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Giorno: 6 Settembre 2014

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Pontelagoscuro, continuano gli incontri: lunedì è la volta di “Nutrire il pianeta. La terra, gli agricoltori, l’agroalimentare buono, pulito e competitivo”

da: ufficio stampa Partito Democratico Ferrara

“Nutrire il pianeta. La terra, gli agricoltori, l’agroalimentare buono, pulito e competitivo” è questo il titolo dell’inziativa che si svolgerà lunedì 8 settembre alle ore 21:00 presso la Festa Nazionale dell’Unità sull’ambiente, che si svolgerà a Pontelagoscuro (FE) – zona via Venezia, fino al 15 settembre.

Parteciperanno all’incontro Maria Teresa Bertuzzi (senatrice PD), Susanna Cenni (Parlamentare PD), Mario Guidi (presidente Confagricoltura), Roberto Moncalvo (presidente Coldiretti), Gaetano Pascale (presidente Slow Food), Maria Grazia Mammuccini (Aiab), Paolo De Castro (Europarlamentare) e Dino Scanavino (pres. CIA). Coordina Marco Ciarafoni (Esecutivo EcoDem)

Bellezza, creatività e spettacolo in passerella: la sfilata Cna in piazza Castello di venerdì sera è stata un successo

da: ufficio stampa Cna Ferrara

Un programma divertente e pieno di brio seguito da oltre un migliaio di persone in piazza Castello. Di spicco le presenze dell’illusionista Antonio Casanova e della ballerina Anastasia Kuzmina.

Non ha certo mancato le promesse della vigilia la sfilata Cna in piazza Castello di venerdì sera, alla presenza di un pubblico di oltre un migliaio di spettatori, durante la quale non sono mancate sorprese e diversi momenti di autentico divertimento. Dalle mirabolanti magie dell’ironico Antonio Casanova, personaggio televisivo capace di coinvolgere e trascinare il pubblico, al fascino del bellissimo tango, ispirato al film La grande bellezza di Sorrentino, eseguito con perfezione stilistica dalla ballerina di Ballando con le Stella Anastasia Kuzmina e dal suo partner Matteo Cossu.
Un programma vivace, pieno di brio, luci, danza (grazie al Jazz Studio Dance di Silvia Bottoni), musica, ma soprattutto moda: quella delle nove imprese artigiane, che hanno costituito il cuore di questa edizione della Moda in Castello Cna. E cioè: Atelier Il Sogno (abiti da sposa – Ferrara), Boutique Primadonna (abbigliamento donna – Ferrara); Cromia Fx (pittura su tessuti per abbigliamento e arredamento – Portomaggiore), Inpell – (cinture in pelle artigianali – Ostellato), Non solo sabbia (total look donna – Migliarino), Pitti Fur (pellicceria– Ferrara), Punto di vista (occhiali da vista e da sole – Bondeno), Acconciature Punto X I Parrucchieri (Ferrara – Argenta – Codigoro), Wellness & Beauty (Centro Benessere ed estetica – Codigoro).
Ma anche la moda proposta dai cinque giovani stilisti del Concorso Cna “La Moda in Castello siamo anche noi” (le tre vincitrici: Valentina Minia, Silvia Bertolazzi e Flavia Gandolfi, e gli altri due finalisti Pasquale Montoro e Sara Armellin) non ha certo sfigurato vicino ai modelli proposti dalle imprese, a conferma che il talento e creatività sono il bene più importante del cosiddetto made in Italy.
In ogni caso, questa edizione della Moda in Castello ha reso evidente, se ce ne fosse stato bisogno, che il capitale di professionalità e qualità artigianale, che da sempre appartiene alle piccole e medie imprese, è tutt’ora vivissimo nella nostra provincia e vuole essere protagonista di una nuova fase di rilancio, capace di combinare queste doti con nuove idee e capacità innovativa.
Lo spettacolo, capace di intrattenere il pubblico presente dall’inizio alla fine – tra le presenze di spicco, tra l’altro, anche la campionessa World pole dance Alessandra Marchetti – è stato assicurato grazie alla Direzione artistica di Made Eventi; hanno presentato la serata Laura Sottili e Alessandro Pasetti, regia di Simona Barchetti.
La Moda in Castello è stata realizzata con il contributo e patrocinio di Comune di Ferrara, Provincia e Camera di Commercio. Sponsor: Banca Popolare di Ravenna, Unipol Sai Assicurazioni, e inoltre da Casa Protetta di Sant’Antonio Residenza del Benessere, Polis Ceramiche, Suono e Immagine, Telestense e Centro Odontoiatrico Montebello srl.

Nelle foto (Rizz Studio) alcuni momenti della Edizione 2014 de La Moda in Castello Cna, tenutasi venerdì scorso in piazza Castello a Ferrara

Ferrara Balloons Festival: il programma di domenica 7 settembre e le special shapes

da: ufficio stampa Ferrara Fiere Congressi

Il Boccale di birra, Bruno il Clown, il cellulare Siemens di prima generazione e Cloudhopper, il “salta-nuvole”: Domenica 7 Settembre, al Parco urbano “G. Bassani” di Ferrara, saranno loro le special shapes protagoniste del Ferrara Balloons Festival, la più importante manifestazione sulle mongolfiere in Italia e tra le principali in Europa, che proseguirà senza interruzioni fino a Domenica 14, per riprendere nel weekend di Sabato 20 e di domenica 21.
Se il Bicchiere, straripante di birra schiumosa, è stato realizzato in Lituania, dalla Slovacchia proviene la mongolfiera Bruno, costruita nel novembre 2012 dalla società ceca Kubíček Balloons. Origini ovviamente tedesche per la forma speciale di Siemens, un enorme telefono portatile “vintage”, che compie quest’anno 14 anni e che sarà pilotato dall’equipaggio di Walter Hofmann. Made in Germany anche l’originalissima Cloudhopper, il balloon monoposto in cui il pilota, anziché accomodarsi dentro la classica cesta, è imbragato a un seggiolino e, durante il volo, può sfiorare la cima degli alberi con i propri piedi. Il progetto fu sviluppato nel 1979 alla Colt Balloons.
Queste mongolfiere, insieme alle altre più tradizionali a forma di lampadina, si alzeranno in volo alle 7.30 e alle 17, seguite da quelle in volo vincolato alle 10 e alle 17.30.
Per i più mattinieri e atletici, alle 7.30 è prevista la “Granfondo Bici Balloons – Il giro delle Valli”, prova del circuito provinciale UISP 2014.
Alle 9 prenderanno il via le esibizioni e gli spettacoli di agility dog dell’A.S.D. Simply Dog Agility Team (in replica alle 14.30), i laboratori didattici per bambini curati da Dopla-Wigo (fino alle 20) e le attività dell’Aeronautica Militare, che nel proprio stand interattivo mostrerà al pubblico il mock-up del Predator, l’aeromobile a pilotaggio remoto che supporta le operazioni a terra delle forze schierate. Alle 9.30, l’Aeronautica farà, inoltre, atterrare l’elicottero NH500, punta di diamante delle proprie dotazioni.
Ancora volo con i droni: dimostrazioni e prove gratuite di pilotaggio alle 10 e alle 15, sotto la guida attenta di Marco Robustini, tra i massimi esperti mondiali del settore.
Se dalle 9 alle 22 saranno aperti ristoranti, bar e gelateria, oltre a tutti gli stand dell’area shopping,
a partire dalle 10 i più piccoli potranno passeggiare sui pony di A.C.L.I. Coccinelle e assistere alle animazioni a cavallo “Bimbi in sella”, curate dalla Scuderia Il Tridente, che offrirà anche gite in carrozza (10-12.30 e 15-20).
Sempre alle 10 inizieranno i voli in elicottero su Ferrara (fino alle 19), mentre alla stessa ora e fino alle 22 la Città Magica aprirà le porte ai visitatori, che potranno girovagare nel mercato di questo villaggio rinascimentale dell’Ente Palio di Ferrara e del Rione Santo Spirito, assistere a spettacoli e gustare piatti tradizionali presso l’area gastronomica.
Tra gli appuntamenti delle 10, anche il curioso torneo di calcio in gabbia 3-contro-3 “Ri-giochiamoci i Mondiali”, a cura di UISP Ferrara. Si giocherà anche nell’area di Renault Franciosi, dove fino alle 20 ci si potrà cimentare in un percorso a bordo dell’ecologica Twizy e scoprire in anteprima la nuova Renault Twingo.
Il pomeriggio al Parco sarà all’insegna dello sport: alle 15, prove di duathlon (bicicletta e corsa), a cura del C.U.S. Ferrara Triathlon, e prove libere con l’arco con gli istruttori della Compagnia Arcieri e Balestrieri Filippo degli Ariosti; spettacolo dei paracadutisti dell’A.S.D. Scuola Paracadutismo Ferrara alle 16 e ju jitsu alle 16.30, a cura di G.A. Diurno A.S.D.; infine, esibizione di pattinaggio artistico dell’A.S.D. Quadrifoglio alle 17 e, alle mezz’ora dopo, performance di basket con Vis 2008.
Dopo i voli – liberi e vincolati – delle mongolfiere al tramonto, la serata si chiuderà con il dj set delle 22 al Camelot Cafè.

IL FATTO
Marattin nello staff di Renzi a Palazzo Chigi, al sindaco Tagliani la delega al Bilancio

Negli ambienti comunali ormai si dà per certo che l’assessore Luigi Marattin accetterà l’invito di Renzi di entrare a far parte della sua ristretta squadra di consulenti economici.
Ma al momento non è prevista la nomina di un sostituto. La novità di queste ore, infatti, è che la delega al bilancio sarebbe assunta direttamente dal sindaco Tiziano Tagliani. Non è quindi ipotizzabile, al momento, alcun rimpasto nella compagine di giunta.
Questo, almeno, sino a quando non sarà chiaro che la scelta di Marattin sia definitiva e davvero incompatibile con il suo attuale incarico di amministratore comunale. Tagliani ha, infatti, molta fiducia nelle capacità e nelle competenze del suo collaboratore. E prima di accettare l’idea di doversene privare definitivamente, vuole essere certo che da Roma fra qualche settimana o qualche mese non parta un treno di ritorno. Pur di riportarlo in squadra, il sindaco sarebbe probabimente pronto a riavere il suo assessore anche solo part-time.

L’EVENTO
Naufraghi della vita alla ricerca di un brandello di felicità

Sventolano la bandiera palestinese, abbracciandosi, sorridendo, con gli occhi lucidi, emozionati, felici. Tra gli applausi. Quindici minuti di standing ovation per Io sto con la sposa joint venture di tre registi Gabriele Del Grande, Antonio Augugliano e Khaled Soliman, presentata giovedì al Festival del Cinema di Venezia. E’ un storia vera, di libertà e speranza. Una sfida di squadra, una scommessa, ma soprattutto è meglio di una denuncia giornalistica destinata restare confinata nel clamore temporaneo dei media. Proprio così la pensa il giornalista e regista Gabriele Del Grande, cronista dal fronte siriano, che ha incontrato a Milano i profughi-attori della fuga da conflitti e miseria.

Il film, sostenuto con 100 mila euro raccolti grazie al crowdfounding, al contrario di un articolo “usa e getta” tocca i cuori. Resta nella memoria quanto l’escamotage dei cinque fuggitivi, palestinesi e siriani, che grazie a un’idea maturata dai registi sono riusciti ad arrivare in Svezia sfruttando il matrimonio e il suo corteo quale passepartout per varcare le frontiere senza attirare l’attenzione. Ce la fanno. E noi con loro.

Nella sala silenziosa, ogni tappa, ogni passaggio, ogni risata, ogni brindisi, canzone e ricordo hanno intessuto tra i cinque protagonisti e il pubblico un legame d’affetto. Perché la vita è più forte della ragione di Stato e dell’ipocrisia di cui è infarcita a discapito dell’essere umano.
Io sto con la sposa – divenuto in un solo pomeriggio il caso del festival veneziano, accompagnato dall’apparizione di tante giovani donne in abito bianco – è una storia contro la legge. E’una vicenda carica di disperata attualità, all’apparenza inadatta per il red carpet di Venezia, che gli ha riservato a sorpresa un’accoglienza inattesa, soprattutto alla luce dello strisciante razzismo innescato dagli effetti della crisi economica e dall’ignoranza di chi si sente derubato dei propri diritti e servizi.

Poeta lo sposo, scampato al naufragio costato la vita a 500 persone al largo di Lampedusa, rapper il ragazzino che ha attraversato il mare insieme al padre, dissidenti marito e moglie decisi a dare una cittadinanza e una possibilità di futuro ai propri figli, palestinese con cittadinanza italiana uno dei registi, giovane donna bella, forte e istruita la sposa, che cercava di dimenticare il fischio delle bombe ascoltando la musica in cuffia. Sono loro il cast, sono loro ad approdare a Milano per poi intraprendere il viaggio verso nord con una manciata di auto e i vestiti da cerimonia.

Il corteo prende la via dei contrabbandieri tra Italia e Francia, la stessa strada tra i monti percorsa in passato dagli italiani diretti oltralpe in cerca di lavoro. Camminano, in abito lungo e doppio petto, lasciandosi alle spalle il nostro Paese, prima tappa verso il grande nord dove il clima è freddo ma il domani sembra meno grigio. E’ la via della clandestinità, raccontata dal muro di una casa diroccata sul quale, insieme agli altri messaggi, lo sposo scrive i nomi di uomini, donne e bambini conosciuti e annegati nell’attraversata. Una lapide improvvisata per tanti fantasmi di cui le istituzioni non conoscono il nome ma ai quali i profughi non negano la memoria, anzi. Il loro ricordo è forza. Nel film c’è voglia di vivere, di lottare e ridere, i dialoghi ne sono la testimonianza più immediata e, come ovvio, sono lo spunto di tante domande. Cielo e mare, due vie di fuga, accolgono in modo silenzioso le riflessioni della sposa: “il cielo e il mare sono di tutti”. Sono vie da percorrere in libertà, ma se si nasce nella parte sbagliata del mondo ciò che è normale diventa l’eccezione.

Il bicchiere di vino in mano, il più anziano dei protagonisti, si chiede perché mai deve dare le impronte digitali come un delinquente, perché una famiglia di 13 persone deve pagare 13 mila euro e morire inghiottita dalle onde per rincorrere nuove opportunità di vita. Per la verità ce lo chiediamo anche noi, consapevoli del fatto che se si sta male in un posto se ne cerca un altro dove campare meglio. Lo abbiamo fatto e lo facciamo quotidianamente, scappando all’estero con lauree e specializzazioni inutilizzabili nel nostro Paese.

Qualcuno crede davvero di poter fermare la fuga? Un po’ di pubblica sincerità e di reale impegno politico europeo non guasterebbe. E allora “Io sto con la sposa”, con gli abbracci trionfanti di chi ce l’ha fatta, dimenticandosi persino della macchina da presa che per un attimo, quasi a voler tradurre un’emozione, si fissa sul tetto del treno. E’ tempo di festa, è come essere andati in meta. Ed è subito Svezia.

La Natura che ci meritiamo

La vicenda dell’orsa e del raccoglitore di funghi è una di quelle storie che mi fanno arrabbiare a prescindere. Vogliamo la Natura con la N maiuscola, ma non abbiamo il coraggio e l’umiltà per viverla. Portiamo i nostri bambini nelle fattorie didattiche per vedere gli animaletti, ma se i nostri adorati pargoli si sporcano le scarpine di cacca facciamo una tragedia, se poi si beccano un morso o si piantano una spina in un ditino, facciamo causa all’azienda. L’educazione alla Natura e all’Ambiente dovrebbe essere qualcosa di quotidiano che parte dal rispetto e dalla conoscenza del nostro ambiente di vita. La parola ecologia indica fondamentalmente la scienza che studia gli equilibri. Ragionare in termini ecologici significa fare un sforzo per cercare di vivere rispettando l’ambiente che ci circonda, che non è un jungla inesplorata, ma un contesto antropizzato da secoli di storia, che ne hanno alterato completamente l’assetto originario, quindi, per fare un esempio, mettere delle fioriere in piazza Duomo non è ecologico, ma solo stupido e costoso, le piazze sono fatte di pietra e architetture , non hanno bisogno di fiorellini e piantine asfittiche per diventare più belle e più “ecologiche”. Le piazze devono respirare, accogliere, insegnare convivenza e civiltà, chiuderle con paletti e fioriere trascurate, è un modo per tradire la loro storia, non capire il loro equilibrio. Le città sono organismi complessi e non mi stancherò mai di ripeterlo, ci sono tantissimi posti fuori dalle piazze per piantare alberi. Se perdiamo di vista chi siamo e qual è il nostro ambiente, diventa facile illudersi di trovare la Natura ogni tanto tanto, magari andando per boschi, a rompere le scatole a plantigradi con uno sviluppato senso materno.
Viviamo tutti situazioni prive di buon senso, troppo facilmente ci lamentiamo del troppo sole o della troppa pioggia come se fosse possibile una Natura a comando con un pulsante per regolare sole, vento, neve e pioggia in funzione delle ferie. Cercare un equilibrio non è facile per nessuno, ma provo un’ammirazione enorme per chi ci riesce in modo onesto e senza fare proclami. Ammiro in modo particolare le persone che scelgono di vivere in un ambiente dove la Natura ha ancora il sopravvento e non per fare una vacanza o per fare dello spettacolo, ma come scelta di vita e lavoro, la loro è una fatica senza scorciatoie. A volte succede che la tua strada incroci una di queste persone eccezionali e la vita ti fa un regalo. Raccontare come ho conosciuto il signor Ruggero non è importante, quello che conta è la vita di quest’uomo, che da trentacinque anni porta ogni anno le sue pecore dalle Alpi del Lusia alla pianura friulana, fin quasi al mare, seguendo le strade della transumanza. La sua esperienza è raccontata in un libro magnifico curato da Valentina Musmeci, intitolato Un anno col baio. Il baio è il termine generico che indica il pastore. Ruggero è il baio: un armadio di uomo, scarpe pesanti, occhi vispi che brillano in mezzo a capelli e barba grigia, una voce sorprendentemente gentile in un fisico da troll che ti conquista all’istante con la sua ironia. Scoprire per caso il suo lavoro di pastore e avere in mano il libro che lo racconta, è stato sorprendente. Man mano che leggo le pagine e guardo le splendide fotografie, mi accorgo di un mondo parallelo, un mondo che sta davanti ai miei occhi eppure è nascosto. Tanti si alzano prima dell’alba per andare al lavoro, ma un conto è farlo passando dal letto all’automobile, un altro è scrollarsi l’umidità dal sacco a pelo e andare a piedi, prima che il sole sorga, per poter attraversare le strade senza dare troppo fastidio a chi sta in automobile. In questo gesto c’è una grande lezione. Ruggero non è un nostalgico, sa benissimo che se non ci fossero gli extracomunitari a mangiare carne di pecora avrebbe già chiuso bottega, lui non porta le bestie a spasso per fare della retorica del “bel tempo che fu”, fa il suo mestiere, un mestiere scelto per passione e in totale libertà, un lavoro con gli uomini, pecore, asini e cani, rispettati dal primo all’ultimo. Il baio cerca l’equilibrio, senza far troppi danni, con il suo mondo che è fatto soprattutto di animali, pioggia, sole, vento, gelo, merda, vita e morte, ma anche di vite altrui, automobili, orti, campi coltivati, strade asfaltate. Senza rispetto non c’è storia, non c’è equilibrio, non c’è conoscenza, non c’è la vera meraviglia, quella che si merita chi accetta la Natura per quello che è: dura e pura. Grazie Ruggero, e grazie a Valentina Musmeci per averlo raccontato.

Valentina Musmeci, Un anno col baio. Dalle Dolomiti all’Adriatico con un pastore errante e duemila pecore, Ediciclo editore, Portogruaro (VE), 2014

Una giornata perfetta pensando alt(r)o

RACCONTI LIDESCHI (TERZO) ovvero I DIARI VENTURI

Arrivo in spiaggia presto portandomi dietro un succulento Maigret d’antan Maigret e l’affare strip-tease, Mondadori 1967. Senza carta scrivo queste ultime note lidesche tra le pagine del libro.
L’ombrellone confina a destra con la passerella così, offrendomi al sole per la prima volta in tre anni, ho una perfetta visuale di “gente che va, gente che viene… che va… tutto senza scopo”: come recita una battuta nel famoso film del 1932, Grand Hotel, un capolavoro della commedia hollywoodiana con la sublime Greta Garbo. Alle orecchie metto le cuffie e tra l’ombra rosata delle palpebre chiuse risuona monumentale il tocco di Glen Gould che esegue L’arte della fuga. Condizione perfetta, se non fosse per uno scalpiccio insistente che mi scuote dalla meditazione musicale. Sono le casalinghe (non solo quelle di Voghera immortalate da Arbasino) tutte munite di permanentina fresca, che s’affrettano all’appuntamento quotidiano presso gli allettanti banchetti dei “vu cumprà” in fase di saldo come un gigantesco outlet che copre la linea del mare. Richiudo gli occhi e Bach come afferma Ramin Baharami mi placa e mi conforta. Una bambinetta arriva di corsa: “buongiorno!” esclama tutta eccitata occhieggiando le cuffie. Accetto la sfida e gliele metto alle orecchie, ma il risultato – ahimè! – è una smorfia disgustata. Così, rotto l’incanto, mi dedico all’osservazione del passeggio. Due signore discutono sul com’è difficile andare in villeggiatura a causa delle badanti che si prendono le ferie proprio in agosto e rendono così la vita impossibile. Proprio ieri Guido Ceronetti scrive un impagabile inno alle preziose badanti, vestali di difficili vecchiaie e custodi integerrime di una lingua italiana destinata al declino. Ma “gente che va” lascia il posto ad altre visioni e altri commenti: villeggianti che percorrono la passerella atteggiando il viso a quel disgusto che aleggia sui visi delle modelle come quelle di oggi che esibiscono la loro noia sponsorizzata riempiendo le pagine dei quotidiani per offrire borse e pellicciotti. E nel passaggio la “ggente” si offre non solo nel lato A ma anche in quello B malamente coperto da strisce minuscole di stoffa che a malapena s’inseriscono tra imponenti chiappe che sobbalzano per l’almodovariana “carne tremula”.
Il gentilissimo signore tedesco che occupa l’ombrellone alla mia sinistra e che parla un perfetto italiano s’interroga e m’interroga sulla situazione italiana che non riesce a capire. Tagli alle pensioni? “Mah!” anche se oggi ci si affretta a smentire qualsiasi intervento. I Bronzi di Riace all’Expo? “Mah!” anche se ci si chiede se fosse il caso, prima di “spedirli”, di elaborare una legge accettabile sulla sicurezza e la necessità dei viaggi delle opere d’arte. La grandezza di Verdi? “Non ci sono dubbi”.
Le vacanze(?) stanno per finire e la natura lentamente sta riappropriandosi dei suoi ritmi; così alla fine immagino l’imminente e prossimo viaggio.
Qualcuno mi chiede dei Buskers. Di fronte al terrore palese espresso dal mio viso, desiste mentre fugacemente mi passano davanti antiche ossessioni di musica da strada suonata sotto le mie finestre (allora abitavo proprio sotto il campanile del Duomo) che m’indussero a fuggire in campagna.
All’imminente ritorno in città m’attendono Dosso a Trento, le collezioni Cini a Venezia da preparare per gli Amici dei musei e poi Boldini a Forlì, il bimillenario di Augusto, il Barocco a Roma. Tutte meravigliose storie che gli amici organizzatori mi promettono di presentare a Ferrara.
E così il Lido degli Estensi non più Laido mi saluta con una giornata perfetta, dandomi appuntamento ad un altro anno e ad altre considerazioni.

IMMAGINARIO
Lo spettacolo della natura
antidoto contro la violenza
La foto di oggi

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

girasole
L’ape e il girasole (foto di Aldo Gessi)

La grande bellezza di un fiore, il disarmante spettacolo della natura: potente antidoto contro la brutalità

L’ape e il girasole (foto di Aldo Gessi)

GERMOGLI
Essere o potere
L’aforisma di oggi

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

Il delirio dell’odio, la volontà di dominio. Ancora la storia sospinge l’umanità verso il baratro della guerra

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Bertrand Russell

“Sarebbe cento volte meglio rinunciare agli agi materiali, al potere, al fasto e alla gloria esteriore che uccidere ed essere uccisi, odiare ed essere odiati, gettare via in un momento di pazza esaltazione lo splendido patrimonio dei secoli” (Bertrand Russel)

ACCORDI
Ancora tuona il cannone
Il brano musicale di oggi

Ogni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta…

 

Venti di guerra dall’Ucraina all’Iraq.

 

“Ancora tuona il cannone / ancora non è contento / di sangue la belva umana / e ancora ci porta il vento.
Io chiedo quando sarà / che l’uomo potrà imparare / a vivere senza ammazzare / e il vento si poserà”

francesco-guccini
Francesco Guccini

Francesco Guccini, Auschwitz

[clic sul titolo per ascoltare]