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Giorno: 9 Marzo 2014

Borgo San Giacomo trionfa al Torneo dell’Aquila Bianca

da: ufficio stampa Ente Palio città di Ferrara

Comincia in bellezza la stagione agonistica delle Bandiere a Ferrara: ieri, sabato 8 marzo, presso il Padiglione 6 di Ferrara Fiere si è tenuto il Torneo dell’Aquila Bianca Memorial “Luca Gallerani” 2014 che ha visto trionfare Borgo San Giacomo – Ente Palio di Ferrara.

La competizione si inserisce nel calendario dei tornei proposti su tutto il territorio nazionale e ha visto sfidarsi 14 compagini provenienti da ogni angolo d’Italia nelle specialità della Piccola Squadra e Coppia Tradizionale.
Sul gradino più alto del podio per la Piccola Squadra San Giacomo – Ente Palio con 28,01 punti, seguiti da Ente Palio Niballo di Faenza – Rione Rosso, con 27,41 e città di Oria con 25,80 punti. Borgo San Giovanni si è piazzato settimo.
Nella Coppia Tradizionale trionfa il duo Baraldi-Malagoli con 27,97 punti, seguiti dall’Ente Palio Niballo di Faenza – Rione Nero con Ceroni ed Emiliani (26,66 punti), al terzo posto Ente Palio Niballo di Faenza – Rione Rosso con Bucci-Dall’Osso (26,59 punti). Al settimo posto Borgo San Giovanni con Chiodi-Ramari e ottavo il Rione di Santa Maria in Vado con Tortorici-Vezzelli.
Dopo il XI Torneo Indoor di Volterra, tenutosi il 1 marzo scorso, il Memorial Gallerani è il secondo appuntamento in gara della stagione per gli sbandieratori di Ferrara, che confermano il loro altissimo potenziale agonistico.

Presentazione dell’edizione 2014 del Palio

da: ufficio stampa Ente Palio città di Ferrara

Ferrara, 8 marzo 2014
Si è tenuta stamattina presso la Sala del Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara la Conferenza Stampa di presentazione dell’edizione 2014 del Palio di Ferrara.
Alla presenza delle autorità ed Istituzioni, nonché dei presidenti delle otto Contrade del Palio e della Corte Ducale hanno presentato i propri interventi Roberta Ziosi, presidente della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Alessandro Fortini, presidente dell’Ente Palio città di Ferrara, Marcella Zappaterra, presidente della Provincia di Ferrara e Tiziano Tagliani, sindaco di Ferrara.
A fare gli onori di casa Roberta Ziosi, che dopo i saluti di rito ha espresso il suo apprezzamento per il Palio e le manifestazioni legate alle attività dell’Ente e delle Contrade che “fanno della città di Ferrara un grande palcoscenico, permettendo a tutto il tessuto urbano di partecipare, vivendo la città stessa come un laboratorio di teatro.”
A seguire, il presidente dell’Ente Palio Alessandro Fortini ha spiegato quali saranno le novità del programma del Palio di Ferrara per l’edizione 2014. “Il mondo del Palio, presentando il proprio programma di maggio, vuole coniugare la sua tradizione- restano infatti i 4 week end dedicati (fatto salvo quello del 25/26 maggio)- con alcuni elementi innovativi, che vedono il coinvolgimento delle eccellenze della città di Ferrara: dalle nascenti collaborazioni con il Coro Santo Spirito e l’Orchestra a plettro Gino Neri per arrivare alla mostra fotografica sul Palio fino alla sinergia con il festival di Altroconsumo. Tutto questo – e molto altro – è stato inserito nel programma del Palio di Ferrara 2014 perché le manifestazioni proposte diventino sempre più volano dell’offerta turistica della città.”
Le novità del programma sono diverse: la prima è che durante la celebrazione della Benedizione dei ceri in Cattedrale, il 3 maggio, accompagnerà la messa il Coro Santo Spirito con la Missa Hercules dux Ferrariae composta da Josquin des Prez e dedicata a Ercole I d’Este, Duca di Ferrara. Terminata la messa, il duca e la corte assisteranno all’iscrizione delle otto compagini alle corse del palio, per le quali un notaio riporterà sul libro pubblico la registrazione, effettuata formalmente dal Massaro accompagnato da due uomini d’armi.
Nel fine settimana del corteo storico, 17-18 maggio, oltre le manifestazioni canoniche, presso giardino delle duchesse, il Mercato antico: profumi, arti e mestieri alla corte delle duchesse. Nella stessa domenica 18 maggio, in Castello estense, Bambini e famiglie alla scoperta delle vivaci corti di età estense : danze e duelli per ogni età.
Altra novità in programma quella della sera del giovedì 29 maggio: “Contese di festa: i protagonisti si presentano alla corte e al popolo”, in piazza Duomo e palazzo di Corte, I notabili dei rioni e dei borghi dal poggiolo del palazzo di Corte presentano i propri campioni alla piazza. (Il programma completo è dettagliato è in altro allegato al media kit).
Inoltre, nel mese di maggio l’Ente Palio proporrà due diverse mostre: la prima, in Palazzo Municipale, vedrà in esposizione i bozzetti dei Palii dipinti dagli allievi dell’ Istituto Dossi Dossi, la seconda invece ospiterà gallerie di due importanti fotografi italiani (Luciano Valentini e Milko Marchetti) ed una dedicata agli scatti dei fotoreporter di Ferrara.

A quello di Fortini hanno fatto eco gli interventi degli altri relatori, nei quali è stata ribadita la volontà di rilanciare il Palio di Ferrara come una manifestazione di ampio respiro, corale, che continui a valorizzare le tradizioni e la storia della città di Ferrara dentro e fuori le mura cittadine.
Nella giornata dell’otto marzo, una particolare attenzione è stata rivolta alla passione e all’impegno che le “donne di Palio” riversano in tutte le attività promosse, attraverso il lavoro costante delle Commissioni e dei Comitati, nonché all’interno delle Contrade e della Corte Ducale, con risultati brillanti e prestigiosi.
A spiegare ed argomentare il programma completo Angela Ghinato, Direttore dell’Ente Palio di Ferrara, che ne ha curato la strutturazione insieme ai diversi organi dell’Ente. La Ghinato ha ricordato che “le cronache dell’epoca estense sono ricche di racconti e scorci della quotidianità della vita dell’epoca, è bello poter riproporre degli spaccati dell’epoca attraverso rievocazioni di natura eterogenea, dal mercatino all’opera teatrale.”
Della comunicazione dell’edizione del Palio 2014 ha parlato l’addetto stampa dell’Ente Palio, Ingrid Veneroso, che ha spiegato che “L’immagine del Palio di Ferrara è sentita come un veicolo per identificare, anticipare e promuovere l’edizione corrente della manifestazione, che non consiste solo delle corse di Piazza Ariostea ma di una serie di eventi eterogenei proposti dalle Contrade e dall’Ente. Perseguendo dunque questo ideale abbiamo riconosciuto come icona del Palio 2014 la chiarina, che è lo strumento musicale per eccellenza che identifica l’universo Palio di Ferrara. Essa rappresenta la chiamata alla gara; la partecipazione della gente e la tradizione (nel Palio di Ferrara non si utilizzano altri strumenti a fiato se non questo, che resta identico a se stesso nel corso dei secoli). Andando a presentare un’edizione del Palio rinnovata e al tempo stessa legata alla tradizione e alle emozioni prepotenti che il Palio evoca, abbiamo ritenuto quanto mai adatto proporre dunque il motivo della chiarina: questo strumento verrà dunque declinato in ogni elemento di comunicazione che adotteremo per questa edizione del Palio, perché la chiamata al Palio Ferrara si senta, forte e chiara.”
Un saluto al numeroso pubblico in sala è stato portato anche dal direttore del Coro di Santo Spirito, Mauro Vignolo, e da quello dell’orchestra Gino Neri, Viglione Vincenzo, che hanno entrambi espresso l’entusiasmo per la sinergia e la collaborazione con l’Ente Palio, che in futuro ne animeranno le loro attività, auspicando che la musica riguadagni l’importanza che aveva nel Rinascimento all’interno della vita cittadina.
Infine, i saluti istituzionali della presidente della Provincia Marcella Zappaterra e del Sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani.
“Il mio è l’ultimo saluto come presidente di Provincia, sono emozionata – ha spiegato la Zappaterra – In questi anni ho scoperto davvero quanto il Palio sia uno scenario importante di crescita di Ferrara: io ho fatto un’esperienza importante, capendo che ciò che voi fate – rivolgendosi a quanti erano presenti – valorizza la città in maniera significativa ed indispensabile, entrando a giusto merito a costituirne una parte del patrimonio. Voi siete una vera istituzione della città e del territorio, siete un simbolo e forse non vi rendete conto di ciò che rappresentate. Posso congedarmi solo dicendo continuate cosi.”
Tiziano Tagliani ha redarguito i presenti, lanciando un messaggio che si spinge ben oltre le finestre del Ridotto del Teatro. “Non dobbiamo smettere di stupirci, non dobbiamo dimenticare di godere dello stupore per la bellezza delle cose. Nel tempo il Palio si è rivelato un interlocutore importante per l’Amministrazione comunale, diventando uno strumento sociale e di prevenzione di disagio sociale, oltre che un o strumento di promozione. E’ un lavoro che voi fare in maniera costante e siete sempre in prima file per contribuire, passo dopo passo, per animare tutti gli spazi della città. Nel tempo è cambiata anche a relazione fra la città e il Palio, che non è più basata su un solo evento: il Palio ha cambiato pelle, diventando a giusta ragione e meritatamente un pezzo della nostra quotidianità.”
In conclusione, il Presidente Fortini ha voluto lanciare il suo personale ringraziamento a quanti, ogni giorno e a vario titolo, si prodigano perché il Palio di Ferrara lavori con la città e e per la città, dai Presidenti delle Contrade al Segretario Comunale Buzzoni alle Commissioni, “il cui lavoro è tanto più prezioso quanto più si concretizza in azioni di promozione sociale ed economia per il territorio.”

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La cattiveria rimedio estremo ai mali

Nella Toscana e a Firenze finalmente ritornata alle gloriose giornate di primavera di un tempo, quella che mi ricordavo lungo il percorso ormai annoso dei miei soggiorni fiorentini, sono accolto da una serie di notizie “cattive” che sembra siano divenute lo sport nazionale invano contrastate dallo stormire profumato dell’immenso albero di mimosa nel giardino di via degli Alfani dove per anni ho svolto le mie lezioni.
E così nel giorno dedicato alle donne a cui questo fiore è consacrato ecco le notizie dei femminicidi, delle distruzioni di famiglie dove madri e padri uccidono i figli con cattiveria e determinazione. Ecco che sui giornali e sui media campeggiare l’immagine del David michelangiolesco, estremo omaggio al corpo adolescente di un profeta nudo armato solo della propria bellezza che qualche infame produttore d’armi deturpa con un’ oscena arma che avvilisce ma non sconfigge la grandezza dell’arte. Nemmeno l’uso spregiudicato dei gessi canoviani a cui si strusciavano belle ragazze in “intimo” raggiunge la grottesca e dolorosa immagine del David armato. Poi il disgustoso scambio di offese crudeli tra i pentastellati e tutto ciò che ha a che fare con un uso normale della democrazia e delle sue leggi. E per concludere gli insulti volgari con cui alcuni personaggi doverosamente nascosti dal loro nickname commentano in un giornale online il malore che ha colpito il neo ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. Una miseria etica prima che politica e culturale che ci avverte quanto siamo vicini al punto di non ritorno nello svolgimento di una corretta forma di democrazia.
La cattiveria diventa perciò lo strumento irrazionale con cui si reagisce a una situazione assai critica (e non a caso su una stazione radiofonica regionale toscana disperatamente si declina una canzone in cui l’Italia appare come “il paese delle mezze verità”) che porta alla protesta affidata a questa forma di giudizio. Se il cattivo è l’antitesi del buono sembrerebbe che per contrastare questa forma di protesta basti affidarsi al suo contrario. Ma dove reperire il “buono” se si fa di tutto per ignorarlo o per umiliarlo? Eppure c’è nonostante il preponderante uso della “cattiveria”. C’è in tantissimi ragazzi che incontro nelle scuole ma che non osano esprimersi troppo apertamente per non essere oggetto dalla forma più odiosa di cattiveria che è il bullismo, c’è nella disperazione con cui tanti giovani stringono i denti e svolgono il loro apprentissage universitario nonostante sappiano quale sarà il loro futuro. Sembrano luoghi comuni appunto perché declinati in una specie di mantra esorcizzante che però non si applica alla realtà nella sua infinita bruttezza e cattiveria.

Non si vuole con questa riflessione indurre a una sconsolata presa di coscienza dell’inutilità dello sforzo, ma invece lanciare ancora una volta un appello alla consapevolezza di un atteggiamento etico che trova la sua prima e fondante premessa nell’accostarsi alla politica come necessario mezzo di accesso a una democrazia non bacata e non “cattiva”. Certo non ignorando quanto si sia sprecato in decenni di camuffamento dell’eticità tra un B. e un G. che ancora vorrebbero negare l’urgenza e la necessità di un rimedio unico ai mali che naturalmente non può essere affidata alla cattiveria. Almeno da coloro che non si sentono “itagliani” ma italiani.

[Ascolta il commento musicale, Il Paese delle mezze verità]

Comacchio: lavori di manutenzione idrica

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Per lavori di manutenzione alla rete idrica, il C.A.D.F. di Codigoro lunedì 10 marzo 2014, dalle ore 14 alle ore 18 sospenderà l’erogazione dell’acqua potabile in località LIDO DELLE NAZIONI. In caso di pioggia l’intervento sarà effettuato il giorno successivo.

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L’oblio del mare e il rifugio in un’isola senza tempo

Un incontro casuale fra due ex amici che si parlano con gli schemi un po’ ingenerosi che hanno conservato l’uno dell’altro. In comune hanno un luogo conosciuto in passato, basta poco a rievocarlo, a richiamare le persone di cui ormai non si sa quasi più nulla. Un balzo all’indietro, al ricordo di un’esperienza di anni prima, a quando Lorenzo La Marca non era ancora laureato e da studente ricercatore di biologia fu incaricato di prendere il mare.
Blues di mezz’autunno (edizioni Sellerio, 2013) di Santo Piazzese è l’evoluzione, come spiega l’autore nella nota finale, di un racconto scritto nel 2001 e che, alla fine, è diventato un romanzo con protagonista il giovane Lorenzo La Marca, personaggio dei romanzi I delitti di via Medina Sidonia e La doppia vita di mister Laurent.
Il viaggio di un universitario alla ricerca di materiale per uno studio scientifico è un’avventura nel mare della Sicilia tra un equipaggio di pescatori mai visti. L’obiettivo della raccolta dati sui tonni è superato dal fascino dell’ignoto e dall’approdo in un luogo sconosciuto che diventa nuova e attraente meta. L’arcipelago Spada dei turchi, che di per sé non esiste, è un’isola che non c’è dove i turisti ritornano, dove è possibile ogni forma di contrapposizione, prima fra tutte quella delle apparenze.
La prima parte del romanzo è dedicata alle settimane in barca, occasione per stringersi a lupi di mare, uomini di altre culture e religioni, spaesarsi un po’ per poi ritrovarsi in una nuova terra.
La Spada ha fascino, i suoi luoghi muti sono da scoprire, chi la popola chiama ‘gli stravaganti’ gli stranieri che arrivano. Oltre l’immensità del mare, si trova questo arcipelago dal nome così esotico che vive di ritualità, periodi deserti e turisti. La Marca ne è attratto, lui cittadino colto è immediatamente benvoluto dalle poche persone che popolano la Spada. Fra questi, i gestori del bar Edelweiss, nome strano per un posto di mare sperduto. La Spada stupisce per la sua ricchezza, non è vero che non c’è nulla: dalla Spada si può osservare “un pezzo di universo”. Santo Piazzese mette tutta la sua Sicilia, quella dei sapori del cibo e del mare e di tutti i colori possibili.
Dal terrazzino dell’Edelweiss, La Marca trascorre giornate di accidia, uno stato d’animo di necessità alla Spada, non un vizio capitale, ma un “assecondare attivo di una spinta all’introspezione e non il vizio della contemplazione di sé”.
In Blues di mezz’autunno non ci sono morti ammazzati e casi da risolvere tra i corridoi dei laboratori di ricerca, come negli altri romanzi con protagonista La Marca, c’è solo un momento di paura collettiva alla Spada, un’apparente disgrazia presto risolta.
Il posto è piccolo, tutti sanno tutto di tutti, non c’è anonimato dietro cui nascondersi almeno un po’, ciascuno ha un passato che gli altri conoscono, anche La Marca che entra a pieno in questo microcosmo lento e assolato. E la notte cala, l’ultima, mentre La Marca, arrabbiato perché forse qualcosa nella sua vita sta cambiando, legge un ‘romanzone’ di Amado.

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Nicolò Leoniceno: studioso stimatissimo, tra i suoi allievi Brasavola e Manardo

NICOLÒ LEONICENO
(a 490 anni dalla morte)

Se è vero che Nicolò Leoniceno (1428-1524) nacque a Vicenza, e non a Lonigo come erroneamente ritenuto per lunghi anni, è altrettanto vero che morì poco meno che centenario a Ferrara, città nella quale si era trasferito a soli trentasei anni e dove visse e insegnò pressoché ininterrottamente per ben sessant’anni. Prima di approdare nella città estense, Leoniceno aveva studiato all’università padovana, laureandosi venticinquenne in Arti e Medicina. In seguito, trascorse qualche tempo in Inghilterra, quindi insegnò a Padova fra il 1462 e il 1464, sempre dovendosi riguardare attentamente dalla fastidiosa epilessia che lo tormentava sin dall’infanzia.

In quei suoi primi anni ferraresi, Nicolò fu medico di corte, e le sue prime opere riguardano la volgarizzazione di scritti di carattere storico o di gesta militari commissionate da Ercole I, cui seguirono traduzioni da Diodoro Siculo, Arriano, Appiano, Polibio, Luciano, Biondo. «A Ferrara, – scrive lo studioso Daniela Mugnai Carrara – Leoniceno organizzò la propria vita occupata metodicamente fra i suoi studi, gli impegni alla corte e quelli all’università, dove insegnò prima matematica, poi filosofia morale, quindi medicina. Si inserì profondamente nella tradizione culturale ferrarese, della quale rappresenta un momento originale e importante». Il Leoniceno divenne, nel corso della sua lunghissima permanenza, molto popolare a Ferrara, basti pensare che lo stesso Brasavola (suo affezionato allievo insieme al Manardo) ricorda che, siccome durante l’inverno portava il cappello, la gente era solita dire: «Ve’ il Leoniceno imberrettato, è dunque vicino l’inverno; ve’ depose il cappello, si avvicina dunque l’estate».

Le sue opere, di genere medico/botanico e zoologico, sono: De Plinii et plurium aliorum medicorum in medicina erroribus, De tiro seu vipera, De dipsade et pluribus aliis serpentibus, De epidemia quam Itali morbum gallicum, Galli vero neapolitanum vocant, De virtute formativa. Celeberrime sono inoltre le sue traduzioni da Galeno: Praefactio communis in libros Galeni a graeca in latinam linguam a se translatos, Contra suarum translationum obtrectatores apologia, Ad Card. Alexandrum Farnesem Nicolai Leoniceni in suam ac Deodori Gazae defensionem contra Adversarium Libellus (inedito), De tribus doctrinis ordinatis secundum Galeni sententiam, Medici Romani, Nicolai Leoniceni discipuli, Antisophista. E a tutto questo bisogna almeno aggiungere la sua preziosa traduzione degli Armonici, di Tolomeo.
«Alla base del suo magistero ci fu senza dubbio un vivissimo interesse nei confronti dell’uomo; – commenta ancora Daniela Mugnai Carrara – a questo atteggiamento […] si possono ricollegare le sue preoccupazioni metodologiche, che da un lato […] lo portano a concepire il sapere come continua ricerca di una cultura concreta, che evitando quisquiglie sofistiche, possa avere utile applicazione nella vita degli uomini, e dall’altro lo inducono, proprio per garantire la fecondità di questo sapere, a mantenere un atteggiamento di libertà nei confronti dell’autorità, sia essa rappresentata dall’opera di Aristotele, di Plinio, di Galeno, che deve essere controllata non solo sul metro delle proprie fonti, ma anche su quello indispensabile del senso dell’esperienza».

Tratto dal libro di Riccardo Roversi, 50 Letterati Ferraresi, Este Edition, 2013

GERMOGLI
l’aforisma
di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

“Il cervello: se lo coltivi funziona. Se lo lasci andare e lo metti in pensione si indebolisce. Per questo bisogna continuare a pensare” (Rita Levi Montalcini)

Parco-Urbano-Bassani

IMMAGINARIO
la foto
di oggi

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città e i suoi abitanti.

Parco Bassani (foto di Luca Pasqualini) – clicca sull’immagine per ingrandirla

Parco-Urbano-Bassani
Il parco urbano Giorgio Bassani (foto di Luca Pasqualini)