una donna ha a che fare con la creatività, con il costruire qualcosa insieme. Lo avrebbe capito dopo.
E poi c’è l’affascinante nonna, una vera principessa ottomana, che lo portò per la prima volta al cinema, lo storico e oggi scomparso Emek Sinemasi, a vedere Cleopatra, che Ozpetek definisce il primo amore che lo porterà a Roma, città del cinema. E c’è l’amore per i ribelli, per coloro che, con un sorriso, provano a camminare a testa alta. Perché riluci d’oro dove la vita ti ha scheggiato.
In una recente intervista, il regista ha ricordato che “L’amore è in tutte le cose che facciamo. Non c’è amicizia senza amore, non c’è la solidarietà. Tempo fa, una mattina prestissimo, saranno state circa le sette e un quarto, mi chiama la badante di mia madre. Come al solito mette giù la cornetta perché richiami io. Stavo andando a girare “Magnifica presenza”, a Cinecittà. Ho telefonato e mi ha passato mia madre. “Ricordati – mi ha detto – che niente è più importante dell’amore””.
E questo libro ci insegna, con le parole dello stesso Ozpetek, che è meglio un incendio che un cuore d’inverno, che l’amore cancella la solitudine, che egli sceglie tra la folla, che tutto quello che abbiamo imparato sull’amore è solo che l’amore esiste, “che l’amore non sa né leggere né scrivere. Che nei sentimenti siamo guidati da leggi misteriose perché non esiste mai un motivo per cui ti innamori. Succede e basta. E’ un entrare nel mistero: bisogna superare il confine, varcare la soglia. E cercare di rimanerci, in questo mistero, il più a lungo possibile”. Semplice.

Ferzan Ozpetek, Rosso Istanbul, Mondadori, 2013, 111 pp.

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Il Monte Blog

I sogni sono fantasmi non sempre coscienti, anzi quasi mai coscienti, sono irresponsabili, fanno quello che vogliono, appaiono, scompaiono, vanno, vengono come piace a loro e non alla mente che scelgono per il loro teatrino. Così avviene che di notte s’inseriscano, non chiamati, nei tuoi più reconditi pensieri e li sconvolgano. Stanotte per esempio, mi è arrivata dentro, nella testa dormiente, la signora Filomena, detta anche Filo, è una conoscente che abita dalle mie parti, ex maestra, donna acculturata, ama ancora la poesia di Leopardi e quella di Pascoli, spesso cita le odi più famose, quando incontra la Silvia, comune amica, non c’è volta che le reciti “Silvia rimembri ancora quel tempo di tua vita…”, citazione che termina immancabilmente con una risata di entrambe le donne, e un saluto cordiale.
Bene: tra me e la maestra Filomena non c’è alcuna ragione per cui lei si prenda l’ardire di occupare i miei pensieri notturni, eppure, questa notte eccola lì la Filomena. Eravamo in una valle tra montagne alte e ancora bianche di neve e lei, la Filomena, stava seduta ansante su un masso. Mi guardava smarrita. “Non ce la faccio”, disse. A far che cosa?, le chiesi. “A salire sul Monte Blog, mi sono arrampicata fino a escoriami le mani, ma niente da fare, sono arrivata vicina alla vetta, ma lì è comparso un signore con barba e capelli bianchi scompigliati che mi ha intimato di non fare altri passi, altrimenti mi avrebbe dato un calcio e ributtato a valle. Lei non può entrare nella nostra casa, mi ha detto quel signore maleducato, lei è troppo vecchia, mi ha detto, e non fa parte del nostro popolo. Io gli ho risposto che ognuno ha i suoi pensieri, le sue idee, le sue convinzioni, se non si è d’accordo basta confrontarsi e lui: ci sono io a pensare per voi valligiani, e noi soltanto, io e quelli che sono d’accordo con me, possiamo salire sul Monte Blog, da dove osserviamo, benediciamo, polemizziamo, giudichiamo e lei, cara signora non è in grado di capire, di parlare con noi che il dio della politica ha scelto come suoi rappresentanti in terra.
Così ha detto quel signore biancobarbuto, che poi ha urlato vada, vada dai suoi simili ignoranti. Ho cercato di ribattere “e la democrazia?”, gli ho chiesto e poi: se uno non ha i mezzi per salire al Blog, che deve fare? Quello che vuole, basta che stia lontano dai giovani che mi stanno attorno, quelli sono la democrazia, voi vecchi ignoranti, siete finiti, la democrazia, signora mia, è per pochi eletti… Proprio così mi ha detto quell’omaccio corpulento, non lo voglio più vedere, che debbo fare? Signora Filomena, le ho risposto, dia retta a me, non venga più nei miei sogni.

‘The hardest’, storia di amicizia e di una sfida estrema fra i ghiacci della Lapponia

Porta la firma del regista ferrarese Paolo Cirelli, il documentario che andrà in onda questa sera alle 21 su Deejay Tv. Si chiama The Hardest, e racconta la storia degli unici due partecipanti, due italiani, alla Lapland Extreme Challenge, la più difficile gara a piedi attraverso la Lapponia, disputata lo scorso gennaio.
Prodotto dalla società ferrarese Pubbliteam, specializzata in format sportivi, il documentario sarà proposto all’interno del programma Fino alla fine del mondo, dedicato all’endurance e fortemente voluto dal direttore artistico Linus, grande maratoneta.
Cirelli, che si è formato alla London Film School di Londra, lavora da anni per Sky, Rai ed Mtv.
E’ autore dei cortometraggi La gran funa [vedi] e Gaynster, La gran funa 2 [vedi], oltre che dei videoclip musicali Bellezza dei Marlene Kunz, [vedi], e il più recente My girlfriend dei ferraresi Thee Mutandas [vedi].
Ha curato la regia della diretta web per lo Stupido Hotel Tour di Vasco Rossi e di vari documentari tra cui uno monografico per lo stilista Romeo Gigli ed un altro sempre per Deejay Tv dal titolo Running to the sky, su una gara di corsa in montagna [vedi].
“Non ho voluto raccontare solo una sfida estrema a meno quaranta gradi – dice Cirelli – ma anche un’incredibile storia di amicizia, quella di due romagnoli, Fabio Pasini 48 anni, titolare di una palestra, e Pietro Donati, 33 anni, ingegnere, che si sono allenati fianco a fianco per cimentarsi in quest’impresa ai limiti della sopravvivenza, in uno dei luoghi più freddi del mondo.
Entrambi di Cattolica, cresciuti in una terra calda, vicino al mare, sono stati gli unici due pazzi che hanno avuto il coraggio di iscriversi a questa gara di 900 chilometri a piedi tra i ghiacci, senza percorso e senza punti di ristoro.
The Hardest era nato come un semplice documentario sportivo, una sorta di diario per immagini, ma un brutto incidente che è capitato a Fabio, ha stravolto i loro piani ed anche i miei.
Non c’era più solo la gara di mezzo, ma anche la vita, e l’incredibile solidarietà tra due persone che va al di là di tutto. Io li ho seguiti a distanza ogni giorno, grazie ad un operatore specializzato che era con loro, Laurent Colombo, ex atleta di triathlon, perché per girare in quelle condizioni bisogna essere, oltre che folli, anche preparati.
Ho riscritto la sceneggiatura in tempo reale, adattandola agli imprevisti che si sono susseguiti, e il risultato finale è molto di più di quel che avevo immaginato”.

The Hardest sarà in onda alle 21 di venerdì 28 su Deejay Tv, canale 9 del digitale terrestre e canale 145 di Sky. [vedi]

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Il regista ferrarese Paolo Cirelli auotore del documentario The Hardest
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Scene dal documentario The Hardest del regista ferrarese Paolo Cirelli
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Scene dal documentario The Hardest del regista ferrarese Paolo Cirelli
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Scene dal documentario The Hardest del regista ferrarese Paolo Cirelli
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Scene dal documentario The Hardest del regista ferrarese Paolo Cirelli
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Scene dal documentario The Hardest del regista ferrarese Paolo Cirelli
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GERMOGLI
l’aforisma
di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

“Cercando l’impossibile, l’uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo” (Michail Bakunin)

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IMMAGINARIO
la foto
di oggi

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città e i suoi abitanti.

Le cascate di Sabbioncello (foto Roberto Fontanelli) – clicca sull’immagine per ingrandirla

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Le cascate di Sabbioncello
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Sintesi della seduta del Consiglio provinciale sul Piano d’azione sugli assi stradali

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

L’assessore provinciale al Bilancio, Davide Nardini, espone la prima delibera iscritta all’odg del Consiglio provinciale, relativa Piano d’azione sugli assi stradali con oltre sei milioni di flusso veicolare all’anno.
Uno studio eseguito dall’Università di Bologna focalizzato su tre strade provinciali: Sp 2 Copparo, Sp San Matteo della Decima e la Sp 69 Virgiliana.
Tutte arterie di competenza provinciale con un traffico misurato fino a oltre 16mila veicoli al giorno.
Il tema è come intervenire con soluzioni tecniche per diminuire soprattutto l’impatto acustico sui centri abitati interessati.
La ricerca dell’ateneo ha definito delle mappe sonore e suggerito soluzioni a base di nuovi manti stradali fonoassorbenti, oltre a controlli e misure per ridurre la velocità veicolare.
“Il problema – ha detto Nardini – sono le risorse limitate sulla base delle quali poter eseguire gli interventi necessari, tenendo comunque conto che la Provincia farà proprio l’impegno di intervenire con i fondi a disposizione per dare risposte più concrete possibile”.
Gli interventi dei consiglieri Luciano Tancini (FI)Sergio Guglielmini (Pd) e Antonio Fortini (LeF), hanno chiesto di portare a conoscenza i Comuni degli esiti dello studio, anche in prospettiva della prossima trasformazione delle Province in enti di secondo livello, come stabilito dalla riforma Delrio. Un patrimonio di conoscenza – è stato detto – utile in sede di discussione e approvazione degli strumenti di pianificazione urbanistica.
La delibera è stata approvata all’unanimità con 23 voti favorevoli.

Lo stesso Nardini ha presentato successivamente all’assemblea la delibera sul rimborso assicurativo per i danni provocati dal sisma 2012 al patrimonio dell’ente.
Sono in tutto 7,5 i milioni di indennizzo riconosciuto, quantificato dalla Fonsai.
Delibera approvata con 23 sì e l’astensione del capogruppo FI, Luciano Tancini.

Della delibera di integrazione del fondo triennale regionale per le persone con disabilità si è occupata l’assessore ai Servizi sociali, Caterina Ferri.
Fondo regionale inizialmente di 3.405.000 euro, incrementato nel 2012 di 1,1 milioni e di altri 1.020.000 nel 2013.
“Anche se la recessione economica – ha detto Caterina Ferri – ha portato all’allentamento degli obblighi delle imprese per l’inclusione lavorativa dei disabili, sono stati finanziati bandi, tirocini, misure di abbattimento delle barriere architettoniche, azioni in collaborazione con le Asp e percorsi di formazione professionale con utilizzo delle risorse del Fondo sociale europeo, per mantenere alto l’impegno di inserimento lavorativo delle persone più deboli e svantaggiate nel mercato del lavoro”.
Un’ulteriore misura praticata è stato il finanziamento fino a 30mila euro per incentivare l’autoimpresa dei disabili.
Nello specifico, due sono modifiche introdotte nel piano triennale.
L’eliminazione del tetto del 20 per cento per risorse destinate alla formazione professionale per coprire, in questo modo, un buco di risorse momentaneo dovuto alla trattativa tuttora in corso con la Commissione europea per i finanziamenti relativi al periodo 2014-2020.
La seconda: l’azzeramento del vincolo di iscrizione al Forum provinciale per la disabilità per la richiesta contributi.
Soluzione che trova spiegazione nella prossima trasformazione delle Province con conseguente modifica della natura ora provinciale del Forum.
Proposte che hanno incontrato il parere favorevole di 24 consiglieri su 24 votanti.

Un odg (vedi il testo in allegato) firmato dai consiglieri Fabio Bergamini, Ornella Iotti (lega Nord), e Cristiano Di Martino (FI), ha chiesto all’assemblea una presa di posizione contro la chiusura della sezione della Polizia postale di Chiesuol del Fosso.
In prospettiva dell’incontro in agenda il prossimo 10 marzo fra i comandanti delle forze dell’ordine sulla razionalizzazione della rete territoriale dei presidi di polizia, è stato in sostanza il messaggio, politica ed istituzioni facciano sentire la propria voce, specie di fronte ai numeri in crescita dei fenomeni di bullismo e pedofilia nella rete, a difesa soprattutto dei minori.
Un appello alla fine condiviso dall’intero Consiglio provinciale e approvato con 24 sì su 24 votanti.

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Cup 2000. Lusenti: “Prevista la clausola sociale, a garanzia del posto di lavoro”

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Politiche per la salute, Cup 2000. Lusenti: “Prevista la clausola sociale, a garanzia del posto di lavoro”

Bologna – “Abbiamo già confermato che verranno mantenute tutte le garanzie occupazionali per i dipendenti di CUP2000, come già deliberato dai soci dell’azienda fin dall’ottobre scorso e come più volte ribadito anche alle organizzazioni sindacali”.
Così l’Assessore regionali alle politiche per la salute, Carlo Lusenti, interviene su CUP2000.
“Nel Piano strategico operativo presentato ai sindacati – spiega Lusenti -, è stata prevista anche una clausola sociale per i dipendenti della società, a garanzia del mantenimento del posto di lavoro.
“Sui temi del Piano operativo – conclude l’Assessore – il confronto con i sindacati, che incontreremo entro metà marzo, è aperto e registra già ampie condivisioni da parte di alcune organizzazioni”.

Il Jazz Club inaugura il primo appuntamento di “Crossroads” con il Roberto Gatto Quartet

da: ufficio stampa Jazz Club Ferrara

Sabato 1° marzo (ore 21.30) al via il primo appuntamento della stagione che rinnova la granitica collaborazione tra il Jazz Club Ferrara e Crossroads – Jazz e altro in Emilia–Romagna. L’atteso “varo” è affidato al ritmo propulsivo e alla creatività del Roberto Gatto Quartet, nuova formazione del poliedrico batterista romano completata da Avishai Cohen alla tromba, Francesco Bearzatti ai sassofoni e Doug Weiss al contrabbasso.
Impostosi sulla scena jazzistica nazionale a metà degli anni ’70 quale co-fondatore del Trio di Roma insieme a Danilo Rea ed Enzo Pietropaoli, Gatto – classe 1958, con un percorso che non conosce battute d’arresto da circa quarant’anni – non ha mai esaurito la sete di ricerca e sperimentazione. Caratteristica quest’ultima che, unita a straordinaria perizia, ha condotto il batterista a scrivere parte della storia del jazz italiano.
Tolte le vesti di prestigioso sideman a fianco di protagonisti nazionali (Enrico Rava, Enrico Pieranunzi) ed internazionali (Johnny Griffin, John Abercrombie, Chet Baker, Steve Lacy, Pat Metheny, Bob Berg, Curtis Fuller, George Coleman, Joe Zawinul ecc.), Gatto ha intrapreso con maggior vigore l’attività di leader dando vita a proprie formazioni foriere di progetti originali, mai scontati. Da citare in tal senso l’apprezzato Perfect Trio completato da Alfonso Santimone e Pierpaolo Ranieri (esibitosi al Torrione lo scorso marzo) ed il recente New York Quartet, indice di sempre più frequenti soggiorni nella Grande Mela, che vede il batterista dialogare con gli ottoni della giovanissima sassofonista cilena Melissa Aldana, accanto a Nils Felder e Joe Lepore.
Al Torrione Gatto si presenta con una nuova, scoppiettante formazione pianoless cche vede in front-line due virtuosi del proprio strumento come Avishai Cohen alla tromba (Rising Star 2012 secondo il Downbeat Critics Pool) e Francesco Bearzatti ai sassofoni (nominato miglior musicista europeo 2011 dall’Académie du Jazz), coadiuvati dal timing inossidabile del contrabbassista statunitense Doug Weiss già con Al Foster, Lee Konitz, Joshua Redman e molti altri.
Il secondo, atteso appuntamento in collaborazione con la prestigiosa kermesse itinerante è in programma per il 22 marzo prossimo con il quartetto del trombettista californiano Ralph Alessi che presenterà Baida, primo progetto griffato ECM.

Sabato 01 marzo – Jazz Club Ferrara, Torrione San Giovanni – Ore 21.30
In collaborazione con Crossroads – Jazz e altro in Emilia-Romagna
Roberto Gatto Quartet
Avishai Cohen, tromba;
Francesco Bearzatti, sassofoni;
Doug Weiss, contrabbasso;
Roberto Gatto, batteria

DOVE
Tutti i concerti si svolgono presso il Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Se si riscontrano difficoltà con dispositivi GPS impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

INFORMAZIONI
Infoline: 339 7886261 (dalle 15:30)
Prenotazione cena: 333 5077059 (dalle 15:30)
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com

Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso è riservato ai soci.

COSTI E ORARI
Intero: 20 euro
Ridotto: 15 euro (fino ai 30 anni di età, se si accede al solo secondo set, o prenotando la cena)

NB Non si accettano pagamenti POS

Apertura biglietteria: 19.30
Cena a partire dalle ore 20.00
Primo set: 21.30
Secondo set: 23.00

Coldiretti a “Pollice Verde” per presentare la Filiera Agricola e le aziende di Campagna Amica

da: ufficio stampa Coldiretti

16 gennaio 2014 Nasce a Ferrara Pollice Verde Bio – Orto, cucina, benessere, la nuova area tematica dedicata alla promozione e alla vendita diretta di prodotti “naturali” per la coltivazione biologica, la sana alimentazione ed il benessere personale. Un percorso dalla “terra alla tavola” per un pubblico sempre più attento al rispetto per la biodiversità ed il consumo consapevole.

Pollice Verde Bio, mostra-mercato del biologico, si terrà all’interno di Pollice Verde – Salone del Giardinaggio, orticoltura e arredo esterni, giunto alla sua ottava edizione, frequentato da oltre 26.000 visitatori dell’area emiliano-veneta.

Nei 2 giorni di fiera si potranno vedere ed acquistare: piante, fiori, bulbi e sementi per giardino, orto e frutteto famigliare; prodotti e attrezzature per il giardinaggio e l’orticoltura hobbistica; arredi e complementi per abbellire interni e spazi esterni della casa; oggettistica e curiosità.

Si potranno trovare in versione BIO tanti prodotti per il giardinaggio e l’orticoltura, sistemi di autoproduzione come il nuovo pollaio da giardino, prodotti bio; estratti e derivati dalle piante; tessile biologico, prodotti eco-friendly come la nuova lettiera per gatti biodegradabile, e tante novità per il benessere della casa, delle persone e degli animali che la vivono.

Nell’area Benessere, ci si potrà far “coccolare” da qualificati operatori olistici che daranno un saggio dei più efficaci trattamenti naturali per il riequilibrio energetico ed il benessere psicofisisco.

Sono previsti degustazioni di prodotti bio e veg, corsi di cucina naturale, convegni e incontri a tema.

Gli oltre 40 espositori presenti saranno pronti a fornire consulenze gratuite sulla cura e manutenzione delle piante, del giardino, dell’orto e proporranno dimostrazione di prodotti e tanti consigli utili.

Pollice Verde e Pollice Verde Bio si svolgono in contemporanea a Liberamente – Salone del tempo libero, del divertimento e della vita all’aria aperta; a Fantasy&Hobby – Salone della fantasia e della creatività e a Sagre in Fiera: un viaggio alla scoperta del cibo locale con assaggi gratuiti dei migliori piatti della tradizione popolare del territorio.

Con un unico biglietto si possono visitare tutti i saloni.

Il costo del biglietto di ingresso è di 8 € l’intero, 6 € il biglietto ridotto cartaceo o scaricato dal sito. Sabato dalle 10 alle 13 ingresso per le donne è di 2€. i parcheggi sono gratuiti.

L’orario della manifestazione è dalle 10 alle 20.

Dettagli, convegni e programma della fiera sono consultabili sul sito www.polliceverdefiera.it

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Piano Regionale dei Rifiuti, il sottosegretario Bertelli: “Il nostro obiettivo è l’autosufficienza”

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Ambiente – Raccolta differenziata al 70%, riduzione del 25% della produzione pro-capite dei rifiuti urbani, riciclaggio al 65%, diminuzione del numero di impianti attivi a partire dalle discariche e dagli stessi inceneritori. Sono alcuni degli obiettivi del Piano Regionale di gestione dei Rifiuti, adottato dalla Giunta dell’Emilia-Romagna e illustrato questa mattina dal sottosegretario Bertelli ai consiglieri della Commissione regionale Ambiente: “Nessuna forzatura, il confronto continua. Il nostro obiettivo è l’autosufficienza”

Bologna – Riduzione tra il 20 e il 25% della produzione pro-capite dei rifiuti urbani, raccolta differenziata ad almeno il 70% entro 6 anni, riciclaggio di carta, metalli, plastica, legno, vetro e organico per almeno il 65%, autosufficienza per lo smaltimento nell’ambito regionale con l’ottimizzazione degli impianti esistenti, recupero energetico delle frazioni di rifiuto per le quali non è possibile alcun recupero, minimizzazione dello smaltimento a partire dal conferimento in discarica.

Sono i principali obiettivi del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (Prgr) che, ponendosi come orizzonte temporale il 2020, è stato adottato dalla Giunta della Regione Emilia-Romagna e illustrato questa mattina, nel corso di una comunicazione, dal sottosegretario Alfredo Bertelli ai componenti della Commissione Ambiente dell’Assemblea legislativa.

“Nessuna forzatura nell’iter di approvazione – ha ribadito Bertelli -, bensì un percorso compiuto nell’ambito delle modalità definite dalla Legge Regionale 20 del 2000”. Un percorso riassunto da Bertelli nei vari passaggi che hanno già interessato Giunta e Consiglio, quindi nell’anticipazione della pubblicazione, che avverrà tra qualche giorno, cui farà seguito un ulteriore periodo di 60 giorni per le osservazioni da parte di enti e soggetti interessati. Infine, il Piano approderà in Assemblea legislativa, dove verrà discusso, eventualmente emendato e quindi approvato in via definitiva.

“Un’approvazione – ha sottolineato il rappresentante della Giunta – che vogliamo sia il più possibile rapida, per la possibilità di accedere a finanziamenti nazionali su questa materia, ma soprattutto per porre questo territorio in una condizione di autosufficienza, dovendoci confrontare obbligatoriamente con un Paese dalle molte emergenze”. Su questo punto Bertelli è stato netto, ribadendo la contrarietà nei confronti del “collegato ambiente, già espressa al precedente ministro dell’Ambiente e reiterata con una lettera all’attuale titolare del dicastero,

“Il Piano per la gestione dei rifiuti della Regione Emilia-Romagna – ha detto ancora il sottosegretario – punta ad attuare le proprie strategie nel pieno rispetto degli obiettivi previsti dalle norme europee e nazionali, delineando un modello di gestione che si fonda su prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero di energia ed infine smaltimento dei rifiuti”.

Inoltre il Piano regionale non è uno strumento rigido ma dinamico, pensato per essere reattivo rispetto a eventuali necessità che si dovessero manifestare nel corso degli anni. A tale proposito, gli strumenti di monitoraggio previsti (“Con uno step importante nel 2017”, ha anticipato Bertelli), verificheranno annualmente gli effetti delle azioni del Piano in modo da prevedere eventuali interventi correttivi finalizzati a garantire il raggiungimento degli obiettivi.

Rifiuti urbani
Tre i filoni di intervento: prevenzione, recupero di materia, recupero energetico e smaltimento.
Prevenzione: gli obiettivi sono una riduzione della produzione di rifiuti urbani pro capite compresa tra il 15 ed il 20%, nonché la diminuzione della pericolosità dei rifiuti speciali.
Recupero di materia: si punta al raggiungimento di almeno il 70% di raccolta differenziata entro il 2020. Sempre nello stesso periodo si tenderà a un incremento della qualità della raccolta differenziata che porti al riciclaggio di carta, metalli, plastica, legno, vetro e organico per almeno il 65% in termini di peso rispetto al quantitativo totale delle stesse frazioni presenti nel rifiuto urbano. Inoltre si punterà a un incremento del recupero della frazione organica per la produzione di compost di qualità.
Recupero energetico e smaltimento: prevede l’autosufficienza per lo smaltimento dei rifiuti urbani e speciali prodotti nell’ambito regionale, mediante l’utilizzo ottimale degli impianti esistenti. Poi il recupero energetico delle frazioni di rifiuto per le quali non sia possibile alcun recupero di materia; la minimizzazione dello smaltimento a partire dal conferimento in discarica; l’equa distribuzione territoriale dei carichi ambientali derivanti dalla gestione dei rifiuti.

Il Piano prevede che, a fronte di una popolazione in crescita tendenziale del 5,4%, la produzione pro capite (kg/ab) abbia un decremento stimato compreso tra il 20 e il 25% e la raccolta differenziata salga dal 53 al 70%. Tali previsioni necessitano di un modello integrato dell’intero ciclo di gestione, non affidato solo ai risultati attesi dalla messa in atto di politiche di recupero e smaltimento ma anche all’obiettivo di ridurre i rifiuti alla fonte.

Organizzazione dei servizi di raccolta
Il Piano individua il raggiungimento, all’interno di un ambito territoriale ottimale (montagna 131 comuni, pianura 195 comuni, capoluoghi e costa 22 comuni), di livelli di raccolta differenziata pari almeno al 70% del rifiuto prodotto. Un’efficace pianificazione della raccolta differenziata deve puntare all’ottimizzazione del sistema integrato tenendo conto delle caratteristiche delle diverse frazioni merceologiche, del contesto demografico, urbanistico e produttivo nonché della situazione impiantistica.

Per perseguire l’obiettivo regionale del 70% di differenziata al 2020, i comuni appartenenti alle diverse aree omogenee dovranno raggiungere i seguenti livelli di raccolta differenziata: 67% (+17% rispetto ad oggi) per capoluogo-costa, montagna 60% (+15%), pianura 75% (+18%).

Il recupero di materia
La Regione individua nel riciclaggio la forma di gestione dei rifiuti prioritaria rispetto alle altre forme di recupero e attraverso il Piano punta: a massimizzare la valorizzazione, anche economica, del rifiuto; a favorire il riciclaggio di materia rispetto al recupero energetico in luoghi prossimi a quelli di produzione; a promuovere la realizzazione di impianti di recupero nelle aree in cui l’analisi dei flussi e dell’impiantistica esistente riveli delle carenze ovvero delle opportunità di sviluppo; a favorire gli acquisti verdi e l’utilizzo di prodotti di recupero.
Gli obiettivi di Piano specifici per il recupero di materia prevedono il riciclaggio ( di carta, metalli, plastica, legno, vetro e organico) per almeno il 65% in termini di peso rispetto al quantitativo totale delle stesse frazioni presenti nel rifiuto urbano, nonché l’incremento del recupero della frazione organica per la produzione di compost di qualità. La valorizzazione dei rifiuti ai fini del recupero di materia garantirà la massimizzazione dei quantitativi effettivamente recuperati, da attuare attraverso il miglioramento della raccolta e dei processi di recupero per ridurre la produzione di scarti da avviare a smaltimento. Sarà assicurato anche il massimo contributo Conai o adeguati ricavi dalla vendita dei rifiuti a vantaggio dei Comuni che sostengono i costi della raccolta differenziata, la valorizzazione di specifiche tipologie di rifiuti quali la frazione organica, i rifiuti da spazzamento stradale, le scorie da incenerimento, i Raee (rifiuti apparecchiature elettriche ed elettroniche) e i pannolini. Lo sviluppo, sul territorio regionale, di sistemi virtuosi che, per le diverse filiere, dovranno favorire l’insediamento dell’industria del riciclo in località prossime a quelle delle aziende che ne utilizzano i prodotti, consentendo in tal modo di coniugare sviluppo economico e riduzione degli impatti ambientali legati al trasporto.

Recupero di energia e smaltimento
Le previsioni di riduzione della produzione dei rifiuti e di aumento della raccolta differenziata determinano una progressiva diminuzione della quantità di rifiuto indifferenziato residuo complessivamente gestito negli impianti di trattamento meccanico–biologico, di termovalorizzazione e nelle discariche. Non sarà quindi necessario realizzare nuovi impianti di smaltimento bensì prevedere il miglioramento dei livelli prestazionali di alcuni degli impianti già esistenti, con eventuali adeguamenti dovuti alle modifiche normative introdotte, e la progressiva dismissione di altri.

Previste quindi la progressiva chiusura delle discariche e la progressiva riduzione del conferimento dei Rub (rifiuti urbani biodegradabili) in discarica. Residuale diventerà l’utilizzo degli inceneritori e termovalorizzatori per lo smaltimento finale dei rifiuti urbani indifferenziati e non ulteriormente recuperabili prodotti nel territorio regionale, nel rispetto del principio di prossimità.

Inoltre si prevede anche: il recupero energetico (biogas) dal trattamento dei rifiuti organici; l’ottimizzazione dinamica dei flussi dei rifiuti contestuale all’evoluzione nel tempo del sistema degli impianti, riducendo al minimo la distanza tra produzione e trattamento dei rifiuti; la valorizzazione energetica delle frazioni non riciclabili ad alto potere calorifico; un’equa distribuzione dei carichi ambientali sull’ambito territoriale ottimale coincidente con l’intero territorio regionale; l’autosufficienza nella gestione dei rifiuti urbani e speciali prodotti sul solo territorio regionale.

Impianti di termovalorizzazione
Nella “gerarchia dei rifiuti” la termovalorizzazione fa parte delle ulteriori forme di recupero, diverse dal riciclo, che permettono la valorizzazione del rifiuto dal punto di vista energetico, qualora questo non possa essere riciclato, al fine di minimizzare i conferimenti in discarica. Il Piano prevede pertanto l’avvio a termovalorizzazione di quella frazione di rifiuti non riciclabile e dal contenuto energetico significativo. Ancora, il Piano prevede che, entro un tempo definito, degli attuali 8 inceneritori attivi in regione 2, Ravenna alla fine del 2018 e Piacenza alla fine del 2020, cessino la loro attività. Non si prevede nessuna autorizzazione per nuovi impianti. Per quanto riguarda la capacità autorizzata degli impianti in funzione, non solo non sono previsti degli aumenti ma per alcuni di questi, nello specifico Modena e Coriano e Forlì, una riduzione concordata con i territori.

Saranno inoltre possibili solo eventuali modifiche delle autorizzazioni esistenti, al fine di poter garantire, nell’ambito della potenzia autorizzata, l’autosufficienza alla gestione dei rifiuti speciali prodotti sul territorio regionale.

Discariche
Lo smaltimento del rifiuto in discarica costituisce l’ultima opzione di gestione. Pertanto, una gestione dei rifiuti efficace ed efficiente è quella che garantisce la minimizzazione del conferimento dei rifiuti in discarica. Nondimeno, una quantità marginale di rifiuti (per esempio la parte non recuperabile dei rifiuti da spazzamento, i fanghi da depurazione non recuperabili in ambito agricolo, gli scarti prodotti dagli impianti di selezione e riciclo di materia, gli scarti prodotti da impianti per il recupero di energia) dovrà essere comunque conferita in discarica. Occorre inoltre garantire una capacità residua superiore a quella strettamente necessaria in modo tale da poter garantire la gestione del fermo impianto dei termovalorizzatori.

I rifiuti speciali
Gli obiettivi che il Piano si pone in merito ai rifiuti speciali ne prevedono la riduzione della produzione e della pericolosità, la valorizzazione del recupero di materia prioritariamente rispetto al recupero di energia, l’utilizzo della capacità impiantistica esistente in riferimento al fabbisogno regionale nonché la riduzione dello smaltimento in linea con la gerarchia dei rifiuti e l’applicazione del principio di prossimità.

Trasferte degli amministratori regionali, Bertelli: “Le trasferte servono per svolgere al meglio il nostro lavoro. Per i nostri costi siamo Regione benchmark”

da: Agenzia informazione e ufficio stampa della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna

Bologna – “Capisco che oramai si voglia far passare l’idea dell’inutilità del lavoro degli amministratori pubblici, ma non condivido questa tesi e i fatti, che poi sono quelli che valgono, dimostrano che in questa Regione di sprechi non ce ne sono, e i risultati che riusciamo a raggiungere sono importanti”.
Così Alfredo Bertelli, Sottosegretario alla Presidenza della Regione Emilia-Romagna, commenta le dichiarazioni del consigliere regionale Giovanni Favia a proposito delle spese per trasferte dei componenti della Giunta regionale.
“C’è una cosa- spiega Bertelli – che dovrebbe essere chiara: per portare a casa risultati occorre essere presenti laddove si prendono le decisioni, sia in riferimento alle attività straordinarie, come ad esempio affrontare emergenze come il terremoto o l’alluvione, sia in riferimento alle attività istituzionali quotidiane”.
“Per raggiungere questi obiettivi – prosegue il Sottosegretario – è importante che gli amministratori possano svolgere il proprio lavoro, nella massima trasparenza, spostandosi laddove è richiesto dai compiti che debbono svolgere. Rendendo conto delle spese, come è ovvio che sia e come da sempre facciamo”.
“A questo proposito ricordo che i rimborsi per le trasferte sono denari che non sono assolutamente nelle disponibilità personali degli assessori, e basta guardare le dichiarazioni dei redditi, pubbliche, di ciascuno di noi per verificarlo”.
“Quanto poi alle retribuzioni – dice Bertelli – vorrei sottolineare che gli importi sono determinati da provvedimenti nazionali. Con una piccola variante: noi li applichiamo nella misura minima, e non da oggi, ma dal 2010. Tant’è che l’Emilia-Romagna è stata indicata Regione benchmark, cioè riferimento nazionale virtuoso per tutte le Regioni.
“Stiamo quindi facendo un lavoro rigoroso, nella massima trasparenza, rendendo pubblici tutti i nostri costi – conclude il Sottosegretario – e questa è la cifra della serietà del nostro lavoro, che siamo determinati a portare avanti nell’interesse della nostra comunità”.

sindaco-tagliani

Il sindaco replica al professor Fioravanti: la scuola è al centro delle nostre politiche, vorrei un incontro pubblico con chi sostiene il contrario

da: Tiziano Tagliani, sindaco di Ferrara

Gentile Prof. Fioravanti oltre la metà delle cose da Lei suggerite sono già patrimonio di una azione concreta e programmata da anni, mi riferisco alla centralità dell’investimento educativo, alla scelta di fare cerniera fra cultura e scuola testimoniata dalla rinnovata collaborazione fra questi due mondi (casa delle Arti e Ferrara Arte) separate fino a ieri, alla riconosciuta autonomia della Istituzione Scuola voluta fortemente da tutti gli operatori del sistema infanzia e dallo scrivente tutelata.

Progetti come quello della educazione all’arte attraverso pubblicazioni e laboratori testimoniano concretamente e non con immaginifiche ricostruzione come in questi anni penosi e vuoti, ci sia chi ha continuato ad investire e non solo sulle strutture edili, ma anche sul sistema città educante. La scuola è oggetto di politiche sulla sicurezza urbana, di urbanistica partecipata, di educazione ambientale, di sperimentazione teatrale, di educazione civica ed alla Costituzione… Sembra leggendo il Suo intervento che a Ferrara si spazzino solo le aule!

Forse sfugge a qualcuno che il Presidente della Istituzione Scuola a Ferrara è il Sindaco che partecipa personalmente alle riunioni con i comitati dei genitori, con le insegnanti, che stamattina ha dato il via (in assenza di assessori e sindaci d’altri comuni) alla commissione tecnica distrettuale, che pubblica perfino veda un po’, dal basso della propria incompetenza, su riviste specializzate articoli sulla esperienza ferrarese ricercata anche ai convegni regionali (ad es. CGIL scuola).

Questa presidenza “miope” è quella che ha consentito dopo la chiusura del cda per le dimissioni dei partecipanti, di ovviare al blocco delle assunzioni nella scuola, di avviare confronti di merito con il sindacato e con le famiglie, di ampliare il servizio educativo aprendo nuovi posti nido e di occuparsi dei guai, non pochi, che l’autonomia scolastica e la concorrenza fra le direzioni tese all’accaparramento degli studenti ha creato alla corretta gestione delle strutture, scatenando reazioni che solo con le nuove scuole inaugurate si è potuta affrontare, scuole nuove ovviamente frutto di improvvisazione in tempi di risorse certe ed abbondanti.

Mi meraviglio non poco che si snobbino i “servizi”, quasi che il quotidiano coprire gli spazi statali sul sostegno e sul pre scuola sia cosa “altra” dal “collocare al centro dell’interesse della comunità lo sviluppo delle scuole”.

Belle parole, vorrei davvero un incontro pubblico per discutere con Lei e gli autorevoli amici, commentatori del suo pur pregevole pezzo, cosa voglia dire fare scuola in un comune italiano e non in una scuola di Newcastel.

A nome di chi fatica invoco rispetto, non ragione!

Il Presidente della Istituzione Scuola Comune di Ferrara

Caro sindaco, la ringraziamo innanzitutto per l’attenzione che ci riserva e per avere offerto ai lettori un’articolata argomentazione del suo punto di vista. Il professor Giovanni Fioravanti, da noi interpellato, raccoglie con piacere il suo invito a sviluppare un dialogo in sede pubblica sui temi proposti. E Ferraraitalia si rende disponibile a organizzare l’incontro, avendo cura di coinvolgere anche gli “autorevoli amici commentatori” a cui lei, pure, fa riferimento.
(sg)

Leggi l’intervento di Giovanni Fioravanti