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Giorno: 8 Luglio 2014

Giovedì 10 luglio alle 21.30 torna il Racket Festival con lo spettacolo teatral- musicale “La luce della luna”

da: ufficio stampa Racket Festival

Torna a Palazzo della Racchetta, giovedì 10 luglio con inizio alle ore 21.30 ad ingresso libero, il Racket Festival.
Il festival di teatro, musica e cultura nato collateralmente al Ferrara Art Festival propone questa volta uno spettacolo teatral-musicale: “La luce della luna”.
La struggente storia d’amore tra la poetessa Saffo e la giovane Attis affiora dagli abissi della Memoria: dapprima indugia, galleggia sulle note delle canzoni di Satie cantate dal soprano Benedetta Faucci accompagnata al piano da Francesco Giannoni, per essere poi incarnata sulla scena dalla presenza sensuale e drammatica dei corpi e delle voci dell’attrice Catia Gianisella (Saffo) e della giovane debuttante Marya Voznyuk (Attis). L’autrice Christine Pruner ricostruisce la vicenda e più in generale l’atmosfera delle notte di Lesbo intrecciando frammenti poetici della stessa Saffo con brevi raccordi narrativi di suo pugno che aiutano a decifrare le situazioni e guidano l’immaginazione, ma in punta di piedi, solo suggerendo, evocando… E su questa linea si pone anche la regia di Patarini che costruisce una trama sottile fatta di gesti misurati, di parole dette con la semplicità del cuore, e ricca di echi, rimandi appena accennati… Le parole e la musica si rincorrono, riecheggiano… a tratti brevi ma intense azioni sceniche sottolineano un momento, un’emozione, in un tempo sospeso che dilata la percezione delle cose, trasformando azioni quotidiane e semplici parole di tutti i giorni in qualcosa d’altro, e tende ad una dimensione che forse è proprio quella del mito.
Ferrara, Palazzo Racchetta, Giovedì 10 luglio 2014, ore 21,30: LA LUCE DELLA LUNA spettacolo teatral-musicale
Testi di Saffo e di Christine Pruner. Musiche di Erik Satie. Con Benedetta Faucci (soprano), Francesco Giannoni (pianoforte), Catia Gianisella (Saffo) e Mariya Voznyuk (Attis). Regia di Virgilio Patarini.
Ingresso libero

I crediti fotografici sono del ferrarese Giuseppe Tassinari.

Venerdì 11 luglio il “Gruppo dei dieci” presenta “Buster Williams Quartet”

da: Il gruppo dei 10

Grande attesa per la punta di diamante della quarta edizione di “Tutte le Direzioni in Summertime”, la ricca rassegna di musica e spettacolo organizzata dal Gruppo dei 10 al Panama Beach di Porto Garibaldi. Venerdì 11 luglio l’’unconventional restaurant & beach’ in viale dei Mille 30 ospiterà un quartetto di veri ambasciatori del jazz più puro. Stiamo parlando del Buster Williams Quartet, una delle formazioni più celebrate, composta da Buster Williams al basso, Eric Reed al pianoforte, Bruce Williams al sassofono e Billy Drummond alla batteria.

Una serata da non perdere per gli amanti del jazz e per tutti coloro che desiderano accostarsi a questa musica meravigliosa passando dalla porta principale. Non capita infatti tutti i giorni di avere la possibilità di ascoltare quattro artisti di questo calibro. Charles Anthony “Buster” Williams, nato nel 1942 nel New Jersey, è uno dei maggiori contrabbassisti degli ultimi decenni. Un musicista dalla carriera impressionante, iniziata all’età di diciassette anni (esordio nel quintetto di Sonny Stitt e Gene Ammons) e continuata con le massime fortune fino ad oggi. Dall’alto dei suoi 55 anni di esperienza, la sua musicalità non conosce limiti: ha suonato, registrato e collaborato con giganti come Art Blakey, Betty Carter, Carmen McRae, Chet Baker, Chick Corea, Dexter Gordon, Wynton Marsalis, Herbie Hancock, McCoy Tyner, Elvin Jones, Miles Davis, Sarah Vaughan, Freddie Hubbard per citarne solo alcuni.

Seppur dotato di un eccezionale bagaglio tecnico e di una formazione sinfonica, le dita di Williams non si abbandonano mai a facili virtuosismi ma ricercano sempre la massima espressività. Sul palco, Williams lascia generoso spazio ai suoi compagni, soprattutto quando ha al proprio fianco musicisti di questo livello.

Il pianista e compositore Eric Scott Reed, direttamente dal ricco ambiente musicale di Philadelphia, è il più giovane nel gruppo. Nato nel 1970 si rivela subito un bambino prodigio (inizia a suonare il pianoforte all’età di 2 anni) e, a soli 18 anni, era già in tour con il leggendario Wynton Marsalis. Tra gli altri, vanta collaborazioni con Freddie Hubbard e Joe Henderson, Elvin Jones, Benny Carter, Wayne Shorter, Ron Carter, Cassandra Wilson, Jimmy Heath, Clark Terry e Dianne Reeves.

Il sassofonista Bruce Williams, ricercatissimo anche grazie alla sua versatilità, ha suonato e registrato con una serie di leggende del jazz quali Little Jimmy Scott, Frank Foster, The Lincoln Center Jazz Orchestra, Stanley Cowell, Louis Smith, Cecil Brooks III, The Count Basie Orchestra, The World Saxophone Quartet, Russell Gunn, Curtis Fuller, and Roy Hargrove. La sua capacità di eseguire magistralmente una gamma di stili musicali diversi, lo ha candidato per due Grammy nomination e portato in giro per tutto il mondo.

Il batterista Willis Robert “Billy” Drummond, che ha imparato i segreti del mestiere già in tenera età da suo padre, ha un curriculum di altrettanto prestigio. Ha collaborato con artisti del calibro di Nat Adderley, Ralph Moore, Charles Tolliver, Lew Tabackin, Hank Jones, Sonny Rollins, Chris Potter, Eddie Gomez, and Sheila Jordan (1990s to present). Influences include Tony Williams, Max Roach, Philly Joe Jones, Al Foster, Jack DeJohnette e Billy Hart.

Un grande quartetto per una magica serata in riva al mare.

Cena alle 20.30 e a seguire concerto. Per informazioni e prenotazioni contattare i numeri 0533 326226 e 335 7002223, visitare la pagina Facebook https://www.facebook.com/ilgruppodei10?fref=ts o scrivere a ilgruppodei10@gmail.com.

Concesso l’asilo politico, Giuba torna a casa dalla sua famiglia

“Stiamo preparandoci per la grigliata, stasera si festeggia: mia moglie Giuba torna da noi. L’odissea è finita, ha avuto l’asilo politico”, è al settimo cielo Afrim Bejzaku, 32 anni, rom, che dà l’annuncio dall’altra parte della cornetta. Dopo un mese e 15 giorni trascorsi al Centro di identificazione ed espulsione di Fiumicino Ulfindana Bejzaku torna in famiglia. Sono le cinque del pomeriggio, Giuba è sul treno, nei pressi di Bologna e conta i minuti che la separano dalla stazione di Ferrara da dove farà rientro a Berra. Finalmente a casa dal marito e dai suoi cinque figli. “Quando è arrivata la notizia mi sono talmente emozionata al punto da mettermi a piangere. Sono davvero felice, è chiaro, dovrò trovarmi un lavoro”. Origini macedoni Giuba, 34 anni, da 29 in Italia, casa di proprietà, cinque figli di cui quattro minori, incensurata e senza patria, ha rischiato 18 mesi di detenzione al termine dei quali sarebbe comunque rimasta in Italia. Non c’è Paese dove rimpatriarla, in Macedonia la sua nascita non è mai stata registrata, è un apolide di fatto, pizzicata senza documenti mentre elemosinava a Codigoro. “La nostra vicenda è simile a quella di tantissimi altri – racconta Afrim – ma noi non siamo arrivati da due giorni, viviamo in Italia da più di 20 anni, i nostri figli sono nati qui e frequentano regolarmente la scuola”. Lo si voglia o no, è una realtà in contraddizione con una legge dai molti limiti e, diciamolo, dai notevoli sprechi. Giuba non è una mosca bianca, di casi come i suoi ce ne sono tanti e se la Commissione chiamata a valutare l’opportunità di concederle l’asilo politico, glielo avesse negato, la detenzione al Cie non avrebbe giovato né a lei, né ai suoi bambini e neppure alle tasche dei contribuenti, perché sarebbe rimasta comunque qui. “Anche solo un mese è stato un’assurdità, c’è caso e caso. Eppure il giudice di pace per ben due volte s’è pronunciato a favore dell’espulsione”, continua Afrim. “E’ stato un momento duro, soprattutto per i miei figli – racconta Afrim – sono stati ammalati, febbroni altissimi e la ragazzina di 12 anni, che ha problemi psichici, è stata trasportata al pronto soccorso per le convulsioni”. Afrim, agli arresti domiciliari, ha potuto contare sui parenti e comunicare attraverso la rete, ma all’ospedale come ovvio ha dovuto essere assente per gli obblighi di legge. “Fosse stata presente almeno la madre sarebbe stato diverso. Non è tanto semplice raccontare ai bambini cosa sta accadendo e pretendere una loro totale comprensione dei fatti”, dice.

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I coniugi Afrim e Ulfindana “Giuba” Bejzaku (foto di Ippolita Franciosi)

“A novembre la questione dell’espulsione potrebbe porsi anche per me – spiega – Potrebbero mandarmi in Kosovo da dove provengo, tutto dipende dal permesso di soggiorno e dal lavoro. E’ un serpente che si morde la coda, se manca uno non c’è l’altro e viceversa”. Le possibilità di un happy ending ci sono, la vicenda della famiglia Bejzaku ha un sostenitore, un’associazione di volontariato bolognese che si sta adoperando attraverso l’intervento di un legale di fiducia per dare un futuro stabile e stanziale a genitori e bambini.

Populous live a “Zuni Outdoor” giovedì 10 luglio

da: Arci Ferrara

Prosegue la prima edizione di “Zuni Ou†door”, il festival culturale che si tiene nella suggestiva cornice del Chiostro di San Paolo (Piazzetta Schiatti, 1) e che ospita una ricca offerta di live di prestigio.

Giovedì 10 luglio (alle ore 21:30) è la volta di Andrea Mangia (in arte Populous), un eclettico musicista elettronico nato e cresciuto in Salento. Approdato nel 2002 all’etichetta berlinese Morr Music, culto mondiale per le sue sonorità a metà fra pop e avanguardia e per avere rivelato al grande pubblico mostri sacri come Four Tet e Lali Puna, con la quale ha pubblicato 3 album, ha inoltre remixato brani di Roy Paci e Perturbazione e collaborato con molti tra i nomi più prestigiosi della scena elettronica internazionale, da Rechenzentrum a Burnt Friedman.

Populous esordisce nel 2002 con un album, “Quipo”, che esce per la prestigiosa Morr Music, label berlinese di culto che accoglie i suoi suoni sospesi tra idm, pop e beat astratti. La stessa Morr produce anche i due successivi lavori, “Queue For Love” [2005] e “Drawn In Basic” [2008], entrambi apprezzati e applauditi dalla critica internazionale, ponti ideali tra la freddezza dei suoni digitali e il calore analogico fatto di respiri soul e shoegaze. Una trasversalità che si riflette anche nei diversi side-project che lo coinvolgono negli anni, da Girl With The Gun a Life & Limb.
Populous è anche autore di jingle televisi e colonne sonore cinematografiche, sound-designer per il web, musei e sfilate di moda. Ha lavorato con e per Vivienne Westwood, Wired, Slowdive e Giardini di Mirò e ha remixato, tra gli altri, Iori’s Eyes, Casa Del Mirto, Saroos, Crimea X, Dining Rooms, Perturbazione e His Clancyness.
Nel 2010 ha vinto il premio “2061 – La musica elettronica italiana del futuro”.
“Night Safari” è il titolo del suo nuovo album, in uscita a settembre 2014 per Bad Panda Records, che verrà presentato in anteprima proprio nella data di Ferrara.
Per tutto il periodo del festival (fino al 20 aprile), “Zuni Ou†door” ospita stabilmente una libreria con un’ampia scelta di titoli dedicati ad arte, musica e graphic novel, nonché un mercatino di vinili usati.
L’ingresso alla serata è libero e aperto a tutti.

Per ulteriori informazioni:

Web: http://outdoor.zuni.it/

E-mail: arte@zuni.it

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Le dimissioni di Errani, gli assessori e il sottosegretario esprimono stima, fiducia e vicinanza al presidente

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Il sottosegretario alla Presidenza e gli assessori componenti la Giunta regionale si sono riuniti oggi per esaminare la situazione e hanno concluso l’incontro – che si è svolto all’unanimità delle presenze – con il seguente comunicato:
“Esprimiamo stima, fiducia, vicinanza al presidente Vasco Errani, persona e amministratore di grande capacità e onestà, la cui piena innocenza, così come la piena innocenza dei due dirigenti regionali coinvolti, emergerà senza dubbio nel prossimo grado di giudizio.
Le stesse dichiarazioni del presidente confermano una volta ancora, se ce ne fosse bisogno, lo stile e il senso delle istituzioni che Errani ha dimostrato in questi anni e ha indicato a tutti noi con il suo impegno quotidiano.
Anche per questo va a lui tutta la nostra amicizia e il nostro affetto. E garantiremo, come ci ha espressamente chiesto, pieno e totale impegno, nel rispetto degli adempimenti statutari, per portare a termine le tante cose importanti già avviate e gli impegni fondamentali della presente legislatura, con tutta l’attenzione e la dedizione che meritano i cittadini dell’Emilia-Romagna”.

Sabato 12 luglio torna la rassegna musicale JAZZ IN ROSA

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Dopo la pausa del week end de La Notte Rosa, torna sabato 12 luglio la rassegna musicale JAZZ IN ROSA, promossa ed organizzata dall’Assessorato alle Istituzioni Culturali. Giulia Meci nella cornice balneare di Piazza Italia al Lido delle Nazioni interpreterà i brani di due regine del jazz Nina Simone e Dinah Washington. Il concerto, ad ingresso gratuito, avrà inizio alle ore 21.30 e come gli altri live della rassegna, raggiungibile dalla home page del sito comunale, passerà in rassegna gran parte del repertorio jazzistico delle due citate interpreti, tra le più grandi del panorama mondiale del secolo scorso. Un appuntamento imperdibile con la musica di qualità, adatto ad un pubblico ampio ed eterogeneo, capace di cogliere il gradimento dei numerosi turisti, che stanno soggiornando sulla costa.

Sentenza processo Terremerse, dichiarazione di Errani: “Mi dimetto”Mi dimetto e nel farlo rivendico il mio impegno e la mia onestà”

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Bologna – Dichiarazione del presidente della Regione Vasco Errani dopo la sentenza emessa oggi dalla Corte d’appello di Bologna.

“E’ un momento di amarezza. Ma per prima cosa non parlo di me.
Parlo della Regione, perché il mio compito è tutelare l’istituzione, il suo onore, la realtà pulita e di esempio a tanti che è questa Emilia-Romagna.
Ho sempre messo l’istituzione davanti ad ogni altra considerazione – a me stesso – e non cambio ora.
Non si faccia nessuna confusione: quanto subisco io personalmente non diventi fango per l’istituzione.
Per questo intendo rassegnare subito le mie dimissioni, e nel farlo rivendico il mio impegno e la mia onestà lungo tutti questi anni. E la mia piena innocenza anche in questo fatto specifico. Piena innocenza.
Dunque annuncio subito che presenterò ricorso affinché prevalga questa semplice verità.
Le mie dimissioni sono dunque puramente un gesto di responsabilità.
Ad esse unisco il ringraziamento a collaboratori, istituzioni, organi dello Stato, forze sociali ed economiche, perché con tutti c’è stata una collaborazione significativa e costruttiva.
A tutti, ancora grazie ed un augurio di buon lavoro”.

Comune di Ferrara, tutti i comunicati del 8 luglio

da: ufficio stampa Comune di Ferrara

La newsletter dell’8 luglio 2014

CONFERENZA STAMPA – Mercoledì 9 luglio alle 12,30 in sala di Giunta
La Giunta Tagliani presenta le dieci azioni prioritarie per i primi cento giorni del nuovo mandato
08-07-2014

Dopo la presentazione, il 7 luglio in Consiglio Comunale, delle ‘Linee programmatiche di mandato 2014/2019′, il sindaco Tiziano Tagliani, insieme alla sua Giunta, illustrerà alla stampa mercoledì 9 luglio alle 12,30, nella sala di Giunta della residenza municipale, le dieci azioni prioritarie che intende intraprendere nei primi 100 giorni di attività amministrativa del nuovo mandato: un cronoprogramma che si svilupperà fino alla fine del prossimo settembre.

3a COMMISSIONE CONSILIARE – Giovedì 10 luglio alle 15.30 in sala Zanotti
Focus sul Piano di Protezione civile e sullo stato dei lavori pubblici nel territorio comunale
08-07-2014

E’ prevista per giovedì 10 luglio alle 15,30, nella sala Zanotti della residenza municipale, la prossima riunione della 3a Commissione consiliare presieduta da Leonardo Fiorentini. In programma l’illustrazione da parte dell’assessore Aldo Modonesi dell’‘Aggiornamento del Piano intercomunale di Protezione civile dell’Associazione Terre Estensi’ e di un’‘Informativa sullo stato dei lavori pubblici del Comune di Ferrara’.

CONFERENZA STAMPA – Giovedì 10 giugno alle 11 in sala di Giunta
Comunicazioni sulle tariffe 2014 per i rifiuti
08-07-2014

Giovedì 10 giugno alle 11, nella sala di Giunta della residenza municipale, l’assessore comunale al Bilancio Luigi Marattin incontrerà i giornalisti per una serie di comunicazioni sulle tariffe 2014 del Comune di Ferrara per i rifiuti.

ASSESSORATO CULTURA – Dal 10 al 27 luglio i concerti del Rione Santo Spirito nel chiostro di Santa Maria della Consolazione
‘Night & blues’: sere d’estate ascoltando buona musica
08-07-2014

Due settimane di musica blues, in compagnia di alcuni degli artisti più noti della scena locale e nazionale, nella suggestiva cornice del chiostro di Santa Maria della Consolazione. ‘Night & blues’ torna ad animare le serate estive ferraresi con un programma di quattordici concerti all’aperto da lunedì 14 a domenica 27 luglio, anticipato quest’anno da un nuovo appuntamento tra musica e degustazioni: ‘Night & beer’ dal 10 al 13 luglio, sempre nel chiostro di via Mortara 98. Promotore di entrambe le rassegne, presentate stamani in conferenza stampa, è il Rione di Santo Spirito, supportato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Ferrara e dall’Avis Provinciale.

Per informazioni: www.rionesantospirito.it

LE SCHEDE a cura degli organizzatori
Night & Blues 2014
L’avventura musicale di “Night & Blues “comincia nel 2003, quando il Rione Santo Spirito organizza la prima edizione con un programma di soli due concerti. La musica sembra adattarsi perfettamente al bellissimo chiostro di Santa Maria della Consolazione, uno dei luoghi magici della città estense, rimasto a lungo un prezioso segreto per gli stessi ferraresi. Il Rione ha trasferito la propria sede nel chiostro solo da poco più di un anno, ma i contradaioli hanno immaginato subito l’enorme potenziale di questo angolo di città. Una sorta di giardino segreto che da quel momento diventa il salotto del Rione, il luogo in cui ospitare le feste di contrada ma anche i momenti di incontro con i cittadini, gli eventi che non hanno a che fare con il Palio e permettono di far conoscere la contrada come associazione dal forte significato aggregativo e culturale.
Dal 2004, “Night & Blues” è cresciuta in tutti i sensi: come impegno organizzativo, programma di concerti e consenso di pubblico. È un appuntamento fisso delle afose estati in città e un momento per ascoltare buona musica, bere una birra o mangiare un gelato. Il Rione Santo Spirito ringrazia il Comune di Ferrara, l’Assessorato alle Politiche e Istituzioni Culturali – Circoscrizione 1 e l’AVIS Provinciale di Ferrara per la preziosa collaborazione alla manifestazione.

Il calendario dei concerti:
Inizio concerti ore 21.30 – ingresso a offerta libera
Lunedì 14 Luglio: Pee Wee Ellis
Martedì 15 Luglio: “Acciacchè Acoustic Band” con Mery Rinaldi
Mercoledì 16 Luglio: Honolulu Hula Boys
Giovedì 17 Luglio: Paolo Bonfanti
Venerdì 18 Luglio: Stuly “Alchimya”
Sabato 19 Luglio: Officina Chiarelli “Tributo ai Nomadi”
Domenica 20 Luglio: Uncle Paul Blues Band
Lunedì 21 Luglio: “Promenade on the Road” con Roberta Righi
Martedì 22 Luglio: “Night Mood” Bessie Boni Quintetto
Mercoledì 23 Luglio: “Dolce Vita” con Rossella Graziani
Giovedì 24 Luglio: “Sophisticated Ladies … reprise” con Marco Vinicio
Venerdì 25 Luglio: Dire Straits Over Gold
Sabato 26 Luglio: Big Solidal Band
Domenica 27 Luglio: Cisal Pipers

Night & Beer 2014
Il Rione Santo Spirito inaugura un nuovo evento estivo. Night & Beer è la nuova scommessa che il Presidente Gabriele Mantovani e tutti i contradaioli hanno messo in cantiere per il “weekend lungo” del 10/13 luglio nel Chiostro di Santa Maria della Consolazione, in via Mortara 98 – in collaborazione con il Comune di Ferrara e l’Assessorato alle Politiche e Istituzioni Culturali.
Una festa dedicata alla birra, con quattro produttori artigianali – Monkey Beer, Birra Frara, Nuovo Birrificio Nicese, Birrificio Artigianale Estense – un reparto gastronomico di “accompagnamento” alla degustazione, con wurstel, piade farcite e il rinomato stinco che ha “fidelizzato” i clienti della Città Magica 2013.
Inoltre, in linea con gli standard della rassegna musicale Night & Blues – che parte proprio il giorno successivo alla conclusione della festa dedicata alla birra – ogni sera si terrà un concerto musicale.

Apertura stand: ore 18.00
Inizio concerti: ore 21.00

Il calendario dei concerti:
– Giovedì 10 luglio
Fishbowl Echoes
– Venerdì 11 luglio
After the Gold Rush “Dopo la febbre dell’Oro”
– Sabato 12 luglio
Tributo ad Enzo Jannacci con “Quelli che…”
– Domenica 13 luglio
Lele Barbieri Band

APPRENDISTI SCIENZIATI – Giovedì 10 luglio alle 17,30 appuntamento per ragazzi dagli 8 ai 12 anni
Caccia al tesoro nel parco
08-07-2014

Sarà il Parco Massari a ospitare, giovedì 10 luglio alle 17,30, la nuova caccia al tesoro per ragazzi dagli 8 ai 12 anni organizzata dal Museo civico di Storia naturale. I giovani partecipanti saranno impegnati nella ricerca degli indizi tra cespugli e cavità, per cercare di trovare il misterioso tesoro nascosto nell’antico alveo del fiume.
Per partecipare è necessaria la prenotazione da effettuare contattando la sezione didattica del Museo di Storia naturale: tel. 0532 203381 – 206297, dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 12,30 o all’indirizzo dido.storianaturale@gmail.com (info su www.comune.fe.it/storianaturale) (partecipazione al costo di 4 euro a persona).
Il ritrovo è previsto per le 17,30 all’ingresso del Parco Massari.

INTERPELLANZA – Presentata dal Gruppo consiliare GOL
Richiesta di chiarimenti in merito alle problematiche della zona di via Fausto Beretta
08-07-2014

Il consigliere Francesco Rendine del gruppo consiliare GOL ha rivolto al sindaco Tiziano Tagliani e all’assessore Aldo Modonesi un’interpellanza in merito alle problematiche della zona di via Fausto Beretta.

PROGETTO PANE E INTERNET – Aperte le iscrizioni per lavoratori over 45
Al via nuovi corsi gratuiti per imparare a utilizzare il pc
08-07-2014

(Comunicato a cura degli organizzatori)
L’occasione è davvero da non perdere: imparare ad utilizzare il computer, la rete internet e, perché no, i social network senza investire un solo euro. E da zero. Sono infatti aperte le iscrizioni ai corsi completamente gratuiti, di 60 ore, rivolti a lavoratori che hanno più di 45 anni (anche in cassa integrazione o in mobilità) cofinanziati dal Contributo di Solidarietà del Fondo Sociale Europeo, dalla Regione Emilia Romagna e gestiti da Aeca, in collaborazione con i Comuni che sono stati colpiti dal Sisma del 2012 e che si sono resi disponibili ad ospitare tali percorsi formativi presso biblioteche, centri civici, plessi scolastici a altri luoghi di aggregazione individuati. Chi ha frequentato i corsi di Pane e Internet, di cui questo nuovo progetto “Oltre il Sisma” è la diretta derivazione, sa di che cosa si parla, perché l’impostazione, anche se la durata e l’articolazione dei contenuti è differente, è sempre la stessa: docenti giovani e dinamici, approccio assolutamente pratico e operativo, clima disteso e fortemente collaborativo, comprensione. Ecco, comprensione. Questa è la parola che fornisce la chiave di lettura del progetto e che, fino ad ora, ne ha determinato il forte successo; i corsi, infatti, sono rivolti a chi non ha conoscenza alcuna dello strumento informatico, e che si vergogna di questo, soprattutto di ammetterlo di fronte ad altri, senza magari avere idea di quanti siano, invece, nella medesima situazione. Anche i numeri, per l’appunto, raccontano altro: Dal 2011 al 2013 hanno frequentato i corsi gratuiti di Pane Internet più di 8.900 persone su tutto il territorio regionale e dalla fine del 2013 ad oggi, circa 200 sono invece le persone coinvolte nei percorsi formativi gratuiti di Oltre il Sisma. Cosa dire a questo punto? Che spesso ci si sente soli in mezzo agli altri e che non è mai troppo tardi per rimettersi in gioco, per imparare e perché no, per migliorare la propria performance professionale oltre che per ridurre le distanze generazionali, sociali e territoriali.
Sono aperte, dunque, le iscrizioni per i corsi di ‘Oltre il Sisma’ da 60 ore: dall’1/09/2014 a Poggio Renatico; dall’1/09/2014 a Mirabello; dal 15/09/2014 a San Pietro in Casale; dal 15/09/2014 a San Giovanni in Persiceto; dal 16/09/2014 a Pieve di Cento; dal 16/09/2014 a Ferrara (sede: PJ Plastic Jumper, via de’ Romei, 36 – il martedì, mercoledì e giovedì, dalle 19 alle 21); dal 30/09/2014 a Nonantola; dall’1/10/2014 a Sant’Agostino; dal 6/10/2014 a Carpi.
Altri corsi sono in fase di organizzazione e per avere ulteriori informazioni, oltre che per iscriversi, è possibile chiamare il numero verde 800.590.595 dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 oppure contattare l’URP del proprio Comune.

Le iscrizioni sono aperte, sul sito www.paneeinternet.it dove è possibile trovare informazioni sul progetto e il calendario dei corsi.

UFFICI COMUNALI – Variazione d’orario fino a fine agosto
Nel periodo estivo lo Sportello Centrale di Anagrafe rimarrà chiuso al sabato
08-07-2014

Fino al 30 agosto prossimo lo Sportello Centrale di Anagrafe di via F. Beretta 1 rimarrà chiuso nella giornata del sabato e sarà quindi aperto al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 13 e il martedì e giovedì anche dalle 14 alle 16,30.
Gli uffici torneranno ad essere aperti al pubblico anche il sabato a partire dall’1 settembre prossimo.

Regione, il cordoglio del Presidente Errani per la scomparsa di Lino “William” Michelini

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Bologna – “Le vicende di un Paese passano anche attraverso le storie di chi seppe fare la scelta giusta. Mettendosi dalla parte della democrazia, pronto a pagare in prima persona il prezzo della libertà. E questa è la storia di Lino Michelini, per tutti William, partigiano medaglia d’argento al valore militare”.
Con queste parole Vasco Errani, Presidente della Regione Emilia-Romagna, ricorda Lino Michelini, presidente dell’ANPI di Bologna, mancato nella notte scorsa.
“Voglio ricordare con affetto il suo ruolo di combattente partigiano, capace e coraggioso – spiega Errani – ed il suo impegno instancabile per dare continuità e memoria alla Resistenza, per ricordare ai giovani l’importanza dei valori della democrazia, della libertà, della Costituzione”.
“Alla famiglia di William il mio profondo cordoglio – conclude Errani – al quale associo quello della Regione Emilia-Romagna e dell’intera comunità regionale”.

Venerdì, all’Ibs, all’interno della rassegna “DRINK A BOOK”, Cristiana Alicata presenta “Ho dormito con te tutta la notte”

da: Responsabile eventi libreria IBS.it Ferrara

Cristiana Alicata (1976) è ingegnere, milita attivamente nel PD e combatte per il riconoscimento dei pieni diritti della comunità lesbica, gay e transessuale. Ha pubblicato il romanzo Quattro (Il Dito e La Luna, 2006) e un racconto nell’antologia Principesse Azzurre da Guardare (Mondadori, 2007).

Il passato è un mosaico di affetti irrisolti, guerre, armistizi, traslochi e fughe e la ricerca del tempo perduto può essere, a volte, l’unico modo di ritrovarsi. “Una storia che vede una famiglia sfaldarsi e in qualche modo misterioso ricomporsi nel ricordo. Una storia in cui i fantasmi dei vecchi amori ritornano e sono nuove persone, nuove avventure, nuova vita. Una storia di abbandoni, e di ritrovamenti. In questo romanzo Cristiana Alicata ha messo su carta con una sincerità e una grazia speciali il cuore dei suoi personaggi. E dietro di loro ci conduce, un po’ incantati, un po’ dolenti, un po’ persi, dalla prima all’ultima pagina, e ancora oltre. Questa storia, più di ogni altra cosa, è un romanzo che prima non c’era, nelle vostre vite e sui vostri scaffali, e adesso c’è, per rimanere”. (Ivan Cotroneo)

Seguiranno altri due incontri nel mese di luglio:

venerdì 18 luglio, Elvira Borriello presenta Il rumore del suo silenzio, Elmi’s World

venerdì 25 luglio, Walter Catoni presenta L’inutilità della lettera Q, Mondadori

Tutti gli incontri si terranno alle ore 21:30 sotto il porticato della libreria.

Venerdì 11 luglio ore 21:30

Libreria IBS.it bookshop

Per l’edizione 2014 della rassegna
DRINK A BOOK
Notturni letterari a tematica gay, lesbica e transessuale

Cristiana Alicata
presenta
Ho dormito con te tutta la notte
(Hacca)

In collaborazione con Circomassimo Ferrara
Arcigay e Arcilesbica

Conto alla rovescia per il nuovo appuntamento di Groove Aperitherapy mercoledì 9 luglio

da: organizzatori

Tutto pronto per un nuovo imperdibile appuntamento con Groove Aperitherapy, l’originale aperiterapia dei mesi estivi in città a cura di Michele Mazzanti del Messisbugo e di Elda Filia di Villa Horti della Fasanara, che vi aspetta domani, mercoledì 9 luglio, a partire dalle 19.30 e fino a mezzanotte, immersi nel verde del Parco di Villa Horti, in via Vigne 34 a Ferrara.
Sotto il cielo di una notte di mezza estate ferrarese, vi aspettano grandi sorprese! Grazie alla collaborazione con Ottica Giulianelli e Scintille Preziose, in un set fotografico d’eccezione, indossando occhiali ed accessori, potrete essere i protagonisti della foto più cliccata che riceverà bellissimi premi.
Ad accompagnarvi nella serata i cocktails e long drinks preparati dalle mani esperte della famiglia del Messisbugo, tra le note della musica del dj Lorenzo De Blanck.
Ma Groove Aperitherapy è anche gastronomia grazie ai piatti-aperitivo preparati da Enrico Colombani e le specialità del ristorantino Quel Fantastico Giovedì.
Una formula vincente che quest’anno supera i confini della nostra città grazie alla collaborazione artistica del Pineta by Visionnaire e del Pacifico Dinner di Milano Marittima, che saranno presenti agli appuntamenti. Sponsor anche per il 2014 Martini.
Groove Aperitherapy per vivere la tua estate in città! Un’atmosfera unica e raffinata per un aperitivo lunghissimo!

L’ingresso è gratuito, ma riservato solo a pedoni e biciclette. Il parcheggio è possibile nei dintorni di Piazza Ariostea. Per informazioni: 393 9303450.

Il più antico resto umano d’Italia rinvenuto nel sito paleolitico di La Pineta di Isernia

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Nei livelli archeologici del sito di Isernia La Pineta[1], risalenti a circa 600 mila anni fa, è stato rinvenuto un dente di bambino che, allo stato attuale delle ricerche, rappresenta il più antico resto umano della Penisola Italiana, grazie agli scavi condotti in collaborazione tra Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise e l’Università di Ferrara, con la direzione scientifica di Carlo Peretto, Professore ordinario del Dipartimento di studi umanistici di Unife, tuttora titolare della concessione di scavo rilasciata dal Ministero dei beni e le attività culturali e del turismo.
Si tratta di un primo incisivo superiore sinistro da latte di un bambino deceduto all’età di circa 5-6 anni. Il dente mostra caratteristiche particolari che non si ritrovano negli altri reperti rinvenuti in Europa, seppur riconducibili ad un ampio contesto cronologico[2]. Da questi si discosta perché più gracile e meno bombato.

Il reperto rinvenuto viene attribuito a Homo heidelbergensis sulla base delle sue caratteristiche, per le sue dimensioni e per la sua età cronologica In Europa, infatti, Homo heidelbergensis è attestato a partire da circa 600 mila anni e rappresenta l’antenato dell’Uomo di Neanderthal che si diffonde successivamente in tutta Europa e che scompare in seguito alla diffusione dell’Uomo anatomicamente moderno (Homo sapiens) almeno a partire da 40.000 anni fa.

Il dente umano rinvenuto ad Isernia rappresenta una scoperta straordinaria in quanto permette di fare luce sulla variabilità di Homo heidelbergensis, che sembra essere molto pronunciata, e di sottolineare la peculiarità dei resti umani italiani più recenti che mostrano spesso una persistenza di caratteri arcaici se confrontati al resto dell’Europa[3].

Si sottolinea che i reperti umani in ambito europeo più antichi di 600 mila anni non sono frequenti. Particolare significato rivestono i ritrovamenti attribuiti a Homo antecessor (Atapuerca vicino Burgos in Spagna) compresi in un arco cronologico tra 1,2 e 0,7 milioni di anni fa.

L’olotipo di Homo heidelbergenis è rappresentato dalla mandibola rinvenuta a Mauer in Germania con una attribuzione cronologica di circa 600 mila anni fa.

Il ritrovamento umano a La Pineta porta un arricchimento notevole al giacimento, già noto per la complessità delle archeosuperficie esplorate in questi anni, per la ricchezza dei reperti faunistici, per l’articolata produzione di reperti in selce e per le evidenze connesse con le strategie di sussistenza in un ambiente di 600.000 anni fa.

Alle numerose informazioni che abbiamo potuto trarre con lo scavo[4] e lo studio dei materiali, ora si aggiungono quelle importanti sulle caratteristiche fisiche del protagonista dell’insediamento paleolitico e quanto abbiamo esplorato, recuperato, restaurato e studiato in tanti anni di lavoro acquista ora una dimensione ancora più umana.

Per ulteriori informazioni si prega di contattare il Prof. Carlo Peretto via e-mail (carlo.peretto@unife.it) o al cellulare 329 319 1650.

Giovedì 24 luglio alle ore 17.00 nella sala polivalente del Museo del Paleolitico di La Pineta di Isernia, via Ramiera Vecchia, verranno presentati:
– gli ultimi risultati delle ricerche;
– le analisi, in corso, del reperto umano;
– i futuri sviluppi della presentazione museale del giacimento paleolitico;
– le più recenti pubblicazioni scientifiche e divulgative.

[1] Il giacimento fu scoperto nel 1978 e dal 1979 scavato sistematicamente in stretta collaborazione tra Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise e l’Università degli Studi di Ferrara, con la direzione scientifica del Prof. Carlo Peretto tuttora titolare della concessione di scavo rilasciata dal Ministero dei beni e le attività culturali e del turismo. Numerosi ricercatori provenienti da Istituzioni italiane e internazionali hanno contribuito allo studio del giacimento ed in particolare delle migliaia di reperti provenienti dalle attività di esplorazione. Decine e decine sono le pubblicazioni scientifiche e divulgative che hanno favorito la valorizzare del sito preistorico e la sua conoscenza in ambito internazionale.

[2] Gran Dolina TD6 in Spagna; Mauer in Germania; Caune de l’Arago in Francia.

[3] Nello specifico ai denti decidui provenienti dai siti francesi di Terra Amata, Lazaret, Grotta dell’Arago e Organc.

[4] Anche quest’anno le attività di scavo sono state riprese e si prolungheranno per tutto il mese di luglio.

Mosca verdissimamente Mosca…

Da MOSCA – Mosca è davvero verde, ricca, di cultura e tradizioni, ma anche di eventi, manifestazioni, scambi e, soprattutto, di parchi e giardini. Capitale da sempre circondata da enormi spazi verdi, la loro cura richiede non solo tanta disponibilità economica ma anche amore e grande rispetto per la natura. E qui tutto questo non manca. A maggio di ogni anno, usciti dal rigido inverno, i colori si risvegliano, i parchi brulicano di giardinieri indaffarati che rifanno completamente il manto erboso e fiorito di questi spazi dove i moscoviti vengono a respirare ogni domenica estiva o ogni sera dopo il lavoro. Una corsetta, una pedalata, una partita a tennis, e poi pattini, monopattini, biciclette, monocicli, skateboard e bambini vocianti riempiono stradine e vialetti profumati.
Guida colorata sotto braccio, mappa aperta sul cuore e mente libera, eccoci pronti ad avventurarci nella nuova e conturbante Mosca. Nuova perché ci ha accolto a braccia aperte, perché profuma di avventura, perché ci apre un mondo inaspettatamente verde e fresco. Nuova perché noi stessi siamo nuovi, rinati e felici, esultanti, intraprendenti, frementi, scalpitanti, impazienti. Entriamo al Gorky park allora. Forse il più bello fra i 96 parchi e i 18 giardini moscoviti.

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Gorky park, entrata

Ovviamente ci avventureremo nella natura con qualche libro che uscirà dal nostro zaino colorato, sempre con noi, sempre lui, eterno e paziente compagno di viaggio, un cilindro magico pieno di continue e mirabolanti sorprese. Accompagnati dalla musica che pervade e impregna la città…
Ci siamo. Stiamo per entrare al Gorky, ma improvvisante ci appare una sorpresa gradita, qualcosa di totalmente inaspettato. Tantissimi fiori, il loro profumo delicato, note che vi danzano intorno, solo note, tante note in girotondo. Ovunque c’è musica, solo musica, sempre musica. Chi la ascolta e chi la fa, chi la sente anche dove non c’è. Ognuno può suonare le sue note, ciascuno può giocare allegramente e spensieratamente con il suo spartito reale o immaginario.
Terminato lo stupore del vedere come ci si possa lasciare andare alla musica, in mezzo al traffico impazzito e a tante persone dalle mille culture e lingue, piedi e idee ci portano a entrare nel parco vellutato e ondeggiante. La sorpresa è la stessa di quando, da ragazzini, aprivamo il baule della soffitta delle meraviglie. L’entrata è maestosa, come tutto in questa città, e ci invade il colore, i fiori ci danno il benvenuto, quasi minuscoli esseri animati che sorridono alla nostra curiosità infinita ed interminabile. Un tulipano piega leggermente la sua corolla per indicarci la strada, un inchino, un saluto affettuoso che ci fa dirigere verso aiuole splendenti ovali, rettangolari, circolari, ovoidali; ogni forma ha un suo perché, quasi un disegno di un giovane angelo dispettoso che si è divertito e sbizzarrito a lanciare colori qua e là. La natura è splendida, qui, come ovunque, incredibilmente benevola e generosa nel regalarti emozioni forti ed indimenticabili. Anche qui gli alberi, come scriveva Tagore, sono lo sforzo infinito della terra per parlare al cielo in ascolto. Il cielo ascolta, ascolta i pensieri e i sogni che in questo posto magico abbiamo finalmente il coraggio di esprimere.

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Una delle splendide e profumate aiuole del Gorky park, Mosca

Prendiamoci per mano e sediamoci allora su questa panchina accanto ai tulipani fioriti, per una volta proviamo a rivelarci i nostri segreti, proviamo a scambiarci i desideri ed a capire cosa vorremo veramente. C’è anche una ninfa leggera laggiù che, con la sua scintillante bacchetta magica ornata di tulle bianco, ha spruzzato qualche goccia di stella su un vaso fiorito solo per noi.
E’ un tripudio di colori e luccichii gioiosi, qualche giacinto sorride scherzoso, anche voi (che so che ormai siete insieme a me…) faticate a capire dove girare il capo, destra, sinistra o ancora sinistra, dritto, dietro, davanti. Viole, iris, tulipani, rose, calendule, fontane, il degno quadro di una favola. Dicevamo, vediamo sbucare una ninfa da un cespuglio fiorito. Forse è una ninfa, o la sua delicata ombra, forse è invece una nobile principessa o una zarina che si aggira per i viali.

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Tulipani, viole, iris, calendule, rose, i coloratissimi fiori del Gorky park

Scorci mozzafiato. Il vostro piccolo libro, ecco ecco, ora ricordate. Quello che ritrovate seduto al caffè del parco, nascosto fra i libri arancioni allineati, a disposizione di tutti. Ci fermiamo un attimo in questo gazebo bianco, un caffè nero forte ci aiuterà a continuare il cammino, mentre le rose in fila rigorosa riflettono i loro colori accesi negli animi di chi, al riparo di quel candido legno, chiacchiera allegramente con amici ed estranei incrociati lungo la via.
Forse avevate sentito, dal nonno, la favola della bella zarina liutista, la giovane innamorata che era stata coraggiosamente capace di sfidare la sorte, travestita da paggio liutista, per salvare lo zar rapito da un sultano durante un viaggio nel lontano Oriente. Con il suo liuto aveva convinto il sultano a restituirle il prigioniero, in cambio delle sue note, lei che si era tagliata le lunghe e folte chiome e che in un prato fiorito, accanto ad una fontana, aveva rivelato al marito ritornato con lei, il suo trucco per salvarlo. Lei che, con il coraggio che dà solo l’amore vero, aveva compiuto il miracolo che vascelli carichi d’oro e di pietre preziose non avrebbero potuto compiere [leggi].

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Gorky park, libri a disposizione dei visitatori

Da dietro quel cespuglio fiorito, che ora accarezziamo, sono sbucate le note della zarina liutista. Sono loro, le stesse amorose e potenti note, ne siamo certi. Sono forti ed intense. I sentieri sono alberati, snelli e lunghi, ma retti e piacevoli. Come tutti i pazienti e curiosi sentieri che si rispettino ci porteranno in luoghi davvero fantastici.
Camminiamo ancora, ve ne prego, continuiamo a passeggiare lungo l’imponente e calma Moscova, cerchiamo di arrivare insieme al limitrofo giardino Neskuchnyy, il più antico parco della città, utilizzato dagli zar come residenza privata. Altro tripudio di verde smeraldo.
So che fa caldo per essere maggio, siamo a quasi trenta gradi, ma se avrete la pazienza di accompagnarmi ancora per un bel tratto vedremo uno spettacolo indimenticabile. La stanchezza si sentirà solo a fine giornata, ma sarete felici di avermi ascoltato. Prometto. Ma cosa intravvediamo laggiù fra vocii e risate? Canoe, remi, natanti, salvagente e ponti. Quasi fossimo in un altro mondo nel mondo.

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Gorky park, laghetto con canoe e barche a remi

Rincuorati procediamo, finché, insieme a un profumo di fresie bianche che non ci sono, eccoci apparire uno specchio d’acqua illuminato dal sole. I raggi di luce si abbracciano amorosamente per giocare a nascondino con i tuoi pensieri e le tue sensazioni. Ti innamori della loro passione, del loro essere insieme e uniti, del loro legame tenero e forte ma allo stesso tempo libero di sciogliersi in qualsiasi momento, in un attimo di polvere. Solo che loro, pur liberi in sé stessi e per sé stessi, vogliono restare allacciati per te, quasi ad indicarti la strada. In fondo allo specchio ti vedi, ammiri la natura che si specchia nei tuoi occhi. La foresta intorno è una vera e propria foresta nella città, ne senti i suoni e gli odori. Ti pare quasi di sentire le parole che la graziosa figlia di Grigorij Ivanovič Muromskij, Lizaveta-Akulina, sussurrava di nascosto al suo bel Aleksej, figlio dell’odiato vicino Ivan Petrovič, lungo la strada ombreggiata del boschetto che Puškin descrive con la maestria che lo contraddice. I cespugli e le frasche fruscianti paiono le stesse, i messaggi trepidanti lasciati negli incavi degli alberi potrebbero davvero essere ancora nascosti lì. Vi piace immaginarlo, vi piace l’idea di andare a cercarne qualcuno. Adorate Puškin quando non descrive fino in fondo e lascia immaginare parole e discorsi, la storia che si preferisce, il finale che si desidera. Cerchiamo allora qualcuno di quegli antichi messaggi.

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Mosca, Giardini Hermitage

Una nota manoscritta, una calligrafia femminile tornita ed elegante, ci dice di tornare indietro e di dirigerci ora ai giardini dell’Hermitage… Non sono vicinissimi, dobbiamo percorrere all’indietro il cammino fatto per arrivare, risalire verso il Bolshoi e arrivare alla Petrovka. Non sentirete la fatica. Ancora uno sforzo, allora, prima che arrivi il tiepido tramonto. Ci tengo a portarvi qui, perché questo luogo nasconde delle fate. Siamo accolti dal rosa, da palloncini a forma di cuore che ospiteranno un evento sul matrimonio. Il giardino curato attira le farfalle, e quindi anche noi siamo qui. Noi che siamo diventati farfalle grazie anche a quest’aria colorata e profumata, noi che stiamo prendendo il volo, con grazia. Abbigliati di gelsomino, attraversiamo gli alberi di pesco fiorito. Ammetto che non sono veri, come quelli che si trovano all’interno dei moderni e imponenti magazzini Gym sulla Piazza Rossa, ma il loro fascino è eterno e quasi sovrannaturale. Una signora dal cappello di paglia li sfiora e li accarezza, prima di scomparire, con il nipotino, sotto il gazebo verde.
Vi avevo detto che qui le fate passeggiano per i sentieri curati. Scambiamoci allora un segreto per il futuro, non siate timorosi di aprire il vostro cuore a questa natura che canta e incanta.
Usciti da questo magico giardino saprete dove andare. Promesso.

Postilla doverosa: alcune foto del Gorky park sono del maggio 2013, quest’anno una recente ondata di maltempo ha fatto soffrire molti fiori. Ma il parco risplende comunque per la sua bellezza e il suo verde immenso. Da vedere.

Questo articolo è anche sul blog “Contatto diretto” [vedi]

Online un nuovo Dossier Hera sull’acquedotto

da: ufficio stampa Hera

Gli approfondimenti dedicati ai servizi della multiutility arrivano al decimo numero. Il nuovo, on line da oggi su www.gruppohera.it/dossier, parla del settore idrico. E dell’innovazione tecnologica come arma per contrastare la siccità nel mondo.

I Dossier Hera arrivano a 10: è on line da oggi il nuovo numero degli approfondimenti web della multiutility, dedicato all’acquedotto e all’innovazione tecnologica in campo idrico. Un tema chiave per il futuro del pianeta: secondo i dati dell’Onu e dell’Ocse, tra 40 anni la popolazione mondiale raggiungerà i 9,5 miliardi di persone e la domanda d’acqua crescerà del 55%. Se a questo si aggiungono i cambiamenti climatici, che provocano alluvioni e siccità scardinando il ciclo naturale dell’acqua, il risultato è preoccupante: le stime parlano di oltre 2 miliardi di persone (il 40% della popolazione) che nel 2050 vivranno in aree considerate ad altissimo stress idrico, concentrate soprattutto in Africa e Asia.

L’unica strada per sconfiggere la sete è un uso più razionale dell’acqua. Che significa certamente consumi più attenti, ma anche e soprattutto innovazione: nelle tecniche di captazione, nella depurazione, nei sistemi informativi di controllo, nelle tecnologie di costruzione e gestione delle reti. Opere che hanno bisogno di investimenti in manutenzione e tecnologia.

Tecnologie industriali, ricerca e sviluppo, soluzioni innovative per affrontare la crisi idrica: ecco di cosa parla il nuovo Dossier Hera. Di questo si occupa il nuovo Dossier web del Gruppo Hera, on line da oggi con video interviste, articoli, infografiche e fotogallery, per far capire anche ai non addetti ai lavori tutto il lavoro che c’è dietro a un semplice rubinetto che si apre e fa uscire l’acqua.

In Italia investimenti idrici al lumicino
Il Dossier dedica poi una parte alla situazione italiana, illustrando tutti i numeri del ritardo infrastrutturale (secondo stime del Blue Book di Federutility). Perdite alte, continuità non garantita, danni ambientali per la mancata depurazione: il Paese è indietro rispetto agli standard europei, visto che a fronte di almeno 3 miliardi di euro di investimenti annui necessari, se ne fanno solo la metà. E il 25% degli italiani resta ancora scollegato alle fognature. Tutti i numeri dell’emergenza.

La ricerca di Hera per “rinnovare” l’acqua
Sul sito, si possono trovare anche esempi di quanto fa Hera per la rete idrica. Tra le 10 principali utilities italiane, infatti, è al primo posto per il contenimento delle perdite, cioè dell’acqua non fatturata. Un risultato merito di diverse soluzioni hi tech, a partire dai sistemi per la localizzazione automatica delle perdite sul tratto di tubo che va dalla condotta distributrice al contatore dell’utenza o la telelettura dei contatori acqua. O dispositivi come gli idrofoni, che captano le vibrazioni provocate dalla fuoriuscita d’acqua in presenza di una fuga: per il momento sono in sperimentazione a Riolo Terme, montati negli idranti.

A Modena l’acqua sale dalla pianura alla montagna
Un esempio concreto di come l’innovazione disseterà il mondo è quello dell’appenino modenese: una zona che d’estate viene spesso colpita da siccità, mettendo in difficoltà l’approvvigionamento da fiumi e sorgenti. Anni di investimenti hanno permesso a Hera di risolvere questo problema: grazie alle “interconnessioni” delle rete idriche l’acqua a Modena “sale” dalla pianura alla montagna. E le autobotti che portano l’acqua nei paesini, dunque, restano un ricordo.
Il progetto ha permesso all’acquedotto di far viaggiare l’acqua in tutte le direzioni. La rete di Modena, infatti, è collegata a quella di Maranello, che a sua volta si connette con le reti della montagna: una complessa maglia tra le più innovative d’Italia, che d’estate permette il prelievo dai pozzi in pianura e d’inverno fornisce acqua migliore, direttamente dalle sorgenti.

Tutti i Dossier ancora disponibili sul web
Del Dossier Hera sull’acquedotto, come accaduto con quelli dedicati ad energie rinnovabili, smart cities, efficienza energetica e rifiuti, sarà pubblicata una sintesi sui principali quotidiani della regione e sulle loro edizioni web. Tutti i numeri del Dossier sono sempre consultabili on line, sul sito di Hera (http://www.gruppohera.it/dossier).

Dalla UE incomprensibili decisioni sulle produzioni agroalimentari

da: ufficio stampa Coldiretti

Trucchi ed inganni targati UE portano sulle tavole degli europei prodotti di scarsa qualità, senza dare davvero ai consumatori la possibilità di scegliere in modo consapevole. Servono norme più rigorose contro i “falsi alimenti” ed etichette più chiare, con la vera indicazione dell’origine agricola dei prodotti.

Non solo banche, dal formaggio senza latte al vino senza uva, dal cioccolato senza cacao, alla carne annacquata, ma sul mercato c’è anche il vino zuccherato e quello in polvere mentre circa la metà della spesa in è anonima per effetto delle scelte avallate dei tecnocrati dell’Unione Europea messe sotto accusa dal premier Matteo Renzi. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che dalle burocraziedell’Unione Europea sono arrivate incomprensibili decisioni sulla tavola che allontanano cittadini ed imprese dall’Europa. “Nell’Unione dei rigore dei conti si consentono invece trucchi ed inganni nel momento di fare la spesa con l’appiattimento verso il basso della qualità alimentare anche a danno di Paesi come l’Italia che possono contare su primati qualitativi e di sicurezza alimentare” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel denunciare “le allucinanti novità nel piatto con le alchimie negli ingredienti hanno snaturato anche gli alimenti più comuni”. Si spiega cosi – sottolinea la Coldiretti – la possibilità concessa dall’Unione Europea di incorporare la polvere di caseina e caseinati, al posto del latte, nei formaggi fusi, di aumentare lagradazione del vino attraverso l’aggiunta di zucchero nei Paesi del Nord Europa o di ottenerlo a partire da polveri miracolose contenute in wine-kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette più prestigiose con la semplice aggiunta di acqua. Si calcola che in Europa vengano consumate venti milioni di bottiglie all’anno con etichette di vini italiani ottenute in questo modo. L’Unione Europea consente anche per alcune categorie di carne la possibilità – continua la Coldiretti – di non indicare l’aggiunta d’acqua fino al 5 per cento, ma per alcuni prodotti (wurstel, mortadella) tale indicazione può essere addirittura elusa e potrebbero essere esclusi dagli obblighi di indicazione della quantità d’acqua mentre in tutta Europa circolano liberamente imitazioni low cost del Parmigiano reggiano e del Grana Padano realizzate fuori dall’Italia senza alcuna indicazione della provenienza e con nomi di fantasia che ingannano i consumatori sulla reale origine. Le importazioni dei cosiddetti “similgrana” in Italia sono raddoppiate negli ultimi dieci anni con gli arrivi da Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Estonia, Lettonia che hanno raggiunto un quantitativo stimato in 83 milioni di chili. Una mozzarella su quattro in vendita in Italia – precisa la Coldiretti – è stata ottenuta con semilavorati industriali, chiamati cagliate, che vengono dall’estero senza alcuna indicazione in etichetta per effetto della normativa europea. Sulle bottiglie die extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” previste dalla normativa comunitaria per far conoscere la provenienza delle olive ai consumatori. L’Italia è il maggior importatore mondiale di olio di oliva, ma solo un italiano su quattro (27 per cento) ritiene che la gran parte dell’extravergine in vendita sia ottenuto totalmente o per la maggior parte con olio straniero, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’. Storica l’imposizione all’Italia dell’Unione di aprire i propri mercati anche al cioccolato ottenuto con l’aggiunta di grassi vegetali diversi dal burro di cacao. Oltre la metà della spesa – continua la Coldiretti – è anonima per colpa delle contraddittoria normativa comunitaria che obbliga ad indicare la provenienza nelle etichette per la carne bovina, ma non per quella suina o per i prosciutti, per l’ortofrutta fresca, ma non per quella trasformata, per le uova ma non per i formaggi, per il miele ma non per il latte. Il risultato è che – conclude la Coldiretti – gli inganni del finto Made in Italy sugli scaffali riguardano due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all’estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta come pure la metà delle mozzarelle

LE SCELTE DEI TECNOCRATI A TAVOLA CHE ALLONTANANO I CITTADINI DALL’EUROPA: LA RASSEGNA DELL’ORRORE NEI PIATTI

Senza latte in Italia una mozzarella su quattro – Una mozzarella su quattroin vendita in Italia è stata ottenuta con semilavorati industriali, chiamati cagliate, che vengono dall’estero senza alcuna indicazione in etichetta per effetto della normativa europea.

I formaggi dalla polvere – L’Unione Europea consente che possa essere incorporata anche polvere di caseina e caseinati nei formaggi fusi, al posto del latte.

Il similgrana low cost senza indicazione di provenienza – Nell’Unione Europea sono in vendita imitazioni low cost importate dall’estero del Parmigiano reggiano e del Grana Padano senza alcuna indicazione della provenienza e con nomi di fantasia che ingannano i consumatori. Le importazioni dei cosiddetti “similgrana” in Italia sono raddoppiate negli ultimi dieci anni con gli arrivi da Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Estonia, Lettonia che hanno raggiunto un quantitativo stimato in 83 milioni di chili.

Il vino allo zucchero – L’Unione Europea consente ai paesi del Nord Europa di aumentare la gradazione del vino attraverso l’aggiunta di zucchero. Lo zuccheraggio è sempre stato vietato nei paesi del Mediterraneo e in Italia, che ha combattuto una battaglia per impedire un “trucco di cantina” e per affermare definitivamente la definizione di vino quale prodotto interamenteottenuto dall’uva.

Wine kit – il vino dalla polvere – L’Unione Europea permette la vendita di pseudo vino ottenuto da polveri miracolose contenute in wine-kit che promettono inpochi giorni di ottenere le etichette piu’ prestigiose con la semplice aggiunta di acqua. Si calcola che in Europa vengano consumate venti milioni di bottiglie all’anno con etichette di vini italiani ottenute in questo modo.

La microetichetta dell’olio – sulle bottiglie ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” per riconoscere gli oli importati.

La carne annacquata – L’Unione Europea consente per alcune categorie la possibilità di non indicare l’aggiunta d’acqua fino al 5%. Ma per wurstel e mortadella tale indicazione puo’ essere addirittura elusa, anche se il contenuto di acqua supera tale percentuale, secondo la nuova normativa comunitaria definita con il Reg. 1169/2011 dell’Unione.

Il cioccolato senza cacao – L’Unione Europea ha imposto all’Italia di aprire i propri mercati anche al cioccolato ottenuto con l’aggiunta di grassi vegetali diversi dal burro di cacao.

2 prosciutti su 3 sono stranieri ma non si vede – Piu’ di due prosciutti su tre consumati in Italia sono ottenuti da maiali stranieri ma il consumatore non lo sa perché in etichetta non è obbligatorio indicare la provenienza. Una mancanza di trasparenza che sta provocando la scomparsa dell’allevamento italiano dove si contano 615mila maiali in meno nel 2013.

Dalla Cina 29 milioni di chili di concentrato di pomodoro senza etichetta origine – In Italia sono stati importate ben 155 milioni di chili di concentrato di pomodoro nel 2013 pari a circa il 15 per cento della produzione di pomodoro da industria in Italia di cui quasi 58 milioni di chili dagli USA e 29 milioni di chili dalla Cina.

Iniziativa “Cinema nel Parco”: il 9 luglio, “Still Life”, di Uberto Pasolini

da: Arci Ferrara

L’iniziativa “Cinema nel Parco”, realizzata da Ferrara sotto le stelle e Arci Ferrara con la collaborazione dell’Amministrazione Provinciale e del Comune di Ferrara, propone mercoledì 9 luglio alle 21.30 nel parco adiacente a Palazzo Diamanti (ingresso da via Dosso Dossi 8) STILL LIFE di Uberto Pasolini.

Diligente e premuroso, il solitario John May è un impiegato del Comune incaricato di trovare il parente più prossimo di coloro che sono morti in solitudine. John va ben oltre il suo dovere per portare a termine gli incarichi che gli vengono assegnati. Solo dopo aver verificato tutte le piste e gli indizi ed essere approdato in una serie di vicoli ciechi, si arrende e accetta di chiudere un caso e di organizzare il funerale dei suoi “clienti” dimenticati, per i quali sceglie la musica più adatta e scrive discorsi celebrativi che nessuno eccetto lui ascolterà mai. Quando il reparto viene ridimensionato a causa della crisi economica, John dedica tutti i suoi sforzi al suo ultimo caso, che lo porterà a compiere un viaggio liberatorio e gli permetterà di iniziare ad aprirsi alla vita.

Biglietto intero: 6 euro, ridotto: 4 euro. La riduzione è valida per i soci Arci, studenti Università di Ferrara.
In caso di maltempo la proiezione si terrà presso la Sala Boldini, in via Previati, 18.
Abbonamenti 10 ingressi – 50€
Abbonamenti 10 ingressi soci Arci -30€
Gli abbonamenti saranno validi dal 27 giugno al 24 agosto.

Informazioni: www.arciferrara.org, t. 0532.241419 / Sala Boldini t. 0532.247050 / Parco Diamanti 320.3570689

La natura delle cose

Della mano sinistra intende occuparsi la Città della Conoscenza, ora che un po’ per tutti è nuovamente giunto il tempo del riposo, di staccare dagli assilli del lavoro, di dedicarsi di più a se stessi. Tornano gli archetipi dell’infanzia, quando ti raccontavano che la destra è il fare, l’ordine, la ragione. Mentre a sinistra stanno i sogni, le fantasie, le emozioni. Per non parlare delle nefandezze un tempo compiute da insegnanti e genitori sprovveduti che costringevano i malcapitati mancini all’uso forzato della destra per scrivere. I nostri cugini francesi però ci hanno superato, definendo i figli nati al di fuori del matrimonio come quelli à main gauche. E però noi proveniamo da una cultura che ci ha cresciuti a dicotomie, a dualismi fino al manicheismo. Il più eclatante di tutti l’idea delle due culture: quella umanistica e quella scientifica, per non parlare dei danni che un simile assunto può aver prodotto nella formazione del pensiero e nell’idea di conoscenza per generazioni intere. Un’idea ancora ben radicata, e ancora meglio esemplificata, se qualcuno nutrisse dei dubbi, dal permanere nel nostro ordinamento scolastico di due entità separate: il liceo classico e il liceo scientifico.
Allora la Città della Conoscenza vorrebbe approfittare di questa estate per consigliare alcune, a nostro modesto avviso, buone letture, in particolare a insegnanti e studenti, come possibili antidoti a questo virus del sapere.
Non si tratta di pozioni da assumere con regolarità, si possono introiettare a dosi liberamente scelte, a pizzichi e bocconi, nelle modalità più creative e come tutti i libri hanno il vantaggio di poter non essere letti.
Non aspettatevi recensioni, ma le ragioni di una scelta dal punto di vista del come conosciamo, cosa significa conoscere e perché conosciamo. Proposte per un modo di pensare, di far uso del nostro cervello, suggerimenti di metodo per usare la nostra mente a trecentosessanta gradi. Una finestra di opportunità intellettuali da non lasciar richiudere, per parafrasare Gustave Flaubert.
Questa settimana è il turno di Come stanno le cose. Il mio Lucrezio, la mia Venere di Piergiorgio Odifreddi, edizioni Rizzoli.
Perché la traduzione in prosa compiuta da Odifreddi del De rerum natura di Lucrezio Caro è un ipertesto, una grande lezione interdisciplinare sulla conoscenza, la descrizione di un metodo per imparare ad apprendere, un modello esemplare di didattica. La tomba d’ogni divorzio tra le due culture, la dimostrazione che le grandi ipotesi della scienza sono doni che giungono dalla mano sinistra.
Aver scelto Lucrezio e il suo De rerum natura è la prova provata che lo scienziato e il poeta non vivono agli antipodi. Odifreddi scrive di scienza a tutto tondo, di vuoto, di pieno e di atomi con rimandi ai grandi, ai minori, ai misconosciuti.
Dagli esametri del poema latino di Lucrezio la lingua morta sui banchi di scuola rinverdisce nel terriloquio, nelle “parole baule” o “parole cerniera” di Lewis Carroll, fino al manifesto Punto, linea, superficie di Vasilij Kandinskij. E poi lo “spaventevole infinito” in La gaia scienza di Friedrich Nietzsche, fino alla metafora dell’esistenza nella storia della cultura occidentale del Naufragio con spettatore di Hans Blumenberg del 1979.
Odifreddi ci svela che i telai per la tessitura di cui parla nei suoi versi Lucrezio, altro non sono che gli antesignani sia della robotica che dell’informatica. La tessitura come alta tecnologia da cui parte la meccanizzazione del lavoro e la Rivoluzione industriale. Lo dobbiamo a un certo Jacque Vaucanson che nella prima metà del diciottesimo secolo si dilettava a costruire automi realistici, tra cui una famosa “anatra digerente” che mangiava, beveva e defecava.
Il Lucrezio di Odifreddi non è l’autore delle sofferte versioni dal latino all’italiano dei nostri lontani tempi di scuola, ma un umanista con radici ben piantate nella scienza del suo tempo e Come stanno le cose ci conduce a scoprire di quanta linfa e in quali direzioni quelle radici abbiano nutrito la grande narrazione del sapere umano attraverso il tempo.
Che la cultura umanistica e quella scientifica fossero un tutt’uno inscindibile era chiaro agli antichi, il “sapiens” si muoveva tra i due ambiti con assoluta disinvoltura, altrettanto non possiamo dire di noi oggi, specie a proposito delle nostre scuole.
Nel nostro mondo ancora delle due culture, ciò che manca è proprio questa capacità di transfert interiore dalla sinistra alla destra. Per questo ritengo il lavoro di Odifreddi un prezioso manuale di metodo come creatività, come liberazione, un manuale sul rapporto tra strategie didattiche e processi cognitivi, un manuale di apprendimento significativo che chiunque fa professione di scuola dovrebbe riporre nella propria cassetta degli attrezzi.

Territorio, saperi delle comunità e formazione delle persone

La società nella quale viviamo da moltissima importanza all’informazione, al sapere e alla conoscenza; la disponibilità di informazioni tuttavia non implica di per sé un miglioramento nella società e nella qualità della vita delle persone; anzi, pone problemi crescenti nell’organizzazione e nella selezione di ciò che è pertinente, valido ed attendibile. La produzione di conoscenza per altro non è riducibile alla mera informazione ma implica una relazione, un rapporto che è stato che è stato in gran parte istituzionalizzato nei sistemi scolastici, educatici e formativi specializzati. Il processo di apprendimento tuttavia non può essere ridotto esclusivamente a questo: ognuno apprende da ogni tipo di esperienza, costruisce una biografia personale ed una storia, genera saperi e competenze che possono avere un grande significato collettivo se si risolvono nella condivisione comunitaria e nel loro trasferimento ad altri soggetti.

In una società sempre più caratterizzate dal valore della conoscenza si impara vivendo e si vive imparando e l’apprendimento durante tutto il ciclo di vita diventa una necessità: bisogna riconoscere che la generazione di conoscenza non può avvenire solo nei luoghi storicamente deputati (le scuole, le università, i centri di formazione, i centri di ricerca pubblici e privati) ma emerge anche attraverso la collaborazione allargata resa possibile dalle nuove tecnologie digitali sociali (open innovation, crowdsourcing), si sviluppa all’interno di gruppi informali, di organizzazioni, di istituzioni il cui scopo primario non né formativo né educativo.

A livello dei singoli la prospettiva dell’apprendimento lungo l’intero arco della vita impone proprio il superamento delle abituali distinzioni fra istruzione e formazione, studio e lavoro, conoscenze e competenze formali e informali: per le singole persone il sistema di apprendimento si costituisce sempre più come una rete di opportunità di apprendimenti contestualizzati e permanenti, in cui le agenzie formative si collocano lungo un continuum che va dal formale all’informale, dal fisso al flessibile: possono essere le classiche agenzie deputate alla formazione e all’educazione, ma anche ambienti di lavoro o contesti culturali e sociali di vario genere.

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In una valle del trentino, massaia pensionata bolognese insegna l’arte sublime del tortellino

In questo ambiente, radicalmente nuovo rispetto a ciò che immaginiamo quando pensiamo alla formazione, le agenzie e le relative offerte formative devono permettere a tutti gli attori coinvolti nel processo formativo di partecipare alla realizzazione di curricoli (currere = percorso che si articola e si snoda nel tempo; currus = modalità con cui perseguirlo), intesi, in duplice senso, sia sul piano dei percorsi proposti da agenzie che sul piano dei percorsi individuali costruiti dagli individui che fruiscono delle offerte. Questi percorsi curricolari si articolano all’interno di filoni alternativi e complementari: il sistema scolastico, il sistema universitario e di formazione tecnica superiore, gli enti accreditati alla formazione, il mondo del lavoro, le agenzie culturali, gli ambienti di apprendimento non formali ed informali. Ci apprestiamo a muovere i primi passi in uno scenario dove ognuno potrà eleggere e frequentare i suoi luoghi di apprendimento scegliendo se e come pagare, quando e come frequentare.
A livello di territorio, inteso come ambiente circoscritto dove le persone vivono, questa idea ha molte ed interessanti ricadute. In tale prospettiva si può infatti considerare un territorio come un sistema aperto di conoscenze che continuamente si costruiscono, si scambiano, si disperdono, si tramandano, vengono create o recuperate, entrano ed escono; queste conoscenze si trovano incorporate nelle persone ma, allo stesso tempo lo sono negli oggetti e nei manufatti, nelle procedure, nelle regole sociali proprie del luogo, nei processi di lavoro, nelle imprese, nelle storie, nel sapere degli artigiani e degli amateur, nelle cucine non meno che nella botteghe. Appare una prospettiva del tutto nuova per pensare alle comunità locali, alle loro risorse e al loro sviluppo: tale possibilità passa attraverso la individuazione e nobilitazione di quelle agenzie informali che sembravano escluse dai circuiti ufficiali di produzione di conoscenza ma che possono potenzialmente svolgere una potente azione formativa: saperi artigiani, tradizioni, associazioni culturali, eventi consolidati diventano così strutture abilitanti in grado di garantire apprendimento e formazione i cui esiti possono rientrare nei curricoli delle persone. Un passaggio che vede l’abitante del luogo, portatore di specifici saperi e competenze, trasformarsi da mero terminale del consumo a produttore culturale in grado di insegnare la propria arte a chiunque, dentro e soprattutto fuori la comunità di appartenenza, possa essere interessato.

A Castelli (Abruzzo) un artigiano ultra ottantenne insegna l’arte della ceramica
La qualità di un territorio non si riconosce solo dalla presenza dei servizi deputati all’educazione e alla formazione (le agenzie formali che tutti conosciamo) ma anche dalla disponibilità di tutte quelle agenzie informali più o meno strutturate che non vengono quasi mai riconosciute in termini di potenziale di formazione e produzione di conoscenza. Riconoscere questa ricchezza, mettere in relazione le diverse agenzie e promuovere la rete complessiva dei saperi del territorio rappresenta una delle grandi sfide per uno sviluppo locale capace di generare capitale sociale e migliorare la qualità della vita. Si pensi ad esempio all’enorme patrimonio associato ai cosiddetti mestieri d’arte, alla tradizione agricola, al cibo e alla produzione alimentare, ai micro laboratori artigianali troppe volte abbandonati ai pochi anziani ancora attivi. E’ un mondo di capacità nascoste che trova poco spazio nell’economia formale e nel mercato, che è poco riconosciuto dalle amministrazioni ma che rappresenta un valore straordinario per i territori ed una componente centrale della loro identità, un valore che può e deve essere riconosciuto, catalogato, rigenerato ed utilizzato anche in termini educativi e formativi.
In tempi in cui il lavoro bisogna inventarselo, dove chi lavora trova sempre più difficile trovare spazio e tempo per la formazione, in un futuro prossimo dove ci sarà molto probabilmente crescita senza occupazione, dove le macchine intelligenti potranno realizzare gli oggetti più disparati consentendo anche la micro produzione domestica su piccola scala (si pensi al movimento dei makers associati alle stampanti 3D), la nozione di comunità educante che sa riconoscere il proprio patrimonio indentitario e metterlo in gioco, diventa particolarmente appetibile; senza dimenticare la qualità dei servizi che siamo abituati a conoscere è forse tornato il tempo di riprendere in esame e di lasciarsi ispirare dall’utopia concreta di un Ivan Illich, dall’esperienza di un Danilo Dolci, dalla pedagogia di un Paulo Freyre o dalla lezione di un don Milani.

Si può fare, passaparola!