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Giorno: 18 Marzo 2014

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Al via questa mattina la campagna di sensibilizzazione “Troppo bello per essere vero? La verità sul prezzo dei prodotti falsi”

da: Confartigianato, Cciaa di Ferrara, Prefettura, Guardia Finanza

Partirà stamattina, al Govoni, ‘Troppo bello per essere vero? La verità sul prezzo dei prodotti falsi’ il progetto rivolto agli alunni delle scuole secondarie di primo grado e realizzato da Camera Commercio, Confartigianato, Guardia di Finanza e Prefettura. Di fatto, una campagna di sensibilizzazione con tanto di concorso per incoraggiare gli allievi di oggi e gli adulti di domani a riflettere sul valore del lavoro e del mercato e per incentivare il loro senso di responsabilità nei confronti degli acquisti sani, sicuri e certificati. Con benefici per l’economia. Sfruttamento del lavoro minorile, concorrenza sleale tra le aziende, perdita di posti di lavoro, danni per il Made in Italy. Questi gli argomenti su cui i giovanissimi saranno indotti a riflettere durante le ‘lezioni’ con tanto di proiezioni video che da oggi fino a giovedì 27 marzo vedranno entrare nelle scuole – oltre venti le classi che hanno aderito tra capoluogo e provincia – rappresentanti delle suddette istituzioni. Compito degli allievi, ai fini del concorso, è produrre elaborati senza limiti alla creatività individuale e di gruppo. Presenti stamattina saranno il Tenente della Guardia di Finanza, Daniele Russo; il Responsabile del Servizio Qualità e Comunicazione della Camera di Commercio, Andrea Migliari; il vice segretario di Confartigianato, Paolo Cirelli.

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Bertelli sulla Consulta: “Niente processi fuori dai luoghi deputati”

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Bertelli sulla Consulta: “Non alimentiamo polveroni e non facciamo processi fuori dai luoghi deputati

Bologna – In merito alle reiterate dichiarazioni diffuse a proposito dell’indagine della Procura di Bologna su alcune attività della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, il sottosegretario alla presidenza della Giunta regionale Alfredo Bertelli dichiara:

“Nessuno può fraintendere la nostra posizione. La Regione conferma la fiducia nella correttezza del lavoro dei propri uffici e rispetta le indagini avviate dalla Procura di Bologna. Indagini che seguiremo con gli strumenti a nostra disposizione, garantendo come sempre la massima collaborazione.
“Non intendiamo perciò alimentare polveroni sollevati strumentalmente, tantomeno partecipare a processi condotti fuori dai luoghi deputati e in assenza di notizie ufficiali”.

Chiusura del ponte di Valle Lepri in corso

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Visto l’aggravarsi dell’impalcato del ponte mobile di Valle Lepri, l’Amministrazione Provinciale di Ferrara, su sollecitazione del Comune di Comacchio, ha disposto nel tardo pomeriggio di oggi, 18 marzo 2014, il divieto della circolazione veicolare lungo il ponte mobile di Valle Lepri. Il traffico veicolare, sino al ripristino del suddetto ponte, sarà deviato sul ponte in corrispondenza della Poderale Pallotta (Volania).

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Il cordoglio di Errani per la scomparsa di Ezio Raimondi

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Lutto – Scomparsa Ezio Raimondi, il cordoglio di Errani: “Perdiamo uno dei grandi protagonisti della cultura del ‘900”. L’assessore Mezzetti: “Alla guida dell’Ibc ha insegnato a guardare al futuro di un patrimonio per tramandarlo alle nuove generazioni”

Bologna – “Apprendo con dolore della scomparsa di Ezio Raimondi ed esprimo le più sentite condoglianze alla sua famiglia – ha commentato il presidente della Regione, Vasco Errani, alla notizia della morte del letterato emiliano -. Con lui perdiamo uno dei grandi protagonisti della cultura del ‘900, un uomo che ha dato lustro al nome di questa regione e dell’Italia nel mondo, che ha segnato delle vie di ricerca, creato una scuola. E’ la scomparsa di un vero maestro che ha fatto tanto per la sua Emilia-Romagna anche con una lunga permanenza alla presidenza dell’istituto per i Beni culturali. E’ stato molto importante, sarà altrettanto importante la sua eredità intellettuale”.
“E’ una perdita molto grave – ha aggiunto l’assessore regionale alla Cultura, Massimo Mezzetti –. Oltre a essere uno dei più grandi studiosi contemporanei, Ezio Raimondi alla guida dell’Ibc ha saputo coniugare profondamente le varie discipline con la nostra terra e le sue valenze, ha insegnato a guardare al futuro di un patrimonio per tramandarlo alle nuove generazioni con la profondità della sua etica e del suo spessore culturale. La sua portata intellettuale ha significato moltissimo per tutti noi”.

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La Carta dei servizi, questa sconosciuta

Vorrei parlare dell’importanza della Carta dei servizi e propongo la lettura di un importante rapporto annuale di UnionCamere che con merito e collaborazione di Indis e RefRicerche ne ha approfondito i contenuti. “Questo contesto ha portato ad uno scarso utilizzo di tale strumento” così si dice e così confermo essendo occupatomene per anni. Per questo insisto. La Carta dei servizi è un impegno generale sulla qualità reso ai clienti e agli altri portatori d’interesse da parte del gestore di servizi pubblici e agisce sulla chiarezza del rapporto e sulle strategie di miglioramento; impegna a misurare il conseguimento degli standard dei servizi, a informarne i clienti e a individuare procedure di miglioramento in continuo.
Chi vuole approfondire l’analisi può scaricare il Rapporto sulle tariffe sui servizi pubblici e leggere da pag 109 a pag 126 [leggi].

Da parte mia ritengo che occorra individuare strumenti e procedure affinchè sia forte il valore dei cittadini e quindi i bisogni dei cittadini che devono essere recepiti quali obiettivi, standard qualitativi e di prestazione nella Carta dei servizi. La carta dei servizi si prefigge infatti il raggiungimento di obiettivi di miglioramento della qualità dei servizi forniti e del rapporto tra utenti e fornitori dei servizi. Le prime indicazioni generali, intese come atti di indirizzo, vanno a quei comportamenti e principi generali che troppo spesso vengono considerati ovvi, ma che poi spesso nascondono insidie e delusioni. Ci si riferisce in particolare ai principi di: eguaglianza di trattamento, imparzialità, continuità, partecipazione, efficacia ed efficienza, cortesia, chiarezza e comprensibilità dei messaggi, condizioni principali di fornitura, accessibilità al servizio, facilitazioni per utenti particolari, rispetto degli appuntamenti concordati, tempi di attesa agli sportelli, risposta alle richieste degli utenti, risposta ai reclami scritti, gestione del rapporto contrattuale, rettifiche di fatturazione, semplificazione delle procedure, continuità e servizio di emergenza, pronto intervento.

Una puntuale attenzione deve essere rivolta agli strumenti e ai criteri di informazione; il gestore deve assicurare al cliente un agevole accesso ad ogni informazione (con continuità nel tempo) e deve individuare idonee modalità di comunicazione per informare gli utenti sui principali aspetti normativi, contrattuali e tariffari, che caratterizzano il servizio.
Il personale deve essere tenuto a trattare i clienti con rispetto e cortesia, a rispondere ai loro bisogni, ad agevolarli nell’esercizio dei diritti e nell’adempimento degli obblighi. I dipendenti sono tenuti altresì a indicare le proprie generalità, sia nei rapporti, sia nelle comunicazioni telefoniche. Inoltre il personale a contatto con il pubblico deve essere munito di tesserino di riconoscimento, sul quale siano riportati il nome e la fotografia. Al momento delle richieste delle singoli prestazioni il personale deve dunque provvedere a fornire al cliente le informazioni concernenti i diritti riconosciuti dalla carta dei servizi, i tempi massimi di esecuzione delle prestazioni, gli indennizzi automatici previsti, etc.

E’ però sulla qualità e tutela ambientale che i gestori si devono impegnare soprattutto ad attuare un sistema di gestione della qualità tendente al miglioramento continuo delle prestazioni che assicuri la soddisfazione delle legittime esigenze ed aspettative dei clienti e l’attuazione di un sistema di gestione ambientale che assicuri il rispetto dell’ambiente, la conformità alle norme ambientali e la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento, tramite la fissazione ed il monitoraggio di parametri qualitativi del servizio e la raccolta delle procedure adottate in un manuale della qualità.
Un tema importante, su cui non è mai sufficiente soffermarsi e che si ritiene debba avere molto più spazio anche nella definizione degli standard di una Carta dei servizi e quello relativo alla accessibilità fisica ed informativa dei servizi e dei documenti a tutti coloro che hanno disabilità e che soffrono di un handicap sia esso temporaneo o permanente. La maggior parte di queste persone troppo spesso non riesce a partecipare pienamente alla vita sociale ed economica a causa di barriere fisiche o di altro tipo, ma anche perché discriminate. Vi sono dunque purtroppo molti cittadini con disabilità che possono incontrare gravi ostacoli o comunque difficoltà nel fruire dei servizi di gestione idrica e dei rifiuti. Bisogna dunque con forza anche in questi settori ambientali consentire ai disabili i esercitare i propri diritti. Si pensa alla standardizzazione specifica dei servizi, all’applicazione mirata di norme, alla accessibilità agli edifici, alle strutture, agli strumenti ed ai servizi digitali.

Se sono riuscito ad attirare la vostra attenzione leggete la Carta dei servizi; sicuramente è in qualche cassetto di casa e fatene un vero strumento per la gestione dei servizi pubblici ambientali.

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Al via l’OI della Pera

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Pera, al via l’organizzazione interprofessionale. Rabboni: un passo importante sulla strada di un’agricoltura competitiva e capace di fare reddito. Amidei: regole e strategie per coordinare le scelte. Presentazione a Ferrara venerdì 21 marzo.

Bologna – Più gioco di squadra per promuovere le pere dell’Emilia-Romagna. Dopo avere superato i passaggi previsti dai regolamenti comunitari e aver ottenuto il riconoscimento della Regione Emilia-Romagna, è operativa l’OI della pera, un organismo che riunisce tutti gli anelli della filiera – dalle imprese agricole, all’industria di trasformazione e commercializzazione – di un prodotto che rappresenta uno dei fiori all’occhiello dell’agricoltura dell’Emilia-Romagna, con circa il 65% dell’intera produzione nazionale.
“La nuova organizzazione interprofessionale – spiega l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – è la terza che viene realizzata in Emilia-Romagna, dopo quella del pomodoro da industria e quella del comparto suinicolo. Si tratta di un altro passo importante sulla strada di un’agricoltura più organizzata, più competitiva sui mercati e capace di fare reddito. Da oggi sarà possibile programmare meglio la produzione di pere e prevenire o comunque tenere sotto controllo eventuali crisi di mercato. Naturalmente la reale efficacia dell’azione dell’organismo interprofessionale dipenderà esclusivamente dalle decisioni operative che i suoi componenti sapranno assumere ”. Secondo il presidente della OI Gianni Amidei “il riconoscimento dell’Interprofessione Pera e’ un importante punto di partenza per determinare insieme delle regole e delle strategie con l’obiettivo di migliorare la competitività del prodotto.”
La nuova OI, che sarà al centro di un seminario organizzato da Cso Servizi a Ferrara il prossimo 21 marzo, sviluppa la propria attività in Emilia-Romagna e Veneto, “vale” il 39% della produzione nazionale, per una superficie coltivata di 10.400 ettari e una produzione media di 255 mila tonnellate.
Per la parte agricola è costituita da 14 organizzazioni di produttori e dalle organizzazioni professionali agricole Cia Emilia Romagna, Federazione regionale Coldiretti e Federazione regionale agricoltori che rappresentano gli agricoltori non organizzati in Op. Per le industrie di trasformazione aderiscono: Conserve Italia, Aiipa, Fruttagel. La parte commerciale è infine rappresentata dalle principali strutture di commercio all’ingrosso delle pere da consumo fresco, che operano in Emilia-Romagna e Veneto: Alegra, Aop Romandiola, Mazzoni, Naturitalia, Fruitimprese Emilia Romagna, Unacoa, Coferasta, oltre che da Conad.
Aderiscono all’Oi anche la Camera di commercio di Ferrara, il Consorzio della pera dell’Emilia Romagna Igp, il Centro ricerche per le produzioni vegetali e la Fondazione per l’agricoltura Fratelli Navarra.
La nuova organizzazione interprofessionale, se riuscirà a raggiungere la rappresentatività di almeno il 60% della produzione interessata, potrà essere uno strumento fondamentale per promuovere e valorizzare il settore, limitare gli sbalzi di mercato e favorire un’equa remunerazione del prodotto tenuto conto che avrà la possibilità di operare per il prodotto ”pera”, come sezione territoriale dell’Organizzazione interprofessionale nazionale Ortofrutta Italia. Il piano di lavoro prevede iniziative per migliorare la trasparenza del comparto e ricerche per orientare la produzione ai fabbisogni del mercato e dei consumatori. Tra gli obiettivi anche il monitoraggio e l’aggiornamento dei dati relativi ai costi dei fattori produttivi delle pere, in riferimento alla qualità e alle tecniche di produzione, con particolare attenzione a quelle a basso impatto ambientale.

XIX Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie: le iniziative di Ferrara e provincia

da: Associazione Libera Ferrara

Dal 1996 ogni 21 marzo si celebra in tutta Italia la Giornata della Memoria e dell’Impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie: il primo giorno di primavera come simbolo della speranza che si rinnova, ma anche occasione di incontro con i familiari delle vittime che hanno trovato la forza di elaborare il lutto, trasformando il dolore in uno strumento di impegno. Il 21 marzo non è dunque solo un giorno per la memoria, è soprattutto per l’impegno nella ricerca della giustizia come strumento concreto, non violento, di azione. Come ha ammonito più volte don Ciotti: “Non uccidiamoli una seconda volta con il nostro silenzio e con la nostra indifferenza”. Il tema scelto quest’anno è Radici di memoria, frutti d’impegno: dobbiamo ripartire dalle nostre straordinarie risorse ambientali e dalla nostra memoria storica e culturale, per costruire un impegno consapevole e duraturo per il futuro dell’Italia a partire dalle nuove generazioni.
Anche a Ferrara istituzioni e società civile hanno costruito insieme un programma di iniziative fra memoria e azioni concrete per il futuro.
Si comincia già domenica 16 marzo: alle 10.30 Donato La Muscatella, referente del Coordinamento Provinciale di Ferrara di Libera, e la volontaria Francesca Preda parleranno ai ragazzi della Parrocchia di Aguscello del significato della Giornata della Memoria e dell’Impegno nell’incontro L’importanza della Memoria per riscoprire la Responsabilità. Martedì 18 marzo alle 15 il Centro Sociale La Resistenza ospiterà la proiezione di Biùtiful Cauntri sulla piaga delle eco-mafie, a cura degli studenti di UDS: il documentario di Esmeralda Calabria, Andrea D’Ambrosio e Peppe Ruggiero, Menzione speciale al Torino Film Festival del 2007, svela i meccanismi di un’attività violenta che sta provocando più morti, lente nel tempo, di qualsiasi altro fenomeno criminale.
Giovedì 20 sarà un altro docufilm a ricordare un grande personaggio della nostra storia recente, ucciso dalla mafia proprio a causa del suo impegno per la verità e la legalità: Peppino Impastato. La voce di Impastato, opera prima di Ivan Vadori, verrà proiettato alle ore 21 al Circolo Arci Bolognesi (piazzetta San Niccolò) preceduto alle 20 da un aperitivo con il sapore della legalità dei prodotti di Libera Terra e seguito da un dibattito con il regista.
Venerdì 21 i protagonisti saranno i ragazzi: alle 9 il Cinema Boldini ospiterà diverse classi delle scuole medie superiori della città per la proiezione de La voce di Impastato dedicata alle scuole, preceduta dal saluto di Chiara Sapigni, Assessore alla Salute e Servizi alla Persona del Comune di Ferrara.
Alle 11.30 le classi quarte e quinte si sposteranno presso la Sala del Consiglio Comunale, dove si terrà la presentazione del “Piano triennale di prevenzione della corruzione del Comune di Ferrara”, alla presenza del Sindaco Tiziano Tagliani, del Vicesindaco Massimo Maisto, del Presidente del Consiglio Comunale Francesco Colaiacovo, e con il contributo di Moreno Tommasini, Direttore Operativo del Comune di Ferrara. A seguire, illustrazione del neocostituito Presidio Studentesco “Giuseppe Francese”. La giornata si concluderà con la visione del video “Vite strappate”, che ricorda le giovani vittime di mafia, realizzato dai ragazzi di Area Giovani del Comune di Ferrara, in collaborazione con Elena Buccoliero, Ufficio Diritti dei Minori Comune di Ferrara.

Infine, una rappresentanza degli studenti del presidio sabato 22 marzo parteciperà alla manifestazione nazionale di Libera, che quest’anno si svolge a Latina.
Inoltre, la Biblioteca Comunale Bassani (via Grosoli 42) partecipa all’iniziativa con un’esposizione di libri e materiale multimediale sul tema della lotta alle mafie.
Un programma corposo dunque, che vede unite istituzioni, scuole e associazioni per dare una risposta compatta in una battaglia da combattere su più fronti: quella per la legalità.

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Finanziamenti per gli investimenti delle piccole e medie imprese

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Imprese E-R, al via la disponibilità di risorse destinate a finanziamenti per realizzare investimenti da parte delle piccole e medie imprese emiliano-romagnole. Accordo tra BEI (Banca Europea di Investimenti) UniCredit e Mediocredito Italiano (Gruppo Intesa Sanpaolo)

Bologna – Al via la disponibilità di risorse destinate a finanziamenti per realizzare investimenti da parte delle piccole e medie imprese emiliano-romagnole. Questo grazie a contratti che la Bei(Banca europea per gli investimenti) ha stipulato con UniCredit per un plafond di 70 milioni di euro e Mediocredito Italiano (gruppo Intesa Sanpaolo, che opera sul territorio con Carisbo, Cariromagna e Banca Monte Parma) per ulteriori 60 milioni di euro.
In seguito alla delibera del Consiglio di amministrazione del 27 luglio 2012, la Bei ha deliberato le caratteristiche dei prestiti alle imprese, fino a 3 mila dipendenti, dell’Emilia-Romagna mettendo a disposizione una provvista di 130 milioni di euro. L’estate scorsa la Regione Emilia-Romagna ha bandito un invito alle banche a presentare manifestazione di interesse a cui hanno risposto UniCredit e Mediocredito Italiano.
Ai finanziamenti concessi con fondi Bei, le banche affiancheranno una pari provvista fornita attraverso risorse proprie da destinare a finanziamenti per le medesime finalità.
Le imprese finanziate potranno essere di piccole dimensioni, ma anche imprese cosiddette mid cap ossia fino ai tremila dipendenti. I finanziamenti concessi potranno arrivare ad un massimo di un milione di euro.
«Con questa iniezione di risorse – ha sottolineato l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli – si punta a rafforzare le imprese e l’economia dell’Emilia-Romagna. Auspico che con le risorse messe a disposizione si possa avviare una immediatamente nuovi investimenti delle imprese comprese quelle del comparto dell’edilizia e costruzioni».
La durata del finanziamento va da 2 a 10 anni, compreso il preammortamento: il tasso che potranno ottenere le piccole e medie imprese beneficiarie di questo contributo potrà variare tra il 3% ed il 6,5% circa.
Per Andrea Kirschen della Banca europea di investimenti, «questa operazione conferma la collaborazione con la Regione Emilia-Romagna e rilancia l’obiettivo del sostegno delle Pmi che è una delle linee definite dalla Commissione Europea. Siamo disponibili, dopo una valutazione con la Regione Emilia-Romagna, aumentare anche il plafond a disposizione se ci sarà totale assorbimento da parte del territorio».
«Per le piccole e medie imprese dell’Emilia Romagna mettiamo a disposizione la forte capacità ed esperienza di Mediocredito Italiano, – sottolinea Adriano Maestri, direttore regionale di Intesa Sanpaolo – il polo per la finanza d’impresa a cui il Gruppo Intesa Sanpaolo affida anche i fondi agevolati e i plafond BEI. Le nostre banche del territorio Carisbo, Cariromagna e Banca Monte Parma possono così offrire alle imprese della regione le migliori forme di finanziamento per sostenere e riavviare piani strategici di investimento e rilanciare il settore produttivo, con particolare attenzione alla conquista di maggiori quote sul mercato internazionale come le nostre imprese meritano».
Mentre Stefano Cocchieri, Responsabile Finanza Agevolata UniCredit ritiene che «questa ingente disponibilità di risorse possa costituire una concreta iniezione di liquidità e fiducia per le imprese emiliano romagnole, in special modo per quelle dell’area colpita dal sisma. L’accordo sottoscritto con Bei conferma ancora una volta l’impegno che UniCredit riserva alle necessità del tessuto imprenditoriale locale e la riprova di come si possa fare sistema a favore del territorio, attivando nello specifico strumenti che – per convenienza dei tassi e semplicità di erogazione – serviranno a finanziare la ripresa operativa ed economica dell’Emilia Romagna».
Le risorse potranno finanziare investimenti vari: dalla costruzione, all’ampliamento e/o ammodernamento del laboratorio, le spese per i lavori ed impianti finalizzati alla tutela e alla sicurezza degli ambienti di lavoro, all’energia alternativa, al risparmio ed efficienza energetica. Potranno essere finanziate, inoltre, le spese di acquisizione di aziende, l’ acquisto di macchine ed attrezzature, l’acquisto di software, le spese per iniziative di commercializzazione all’estero, progetti di ricerca ed innovazione.

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Il mondo in un disegno: la grafica di Gualandi

Illustrazioni dentro le quali ti affacci e trovi un mondo. Ed è più che mai ferrarese questo universo di gente affaccendata a mangiare, bere, lavorare, amoreggiare, dipingere, lavarsi, stendere panni e – persino – a tentare di volare. Perché sono ambientati quasi sempre dentro e fuori dagli edifici più importanti e riconoscibili di Ferrara i disegni, i poster e le invenzioni grafiche di Claudio Gualandi come pure di Linda Mazzoni, sua compagna di lavoro e di vita.

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Claudio Gualandi mostra un’illustrazioni ai visitatori, tra i quali il sindaco Tagliani (foto Luca Pasqualini)

Alla Galleria del Carbone, nel cuore medievale della città, è un’occasione – come spiega il curatore Paolo Volta – per ritrovare immagini che si sono viste tante volte, ma delle quali non sempre si conosce la paternità. Ecco, allora, le locandine del Buskers festival, con il personaggio ispirato alla volumetrica e coloratissima ballerina di Fortunato Depero, che anno dopo anno è comparso con uno strumento musicale diverso sullo sfondo di monumenti ferraresi: Il duomo ricondotto alla sua essenzialità geometrica, il castello che sembra uscito da un quadro di Giorgio De Chirico, il palazzo dei Diamanti, la piazza municipale.

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Poster del Buskers festival di Ferrara di Claudio Gualandi e Linda Mazzoni

Oppure la mappa con il territorio ferrarese e delle Delizie che hanno ottenuto il riconoscimento Unesco, che diventa una cartina geografica piena di colori e di vita, di campagna e di mare. O anche la scatola con il Gioca-e-gira, edizione tutta nostrana del gioco dell’oca, dove ogni concorrente può cercare di raggiungere il traguardo attraversando la città e i suoi luoghi più significativi in sella a una più che mai significativa bicicletta.
Le opere più recenti sono le illustrazioni in bianco e nero che vanno a popolare di vita e personaggi i luoghi-simbolo della città. Già si era visto il teatro comunale affollato di spettatori in ogni ordine di posti. Ora ci si può addentrare nel castello estense, visto in sezione per catturare le attività di una folla di nobili rinascimentali che dormono, mangiano e si sollazzano, ma anche di popolani, artisti, boia, prigionieri, inventori, fantasmi, guardoni e navigatori d’acqua dolce. Come osserva un visitatore, il tratto e il gusto per la ridondanza di particolari ricorda il genio di Jacovitti, il fumettista che sul Corriere dei Piccoli ha dato vita a Cocco Bill. Il Rinascimento tratteggiato da Gualandi rimanda un po’ al buffo e flemmatico entourage di quel Far West immaginario, dove potevi stare lì ore a osservare una tavola scoprendo sempre nuovi particolari, gente che era rimasta tramortita dietro all’apertura improvvisa della porta del saloon o cappelli sezionati in quattro pezzi da un’improvvisa raffica di pistola.

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Invito della Galleria del Carbone con Claudio Gualandi

Sabato 22 marzo alle 12.30 in biblioteca Ariostea Claudio Gualandi racconterà la sua ultima illustrazione, che è quella dedicata proprio al Palazzo Paradiso, dentro il quale ha sede la biblioteca. L’occasione è quella della Giornata mondiale della poesia durante la quale è in programma una maratona incessante di letture, conferenze, laboratori, interviste, proiezione di filmati. Per continuare a leggere il mondo con curiosità, passione, talento.
Disegnoinsegno” è il titolo della mostra di disegni, manifesti e illustrazioni di Linda e Claudio Gualandi fino al 30 marzo alla Galleria del Carbone, via del Carbone 18/a a Ferrara. Sempre aperta dalle 17 alle 20, sabato e festivi anche dalle 11 alle 12.30, chiusa il martedì.

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Patto di stabilità, sbloccati 150 milioni

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Saliera: “Quest’anno la Regione ha aumentato la propria quota ma occorre rivedere le norme nazionali”

Bologna – Nuove risorse per imprese, Comuni, Province e mondo del lavoro. La Regione Emilia-Romagna sblocca 150 milioni di euro di potenzialità di spesa grazie alla legge regionale in materia di patto di stabilità territoriale: si tratta di risorse che Comuni e Province hanno in cassa ma che, senza l’intervento delle norme previste nella legge regionale, rimarrebbero bloccate a causa della legge nazionale in materia di patto.
“Prosegue il nostro impegno per il sostegno agli Enti locali e al sistema produttivo: dal 2010 a oggi la Regione ha così sbloccato 750 milioni di euro di investimenti e di pagamento dei fornitori da parte di Comuni e Province”, spiega Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore regionale al Bilancio, che sottolinea: “Quest’anno per la Regione è stato uno sforzo ancora maggiore visto che le nuove norme sul patto di stabilità approvate nell’ultima legge hanno ridotto la nostra possibilità di aiutare i Comuni”. Infatti, la legge di stabilità 2014 ha previsto un taglio di 1 miliardo di euro per le Regioni, ha imposto di attuare il riparto delle quote di patto entro il 15 marzo e non più il 31 ottobre, riducendo di molto la possibilità di reperire e ottimizzare le risorse, e ha previsto meccanismi fissi di ridistribuzione tra Comuni e Province (25% per le Province, 37,5% per i Comuni superiori ai 5.000 abitanti e 37,5% per quelli Comuni inferiore ai 5.000 abitanti).
“Se la Regione non avesse aumentato la propria quota di risorse a disposizione dei Comuni, oggi molti Enti locali si sarebbero trovati fortemente penalizzati”, aggiunge Saliera. “Se si vuole continuare a dare risposta ai problemi degli Enti locali bisogna che si superino le difficoltà imposte dalla legge di stabilità 2014: spero davvero che le Associazioni degli Enti locali (Anci, Upi, Legautonomie, Uncem), le parti sociali e i parlamentari si impegnino insieme a noi affinché il Governo e il Parlamento rivedano le norme recentemente introdotte ristabilendo per la Regione Emilia-Romagna quegli spazi di autonomia che nell’ultimo triennio hanno permesso di raggiungere obiettivi molto importanti per la nostra economia e di soddisfare i bisogni e le richieste dei nostri Comuni”.

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Clima da guerra fredda in Ucraina. Intanto la Cina fa affari e insedia le sue aziende agricole

La recente crisi ucraina, iniziata con le proteste di Maidan Nezhaleznosti (piazza Indipendenza) del novembre 2013, ha riproposto scenari da “guerra fredda” ormai lontani dalle nostre memorie. L’intervento della Russia in Crimea ha violato la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina e ha portato prepotentemente in primo piano tensioni forse mai sopite tra i cosiddetti paesi occidentali e l’ex potenza sovietica.
Se da una parte la situazione di conflittualità tra Russia, Ucraina e Unione Europea (che è al lavoro per varare un pacchetto di sanzioni contro la Russia) aumenta, in un contesto la cui soluzione è difficile da prevedere, dall’altra c’è chi, senza tanto clamore, continua a fare buoni affari. Si tratta della Cina, grande potenza emergente, ricca di valuta ma povera di terreni coltivabili.
Nella Repubblica popolare vivono oltre 1 miliardo e 300.000 persone, quasi un quinto della popolazione mondiale, che occupano il 7% delle terre coltivabili del pianeta. Già da diversi anni la Cina ha iniziato ad acquisire terreni in Ucraina: nel 2013, 100.000 ettari sono diventati proprietà di una corporation cinese, che avrebbe inoltre firmato un accordo, della durata di circa mezzo secolo, per la coltivazione di 3 milioni di ettari, il 5% del territorio dell’intero Paese, il 9% se si considerano i terreni agricoli. Inoltre, a quanto sembra, i prodotti derivanti dai terreni interessati saranno venduti con tariffe preferenziali a due aziende agricole statali cinesi. 
L’Ucraina, che ospita oltre 32 milioni di ettari di terre arabili, l’equivalente di circa un terzo delle terre arabili di tutta l’Unione Europea, era considerata un tempo il “granaio d’Europa”, ed è tuttora ottavo produttore e settimo esportatore di cereali al mondo, anche se la fragilità del suo sistema economico e soprattutto la crisi in atto hanno fatto aumentare il rischio di default, ovvero l’incapacità di ripagare i debiti verso paesi terzi.
La Cina (e altri Paesi privi di terreni ma molto ricchi, come per esempio alcuni Stati arabi) investono in acquisizioni territoriali, per allontanare lo spettro di eventuali crisi agroalimentari ed esportare manodopera in eccedenza. Si tratta del fenomeno del land grabbing, letteralmente “accaparramento della terra”, sui cui molti paesi emergenti hanno cominciato da tempo a speculare. Il fenomeno è cresciuto in maniera evidente a partire dal 2000: a oggi sono stati messi in atto oltre 1.200 contratti per lo sfruttamento dei terreni agricoli, che riguardano circa 83 milioni di ettari di territorio (poco più del 2% dell’estensione mondiale delle terre coltivabili), la maggior parte dei quali si trova in Africa. Ma di recente anche l’Europa è divenuta teatro di queste speculazioni, specie l’Europa dell’Est, dove la concentrazione della terra nelle mani di pochi è stata particolarmente marcata a partire del 1989, data simbolica del crollo del muro di Berlino e inizio della dissoluzione dell’Urss. Accanto agli oligarchi, nelle cui mani si concentra la proprietà terriera, nuovi attori internazionali si sono fatti avanti: compagnie cinesi in Bulgaria e in Ucraina, mediorientali in Romania, persino compagnie europee che acquisiscono terre per scopi agricoli ma non solo.
L’ex presidente Yanukovich nel dicembre scorso si era recato a Pechino per definire i dettagli di una partnership strategica che prevedeva otto miliardi di dollari di aiuti all’Ucraina, oltre ai dieci già investiti in cambio di armi e terre (l’Ucraina nel 2012 è stata il quarto esportatore di armi al mondo). La sua destituzione lascia nelle mani del nuovo governo un interrogativo sul futuro degli accordi con la Cina, anche se sin dall’inizio della crisi il governo cinese ha dimostrato di saper difendere i propri interessi adottando una politica di non ingerenza negli affari interni ucraini e allo stesso tempo strizzando un occhio alla Russia. Il Comitato centrale del Partito Comunista cinese ha dichiarato che “è tempo per le potenze occidentali di abbandonare la loro mentalità da guerra fredda e di smettere di cercare di escludere la Russia da una crisi politica che non sono state in grado di mediare”.

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Quando lo spazio insegna

Cultura e grado di civiltà di un Paese non si esprimono unicamente attraverso il suo patrimonio d’arte e di monumenti, ma anche attraverso la qualità dei luoghi dove il sapere si perpetua di generazione in generazione, attraverso un processo di trasmissione dall’adulto al giovane. Scrivo questo, anche se nutro personalmente consistenti dubbi che il sapere sia a proprio agio accanto a termini come perpetuare e trasmettere, ma certamente questi denotano al meglio il profilo dell’edilizia scolastica di cui ognuno di noi ha certo avuto esperienza.
Un Paese che per decenni ha riciclato conventi, orfanotrofi, caserme, seminari in edifici scolastici testimonia la considerazione, l’attenzione e la cura che ha per le sue bambine e i suoi bambini, le sue ragazze e i suoi ragazzi, nella sostanza la sua perenne miopia nei confronti del futuro.
Eppure già nel 1899, in apertura di “Scuola e società” John Dewey scriveva: «Quel che i genitori migliori e più saggi desiderano per il proprio figlio, la comunità lo deve desiderare per tutti i suoi ragazzi. Qualsiasi altro ideale per la nostra scuola è ristretto e privo di attrattiva; a lungo andare distrugge la nostra democrazia». Che la nostra comunità sia stata e forse continui ad essere matrigna con i ragazzi è conclusione che lascio alle riflessioni di ciascuno.
Mario Lodi, nella Lettera a Katia, con cui apre “Il Paese Sbagliato”, scrive il 2 ottobre del 1964: «[…] Pensavo a quante aule simili a questa ci sono ancora nel mondo per farci vivere i bambini nell’età che più di ogni altra ha bisogno di spazio, di verde, di sole e di moto. Scatole di mattone. C’è una terribile somiglianza fra le celle di una vecchia prigione e le aule delle scuole: c’è la stessa ossessiva fissità delle strutture percettive (colori, forme, superfici), la stessa monotonia psicologica.» Mario Lodi continua osservando, che mentre il detenuto in cella è libero di pensare ai fatti suoi, le nostre aule, le nostre classi sono la negazione di ogni libertà. L’insegnante comanda, abitua gli alunni a ripetere ciò che egli dice, premiando quelli che meglio si adeguano. Non c’è nulla come le istituzioni per comprendere quanto è tenuto in considerazione l’uomo. Il maestro di Vho conclude che chi ha inventato le nostre scuole non pensava certo alla libertà del suo prossimo.
Esagerava Mario Lodi? Temo di no. Ancora oggi chi visita una delle nostre classi è come se le avesse vedute tutte.
Non sono in grado di misurare i margini di un possibile cambiamento dell’edilizia scolastica al servizio di una concezione radicalmente nuova dell’apprendimento e della sua relazione con l’uso dello spazio da parte di alunni e insegnanti. Perché il ritardo del nostro Paese, ancor prima che sulla riflessione pedagogica, è sulla grave negligenza nella cura della sicurezza degli edifici che ospitano i nostri studenti grandi e piccoli.
A dirlo sono gli esperti che nelle loro audizioni in Parlamento hanno evidenziato come nel nostro Paese vi sia una gravissima situazione di scarsa sicurezza delle scuole. La crisi ha reso tutto più difficile e le scuole, unitamente agli ospedali, sono gli edifici pubblici che devono garantire il massimo di sicurezza perché contengono quanto abbiamo di più prezioso: i nostri figli.
Perciò i miliardi stanziati in questi giorni dal governo Renzi consentiranno solo la messa in sicurezza, la manutenzione, consentiranno di fare rammendi che restano tali anche se il sarto è Renzo Piano.
Ci hanno ridotti come dei poveri che non si possono permettere l’abito nuovo di cui avrebbero necessità, ma devono continuare a rammendare sempre quello vecchio. E in tanto chi continua a pagare sono i nostri giovani, costretti a studiare in ambienti poco adatti alla loro crescita e all’apprendimento, umiliati a subire anche questo svantaggio rispetto ai loro coetanei europei di Danimarca, Olanda, Svezia e Finlandia.
È qui la questione democratica che pone Dewey. Per cui dovremo attendere ancora molto per il Profumo (sì, il ministro, ricordate?) del convegno organizzato a Roma nel 2012 “Quando lo spazio insegna”, nuove architetture per la scuola del nuovo millennio. La scuola open space, senza aule, né corridoi. Dove studenti e insegnanti lavorano in modo collaborativo, sfruttando le possibilità offerte da internet e dalle tecnologie della comunicazione. Una scuola aperta tutto il giorno, disponibile alle contaminazioni con il territorio: scuola vera e propria al mattino, centro sportivo e di aggregazione al pomeriggio, centro di formazione per gli adulti alla sera. Queste, nelle parole del ministro di allora, le conclusioni del convegno, perché la scuola della società della conoscenza richiede spazi modulari e polifunzionali, facilmente configurabili ed in grado di rispondere a contesti educativi sempre in evoluzione.
Ora, se non c’è innovazione pedagogica, e in giro se ne vede davvero poca, difficilmente ci può essere innovazione nell’edilizia scolastica. Il modello industriale di scuola con gli alunni nei banchi, costretti ad apprendere tutti la stessa cosa nello stesso modo e nello stesso tempo non regge più. Ogni bambina e ogni bambino, ogni ragazza e ogni ragazzo ha il suo modo e il suo tempo per imparare, le intelligenze dei singoli sono diverse e ognuna ha il diritto di trovare lo spazio adeguato per esprimersi. Noi anziché innovare ci inventiamo l’acqua calda: i Bes (i bisogni educativi speciali), mentre nel nord Europa è già una realtà il tramonto delle aule, dei banchi e delle campanelle.
Se la scuola è strategica per l’uscita dalla crisi e per il futuro del Paese, ciò di cui questo governo si deve urgentemente fare carico è un piano di rinascita che consenta alle nostre scuole di divenire il luogo dove le giovani generazioni, ciò che il Paese ha di più prezioso, non solo abbiano il diritto di sognare il loro futuro, ma possano acquisire strumenti di qualità per pensare di poterlo realizzare. Didattica, ambienti di apprendimento, preparazione e diversificazione professionale di insegnanti e operatori della scuola sono gli ingredienti su cui da subito occorre intervenire. Si può, restituendo centralità, protagonismo e fiducia alla scuola attraverso lo strumento dell’autonomia didattica, organizzativa, di ricerca e di sperimentazione sancita dalla legge n. 59 del 1997 (la legge Bassanini) e che i governi successivi hanno in tutti i modi osteggiato, svuotato di ogni forza di cambiamento, fino a privare scientemente le nostre scuole delle risorse umane e finanziarie a loro indispensabili.

GERMOGLI
l’aforisma
di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

“Nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario” (George Orwell)

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IMMAGINARIO
la foto
di oggi

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città e i suoi abitanti.

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Il plastico di Ferrara antica (foto FeDetails)

Ferrara antica (foto FeDetails) – clicca sull’immagine per ingrandirla

Da qualche giorno, nella sala che precede la caffetteria nel Castello Estense, è stato inaugurato un grande plastico in terracotta realizzato seguendo la celebre incisione di Andrea Bolzoni del 1782, che raffigura la pianta e alzato di Ferrara così com’era alla fine del XVIII secolo.
Appena ci si avvicina al plastico, specie se si è di Ferrara, scatta subito l’inevitabile gioco di ritrovare posti che si conoscono o case di amici che abitano ora in centro…diciamo che si torna tutti un po’ bambini!

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Il plastico di Ferrara antica vista da Porta Paola (foto FeDetails)

Molto bello e particolare, il plastico di Ferrara ci riporta ai tempi di quando il fossato, che circonda le grandi Mura cittadine, era ancora inondato d’acqua. Nella foto sopra, in dettaglio, ho fotografato il punto dove ora si trova Porta Paula con il suo predellino a forma di goccia ( ora naturalmente è rimasta solo la “porta”).
Un ponte in legno collegava la sponda del fossato al predellino, dove si trovava una postazione militare ( si vede la “casetta” ) per il controllo e per il pagamento dei vari dazi d’ingresso, e un secondo ponte levatoio collegava quest’ultimo alla porta della città.
Un plastico veramente singolare e istruttivo per capire come era e come è cambiata nei secoli la città estense. Correte a vederlo (FEdetails.net)