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Giorno: 2 Aprile 2014

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Immigrati, Marzocchi su approvazione in Assemblea del Programma triennale 2014-2016

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Immigrazione – l’Assemblea legislativa approva il Programma triennale 2014-2016. Quattro gli obiettivi strategici. Il primo degli incontri di presentazione al Centro Zonarelli di Bologna, martedì 8 aprile. L’assessore Marzocchi: “Puntiamo sul protagonismo attivo degli stessi migranti”

Bologna – “Uno strumento trasversale, che pone al centro delle programmazioni di settore il tema di una società – quella dell’Emilia-Romagna – già interculturale a tutti gli effetti, con un fenomeno migratorio stabilizzato, che vede al suo interno persone originarie di oltre 170 Paesi differenti”. Ha espresso soddisfazione l’assessore alle Politiche sociali Teresa Marzocchi all’approvazione, in Assemblea legislativa, del Programma triennale 2014-2016 per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri. Le fasi di discussione e votazione sono state seguite in aula da rappresentanti degli enti e delle associazioni regionali che a vario titolo si occupano dell’inclusione degli immigrati.

Previsto dalla legge regionale 5 del 2004 sull’immigrazione, il Programma individua quattro obiettivi strategici, e precisamente inclusione, equità e diritti, cittadinanza, antidiscriminazione. Tre le azioni prioritarie che possono contribuire, in una logica intersettoriale, al raggiungimento degli obiettivi strategici: la promozione e il coordinamento in ambito locale delle iniziative per l’apprendimento e l’alfabetizzazione alla lingua italiana; la mediazione e la formazione culturale; l’informazione e la conoscenza diffusa dei diritti e dei doveri connessi alla condizione di cittadino straniero.

“Dal punto di vista dell’attuazione – ha sottolineato l’assessore – occorre ribadire e rafforzare un autentico approccio ‘dal basso’, in cui gli enti locali esercitino funzioni di governo per la programmazione e la realizzazione degli interventi, con il coinvolgimento di una vasta gamma di attori, istituzionali e non (enti periferici dello Stato, terzo settore, scuole, imprese), puntando comunque sempre sul protagonismo attivo degli stessi migranti. In particolare, due sono le sfide principali: le donne e i giovani di origine straniera”.

Presentazione del nuovo triennale a Bologna l’8 aprile
Il primo degli incontri di presentazione del nuovo Programma triennale, a cui ne seguiranno altri in tutto il territorio regionale, è previsto a Bologna, martedì 8 aprile a partire dalle 18, al Centro interculturale “Massimo Zonarelli” (Via Giovanni Antonio Sacco 14) con l’assessore Marzocchi. La scelta di utilizzare questo spazio non è casuale: da anni, infatti, il Centro rappresenta una risorsa strategica per il dialogo interculturale e per la partecipazione dei cittadini stranieri. Ci sarà la proiezione in anteprima del video prodotto e realizzato dalla Regione sul Programma triennale (“Per una comunità interculturale”), basato su una serie di interviste sui temi del lavoro, della salute, della scuola, dello sport. Oltre ai cittadini stranieri e italiani che vorranno assistere, hanno assicurato la loro presenza l’onorevole Cécile Kyenge, l’assessore ai Servizi sociali, volontariato, associazionismo e partecipazione del Comune di Bologna Amelia Frascaroli e la presidente della Provincia di Bologna Beatrice Draghetti. Al termine della proiezione ci sarà un dibattito e la possibilità di approfondire alcuni aspetti del Programma. La serata si concluderà con un aperitivo.

Comune di Ferrara, tutti i comunicati del 2 aprile

da: ufficio stampa Comune di Ferrara

La newsletter del 2 aprile 2014

FESTIVAL DI ALTROCONSUMO – Appuntamento il 16, 17 e 18 maggio 2014 nella città estense
Come evitare gli inganni al Ferrara Altroconsumo Festival seconda edizione
02-04-2014

L’inganno nelle offerte ai consumatori è dietro l’angolo: negli ultimi dodici mesi sono arrivate ai giuristi di Altroconsumo 164.813 segnalazioni e richieste di consulenza su pratiche ingannevoli e scorrette da parte di professionisti e aziende.

Gli utenti e consumatori possono affinare la capacità di intercettare le bufale, evitare trappole; Altroconsumo si impegna quotidianamente dalla parte del consumatore, con l’attività di consulenza di un pull di 80 avvocati, con l’assistenza reclami, con l’analisi comparativa e l’ottica del maggior risparmio possibile, con l’informazione indipendente.

I prossimi 16, 17 e 18 maggio è in programma un appuntamento speciale, una tre giorni su come riconoscere i tranelli ed evitarli: questo il tema che il Festival di Altroconsumo a Ferrara affronterà insieme ai consumatori; da come riconoscere una pubblicità ingannevole a come muoversi nel web senza brutte sorprese, a come scoprire bugie e ciarlatani della salute.

Nella splendida cornice della città estense, il festival avrà anche quest’anno il patrocinio del Comune e della Provincia di Ferrara, e vedrà come partner Ferrara Fiere Congressi eFerrara terra e acqua.

Dai laboratori sulle etichette alle domande sul fisco, dalla bici ideale al sipario sulla contraffazione, dai nuovissimi gruppi d’acquisto alle consulenze personalizzate: occasioni d’informazione, incontro e partecipazione per imparare a non abboccare alle offerte ingannevoli.

>> Qui maggiori informazioni e programma dettagliato, che si arricchirà di eventi da oggi a maggio.

Info:

Liliana Cantone – responsabile ufficio stampa, dipartimento relazioni esterne
Altroconsumo – Via Valassina 22 20159, Milano
tel +39 02 66 890 205

mobile +39 335 73 72 294

liliana.cantone@altroconsumo.it

http://www.altroconsumo.it/organizzazione/

twitter @lilianacantone

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BIBLIOTECA ARIOSTEA – Incontro giovedì 3 aprile alle 16,30
Ritorno a Schifanoia con Gianluigi Magoni
02-04-2014

A oltre quindici anni dalla pubblicazione del saggio ‘Le cose non dette sui Decani di Schifanoia’,
Gianluigi Magoni riprende l’argomento delle costellazioni nascoste nelle enigmatiche figure della fascia mediana del Salone dei Mesi in un incontro in programma giovedì 3 aprile alle 16,30 nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea. Per rispondere al quesito ‘Lista di Decani o calendario astronomico?’ saranno fornite notizie storiche e presentati alcuni aggiornamenti. Sarà inoltre data una risposta alla questione (allora rimasta irrisolta) del verso di lettura dei Decani e sarà ripreso il tema dell’enigma dei cinque Mesi deteriorati. L’incontro, aperto a tutti gli interessati, è curato dall’Accademia delle Scienze di Ferrara e sarà introdotto da Roberto Rizzo.

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ASSESSORATO ALL’AMBIENTE – Inaugurato da autorità cittadine e vertici aziendali, ha la potenza di oltre 11 megawatt
Il nuovo parco fotovoltaico di via Aranova
02-04-2014

E’ stato inaugurato ufficialmente questa mattina, mercoledì 2 aprile in via Pelosa (vicino all’incrocio con via Aranova) a Ferrara un nuovo parco fotovoltaico realizzato da Rete Solare, società del Gruppo Tozzi di Ravenna. All’incontro per l’avvio ufficiale dell’impianto di produzione di energia solare erano presenti il Sindaco, l’assessora comunale all’Ambiente, rappresentanti della Società Rete Solare Srl – il presidente Franco Tozzi, l’amministratore delegato Mario Tozzi e il direttore generale Claudio Ricci.

Ferrara città “rinnovabile”. Nel 2013 Rete Solare -società del Gruppo Tozzi di Ravenna-ha ottenuto l’autorizzazione per la costruzione e l’esercizio di un impianto fotovoltaico in via Aranova che ha realizzato nello stesso anno e ora è pienamente in esercizio.
L’impianto, dalla potenza di 11,6 megawatt, occupa una superficie di 35 ettari (di cui 25 effettivamente occupati dai pannelli solari) e produce energia per oltre 15.600 MWh, equivalenti al fabbisogno energetico di 4.000 famiglie, evitando l’emissione in atmosfera di 11.000 t di CO2/l’anno. Un progetto ambizioso che conferma l’orientamento delle Istituzioni ferraresi (Provincia e Comune) verso uno sviluppo ecosostenibile, senza consumo di territorio agricolo dato che l’area interessata dall’intervento era a destinazione produttiva.

La progettazione dell’impianto è stata condotta, fin dall’inizio della procedura di V.I.A., con la continua ricerca di soluzioni progettuali che permettessero il migliore inserimento ambientale e paesaggistico dell’opera con il territorio circostante. A tale scopo sono state introdotte diverse misure di mitigazione ambientale, con l’obiettivo di migliorare la qualità e la riproducibilità delle risorse naturali dell’area interessata. In quest’ottica, i pannelli fotovoltaici sono stati montati su strutture infisse direttamente nel terreno, in totale assenza di fondazioni in cemento armato, per garantire la reversibilità completa del sito al termine del ciclo di vita. Arbusti, alberi, siepi autoctone sono state piantumate lungo il perimetro d’impianto, per mitigarne la visibilità dall’esterno. Nell’area oggetto di intervento è presente un macero, un tempo utilizzato per la lavorazione della canapa, sul quale è stato effettuato uno specifico intervento di riqualificazione, secondo un progetto concordato con l’Amministrazione Comunale, al fine di creare le condizioni per lo sviluppo armonioso della flora e della fauna autoctona e la possibilità di svolgere attività di ricerca sulle stesse.
Infine è stato asfaltato il tratto di via Aranova in modo tale da consentire un agevole accesso all’area e a tutte le attività presenti nell’intorno. Sindaco e assessora comunale all’Ambiente hanno sottolineato come con questo impianto si arrivi oggi a superare i 60 MW di potenza installata nel nostro territorio (nel 2008 erano 30 Mw) sommando anche gli impianti di Focomorto e del Polo Chimico Industriale, un’azione contemplata anche all’interno del Piano per l’energia sostenibile. Per il 2020 il piano prevede nuove installazioni di panneli isolari su immobili pubblici e parcheggi.

LA SCHEDA DELL’AZIENDA – La Tozzi Srl è un’impresa tutta italiana che vanta un’esperienza di oltre cinquant’anni nei settori dell’impiantistica e delle quadristica elettro-strumentale. Attraverso le diverse società si configura come un Gruppo in cui confluiscono esperienze aziendali e familiari che coprono in toto il comparto industriale e il settore delle energie rinnovabili. In particolare, l’anima verde della società Tozzi è nata nel 2003 acquisendo gli asset delle rinnovabili realizzati a partire dal 1990. Ad oggi gli impianti realizzati nelle varie fonti (idroelettrico, eolico, fotovoltaico, biomassa) superano i 500 MW complessivi.

(A cura dell’assessorato all’Ambiente del Comune di Ferrara)

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CHIOSTRO DI SAN PAOLO – Iniziativa in programma da venerdì 4 a domenica 6 aprile
Con ‘C’è birra e birra’ tre giorni per degustare prodotti artigianali di qualità
02-04-2014

E’ stato presentato ai giornalisti questa mattina, mercoledì 2 aprile nella residenza municipale, il programma dell’iniziativa ‘C’è birra e birra’, in programma dal 4 al 6 aprile al Chiostro di San Paolo (piazzetta Schiatti 9). L’appuntamento, alla sua seconda edizione, prevede tre giornate dedicate alla degustazione di birra artigianale di qualità con stand gastronomico, musica e divertimento.
Il panorama di attività e l’organizzazione sono state curate dall’agenzia di comunicazione ed eventi MRI1 in collaborazione con Adelaide Vicentini e con il patrocinio del Comune di Ferrara. All’incontro di presentazione sono intervenuti l’assessora alle Attività produttive e le organizzatrici Adelaide Vicentini e Maria Rita Martoni. La manifestazione metterà in contatto il pubblico con i produttori che daranno consigli sulle birre proposte, spiegheranno come vengono prodotte e guideranno i consumatori alla scoperta delle caratteristiche di gusto e retrogusto. L’iniziativa è rivolta a tutte le fasce di età, ai giovani per un approccio che non sia solo di consumo ma anche di degustazione per un bere consapevole ed ai meno giovani per allargare le loro conoscenze. Tutte le serate saranno allietate da gruppi musicali e gadget.
“Per questa 2.a edizione – ha affermato Adelaide Vicentini – ci saranno alcune novità rispetto allo scorso anno. I dieci birrifici presenti all’iniziativa sono delle new entry e tra questi due sono esteri. Inoltre le giornate dedicate alla manifestazione non saranno soltanto due ma si comincerà dal venerdì per dare più possibilità agli appassionati di visitare la festa. Infine va ricordato che le bevande protagoniste di ‘C’è birra e birra’ utilizzano solo prodotti naturali e tracciabili sul territorio.”

Informazioni utili (a cura degli organizzatori)
Orari: venerdì 4 e sabato 5 aprile ore16 -1; domenica 6 aprile ore 11 – 21
Tariffe: 5,00 euro; 3,00 studenti universitari
URL dell’evento
http://www.mri1.org

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INIZIATIVA EDITORIALE – Giovedì 3 aprile alle 18 a palazzo San Crispino
Presentazione del libro ‘Una sola stella nel firmamento’
02-04-2014

Giovedì 3 aprile alle 18, alla libreria IBS di palazzo San Crispino (piazza Trento Trieste), verrà presentato il libro dal titolo ‘Una sola stella nel firmamento’ di Patrizia Moretti con Francesca Avon. In occasione dell’iniziativa, organizzata con il patrocinio del Comune di Ferrara, è previsto un dialogo a quattro voci tra le autrici, Luigi Manconi e Francesca Coin.

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3.a COMMISSIONE CONSILIARE – Si riunirà giovedì 3 aprile alle 15.30 in sala Zanotti
Permesso di costruzione di un presidio per autistici e variante urbanistica
02-04-2014

La 3.a Commissione consiliare – presieduta dal consigliere Antonio Pavoni – si riunirà giovedì 3 aprile alle 15.30 nella sala Zanotti della residenza municipale. Nel corso dell’incontro l’assessora all’Urbanistica illustrerà le delibere di “Autorizzazione al rilascio del permesso di costruire in deroga alle norme del RUE vigente richiesto dall’associazione Onlus denominata “Dalla Terra alla Luna” per la realizzazione di un presidio socio assistenziale per persone con autismo, costituito da gruppo appartamento e centro sociale occupazionale” e di “Adozione di variante urbanistica al 1° Piano Operativo Comunale, per l’inserimento nel POC dei comparti “riqualificazione struttura commerciale via Duran” a Ferrara e “centro ricreativo in Bova di Marrara”.

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ASSESSORATO LAVORI PUBBLICI – Venerdì 4 aprile alle 11 in sala Arazzi e nel salone d’Onore presentazione e inaugurazione mostre
In mostra la documentazione degli interventi e i reperti scoperti nell’ambito della riqualificazione del Centro Storico
02-04-2014

Venerdì 4 aprile alle 11, nel Salone d’Onore – Residenza Municipale, avrà luogo l’inaugurazione dell’allestimento espositivo documentario “PSA Programma Speciale D’Area centro storico. Gli interventi a Ferrara come prima più di prima”. Nell’occasione verrà anche presentata in sala Arazzi la mostra “Ferrara al tempo di Ercole I d’Este. Scavi archeologici, restauri e riqualificazione urbana nel centro storico della città”, che sarà inaugurata sabato 5 aprile alle 17, nella sede del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara (Palazzo Costabili detto di Ludovico il Moro in via XX Settembre).
All’appuntamento interverranno il Sindaco di Ferrara, il Sottosegretario alla Presidenza della Regione Emilia-Romagna, la responsabile degli scavi di Ferrara Chiara Guarnieri per la Soprintendenza ai Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, gli Assessori comunali ai Lavori Pubblici, alla Ciltura e all’Urbanistica. Sarà inoltre l’occasione per fare il punto sullo stato di realizzazione del Programma Speciale d’Area del Centro Storico di Ferrara.

Giornalisti, fotografi e operatori video sono invitati

ALLEGATI SCARICABILI – Invito all’inaugurazione

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BIBLIOTECA BASSANI – In parete fino al 26 aprile a Barco
I riti della Pasqua negli scatti di Giuseppe Potenza alla Bassani
02-04-2014

“Riti della Settimana Santa in terra di Bari” è il tema della mostra fotografica di Giuseppe Potenza in parete negli spazi espositivi della Biblioteca Bassani (via Grosoli, 42 a Barco / bus n.11) dal 29 marzo al 26 aprile. La Puglia è una delle regioni del nostro sud che annovera una grande varietà di riti legati alla Pasqua nati in epoca medievale. Gli scatti di Giuseppe Potenza fanno vivere il significato di queste espressioni popolari legate alla storia di un territorio arricchito da scambi culturali ed economici con realtà diverse.
L’iniziativa, promossa dal Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara/Biblioteca Bassani, vede il patrocinio Regione Emilia-Romagna; Provincia di Ferrara; Comune di Ferrara; Provincia di Bari; Chiesa Maria SS. della Lama-Convento Agostiniano Noicattaro; Comune di Noicattaro; Comune di Valenzano; FOTOclub Ferrara; La voce di Ferrara e Comacchio.
La mostra è visitabile negli orari di apertura della Biblioteca: martedì, mercoledì e giovedì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18; venerdì e sabato dalle 9 alle 13.

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BIBLIOTECA ARIOSTEA – “Istruzione e democrazia”: venerdì 4 aprile alle 17 in via Scienze
‘L’educazione profetica di Aldo Capitini’, un incontro con Daniele Lugli
02-04-2014

Sarà dedicato ad “Aldo Capitini, l’educazione profetica” il nuovo appuntamento, venerdì 4 aprile alle 17 nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea, con il ciclo di incontri ‘Viaggio nella comunità dei saperi – Istruzione e democrazia’ a cura dell’Istituto Gramsci e dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara. Ad approfondire il tema sarà Daniele Lugli, collaboratore di Aldo Capitini e già presidente del Movimento Nonviolento, introdotto da Fiorenzo Baratelli.

LA SCHEDA (a cura degli organizzatori) – Filosofo, politico, antifascista, poeta ed educatore italiano, Aldo Capitini (Perugia, 1899 – Perugia, 1968) fu uno tra i primi in Italia a teorizzare il pensiero nonviolento gandhiano, al punto da essere indicato come il Gandhi italiano. Nel 1924 vinse una borsa di studio presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, nella facoltà di Lettere e Filosofia, e nel 1930 venne nominato segretario della Normale. In questo periodo maturò la decisione del vegetarianismo come conseguenza della scelta di non uccidere. Si oppose con forza al Fascismo e nel 1944 cercò di realizzare un primo esperimento di democrazia diretta, fondando a Perugia il “Centro di Orientamento Sociale”, uno spazio politico aperto alla libera partecipazione dei cittadini. Domenica 24 settembre 1961 organizzò la Marcia per la Pace e la fratellanza dei popoli, un corteo nonviolento da Perugia verso Assisi, esperienza ancor oggi proposta con cadenza annuale dalle associazioni e dai movimenti per la pace. In quella occasione per la prima volta venne utilizzata la Bandiera della pace.

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SICUREZZA STRADALE – Venerdì 4 aprile alle 16.30 allo spazio giovanile L’Urlo a Barco
Ultima proiezione del film ‘Young Europe’ dedicato al tema della sicurezza stradale
02-04-2014

Ultimo appuntamento della città con la serie di proiezioni gratuite del film ‘Young Europe’ del regista Matteo Vicino, dedicato al tema della sicurezza stradale, venerdì 4 aprile alle 16.30 al Centro di partecipazione giovanile ‘l’Urlo’ di via Bentivoglio 215 a Barco. L’iniziativa ha preso il via mercoledì scorso con una proiezione per le scuole ed ha visto un successivo incontro venerdì 28 marzo all’Area Giovani di via Labriola con la partecipazione del regista.

Il ciclo di proiezioni dedicato al film ‘Young Europe’ è stato promosso dal Comune di Ferrara, da sempre attento alle problematiche e ai progetti della sicurezza stradale, in collaborazione con la Provincia e con l’intervento e la partecipazione di diversi servizi ed Enti del territorio fra cui la Polizia Municipale, l’Ufficio scolastico territoriale, la Polizia di Stato e come partner sponsor la Bcc Cassa Padana e il Club officina Ferrarese. Il lungometraggio tratto da un libro del regista, è stato prodotto nel 2011 dal Ministero dell’Interno-Polizia di Stato e dalla Commissione Europea e successivamente realizzato con la collaborazione di Ania per la sicurezza stradale e con la supervisione scientifica del Dipartimento di Psicologia della Sapienza di Roma. Più volte premiato, è stato visionato nei cinema di 80 città italiane coinvolgendo oltre 50mila studenti, ed è stato distribuito in 14 Paesi europei nell’ambito del progetto Icarus.

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FERRARA ARTE/ARIOSTEA – Sabato 5 aprile alle 10.30 alla sala Agnelli
Eva Montanari racconta Henri Matisse con parole e immagini
02-04-2014

Si intitola “Henri è Matisse e io… chi sono? / Eva Montanari racconta Henri Matisse con parole e immagini” l’iniziativa in programma sabato 5 aprile alle 10.30 alla sala Agnelli della biblioteca Ariostea a cura di Fondazione Ferrara Arte e Biblioteca Ariostea.

Eva Montanari, scrittrice e illustratrice di libri per ragazzi, presenta a bambini e genitori il suo ultimo lavoro Henri è Matisse e io… chi sono?, realizzato con il sostegno di Eni in occasione della mostra Matisse, la figura (Palazzo dei Diamanti, 22 febbraio – 15 giugno 2014).

I bambini saranno poi coinvolti in un laboratorio creativo di colori ritagliati e forme inaspettate.
Info: 0532 244949, www.palazzodiamanti.it

(Comunicato a cura di Fondazione Ferrara Arte)

Sabato 5 aprile, al Teatro Julio Cortazar, “Luce nell’ombra”, atto unico ispirato a “I diari di Etty Hillesum”

da: Obsoleta Teatro

Se tutto questo dolore non allarga i nostri orizzonti e non ci rende più umani, liberandoci dalle piccolezze e dalle cose superflue di questa vita, è stato inutile. E.H.

Il collettivo Obsoleta Teatro presenta Luce nell’ombra, atto unico ispirato a I diari di Etty Hillesum.
I diari riportano il percorso interiore della giovane ebrea olandese che nel 1942 scelse di unirsi ai prigionieri nel campo di smistamento di Westerbork, ultima tappa prima di Auschwitz.
Due anni di ricerca sul testo sono stati fondamentali per il collettivo Obsoleta Teatro per metterre in scena i pensieri di questo personaggio equilibrando nella drammaturgia parole, coreografie, canto, musica dal vivo e linguaggi audiovisivi.
Abbiamo preferito non raccontare una biografia, ma trasformare i pensieri di questo personaggio in luci, ombre, paesaggi sonori e visivi.
La ricostruzione scenica è un luogo-non luogo deputato alla reclusione, alla punizione, al controllo, ma è anche la stanza della rievocazione, dove affiorano odori, sentimenti, ricordi e dubbi.
È tempo di guerra e nelle parole di Etty Hillesum continuano a vivere desideri, utopie e speranze.
Diversi personaggi attraversano la scena, talvolta si esprimono in una lingua comune come parti di una stessa intimità, altre volte raccontano aspetti complementari della loro personalità.
Le tre figure sembrano lottare contro un’opposizione forzata dettata principalmente dal contesto in cui sono inserite, più che dalla volontà stessa dei personaggi.

La Hillesum traccia nel suo diario un racconto parallelo, fatto di immagini legate alla natura e al
paesaggio: fiori, boschi, fango, nebbia, cieli, strade cittadine riflettono stati d’animo, presagi, sogni,
ricordi. «Spesso il paesaggio esterno è per me lo specchio di quello interno in me c’è la grande immobile alba grigia, in me scorrono i fiumi e si innalzano le montagne (…)».

La scena prende spessore anche grazie alla tessitura sonora di Luca Ciriegi, eseguita dal vivo, che accompagna il riaffiorare di ricordi e pulsioni conferendo tridimensionalità alla narrazione.

La drammaturgia viene a comporsi di diversi strati, che corrispondono ad altrettante letture dei testi lasciati dalla scrittrice: la dimensione più intima e il poetico rapporto con Dio, il contesto storico, la forza dell’ironia, la lucidità con cui affronta il presente. Ritroviamo tra le pagine di questo diario le nostre stesse domande sulla vita e la morte, sul senso della guerra, sulle basi dell’essere umani.

Sviluppo del progetto teatrale

Il primo studio di Natasha Czertok su Esther “Etty” Hillesum risale al monologo In Khaim, corto teatrale finalista al premio Donna Mostra Donna di Roma 2011, e presentato al Festival dei Diritti di Ferrara 2011.
Dall’incontro con Greta Marzano e Chiara Galdiolo nasce lo spettacolo Luce nell’ombra, ispirato ai Diari e alle Lettere della Hillesum, selezionato al Premio Scenario per Ustica 2013.
Un importante punto di riferimento per una corretta filologia e per il rispetto del pensiero della scrittrice è stata la collaborazione tra Natasha Czertok e Roberto Cazzola, germanista ed editor di Adelphi che ha curato la nuova edizione delle Lettere di Etty Hillesum uscita nel novembre 2013.

Se tutto questo dolore non allarga i nostri orizzonti e non ci rende più umani, liberandoci dalle piccolezze e dalle cose superflue di questa vita, è stato inutile. E.H.

Sabato 5 Aprile 2014 ore 21

Teatro Julio Cortazar

via ricostruzione, 40

Pontelagoscuro – FE –

Obsoleta Teatro presenta “Luce nell’ombra”

Regia: Natasha Czertok
liberamente ispirato da I Diari di Etty Hillesum

Con: Natasha Czertok, Greta Marzano, Chiara Galdiolo

Musiche: Luca Ciriegi

Contributi video: Marinella Rescigno, Massimo Alì Mohammad e Monia Finessi

Luci: Giulia Generali

Fotografie di scena: Daniele Mantovani, Claudia Lo Presti

Organizzazione Samantha Biferale, Paola Leuci

Con il sostegno di Teatro Nucleo, Comune di Ferrara Assessorato alla Cultura, Festa del Libro Ebraico di Ferrara/Fondazione Meis

Con l’amichevole contributo di Roberto Cazzola (Adelphi Editore)

video promo: http://youtu.be/XszvelTyw9k

Diodato in concerto: “E forse sono pazzo tour”

da: ufficio stampa e promozione Big Time

E’ con grande piacere che annunciamo le prime date dell’“E forse sono pazzo tour”.
Una prima serie di concerti che vedranno DIODATO esibirsi dal vivo con la sua band nelle maggiori città italiane partendo dalla sua Puglia (Bari 18/04 e Lecce 19/04) per poi toccare Milano (30/04), Roma (3/05), Venezia (10/05), Torino (16/05) e Bologna (17/05).

Parallelamente all’attività live Diodato sarà sempre ospite, ogni domenica in collegamento, della trasmissione “Che tempo che fa”, condotta da Fabio Fazio su Rai 3.
Con le sue “canzoni in un minuto”, ogni volta con un brano diverso, renderà omaggio ai grandi autori della musica italiana.

VENERDI 18 APRILE – BARI – TEATRO KISMET
SABATO 19 APRILE – LECCE – MASSERIA OSPITALE
MERCOLEDI 30 APRILE – MILANO – ARCI BIKO
SABATO 3 MAGGIO – ROMA – ANGELO MAI ALTROVE OCCUPATO
SABATO 10 MAGGIO – VIGONOVO VENEZIA – STUDIO 2
VENERDI 16 MAGGIO – TORINO – BLAH BLAH
SABATO 17 MAGGIO – BOLOGNA @ LOCOMOTIV CLUB

Continuano inoltre gli showcase di presentazione del disco nelle librerie voce e chitarra:

DIODATO IN STORE

MERCOLEDI’ 26 MARZO – NAPOLI – ore 18:30 – Fonoteca – Via Morghen, 31
VENERDI’ 28 MARZO – BARI – ore 18:30 La Feltrinelli – Via Melo, 119
SABATO 29 MARZO – TARANTO – 18:00 Casa Del Disco – Via di Palma, 64
MARTEDI’ 1 APRILE – MILANO – ore 19:00 – Santeria – Via Paladini, 8°
MERCOLEDI’ 2 APRILE – BOLOGNA – ore 19:00 – SEMM Music Store – V. Oberdan 24/F
GIOVEDI’ 3 APRILE – FIRENZE – ore 18:00 – Ibs.it Bookshop – Via de’ Cerretani,16/R
VENERDI’ 4 APRILE – FERRARA – ore 18:00 Ibs.it Bookshop – Piazza Trento e Trieste
SABATO 5 APRILE – PADOVA ORE 19,30 – 23cdstore Via Barbarigo 2.

Esce infatti la nuova edizione dell’esordio discografico di DIODATO, “E forse sono pazzo”, con l’aggiunta del brano “BABILONIA” in gara al 64m o Festival di Sanremo nella sezione nuove proposte.

La partecipazione al Festival di Sanremo di DIODATO è arrivata a conclusione di un percorso partito dalla pubblicazione, lo scorso Aprile, del cd di esordio “E forse sono pazzo”, passando per la colonna sonora del nuovo film di Daniele Luchetti “Anni felici” con l’unica cover del disco (Amore che vieni, amore che vai di Fabrizio De Andrè), e la vittoria allo scorso Medimex del premio “Artista dell’anno” indetto dalla piattaforma musicale on demand Deezer.

DIODATO con la sua opera prima è riuscito a sintetizzare la melodia del bel paese con il graffio del rock d’oltremanica, pubblicando un disco con cui si è imposto all’attenzione generale come uno dei più interessanti nuovi cantautori rock.
Dal disco sono stati estratti due singoli ed altrettanti video: “Ubriaco” e “Amore che vieni amore che vai”, rilettura del classico di Fabrizio De Andrè, unica cover del disco, inclusa nella colonna sonora del film “Anni felici” di Daniele Luchetti.

“Babilonia”, presente in questa nuova edizione, è anche un video, visibile a questo link:

TRACKLIST

MI FAI MORIRE
UBRIACO
MA CHE VUOI
E FORSE SONO PAZZO
I MIEI DEMONI
PANICO
CAPELLO BIANCO
PATOLOGIA
AMORE CHE VIENI, AMORE CHE VAI
SE SOLO AVESSI UN ALTRO
E NON SO NEANCHE TU CHI SEI
GLI ALBERI
BABILONIA (*)

(P) 2013 Le Narcisse, distribuito da Goodfellas su Licenza Le Narcisse.
(*) (P) 2013 Le Narcisse, distribuito da Goodfellas su Licenza ETNAGIGANTE S.r.l.

Tutti i brani sono scritti da Diodato eccetto Amore che vieni, amore che vai scritta da Fabrizio De André. Arrangiati da Diodato, Daniele Fiaschi, Duilio Galioto, Danilo Bigioni, Alessandro Pizzonia e Daniele ‘ilmafio’ Tortora.
Prodotto, registrato e mixato da Daniele ‘ilmafio’ Tortora.
Registrato presso il Clivo Studio, Roma e il Nowhere Studio, Roma.

Musicisti presenti nel cd:
DIODATO – voce, cori, fischi, interferenze vaticane, aqua bells, pianoforte e batteria,
DUILIO GALIOTO – wurlitzer, interferenze vaticane, organo, pianoforte, mellotron, ms20 e cori
DANIELE FIASCHI – chitarre elettriche, chitarra acustica, chitarra magica e cori
DANILO BIGIONI – basso e cori
ALESSANDRO PIZZONIA – batteria, tamburello, percussioni e cori
DANIELE “ILMAFIO” TORTORA – shaker, programmazione, chitarre elettriche, vs200 iPhone, tastiere e cori;
SIMONE DE FILIPPIS – toys, simonizer
ANGELO MARIA SANTISI: violoncelli

www.diodatomusic.it
www.youtube.com/antoniodiodatomusic

Venerdì, all’Ibs, incontro con Diodato, giovane promessa del Rock italiano, e showcase del suo ultimo album “E forse sono pazzo”

da: Responsabile Eventi Libreria Ibs.it Ferrara

Il rock italiano ha un nuovo protagonista: si chiama Diodato e con la sua opera prima è riuscito a sintetizzare la melodia italiana e il graffio del rock d’oltremanica. Rock italiano d’autore, diretto, intenso, malinconico, a tratti possente a tratti etereo; una voce pulita e potente che non fatica a scomodare paragoni illustri. Questa versione dell’album include il brano Babilonia, in gara nella sezione giovani di Sanremo 2014.

Diodato si avvicina alla musica sin da bambino con lo studio del violino che però abbandonerà dopo qualche anno. A tredici anni comincia a suonare nella sua prima band composta da due amici e vicini di casa. Provano in una cantina che si allaga spesso e si esibiscono in feste private. Nel 2001 vola a Stoccolma dove collabora alla realizzazione di un brano per Beirut Café 2, una compilation lounge che verrà distribuita in tutto il mondo. Alla realizzazione di “Libiri”, canzone cantata in italiano, partecipano anche Sebastian Ingrosso e Steve Angello, due DJ e produttori che qualche anno dopo fonderanno gli Swedish House Mafia, riscrivendo la storia della dance mondiale. Tornato in Italia si laurea in Cinema al DAMS di Roma ma comincia a dedicare sempre più tempo alla musica.
Per anni si esibisce con diverse band in centinaia di live. Nel 2007 registra un EP autoprodotto che presenta al MEI di Faenza. Nel 2010 incide un singolo dal titolo “Ancora Un Brivido” che riscuote un discreto successo entrando nella programmazione di alcune piccole radio italiane ed emittenti televisive e che gli permette di conoscere colui che diverrà il produttore artistico del suo primo disco.
Nel 2011 infatti, Daniele Tortora, produttore romano che aveva già collaborato con Afterhours, Roberto Angelini, Nidi d’Arac, Niccolò Fabi, Max Gazzé, Massimo Giangrande e molti altri artisti italiani, dopo averlo ascoltato dal vivo in un locale romano, gli propone di lavorare ad un disco.
Il 26 aprile 2013, per Le Nacisse Records, distribuito da Goodfellas, esce “E forse sono pazzo” presentato nello stesso giorno all’Angelo Mai Altrove di Roma.
Subito diverse interviste ed esibizioni live in programmi di qualità come: Radio 2 Twilight , Suoni d’Estate di Radio 1, Piazza Verdi su Radio 3, Isoradio, ma anche Music Corner di Repubblica.it con Ernesto Assante, dove viene fuori il suo talento in chiave acustica, voce e chitarra.
“E forse sono Pazzo” viene anche recensito ottimamente su diverse testate speicalizzate come XL di Repubblica e Il Mucchio e da molte testate nazionali come il Messaggero, La Gazzetta dello Sport e su decine di pubblicazioni on line.
“Ubriaco”, il primo singolo video che accompagna il disco, ottiene passaggi in molte testate radiofoniche su tutto il territorio nazionale.
Seguono alcune esibizioni dal vivo come quella del Primo Maggio 2013 a Taranto, sua città di origine, dove Antonio si esibisce sullo stesso palco con Fiorella Mannoia, Luca Barbarossa, Elio Germano, Roy Paci, Pierpaolo Capovilla e davanti a migliaia di persone per la causa del risanamento dell’Ilva.
Nell’estate 2013 Daniele Silvestri affida a Diodato l’apetura del suo concerto a Rock in Roma.
In settembre la coraggiosa rivisitazione di “Amore che vieni, amore che vai” di Fabrizio De Andrè, viene scelta da Daniele Luchetti per la colonna sonora del suo nuovo film “Anni felici” con Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti e presentato in anteprima al Festival Internazionale del Film di Toronto
Il brano, trasformato in un rock di grande personalità, mantiene intatta la poesia dell’originale e viene trasmesso da numerose radio e network nazionali tra cui Radio1, Radio Deejay, Radio 101, Rds e molte altre emittenti.
Ne segue anche un videoclip per la regia di Gianni Costantino con la supervisione artistica dello stesso Luchetti che passa anche durante la rubrica del TG1 Rai Do Re Ciak Gulp a cura di Vincenzo Mollica.
Sempre nell’autunno 2013 Diodato si esibisce dal vivo nel programma di Luca Barbarossa “Radio 2 Social Club” e nello storico programma di Radio 1 “Stereonotte”.
In occasione dell’ultimo Medimex 2013 è stato premiato dalla piattaforma di ascolto on demand Deezer come artista dell’anno.
DIODATO parteciperà al 64esimo Festival della Canzone Italiana di Sanremo, tra le nuove proposte, con la canzone “Babilonia”.

enerdì 4 aprile ore 18:00

Presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino
Libreria IBS.it bookshop

Incontro con DIODATO
secondo classificato delle Nuove proposte a Sanremo 2014

Showcase di presentazione del suo album
E forse sono pazzo
(Le Narcisse/Goodfellas)

Venerdì, in collaborazione con il Conservatorio “F. Venezze” di Rovigo, il Torrione ospita “Jazz goes to College”

da: ufficio stampa Jazz Club Ferrara

Venerdì 04 aprile (ore 21.30) al via il secondo ed ultimo appuntamento firmato Jazz goes to College in collaborazione con il Dipartimento Jazz del Conservatorio “F. Venezze” di Rovigo.
A calcare il palcoscenico del Jazz Club Ferrara saranno ben tre diversi combo, costituiti dagli allievi del Conservatorio, guidati da tre impeccabili docenti come Marco Tamburini, Stefano Onorati e Stefano Paolini.
Nella prima parte della serata gli insegnanti si esibiranno insieme al proprio collettivo per il quale hanno personalmente curato repertorio e arrangiamenti.
Nella seconda e ultima parte, invece, una caleidoscopica jam session coinvolgerà a rotazione studenti e musicisti presenti in sala per un dialogo in musica senza esclusione di colpi.
I curricula di Tamburini, Onorati e Paolini (rispettivamente docenti di tromba, pianoforte e batteria jazz) si contraddistinguono per ricchezza di collaborazioni con protagonisti del jazz nazionale ed internazionale, progetti e partecipazioni ad importanti festival e prestigiose kermesse sparse per il globo e numerose registrazioni.

Venerdì 04 aprile – Jazz Club Ferrara, Torrione San Giovanni – Ore 21.30
Jazz goes to College
R.J.D Collectives + Jam session
Tre collettivi formati dagli alunni del Dipartimento Jazz del Conservatorio “F. Venezze” di Rovigo sotto la direzione di tre preparati docenti come Marco Tamburini, Stefano Onorati e Stefano Paolini

DOVE
Tutti i concerti si svolgono presso il Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Se si riscontrano difficoltà con dispositivi GPS impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

INFORMAZIONI
Infoline: 339 7886261 (dalle 15:30)
Prenotazione cena: 333 5077059 (dalle 15:30)
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com

Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso a offerta libera è riservato ai soci.

COSTI E ORARI
Ingresso a offerta libera riservato ai soci Endas.
Tessera Endas € 15

Non si accettano pagamenti POS

Apertura biglietteria: 19.30
Concerto: 21.30
Jam Session: 23.00

Euro sì, Euro no: non basta stampare moneta per risolvere i problemi

da: Fare per Comacchio

La cattiva politica illude gli italiani che possa bastare stampare moneta e d’un colpo risolvere i problemi del Paese. Secondo queste pericolose teorie, l’Europa è la causa di tutti i nostri mali e l’Euro è la fonte della crisi. Una nuova pietra filosofale viene offerta alla gente: il ritorno alla Lira.

FARE per Fermare il declino, il partito coordinato da Michele Boldrin, che ha eletto Santo Versace Presidente della sua assemblea lo scorso 9 Marzo a Firenze, vuole dire la verità agli italiani e smascherare il gioco dei politici che cavalcano la disperazione della gente a suon di bugie sull’Euro e sull’Europa.

Per questo motivo FARE per Fermare il declino intende parlare direttamente alla gente ed ha organizzato una serie di eventi nel quadro della campagna elettorale per le europee, che la vede partecipare nella lista SCELTA EUROPEA, insieme ad altre formazioni liberal-democratiche, per il Gruppo ALDE.

Il primo di questi, in provincia di Ferrara, è quello del Lido degli Scacchi, presso il ristorante Monnalisa, al Camping Florenz, un evento coordinato dal circolo locale di Fare per Comacchio, in collaborazione con FARE per Fermare il declino Emilia Romagna, in cui si approfondiranno i temi economici collegati all’Europa, configurando gli scenari collegati all’eventuale fuoriuscita dell’Italia dall’Euro.

Verrà proiettato un breve filmato, arricchito da interviste a famosi economisti, che supporterà la relazione degli esperti che si alterneranno nello spiegare al pubblico la posizione di FARE e risponderanno alle domande dei presenti. Non si tratta né di un comizio né di una relazione calata dall’alto, bensì di una discussione per chiarire i tanti dubbi e le tante errate e pericolose supposizioni che purtroppo circolano da mesi in Italia.

FARE per Fermare il Declino è il partito politico scaturito dal movimento nato nell’agosto 2012 per iniziava di sette personalità di primissimo piano a livello italiano e internazionale, indipendenti e libere da legami politici con i vecchi partiti. Il loro manifesto di appello agli italiani, pubblicato su sei quotidiani e intitolato “Cambiare la politica, fermare il declino, tornare a crescere”, è basato su 10 punti programmatici, semplici e realizzabili, e ha ottenuto una immediata e forte risposta da parte degli italiani, che ha permesso di partecipare alle elezioni politiche già dopo pochi mesi dalla costituzione. In novembre FARE per Fermare il declino, guidato da Michele Boldrin, ha lanciato l’iniziativa In Cammino per Cambiare, per la formazione di un nuovo soggetto politico. www.fermareildeclino.it

movimento5stelle

Una prospettiva di sviluppo per Comacchio

da: Gruppo M5S Comacchio

A Manrico Mezzogori piace molto comparire sulle pagine della stampa e sui mezzi di informazione, è rimasta celebre la sua nobile scalata al campanile del Duomo di Comacchio per difendere le piante abbattute in via Giorgione che dopo quattro anni hanno visto assolti tutti i responsabili.
Ma questa volta l’esercizio di arrampicarsi sugli specchi rischia di mostrare a tutti e per sempre la sua vera essenza di personaggio abile a mostrarsi sui media, ma anche di costruire una carriera sulle cause perse che, nel caso della pineta summenzionata, potrebbe costare cara al Comune quindi a tutti noi. Partiamo dal fatto che ad oggi il Protocollo di Intesa firmato tra Provincia di Ferrara e Comune di Comacchio può portare ad un accordo Territoriale che impieghi risorse nel nostro territorio tali da rimettere in ordine la situazione idrogeologica tanto cara a Manrico: la cosa importante è che questo strumento pubblico-privato che prevede la riqualificazione e la realizzazione di nuove strutture ricettive, di cui ne consegue nuova prospettiva occupazionale, potrà divenire efficace solo dopo che saranno assicurate le risorse economiche per i lavori di messa in sicurezza idraulica da parte degli Enti Pubblici che le realizzeranno.
Rispetto alla ricollocazione del comparto scolastico dell’Ex “Enaoli” si è già detto varie volte, ma verrà poi ribadito ancora, che l’idea è di costruire un nuovo plesso moderno a Comacchio nell’ambito di un disegno complessivo che miri contemporaneamente a restaurare tutta l’area dell’Ex Fortezza.
Mentre per i progetti che caratterizzeranno le varie iniziative del Contratto di Sviluppo sarà ovviamente discriminante la qualità e la sostenibilità dei progetti stessi in ordine a parametri che li rendano capaci di realizzare una migliore redistribuzione della redditività attraverso anche l’analisi di un bilancio sociale che anch’esso dovrebbe essere caro al prode Scalatore. Ma le considerazioni che vengono fatte sui giornali sia da Mezzogori, sia da altri, sono purtroppo tutte rivolte al passato ed in nessuna si chiama la Cittadinanza ad esprimersi rispetto ad una prospettiva di sviluppo che miri nel contempo a ridefinire Comacchio come un territorio competitivo e affidabile dal punto di vista amministrativo.
Il vero punto è questo: le polemiche non servono a mettere in discussione i progetti che verranno realizzati ma che tutto ciò possa avvenire sotto il governo di un Sindaco, di una Giunta e di una Maggioranza che non hanno Padroni e Committenti, se questo avverrà sarà un buon esempio di come la Rivoluzione pacifica sia possibile oltre a decretare la fine politica di quelli che, come Manrico, ci hanno portato fin qui in queste condizioni.

Movimento 5 Stelle Comacchio

La morte di Le Goff, studiava la storia attraverso il filtro delle scienze sociali

di Andrea Piana

“La storia è memoria”: dietro questa apparentemente banale affermazione, si nasconde tutto il significato dell’opera di Jacques Le Goff, l’ultimo grande storico francese, spentosi ieri a Parigi all’età di 90 anni. Affermare che la storia è memoria, per il grande studioso francese, significava anzitutto inglobare nella ricerca storica le altre scienze sociali e interrogarsi sugli aspetti della storia “marginali”, le pieghe nascoste della storia spesso dimenticate dalla dottrina ufficiale.

Nato a Tolone il 1 gennaio 1924, fu professore alla facoltà di lettere dell’università di Lille, poi direttore di ricerche all’Ecole Pratique des Hautes Etudes. Nel 1972 fu eletto alla direzione della sesta sezione dello stesso istituto, diventato nel 1975 l’ Ecole Pratique des Hautes Etudes en sciences sociales. Dalla fine degli anni sessanta è stato anche condirettore della rivista “Annales”.

Inserendosi in quel filone culturale che nasce da Marc Bloch e Lucien Febvre e che trovò in Fernand Braudel uno dei massimi rappresentanti, Le Goff fu probabilmente il più efficace divulgatore del racconto storiografico concepito essenzialmente come proposta di problemi. Uno dei padri del medievalismo europeo, si deve proprio a Le Goff la fine del mito errato del Medioevo come epoca oscura, parentesi buia durante l’avanzata progressiva della civiltà.

Pochi storici hanno saputo cogliere i nessi fra storia della cultura e dinamica economica, sociologica, antropologica, e contemporaneamente individuare il formarsi di atteggiamenti, mentalità e dottrine all’interno di una ricerca unitaria dei processi storici.

Legato tantissimo all’Italia (“La mia seconda patria”, amava ripetere), durante la sua lunghissima carriera di studioso Le Goff strinse amicizia con molti intellettuali italiani, su tutti Umberto Eco e l’editore Giulio Einaudi, con il quale ha pubblicato numerosi libri. A coronamento del forte legame con il nostro Paese, nel 2000 l’Università di Pavia lo insignì della laurea honoris causa in Filosofia, mentre l’Università di Bologna ha intitolato a lui l’ambito premio che ogni anno viene dato a uno storico del Medioevo.

Ma la più grande passione della sua vita fu sicuramente la moglie Anka, morta nel 2004 dopo oltre 40 anni di vita in comune e alla quale dedicò il commovente libro “Con Anka”, nel quale lo storico ricostruì il tratto di vita comune con la sua compagna, trasformandolo in un affresco sull’Europa contemporanea: “E’ un libro d’ amore e un atto di memoria”, così descrisse la sua opera le Goff. “Ma è soprattutto il tentativo di far rivivere, nell’ individualità della persona e della sua esistenza, una donna. Una donna che tutti quelli che l’ hanno conosciuta sono concordi nel definire eccezionale e affascinante. Una donna che ho profondamente amato e amerò sempre ardentemente fino alla mia morte”.

[© www.lastefani.it]

movimento5stelle

Forza Italia non è all’altezza di amministrare Comacchio

da: Gruppo M5S Comacchio

In merito a quanto dichiarato a mezzo stampa dal gruppo di Forza Italia ci permettiano come M5S innanzitutto di dare il bentornato ad un simbolo e ad un nome che meglio di altri rappresenta la decadenza ed il fallimento politico ed istituzionale del nostro Paese.
La nota che prende in esame l’approvazione del Piano di Stazione “Centro Storico” sembra più una richiesta che manifesta le istanze di qualcuno e non del sistema sociale ed imprenditoriale locale.
Se è vero che Forza Italia da sempre promuove e tutela la libera impresa farebbe bene a domandare proprio in quei settori quanto fosse anelato la fine di un percorso di approvazione durato 20 anni che anche la precedente Amministrazione di Centro Destra non è riuscita a portare a termine. Quali strumenti di confronto, di dialogo e partecipazione la stessa Amministrazione di allora ha messo in atto relativamente al Piano Spiaggia, al Piano del Parco e al nuovo Piano Strutturale Comunale?
Le numerosissime Commissioni nelle quali per decine di ore complessivamente se ne è parlato, soprattutto in merito alle osservazioni, non sono bastate e oggi queste argomentazioni servono come scusa per entrare in campagna elettorale riproponendo un simbolo che anche quando ha potuto amministrare Comacchio ha mostrato di non esserne all’altezza.

Movimento 5 Stelle Comacchio

“Programma Italia”, la mostra fotografica di Emergency a Ferrara

da: Emergency Ferrara

Nonostante sia un diritto riconosciuto, anche in Italia il diritto alla cura è spesso un diritto disatteso: migranti, stranieri, poveri spesso non hanno accesso alle cure di cui hanno bisogno per scarsa conoscenza dei propri diritti, difficoltà linguistiche, incapacità a muoversi all’interno di un sistema sanitario complesso. Da questa consapevolezza nascono gli interventi di Emergency nell’ambito del sistema penitenziario (conclusi nel 2007) e dell’area dell’immigrazione e del disagio sociale.

In Italia, Emergency ha offerto oltre 120.000 prestazioni.

La mostra fotografica è un modo di far conoscere attraverso le immagini una realtà quotidiana che sembra lontana da noi, e invece è vicinissima.

Medici, infermieri, mediatori culturali, pazienti sono i protagonisti delle fotografie che accompagnano il visitatore nella vita quotidiana dei Poliambulatori di Emergency in Italia.

L’inaugurazione della mostra sarà venerdì 04 aprile alle ore 19 presso il Café de la Paix, in Piazzetta Corelli 24 a Ferrara. Verrà servito uno squisito aperitivo vegan, rigorosamente ad offerta libera, appositamente preparato dal Café de la Paix. La mostra sarà visibile fino alla fine di aprile.

Programma Italia, la mostra
Café de la Paix, piazzetta Corelli 24, Ferrara
Inaugurazione 4 aprile ore 19.00

Il bambino blu

Una storia inventata insieme ai bambini di una classe seconda, già pubblicata sul numero 63 de “La Gazzetta del Cocomero” (febbraio 2012) e che diffondiamo volentieri oggi, 2 aprile, Giornata mondiale per la consapevolezza dell’autismo, durante la quale, allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica, tutti i monumenti del mondo si illumineranno di blu.

C’era una volta una classe di bambine e di bambini o meglio… c’era una volta una classe di bambine e di bambini tutti rosa.

A dir la verità non erano proprio tutti rosa, infatti qualcuno era rosa, altri erano rosa chiaro e altri ancora, quelli che stavano di più al sole, erano rosa scuro quasi marrone.

Anche le maestre e i maestri erano di un bel colore rosa antico.

E tutti insieme erano di un normale colore rosa.

Un giorno, alla maestra di quella classe, arrivò una telefonata; era il direttore della scuola, il quale avvertì che il giorno dopo sarebbe arrivato un bambino nuovo che veniva da lontano; il direttore sembrava volesse parlare ancora ma non aggiunse altro se non un po’ di imbarazzato silenzio.

Quando le maestre raccontarono ai bambini che il giorno dopo sarebbe arrivato un nuovo compagno in molti pensarono: “Speriamo diventi mio amico”, “Speriamo che giochi con me”, “Speriamo non sia un bullo”, “Speriamo sia simpatico”, “Speriamo tifi per la mia squadra”.

Il giorno dopo arrivò presto, insieme a lui arrivò anche il nuovo bambino ed insieme al nuovo bambino arrivò una super delusione ed un mega stupore.

Quando i bambini della classe videro sulla porta della loro aula il nuovo compagno rimasero senza parole nella bocca, pieni di domande negli occhi e con una paura tremenda dentro la testa.

Senza che nessuno sapesse da dove fosse arrivato, si trovarono sulla porta un bambino alto come loro, grosso come loro ma diverso del tutto da loro.

Lui era… lui era strano, molto strano davvero.

Intanto era tutto blu, sotto la maglietta ed i calzoncini aveva la pelle tutta blu.

E poi aveva anche tre occhi!!!

Due erano allo stesso posto in cui li avevano i bambini della classe ed uno ce l’aveva in mezzo alla fronte…

E poi aveva quattro braccia e naturalmente quattro mani!!!

Due erano allo stesso posto in cui le avevano i bambini della classe e altre due crescevano da sotto le ascelle.

E poi aveva quattro gambe e naturalmente quattro piedi!!!

Due erano allo stesso posto in cui le avevano i bambini della classe e altre due crescevano dietro le altre.

E, per finire, ad uno dei quattro polsi aveva uno strano orologio molto grande.

Il bambino blu dimostrava di non pensare a niente.

I bambini della classe si ritrovarono ad essere stupiti, curiosi, impauriti, pensierosi.

Anche la maestra si trovò un po’ a disagio ma poi, con la voce gentile e con i pensieri accavallati, chiese al bambino blu, scandendo bene le parole, come si chiamava.

Il bambino blu però sembrava non capire e non rispose.

Allora la maestra invitò il bambino blu, sia con le parole che con i gesti, ad andarsi a sedere dove voleva.

Il bambino blu però sembrava non capire nemmeno i gesti e non si muoveva.

Allora la maestra provò a cambiare tecnica e chiese a qualcuno dei bambini della classe di invitare il bambino blu a sedersi vicino a loro.

Ma nessuno dei bambini aprì bocca perché nessuno voleva stare vicino a lui.

La maestra allora si avvicinò al bambino blu e appoggiandogli una mano sulle spalle provò a spingerlo per mandarlo verso il banco di Sandro, un bambino grande e grosso che tutti chiamavano Sandrone.

Sandro era seduto all’ultimo banco e, con gli occhi allargati, la bocca stretta e storta, sembrava dicesse in silenzio: “No, ti prego, non qui vicino a me!”

Il bambino blu, aveva l’aria di chi ha la testa per aria, camminò vicino alla maestra e poi arrivò vicino a Sandro e si sedette in silenzio.

“Meno male” pensò la maestra.

“Per fortuna che non si è seduto vicino a me” pensarono i compagni di Sandro.

“E adesso come faccio! Voglio andare a casa mia!” pensò Sandro.

“*<§#ç<<]” sembrava pensare il bambino blu.

La maestra tornando alla cattedra, con mille nuove domande, provò a cominciare la sua lezione.

I bambini si sa, quando si ritrovano ad essere impauriti e curiosi possono fare cose strane e possono diventare davvero dispettosi, maleducati, insomma poco ospitali.

Infatti Celestino, il compagno seduto davanti a Sandro, cominciò a prendere in giro il bambino blu voltandosi e dicendogli sottovoce: “Faccia Blu, il più brutto sei tu!” e dopo: “Bu, bu, bu, al bambino blu”.

Il bambino blu, anche se sembrava non capire le parole, capiva bene il tono di presa in giro con cui erano pronunciate e capiva ancora meglio la faccia brutta che recitava quella formula.

Era facile pensare che lui si sentisse spaesato, triste, umiliato insomma che si sentisse male… ma non era così facile capire che cosa poteva pensare il bambino blu perché lui non diceva niente e non faceva vedere niente.

Mirco gli tirava i pezzetti di carta; Marco andava a fare la punta alla matita e poi rovesciava i trucioli sul suo banco; Rosa per andare in bagno faceva il giro lungo, passava proprio davanti a lui, si girava e gli faceva le boccacce.

Ma il bambino blu aveva sempre la stessa espressione di chi sembra essere lì con il corpo ma con la testa sta viaggiando su un altro pianeta.

Durante la ricreazione nessuno dei compagni voleva stargli vicino, anzi si divertivano a giocare fra di loro cercando in tutti i modi di urtarlo, di spingerlo, di calciarlo facendo sembrare l’urto, la spinta, il calcio come involontari.

Ancora una volta era davvero facile pensare che il bambino blu si sentisse umiliato, triste, estraneo insomma che si sentisse male… ma non era così facile capire che cosa poteva pensare.

Arrivata l’ora di pranzo, la maestra dovette accompagnare il bambino blu al tavolo, tenendogli una mano sulla spalla. Per evitare altri brutti comportamenti lo mise a sedere vicino a lei.

Il bambino blu non mangiò niente dal suo piatto, niente di niente però all’improvviso allungò una delle sue quattro braccia nel cestino dei rifiuti che aveva vicino, prese della carta straccia e, fra lo stupore di tutti, se la mise in bocca e la inghiottì.

Lo fece più volte, così velocemente che nessuno sarebbe riuscito a fermarlo… a dir la verità nessuno ci provò. Restarono tutti ammutoliti per qualche secondo e poi scoppiarono in una fragorosa risata collettiva che forse spaventò molto il bambino blu perché si alzò di scatto e cominciò a correre all’impazzata, ad emettere strane urla che assomigliavano al barrito di un elefante e a buttare per terra tutti gli oggetti che incontrava nel suo percorso.

All’uscita da scuola il bambino blu uscì per ultimo, insieme alla maestra; ad aspettarlo c’era una strana macchina a forma di orologio che assomigliava metà ad un’automobile e metà ad un’astronave. Lì vicino c’era il suo papà… blu anche lui, con tre occhi, con quattro braccia, quattro gambe ma in più aveva un paio di baffi naturalmente blu. Anche il papà, ad uno dei quattro polsi aveva uno strano orologio molto grande.

Il bambino blu, appena vide il papà, gli corse incontro con le sue quattro gambe e poi lo strinse forte con le sue quattro braccia.

Salirono poi sulla macchina a forma di sveglia che, una volta messa in moto, si sollevò ed in un attimo sparì.

Il giorno dopo, a scuola, il bambino blu arrivò tardi.

La situazione diventò subito uguale al giorno prima: tutti lo prendevano in giro perché era blu, perché aveva tre occhi, perché aveva quattro braccia, perché aveva quattro gambe, perché aveva uno strano orologio e poi perché sembrava un po’ fuori di testa.

Senza che la maestra sentisse gli dicevano: “Faccia Blu, il più brutto sei tu!” e poi: “Bu, bu, bu, al bambino blu”; e via di seguito a fargli gli stessi dispetti.

Durante l’intervallo i dispetti si moltiplicavano: Marco e Mirco si disegnavano un occhio sulla fronte e poi si mettevano uno dietro l’altro per sembrare un bambino solo con quattro braccia e quattro gambe.

Tutti ridevano sonoramente e quando succedeva così il bambino blu si alzava di scatto, cominciava a correre come un matto, ad emettere urla bestiali e a gettare per terra tutti gli oggetti che incontrava.

Un giorno a scuola, durante la ricreazione, si stava festeggiando il compleanno di Sandro.

I bambini si divertivano a lanciare tovagliolini di carta al bambino blu come se fosse un bersaglio, gli mettevano le sportine di plastica in testa e lo chiamavano “Il grande Puffo”, ed invece di cantare la canzone “Tanti auguri a te” a Sandro, la gridavano così forte nelle orecchie del bambino blu che sembravano un coro di scimmie urlatrici ubriache.

Il povero bambino blu correva per l’aula, faceva versi disperati e con le sue quattro braccia dava spinte a tutte le cose che incontrava.

All’improvviso si sentì bussare, o meglio si sentì una specie di assolo di batteria sulla porta.

La maestra aprì e sulla porta c’era il papà blu che con una voce che sembrava una lamiera battuta da un martello, disse minacciosamente pressappoco così:

“OI IV ODEV

ES ETAF I ILLECNOFFUB

IV OMROFSART NI ILLERTSIPIP”

E poi sparì, sbattendo la porta!

Nessuno capì le parole ma tutti si guardarono in faccia spaventati, anche la maestra, e stavolta sembrava avere un’espressione impaurita anche il bambino blu.

La lezione ricominciò a fatica ma durante la ricreazione il fatto di prima era già scordato dai bambini che ricominciarono a prendere in giro il bambino blu e a fargli dei dispetti.

Ad un certo punto, dopo che Rosa aveva spinto la punta di una matita contro la schiena del bambino blu, proprio mentre tutti ridevano forte ed il bambino blu correva, urlava e faceva il disastro, nella classe si alzò una nebbiolina bluastra, si sentì come una vibrazione sul pavimento e, un poco alla volta, i bambini cominciarono a sentirsi strani.

A qualcuno girava la testa, ad altri faceva male la pancia, Sandro aveva il vomito, Celestino doveva fare la pipì, Mirco sentiva male dappertutto, Rosa chiamava la mamma.

Ad un certo punto la nebbia si fece più fitta e scura; un silenzio diverso riempiva l’aula.

Poco alla volta, dalla nebbia uscivano svolazzando dei pipistrelli blu che piangevano e chiamavano la mamma: erano proprio quei bambini che erano diventati pipistrelli!

C’era chi strillava, chi gridava, chi frignava, chi si faceva la pipì addosso.

C’era il caos più totale: l’aula era piena di nebbia e di pipistrelli blu che urlavano disperati frasi di aiuto. La maestra era super stupita e non sapeva proprio cosa fare. Sembrava di essere dentro un film di paura.

Solo il bambino blu aveva l’aria di chi sembrava aver capito ciò che era successo; così fece la cosa più strana di tutte le cose strane che aveva fatto finora.

Andò al centro dell’aula, alzò le sue quattro braccia al cielo e, per la prima volta, anziché urlare, pronunciò queste parole:

ITTEMS ÀPAP EM AL OVAC AD OLOS

ION ITTUT OMAILGOV EREVA ICIMA

Come per incanto, la nebbiolina cominciò a sparire, i bambini pipistrello si appoggiarono a terra e, un po’ alla volta, davanti alla maestra sempre più stupita, i pipistrelli ridiventarono bambini.

“Ma che cosa è successo?” chiesero i bambini dopo essersi abbracciati fra loro.

La maestra allora si mise di fronte al bambino blu e gli disse con tono deciso: “Adesso devi provare a spiegarmi bene. Con le tue parole, con i tuoi gesti ma ho bisogno di capire e ti guarderò ascoltandoti bene”.

Ci fu un attimo di silenzio che sembrava di essere in una fotografia poi, quando tutti si aspettavano il silenzio o le urla, il bambino blu cominciò a dire:

“In questi giorni ho provato ad osservarvi e ad ascoltarvi, così ho imparato la vostra lingua.

Io mi chiamo Bluario, vengo da un pianeta che si chiama Bluturno e la mia lingua è il Bluese.

Sono venuto in questa scuola perché mio papà e mia mamma sono stati costretti a scappare lontano da casa perché da noi è venuto un turbo temporale planetario.

Nel mio pianeta siamo tutti come me; al braccio noi portiamo un monitor che ci permette di vederci sempre, anche quando non siamo vicini. I miei genitori mi hanno visto qui a scuola, hanno pensato che voi mi trattaste male e mio papà è venuto a minacciarvi.

Voi non avete capito quello che diceva perché lui si è sbagliato nell’imparare la vostra lingua e ha pronunciato le frasi al contrario. Lui voleva dirvi così:

IO VI VEDO

SE FATE I BUFFONCELLI

VI TRASFORMO IN PIPISTRELLI

Quando mi avete fatto ancora i dispetti lui vi ha trasformato in pipistrelli perché mi vuole bene e non voleva che mi trattaste male. Noi nel nostro corpo abbiamo una ghiandola che si chiama IPERIMMAGINALO che ci permette di realizzare i nostri desideri se ci teniamo proprio tanto e mio papà desiderava punirvi.

In questi giorni vi ho osservati ed ho capito che voi avevate paura di me perché io non sono come voi, per questo motivo vi mettevate insieme per prendermi in giro o per farmi i dispetti.

Io però ho anche visto che nessuno di voi da solo mi ha mai preso in giro o mi ha dato fastidio.

Anche io avevo paura di voi, tanta paura di voi che non riuscivo né a muovermi né a parlare; e quando sentivo i rumori forti avevo così tanta paura che non riuscivo a controllare i miei movimenti.

Ma anche io vorrei conoscere degli amici nuovi, diversi da me e sono sicuro che sia la stessa cosa anche per voi.

Con i miei tre occhi ho visto nei vostri due occhi che voi siete curiosi ma non cattivi, siete sinceri e non falsi, avete voglia di conoscere e non di escludere.

Così ho urlato a mio papà in modo che capisse:

SMETTI PAPÀ ME LA CAVO DA SOLO

NOI TUTTI VOGLIAMO AVERE AMICI

Poi vi ho ritrasformato in bambini perché era proprio quello che desideravo: avere altri bambini da conoscere e che avessero voglia di conoscermi.”

Dopo averlo ascoltato i bambini della classe e la maestra, provarono tutti la stessa emozione esagerata!

La maestra aveva anche le lacrime agli occhi.

Venne spontaneo, prima alle femmine e poi anche ai maschi, andare incontro in silenzio al bambino blu e abbracciarlo.

Anche il bambino blu li abbracciava e a lui veniva anche meglio.

Si strinsero così forte che al bambino blu sembrava di aver trovato una nuova casa e ai bambini di quella classe sembrava di sentire un calore megagalattico.

La maestra decise che quel momento andava festeggiato: uscirono tutti nel parco e con un entusiasmo nuovo decisero di giocare a calcio (il bambino blu aveva un gioco di gambe incredibile), quindi a palla prigioniera (il bambino blu catturava tutti), poi a saltare la corda (il bambino blu inciampava sempre).

Allora i bambini chiesero a Bluario quali giochi poteva insegnar loro; e lui insegnò “Alieno comanda color”, “Un due tre pianeta” e “Robot mangia frutta”.

Ai bambini e anche alla maestra quei giochi sembravano familiari; anche per questo sentivano di avere più cose in comune di quanto potessero immaginare.

Poi gli chiesero anche di insegnargli alcune parole nella sua lingua; Rosa gli chiese come si dice “Mamma”, Sandro come si dice “Papà”, Marco come si dice “Ciao” e Mirco come si dice “Pipì”.

Quel giorno si divertirono così tanto che al bambino blu sembrava di essere diventato un po’ più rosa e ai bambini di quella classe sembrava davvero di essere diventati un po’ celesti.

Proprio quel giorno scoprirono che per stare bene insieme occorrono tanti colori: un po’ di quelli che hai, un po’ di quelli che immagini e un po’ di quelli che hanno gli altri.

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Immigrati, l’assessore Marzocchi su abolizione reato di clandestinità

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Bologna – “Una buona notizia, finalmente: il ‘reato di clandestinità’, tanto sbandierato ideologicamente come soluzione per frenare nuovi arrivi, e che nei fatti non ha prodotto alcunché – se non appesantire il lavoro della giustizia – non esiste più”. Queste le parole dell’assessore alle Politiche sociali della Regione Emilia-Romagna Teresa Marzocchi sul sì definitivo della Camera al ddl sulle pene alternative al carcere, che contiene anche la depenalizzazione dell’immigrazione clandestina. “Questo non significa ‘porte aperte a tutti’, come qualcuno vorrà far credere: al contrario, si alleggerirà la magistratura di un lavoro oneroso e inutile, ribadendo comunque che non si può entrare in Italia senza permesso. Inoltre, abolendo il reato di clandestinità, aumenteranno i potenziali beneficiari del rimpatrio volontario assistito che, fino ad oggi, se irregolari, ne erano di fatto esclusi”.

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Presentato a Bologna il “Libro verde della solidarietà 2013” dell’Associazione nazionale alpini

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Protezione civile – Presentato a Bologna, nella sede della Regione, il “Libro verde della solidarietà 2013” dell’Associazione nazionale alpini. Oltre 120 mila le ore di lavoro prestate in regione dalle Penne nere e 265 mila euro donati. Grande impegno per le emergenze terremoto e alluvione

Bologna – Oltre 120 mila ore di lavoro prestate e quasi 265 mila euro raccolti e devoluti per iniziative di solidarietà: è quanto hanno fatto nel 2013 gli Alpini in Emilia-Romagna. In totale le ore lavorate in Italia sono state 2 milioni e 114 mila; in termini economici, prendendo come parametro il compenso orario di un manovale, corrispondono a 58 milioni di euro. La raccolta di fondi a livello nazionale ha raggiunto 6 milioni e 865 mila.
Sono alcuni dei dati contenuti nel “Libro verde della solidarietà 2013” dell’Associazione nazionale alpini, illustrato oggi a Bologna nella sede della Regione. Per la presentazione quest’anno è stata scelta l’Emilia-Romagna proprio per il forte e storico legame che la unisce all’Ana, ulteriormente cementato in seguito alle calamità naturali che hanno colpito il territorio emiliano-romagnolo: il sisma del 2012 e l’alluvione del 2014.
“Siamo particolarmente orgogliosi di ospitare questo evento: il Libro verde racconta un impegno che continua da sempre e che di giorno in giorno si completa di pagine nuove, pagine di solidarietà e generosità – ha affermato l’assessore regionale alla Difesa del suolo Paola Gazzolo -.Il contributo di migliaia di Alpini durante le emergenze che negli ultimi anni abbiamo dovuto affrontare è stato fondamentale e prezioso, e questa è per noi l’occasione migliore per dire ancora una volta grazie a loro e a tutti i volontari che hanno affiancato con generosità l’operato delle istituzioni”.
Gran parte delle ore lavorate dalle “Penne nere” riguarda infatti l’impegno per far fronte alle due emergenze: 40 mila le giornate prestate dopo il sisma, pari a 320 mila ore lavorate, e oltre 9.000 le ore dedicate agli interventi successivi alla rottura dell’argine del Secchia. Un contributo a cui si è aggiunto quello economico: ha superato infatti 1 milione di euro la raccolta fondi promossa dall’Associazione per la ricostruzione della scuola materna di Casumaro di Cento, in provincia di Ferrara. Fortemente danneggiata dal sisma, è stata riedificata in pochi mesi anche grazie al contributo dei volontari.
“Abbiamo lavorato per cercare di risollevare insieme un territorio così fortemente colpito in poco tempo da due gravi calamità – ha sottolineato il presidente dell’Ana Sebastiano Favero -. In cambio, però, abbiamo avuto il calore di questa gente straordinaria, che ci ha dato un esempio di grande dignità e forza di volontà”. “Pochi minuti dopo le prime scosse del terremoto – ha ricordato il presidente del Centro studi Ana Luigi Cailotto – gli Alpini dell’Emilia-Romagna erano già scesi in strada per prestare soccorso: centinaia di volontari si sono attivati da subito con generosità e competenza e continuano a farlo, giorno dopo giorno”.
All’incontro erano presenti il sindaco di Finale Emilia Fernando Ferioli, il sindaco di Cento Piero Lodi, l’assessore all’Ambiente della Provincia di Bologna Emanuele Burgin e alcuni assessori del comune di Novi di Modena, che hanno voluto rinnovare la propria gratitudine agli Alpini.

L’Associazione nazionale alpini
Sono cinque le sezioni dell’Associazione nazionale alpini presenti in Emilia-Romagna: Bologna-Romagna con 47 gruppi, Modena 41, Parma 48, Piacenza 45 e Reggio Emilia 38. Complessivamente l’Ana può contare su 81 sezioni in Italia e 36 all’estero. Fondata nel 1919, tra le sue molteplici attività ci sono l’aiuto alle comunità locali, assistenza agli anziani, protezione civile nelle aree colpite da calamità naturali, attività per i giovani, contributi a enti benefici, materiale per i reparti in armi impegnati in operazioni di pace.
Il Libro verde viene spedito ai gruppi e alle sezioni dell’Associazione nazionale alpini, che lo consegnano ai sindaci e alle autorità locali. Non è in vendita, ma è possibile scaricarlo dal sito www.ana.it /EC

In allegato una foto dell’incontro: oltre ai rappresentanti dell’Ana e all’assessore Gazzolo, alcuni sindaci e assessori dei comuni colpiti dal terremoto.

Venerdi’ la presentazione di “Unitown”, Rete internazionale tra città universitarie e consegna dei diplomi “Ferrara School of”

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Venerdì 4 aprile alle ore 10.30 nella Sala Arengo del Comune di Ferrara, (piazza Municipale, 2), si terrà la cerimonia di presentazione di Unitown, la Rete internazionale di eccellenza tra città universitarie, promossa dall’Università e dal Comune di Ferrara.
Nel corso della cerimonia il Prof. Fernando Ferroni, Presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, interverrà sul tema “L’importanza della cooperazione internazionale per lo sviluppo scientifico del mondo” e consegnerà, alla presenza del Rettore Pasquale Nappi e del Sindaco Tiziano Tagliani, gli attestati delle “Ferrara School of”, diplomi di eccellenza internazionale conseguiti dai migliori laureati dell’Ateneo ferrarese.

Il 4 aprile, a Unife, un convegno sulla protezione internazionale degli adulti vulnerabili

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

“La protezione internazionale degli adulti vulnerabili. Verso la ratifica italiana della Convenzione dell’Aja del 13 gennaio 2000?”. E’ questo il titolo del convegno che si terrà venerdì 4 aprile alle ore 9 nell’Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza, (c.so Ercole I D’Este, 37).
Dopo gli indirizzi di saluto del Rettore Pasquale Nappi, di Giovanni De Cristofaro, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Patrizia Bertusi Nanni del Consiglio Notarile di Ferrara e di Federico D’Anneo della Fondazione Forense Ferrarese, il primo intervento sarà a cura di Francesco Azzarello, Ambasciatore d’Italia nei Paesi Bassi.
Nel corso del convegno si terranno due sessioni presiedute da Stefania Bariatti, dell’Università di Milano e da Cristina Campiglio dell’Università di Pavia, che vedranno tra i relatori Pietro Franzina dell’Università di Ferrara, Elena D’Alessandro dell’Università di Torino, Gianluca Contaldi dell’Università di Macerata, Giuseppe Buffone del Tribunale di Milano, Carla Garlatti dell’Ufficio legislativo del Ministero della Giustizia, Paolo Pasqualis del Consiglio Nazionale del Notariato, Giuseppe Colavitti dell’Ufficio Studi del Consiglio Nazionale Forense, Mara Ferrara dell’Ufficio legislativo del Ministero degli Affari Esteri e Luisa Bosisio Fazzi di LEDHA – Lega per i diritti delle persone con disabilità.
Francesco Salerno, Universi.

Ai Venerdì dell’Universo, con il Prof. Fernando Ferroni, “La storia del Bosone di Higgs e le nuove frontiere della Fisica”

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Una serata dedicata alla storia del Bosone di Higgs e alle nuove frontiere della Fisica, quella di venerdì 4 aprile alle ore 21 alla Sala Estense, (piazza Municipale), per il nuovo appuntamento de “I Venerdì dell’Universo”, storico ciclo di seminari scientifici su Astronomia, Fisica e Scienze, organizzati dal Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra dell’Università di Ferrara, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Gruppo Astrofili Ferraresi “Columbia“, Coop. Sociale Camelot e La Terra dell’Orso.
Relatore della conferenza sarà Fernando Ferroni, Presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che ci anticipa l’argomento della serata… “La scoperta del Bosone di Higgs al LHC del CERN marca il confine tra la teoria che ci ha guidato nelle ultime decine di anni, lo Standard Model, e la terra incognita che ci accingiamo a esplorare. La composizione dell’universo, per lo più oscura, la natura del neutrino, la nostra stessa esistenza in termini di asimmetria materia-antimateria sono le sfide che ci attendono. Con quali speranze, con quali strumenti, in quali laboratori? Un importantissimo momento di riflessione e transizione anche marcato dall’apparire di nuovi paesi che intendono assumere un ruolo fondamentale nel futuro della fisica”.

Diretta streaming all’indirizzo http://web.unife.it/unifetv/universo.html e indirizzo mail venerdiuniverso@fe.infn.it a disposizione di chiunque voglia rivolgere domande.

“Gli Assi della Bandiera”: sabato una manifestazione promossa da Borgo San Giacomo che unisce vecchi e giovani talenti

da: ufficio stampa Ente Palio città di Ferrara

Instaurare un dialogo fra le “vecchie glorie” e le “giovani promesse” del mondo delle Bandiere : è quello che propone Borgo San Giacomo nella manifestazione “Gli Assi della Bandiera”, in programma sabato 5 Aprile presso la sede della Contrada (via Ortigara 12, Ferrara).
I singolisti Campioni d’Italia dal 1967 (anno del primo campionato italiano) ad oggi si troveranno sotto lo stesso tetto per raccontare la propria passione, i sacrifici e le soddisfazioni che scaturiscono dall’impegno in calzamaglia. “Nell’arte della bandiera, chi meglio del singolista l’ha rappresentata? – dicono gli organizzatori della manifestazione – Il singolista da sempre simboleggia l’essenza di questo gioco e sport, sua la capacità di ricercare eleganti movenze, passaggi, cura del portamento, ed è lui l’emblema, l’essenza del Gruppo che rappresenta.”
L’appuntamento è per le 17.00 nella sala del Museo di San Giacomo. Saranno presenti, fra gli altri, il primo campione d’Italia Giuliano Banzola (1967), passando per Alessandro Benassai (che vinse ininterrottamente dal 1987al 1994), fino ad Andrea Baraldi (sul gradino più altro del podio dal 2007 al 2013).
L’incontro è aperto alla partecipazione del pubblico ed agli “addetti ai lavori” e proporrà temi affascinanti e coinvolgenti, con il contributo di tutti gli “assi” della bandiera Campioni d’Italia nel Singolo Tradizionale, relativi all’evoluzione del Singolo fra Storia, Tradizione, Sport, Aneddoti e Folklore.

In serata (dalle 20.30) gli ospiti saranno impegnati in una cena conviviale, che vedrà presenti tutti i Campioni d’Italia, la proiezione di foto, filmati reperiti dagli archivi storici dei Gruppi e con la consegna di un ricordo della giornata ai Campioni intervenuti.

Il Sindaco Fabbri interviene sulla Conferenza Territoriale socio-sanitaria convocata per il 3 aprile in Castello

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Nei giorni scorsi è pervenuta la convocazione della Conferenza Territoriale socio-sanitaria, organo collegiale composto da tutti i sindaci della Provincia e presieduto dalla Presidente dell’Amministrazione Provinciale stessa. La seduta avrà luogo nel pomeriggio di giovedì 3 aprile e a questo proposito il Sindaco Marco Fabbri rileva come “sistematicamente arriva all’attenzione dei componenti della CTSS, con pochi giorni di anticipo rispetto alla seduta, una mole corposa di documenti da esaminare, in funzione del voto che dovrà essere espressione di un giudizio collegiale, senza però che vi sia stato il tempo necessario per studiare e valutare gli allegati. In questo caso con soli 6 giorni di anticipo sono state inviate oltre 250 pagine di documenti inerenti gli 8 punti in discussione, tra cui i due bilanci preventivi dell’Azienda Ospedaliera Universitaria e quello Azienda USL di Ferrara e il piano degli investimenti. Per il bilancio dei Comuni vengono assegnati almeno 20 giorni di anticipo ai consiglieri ciò, in considerazione della complessità e della necessità di studiare e approfondire documenti molto corposi. Questa è una prassi non condivisibile e non accettabile, già utilizzata nel corso della riorganizzazione sanitaria del giugno 2013 e che ha portato ad una pessima revisione del sistema sanitario provinciale, del quale si conosce il punto di partenza e non il punto di arrivo. Dato che per sua natura – prosegue il Sindaco – la Conferenza Territoriale socio-sanitaria dovrebbe essere la sede preposta a maturare decisioni fondamentali per i cittadini di tutto il territorio provinciale, riguardanti il diritto alla salute, il ruolo di questo organo, così facendo con questi metodi, viene svilito e ridimensionato ad un mero apparato burocratico, chiamato ad avvallare scelte assunte nelle sedi del partito dominante di questa Provincia. Per i motivi addotti non parteciperò alla conferenza, – conclude il Sindaco- auspicando per il futuro un atteggiamento che permetta a tutti i membri della CTSS di fornire un proprio contributo alla discussione.”

Michalis Traitsis

Traitsis: in carcere mettiamo in scena la vita

di Alice Pelucchi

“La mia formazione teatrale è partita dal cosiddetto ‘teatro sociale’ degli anni ’60 che mirava a sperimentare forme di comunicazione all’interno di tutte le strutture di disagio fisico e psichico e di conseguenza anche nelle carceri”. A parlare è Michalis Traitsis, regista e pedagogo dell’associazione culturale Balamòs e membro fondatore del Coordinamento dei teatri in carcere. Le esperienze pionieristiche di quegli anni, in particolare del Living Theatre e del “Teatro dell’Oppresso”, confluirono poi nel teatro-forum. Dopo un primo spettacolo di questo nuovo genere, con Roberto Mazzini della cooperativa sociale Giolli di Parma e altre esperienze in istituti di pena, vincendo un bando della Regione Veneto, Michalis Traitsis poi ha avviato nel carcere di Santa Maria Maggiore di Venezia il progetto “Passi Sospesi” (attualmente a sua volta sospeso per mancanza di fondi…) che ha portato, nel 2007, alla genesi di “Vite Parallele “, un altro spettacolo di teatro-forum, sempre in collaborazione con Mazzini. Nonostante gli attori e la maggioranza degli ‘spett- attori’ (come si definisce il pubblico di questo genere di teatro) fossero detenuti, ho avuto la possibilità di assistere e mi ricordo come all’inizio, durante la presentazione del funzionamento dello spettacolo, la cosa mi parve piuttosto macchinosa. Ma nel momento in cui fu chiesto se qualcuno dei presenti volesse intervenire e sostituirsi al personaggio che si trovava in una condizione di oppressione e che stava però sbagliando approccio, si alzò subito dal pubblico qualcuno che, con grande motivazione, si inserì nella scena. La situazione rappresentava un rapporto familiare, nel quale l’ex detenuto doveva provare a reintegrarsi, scontrandosi con la mancanza di fiducia da parte del fratello. L’immedesimazione e la commozione di chi intervenne risultarono così reali e palpabili da contagiare rapidamente molti dei presenti, ormai proiettati in situazioni analoghe, che certamente avrebbero dovuto imparare a fronteggiare una volta scontata la pena.
A mio avviso, si tratta di un esempio lampante e concreto di che cosa significhi l’utilizzo di queste tecniche per il reinserimento dei detenuti. Ma non solo, spiega Traitsis: “Sono fortemente convinto dell’utilità e della necessità di un teatro per i reclusi, ma penso anche che sia il teatro ad avere bisogno del carcere.” In che modo? Nel progetto “Passi Sospesi”, grazie anche alla collaborazione con il Teatro stabile del Veneto, sono stati coinvolti registi, attori, musicisti, scenografi, come Fatih Akin, Antonio Albanese, Cèsar Brie, Alessandro Gassman, Fabio Mangolini, Mira Nair, Giuliano Scabia, Elena Souchilina, Stefano Randisi ed Enzo Vetrano. Dal 2008 i video-documentari di Marco Valentini vengono poi proiettati nell’ambito della Biennale del Cinema di Venezia.
Ma oltre all’importante aspetto culturale, il percorso scelto da Traitsis ha risvolti pedagogici sublimati da questa modalità concretamente biunivoca: dal 2006, gli studenti del Centro teatrale universitario di Ferrara partecipano ad incontri di laboratorio misto con i detenuti e all’allestimento di studi teatrali creati in comune. Alcune classi degli istituti superiori di Venezia hanno inoltre avuto la possibilità di conoscere tale realtà non solo tramite i video, ma anche assistendo agli spettacoli all’interno della casa di reclusione femminile della giudecca. E’ in questa struttura detentiva che sono stati raggiunti i migliori risultati. Le motivazioni riguardano soprattutto la gestione dell’ istituto: “E’ considerato all’avanguardia in Italia – spiega Traitsis – intanto per i numerosi laboratori, come quello di sartoria e di serigrafia, ma anche per il tipo di detenzione che è attenuata e quindi, durante il giorno, le donne non sono rinchiuse, ma possono usufruire dei vari spazi comuni”.
Un’eccezione quindi. Le attività di reinserimento sono possibili a prescindere dall’annosa questione del sovraffollamento e dell’inadeguatezza degli spazi che riguardano la stragrande maggioranza degli altri istituti di pena? Come possono essere praticate quando la condizione detentiva è più restrittiva, sempre ammesso che sia necessaria? Sono questioni dibattute da tempo, ma spesso in modo sterile e solo il confronto con chi se ne occupa nel concreto può fornire indicazioni produttive. A otto anni dalla fondazione ad opera di Michalis Traitsis, Balamòs lavora in maniera stabile e continuativa, anche con mancanza totale di finanziamenti. “Chiaramente la crisi ricade in primis su questi progetti, ma si tratta anche di crisi culturale”, sostiene Traitsis. “ Il vero problema è come possano essere programmate e progettate tali attività, ma oggi questo è in Italia un argomento tabù. La convinzione è che sia più questione di spazio mentale che di spazio fisico.”
Frattanto il 18 settembre scorso è stato stipulato un protocollo d’intesa tra il Dipartimento di amministrazione penitenziaria, l’Istituto superiore di studi penitenziari e il Coordinamento. “Si tratta di un documento ufficiale per la tutela e la promozione dell’attività teatrale all’interno del carcere – riconosce Traitsis – e questo è significativo, ma resta da vedere come verrà applicato”. Riserve più che mai giustificate da parte di chi di queste problematiche si occupa con passione fin dagli inizi del suo percorso.

Poco da tanti o tanto da pochi

Per garantire ai cittadini possibilità di indirizzo e di controllo, a partire dagli anni Settanta si è avviato un poderoso processo di decentramento amministrativo. Enti e servizi sono stati sottratti all’impunità garantita dalla lontananza e incardinati al territorio.
Ora è iniziata la retromarcia: la nuova tendenza si esprime nella formuletta “area vasta” e impone la riaggregazione di ciò che prima si era smembrato.
Un esempio per tutti: la creazione delle Unità sanitarie locali successivamente trasformate in Asl, cioè aziende, in nome di un efficientismo sbandierato ma non praticato. Adesso capita invece che l’Asl di Ferrara distolga lo sguardo dai quartieri e dalle frazioni e lo indirizzi verso altre realtà urbane, Bologna e Imola. La nuova logica è quella dell’economia di scala; la necessità è allargare il bacino di riferimento in termini di approvvigionamento e di utenti, per ridurre le uscite e accrescere i proventi. Un analogo riassetto, sempre in ambito sanitario, è avvenuto di recente per il 118, il servizio di pronto intervento.

Dietro questo apparente impazzimento c’è la presa d’atto che le cose, così come sono, contabilmente non stanno in piedi. Di conseguenza si cerca una via d’uscita. Il problema vero è la carenza di risorse e si tenta di ovviare con escamotage organizzativi.
Ma visto che servono soldi, c’è una strada sicura per reperirli. Fino ad ora è stato preso alla lettera il provocatorio Petrolini che esortava a prelevare il denaro dove si trova, cioè presso i poveri “che ne hanno poco, ma sono tanti”!
Io preferirei invece che si lasciassero istituzioni e servizi comodamente sotto casa e sotto lo sguardo vigile dei cittadini; magari creando alleanze e facendo rete in un sistema consortile, ma restando ciascuno ancorato al proprio territorio. E per reperire il denaro auspico il rivoluzionamento della prassi: i soldi li si prenda là dove realmente si trovano, presso i ricchi che sono pochi ma ne hanno tantissimi…

La democrazia e l’uomo comune

Nel romanzo di George Steiner (“Il correttore” Garzanti) in un dialogo tra un comunista e un gesuita, il primo dice, facendo un bilancio della sconfitta dei propri ideali: “Sì, abbiamo sbagliato. Sbagliato mostruosamente, come dici tu. Ma il grande errore, quello di sopravvalutare l’uomo, l’errore che ci ha traviato, è in assoluto la mossa più nobile dello spirito umano nella nostra tremenda storia.” Il gesuita replica: “Il capitalismo non ha mai fatto questo errore. Non capisci? Il libero mercato si basa sull’uomo medio. E che media mediocre! Sai, professore, l’America è probabilmente la prima nazione e società nella storia dell’umanità a incoraggiare gli esseri comuni, fallibili e impauriti, a sentirsi a loro agio nella propria pelle.”
In democrazia vince chi sa parlare all’uomo comune. Una parte lo farà senza grandi ambizioni di cambiamenti; un’altra cercando di realizzarli per costruire una società di cittadini liberi e uguali. Comunque, lo scontro tra queste due linee non può saltare la considerazione e il consenso dell’uomo medio. Queste riflessioni mi vengono dal bilancio degli insuccessi di tutti quei volonterosi che provano a costruire movimenti e liste elettorali nel nome dei poveri, dei lavoratori e di grandi cambiamenti, azioni che poi scoppiano per risse interne fra personalità, oppure raccolgono consensi elettorali irrilevanti.
I fattori di questi insuccessi sono numerosi. In questa sede vorrei richiamarne uno fondamentale che riguarda la natura della democrazia nelle società del nostro tempo. Da un punto di vista strutturale, la democrazia obbedisce a due principi contraddittori e opposti. Da un lato essa è il regime che si fonda su norme di natura universale (eguaglianza dei cittadini, giustizia sociale, diritti e doveri uguali per tutti); dall’altro, permette ai singoli e a gruppi di interessi di organizzarsi e di battersi per affermare il proprio particulare.
Le contraddizioni e la vita delle democrazie dipendono dalle varie politiche in grado di conciliare e combinare di volta in volta i bisogni corporativi dei singoli e dei gruppi con i valori universali delle liberal-democrazie. Luigi Einaudi ha sintetizzato e definito efficacemente questo ossimoro del regime democratico: “La democrazia è un’anarchia degli spiriti sotto la sovranità della legge.” Deve essere chiaro, quindi, che entrambe le posizioni (difesa degli interessi particolari e affermazione dell’interesse generale) sono legittimamente presenti nella vita di una democrazia. La domanda che dobbiamo porci è come far sì che i nodi che si creano si possano sciogliere nella direzione di una società più giusta e più libera.
Se dovessi indicare il limite che blocca l’espansione di una forza di sinistra adeguata a questo tempo globale e di permanente trasformazione, lo indicherei così: non saper proporre una saldatura convincente tra un’analisi approfondita del presente, l’indicazione di obbiettivi e progetti per il futuro, la selezione di una classe dirigente credibile. Dell’analisi del presente fa parte l’abbandono di atteggiamenti aristocratici verso i luoghi comuni che plasmano il modo di pensare e di vivere delle persone normali. I luoghi comuni non sono solo delle banalità. Spesso sono contenitori simbolici che raccolgono domande ritenute importanti nella vita quotidiana. Se non vengono esaminate con attenzione per ricavarne indicazioni di soluzioni nell’interesse generale, finiscono nel tritatutto dei demagoghi che ne fanno un uso contro la democrazia.
Come rappresentare, dunque, la dialettica ideale di una democrazia matura? C’è chi punta sul rafforzamento di un confronto pubblico razionale con gli interessi di gruppi e di poteri forti, con l’obbiettivo di intaccare privilegi e diseguaglianze: la democrazia come casa di vetro. E c’è chi cerca di sottrarre gli interessi più corporativi o più forti alla trasparenza di un confronto pubblico (nelle Istituzioni e nella società civile), trasformando così la democrazia in un ideale irraggiungibile. Se dovessi tradurre questo discorso in un linguaggio filosofico, direi che il compito più difficile è tenere insieme logos e polemos, cioè dialogo razionale e conflitto sociale e politico. Oggi, siamo in una situazione in cui è vincente chi sostiene il primato assoluto della decisione di una élite ristretta che considera il dialogo una perdita di tempo, la vita delle Istituzioni rappresentative un fattore di inefficienza, le Costituzioni un ferrovecchio del passato, i partiti solo delle consorterie clientelari irriformabili, e il conflitto un demone destabilizzante della società.
Sta tramontando la concezione di una democrazia che funziona secondo una logica mista, cooperativa e conflittuale, dialogica e polemica insieme? Cosa si sta preparando al suo posto?

GERMOGLI
l’aforisma
di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

“L’amore è la capacità di avvertire il simile nel dissimile” (Theodor Adorno)

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IMMAGINARIO
la foto
del giorno

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città e i suoi abitanti

Corso Ercole d’Este vista dal drone. Secondo il poeta inglese George Byron, “la strada piu bella d’Europa” (foto di Roberto Fontanelli) – clicca sull’immagine per ingrandirla

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Corso Ercole d’Este osservata dal drone (foto di Roberto Fontanelli)