Skip to main content

Giorno: 9 Agosto 2014

Ippolito Pizzetti, l’uomo che in giardino seminò letteratura

Nella mia mente l’immagine di Ippolito Pizzetti (1926 – Ferragosto 2007) è quella di un signore anziano che osserva una palla di salice intrecciato in un banco, ad una gloriosa edizione di “Giardini in Fiera” a San Casciano Val di Pesa. Uno scatto rubato: in quegli anni non avevo un rapporto positivo con questo personaggio, per cui lo fotografai in modo garibaldino e non lo andai a salutare come invece avrei dovuto, per educazione e rispetto, nei confronti di una persona che aveva vissuto per diffondere la cultura dei giardini in Italia.
Non era un architetto come viene definito grazie a una laurea honoris causa conferitagli nel 2004 dall’Università di Ferrara, ma un uomo di lettere preso in prestito, prima dalla botanica e poi dall’architettura. Pizzetti è stato soprattutto un grande divulgatore e il suo mezzo è stata la parola scritta. Tantissimi i titoli, i miei preferiti rimangono i primi, ormai dei veri e propri classici: Il libro dei Fiori, opera in tre volumi scritto alla fine degli anni ’60 con Henry Cocker, botanico e giardiniere, che si può trovare edito in una versione quasi tascabile nelle Garzantine come: Enciclopedia dei Fiori e del Giardino e Pollice Verde, la raccolta di articoli, pubblicati dagli anni ’70 in poi sull’Espresso nella omonima rubrica, poi cambiata con “Giardini” a lui più gradito, che Garzanti ha ristampato dalla vecchia edizione Rizzoli (che si trova ancora in rete) allargando il titolo in: Pollice Verde. Il giardinaggio: una filosofia, un hobby, un’arte. Inoltre, rimangono fondamentali le collane da lui dirette: “L’Ornitorinco” per Rizzoli e “Il corvo e la colomba” per F. Muzzio, in cui troviamo, tradotti in italiano, alcuni testi base della moderna cultura europea del paesaggio.
Pizzetti era un uomo che amava le parole e le usava per costruire giardini. Attentissimo sulla carta stampata, divagava in mille direzioni durante lezioni e conferenze. Trovavo insopportabile questa sua caratteristica, io cercavo risposte, lui vendeva poesia e ho dovuto invecchiare un bel po’ per capire. Non mi piaceva il culto della persona che lo circondava all’interno delle università e dei circoli che lo contendevano come ospite d’onore. Dov’è finita tutta questa attenzione? La voce di Wikipedia a lui dedicata è di uno squallore vergognoso, bisognerà metterci le mani per rimediare. Purtroppo il fascino della persona e la mancanza di un vero dibattito sulle pratiche del Verde pubblico e privato, hanno amplificato tutto quello che Pizzetti detestava e oggi troviamo, nel titolo di un suo libro, la parola “giardinaggio” affiancata a sostantivi come “filosofia, hobby, arte”, termini che lo individuano come un argomento destinato a una élite che si parla addosso o qualcosa da fare nel tempo libero, di sicuro non lo specificano come un modo di essere di chi dovrebbe conoscere, amare e vivere consapevolmente il suo patrimonio di giardini e di paesaggi, in una parola, la cultura quotidiana di una comunità.

I Convegni, i Simposi, le Tavole Rotonde, gli Incontri, i Seminari, o come vengono altrimenti chiamate queste riunioni, su quale che sia l’argomento: il melodramma, Leopardi, il romanzo, Pirandello o i Boschi di Carrega hanno tutti un elemento comune, che è la loro prima ragione di essere: nascono attorno a qualcosa che non è più – che in qualche modo è fuori dal flusso della vita, non è più autonomo, o perlomeno non più nella forma in cui è nato. Sono operazioni culturali, sono l’apertura del testamento dal notaio: e adesso che si fa?” Ippolito Pizzetti, Pollice Verde, numero del 2 marzo 1980.

“[…] ho sentito il bisogno di fare una pausa in questo mio discorso [relativo alla istituzione del Parco Regionale dei Boschi di Carrega nel Parmense]. Per aprire le righe al volo della gazza bianconera, al profumo delle mimose, al colore delle foglie nuove. Prima di ogni altra cosa il senso di un giardino (di un parco, di un bosco) è questo, non ne hanno se prima dentro di noi non sentiamo destarsi, in mezzo ai detriti della vita quotidiana, questo richiamo improvviso. Ed è anche il senso di continuità di queste righe, settimana dopo settimana, la relazione profonda che esiste tra la mia, quella dei miei personaggi la vostra vita e questa, che avviene dentro gli spazi aperti, dovunque sia, anche nel cielo della città attraverso una finestra o in un prato tra due case, o nel vasto fuori. Per questo ho sentito il bisogno di fare una pausa; o meglio d’una pausa, visto che siamo nei boschi, e restiamo pure in quelli di Carrega, una sosta in una radura sul terreno ancora umido dell’orma dell’inverno, che appena si sveglia. Sediamoci, guardiamoci attorno poi discuteremo.” Ippolito Pizzetti, Pollice Verde, numero del 9 marzo 1980.

Foto di Giovanna Mattioli

Gran finale per “Autori a Corte” con oltre 800 presenze

da: organizzatori

Oltre 800 presenze, 12 autori, 8 conduttori, una dozzina di aziende coinvolte tra degustazioni e sostegno all’iniziativa, sono i significativi numeri della rassegna cultural-letteraria nominata: “Autori a Corte” che si è conclusa giovedì scorso con uno straordinario ospite d’onore: Marcello Simoni il “fenomeno” letterario che da qualche anno è recordman di vendite a livello internazionale con i suoi thriller-storici. “L’elemento che più mi emoziona – afferma Federico Felloni che con Vincenzo Iannuzzo ha ideato l’evento per l’associazione Charles Bukowski – è vedere tante persone; dal professionista all’intellettuale, dall’impiegato allo studente, unite dalla voglia di cultura a tutti i livelli e dallo spirito positivo con cui ha accolto l’iniziativa. Anche perché il riscontro delle presenze parla chiaro, alla gente è piaciuto questo format innovativo; un mix di realtà culturali nazionali assieme a risorse intellettuali e produttive del territorio”. Ma veniamo alla serata che in apertura ha esordito con la consueta degustazione offerta per l’occasione dall’azienda vitivinicola Zanatta e poco dopo di fronte a una platea già gremita ha visto salire sul palco i due autori ferraresi: Luigi Bosi e Franco Mari che hanno intavolato una intervista-presentazione sui loro ultimi romanzi (entrambi editi da Este Edition), piacevolmente moderati dal conduttore Leonardo Punginelli. L’argomento proposto era “il romanzo” che è sfociato in un coinvolgente percorso sulla città di Ferrara, tra scoperte di eventi storici poco noti, partendo dalla Signoria Estense e concludendo con alcune vicende di origine sentimentale, svoltesi nel corso del “ventennio fascista”, riguardanti il Governatore della Tripolitania e della Cirenaica: Italo Balbo. A seguire, l’affascinante e brava coordinatrice della seconda parte di serata, la giornalista Vittoria Tomasi, ha introdotto sulla scena l’acclamatissimo scrittore comacchiese Marcello Simoni, l’autore che sta mietendo successi a ripetizione e recente vincitore del prestigioso Premio Bancarella. Si parla di vari argomenti partendo dal libro appena uscito ed edito da Newton Compton (che è già un bestseller): “L’Abbazia dei cento peccati”. Simoni parla a ruota libera, incassando sorrisi e consensi dall’attenta platea. Delucidazioni sulla sua tecnica letteraria, riflessioni sul tortuoso percorso per affermarsi, valutazioni sull’importanza dell’approfondimento delle origini storiche di fatti, luoghi e personaggi, considerazioni sulla sua ossessiva attenzione per le descrizioni accurate dei dettagli, battute ironiche sulla sua adolescenza e la congenita passione per l’Archeologia. Dopo un’ora e mezza arrivano gli scroscianti applausi finali, seguiti da una lunga fila di presenti per accaparrarsi un autografo o una dedica.

La Città del Ragazzo accoglie 13 disabili tedeschi e inaugura un progetto di mobilità internazionale all’insegna dell’assistenza

da: Città del Ragazzo

Tredici giovani tedeschi, maschi e femmine, di età compresa tra i 16 e i 29 anni, tutti affetti da ‘lievi’ disabilità cognitive e psichiche. Sono quelli che dal 7 luglio all’8 agosto sono stati ospitati alla Città del Ragazzo nell’ambito di un progetto di mobilità internazionale promosso dalla Comunità Europea e guidato da un’associazione della Westfalia. Per l’Italia, tra i partner, è stato scelto l’ente cittadino, che consolida così ulteriormente il suo respiro sovra nazionale. Come spiega il direttore, Giuseppe Sarti, «l’obiettivo del progetto è aiutare queste persone a raggiungere autonomia e competenze grazie alla frequentazione dei laboratori, da quello di sarta a quello di corniciaio». Un traguardo tutt’altro che facile alla luce dei palesi ostacoli, primo tra tutti la non conoscenza dell’italiano, che all’arrivo i ragazzi ‘parlano’ grazie a corsi intensivi effettuati prima della partenza. Ma tutto è voluto. «Vengono messi in condizioni di difficoltà linguistica e pratica perché in questo modo possono mettersi alla prova nel contingente, sperimentare – conferma Sarti – e tornare a casa con molta più sicurezza e auto stima». Un percorso che, giunto al terzo anno, funziona. «A confronto – chiude Sarti – sono due culture diverse che condividono però la stessa metodologia didattica per la formazione e il recupero dei soggetti più deboli».

Tromba d’aria del 30 aprile 2014, dichiarazione dello stato d’emergenza del Consiglio dei ministri

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

La soddisfazione dell’assessore Vecchi: “Ora strumenti specifici per aiutare i privati”. Prosegue intanto il lavoro della struttura commissariale per risarcire cittadini e imprese dai danni provocati da terremoto e alluvione

Bologna – “E’ un giusto segnale d’attenzione da parte del governo per l’ennesima calamità che, nel giro di poco tempo, ha colpito l’Emilia-Romagna. Esprimo quindi soddisfazione per il risultato raggiunto, frutto anche dell’impegno e del lavoro di squadra di Regione, enti locali, associazioni di categoria e parlamentari del territorio”. Queste le parole dell’assessore regionale alle Attività produttive Luciano Vecchi in merito alla dichiarazione del Consiglio dei ministri dello stato di emergenza in seguito alla tromba d’aria che lo scorso 30 aprile 2014 ha colpito il territorio dei Comuni di Nonantola e Castelfranco Emilia, causando danni ingenti alle aziende, all’agricoltura e ai privati. “Ora – prosegue Vecchi – , con il riconoscimento dello stato d’emergenza, non solo diventeranno operative misure già adottate a favore delle imprese, ma potremo attivare rapidamente strumenti specifici per risarcire i privati. Continua intanto senza sosta – conclude l’assessore – il lavoro della struttura commissariale per assicurare le risorse necessarie alla ricostruzione, in seguito ai danni causati dal terremoto nel 2012 e dall’alluvione nel gennaio scorso”.

Vino, in arrivo 3 milioni 852 mila euro per lo sviluppo delle cantine, dei punti vendita e del commercio elettronico

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Il bando scade il 29 settembre. Rabboni: investimenti per continuare a crescere. Negli ultimi cinque anni +59% di export.

Bologna – Nuove risorse dalla Regione per i vini dell’Emilia-Romagna. Si tratta di 3 milioni 852 mila euro per sostenere progetti di sviluppo delle aziende agricole e vitivinicole con attività di trasformazione e commercializzazione. Il termine per presentare le domande scade il 29 settembre.
“E’ un ulteriore intervento a sostegno di un comparto che negli ultimi anni ha conosciuto un’evoluzione positiva – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni – . Lo scorso anno l’export di vino emiliano-romagnolo è cresciuto del 9,8% e addirittura del 59,3% nel periodo 2013-2008, contro un dato nazionale del 37,2%. Uno stato di salute molto buono, determinato sia dagli investimenti sulla qualità che da quelli sull’export. Dal 2008 a oggi le risorse europee, statali e regionali per il settore vitivinicolo sono state superiori in Emilia-Romagna ai 200 milioni di euro e sono andate al rinnovo dei vigneti, alla modernizzazione delle cantine e alla promozione sui mercati esteri. Alle risorse pubbliche, naturalmente, si sono affiancate quelle private. Ora non bisogna rallentare. Per continuare a crescere bisogna continuare a investire sulla qualità e su nuovi mercati e consumatori”.
Il bando per presentare le domande è stato approvato dalla giunta nella seduta del 14 luglio (delibera n. 1135). Si tratta di risorse dell’Ocm vino e i contributi vanno alla costruzione o ristrutturazione di immobili, l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature, la realizzazione di punti vendita diretta o di siti di e-commerce. Gli aiuti vanno dal 20% al 40% della spesa ammissibile. Gli investimenti proposti dovranno essere compresi tra i 20 mila e 1 milione di euro.
Le domande vanno presentate utilizzando il sistema operativo e la modulistica presenti sul sito di Agrea: http://agrea.regione.emilia-romagna.it.

La connessione tra cervello
e postura

Per dirla molto semplicemente, noi controlliamo la nostra postura col cervello, siamo nati in posizione fetale e fin da bambini abbiamo imparato a resistere al campo gravitazionale assumendo una certa postura, come esseri umani camminiamo eretti sui due piedi per risparmiare energia.

Il nostro cervello con gli anni si adatta ad una buona postura, a un certo tono muscolare e a un movimento normale. Il cervello impara a rilassare alcuni muscoli, come la parte anteriore delle spalle e i bicipiti femorali; ne contrae altri come i glutei, i quadricipiti e i muscoli della schiena, per avere sufficiente tono per stare in piedi, camminare, correre ecc. Il nostro cervello ci permette di contemplare il cielo, di fare pensieri astratti, eseguire problemi di matematica, parlare, ecc. Tutte queste funzioni sono il risultato di un cervello che può resistere alla gravità per lunghi periodi di tempo e bilanciarsi notevolmente su due piedi anziché quattro.

Questo per dire che assumere una postura errata spesso è un evento del tutto inconscio, e non un atto di volontà. La postura di un neonato è carente perché la parte del cervello che controlla i muscoli posturali si deve ancora sviluppare. Questo sviluppo avviene con il crescere del bambino: nelle varie fasi di crescita, il bambino pratica azioni innate come il gattonare, il correre e il giocare, tutte azioni che il cervello compie grazie a stimoli provenienti dalle articolazioni, dai muscoli, dagli occhi e dalle orecchie.
Il progressivo accumularsi di questi stimoli sviluppa il cervelletto e la parte del cervello dedicata a governare la postura. Il cervelletto si trova nella parte posteriore della nostra testa ed è l’organo più importante per la coordinazione dei muscoli, per i riflessi e per mantenerci in una posizione eretta rispetto al campo gravitazionale terrestre. La gravità dunque è una continua fonte di stimolo per il nostro cervello e di conseguenza per la nostra postura.
Le articolazioni che ricevono la maggior fonte di stimoli sono quelle della colonna vertebrale, struttura fondamentale per mantenere una postura eretta. In questo modo, mano a mano che il tempo passa, i muscoli posturali diventano più forti e riescono quindi a mantenere la normale postura eretta facendo meno fatica.
Ma se, al contrario, un determinato individuo ha un biomeccanica alterata o un malfunzionamento di un’articolazione dovuto a trauma, stress, infiammazione o condizioni ereditarie, arriveranno meno stimoli al cervello incitando proporzionalmente meno i muscoli posturali. Questo comporta una riduzione dell’efficacia muscolare che si manifesta con una postura errata. Una postura errata, prolungata nel tempo, può dare origine a cambi fisiologici come l’artrite, ernie discali, scoliosi o disfunzioni somato-viscerali, problemi cognitivi e/o sensazione di malessere generale.

Una postura corretta è quindi molto importante per la nostra salute perché permette di bilanciare i muscoli e ridurre lo stress. La postura normale si misura con un “filo a piombo”, con linee di riferimento immaginarie che corrono lungo la parte anteriore del corpo: la testa deve essere dritta, non inclinata o girata da un lato; le spalle allo stesso livello, non una superiore all’altra; i fianchi devono essere pari e le braccia devono scendere perpendicolarmente. Lateralmente, il filo a piombo deve passare attraverso orecchio, spina dorsale, bacino, ginocchia e piedi. Se le spalle sono troppo arrotondate, la testa può “affacciarsi” e superare il filo a piombo, aggiungendo una stima di 1 chilo per ogni cm. In avanti di pressione sul collo. Una pressione ripetuta nel tempo nella parte posteriore della colonna vertebrale dal collo e alla parte bassa della schiena, può portare alla formazione di ernie del disco. Se, guardandovi allo specchio, vedete il vostro corpo con delle asimmetrie, pensate che il cervello deve continuamente compensare questi difetti posturali consumando energia.

Spesso, una cattiva postura è dovuta a uno squilibrio muscolare o alla debolezza in alcuni gruppi muscolari, causati da posizioni sbagliate. Il corpo umano non era certo destinato a sedere davanti ad una scrivania per otto ore al giorno, fatto diventato consuetudine nella nostra cultura moderna. Stare seduti per periodi prolungati può rendere, infatti, i tendini del ginocchio ritratti, andando a tirare la parte bassa della schiena. Il corpo cerca sempre di mantenere il suo centro di gravità, quindi se la parte lombare è appiattita, la testa deve piegarsi in avanti, accorciando i muscoli della parte anteriore del collo e indebolendo ulteriormente quelli nella parte posteriore. I muscoli della schiena possono affaticarsi possono andare in spasmo, causando dolore e disagio. Questo non permette al cervello di risparmiare energia, può causare stanchezza e influenzare l’umore.

Una cattiva postura può anche influire negativamente sulla respirazione. Ci sono molti muscoli che collegano la gabbia toracica alle spalle; quando la schiena diventa debole e le spalle curve in avanti, ci può essere una riduzione di movimento della gabbia toracica, che può portare a una diminuzione di ossigeno al cervello. Un appiattimento della parte bassa della schiena (cifosi) o arrotondamento (lordosi), può anche causare una diminuzione nella meccanica del diaframma, il muscolo principale della respirazione. L’elenco dei sintomi che si manifestano quando l’ossigeno diminuisce anche leggermente durante il giorno, è troppo lungo per riportarlo qui, ma vale la pena riflettere anche solo un momento su come tutte le funzioni organiche sono collegate alla postura.

Come aiutare a ristabilire una buona postura?
Il modo migliore per iniziare è quello di rivolgersi a qualcuno che valuti la vostra postura, e poi praticare metodi appositamente studiati come l’RPG, il Pilates, lo yoga, il training crossfit, ecc. sono tutti ottimi, per iniziare a migliorare la postura.