Skip to main content

Giorno: 24 Giugno 2014

A Bologna Emergency festeggia 20 anni di medicina e diritti umani

da: Emergency Ferrara

Appuntamento al Parco Caserme Rosse di Bologna dal 26 al 29 giugno. Quattro giorni dedicati alla ONG che festeggia vent’anni dalla sua fondazione. Tra gli ospiti Cecilia Strada, Patrizia Moretti, Mario Zanot e i Perturbazione.

Vent’anni sono passati in fretta ma guardando indietro la strada fatta dalla ONG fondata nel 1994 da Gino Strada e Teresa Sarti a Milano è davvero lunga. Sempre in prima fila nei conflitti al fianco delle vittime, per portare cure gratuite e di qualità ovunque ce ne sia bisogno e per diffondere una cultura di pace e di rispetto dei diritti umani. Per quattro giorni a Bologna volontari, operatori, artisti, amici e sostenitori dell’associazione si incontreranno negli stand del Parco Caserme Rosse (via di Corticella 147).

Si parte giovedì 26 giugno con due appuntamenti legati a due Paesi in cui Emergency opera da molti anni: l’Afghanistan con l’inaugurazione della mostra fotografica “In Afghanistan” di Mario Dondero e il Sudan con il documentario multimediale “Una linea Rosso Sangue” di Iago Corazza e Greta Ropa. Lo spazio dibattiti sarà incentrato sul rispetto dei diritti con la presentazione del libro “Una sola stella nel firmamento – Io e mio figlio Federico Aldrovandi” e l’intervista a Patrizia Moretti di Riccardo Tagliati (Radio Città del Capo).

Venerdì 27 giugno Cecilia Strada (Presidente di Emergency) racconterà il lavoro della ONG nel mondo grazie anche alla testimonianza diretta di due operatori (Andrea Barbieri – cardiologo e Franca Maserati – amministratore) in rappresentanza di tutto il personale impegnato nelle strutture dei Paesi in cui opera l’associazione. La serata sarà moderata da Damiana Aguiari di radio Città del Capo.

Sabato 28 giugno Mario Spallino presenterà l’impegno di Emergency anche in Italia con lo spettacolo teatrale “Viaggio Italiano”. Nel pomeriggio uno spazio sarà dedicato ai ragazzi dagli 8 ai 12 anni con una “Caccia al tesoro” organizzata dai volontari del gruppo.

La chiusura domenica 29 giugno con il racconto della vita di un grande amico di Emergency e uomo di pace Tiziano Terzani attraverso video, immagini e le parole di Mario Zanot, regista del film in fase di realizzazione “Un indovino ci disse” ispirato dall’omonimo libro.

Tutte le sere divertimento e musica con i concerti dei Drunk Butchers, Sursum Corda, Marco El V & The Garden House. Sabato 28 giugno la data bolognese dei Perturbazione, uno dei principali gruppi rock italiani degli ultimi anni, reduci dal grande successo di Sanremo 2014. Il concerto sarà aperto da un mini live di Nadia & The Rabbits e prevede la partecipazione straordinaria di Erica Mou (autrice della colonna sonora di “Una piccola impresa meridionale” di Rocco Papaleo).

Tutti gli eventi sono ad ingresso libero e gratuito. Ogni sera dalle 19.30 è disponibile un servizio di ristorazione gestito dai volontari del gruppo Emergency Bologna.

Il programma completo è disponibile a questo link.

logo-regione-emilia-romagna

Scuola, organici per l’anno 2014-2015: l’assessore Bianchi scrive al Ministro Giannini

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Emergenza organici in Emilia-Romagna per l’anno scolastico 2014-2015, l’assessore alla Scuola Patrizio Bianchi scrive al Ministro Giannini: “Servono altri 800 docenti, aumento significativo di studenti l’anno prossimo nella nostra scuola”

“In Emilia-Romagna servono altri 800 docenti per garantire il funzionamento della scuola il prossimo anno scolastico. Il quadro aggiornato delle nuove iscrizioni ci parla di un aumento molto significativo di studenti rispetto all’anno appena concluso. Un aumento eccezionale che conferma l’Emilia-Romagna come la Regione con il maggiore incremento di studenti. Per questo chiediamo una richiesta aggiuntiva di organico rispetto a quella già avanzata nei mesi scorsi”. Così scrive l’assessore regionale alla Scuola Patrizio Bianchi in una lettera inviata al Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e con cui sottolinea l’emergenza organici per l’anno scolastico 2014-2015.

“I dati delle iscrizioni definitive ci hanno dato un quadro molto ampliato rispetto alle previsioni di qualche mese fa – spiega Bianchi – L’aumento di ragazzi iscritti nelle nostre scuole, progressivamente crescente e difficilmente programmabile perché dovuto ai ricongiungimenti delle famiglie immigrate, si va ad aggiungere alle caratteristiche peculiari del sistema scolastico emiliano-romagnolo caratterizzato da una forte iscrizione alla scuola dell’infanzia, da un numero significativo di iscrizioni agli istituti tecnici e professionali e da una grande presenza ragazzi stranieri”.

“Per questo abbiamo ritenuto necessario ridefinire la richiesta di docenti già avanzata – aggiunge Bianchi – Servono almeno 500 posti di organico, a cui vanno aggiunti altri 200 posti per le esigenze delle scuole terremotate. A questi numeri occorre poi aggiungere circa 100 posti per la scuola dell’infanzia, che riteniamo debba avere ampliata la quota del personale dello Stato”.

L’Assessore Alice Carli e il Direttore della coop Girogirotondo ringraziano per il successo della Parata di barche allegoriche

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

La Parata di barche allegoriche lungo i canali del centro storico ha regalato sabato sera emozioni, magia e divertimento per una grande festa partecipata, che ha coinvolto davvero tutti, residenti e turisti, grandi e piccini.L’Amministrazione Comunale desidera far pervenire sentiti ringraziamenti ai tanti che hanno profuso passione e impegno per la riuscita dell’evento. “Desidero ringraziare la coop sociale Girogirotondo, – dichiara l’assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione Alice Carli -, le associazioni che hanno animato le barche Al Batal, ANMI, H2O, Voodoo, Volania Calcio, Acchiappafantasmi, Bar Filippo e Parrucchiera Cristiana, gli animatori Mariella, Cecilia, Paola e Angelino, che hanno intrattenuto i bambini fin dal primo pomeriggio con giochi di squadra, le associazioni sportive El Movimiento di Beatrice Cavallari e Muovidea di Nadia Vitali, che hanno coinvolto e divertito il pubblico a ritmo di musica con tanti coinvolgenti balli, Briciole di Teatro che ha dato un tocco speciale alla serata, i volontari della Protezione Civile “Trepponti” e di Comacchio Soccorso, sempre molto disponibili.” Ha suscitato grande fascino e magia lo spettacolo di fuoco dei ragazzi della Grande Burla che con le loro evoluzioni infuocate hanno illuminato il magnifico Trepponti, regalando suspance e divertimento.Un ringraziamento speciale è rivolto proprio a loro, ma anche ad Agnese e al Laboratorio protetto Dune di Sabbia e a Sandro Pozzati di comacchio.it, che ha sapientemente condotto la manifestazione, catturando l’attenzione del folto pubblico. Impegno intenso anche per i dipendenti dell’assessorato alla Pubblica Istruzione, ai quali vanno estesi sentiti ringraziamenti.
“Per me è stato un piacere coordinare con autentica passione questo lavoro di rete che il nostro territorio è riuscito a mettere in campo – aggiunge il Direttore della coop sociale Girogirotondo Carla Carli. L’impegno in questi mesi di preparazione è stato ampiamente ricambiato, scoprendo una comunità viva, energica disponibile alla partecipazione con allegria e spensieratezza.”
Ci sono tutti i presupposti per cominciare a lavorare intorno ad una seconda, straordinaria edizione di “Sognando una parata di barche in festa”, per bissare il successo registrato sabato scorso.

#Paliofe2014: domani verrà inaugurata una piccola esposizione delle migliori foto degli Instagramers a tema Palio di Ferrara

da: ufficio stampa Ente Palio città di Ferrara

Sono state 636 le fotografie scattate dagli Instagramers nel corso delle manifestazioni del Palio di Ferrara e taggate con l’hashtag #paliofe2014. Il team degli IGERS Ferrara ha concluso nei giorni scorsi la selezione delle migliori foto pubblicate fra tutte su Instagram e le migliori 5 selezionate verranno esposte nello show room Maioliche d’Arte di Monica Grandi in via Garibaldi 155.

Una piccola mostra per un fenomeno mediatico che sta coinvolgendo sempre più utenti che amano la fotografia “estemporanea” e personalizzata, per il quale il Palio è stato protagonista nel corso di tutte le iniziative del maggio scorso, fino alle corse in piazza Ariostea.

L’inaugurazione di questa piccola mostra fotografica si terrà domani, mercoledì 25 giugno alle ore 19.30, proprio presso lo show room.

Ottime posizioni di Unife nella classifica sulla qualità delle Università italiane de “Il Sole 24 Ore”

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

L’Università di Ferrara nuovamente in eccellente posizione nelle classifiche degli Atenei italiani. Questa volta a premiarla è la nuova classifica de “Il Sole 24 Ore” sulla qualità delle Università del Paese, pubblicata lunedì 23 giugno, che vede Unife al quattordicesimo posto su 61 Università statali con un punteggio di 68, nella classifica generale che valuta al 50% la didattica e al 50% la ricerca.
Come afferma il Prof. Francesco Bernardi, Pro Rettore dell’Università di Ferrara… “Nonostante i criteri di valutazione siano stati rivoluzionati rispetto agli anni precedenti, siamo pienamente soddisfatti dei risultati raggiunti: siamo posizionati saldamente nel gruppo delle Università migliori e ad un passo da Atenei prestigiosi e di grandi dimensioni”.

Sempre amata dai fuori sede
Un dato particolarmente significativo riguarda l’attrattività, che premia Unife posizionandola al quarto posto assoluto tra le Università italiane.

La Didattica
Risultati eccellenti anche per la classifica della didattica che vede l’Ateneo di Ferrara spiccare al nono posto su 61. Non solo. Nella graduatoria inerente le Borse di studio, ovvero la percentuale di idonei che le hanno ottenute, Unife svetta al terzo posto tra le migliori 22 Università. Molto positiva anche la quarta posizione dell’Ateneo nella graduatoria della dispersione, con l’88,9%. di studenti che dal primo anno si sono iscritti al secondo anno di un corso di laurea dell’Università di Ferrara. E anche per quanto riguarda l’indicatore dell’efficacia, ovvero la media dei crediti formativi ottenuti con il superamento degli esami in un anno per iscritto, l’Ateneo estense si posiziona all’undicesimo posto con il 36,3%.
“I risultati – dichiara il Prof. Lorenzo Pareschi, Delegato del Rettore alla didattica – premiano l’impegno che l’Ateneo ha profuso al fine di migliorare la qualità dell’attività didattica incentivando le immatricolazioni degli studenti migliori e riducendo abbandoni e dispersione grazie anche al lavoro messo in campo dai manager didattici e all’attività di tutorato. Siamo quindi veramente soddisfatti del nostro ottimo posizionamento nella classifica”.

La Ricerca
Ferrara occupa una posizione di rilievo anche nella classifica della Ricerca, dove si colloca al diciottesimo posto su 61 Atenei con un punteggio di 68 ed è in ottima posizione anche per quanto riguarda l’indicatore Ricerca basato sui giudizi ottenuti dai prodotti di ricerca nella valutazione dell’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR), dove si classifica al dodicesimo posto, ma in realtà sesta in assoluto con un punteggio di 1,1 a pari merito tra gli altri con Bologna, Politecnica delle Marche, la Statale di Milano, Brescia, Roma Foro italico, Venezia Ca’ Foscari . Un ottimo nono posto anche per l’alta formazione e la qualità dei dottorati di ricerca, graduatoria valutata sempre sulla base dei giudizi ottenuti dall’ANVUR.
“La collocazione dell’Università di Ferrara è particolarmente lusinghiera – commenta il Prof. Francesco Di Virgilio, Delegato del Rettore alla ricerca, trasferimento tecnologico, spin-off, brevetti – soprattutto in considerazione delle crescenti e sempre più consistenti riduzioni dei fondi ministeriali destinati alla ricerca e all’innovazione tecnologica. A questa drammatica emergenza finanziaria l’Ateneo ha risposto con la mobilizzazione di importanti risorse proprie che hanno permesso di potenziare l’impegno per la formazione ed il reclutamento dei giovani ricercatori. Questo impegno si è tradotto non solo nell’erogazione di un numero crescente di borse di dottorato, assegni e borse di ricerca da parte dei Dipartimenti Universitari, ma anche nella concessione di borse di studio finalizzate alla frequenza di prestigiose Istituzioni estere. Le valutazioni dell’ANVUR confermano la validità delle scelte strategiche di Unife che ha sempre coltivato con coraggio, fiducia e determinazione il futuro delle nuove generazioni di ricercatori”.

Al via la dodicesima edizione di Drink a Book: notturni letterari a tematica gay, lesbica e transessuale presso la libreria Ibs

da: Circomassimo Arcigay e Arcilesbica Ferrara

Si inizia venerdì 27 giugno con la performer Maura Chiulli e il suo nuovo romanzo “Dieci giorni”

Torna con un ricco e variegato calendario l’ormai tradizionale appuntamento ferrarese di inizio estate con DRINK A BOOK: NOTTURNI LETTERARI A TEMATICA GAY, LESBICA E TRANSESSUALE: cinque nuovi appuntamenti patrocinati dal Comune di Ferrara e organizzati da Circomassimo – Arcigay e Arcilesbica Ferrara in collaborazione con la Libreria Ibs.
È l’amore il filo conduttore di quest’anno, declinato e raccontato nelle sue molteplici forme. Per approfondire, spiegare e dibattere alcuni dei molti aspetti che rientrano nello sfaccettato mondo LGBT, perché Ferrara sia sempre più accogliente e inclusiva.

VENERDÌ 27 GIUGNO ORE 21.30
MAURA CHIULLI // DIECI GIORNI (Hacca Edizioni)
Tre racconti, sei diversi protagonisti all’apparenza distanti tra loro, ma le cui vite si scoprono intimamente connesse. Il principio è quello di vivere e ricordare, a qualsiasi costo, anche se farlo ci costerà la vita, anche se andare fino in fondo comporta il ritrovarsi sporchi e nudi di fronte a se stessi. Ed è questo che fanno Luciano, Silvia, Mario, Sergio, Tommaso e gli altri personaggi del romanzo: si ammalano, piangono, prendono ormoni, non riescono a sentirsi né uomini né donne, bestemmiano e fuggono per amore, perché vittime e carnefici della stessa incapacità di prendersi cura di sé e degli altri.
L’autrice: scrittrice e performer, a poco più di vent’anni Maura Chiulli inizia a interessarsi alla body art di Gina Pane e alla performance art di Marina Abramovic. Tra i suoi libri, Out. Storie di ordinaria discriminazione (Editori Riuniti) e Maledetti Froci & Maledette Lesbiche (Aliberti-Castelvecchi).

VENERDÌ 4 LUGLIO ORE 21.30
EDUARDO SAVARESE // LE INUTILI VERGOGNE (E/O)
Benedetto, Nunziatina, zia Gilda, Padre Vittorio sono i personaggi forti della trama incalzante che li accerchia e li fa misurare con l’ossessione del sesso e del peccato, l’esaltazione dell’amore, i corpi di maschi, femmine e trans, la presenza incombente di Dio. Savarese scandaglia e declina le diversità dell’amore raccontando vite che apparentemente hanno fallito perché hanno perduto l’amore. Ma la possibilità di redenzione rimane quando alla durezza della vita si oppone un cuore capace di ardere e sciogliersi.
L’autore: magistrato e scrittore, Eduardo Savarese vive e lavora a Napoli. Il suo primo romanzo, Non passare per il sangue, rielaborazione di L’amore assente, è stato segnalato dai giurati del Premio Calvino nell’edizione 2012.

VENERDÌ 11 LUGLIO ORE 21.30
CRISTIANA ALICATA // HO DORMITO CON TE TUTTA LA NOTTE (Hacca Edizioni)
Il passato è un mosaico di affetti irrisolti, guerre, armistizi, traslochi e fughe e la ricerca del tempo perduto può essere, a volte, l’unico modo di ritrovarsi. Una famiglia arriva a sfaldarsi e in qualche modo misterioso a ricomporsi nel ricordo. I fantasmi dei vecchi amori ritornano e sono nuove persone, nuove avventure, nuova vita. Una storia di abbandoni e di ritrovamenti che ci entra dentro da subito, che ci avvolge con le parole e che ha il grande pregio di parlare di noi.
L’autrice: ingegnere e responsabile commerciale di una grande azienda italiana, Cristiana Alicata fa parte del comitato editoriale de imille.org, dove scrive di politica. Tra i suoi libri, Quattro (Il Dito e La Luna) e Verrai a trovarmi d’inverno (Hacca Edizioni).

VENERDÌ 18 LUGLIO ORE 21.30
ELVIRA BORRIELLO // IL RUMORE DEL SUO SILENZIO (Elmi’s World)
Non esiste forza più grande dell’amore, ma quando veniamo lasciati ci rimane solo la debolezza di un cuore colmo di dolore. Niente sembra avere più senso e il tempo si ferma mentre intorno a noi tutto continua a muoversi senza interruzioni. L’unica cosa che ci rimane, per riprendere in mano la nostra vita, è affrontare il passato con la consapevolezza di volere un futuro.
L’autrice: Elvira Borriello è una scrittrice sensibile alle tematiche lesbiche che ha prodotto diversi libri e brevi poesie. Tra i suoi libri, L’ultima luna. Se la forza dell’amore, Paola per sempre, Leiedio. Come il sole negli occhi, La primavera di un sogno distratto, tutti pubblicati da Città Editrice.

VENERDÌ 25 LUGLIO ORE 21.30
VALTER CATONI // L’INUTILITÀ DELLA LETTERA Q (Mondadori)
Giorgio De Franchis è un uomo duro, deciso e pronto all’azione. Dopo un passato nei servizi segreti ha iniziato a collaborare come free lance con gli apparati di sicurezza dei Paesi a maggior rischio terroristico e non è tipo che ama lasciare gli incarichi a metà. Una sera, il suo grande amore Daniel Morel rimane gravemente ferito a Parigi dopo un’aggressione, e così Giorgio si precipita da lui. Nel seguire le tracce degli aggressori, però, si trova coinvolto in un intrigo legato al capolavoro di Claude Monet Impression, soleil levant, il quadro che ha dato origine all’Impressionismo e che è conservato al museo Marmottan di Parigi, di cui Daniel è direttore.
L’autore: Valter Catoni è nato a Roma nel 1954 ed è un importante dirigente d’azienda e imprenditore. Il suo primo romanzo, L’eterna lotta, è uscito nel 2012 nei Gialli Mondadori.

Tutte le presentazioni si svolgeranno come sempre presso la Libreria Ibs, in Piazza Trento e Trieste, sotto i portici che si affacciano sulla piazza più grande di Ferrara.
A offrire il consueto cocktail di benvenuto nelle varie serate sarà quest’anno il pub LOBO LOCO di via Borgo di sotto 7 a Ferrara, partner ufficiale della manifestazione.

Il miracolo economico di Trento? Incrociamo le dita…

C’è freschezza e consapevolezza nei discorsi di Renzi, e quel 40% e oltre ne offre un primo riscontro. Sono gli ingredienti necessari per percorrere i sentieri di un nuovo sviluppo e di una nuova crescita per cui l’Italia sembra finalmente pronta… accelerando il passo verso precisi obiettivi, perché il tempo stringe.
Al Festival dell’economia di Trento poche settimane fa il Presidente del consiglio si è soffermato anche sulle questioni dell’impresa e del lavoro oltre che sul quadro d’insieme e ha nuovamente sorpreso tutti, illustrando dettagliatamente i provvedimenti assunti e quelli che a brevissimo presenterà come vere riforme, dando un’immagine di visione, a breve e medio termine, quasi impensabile per la politica italiana.
Quello che ci è parso di rilievo, oltre al pacchetto riforme, sono l’approccio a nuove politiche industriali, a quel manufatturiero che era stato lasciato languire da troppi anni e che San Matteo ha sviolinato citando: Taranto, Piombino, il Sulcis in Sardegna, l’agroalimentare, e si potrebbero aggiungere i turismi con la cultura, i distretti produttivi di nuova generazione, una nuova chimica e l’ambiente, le nanotecnologie, la banda larga, l’artigianato del lusso e l’attenzione ai territori orientati a milieux.
Sappiamo anche, e ci piace qui sottolinearlo, che moltissimo sta nel progetto Europa 2020 con i suoi 180 miliardi di fondi strutturali cofinanziati e i nuovi strumenti attuativi dei Patti di territorio di area vasta.
Patti da articolarsi in patti territoriali di aree vaste da ristrutturare e riorganizzare, dai contratti d’area di settore e di siti produttivi, al rilancio dei distretti ad elevata tecnologia, dalle aree rurali ed ambientali, ma soprattutto, “Patti per lo sviluppo” da affidare ad una concertata ed operativa cabina di regia e con agenzie di sviluppo in grado di individuare gestioni e governance.
Bastano pochi mesi per indirizzare le progettualità e i programmi, capire quali sono i percorsi della globalizzazione, come essere in una Europa integrata, quali produzioni, servizi e catene del valore costruire e poi partire, anche per fasi, non oltre l’anno dall’idea.
Dobbiamo, però, capire da subito che ci saranno resistenze carsiche e blocchi da molti segmenti sociali: dalla stampa al web, ai media, dalle strutture burocratiche della pubblica amministrazione ai nanismi dei piccolissimi numeri dei Comuni, alle tantissime aziende municipali e oltre.
Cosa dire, infine, se non di una ritrovata speranza e un rinnovato impegno per guardare oltre questo ‘900 e, se non bastasse, correre, serve alzare l’asticella, chiamando tutti ad una politica alta e a fare una vera rivoluzione nei comportamenti.
Forse questo nuovo Pd dovrà essere proclamato “santo subito”, certamente in senso laico (anzi sicuramente finché restano ancora alcuni “grumi” da sciogliere e non pochi giapponesi da convertire), se riuscirà a chiudere con il passato presente e se andrà avanti.
Avanti per correre ed ancora correre, può essere la sintesi ultima del nostro ragionamento e lo si spera condivisibile per almeno la stragrande maggioranza degli italiani che il 25 maggio hanno lasciato un segno in profondità.
Incoraggianti sono state anche le missioni in Vietnam e in Cina. Vogliamo pensare che Trento sia stato il buon viatico. Speriamo porti bene.

Giovedì 26 giugno, all’Ibs, Maria Serena Mazzi presenta “La collina delle conchiglie”

da: Responsabile Eventi Libreria IBS.it Ferrara

Dialogano con l’autrice Gianni Venturi e Gigliola Fragnito

Anno 1476: un anno di peste. Nella Firenze di Lorenzo il Magnifico l’epidema sconvolge la vita degli abitanti nella città e
nelle campagne circostanti. La paura del contagio e l’elevato
numero dei morti turbano gli affari, il lavoro, le relazioni sociali,
il funzionamento delle istituzioni e mutano l’esistenza degli
individui. Rimasta sola, la giovanissima Lorenza decide di
abbandonare la casa sui campi in cui ha vissuto fino a quel
momento, non lontano da Certaldo, sui rilievi dolci della Valdipesa, per cercare un lavoro e un futuro diverso da Firenze.
Comincia così un lungo viaggio nello spazio geografico e sociale
che la condurrà nella capitale dello Stato e poi fuori dai confini
della Toscana, nel ducato Estense dei signori Ercole ed Eleonora
e a Venezia, incontro a personaggi oscuri o famosi che
modificheranno profondamente la sua vita. Un viaggio
coraggioso e non privo di rischi per una giovane donna senza
protezioni, durante il quale compirà un personale cammino di
trasformazione.
Maria Serena Mazzi vive a Firenze. Professore ordinario di Storia Medievale, ha insegnato nelle Università di Firenze e Ferrara. E’ autrice di numerosi saggi dedicati alla storia della società italiana nel tardo Medioevo, tra cui: Oltre l’orizzonte, In viaggio nel Medioevo (Paravia); Toscana bella (Paravia); Gente a cui si fa notte innanzi sera (Viella); Come rose d’inverno e I labirinti del potere (Nuovecarte).

Giovedì 26 giugno ore 17:30

Presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino
Libreria IBS.it bookshop

Maria Serena Mazzi
presenta
La collina delle conchiglie
(Edifir)

Dialogano con l’autrice
Gianni Venturi e Gigliola Fragnito

logo-regione-emilia-romagna

Emilia Romagna Festival, quattordicesima edizione dal 22 luglio al 16 settembre

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Emilia Romagna Festival, quattordicesima edizione: dal 22 luglio appuntamenti con la grande musica nelle province di Bologna, Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena e Rimini. Un cartellone all’insegna della versatilità e delle grandi orchestre per un viaggio musicale dall’antico al contemporaneo. Quindi premi alla carriera e iniziative per i giovani ma anche escursioni nel teatro e la danza

Dal 22 luglio al 16 settembre la XIV edizione del grande festival d’area italiano radunerà musicisti e orchestre da tutto il mondo, in un cartellone costellato di eccellenze, di talento e di attenta ricerca, all’insegna della versatilità. Versatilità di luoghi, versatilità di organici, versatilità di repertori ed espressioni artistiche: tanta musica ovviamente, ma anche danza e teatro. Mai come quest’anno ERF sarà per il suo pubblico un vero e proprio viaggio: 40 tappe distribuite in cinque province della Regione (Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini), nel patrimonio storico-architettonico e paesaggistico del territorio attraverso i tanti luoghi di fascino che compongono il cartellone, ma anche e soprattutto viaggio nei suoni del mondo, dall’antico al contemporaneo.

La manifestazione è stata presentata oggi a Bologna nella sede della Regione Emilia-Romagna, principale sponsor istituzionale, presenti tra gli altri il direttore artistico Massimo Mercelli e l’assessore regionale alla Cultura, Massimo Mezzetti.
“Un programma ampio e vario – ha commentato Mezzetti – che dimostra tra l’altro come si possa coniugare la qualità della proposta con una promozione del nostro territorio, caso raro in un Paese come l’Italia dove non esiste una simile strategia politico culturale e amministrativa”.

Il programma
Il percorso parte dalla Russia, con la grandissima musicista e compositrice Sofija Gubajdulina protagonista d’eccezione del concerto inaugurale, in programma il 22 luglio nella meravigliosa cornice dell’Abbazia di San Mercuriale a Forlì. L’artista russa, recentemente insignita del Leone d’Oro alla carriera dalla Biennale di Venezia, torna dopo qualche anno di “silenzio” con una nuova composizione, Warum? Wozu? Wodurch?, che sarà eseguita in prima assoluta, alla sua presenza, dalla prestigiosa compagine italiana Filarmonica Teatro Regio Torino diretta da Andres Mustonen, insieme ai solisti Darko Brlek (clarinetto) e Massimo Mercelli (flauto). Quest’importante commissione è nata grazie alla collaborazione tra un’autorevole rete di Festival e Istituzioni Musicali italiane ed europee; insieme a Emilia Romagna Festival vi sono infatti Ravello Festival, Ljubljana Festival, Festival de Música de Canarias, Staatskapelle Dresden, Amsterdam Sinfonietta, Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, Fondazione Arena di Verona.

Il viaggio si conclude in America Latina con l’Orquesta Filarmonica National De Mexico Unam, il più antico gruppo sinfonico professionale nel panorama culturale di Città del Messico e una delle migliori compagini del Messico, che chiuderà il festival il 16 settembre al Teatro Ebe Stignani di Imola. Dirigerà l’eclettico Jan Latham-Koenig, più volte ospite del festival nelle passate edizioni, che guiderà l’orchestra attraverso le sonorità e le forme della musica del continente latino americano, fra cui Libertango di Astor Piazzolla e le trascinanti sonorità di Huapango di Moncayo.

Le orchestre e i grandi interpreti internazionali
Tra i grandi protagonisti della stagione 2014, il celebre pianista iraniano Ramin Bahrami, artista in residenza quest’anno a Emilia Romagna Festival, considerato internazionalmente tra i più interessanti interpreti bachiani viventi. Tre i concerti che lo vedranno impegnato con programmi diversi: sotto le stelle all’Arena delle balle di paglia di Cotignola affronterà le celebri Variazioni Goldberg (anteprima, 20/07 Cotignola); circondato dalle architetture dell’Abbazia di Pomposa percorrerà le vertiginose fughe de L’Offerta musicale (Musikalischer Opfer) (26/07, Codigoro-Pomposa); infine a Comacchio chiuderà con la sua ultima fatica discografica per Decca Universal: le Invenzioni e Sinfonie a due e tre voci, che include due prime registrazioni assolute mai eseguite prima al pianoforte, fra cui il Preludio, fuga e allegro Bwv 998 che Bach aveva scritto per liuto ma che, come da consuetudine, contemplava la possibilità d’esecuzione con altri strumenti a tastiera (11/08, Comacchio).

Dalla Cina arrivano le due prestigiose Filarmoniche di Qingdao e Hangzhou, quest’ultima diretta da Yang Yang e Ning Feng, violinista dalla carriera internazionale, si esibirà in un commovente Omaggio a Claudio Abbado (10/08, Pesaro). La Quingdao Symphony Orchestra, sotto la bacchetta di Zhang Guoyong (attuale direttore della Shanghai Opera House), presenterà invece un affascinante programma sulle orme di Marco Polo lungo La Via della Seta, ricco di strumenti tradizionali cinesi, dove risplenderanno le note famose de La Tigre e il Dragone del compositore Premio Oscar Tan Dun (23/07, Cesenatico). Si passa quindi in Anatolia orientale con l’Armenian Philharmonic Orchestra, la più grande e antica orchestra del Paese, qui con due giovani talenti della nuova generazione: il direttore Eduard Topchjan e la violinista Anush Nikoghosyan, in un bellissimo programma tra cui spicca il Concerto per violino e orchestra di Chacaturjan (26/08, Rimini). L’evento è realizzato in collaborazione col Meeting per l’amicizia fra i popoli, grazie al quale ricordiamo anche la performance della Filarmonica del Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo diretta da Pier Carlo Orizio con un omaggio in occasione dei 60 anni del capolavoro felliniano La strada (24/08, Rimini).

Si torna poi in Russia con una stella assoluta della musica colta: il violista Yuri Bashmet, capace di lasciare trasparire un mondo incredibile di suoni, emozioni e immagini dal suo strumento, con i “suoi” Moscow Soloists, qui alle prese con il concerto “olimpico”, che mescola compositori da tutto il mondo, e che presenta un’importante prima esecuzione italiana: Voto eterno per viola sintetizzatore e archi ancora una volta di Tan Dun (1/09, Castel San Pietro). E ancora l’Argentina con Recital Popular dove la voce inconfondibile di Antonella Ruggiero e la band italo-argentina Del Barrio dedicano un nuovo spettacolo alla bellezza e alla poesia della musica popolare. Un concerto composto da canzoni che parlano il linguaggio della gente e ne esprimono i sentimenti, senza barriere di nazionalità. Brani celeberrimi della tradizione argentina, tanghi ma anche alcune delle più note canzoni italiane (4/09, Forlì).

Tra i grandi interpreti internazionali da non dimenticare, il pianista montenegrino Ratimir Martinovic (31/07, Mordano), il napoletano Edoardo Catemario tra i maggiori protagonisti nel panorama internazionale della chitarra classica e tra i più grandi specialisti attuali di questo strumento (5/08, Castel Guelfo); viene dalla Corea il Piano Trio “Ye” che si esibirà il 29 luglio a Bologna in una nuova e bellissima sede, la Corte del Circolo Ufficiali.

Ampio spazio sarà ovviamente dedicato all’eccellenza nell’ambito della musica da camera. Un’occasione unica per il pubblico di “assaporare” appieno le potenzialità di ogni singolo strumento soprattutto quando espresse da interpreti di straordinaria bravura. Da Montecarlo arriva l’Aïghetta Quartett,quartetto di chitarre molto famoso in tutta Europa che ha inciso tra l’altro due cd con il chitarrista jazz rock John Mc Laughlin (Time remembered e Tieves and poets), che presenterà un mix di musica classica, world music e musica da camera, attingendo dal repertorio più noto fino a composizioni originali (8/08, Codigoro–Pomposa). Ne ‘L’Arte della Tromba’ invece si avrà il piacere di ascoltare il trio composto dalle due trombe di Vicente Campos, solista di fama internazionale e di Rubén Simeó, giovanissimo talento, classe 1992, che si esibisce regolarmente con grandi orchestre sinfoniche, e dall’organo di Marialuisa Veneziano, anche lei giovane promessa del concertismo italiano(4/08, Imola). Tra i graditi ritorni al festival, l’ensemble formato da Friedemann Eichhorn al violino e Andreas Froelich al pianoforte, due solisti di rarissimo pregio per una serata di grande virtuosismo e suggestione, con un programma dal titolo Souvenir d’Amérique in cui ispirazione e tecnica strumentale si intrecciano in maniera incomparabile (20/08, Russi). Da non perdere infine il concerto dedicato al 70° anniversario della morte della partigiana forlivese Iris Versari, una delle diciannove donne italiane insignite della Medaglia d’oro al Valor Militare della Resistenza, con il violoncellista rodigino Luigi Puxeddu, tra i più accreditati interpreti di Luigi Boccherini a livello internazionale, e Enrico Fagone, primo contrabbasso dell’Orchestra della Svizzera Italiana di Lugano e solista di prim’ordine, le cui vaste esperienze musicali vanno da Martha Argerich a Elio e le Storie Tese (17/08, San Benedetto in Alpe).

Non solo musica
Anche quest’anno il festival propone dei percorsi intrecciati tra suono, scrittura, teatro e danza, sperimentazioni espressive da sempre care al Festival. Per quel che riguarda la “contaminazione” e i possibili punti d’incontro tra i linguaggi della Musica e del Teatro, Chiara Guidi e Fabrizio Ottaviucci presentano Tifone, un suggestivo concerto per “viola”, ovvero la voce attoriale, e pianoforte, liberamente tratto da Joseph Conrad con l’adattamento e regia a cura di Chiara Guidi, le musiche originali di Fabrizio Ottaviucci, e la produzione di Socìetas Raffaello Sanzio (11/09, Imola). Per gli intrecci tra danza e musica, il Duo Petrouchka composto dai pianisti Massimo Caselli e Alessandro Barneschi, affiancato da Valentina Caggio, danzatrice e coreografa faentina, propone un appuntamento che ricostruisce l’atmosfera originaria musicale e coreutica contenuta nella straordinaria partitura Le Sacre du Printemps di Stravinskij (31/08, Casola Valsenio).

Premio Erf alla Carriera
Torna anche per questa stagione, il Premio alla Carriera Emilia Romagna Festival, riconoscimento istituito nel 2010 con cui il Festival intende omaggiare i grandi protagonisti della scena artistica internazionale che con il loro genio onorano la musica e le arti. Consegnato nelle precedenti edizioni a Maxence Larrieu, Quirino Principe, Catherine Spaak e Ivano Marescotti, sarà assegnato quest’anno al grande Bruno Canino, monumento del concertismo italiano, già direttore della Sezione Musica della Biennale di Venezia, che ha suonato come solista e pianista da camera nelle principali sale da concerto e Festival europei, in America, Australia, Giappone, Cina. Canino, noto in tutto il mondo anche per le bellissime incisioni discografiche (fra le più recenti, l’integrale pianistica di Emmanuel Chabrier), in occasione del Premio che sarà consegnato il 24 agosto a Palazzo Fantini di Tredozio, offrirà uno spettacolo ideato e costruito sull’affascinante evoluzione del valzer in terra europea, declinato per tastiera.

Il Progetto Musma e i giovani talenti
Emilia Romagna Festival da sempre si impegna nella promozione dei giovani talenti, collaborando con alcuni dei migliori Concorsi di Musica internazionali, e ospitando ogni anno chi ha raccolto gli allori. Ed è tutto incentrato sui giovani compositori, la ricerca dell’innovazione e l’arricchimento del repertorio musicale il progetto che ha vinto il sostegno del Programma Cultura dell’Eu: Musma – Music Masters on Air, e che prosegue anche quest’anno in collaborazione con il network internazionale European Festivals Association. Per il 2014 il tema selezionato dal Festival Internazionale di Musica di Ankara è L’Acqua, che ispirerà i giovani compositori selezionati per nuove opere dedicate all’organico di quintetto di fiati, che saranno eseguite in tutta Europa e trasmesse dalle radio partner del progetto. Il festival dunque ospiterà le nuove composizioni in prima italiana di Keitaro Takahashi (Giappone), Daan Janssens (Belgio), Adrien Tsilogiannis (Belgio), Can Bekir Bilir (Turchia) e Mikolaj Majkusiak (Polonia), oltre a quella in prima assoluta di Orazio Sciortino. Tutti i brani saranno eseguiti il 5 settembre a Castel San Pietro Terme da I Fiati Associati e per la prima volta verranno registrati e ritrasmessi da RER Radio dell’Emilia Romagna, la radio partner del festival per il progetto Musma.

E sempre a proposito di talenti emergenti, in residenza al festival per la consueta sezione Primo Premio! – sezione storica dedicata ai giovani interpreti provenienti da prestigiosi concorsi internazionali – la brillante formazione d’archi Omer Quartet, proiettata verso i palcoscenici internazionali dal Primo Premio del Fischoff Chamber Music Competition, riconosciuto come il più prestigioso concorso per la musica da camera al mondo (25/08, Riolo Terme; 27/08, Alfonsine; 28/08, Imola; 29/08 Forlì).
Dalla pluriennale collaborazione con il Concorso Internazionale di Musica da Camera Salieri-Zinetti, uno dei più interessanti e vivaci concorsi del panorama nazionale, provengono dalla Germania il Duo Hiller-Sieber, freschi del loro debutto newyorkese e dalla Repubblica Ceca il Josef Suk Piano Quartet.

Le leccornie di Erf – Itinerari di musica, scoperte e degustazioni
Tra le novità assolute di questa edizione Le Leccornie di Erf – Itinerari di musica, scoperte e degustazioni. IlProgetto, nato dalla sinergia fra Erf, l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, Le Strade dei Vini e dei Sapori, la Clai Soc. Coop. e diversi Comuni del territorio toccato dal festival, vuole rendere alcuni appuntamenti del cartellone vere esperienze a 360°: al piacere dell’ascolto musicale, vengono abbinate attività di scoperta della regione – visite guidate, passeggiate – e degustazioni di vini e cibi del territorio. Un vero e proprio progetto di valorizzazione e promozione del territorio e di tutte le sue sfaccettature, dove ogni appuntamento include un concerto, una degustazione e un’attività collaterale (28/07, Casalfiumanese; 5/08, Forlì; 24/08, Tredozio; 31/08, Casola Valsenio; 2/09, Bagnara di Romagna).

Link utili
Per il programma dettagliato: www.erfestival.org
Immagini in alta risoluzione degli artisti: www.erfestival.org/2014/?q=it/artisti2
Facebook Fan Page: www.facebook.com/pages/Emilia-Romagna-Festival/200017470458
Twitter: @ twitter.com/erfestival

Il Liceo Ariosto ringrazia la Fondazione Carife per la donazione di volumi destinati alla biblioteca scolastica

da: Liceo Classico Statale Ludovico Ariosto Ferrara

Il Liceo “L. Ariosto” desidera ringraziare la Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara per la generosa donazione, fatta alla Biblioteca di questo Liceo, dei volumi editi dalla stessa Fondazione. Si tratta di opere importanti e utili per diffondere la conoscenza della storia e della cultura locale.
Si è provveduto, quindi, ad inserirle nel catalogo della nostra Biblioteca, in modo che i libri siano accessibili, già da ora, per la consultazione e il prestito da parte dei docenti e degli studenti della scuola. Queste opere, come tutto il patrimonio librario del Liceo, sono accessibili anche agli utenti esterni, a cui ugualmente offriamo, da sempre, il servizio della Biblioteca.

IL DIRIGENTE SCOLASTICO – Mara Salvi –

Domani nuovo appuntamento con Groove Aperitherapy per immergersi nel verde tra musica, cocktails, piatti rinomati

da: organizzatori

Sentivate la mancanza dell’originale aperiterapia dei mesi estivi in città? Non vi preoccupate! Groove Aperitherapy torna domani sera, mercoledì 25 giugno, a partire dalle 19.30 e fino a mezzanotte, nella suggestiva e verde cornice del Parco di Villa Horti della Fasanara, in via Vigne 34 a Ferrara.
Ad aspettarvi all’aperitivo a cielo aperto, firmato da Michele Mazzanti del Messisbugo e da Elda Filia di Villa Horti della Fasanara, saranno i cocktails e long drinks preparati dalle mani esperte della famiglia del Messisbugo. Il tutto accompagnato dalle note della deep house e chill out del dj Lorenzo De Blanck.
E per soddisfare i palati oltre ai piatti-aperitivo preparati da Enrico Colombani, ci saranno le specialità del ristorantino Quel Fantastico Giovedì.
Una formula vincente che quest’anno supera i confini della nostra città grazie alla collaborazione artistica del Pineta by Visionnaire e del Pacifico Dinner di Milano Marittima, che saranno presenti agli appuntamenti. Sponsor anche per il 2014 Martini.
Groove Aperitherapy un’atmosfera unica e raffinata per un aperitivo lunghissimo!
Vivi la tua estate in città!

L’ingresso è gratuito, ma riservato solo a pedoni e biciclette. Il parcheggio è possibile nei dintorni di Piazza Ariostea. Per informazioni: 393 9303450.

provincia-ferrara

Conclusa con successo la sperimentazione ferrarese del progetto europeo Spes

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

E’ in fase conclusiva il progetto Spes (Support Patients through E-service Solutions), finanziato nell’ambito del programma di cooperazione transnazionale Central Europe e iniziato il primo aprile 2011.
Il progetto, coordinato dall’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile Enea di Bologna, ha avuto un finanziamento Ue di 2,1 milioni di euro, dei quali 240mila per il territorio ferrarese.
Spes è consistito nell’introduzione di forme di telemedicina e telecompagnia in quattro città europee: Ferrara (Italia), Vienna (Austria), Brno (Repubblica Ceca) e Košice (Slovacchia), con attenzione particolare su malattie respiratorie, demenza, handicap ed esclusione sociale.
La sperimentazione italiana, a Ferrara, è stata rivolta a pazienti in carico dell’azienda Usl, affetti da insufficienza respiratoria cronica e sottoposti a terapie a lungo termine, quali ossigeno-terapia e ventilazione meccanica non invasiva.
Il partner tecnico del progetto, Cup2000, ha fornito i servizi di installazione della tecnologia nelle abitazioni dei pazienti, l‘assistenza tecnica in caso di malfunzionamenti e ha organizzato la formazione per l’utilizzo dei dispositivi rivolta a pazienti e familiari e al personale sanitario.
La Provincia di Ferrara ha coordinato il partenariato a livello locale, sensibilizzando ed informando i soggetti coinvolti nel settore della telemedicina.
In breve, il sistema ha funzionato così.
I pazienti sono stati dotati a casa propria di un sistema in grado di monitorare a distanza il loro stato di salute, con l’installazione di dispositivi medici non invasivi.
I medici e altri attori coinvolti hanno avuto accesso ai dati sanitari del paziente secondo le rispettive compentenze tramite interfacce web, anche arricchendo la cartella del paziente con proprie considerazioni.
Da qui un miglioramento dell’utilizzo degli aiuti medici e un’organizzazione più efficiente e qualificata dei servizi sanitari prestati dal personale medico.
Lo studio si è anche posto l’obiettivo di valutare la facilità di utilizzo di un sistema tecnologicamente avanzato, oltre che gli effetti del telemonitoraggio sui costi e sugli accessi dei pazienti ai servizi sanitari e ospedalieri, in termini di trasferimenti, tempi di attesa, procedure burocratiche, supporto e tempo dei familiari.
Circa 25 pazienti con problemi respiratori in carico all’Ausl di Ferrara hanno preso parte al sistema di telemonitoraggio. Più dell’80 per cento ha svolto le attività assegnate, facendo registrare una buona capacità d’interazione con il sistema.
Il progetto Spes ha contribuito, in generale, a valutare nuovi scenari di assistenza e supporto ai pazienti, in particolare se caratterizzati da fragilità sociale e presenza di patologie croniche, oltre a ridurre costi e disagi legati agli spostamenti, aumentando la fruibilità dei servizi in genere.
Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito: www.spes-project.eu/ .

La Polizia provinciale sanziona conducente di un’auto con assicurazione scaduta e senza revisione

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Durante un controllo stradale sulla Sp 8, in comune di Poggio Renatico, la Polizia provinciale ha intimato l’alt al conducente di una Ford Fiesta. Alla richiesta degli agenti di esibire il certificato assicurativo, l’utente ha dichiarato di esserne sprovvisto.
Così all’uomo è stata contestata la violazione dell’art. 193 del codice della strada, per circolazione alla guida di un veicolo sprovvisto della copertura assicurativa.
In seguito la pattuglia ha provveduto a contattare i colleghi della centrale operativa per verificare la copertura assicurativa, mediante accesso telematico alla banca dati dell’associazione nazionale italiana delle assicurazioni, nella quale non risultava alcuna copertura.
Successivamente gli agenti hanno accertato che il veicolo non era stato sottoposto alla periodica revisione, contestando anche la violazione all’art. 80.
Per entrambi i reati commessi, all’automobilista è stata elevata una multa totale di 2.827, oltre al sequestro amministrativo dell’auto.
“Ogni veicolo tolto dalla strada sprovvisto di assicurazione – dice il comandante Claudio Castagnoli – è un atto di tutela per la stragrande maggioranza degli automobilisti onesti, e, nello stesso tempo, per riconoscere e incrementare la cultura della legalità”.

La Regione Puglia apre la strada nella lotta contro la meningite B. Presto in arrivo il vaccino anche in Emilia-Romagna

da: ufficio stampa Pro Format Comunicazione

L’Assessorato alle Politiche della Salute della Regione Puglia annuncia l’introduzione nel Calendario vaccinale della vaccinazione anti-meningococco B: sarà la prima regione italiana, con la Basilicata, a offrire in modo attivo e gratuito il nuovo vaccino.In Emilia Romagna, dove si registrano circa 10-12 casi ogni anno di meningite meningococcica, l’introduzione del vaccino anti-meningococco B è al momento in fase di discussione. Il meningococco B è responsabile di oltre 6 casi su 10 di meningite meningococcica in Italia, particolarmente temuta da genitori e pediatri in quanto si manifesta all’improvviso in persone sane, soprattutto nei bambini nei primi mesi di età e può portare al decesso entro 24-48 ore. L’unica arma di prevenzione è la vaccinazione.

Bologna, 24 giugno 2014 – Puglia in prima fila nella lotta contro la meningite: l’Assessorato alle Politiche della Salute regionale ha annunciato che introdurrà nel Calendario vaccinale l’offerta attiva e gratuita per tutti i neonati della vaccinazione anti-meningococco B. L’offerta avverrà secondo le modalità indicate dal Board nazionale del Calendario per la Vita (SItI, FIMP, SIP, FIMMG), che ha condiviso un documento nel quale viene supportato l’inserimento del vaccino anti-meningococco B tra quelli offerti attivamente e gratuitamente a tutti i lattanti con 3 dosi nel primo anno di vita e una al compimento del dodicesimo mese del bambino.
«Di fronte a una novità di grande impatto per la salute dei cittadini come il nuovo vaccino per la meningite B non si poteva rimanere fermi – dichiara Michele Conversano, Presidente Nazionale SItI (Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica) – la Puglia, con la Basilicata, saranno le prime Regioni ad offrire le vaccinazioni dei 5 sierogruppi responsabili di tutte le meningiti e sepsi meningococciche circolanti».
L’Emilia Romagna potrebbe presto seguire l’esempio: «Questa notizia è sicuramente positiva – commenta Pierluigi Macini, Presidente SItI Emilia Romagna – d’altra parte sappiamo che si tratta di una vaccinazione efficace e quindi è importante che venga introdotta il prima possibile a livello nazionale. Mi auguro che presto sia inserita anche nel Piano Vaccinale Regionale dell’Emilia Romagna; al momento è in discussione. Speriamo di replicare quello che è stato fatto qualche anno fa, quando fummo i primi a introdurre il vaccino per lo pneumococco e per il meningococco C».
Secondo i dati di sorveglianza delle malattie batteriche invasive rilevati dal Sistema Informativo delle Malattie Infettive (SIMI)1 in Italia nel 2012 si sono verificati 132 casi di infezioni da meningococco. Si tratta però, come dimostrano studi recenti2, di dati sottostimati a causa dell’utilizzo prevalente nel nostro Paese, per l’accertamento della diagnosi, del metodo di coltura cellulare, risultato fino a 1/3 meno sensibile del metodo PCR (Polymerase Chain Reaction) utilizzato in altri Paesi europei. L’epidemiologia dei diversi sierogruppi di meningococco varia a seconda dell’area geografica: in Italia, la causa principale è rappresentata dal sierogruppo B (oltre 6 casi su 10).
«I dati della nostra Regione sono attendibili, perché abbiamo un sistema di sorveglianza molto affidabile», spiega Pierluigi Macini. «I casi registrati sono circa 10-12 ogni anno, ma dopo l’introduzione della vaccinazione la meningite da meningococco C è praticamente scomparsa nella fascia di età 0-4 anni; il nuovo vaccino potrebbe dare un ulteriore contributo».
L’infezione da meningococco è particolarmente pericolosa in quanto attacca le persone sane senza alcun segnale di preavviso e può portare al decesso entro 24-48 ore. Su dieci persone che contraggono l’infezione, circa una è destinata a morire anche se sottoposta a cure adeguate e su cinque persone che sopravvivono, una rischia di riportare devastanti disabilità permanenti. Segni e sintomi sono spesso aspecifici, rendendo difficile la corretta diagnosi negli stadi iniziali dell’infezione e limitando la possibilità di evitare le conseguenze più gravi. La conseguenza più grave, soprattutto tra i bambini colpiti entro il primo anno di vita, è la morte improvvisa, mentre l’11-19% dei pazienti che sopravvivono può andare incontro a gravi complicanze e invalidità permanenti come amputazione degli arti, sordità, ritardo mentale, paralisi e ictus.
L’unico strumento per difendersi è la profilassi vaccinale: in molti casi la progressione è così rapida che nessuna terapia antibiotica, nessun supporto rianimatorio possono fermare l’infezione. Inoltre, la profilassi vaccinale non si limita a proteggere i singoli, ma costituisce un esempio di protezione di ‘comunità’: con la vaccinazione di un grande numero di bambini si forma una sorta di barriera, che ostacola la circolazione del microrganismo infettante e protegge anche i bambini non vaccinati. Adeguate strategie vaccinali non solo possono consentire, oggi, il controllo delle malattie infettive, ma, se adeguatamente condotte, possono portare all’eradicazione della malattia.
«Siamo certi che con l’arrivo del nuovo vaccino contro il meningococco B sarà possibile raggiungere il grande obiettivo “0 casi” di meningite – commenta Amelia Vitiello, Presidente Comitato Nazionale contro la Meningite – è fondamentale, però, che le Istituzioni si impegnino per rendere il vaccino disponibile a tutti: ci auspichiamo perciò che le altre Regioni seguano quanto prima l’esempio virtuoso della Puglia». L’unica altra Regione, oltre la Puglia, ad aver deliberato l’inserimento della vaccinazione anti-meningococco B nel Calendario vaccinale è la ‘vicina’ Basilicata.

Aprire l’Italia al mondo
Il chiodo fisso
di un ‘impresario’ padano

“Per me cultura significa creazione di vita”. (Cesare Zavattini)

Senza nessun incarico pubblico, senza sponsor privati, Cesare Zavattini era ossessionato soprattutto da un’idea: aprire nuovamente l’Italia al mondo, soprattutto l’Italia di provincia, dopo i terribili periodi della guerra e del fascismo. Organizzava mostre, scriveva racconti e copioni, fondava periodici dedicati alla cultura, teneva conferenze e sosteneva altri artisti. Sosteneva soprattutto l’ “arte piccola”. Aveva una delle collezioni di quadri più stravaganti del mondo: nessuno dei quadri doveva superare gli 8 per 10 centimetri di grandezza.
Cesare Zavattini, chiamato sempre solo “Za” dai suoi amici, nacque nel 1902 a Luzzara sul Po. Nella sua infanzia emiliana non c’era “neppure l’ombra della cultura”. Esiste un libro di fotografie, ormai leggendario, del fotografo americano Paul Strand, che raccoglie fotografie di Luzzara nei primi anni cinquanta e di cui Zavattini scrisse la prefazione. Il bambino Cesare trascorreva gran parte delle giornate nel bar dei suoi genitori e imparò così, molto presto, come leggere e interpretare i gesti e la mimica dei clienti.
Ed è proprio per questo che i successivi copioni di Zavattini rispecchiano meticolosamente le abitudini quotidiane degli italiani di quel tempo, grazie alla precoce scuola del bar dei suoi genitori. Si trasferì da Luzzara a sei anni. Il suo periodo scolastico lo trascorse a Bergamo. Quando poteva, frequentava sempre, anche lì, i cinema della città. In questo modo diventò molto presto un appassionato. Successivamente visse per poco tempo a Roma e cominciò a interessarsi anche al teatro. Dopo la guerra, i suoi genitori tornarono a Luzzara e, soprattutto a causa delle loro insistenze, il ragazzo si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza a Parma. Non terminò però mai gli studi. L’amore per le donne, il teatro e soprattutto per il cinema impedirono al giovane Zavattini, pieno di creatività e di idee, di perseguire un corso di studi “per bene”. Film, libri, discorsi, viaggi: era questo che amava e non lo studio sistematico delle leggi o della filosofia. Tra i suoi amici di allora c’erano Giovanni Guareschi e Attilio Bertolucci. Grazie a queste amicizie e al parlare senza fine nei caffè di Parma, a partire da allora Za entrò senza possibilità di scampo nel mondo del teatro, dei giornali e dei libri.
Zavattini è considerato uno dei “padri” di un gruppo di letterati chiamati anche i “matti padani”: Ermanno Cavazzoni, Carlo Lucarelli, Gianni Celati e Luigi Malerba. Il tempo da militare lo trascorse a Firenze, dove conobbe scrittori celebri come Elio Vittorini, Vasco Pratolini e soprattutto Eugenio Montale, durante i regolari incontri nel leggendario Caffè delle giubbe rosse. In quel periodo esplose tutta la creatività di Zavattini. Scriveva per diverse testate, organizzava incontri letterari, fondò nuove riviste culturali e tenne i suoi primi discorsi pubblici.
La grave malattia del padre lo costrinse a tornare a Luzzara all’inizio degli anni Trenta. Doveva occuparsi del bar dei genitori, ma evidentemente non perse troppo tempo, né la voglia di scrivere. La sua prima opera di prosa, Parliamo tanto di me, la scrisse vegliando suo padre sul letto di morte. Trasferitosi successivamente a Milano, Zavattini iniziò a scrivere copioni. Dopo la guerra, la sua collaborazione con Vittorio De Sica divenne l’elemento più significativo per la produzione di film come Ladri di biciclette o Umberto D..
È molto sorprendente la libertà con cui Zavattini poté continuare a scrivere copioni e piccole opere di prosa anche durante il periodo fascista. E quando la censura gli provocava troppi problemi lui si ritirava e si dedicava alla pittura. Dopo la guerra lodò sempre la Resistenza, ma lui stesso probabilmente si impegnò poco nella resistenza attiva.
Dopo la guerra poi la produzione artistica dell’impresa Zavattini iniziò ad andare a pieno ritmo. Pubblicò innumerevoli articoli e libri per bambini; fondò riviste e poi ne sospese le pubblicazioni, allestì piccole mostre con disegni suoi e di altri, promosse incontri di scrittori antifascisti, lanciò iniziative di borse di studio per artisti. Sembrava che nei primi anni del dopoguerra non ci fosse un’iniziativa culturale a cui non partecipasse in un modo o nell’altro anche Za, pieno di vita e di fantasia.
La bottega creativa Zavattini produceva idee senza mai fermarsi e tra queste anche diversi progetti un po’ folli. Ad esempio, istituì rubriche fisse sui giornali in cui degli scrittori avrebbero dovuto raccontare di fittizi “pedinamenti” di loro contemporanei. Oppure, in un altra rubrica, si potevano solo porre delle domande. Secondo Zavattini il giornalismo non era tanto la faticosa ricerca rivolta a una tematica attuale: per lui i giornali erano veri e propri laboratori per fantasie e idee nuove. Amava la polemica pubblica e lui stesso era spesso al centro di controversie intellettuali. I comunisti ad esempio criticavano Umberto D. per il suo tono di generale fatalismo, che non andava per niente d’accordo con l’ideologia di lotta del partito. Il figlio di un “anarchico maestro pasticcere della pianura padana” però non si fece impressionare per niente da queste polemiche, al contrario, lo spronarono ancora di più. Za era dappertutto. Andò a Parigi, in Messico e all’Havana per presentare il cinema italiano. A Roma scrisse il copione del film a puntate Siamo donne, in cui Anna Magnani e Ingrid Bergmann recitavano le parti principali. A Vienna presiedette un incontro internazionale sulla “resistenza antifascista”. A Lugano tenne un discorso sulla relazione tra cinema e televisione. Zavattini sperava in una televisione che facesse da “cavallo di troia” e diffondesse così al grande pubblico l’arte del cinema. Successivamente comparve nuovamente a Bruxelles e a Stoccolma come rappresentante del cinema italiano del dopoguerra. Viaggiò in Spagna, negli Stati Uniti, in Egitto, in Palestina e anche in Germania.
Attorno al 1968, insieme a Michelangelo Antonioni, Ettore Scola e Federico Fellini, in seguito anche con i fratelli Taviani, fondò associazioni di registi al fine di rappresentare più fortemente gli interessi del cinema italiano al pubblico e alla politica. Conobbe l’allora ancora giovane Roberto Benigni e scrisse i suoi primi testi. A Firenze furono esposti i suoi quadri e nella sua città natale, Luzzara, organizzò il Festival del film comico.
A settant’anni disse di non conoscere per niente il concetto di “noia”. Per pensare di smettere di lavorare e di morire gli sarebbe mancato il tempo. Nei suoi ultimi anni di vita si concentrò sempre di più sulla pittura e soprattutto sulla promozione della cosiddetta arte naïf. Alla città di Luzzara donò una biblioteca che porta il suo nome e soprattutto un piccolo museo in cui è esposta principalmente l’ arte naïf italiana.
Muore a Roma il 13 ottobre 1989 e viene sepolto nel cimitero della sua città natia, Luzzara. È però difficile immaginarsi che lì abbia trovato la pace eterna. Per Zavattini, poco fedele alla Chiesa ma fervente cattolico, l’idea di una vita dopo la morte era la soluzione ottimale. In questo modo riusciva a immaginare un luogo in cui realizzare le nuove idee e i nuovi progetti che non fosse riuscito a compiere durante la vita terrestre. Nell’aldilà, in paradiso o all’inferno fa lo stesso, dopo l’arrivo di Zavattini probabilmente è cominciata una nuova vita culturale…

Mercoledì 25 giugno, a Ferrara, un seminario sulla salvaguardia delle attività produttive

da: ufficio stampa Reglass H.T. S.r.l.

25 giugno 2014, dalle 15,00 alle 19,00, presso l’ Ordine degli ingegneri di Ferrara, Corso Ercole d’Este 1, int. 27 – Ferrara, si parla di sicurezza e miglioramento sismico delle strutture prefabbricate e delle più recenti tecnologie per la salvaguardia delle attività produttive in caso di terremoto

Ferrara, 24 giugno 2014 – A Ferrara, capoluogo di una delle 5 province emiliane fortemente colpite dal terremoto del 20 e 29 maggio 2012, un seminario che affronta il tema della salvaguardia delle attività produttive. L’incontro, in programma il 25 giugno prossimo, si svolgerà presso la sede dell’Ordine degli ingegneri in corso Ercole d’Este 1, dalle 15,00 alle 19,00. E’ promosso dall’Ordine degli ingegneri di Ferrara, accreditato dall’ Ordine degli architetti e dal Collegio geometri di Ferrara e organizzato da Reglass H.T. S.r.l. col patrocinio di Isi, Ingegneria sismica italiana.

Intervengono: L’Ing. Franco Mantero, presidente dell’Ordine degli ingegneri di Ferrara; Il Prof. Ing. Claudio Mazzotti, docente di Tecnica delle costruzioni, dipartimento di ingegneria civile, chimica, ambientale e dei materiali (DICAM) – Università di Bologna; l’Ing. Andrea Vittorio Pollini, DICAM, Scuola di Ingegneria e Architettura – Università di Bologna; l’Ing. Marco Cossu e l’Ing. Devis Sonda di Miyamoto International, Milano.

In seguito ai considerevoli danni che il terremoto ha causato alle attività produttive e per far fronte all’emergenza nata dalla necessità di garantire la sicurezza delle persone e di far ripartire la produzione, sono stati realizzati, nelle strutture prefabbricate esistenti, interventi di messa in sicurezza per eliminare le carenze strutturali più rilevanti. Ora, e negli anni a venire, sarà necessario prevedere opere di miglioramento globale del comportamento di questa tipologia strutturale nei confronti dell’azione sismica, che portino le strutture esistenti al 60% del livello di sicurezza imposto per le nuove costruzioni, come previsto nelle aree interessate da normative e ordinanze seguite al sisma del 2012.
Il prof. Claudio Mazzotti fornirà un quadro, documentato da alcuni esempi concreti, sulle possibili strategie di intervento da valutare in caso per caso, che permettono di garantire la sicurezza dei capannoni industriali esistenti in caso di terremoto. Gli ingegneri Marco Cossu e Devis Sonda entrambi a capo della sede italiana di Miyamoto international, studio internazionale di progettazione antisismica con filiali in tutto il mondo, parleranno invece di nuove tecnologie per l’adeguamento e il miglioramento sismico delle strutture. L’ingegner Andrea Vittorio Pollini spiegherà il funzionamento e illustrerà alcuni dati tecnici del dispositivo Sismocell, brevettato da Reglass H.T. e messo a punto in collaborazione con l’Università di Bologna. Si tratta di una cella cilindrica di dimensioni ridotte in acciaio e fibra di carbonio, che, applicata in corrispondenza del nodo trave pilastro dei capannoni industriali, consente di dissipare l’energia dell’azione sismica annullandone, entro certi limiti, gli effetti distruttivi.

I cavalieri dimezzati
della vecchia scuola

È tempo di esame di Stato e il nostro pensiero è per le ragazze e per i ragazzi che sono impegnati a sostenerne le prove. Sono loro i cavalieri dimezzati che escono dalle nostre scuole, vecchie di oltre un secolo e mezzo, rammendate da improvvisati ministri dell’istruzione. Tutto nel mondo ci dice che è urgente per il nostro Paese aprire il cantiere scuola, con uno sguardo lungo nel tempo.

L’atavica sfiducia dello Stato nei confronti dei suoi ragazzi e dei suoi insegnanti, in sintesi la sfiducia nella sua stessa scuola, fa sì che dopo anni di compiti in classe e di interrogazioni, al termine d’ogni ciclo scolastico, ciascun studente debba nuovamente sostenere compiti e interrogazioni, che per l’occasione si chiamano “esami”, per provare quello che evidentemente non è stato valutato lungo tutto il percorso precedente.
In questo eccesso di zelo, ben venga l’Invalsi, con un’unica prova nazionale che certifichi e renda conto a tutto il paese circa le competenze dei nostri giovani al termine del loro curricolo scolastico.
Non sono capace di celebrare l’esame di “maturità” ora di “stato”, non so quale sia l’accezione peggiore. Non amo i riti di passaggio che considero una esclusiva tribale. Non mi piacciono gli adulti che stabiliscono cosa sia positivo o negativo per i giovani, che sentenziano che mettersi alla prova aiuta a formare alla vita, e che mai sono in grado di porsi dal punto di vista dei giovani, senza sostituirsi a loro, come poi nella vita quotidiana di genitori pare essere più facile. Io ti preparo gli ostacoli e le trappole, ma se poi non ce la fai, non restarci frustrato che lo faccio io per te. Queste le nostre schizofrenie e i nostri scarsi sforzi mentali. Così mentre osanniamo o deprechiamo gli esami di stato a partire dalle nostre memorie biografiche, continuiamo a tenerci la scuola che abbiamo e non siamo in grado di pensare diversamente.
Perché, guai toccare il liceo classico, che è la Scuola, la Tradizione, con il suo Greco e il suo Latino, morti, ma pur sempre formativi. Che ormai a frequentarlo siano poche migliaia di studenti non fa di conto. Come poco importa che noi si sia il paese dei “non portati per la matematica”, l’unico che abbia coniato una simile sindrome demenziale, così gli studenti che escono dalle nostre scuole sono come il cavaliere dimezzato, conoscono forse qualcosa della letteratura italiana, non oltre Ungaretti, si intende, ma certo non sanno trasformare una frazione in un numero decimale.
In tanto l’Ocse ha posto in capo al 70% dei nostri concittadini, compresi tra i diciotto e i sessantacinque anni, un bel cappello d’asino, perché non possiedono le competenze minime per vivere consapevolmente nella società e nel loro ambiente di lavoro.
Per non parlare poi dei giovani che si iscrivono agli istituti professionali e tecnici, non perché vi sia un mercato del lavoro pronto ad assumerli, che non è mai stato così avaro, ma semplicemente perché sono giunti a considerarsi poco adatti agli studi, presumibilmente perché il loro percorso scolastico o non è stato dei più gratificanti o certo non ha promosso, quando non li ha respinti, la fiducia in loro stessi e nelle loro capacità. Le percentuali di crescita delle iscrizioni agli istituti tecnici e professionali non stanno ad indicare che la scuola ha sposato il mercato del lavoro o viceversa, temo che invece siano la conferma di una scuola che sempre più seleziona a monte, della scuola della mortificazione e dello spreco dei talenti, anziché della loro reale e concreta valorizzazione.
Tutte cose troppo difficili da prendere a mano. Specie perché questi ragazzi, è la vulgata, non si impegnano, non sanno studiare, sono nativi digitali con appendici che smanettano smartphone, iphone, ipod, ipad e tutti i ritrovati dell’itek. Ma se non si impegnano e non sanno studiare chi glielo deve imparare a questo cristo di ragazzi?
Mai pensare, quasi fosse sacrilego, che dalla Legge Casati, istitutiva della scuola pubblica, si è sempre legiferato non certo concependo l’idea di rendere la scuola il luogo in cui si diventa i cittadini della conoscenza, bensì nella considerazione che le alunne e gli alunni di fronte alle grandi narrazioni dello scibile umano altro non possono essere che i diligenti sudditi del sapere confezionato.
Ma quella società che rendeva sudditi gli studenti e le famiglie, promettendo loro mobilità sociale, riuscita nella vita, un posto di lavoro, non c’è più e non tornerà mai più, è morta, definitivamente defunta.
Tutti i dati delle indagini internazionali sugli apprendimenti ci suggeriscono l’impellente necessità di replicare una rivoluzione scientifica, che ci porti a superare il dispotismo del sapere scolastico così come fino ad oggi l’abbiamo concepito e praticato, restituendo centralità alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi, in quanto risorse e non più sudditi delle nostre scuole, in quanto innanzitutto intelligenze da attivare, modi di pensare da coltivare, da condurre fuori dal torpore delle nostre aule e della nostra cultura di massa.
In questo senso, al di là dei proclami politici, è davvero tempo per il nostro Paese di aprire seriamente il cantiere scuola, più riflessione e più operatività che sappiano guardare lontano nel tempo, un cantiere per un nuovo umanesimo, in grado di rimettere con forza al centro il pensiero e la mente di ogni ragazza e di ogni ragazzo, di coinvolgerne e entusiasmarne l’intelligenza, che bandisca ogni merce avariata, fino a segnare il definitivo tramonto dell’omologante, indistinta massa classe.
Diversamente rischiamo che solo per la scuola e per i nostri giovani lo Stato continui ad essere uno Stato Mistagogo e Leviatano, che non è in grado di offrire loro speranze, la speranza del domani, che mortifica ogni possibilità di coltivare i sogni sul futuro, perché pervicace nel pretendere da loro che apprendano il passato senza mai condurli ad imparare il futuro, il futuro di cui hanno bisogno come l’aria che respirano, perché quello, perché il futuro sarà la loro sicura dimensione di vita.