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Giorno: 15 Aprile 2014

Comacchio: presentata Berba Cup, prima edizione torneo di calcio pulcini calcio a 7. Una manifestazione tra sport e turismo familiare

da: ufficio stampa Holiday Village Florenz

Prima edizione del Torneo Calcistico Berba Cup . Dal 2 al 4 maggio allo Stadio Raibosola di Comacchio. In campo 12 squadre categoria pulcini 2004 calcio a 7. Un avvenimento sportivo che coinvolge le famiglie e fa crescere il turismo. Mille presenze in tre giorni un indotto di 40 mila euro legato all’evento.

Tre giorni di calcio agonistico dedicato alla categoria pulcini 2004 Calcio a 7 per la prima edizione del torneo calcistico Berba Cup dedicato ad Alessio Vitali, giovanissimo giocatore del Magnavacca scomparso in un incidente stradale a soli 17anni. La manifestazione, organizzata dall’osservatore della Roma Antonio Piazza, titolare di MGA Sport, in collaborazione con LaruSport, vede coinvolte 12 squadre di cui dieci professionistiche, che si sfidano dal 2 al 4 maggio sul campo dello stadio Raibosola di Comacchio. Pur essendo all’esordio il torneo è tra i più importanti della sua categoria, come dimostra la fitta presenza di squadre in competizione, la maggioranza delle quali professionistiche. Scendono in campo Chievo Verona, Genoa, Hellas Verona, Imolese, Juventus, Roma, Ternana, Torino, Udinese, Südtirol Alto Adige, la slovacca Fc-Nitra e il Magnavacca, società dilettantistica di Porto Garibaldi.
Attese all’Holiday Village Florenz del Lido degli Scacchi l’1 di maggio, le squadre avranno modo di conoscersi nel corso della cerimonia di apertura del torneo, in programma alle 21:15 presso la Berba Arena, mentre quella di chiusura, con tanto di premiazione, è prevista domenica alle ore 17:00 sul campo di calcio che ospita le formazioni.
Il torneo, tenuto a battesimo dal presidente provinciale del CSI nazionale Massimo Achini, dalla delegata provinciale Coni di Ferrara Luciana Pareschi Boschetti, dal presidente della Spal Walter Mattioli e da Lorenzo Spagnoli, centrocampista, uomo simbolo di “Campioni” – primo reality show calcistico – e oggi presidente dell’Imolese, ha tutte le carte in regola per trasformarsi in un appuntamento di primo piano del mondo calcistico dei giovanissimi. “Oltre rappresentare l’occasione per mostrare il lavoro delle società nelle attività di base, Berba Cup si distingue rispetto agli altri tornei per la qualità delle formazioni in campo – spiega Antonio Piazza – Vi prendono parte le squadre più importanti e appare evidente la cura con cui le società, fin dall’attività di base, si applicano nell’insegnamento della tecnica e della psicocinetica”. Piazza, che ricorda il piacere di aver lavorato al fianco del padre di Alessio, l’amico Franco Vitali, titolare di Larus Viaggi, di Holiday Village Florenz e Presidente della Polisportiva Magnavacca, che valuta l’iniziativa una grande occasione per lo sport calcistico e per il turismo familiare. Un’occasione che permette alle famiglie dei giocatori in erba di trascorrere insieme una fine settimana all’insegna dello sport, del relax e si presta a visitare lo splendido territorio di Comacchio. “Con i bambini arrivano almeno 300 genitori, che escono dal villaggio, visitano il territorio e consumano sulla riviera – conclude l’imprenditore Franco Vitali – Si parla di un indotto di 40 mila euro in tre giorni. Questo per ricordare come lo sport sia un ottimo volano per l’industria turistica locale”.

Comune di Ferrara, tutti i comunicati del 15 aprile

da: ufficio stampa Comune di Ferrara


La newsletter del 15 aprile 2014

BIBLIOTECA ARIOSTEA – Il 16 aprile alle 17 una nuova ‘Top five’ della Compagnia del libro
‘La Cina vicina’: sfida letteraria in chiave orientale
15-04-2014

Tornata in primo piano dopo la vittoria del premio Nobel per la Letteratura da parte di Mo Yan, la Cina è la protagonista dell’ultimo appuntamento con le ‘Top five’ letterarie della Compagnia del Libro mercoledì 16 aprile alle 17, nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea. Matteo Pazzi, Eleonora Rossi, Elisa Orlandini, Sara Macchi e Linda Morini, con introduzione di Alberto Amorelli, condurranno i partecipanti alla scoperta delle opere di cinque protagonisti della letteratura cinese moderna e contemporanea. La selezione spazia da Mian Mian con i ‘Nove oggetti di desiderio’ a Yu Hua con ‘l’Eco della Pioggia’, da Mo Yan con ‘Sorgo rosso’ a Xu Zechen con ‘Correndo attraverso Pechino’, a Zhou Wei Hui con ‘Shanghai baby’.
Ospite d’onore sarà Lu Xian, responsabile degli Affari Esteri del Centro interculturale italo-cinese di Ferrara, che proporrà un’introduzione alla letteratura cinese degli ultimi decenni.
L’incontro, aperto a tutti gli interessati, è organizzato in collaborazione con l’associazione culturale Gruppo del Tasso di Ferrara.

RACCOLTA FIRME – Raggiunto l’obiettivo delle 1000 firme a livello provinciale. Ora la verifica poi l’avvio dell’iter parlamentare
Cittadini e amministratori contro il gioco d’azzardo. Consegnate le oltre 93mila firme alla presidente della Camera Boldrini
15-04-2014

AGGIORNAMENTO DEL 15 APRILE 2014 -A livello nazionale sono state raccolte 93.194 firme. Lo comunicano i coordinatori dell’iniziativa che ha coinvolto numerosi Comuni italiani.

Il presidente della Camera Laura Boldrini ha ricevuto nei giorni scorsi (9 aprile) una delegazione di amministratori venuti a consegnare le firme, presenti anche i parlamentari Daniela Gasparini, Paola Binetti, Antonio Misiani, Paolo Cova. Ora le firme verranno esaminate per verificarne la correttezza, quindi la legge verrà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e affidata a una commissione per l’iter parlamentare.
“La consegna delle firme, punto di approdo del lavoro fatto – affermano gli organizzatori – è anche punto di partenza per quello da fare: seguire l’iter della legge attraverso incontri con i presidenti dei gruppi parlamentari e continuare nei territori il lavoro culturale di sensibilizzazione, formazione e informazione nella certezza che questo sarà il terreno vero della vittoria sulle dipendenze”.
Sulle pagine del sito internet http://www.scuoladellebuonepratiche.it è possibile trovare Il verbale della consegna delle firme, le foto e un articolo scritto per Strategie Amministrative sull’incontro avvenuto mercoledì 9 aprile con la presidente della Camera On. Laura Boldrini.

AGGIORNAMENTO DEL 31 MARZO 2014 – E’ stato ragguinto l’obiettivo delle 1000 firme. I moduli firmati verranno consegnati nelle prossime ore all’Anci Emilia Romagna aggiungendo così un ulteriore tassello a sostegno della presentazione della proposta di legge di iniziativa popolare sul gioco d’azzardo. Da sottolineare l’impegno condiviso tra le forze politiche, enti e istituzioni del nel territorio ferrarese. Insieme al Comune di Ferrara hanno aderito al manifesto per la proposta di legge e raccolto le firme anche i Comuni di Cento, S. Agostino, Vigarano Mainarda, Argenta, Mesola, Comacchio, Voghiera, Mirabello, Bondeno, Tresigallo, Poggiorenatico, Ostellato, Jolanda di Savoia e Masi Torello.

AGGIORNAMENTO DEL 21 MARZO [Nelle due immagini scattate venerdì 21 marzo, la firma del vescovo Luigi Negri e di don Domenico Bedin a sostegno della proposta di legge di regolamentazione del gioco d’azzardo]

Il Consiglio Comunale di Ferrara ha approvato l’anno scorso l’adesione al manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo. Tra le azioni previste dal manifesto vi è la presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare che mira a ridurre l’accesso al gioco, a introdurre attività di prevenzione e cura dalla dipendenza dal gioco d’azzardo e a sostenere concretamente le azioni degli Enti Locali.

E’ stata avviata il mese scorso, grazie all’impegno dei comuni del territorio, una raccolta di firme sulla proposta di legge in tutto il territorio provinciale e fino ad ora è stata raggiunta quota 500 su un migliaio che è l’obiettivo dei promotori. Ecco perchè venerdì 21 marzo dalle 8,30 alle 13,30 sotto il Volto del Cavallo all’angolo con Corso Martiri della Libertà a Ferrara, è stato collocato un banchetto informativo dove sarà possibile firmare questa proposta di legge, grazie alla fattiva collaborazione dei consiglieri comunali e degli assessori provinciali e comunali.

>> Lunedì 24 (dalle 9 alle 13) e martedì 25 marzo (orario 9-13 e 15-17) i cittadini potranno ancora firmare la proposta di legge nell’Ufficio Protocollo del Comune di Ferrara (piazza Municipio 2).

I rappresentanti degli enti locali sono convinti che occorra “metterci la faccia” per agire contro un dramma sociale ed economico che colpisce ogni fascia d’età e rispetto al quale proprio i Comuni sono in prima linea. Il problema è complesso e delicato perché il gioco d’azzardo è in gran parte attività lecita su cui lo Stato esercita una tassazione, senza contare che dietro al fenomeno ci sono interessi economici rilevanti, oltre ai risvolti illeciti in termini di infiltrazioni della criminalità organizzata.

In concreto la proposta di legge parte dall’articolo 32 della Costituzione, laddove “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. Ed è proprio la salute ad essere chiamata in causa, viste le conseguenze psicologiche, economiche, familiari e sociali, di situazioni patologiche di vera e propria dipendenza. In tal senso la proposta intende giungere ad una regolamentazione della materia, per contrastare le conseguenze nocive da gioco, compreso l’utilizzo di risorse per prevenzione e cura, fino alla comminazione di sanzioni sia amministrative che penali. Il disegno di legge proposto vuole dare anche maggiori strumenti di intervento ai Comuni, finora assolutamente privi di margini di manovra di fronte al diffondersi di sale da gioco e di “slot machine” nel territorio.

Hanno aderito al manifesto e stanno raccogliendo firme insieme al Comune di Ferrara anche i Comuni di Cento, S. Agostino, Mesola, Argenta, Voghiera, Vigarano Mainarda, Mirabello, Bondeno Tresigallo, Poggiorenatico, Ostellato, Comacchio, Jolanda di Savoia e Masi Torello.

ALLEGATO SCARICABILE: Manifesto dei Sindaci sul gioco d’azzardo

CONFERENZA STAMPA – Giovedì 17 aprile 11.30 nella sala Arengo del Municipio
‘Vulandra 2014’, torna il Festival internazionale degli aquiloni
15-04-2014

Giovedì 17 aprile alle 11.30 nella sala dell’Arengo della residenza municipale si terrà la presentazione di “Vulandra 2014”, 35° Festival internazionale degli aquiloni organizzato da Arci Ferrara e dal Gruppo Aquilonisti Vulandra dal 23 al 27 aprile al parco urbano G. Bassani.

All’incontro con la stampa interverranno, tra gli altri, l’assessore comunale allo Sport, il presidente Arci Ferrara Paolo Marcolini, Andrea Vincenzi (Arci Ferrara – Segreteria e Produzione) e il presidente e il vicepresidente del Gruppo aquilonisti Vulandra Maurizio Cenci e Roberto Parmesani.

CONFERENZA STAMPA – Venerdì 18 aprile 11.30 nella sala Arazzi del Municipio
Presentazione della 5.a ‘Festa del Libro Ebraico in Italia’ e della mostra su Luzzati
15-04-2014

Venerdì 18 aprile alle 11.30 nella sala degli Arazzi della residenza municipale di Ferrara (piazza del Municipio, 2) si terrà la conferenza stampa di presentazione della Festa del Libro Ebraico in Italia – 5.a edizione (Ferrara, 26 aprile-1 maggio 2014) e della mostra “Vita, colore, fiabe. Il mondo ebraico di Emanuele Luzzati” (Ferrara, 27 aprile-27 luglio 2014).

L’incontro è promosso da Fondazione MEIS (Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah) e Ferrara Fiere Congressi.

Sono previsti gli interventi di Riccardo Calimani – Presidente della Fondazione MEIS, della Presidente della Provincia di Ferrara, dell’Assessora alla Cultura del Comune di Cento, Sergio Noberini – Direttore del Museo Luzzati di Genova, Michela Zanon – Direttore del Museo Ebraico di Venezia e membro del Comitato Scientifico del MEIS, Giorgina Arlotti – Direttrice di Ferrara Fiere Congressi e di un consigliere della Fondazione MEIS.
L’evento è patrocinato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dalla Regione Emilia-Romagna, dalla Provincia e dal Comune di Ferrara, dall’Università degli Studi di Ferrara, dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e dalla Comunità Ebraica di Ferrara.

(A cura di ufficio Stampa Festa del Libro Ebraico-Meis)

SPORT – Al Pala4T dal 18 aprile quattro tornei per altrettante categorie maschili
‘Trofeo città di Ferrara’: sfide sotto canestro per le promesse del basket nazionale
15-04-2014

Sono in programma tra il 18 aprile e il 1° maggio prossimi i tornei giovanili di pallacanestro maschile della settima edizione del Trofeo nazionale città di Ferrara organizzati dalla società 4 Torri al Pala4T di Barco. Quattro le categorie coinvolte: gli Under 13 che si sfideranno tra il 18 e il 21 aprile, gli Esordienti in campo il 25 aprile, gli Scoiattoli impegnati il 26 e 27 aprile e gli Aquilotti il 1° maggio. Ad accompagnare le sfide sportive sarà poi la ‘Sagra Scottadito’, che dal 17 aprile al 4 maggio vedrà la presenza di uno stand gastronomico a fianco del Pala4T, aperto nei giorni feriali dalle 19,30 alle 22,30 e nei giorni festivi anche a pranzo.
Il programma e i dettagli della manifestazione, patrocinata dal Comune di Ferrara e dalla Federazione italiana Pallacanestro (Fip), sono stati illustrati stamani in conferenza stampa dall’assessore comunale allo Sport e dal presidente dell’Usd Pallacanestro 4 Torri Luigi Moretti, assieme al delegato territoriale Fip Giorgio Bianchi e a Federica Coppo di Despar (main sponsor del Trofeo). “Il torneo Under 13 – ha sottolineato Luigi Moretti – vedrà competere sedici tra le squadre più importanti a livello nazionale, tra cui la Armani Junior di Milano, la Virtus Bologna, la Benetton Treviso e il Cus Torino. E per la prima volta, la squadra di casa parteciperà con una formazione mista di giocatori della 4Torri e della Scuola Basket Ferrara. Ci auguriamo che sia ancora una volta un’occasione di divertimento e sana competizione per tutti i giovani atleti partecipanti”.

AMBIENTE – Scaricabile dalle pagine internet della Regione Emilia Romagna
Commissione ICHESE: il rapporto integrale sulle possibili relazioni tra attività di esplorazione per idrocarburi e l’aumento dell’attività sismica
15-04-2014

[Dalla pagina internet ER-AMBIENTE della Regione Emilia Romagna]

>> link diretto

http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/geologiahttp://cronaca.comune.fe.it/notizie/primo-piano/commissione-ichese-on-line-il-rapporto-integrale

Il rapporto redatto dalla Commissione ICHESE (International Commission on Hydrocarbon Exploration and Seismicity in the Emilia Region) riguarda possibili relazioni tra attività di esplorazione per idrocarburi e aumento dell’attività sismica nell’area colpita dal terremoto dell’Emilia-Romagna.

E’ possibile scaricare la versione integrale del rapporto redatto dalla Commissione ICHESE (International Commission on Hydrocarbon Exploration and Seismicity in the Emilia Region) incaricata di valutare le possibili relazioni tra attività di esplorazione per idrocarburi e aumento dell’attività sismica nell’area colpita dal terremoto dell’Emilia-Romagna del mese di maggio 2012. La Commissione è stata istituita l’11 dicembre 2012 con decreto del Dott. Franco Gabrielli, Capo del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri su richiesta del Presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani in qualità di Commissario Delegato.

Si pubblica inoltre la lettera del Ministero dello Sviluppo Economico al Presidente Errani relativa alla costituzione di un gruppo di lavoro per la definizione di linee guida per il monitoraggio della microsismicità, delle deformazioni del suolo e della pressione di poro come raccomandato dalla Commissione ICHESE.

Report on the Hydrocarbon Exploration and Seismicity in Emilia Region
il Capitolo 9 – Conclusioni del Report dalla pag. 188 alla pag. 197 in lingua italiana

Appendices – Report on the Hydrocarbon Exploration and Seismicity in Emilia Region

Documenti

Lettera alla Regione Emilia Romagna da parte del Ministero delle Sviluppo Economico
relativa alla costituzione di un gruppo di lavoro per la definizione di linee guida

Domani, alla Sala Boldini, la proiezione del film “Maximum Tolerated Dose”, documentario sulla sperimentazione animale

da: Animal Defenders, Difesa e Liberazione Animale

Mercoledì 16 Aprile presso la Sala Boldini alle ore 21.00, verrà presentato il film “Maximum Tolerated Dose – Massima Dose Tollerata”, documentario del regista Karol Orzechowski.
La proiezione, organizzata dall’associazione Animal Defenders, consiste in una testimonianza cinematografica delle storie di tecnici di laboratorio che hanno abbandonato la sperimentazione animale in seguito a riflessioni di carattere etico, trovandosi costantemente di fronte a strazianti storie di animali da laboratorio.
L’espressione “Massima Dose Tollerata” nell’ambito della sperimentazione sugli animali indica la quantità di prodotto che occorre per uccidere l’animale oggetto di un esperimento. Ma nel film essa assume un significato in più, indicando metaforicamente la dose massima di crudeltà che i ricercatori possono tollerare di fronte ad una sofferenza non necessaria scientificamente ed eticamente intollerabile.
I protagonisti umani del film sono i ricercatori che hanno avuto il coraggio di dire basta alla crudeltà della sperimentazione animale, ribadendo la sua inutilità per capire le patologie umane. Tra le varie testimonianze troviamo per esempio quella di Rachel Weiss, ricercatrice ossessionata da uno scimpanzé infettato dal virus HIV e la cui sofferenza è durata per anni fino all’eutanasia finale.
“Maximum Tolerated Dose”, pur non soffermandosi su immagini cruente provenienti dai laboratori di ricerca, ha dato prova di essere un’eccellente testimonianza di questo mondo, vincendo il Premio come miglior Film sui Diritti Animali all’ Artivist Film Festival nel 2012.
ENTRATA LIBERA!

L’enfiata labbia e la rabbia di Grillo. Miserie e spregio del populismo incolto

Quivi trovammo Pluto il gran nemico.// “Papè Satàn, papè Satàn aleppe!”/ cominciò Pluto con la voce chioccia/… Poi [Virgilio] si rivolse a quella enfiata labbia e disse: “Taci maladetto lupo:/ consuma dentro te con la tua rabbia.” (Inferno, VII).

Dante che come si sa esprime sempre la verità attraverso la realtà delle situazioni, da buon profeta ha anticipato il profilo di un comico che centinaia d’anni dopo ha assunto le sembianze di Pluto, il dio degli inferi posto a guardia del luogo dove si consuma la malvagità in eterno. Quel comico che si chiama Beppe Grillo ha osato con una parodia dissacrante mutare le parole che un altro vero profeta ha posto a incipit del luogo dell’orrore e della negazione dell’umano come una sua “sacra” testimonianza. Non è bastata l’infamia della ignobile parodia, ma il nuovo Pluto con la sua ‘enfiata labbia’ ha osato ritoccare la scritta che campeggia a monito dell’invalicabile, sul cancello del campo di concentramento di Auschwitz. E per cosa? Per una ancor più miseranda lite politica dove il capo-popolo travalica il confine del lecito per spingersi nella sua satanica rabbia a colpire la sacralità dell’umano. E questo è un commento che nasce dalla convinta analisi di un laico che sa però che il “sacro” – e il “sacro” legato all’uomo – va rispettato, condiviso, per non ricadere nel gorgo dell’indicibile e del disumano.
Ai miei commenti forse anche troppo blandi che ho affidato a Facebook mi si risponde “pragmaticamente” che, pur non condividendo l’uscita del capo-comico (ma sarebbe meglio dire del capo-tragico), questo putiferio su una parodia e su una immagine non viene recepito da chi lotta nel presente e non sa come arrivare a fine mese, e che la sorte di noi “intellettuali” è non capire le esigenze primarie. Vale a dire lasciare chi non arriva a fine mese, i giovani, chi ha perso il posto di lavoro nell’ignoranza della storia o nella manipolazione della storia stessa. Un presente cieco e senza via d’uscita dove un falso profeta può manipolare la testimonianza di chi ha osato ergersi da uomo contro l’inaudito del genocidio. Mai. Nell’immondezzaio di ciò che tutti dicono, proclamano, esortano (vi ricordate il “kapò pronunciato dall’ex cavaliere al parlamento europeo? Vi ricordate la teoria del negazionismo, vi ricordate la tournée in Francia del cantante nazista Dieudonné? La gravissima parodia “La parodia – dalla lingua  greca  parà (παρα,  simile) e odè (, canto) – è l’imitazione di uno  stile letterario,musicale o artistico destinata  a essere riconosciuta come tale o anche l’imitazione caricaturale di un quantomeno noto personaggio esistente o fittizio” viene a essere un gravissimo reato, anzi la forma più abietta della sacralità comunque essa si esprima. Dante lo sapeva bene, se descrive Satana come parodia della Trinità o anche in tempi recenti Elsa Morante che nell’Isola d’Arturo fa lanciare l’insulto di “parodia” dal carcere in cui è rinchiuso, proprio dall’amante del padre di Arturo, Wilhelm Gerace. Dirò allora che il pensiero di Beppe Grillo è “parodia”, che mi pare la condanna più grave per chi si è macchiato di una simile infamia.
E i politici? Quelli che dovrebbero essere colpiti più profondamente da questa orgia di populismo? Quelli nostri locali o quelli nazionali? Dov’erano? Dove sono? Facile fare i programmi delle magnifiche sorti e progressive dell’economia, della cultura, del sol dell’avvenir e non rabbrividire e non protestare di fronte alla forma più evidente del disprezzo dell’eticità che comunque e nonostante tutto dovrebbe essere ancora presente nello svolgere l’attività che si chiama “politica”.

Grande successo per “Stabat Mater”, adesso si prosegue con il “Concerto per 4 pianoforti”

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Stanno pervenendo numerose attestazioni di apprezzamento per il concerto di musica sacra “Stabat Mater”, voluto dall’Amministrazione Comunale nella settimana Santa, in occasione della ricorrenza del centenario della nascita di Nicola Sebastio, artista profondamente legato al territorio, tanto da lasciare in dono al Comune una trentina di sculture, esposte dal 2012 in una mostra permanente a Palazzo Bellini. Il concerto, eseguito nella concattedrale di Comacchio domenica 13 aprile scorso dall’orchestra Maria Jiudina di Modena si è reso possibile grazie alla proficua collaborazione tra l’Amministrazione Comunale, la Diocesi di Ferrara-Comacchio, la Fondazione Zanotti, l’Associazione Performing Arts e l’Associazione Umana Avventura. L’evento culturale, con cui si è ufficialmente aperta la stagione primaverile, beneficia anche del sostegno dell’Associazione “Amici di Nicola Sebastio” di Milano e dell’Associazione “Gaudì.” I musicisti, nonostante la richiesta per acclamazione del pubblico, non hanno eseguito il bis, spiegando che la loro interpretazione dello “Stabat Mater” di G. B. Pergolesi racchiudesse il valore educativo all’ascolto e alla preghiera.
Un ringraziamento speciale è rivolto alla Curia e a tutti gli Enti che hanno fattivamente collaborato nella riuscita di questo straordinario evento culturale, realizzato da musicisti giovanissimi, preparatissimi, che hanno dato sfoggio di grande professionalità, impegno e dedizione. Un ringraziamento particolare è rivolto anche al Maestro Pier Paolo Bellini, docente universitario, che ha curato l’introduzione all’ascolto del concerto, in connessione alle opere di Nicola Sebastio, visitabili in una delle sale del piano terra di Palazzo Bellini (presso la Galleria d’Arte Contemporanea). Il Sindaco Marco Fabbri e l’Assessore alla Cultura Alice Carli ringraziano sentitamente anche i dipendenti dei Settori Tecnico ed Istituzioni Culturali, unitamente a quelli del Ced e della ditta BH Audio per l’impegno e la collaborazione prestata. Si ricorda che la programmazione primaverile prosegue sabato 19 aprile, (vigilia di Pasqua), alle ore 21 con un evento di altissimo spessore musicale, proposto IN ESCLUSIVA NAZIONALE a Palazzo Bellini. Si tratta del “Concerto per 4 pianoforti”, promosso dall’Amministrazione Comunale e dal ‘Gruppo dei 10’ di Ferrara, che vedrà esibirsi sul palco della sala polivalente 4 musicisti di fama internazionale: Paolo Alderighi, Dodo Moroni, Andrea Pozza e Rossano Sportiello. I 4 pianisti daranno vita ad un dialogo musicale raffinato ed originalissimo in chiave jazz, per creare emozioni e suggestioni ineguagliabili.

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Rapporto Ichese, Errani in Assemblea: “Nessuna sottovalutazione, necessario un approfondimento”

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Bologna – “Nessuna sottovalutazione dei problemi, ma è necessario un approfondimento tuttora in corso; abbiamo sempre agito in buona fede per interpretare nel migliore dei modi le indicazioni forniteci dalla relazione scaturita dal lavoro della commissione Ichese”.
Così il presidente della Regione Emilia-Romagna e commissario delegato per la Ricostruzione post-sisma, Vasco Errani, ha esposto questa mattina davanti all’Assemblea regionale le considerazioni relative all’utilizzo del rapporto Ichese frutto di un gruppo di lavoro, ha ribadito, “voluto da noi per il giusto diritto e dovere di avere delle risposte”.

“Sappiamo bene – ha detto Errani – che la ricerca scientifica su questo argomento ha posizioni anche radicalmente differenti”. Insomma, “un dibattito in corso in relazione al quale ho ritenuto necessario cercare di approfondire e capire perché, come da alcuni previsto, questa relazione non dava risposte risolutive. Ebbene, non rinuncio al fatto che in qualche modo bisogna comporre una relazione tra scienza, conoscenza e decisione. Non mi colloco tra chi dice che senza un risposta risolutiva si debba andare avanti oppure ci si debba fermare”.
Dunque, visto che “nella relazione si parla di dati statistici rispetto alle condizioni reali dell’assetto geodinamico del territorio, ho pensato che per non ingenerare allarme si dovessero fare degli ulteriori approfondimenti. Nessun sospetto può essere avanzato sulla mia buona fede e sul mio operato, e se per caso questa vicenda ha ingenerato sospetti mi dispiace”.

“Ora – ha concluso Errani – bisogna concentrarsi sul da farsi: applicando quel principio di precauzione per cui abbiamo bloccato tutte le ricerche e le nuove concessioni, quindi continuando l’attività positiva da noi avviata e adottando con serietà le linee guida che scaturiranno dal gruppo di lavoro attivo al Ministero, per permettere al Paese di fare un salto di qualità successivo alle raccomandazioni emerse nella relazione Ichese, per capire fino a che punto sia tollerabile una dinamica del rischio uscendo dalla psicologia delle posizioni affermate”.

Prezzi scontati per i soci Ascom presso Cinepark, Apollo e Cineplus

da: ufficio stampa Ascom Ferrara

Novità tra le convenzioni che Ascom Ferrara mette a disposizione dei suoi associati e che risulterà particolarmente gradita agli amanti del cinema o a chi comunque vuole trascorrere qualche ora in serenità di fronte alla magia del grande schermo.
In definitiva presso il Cinepark (a Cento), l’Apollo (a Ferrara) ed il Cineplus (a Comacchio) i soci Ascom potranno usufruire di biglietti a prezzo ridotto (a soli 5 €uro invece che 7,50) per le proiezioni sull’intera settimana ed anche per pellicole in 3D.
“Tramite questa concreta convenzione pensiamo – spiegano da Ascom – di muoverci nella direzione di sostenere soprattutto le famiglie dei nostri soci che in un momento complesso possano usufruire di una scontistica dedicata. Un discorso , così come per le altre convenzioni del sistema Confcommercio che ovviamente supportano la capacità di spesa, per quanto possibile, senza appesantire i bilanci famigliari”.
Per ritirare i biglietti scontati, i soci dovranno rivolgersi agli uffici Ascom di Ferrara, Cento e Comacchio nei consueti orari d’ufficio.

Hera: parte la nuova bolletta pensata insieme ai clienti

da: ufficio stampa Hera

Più semplice e immediata, inizierà ad arrivare nelle case da metà aprile. Realizzata con i suggerimenti dei clienti per renderne più facile la lettura e la comprensione

Un’informazione d’immediata comprensione, la valorizzazione delle informazioni più importanti, il quadro storico dei consumi attraverso rappresentazioni grafiche, una progettazione realizzata insieme ai clienti. Sono queste le caratteristiche principali della nuova bolletta Hera, attiva già con le fatturazioni di metà aprile e presentata questa mattina a Modena dall’Amministratore Delegato di Hera Comm Cristian Fabbri e dal Direttore Hera Oriano Sirri.

1.000 clienti hanno contribuito al progetto. Ogni anno 15 milioni di bollette
Questo progetto si colloca in un processo aziendale di miglioramento continuo della bolletta: il suo primo studio e rinnovo totale risale, infatti, al 2007 e già allora erano state introdotte semplificazioni e innovazioni apprezzate ancora oggi dai clienti.
All’elaborazione del nuovo layout hanno contribuito clienti Hera del territorio storico e dei territori di espansione commerciale nonché clienti di altre aziende del settore, con lo scopo di ottenere un riscontro ampio e articolato per acquisire tutte le informazioni utili a rendere più facile la lettura e la comprensione di questo documento. Nella definizione del nuovo layout, sono stati utilizzati strumenti innovativi per il settore come l’eye tracking che permette, seguendo il movimento oculare nell’esplorazione della bolletta, di capire in quali punti si sofferma maggiormente l’attenzione al fine di posizionare gli elementi più importanti della bolletta. Questo approccio è stato affiancato a metodologie più classiche come i focus group e i questionari.
Sono circa 1.000 i clienti coinvolti che hanno contribuito a definire, con le loro idee e le loro proposte, la nuova veste grafica della bolletta.
Quale documento di rendicontazione dei consumi, la bolletta è, di fatto, lo strumento di comunicazione a diffusione più capillare fra Hera e i suoi clienti, basti pensare che ogni anno le bollette inviate sono 15 milioni.

Una bolletta più chiara e leggibile in 5 mosse
Le novità più importanti sono: la riorganizzazione dei contenuti, l’introduzione del colore per rendere la bolletta più leggibile grazie all’evidenza diversificata delle informazioni di maggior interesse e l’inserimento di un grafico che, per ogni servizio, indica l’andamento dei consumi. Ecco le novità in dettaglio:
1) la struttura è stata suddivisa in macro sezioni: il riepilogo complessivo, e le informazioni utili di carattere generale. Per ciascun servizio è incluso un foglio di sintesi e uno di dettaglio. I dati relativi ai singoli servizi inoltre, sono riportati in modo più uniforme per favorirne la chiarezza e l’efficacia di consultazione;
2) il foglio di riepilogo è stato riorganizzato con le informazioni più importanti: l’importo totale, la scadenza per effettuare il pagamento, l’importo per ciascun servizio e la situazione contabile sulle precedenti bollette;
3) nel testo si è introdotto l’utilizzo del colore blu per evidenziare le informazioni più importanti che riguardano, ad esempio, quando effettuare l’autolettura, gli importi da pagare, i consumi e alcuni riferimenti del contratto, che si ripetono per ciascun servizio;
4) la banda gialla che caratterizza la bolletta di Hera è stata resa “navigabile”. Ora, infatti, con alcune indicazioni aiuta il cliente a orientarsi nella lettura del documento, indicandogli in ogni momento cosa sta leggendo (pagina di sintesi o di dettaglio) e riferito a quale servizio (acqua, gas, teleriscaldamento, energia elettrica);
5) è stato inoltre introdotto un grafico che indica l’andamento dei consumi storici giornalieri. Questi dati riguardano i consumi reali o stimati a seconda che il cliente esegua o meno l’autolettura. In questo modo è immediatamente evidente quanto si è consumato nei mesi precedenti, si possono confrontare i diversi periodi dell’anno ed eventualmente modificare i propri comportamenti e le proprie abitudini e, volendo, tenere sotto controllo la spesa. Per ciascun servizio il foglio di sintesi mette in evidenza gli importi e i consumi fatturati.

Confermati il formato orizzontale, le icone identificative dei servizi, la banda gialla in alto come elementi apprezzati e ritenuti distintivi dai clienti.

Una scelta orientata al cliente
La nuova bolletta, che uscirà a partire da metà aprile, sarà dunque di più agevole e immediata consultazione e più orientata al cliente.
Si tratta di un’azione concreta che favorisce la trasparenza, una scelta che comporta anche un impegno economico più elevato, con l’obiettivo di investire sulla qualità del servizio mantenendola alta e sulla soddisfazione dei clienti. In questa direzione va anche il completo rinnovo del sito del Gruppo Hera che rende più semplice la navigazione e la ricerca delle informazioni, così come il progetto “Regala un albero alla tua città” che promuove l’utilizzo della bolletta elettronica in sostituzione della cartacea.
Alla nuova bolletta sarà allegato, nel primo invio, un flyer informativo. Presso gli sportelli clienti sarà anche a disposizione l’opuscolo “Guida alla bolletta” che sostituirà la versione precedente.
La guida, in una versione interattiva, è disponibile anche in formato elettronico sul sito del Gruppo Hera e accessibile anche dai dispositivi mobili.

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Pesca, dalla Regione 375 mila euro per qualificare le attività di sbarco, trattamento e immagazzinaggio del pesce

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Bologna – Nuove risorse dalla Regione per le imprese della pesca in Emilia-Romagna. Si tratta di 375 mila euro provenienti dal Fep, il Fondo europeo per la pesca, destinati a sostenere interventi per migliorare le condizioni di sbarco, trattamento e immagazzinaggio del pesce. Il bando è rivolto alle micro, piccole e medie imprese del settore. “Le risorse si aggiungono ai 181 mila euro stanziati nelle scorse settimane per la qualificazione dei pescherecci – spiega l’assessore regionale all’economia ittica Tiberio Rabboni – con questo nuovo stanziamento puntiamo invece a migliorare i servizi offerti nei porti, con benefici sia sulla qualità del prodotto destinato ai consumatori, che sulle condizioni di lavoro dei pescatori.”
Potranno essere finanziati, tra gli altri, interventi di ammodernamento delle banchine e delle sale per la messa all’asta del prodotto; l’acquisto di attrezzature per il trattamento del pescato; la realizzazione di impianti per la fornitura di carburante, ghiaccio, acqua ed elettricità; l’acquisto di nuove strumentazioni per la manutenzione dei pescherecci e per la gestione informatizzata delle stesse attività di pesca. Il contributo sarà nella misura massima del 60% della spesa ritenuta ammissibile. Le domande andranno inviate entro il 12 maggio al Servizio economia ittica e delle produzioni animali della Regione.

Tutte le informazioni per partecipare sul sito:

http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/fep/temi/documenti-fep/misura-3-3-porti-luoghi-di-sbarco-e-ripari-di-pesca

Di Martino: “Ferrara Fiere abbandoni Bologna se vuole creare sviluppo sul territorio”

da: ufficio stampa Comitato per Cristiano Di Martino, candidato consigliere comunale di Ferrara

Lo sviluppo consegue anche dall’incremento del settore fieristico, attraverso cui si possono rilanciare compartimenti chiave dell’economia di un territorio e creare i presupposti per affrontare i nuovi mercati. A sostenerlo è Cristiano Di Martino, attuale consigliere provinciale di Forza Italia e candidato al consiglio comunale.
“Proseguendo con le attuali strategie di gestione dell’ente Fiera, Ferrara sarà destinata a uno sviluppo da serie C – puntualizza Di Martino -, e la responsabilità di questo arretramento si annidano nella mancanza di visione del sindaco Tagliani e dei suoi colleghi d’apparato che l’hanno preceduto”.
Il candidato chiarisce i dettagli dell’attuale situazione “Da alcuni anni Ferrara Fiere è una branca di Bologna Fiere, viene usata come semplice incubatore. In che modo? Nell’area periferica, in questo caso Ferrara, sono testate nuove fiere che, se ben funzionanti, vengono scippate e trasferite presso la sede dell’ente principale, nella fattispecie Bologna. Come accadrà in concreto per il Salone del Restauro, tanto per intenderci. Finché Ferrara sarà subalterna a Bologna non potrà mai pensare di avere uno sviluppo autonomo in questo settore, in altre parole non potrà mai creare i presupposti per arricchire il proprio tessuto imprenditoriale”.
Il candidato indica quindi la strada per interrompere questa tendenza. “Occorre che Ferrara si liberi dall’abbraccio mortale di Bologna, voluta dai maggiorenti del Pd, e inizi a muoversi con le proprie gambe. Solo in questo modo si potranno creare condizioni di sviluppo sul territorio senza pensare di essere meramente subalterni. A breve nascerà una rete di raccordo delle fiere dell’Emilia Romagna che sancirà l’ennesima débâcle per Ferrara, dovuta al perdurare di queste miopi strategie politico-amministrative. Arrivando da subalterni rispetto ai colossi di Bologna, Parma e Rimini, Ferrara sarà destinata a raccogliere solo le briciole. Si dovrebbero invece avviare nuove sinergie con Ravenna e con le altre province della Romagna. Solo così, puntando sull’elevato bacino turistico di quelle zone, potremmo avere nuove chance di crescita”.

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Relazioni tra sisma ed estrazioni di idrocarburi: on line il Rapporto della Commissione Ichese

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Sisma – On line sul sito della Regione il Rapporto redatto dalla Commissione Ichese sull’analisi di possibili relazioni tra sisma ed estrazioni di idrocarburi. Un gruppo di lavoro presso il Mise sta lavorando agli approfondimenti indicati nelle raccomandazioni della Commissione, per la definizione di linee guida. Nel frattempo sospese in tutta l’Emilia-Romagna nuove attività di ricerca e coltivazione. L’assessore Gazzolo: “Mai perso tempo nè pensato di tenere il rapporto nel cassetto, sarebbe stato incoerente col nostro lavoro”

Bologna – È on line sul sito della Regione il Rapporto redatto dalla Commissione Ichese (International Commission on Hydrocarbon Exploration and Sismicity in the Emilia Region), incaricata di valutare possibili relazioni tra attività di esplorazione per idrocarburi e aumento dell’attività sismica nell’area colpita dal terremoto in Emilia-Romagna nel maggio 2012. La Commissione scientifica internazionale è stata istituita l’11 dicembre 2012 con decreto del Capo del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri su richiesta del Commissario delegato per la ricostruzione dell’Emilia-Romagna, Presidente Vasco Errani.
Le linee principali del Rapporto sono state illustrate in Assemblea legislativa dall’assessore alla Protezione civile Paola Gazzolo, che ha evidenziato come non ci sia stata «nessuna inerzia o volontà di nascondere la verità tanto che è stata proprio la Regione ad aver voluto lo studio. Non abbiamo mai pensato di tenere il rapporto nel cassetto: sarebbe stata sciocchezza incoerente rispetto all’azione che la Regione porta avanti da tempo».
Gli esperti hanno considerato un’area di interesse di circa 4000 km2, che include tutta la zona colpita dalla sequenza sismica iniziata il 20 maggio 2012. Nell’area sono presenti tre concessioni di sfruttamento per idrocarburi: Mirandola (con incluso il campo di Cavone), Spilamberto e Recovato, nonché il campo geotermico di Casaglia (Ferrara) e il giacimento di stoccaggio di gas naturale di Minerbio situato al margine sud-est dell’area.
«La Commissione – ha spiegato l’assessore Gazzolo -, ha escluso relazioni con il sito di Rivara e ha richiamato l’attenzione sulle attività del campo di Cavone sottolineando come sia necessario, per escludere o confermare l’ipotesi di un legame causale, approfondire gli studi e sviluppare attività di monitoraggio altamente tecnologiche per l’acquisizione di ulteriori dati necessari alla costruzione di un modello dettagliato del sottosuolo che possano supportare l’evidenza statistica che è stata rilevata».
Per quello che riguarda Cavone, la società Gas Plus (che gestisce gli impianti), è stata convocata al Ministero dello sviluppo economico domani, per stabilire le modalità operative del programma di monitoraggio sul campo, che sarà avviato subito. Il programma prevederà che l’attività degli impianti sia finalizzata non alla produzione ma alla ricerca scientifica, alla acquisizione di nuovi dati e misure nei pozzi, ad aggiornare e ampliare il modello geodinamico del sottosuolo a mettere a punto nuovi sistemi di monitoraggio, secondo le raccomandazioni espresse dalla stessa Commissione Ichese.
Inoltre la Regione ha deciso di estendere, sino alla acquisizione dei risultati delle azioni, la sospensione in tutta la regione di qualsiasi nuova attività di ricerca e coltivazione, come è stato fatto fino ad ora nel cratere.
La Commissione ha formulato raccomandazioni per una gestione ottimale delle attività di sfruttamento del sottosuolo, che comportano l’esigenza di definire nuove tecniche di monitoraggio e controllo, sviluppo di modellistica geofisica e geologica, nuove metodologie statistiche, piani di gestione del rischio con individuazione degli Enti e i sistemi di controllo, programmi di interazione e comunicazione con la popolazione e gli amministratori. Per queste ragioni, con la collaborazione del mondo della ricerca, nel mese di febbraio, è stato costituito presso il Ministero dello sviluppo economico – in stretta relazione con la Regione Emilia-Romagna – un Gruppo di lavoro (riunito proprio in queste ore in sessione plenaria per la quarta volta) composto da tecnici del Ministero, del Dipartimento della Protezione civile e da specialisti nel settore della geologia, della sismologia e della prevenzione del rischio, provenienti dal Dipartimento della Protezione Civile e da Istituti di Ricerca (Cnr, Ogs, Ingv, Università), che sta lavorando agli approfondimenti indicati nelle raccomandazioni della Commissione, per la definizione di linee guida.

Venerdì 18 doppio appuntamento Unife con “Casa Darwin”

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

La nascita della teoria dell’Evoluzione dalla prospettiva familiare di “Casa Darwin”. Un punto di vista inconsueto e curioso quello al centro del doppio appuntamento organizzato in città dall’Ateneo, venerdi 18 aprile, alle ore 18 a IBS.it e alle ore 21 in Sala Estense, con la naturalista ed esperta di comunicazione della scienza Chiara Ceci, che ci accompagnerà lungo l’affascinante viaggio del noto scienziato Charles verso la pubblicazione de “L’Origine delle specie”, in un intreccio fra vicende scientifiche e private sempre permeato dalla straordinaria personalità della sua compagna di vita, Emma Wedgwood Darwin.

Ecco nel dettaglio i due appuntamenti:
– ore 18, IBS.it bookshop Ferrara (p.zza Trento e Trieste), per il ciclo Unife in libreri, gli incontri con l’autore organizzati dall’Ufficio Comunicazione ed eventi dell’Ateneo in collaborazione con la libreria IBS.it, Chiara Ceci presenterà il suo volume “Emma Wedgwood Darwin. Ritratto di una vita, evoluzione di un’epoca “(Sironi Editore, 2013), dialogando con Maria Grazia Campantico.

Dalla seconda di copertina: “Emma Wedgwood Darwin fu una donna eccezionale e la perfetta compagna di vita di Charles, lo scienziato che cambiò radicalmente il modo in cui l’uomo guarda a sé stesso e alla natura. Questa è in Italia la prima biografia che, indagando la vita di Emma fin dalla sua infanzia, sa rendere ragione di come e perché il loro sodalizio fu tanto stretto e fruttuoso e quanto determinante fu per l’esistenza e gli studi di Darwin. In un periodo storico cruciale, al termine delle guerre napoleoniche e poi lungo l’era vittoriana, Emma visse in un famiglia fuori dall’ordinario, che comprendeva imprenditori, filantropi, intellettuali e politici, in cui le donne erano istruite come gli uomini e viaggiavano in tutta Europa. Anche per questo, oltre che per l’indole determinata e curiosa, Emma fu molto più che una semplice testimone del suo tempo. La sua educazione, il suo stile di vita, le sue idee, la sua passione per musica e letteratura la rendono vera interprete di un’epoca in evoluzione, delle sue complessità e contraddizioni, ma anche delle sue conquiste e modernità. L’affascinante personalità di Emma emerge da questo libro a scardinare i luoghi comuni sul suo lungo e felice matrimonio, facendoci comprendere meglio il ruolo che ha avuto nella pubblicazione di L’Origine delle specie, uno dei più importanti libri scientifici mai dato alle stampe”.

– ore 21, Sala Estense (p.zza del Municipio), a conclusione dell’edizione 2014 de I Venerdì dell’Universo, i seminari scientifici organizzati dal Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra dell’Università di Ferrara, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Gruppo Astrofili Ferraresi “Columbia“, Coop. Sociale Camelot e La Terra dell’Orso, Chiara Ceci proseguirà l’incontro con “Casa Darwin e la Storia della Teoria dell’Evoluzione”, aiutandoci a conoscere più a fondo la storia della nascita della teoria dell’evoluzione guardandola da una prospettiva familiare.

“Seguendo le vite di Emma Wedgwood e Charles Darwin – spiega Ceci –si ricostruiranno le vicende scientifiche e personali che hanno portato alla pubblicazione di quello che forse è il libro scientifico più importante mai dato alle stampe, ovvero L’Origine delle specie”.

Chiara Ceci è una naturalista che si occupa di comunicazione della scienza È stata la coordinatrice scientifica della mostra Darwin 1809-2009, membro del consiglio direttivo della SIBE – Società Italiana Biologia Evoluzionistica (2008-2012) e redattrice di Pikaia, il portale italiano dell’evoluzione. Ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca con una tesi su Joseph Priestley e la Lunar Society di Birmingham. Ora vive a Cambridge dove lavora alla Royal Society of Chemistry.
www.emmadarwin.it

Per il ciclo “Anatomie della Mente”, giovedì la conferenza “Il ragazzo di vetro. Psicobiografia di Piotr Il’ic Ciaikovsky”

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Una umida notte d’autunno dell’anno 1877 a Mosca. Sulla riva del fiume Moscova i pochi e infreddoliti passanti scorgono la testa di un uomo, immerso nelle acque gelide. Urlano per richiamarlo, si prodigano in una catena umana per estrarlo dalle acque, non senza fatica dato che il malcapitato li scaccia, non vuole risalire. Scoprono con sorpresa che si tratta di un signore distinto, vestito in abiti eleganti. Sapranno solo il giorno dopo che si tratta di un professore del Conservatorio, di un famoso compositore la cui fama è grande in tutta la Russia e ha anzi varcato i confini: il suo nome è Piotr Il’ic Ciaikovsky.

Si parlerà proprio della psicobiografia di Piotr Il’ic Ciaikovsky nel corso del nuovo appuntamento di Anatomie della Mente. Conferenze dei Giovedì di Psicologia, che si terrà giovedì 17 aprile alle ore 16.30 al Teatro Anatomico della Biblioteca Comunale Ariostea, (via Scienze, 17). Relatore della conferenza sarà Stefano Caracciolo, Professore Ordinario di Psicologia Clinica dell’Università di Ferrara e organizzatore dell’iniziativa.
“Ciaikovsky si è appena sposato – ci anticipa Caracciolo – una sua allieva, Antonina Miliukova, gli ha manifestato il suo amore con alcune lettere, in alcune delle quali minaccia il suicidio in caso di rifiuto. Piotr rimane dapprima incerto su questa dichiarazione, poi accetta l’offerta, per dare una facciata rispettabile alla sua vita mondana nel mondo della nobiltà in cui si muove e sviare tutte le dicerie sulle sue frequentazioni omosessuali. Ma regge solo poche settimane, non sa come affrontare lo scandalo di un divorzio – non possiede neppure i mezzi economici necessari per il procedimento – e si sfoga con la sua mecenate Nadhezda von Meck, ricca vedova ereditiera del magnate delle ferrovie che lo sostiene finanziariamente. L’episodio divide a metà la vita adulta di Ciaikovsky che morirà ad appena 53 anni di età, secondo le fonti dell’epoca di colera, secondo fonti più recenti suicida per evitare un nuovo definitivo scandalo dopo un amore omosessuale compromettente con un giovane della corte dello Zar, secondo altri condannato al gesto mortale (beve acqua non bollita probabilmente infetta dal colera) da una giuria segreta. Come ha potuto il fragile ‘ragazzo di vetro’, secondo la definizione della sua balia, diventare un grande compositore celebrato in tutto il mondo, nonostante la sua vulnerabilità di carattere? Il metodo psicobiografico consentirà di esplorare varie aree della sua vita, della sua personalità, della sua opera musicale, attraverso l’ascolto di celebri brani e la visione di alcuni episodi della sua vita tratti dal film biografico del regista Ken Russell ‘The Music Lovers’.

Sperimentazione animale, “Animal defenders” raddoppia e invita l’Università ad accettare il confronto

Il silenzio non fa bene agli animali, soprattutto a quelli destinati agli esperimenti. Ne è profondamente convinta l’associazione Animal defenders, che per domani sera alle 21 ha organizzato una proiezione cinematografica gratuita al Boldini, intitolata “Maximum tolerated dose”, testimonianza di tecnici di laboratorio che hanno abbandonato la sperimentazione animale per non dover affrontare strazianti storie di animali da laboratorio. Animal Defenders si oppone alla costruzione del nuovo stabulario dell’Università finanziato dalla Regione con fondi europei e per ben due volte ha tentato di coinvolgere i ricercatori dell’Ateneo in un confronto sulla vivisezione con Massimo Tettamanti, chimico ambientalista, criminologo forense e animalista scientifico convinto. “L’Università risponde oggi riprendendo un comunicato 21 marzo, afferma di essere aperta alla discussione e di ascoltare le istanze della società civile. Allora mi chiedo il motivo dell’assenza alla conferenza del 10 aprile – dice Marika Taddia, responsabile della comunicazione di Animal Defenders – Abbiamo invitato 12 ricercatori, la prima richiesta è partita l’11 febbraio. Su suggerimento di Tettamanti chiedevamo un confronto organizzato dalla Regione, visto che mette i soldi per costruire lo stabulario, il 20 febbraio in mancanza di risposte, abbiamo ripetuto l’invito estendendolo al rettore. Non c’è mai stato riscontro”.

A quel punto Animal Defenders, d’accordo con il dottor Tettamanti, ha tirato dritto organizzando una conferenza molto partecipata e, a onor del vero, animata da numerosi interventi di studenti in sala. “I punti da controbattere rispetto alla nota sono parecchi, peccato non si sia potuto farlo davanti al pubblico, quando si è presentata l’occasione di un confronto franco – specifica la Taddia – L’Università insiste sul fatto che il nuovo stabulario migliorerà la vita degli animali e ne ridurrà l’uso. Le cose sembrano diverse, nel progetto esecutivo è lo stesso ateneo a sostenere la necessità di uno spazio maggiore per contenere più cavie, conigli, ratti da usare in test commissionati da aziende esterne, che mancano di laboratori. Si tratta di un’operazione di autofinanziamento”. Il polo chimico biomedico, continua, metterà il nuovo edificio a disposizione del laboratorio per le tecnologie delle terapie avanzate del tecnopolo, il costo dell’operazione è di oltre un milione e 600mila euro (1.602.024,36 senza iva, per la precisione). “Sono finanziati dal Fondo europeo di sviluppo regionale nell’ambito dell’Asse I, relativo alla ricerca industriale e al trasferimento tecnologico – dice –  il progetto esecutivo conferma che l’Animal Facility sarà composto di diverse tipologie di laboratori per l’allevamento, la riproduzione, la sperimentazione e utilizzazione di animali; in particolare: conigli, ratti, topi e cavie”. Come dire: carta canta.
“E’ davvero spiacevole dover replicare sul giornale quando il vis à vis avrebbe giovato a un tema tanto delicato – prosegue – Dicono che le riviste scientifiche sostengono la sperimentazione animali quale requisito indispensabile per l’esito della ricerca, noi sosteniamo il contrario, c’è un’intera bibliografia da poter produrre”.
Quanto all’affermazione dell’Università di Ferrara “non sono disponibili metodi alternativi alla sperimentazione animale, ma solo metodi complementari”, la replica sta nelle parole del dottor Tettamanti “L’attuale sistema di validazione impedisce il progresso tecnologico, perché ogni metodo scientifico che voglia sostituire l’uso di animali deve per legge dare gli stessi risultati ottenuti su di loro”, ha ricordato. Eppure ciò che funziona su un topo, anche se geneticamente adattato, non è detto funzioni sull’uomo “che comunque proverà il farmaco anche se le reazioni dell’animale sono negative – ha spiegato – I metodi moderni invece forniscono risultati sovrapponibili a quelli che si ottengono nell’uomo”.
Anche l’uomo è una cavia, non è certo una notizia, il tragico effetto Talidomide, giusto per arretrare con i tempi, è una realtà conclamata. “Nel 2012 uno studio condotto da 15 cliniche statunitensi e un paio canadesi – ha ricordato Tettamanti – conclude sostenendo che, rispetto alle risposte genetiche dell’uomo, i risultati sui topi forniscono informazioni casuali”. Una cavia spesso risponde in modo diverso da un criceto. Incertezze scientifiche.

A Unife un seminario sul ruolo del giornalista nell’era della comunicazione digitale

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

“Giornalismo ai tempi di Internet: il caso della Nuova Ferrara”. E’ questo il titolo della conferenza, che si terrà domani, mercoledì 16 aprile, alle ore 18 nell’Aula Magna Drigo del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara, (via Paradiso, 12).
L’evento, organizzato in collaborazione con il Se@ – Centro di tecnologie per la comunicazione, l’innovazione e la didattica a distanza di Unife, avrà come relatore Stefano Scansani, Direttore de La Nuova Ferrara, che parlerà del ruolo del giornalista nell’era della comunicazione digitale, del senso e delle prospettive della stampa locale e di guerra, pace e futuro tra la carta e il digitale.

Giovedì 17 aprile Leonardo Veronesi & friends live all’Osteria dell’Orello per una serata di grande musica

da: organizzatori

Ancora musica per Leonardo Veronesi & friends , tutti artisti della etichetta cittadina Jaywork che inarrestabili alternano le esibizioni teatrali alle serate live alla creazione di videoclip e album nuovi. Questa volta saranno protagonisti di una serata di grande musica giovedì 17 aprile 2014 alle ore 21.30 presso L’ OSTERIA DELL’ORELLO in Via Mulinetto 109/111 un wine – dinner – apericena che punta a diventare anche un luogo importante per la musica dal vivo. Inaugurato da pochissimo il locale punta ad organizzare serate con generi musicali diversi per cercare di dare spazio ai tanti artisti presenti nel nostro territorio. Un altro importante spazio in cui poter abbinare il piacere della buona tavola all’ascolto di musica di qualità. Leonardo Veronesi presenterà il suo repertorio attraverso brani tratti dal suo ultimo album L’Anarchia della Ragione, dai precedenti e cover rivisitate. Tutti i brani composti da Veronesi spaziano dal pop al rock alla dance alle ballade con testi molto curati che e arrangiamenti raffinati che in versione acustica rendono al meglio l’essenzialità e la struttura qualitativa dei brani. Veronesi sarà accompagnato da Valentino Fuschini alla chitarra e Stefano Peretto al cajon. Con Veronesi si alternerà War –K un giovane talento che sta lavorando al suo prossimo album e del quale è appena uscito il singolo “Quel che non c’era” composto dallo stesso Veronesi. Ci sarà anche Frenk Nelli cantante dal timbro di voce molto particolare che presenterà in anteprima il suo nuovo singolo “Il nostro amore” composto anche questo da Veronesi in attesa della imminente uscita del suo prossimo album.
Appuntamento da non perdere quindi per trascorrere qualche ora serena in compagnia di buona musica!

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In settimana via ai lavori per riparare la frana sulla strada provinciale Virgiliana

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

In settimana inizieranno i lavori per il ripristino della frana sulla strada provinciale 69, Virgiliana, in località Burana.
Le indagini geotecniche svolte nel frattempo hanno evidenziato che la causa del dissesto è da attribuirsi alla combinazione fra la pendenza eccessivamente ripida dell’argine e la natura argillosa del terreno, che comporta una scarsa tenuta e compattezza.
La concomitanza di questi aspetti, unitamente alla presenza di un volume sostenuto di traffico pesante, produce una situazione di instabilità strutturale del corpo arginale, che ha infatti prodotto il movimento franoso, tuttora in atto.
Dallo studio è anche risultato, più in profondità, un consistente banco di sabbia con buone caratteristiche geomeccaniche e con spessore adeguato.
Un’informazione fondamentale per l’individuazione dell’intervento di consolidamento, consistente nella creazione di una nuova barriera di sostegno. Struttura che sarà costituita da palancole metalliche di lunghezza variabile tra i nove e i dodici metri, infisse ai piedi del rilevato stradale in prossimità del ciglio dell’acqua del canale. Ciò permetterà di intercettare la superficie di scivolamento del rilevato stradale per l’intera estensione, sfruttando le buone caratteristiche di portata dello strato sabbioso, che si trova a circa nove metri e mezzo di profondità dal piano stradale.
Le palancole sono le stesse recuperate dal cantiere di Porto Garibaldi dell’idrovia ferrarese, risultate dalla demolizione della vecchia banchina del porto.
Una volta infisse le palancole e ricostituito il manto stradale l’opera sarà completata con la posa di massi alla base dell’argine per proteggere il rilevato e creare una stabilizzazione al piede del movimento franoso.
I lavori saranno eseguiti dall’impresa Copparo Costruzioni, sotto il diretto coordinamento dei tecnici della Provincia
Il costo è stimato in circa 200mila euro, interamente anticipati dalla Provincia.
Data la complessità dell’intervento si prevede che il cantiere durerà non meno di un paio di mesi, salvo imprevisti, e nel frattempo il tratto stradale interessato continuerà ad essere chiuso al traffico veicolare.

Fornaro: solidarietà ai lavoratori di idromacchine e allo sciopero Fiom

da: Giuseppe Fornaro, candidato sindaco per Ferrara – lista unitaria “Valori di Sinistra”

Esprimo la mia più totale solidarietà ai lavoratori di Idromacchine e il mio sostegno alla Fiom per lo sciopero di quattro ore indetto per mercoledì prossimo.
La logica del massimo ribasso negli appalti dei servizi offerti alle imprese all’interno del petrolchimico rischia di determinare, effettivamente, esuberi di personale da un lato e compressione ed erosione dei diritti dei lavoratori dall’altro, per non parlare delle condizioni di sicurezza che rischiano di essere messe in discussione proprio dalla logica del risparmio. Logica che ha provocato a tutti i livelli una vera e propria macelleria sociale nelle politiche dei governi tecnici prima e delle larghe intese poi. Governi che si sono fatti promotori dei principi del patto di stabilità e della revisione della spesa fino a giungere ad una modifica della Costituzione sull’obbligo del pareggio di bilancio che penalizzai i più deboli e le politiche di welfare.

Racconti di una Resistenza impossibile

Si affida alla storia e alla memoria Elisabetta Sgarbi per rimanere lontano dalla retorica, fantasma sempre in agguato quando ci si confronta con il racconto degli episodi della Resistenza e degli ultimi decisivi mesi di guerra, trappola che imprigiona ricordi di vita vissuta in una narrazione stereotipata senza spazi per la complessità e che li spinge in un passato sempre più lontano e difficile da comprendere per il tempo presente.
Il lavoro della Sgarbi, al contrario, narra della Resistenza nelle pianure del Basso Ferrarese e del Polesine, tema ancora molto controverso nel dibattito storiografico, e lo fa attraverso le testimonianze di chi quel periodo lo ha vissuto, includendo episodi eroici e meno eroici.

Lidia Bellodi, una delle testimoni del film di Elisabetta Sgarbi

Velia-film-sgarbiVelia Evangelisti e (sopra) Lidia Bellodi, due delle testimoni del film di Elisabetta Sgarbi

Le celebrazioni del 69° anniversario della Liberazione a Ferrara sono iniziate proprio con la presentazione del film-documentario ‘Quando i tedeschi non sapevano nuotare’ della regista ferrarese Elisabetta Sgarbi, organizzata dal Comune di Ferrara, dal Museo Civico del Risorgimento e della Resistenza, da Arci, Anpi, Betty Wrong e Rai Cinema.

Sono storici che della Resistenza nel nostro territorio si occupano da sempre, come Anna Quarzi, direttrice dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara, Davide Guarnieri, Andrea Rossi e il direttore dell’Istituto Parri di Bologna Luca Alessandrini, a confutare la tesi che la lotta di Liberazione non fosse possibile in pianura, a causa della mancanza di luoghi in cui nascondersi. Non solo, secondo Antonella Guarnieri – storica e responsabile comunicazione e didattica del Museo della Resistenza di Ferrara – già prima del 1943 è individuabile il “movimento antifascista” che porta “in carcere 60 ferraresi, tra cui lo stesso Giorgio Bassani e Alda Costa” e che preoccupa le autorità per la sua “particolarissima caratteristica di essere interpartitico e interclassista”.

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Fin qui la storia, ma navigando sul Grande Fiume è come se gli innumerevoli rami che crea nel suo Delta ci portassero ad approdare ad altrettante vicende di coloro che in quegli anni c’erano. Il loro racconto non è fatto solo di parole, anzi forse la parte più importante sono i loro volti, i loro sguardi, su cui la regista indugia perché, confessa, “è un modo di entrare con una lente di ingrandimento” dentro le emozioni. Il rabbino Luciano Caro testimonia “l’orgoglio” della comunità ebraica ferrarese e la sua esperienza personale di rifugiato in un paese vicino Lucca: “abbiamo vissuto i due aspetti la protezione e la delazione”, tutta la comunità li ha protetti nonostante sapesse delle loro origini, ma fu un conoscente del padre a denunciarlo, deportato ad Auschwitz non fece più ritorno. Balduino Masieri di Alberone narra di quando ha visto i tedeschi annegare inghiottiti nelle acque del Po mentre tentavano di attraversarlo con una fune, e Giuseppe Sgarbi, il padre di Elisabetta e Vittorio, ricorda una giornata passata nascosto a fumare per il timore di essere di essere catturato durante un rastrellamento. Lidia, partigiana di Bondeno, racconta di quel 18 febbraio 1945, quando più di duecento donne, madri, mogli, sorelle, fidanzate, hanno assaltato il Comune di Bondeno e gettato i registri di leva dell’anagrafe giù dalle finestre per bruciarli: lei all’epoca aveva 19 anni ed era fra quelle donne. Ma si ricorda anche di quella sua amica staffetta che per passare un posto di blocco di fascisti e tedeschi si è tirata su la gonna: allora poche donne potevano permettersi di comprare le mutande da indossare sotto i vestiti. Velia, staffetta di Ferrara, parla dell’orgoglio di suo padre antifascista quando l’ha vista uscire di casa in missione vestita da uomo con il suo cappello in testa, ma anche dello scivolone subito fuori dalla porta a causa del ghiaccio sul marciapiede e poi delle serate con suo marito: “mi veniva a prendere in bicicletta e via che andavamo a ballare”.

Non racconti epici, ma episodi di una guerra divenuta quotidianità, non eroi, ma testimoni sopravvissuti, che ci raccontano dei loro vent’anni.

“Avevamo vent’anni e oltre il ponte
oltre il ponte ch’è in mano nemica
vedevam l’altra riva, la vita
tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte
tutto il bene avevamo nel cuore
a vent’anni la vita è oltre il ponte
oltre il fuoco comincia l’amore.

Vedevamo a portata di mano
oltre il tronco il cespuglio il canneto
l’avvenire di un giorno più umano
e più giusto più libero e lieto.”
(Italo Calvino, Oltre il ponte)

La lingua salvata

Non sarà che ci scopriamo tutti migranti in questo mondo del globale, se non altro per via della lingua che parliamo? Disorientati tra il difendere le nostre radici e il desiderio di aprirci sempre di più alle sfide di internet e della globalizzazione, sopraffatti dall’onda crescente e colonizzante del panEnglish?
La mente torna alle pagine della biografia che Canetti fa di sé con La lingua salvata.
Lui che nasce a Rustschuk, in Bulgaria, sul basso Danubio, naturalizzato britannico, sceglie come lingua madre il tedesco, quella lingua che la mamma “con terrore pedagogico” gli impone. Studierà al liceo di Zurigo e a Zurigo morirà.
Noi, che ancora ci muoviamo nell’angustia dei ragionamenti sui vari bilinguismi e su quanto sia opportuno anticipare l’apprendimento delle lingue straniere, non è che ci possiamo rifugiare nel «ma lui è Elias Canetti!» quando dalle sue parole apprendiamo che già alle elementari parla spagnolo, bulgaro, inglese, francese e subito dopo il tedesco.
È vero, il nostro grande paese, un tempo crocevia di culture, oggi è attraversato da leghismi padani, da velleitarie repubbliche da cortile di casa, da migrazioni di lingue e culture che nella nostra pertinace ottusità fatichiamo ad accogliere e comprendere.
La Rustschuk di Canetti, agli inizi del secolo scorso, era un luogo dove vivevano persone di origine diversissima, in un solo giorno si potevano sentire sette o otto lingue, un microcosmo dove circolavano bulgari, turchi, greci, albanesi, armeni, zingari, circassi, rumeni…
Ora anche da noi, se facciamo attenzione, in giro per la città udiamo che il vecchio familiare dialetto sta cedendo il passo ad un moltiplicatore di lingue che non riconosciamo.
Elias Canetti racconta di quando da piccolo, scendendo le scale di casa, dall’appartamento di fronte usciva un uomo sorridente che gli intimava di mostrargli la lingua; e non appena il piccolo Elias la tirava fuori, quello estraeva di tasca un coltellino e diceva: «ora gliela tagliamo». Ma, all’ultimo momento, richiudeva il coltellino con un colpo secco e rimandava il taglio all’indomani.
Non è solo un episodio, lo scherzo di un adulto si trasforma nell’incubo d’un ragazzo che spiega la scelta del titolo La lingua salvata. Perché privarci della nostra lingua è come cancellare la nostra identità, la nostra capacità di pensiero, l’intimità del sentire e degli affetti.
Tove Skutnabb-Kangas, docente all’Università danese di Roskilde e all’Accademia universitaria di Vasa in Finlandia, è conosciuta nel mondo per le sue crociate a favore del riconoscimento dei diritti linguistici umani e per il diritto all’istruzione delle minoranze linguistiche e culturali.
Denuncia che le lingue stanno scomparendo dal pianeta più rapidamente delle specie viventi, in parte, sostiene, a causa della diffusione dell’Inglese. Ma è anche il risultato delle nazioni che non proteggono le minoranze linguistiche e non usano queste lingue come medium dell’istruzione nelle loro scuole.
Contro l’estinguersi delle lingue, e con esse lo scomparire di culture, di tradizioni e di identità, la Tove propone una Convenzione universale dei diritti linguistici umani. In essa afferma che ogni persona ha diritto di identificarsi con la propria madrelingua e vedere questa identificazione riconosciuta e rispettata dagli altri.
Ognuno ha il diritto di apprendere la madrelingua, orale (quando è fisiologicamente possibile) e scritta. In particolare, e questo riguarda soprattutto i figli di prima e di seconda generazione degli immigrati, anche per il nostro paese, di essere istruito prioritariamente attraverso il medium della propria madrelingua, all’interno del sistema scolastico finanziato dallo Stato. Di utilizzare la madrelingua nella maggior parte delle situazioni ufficiali (comprese le scuole). Soprattutto, ogni cambio rispetto alla propria madrelingua, poiché include conoscenze e conseguenze a lungo termine, deve essere volontario e non può essere imposto.
La Tove difende con forza il diritto di tutti i fanciulli a ricevere l’istruzione nella loro madrelingua, divenendo bilingui o trilingui con l’apprendimento della lingua dominante nel paese che li ospita.
Del resto, i dati dell’Ocse sono chiari. Dimostrano che, in generale, la prima generazione dei figli di migranti non raggiunge lo stesso grado di istruzione dei loro coetanei indigeni. Sia per la prima che per la seconda generazione, l’istruzione acquisita dipende dal livello culturale dei genitori.
Per tanto le politiche migratorie dei paesi ospitanti non sono indifferenti, ma incidono sui risultati scolastici dei figli degli immigrati. Dove la selezione di lavoratori stranieri avviene tenendo conto delle necessità del mercato del lavoro, delle qualifiche e dei livelli di istruzione, come in Australia e in Canada, il tasso di preparazione a cui giungono i figli di seconda generazione è circa lo stesso o superiore a quello dei coetanei nativi. All’opposto in Germania, in Belgio e in Italia, dove sono reclutati lavoratori stranieri con basse competenze, i livelli di istruzione raggiunti dalla seconda generazione sono significativamente al di sotto di quelli dei madrelingua.
Secondo i dati Ocse è proprio la lingua a creare lo svantaggio, il non poter studiare e pensare nella propria lingua madre: la lingua è il fattore prevalente che riguarda il rendimento scolastico.
Inoltre, poiché la madrelingua è la lingua del quotidiano, i fanciulli delle famiglie migranti spesso parlano in casa una lingua che è differente da quella del paese ospite.
Noi siamo una nazione con una scuola in teoria attenta alla lingua materna, alla lingua di scolarizzazione e alle lingue europee, ma in pratica molto lontana dall’essere un sistema scolastico plurilingue. Per cui, mentre i ministri dell’istruzione progettano fin dalle elementari lezioni in lingua Inglese, non sono in grado, non solo di procurare i mezzi, ma neppure di pensare a come garantire ai figli degli immigrati il diritto di imparare a scuola per mezzo della loro madrelingua, quella famigliare e di tutti i giorni, come è nel diritto di tutte le bambine e i bambini di questo mondo. Così gli svantaggi per questi fanciulli si moltiplicano e per loro, che hanno il medesimo diritto all’istruzione dei loro coetanei italiani, viene meno il dettato dell’art. 3 della nostra Costituzione, che dovrebbe valere ancor prima di ogni altra disquisizione intorno allo ius soli o allo ius sanguinis.
Eppure è dal 1960 che esiste la Convenzione dell’Onu contro le discriminazioni nell’istruzione. All’art. 5 fornisce una chiara protezione delle minoranze culturali e linguistiche, a partire dai fanciulli migranti. L’Unesco, nel 1999, ha istituito la Giornata internazionale della madrelingua del 21 febbraio.
Ma, evidentemente, anni di governi ignoranti e di leghismi intellettualmente asfittici hanno finito con ottundere le menti di questo nostro paese e rendere cronica la sua miopia.

Render conto

Nei vari articoli che ho scritto sulla rubrica “Ecologicamente” ho cercato di proporre (forse con toni teorici e poco accattivanti) alcuni principi ambientali su acqua e rifiuti che mi stanno particolarmente a cuore. Mi rimane da trattare un punto che taglia trasversalmente tutti i temi e che, a mio avviso, rappresenta il principio base di ogni impostazione. Mi riferisco all’Etica della responsabilità: si tratta di un concetto generale su cui ritengo importante fare qualche ragionamento conclusivo.
La mia opinione infatti è che siano necessari elementi “alti” di caratterizzazione dei servizi pubblici locali in quanto indispensabili per realizzare un reale processo di miglioramento che richiami alla sostenibilità, alla trasparenza, alla certificazione, alla accountability, all’etica.
Bisogna mantenere alta la sensibilità e la domanda di sostenibilità e qualità sui servizi pubblici ambientali, e più in generale di ambiente, perché la crescita di qualità ambientale è un bisogno di tutti. Il bisogno di fiducia e partecipazione deve sostituire il crescente disagio e la diffidenza dei cittadini. La qualità della vita, la sicurezza, il rispetto ambientale, la coscienza civica devono contrastare la mancanza di dialogo, la scarsa informazione, le scarse competenze e l’iniqua distribuzione.
Non vorrei dare nessuna lezione di morale né fare demagogiche riflessioni, ma solo rafforzare la consapevolezza di poter ritrovare in questi territori, con questo sistema istituzionale e industriale, dei valori alti che hanno caratterizzato e che si pensa caratterizzeranno ancora i servizi pubblici collettivi in questa regione e in questa provincia.
Il bisogno di qualità sta diventando un importante elemento di riferimento anche nella politica economico-industriale dei servizi pubblici; vi è uno stretto legame tra sistema di gestione e livello di qualità ed efficienza economica, e i sistemi di regolazione devono fronteggiare il tipico dilemma fra incentivare l’efficienza produttiva e trasferire quote della rendita.
La Qualità è destinata ad assumere un ruolo fondamentale nella logica di apertura regolamentata dei mercati e dunque come fattore di competizione per la scelta concorrenziale del gestore. Si arriva così alla centralità dell’accountability, come insieme di momenti atti a “rendere conto in modo responsabile per tenere fede agli impegni presi”; l’accountability è dunque un insieme di modalità attraverso cui rapportarsi con i vari portatori di interesse per ottenere consensi. Questo ci porta ad un tema fondamentale: il capitale sociale. Quest’ultimo, come fondamentale valore da difendere, rappresenta infatti quella risorsa che permette di valorizzare il capitale culturale, il capitale simbolico e il capitale economico, e metterla a disposizione dei singoli individui.
Va rilevato come in particolare si stia passando da una fase di partecipazione e coinvolgimento ad una fase di distacco, di cinismo e dunque di sfiducia. E’ difficile distinguere quanto sia causa di un malessere generale; certo è che questa sfiducia indebolisce il capitale sociale come elemento di successo e di distinzione. Il capitale sociale è un importante valore di sviluppo e deve essere monitorato e analizzato in continuo per meglio comprendere il gradimento dei cittadini e più in generale il loro livello di qualità della vita.
Abbiamo bisogno di analizzare più a fondo come possono coesistere reali processi di miglioramento in contrasto con crescenti segnali di disagio e di insoddisfazione. In sintesi si stanno allentando i rapporti fiduciari che fortemente caratterizzavano il territorio e si vanno rafforzando al contrario strumenti di difesa e di autotutela.
Gli individui interagiscono quando si riconoscono reciprocamente come fini e non come mezzi. Si sente il bisogno di trasparenza e di fiducia; spesso invece si avverte una pregiudiziale diffidenza.
Conoscere cosa la gente spera sarà obiettivo fondamentale di ogni politica futura. Indagare sulle dimensioni di fiducia diffusa e di fiducia condizionata nelle relazioni fra erogatori di servizi pubblici e utenti è un impegno che bisogna assumersi collettivamente.

GERMOGLI
l’aforisma
di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…
 
“La potenza non consiste nel colpire forte o spesso, ma nel colpire giusto” (Honoré de Balzac)
 

IMMAGINARIO
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