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Giorno: 28 Settembre 2014

Vini di sabbie ferraresi e veronesi a confronto

da: organizzatori

Appuntamento, lunedì 29 settembre alle 20,30, alla Manifattura dei Marinati

Sono Giuseppe Carli, Davide Mangherini e Bruno Mezzogori i primi tre finalisti della Gara dei Vulicepi che domenica 12 ottobre si disputerà nell’ambito della giornata conclusiva della Sagra dell’Anguilla 2014. Accanto alla prima batteria eliminatoria della competizione fra i migliori paradelli locali, numerosissimi sono stati gli appuntamenti che nel primo week end della grande kermesse hanno richiamato a Comacchio numerosissimi visitatori. Ma la sedicesima edizione della grande kermesse della ‘regina delle valli’ è solo all’inizio: anche perché tutte le serate infrasettimanali, fino al 10 ottobre, vedranno almeno un appuntamento enogastronomico all’ombra dei Trepponti. Lunedì 29 settembre alle 20,30 la Sala Fuochi della Manifattura dei Marinati ospita – nell’ambito del Convivio dei Vini sulle Sabbie d’Italia, evento promozione dei ‘doc delle sabbie’ promosso in collaborazione fra Sagra, delegazioni provinciali di Ais-associazione italiana sommelier ed Anag, associazione nazionale assaggiatori grappe, Consorzio Tutela Vini Bosco Eliceo, Strada dei Vini e dei Sapori della provincia di Ferrara – ospita una degustazione guidata comparata fra vini prodotti su sabbie marine e di fiume della nostra provincia e doc su sabbie moreniche dell’Arcole con la sommelier Arianna Fugazza: costo: euro 12 a persona, info&prenotazione obbligatoria tel. 345 6065432.

Domani, alla sala conferenze dell’Istituto di Storia Contemporanea, la presentazione del libro di Alessandro Roveri ” L’agguato, l’ex Cavaliere contro la Costituzione”

da: ufficio stampa Faust Edizioni

Ne parla con l’autore Gianluca Pizzotti. Il volume gode del patrocinio dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

Tra i sedici capitoli che compongono questo pungente saggio di 200 pagine, pubblicato nella collana Historiando, si segnalano: “La testimonianza di Federico Orlando” (stimato giornalista scomparso di recente); “Autunno 1994: l’inutile protagonismo di Sgarbi”; “La servile legge Gasparri e l’inizio della collaborazione con la Chiesa”; “I governi Monti e Letta”.

Scrive il professor Roveri nell’Introduzione: «La tesi di questo libro è che l’ex cavaliere ed ex senatore Silvio Berlusconi abbia lavorato per vent’anni alla demolizione degli argini democratici della Costituzione, in modo da governare l’Italia come un imprenditore governa la sua azienda. Con il vantaggio, grazie al suo potere politico, di poter nascondere ai magistrati i reati commessi nel corso della sua carriera di uomo d’affari. E con un’aggravante in più: quella di poter disporre di Mediaset (e della Rai), e di averla usata per involgarire quella che era (i giovani di oggi non possono saperlo) la vecchia televisione. […] Un vero e proprio agguato, quindi, con duplice fine. […] Di qui il titolo di questo lavoro, che contrasta con la riluttanza del centro-sinistra a riconoscere il progetto berlusconiano e a contrastarlo, come vedremo, con la necessaria fermezza. A partire dal quesito fondamentale di una legge sul conflitto di interessi.»

ALESSANDRO ROVERI studioso del fascismo, del movimento socialista e della rivoluzione francese, è stato docente all’Istituto Storico Italiano per l’Età Moderna e Contemporanea di Roma, e ha insegnato Storia del Risorgimento all’Università di Ferrara. Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo: Dal sindacalismo rivoluzionario al fascismo (La Nuova Italia, 1972), Origini del fascismo a Ferrara: 1918-1921 (Feltrinelli, 1974), Camillo Benso di Cavour (La Nuova Italia, 1977), Le cause del fascismo (Il Mulino, 1985), Da Versailles a Hitler. Breve storia della Repubblica di Weimar (Mondadori, 1991), Mussolini. La carriera di un dittatore attraverso i suoi scritti e discorsi (Mondadori, 1994), Il socialismo tradito. La sinistra italiana negli anni della guerra fredda (La Nuova Italia, 1995), Sgarbi con truffa (Kaos, 1997), Richelieu (Guida, 2003). Nel catalogo Faust Edizioni: Mussolini e Berlusconi (2013), due edizioni.
Le monografie del professor Roveri sono conservate nelle biblioteche di tutto il mondo, compresa la prestigiosa Library of Congress di Washington.

Le cene delle vittoria a Rione San Benedetto e Borgo San Giovanni di ieri sera

da: ufficio stampa Ente Palio Città di Ferrara

Si sono tenute ieri sera a Ferrara due Cene delle Vittoria che concludono – in maniera simbolica – il cammino delle Contrade del Palio per la stagione 2014.
La Contrada di San Giovanni ha onorato il putto Matteo Ferroni che ha portato al Borgo Rosso-Blu il palio n° 42 mentre Rione San Benedetto ha festeggiato l’impresa di Laura Zanghirati, che sul simpatico asino Rocchitto ha consegnato alla Contrada del Diamante il drappo di San Maurelio.

IL FATTO
Vanno in scena
i giorni del sisma

Poche tende, un binario sul quale scorre la telecamera e una troupe di una trentina di persone che si affannano sul prato dietro le scuole materne di Mirabello. Sono iniziate le riprese di “Terremotati – La notte non fa più paura”, storia di amicizia, amore e speranza a cui lavorano, senza sosta da oltre un anno quattro giovani professionisti del cinema e un comunicatore.

Sono le tre del pomeriggio, l’attore Stefano Muroni si concentra sotto una tenda in attesa del ciack, il giornalista Samuele Govoni spedisce ai giornali le foto della mattinata, il regista Marco Cassini tiene d’occhio il monitor e Ilaria Battistella, il produttore esecutivo fa di tutto e di più. Terremotati è la loro scommessa, fatta di contenuti, passione e know-how.
“L’idea di fare il film a casa nostra mi è piaciuta fin dal primo momento, credo sia utile anche per stimolare chi come me è nato a Ferrara e ha dovuto studiare altrove per dare concretezza al proprio mestiere”, racconta Ilaria diplomata al Centro sperimentale di Cinematografia di Milano. Insieme ai suoi compagni di studi prima e di avventura poi, fa parte dell’associazione “Da Ferrara alla Luna” nata per gestire la produzione, ma anche per creare in città un piccolo centro cinematografico dedicato all’audiovisivo professionale.

La sceneggiatura, fedele al tragico incedere del terremoto, è lo specchio dei tempi nel quale gli effetti del sisma riflettono l’incertezza del lavoro, s’intrecciano con l’esperienza della morte, con i sussulti di una crisi economica e occupazionale senza precedenti. E’ una storia emiliana, ma è la storia di un Paese dove la vita non è più la stessa. Per nessuno, né per gli imprenditori né per gli operai, come dimostrano le tante testimonianze raccolte durante la preproduzione.

Terremotati rappresenta il Paese reale fotografato in corsa. “Avendo un budget risicatissimo e tenuto conto che il crowdfounding deve ancora cominciare, giriamo con ritmi serrati – spiega Ilaria – Dobbiamo fare in due settimane quanto si fa in almeno un mese e mezzo”. Sostenuta dall’entusiasmo, da alcune proposte relative alla distribuzione al vaglio dell’associazione e dall’idea di portare il film nei festival stranieri e italiani più prestigiosi, non ultimo il Giffoni con cui esiste una collaborazione, la troupe procede a passo spinto.
“E’ un piacere vederli lavorare, hanno cuore e passione. Sanno fare, possiedono strumenti e conoscenza, purtroppo quel che manca, ma non solo a loro, sono le opportunità per dimostrare il proprio talento”, dice Maria Rita Storti, l’insegnante che ha investito 20 mila euro nel progetto credendo nel suo valore sociale e umano.

A fare la differenza è proprio il contenuto, ne è convinto anche Giorgio Colangeli, il Salvo Lima del Divo e nel 2007 vincitore del David di Donatello come miglior attore non protagonista del film “L’aria salata” di Alessandro Angelini. In Terremotati, Colangeli che calca la scena dal ‘74, è Lorenzo, il padre di Leonardo- Stefano Muroni, protagonista della pellicola insieme a Giulio – Walter Cordopatri. “Mi è piaciuta la sceneggiatura – spiega – E’ un’esperienza interessante, oltre che un modo di mantenere un profilo etico alto. Con la mia presenza mi auguro di portare al progetto un po’ di visibilità. Noi tutti speriamo di lavorare per la qualità e di imboccare un percorso che porta all’estero, è un iter comune a gran parte dei film d’autore, un passaggio importante per poi imporsi in Italia con la giusta eco”.

Il problema della distribuzione, ricorda Giorgio Colangeli, riguarda quasi tutte le produzioni non commerciali, che possono comunque contare su piccole realtà indipendenti, vere e proprie agguerrite task force decise a raggiungere il risultato. Un risultato talmente cercato da meritare il tocco della fortuna per il combattivo impegno che sa conquistare chi ne percepisce l’energia.

Il dinamismo dell’economia ferrarese a cavallo tra Otto e Novecento

STORIA DELL’INDUSTRIALIZZAZIONE FERRARESE (QUARTA PARTE)

Con l’Unificazione della penisola sotto la dinastia dei Savoia, si aprì per la Valle Padana un favorevole ventennio di espansione agricola e di un più vivace dinamismo economico, benché continuassero ancora a persistere diffuse zone di arretratezza. Sulle terre prosciugate dalle bonifiche, che avevano richiamato nel Ferrarese schiere di braccianti e di terrazzieri, incominciò ad insediarsi la grande azienda capitalistica, dedita alla produzione cerealicola su vasta scala e aperta al mercato nazionale e internazionale. Tuttavia, l’inizio dell’industrializzazione, con l’impianto in provincia di mulini a vapore, di zuccherifici e di canapifici, non fece che rimarcare la limitativa stagionalità dell’impiego della mano d’opera: la campagna saccarifera, ad esempio, occupava i lavoratori per non oltre sessanta giorni nell’arco di un intero anno. La conseguenza fu che non venne affatto risolto il problema della disoccupazione, anzi, il fenomeno era destinato ad aggravarsi.
Bisogna comunque ammettere che, alle soglie della Prima guerra mondiale, l’espansione produttiva era stata notevole: la produzione del frumento era passata da poco più di 500.000 a oltre 1.200.000 quintali, la nuova coltura della barbabietola da zucchero si era rapidamente affermata favorendo l’insediamento dei primi stabilimenti saccariferi, la coltivazione della canapa continuava ad espandersi. E da questa positiva contingenza traeva alimento anche l’attività industriale, infatti nel 1914 le imprese industriali della provincia di Ferrara erano diventate oltre milleseicento e occupavano quasi quindicimila lavoratori, di cui circa duemila impiegati nel settore della lavorazione dei metalli e la maggior parte dei rimanenti nelle industrie trasformatrici dei prodotti dell’agricoltura.

Briciole di un amore in sfacelo

“Cosa diavolo ti è successo?” / “Non lo so. E non mi importa”.

Rebecca Winter è stata una famosa fotografa, è stata la seconda moglie di Peter che non ha smesso di sposarsi ogni dieci anni ed è stata una newyorkese molto inserita. E a trentasei anni è stanca di raccattare briciole. “Natura morta con briciole” è la fotografia (oltre che il titolo del romanzo di Anna Quindlen, edizioni Cavallo di Ferro, 2014) di uno scorcio, sono i resti di una cena di altri e a cui non si è andati, sono i rimasugli che un marito lascia prima di andare a letto con la solita sfacciata noncuranza.
Quei bicchieri da vino sporchi e quelle forchette unte in mezzo a piatti accatastati si trovano lì per lei, sono la sua vita che, una mattina, all’alba inizia a fotograre. La luce che penetra dalla finestra la sveglia, lo scenario davanti è la notte di Peter con gli amici, la sua ennesima esclusione. Rebecca ne fa arte che i critici definiscono “un’elevazione e al tempo stesso un’accusa alla vita e al lavoro delle donne”, ma solo lei sa la stanchezza e la rabbia che c’erano state dietro a quelle immagini che diventano, giorno dopo giorno, la serie Piano da cucina. Seguono altre foto, assieme alla rabbia di Peter che non si è realizzato come avrebbe voluto e che vede la moglie farsi strada a partire dagli avanzi disordinati di una cena, mollati perché lei li sgomberasse.
Poi Peter se ne va con un’altra donna e la fortuna, si sa, ha i suoi rovesci. Rebecca lascia tutto, la città, la società, la casa e va lontano, a sessant’anni, in un cottage perso tra i boschi dove nuovi legami nascono per necessità e resistono per amore.
Rebecca continua a fotografare e si imbatte nelle tracce inquietanti di un’altra vita, chissà di chi. Queste immagini misteriose e un po’ sinistre le regaleranno una nuova stagione di celebrità nella serie di fotografie Croce bianca, proprio quando la solitudine è diventata per lei stile di vita e malattia interiore.
In una notte di tempesta capita l’irreparabile, l’amore e la morte corrono paralleli. Jim è con lei, ha quasi vent’anni di meno e una ruvidezza rassicurante. Solo Jim può sciogliere il mistero delle immagini Croce bianca perché lui è il custode di quel segreto.
Solo perché ormai nella sua vita c’è Jim, Rebecca potrà rispondere “sono felice” all’amica che le chiede cosa diavolo le sia successo.

IMMAGINARIO
L’Europa in piazza
La foto di oggi…

Oggetti, spezie, salumi da ogni cucina europea. Per tutta la giornata di oggi in piazza Ariostea, a Ferrara, il mercato con 120 ambulanti di tanti angoli d’Europa. I banchetti spaziano dalle birre austriache ai biscotti bretoni, dalla paella valenciana alle lager bavaresi fino alle cremose guinness. La manifestazione, alla 3a edizione, è promossa da Ascom Confcommercio Ferrara e Fiva, la Federazione italiana venditori ambulanti. Dalle 9,30 a mezzanotte. (Giorgia Mazzotti)

OGGI – IMMAGINARIO MULTIETNICO

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Un banchetto del grande mercato “L’Europa in piazza Ariostea” a Ferrara (foto di Aldo Gessi)

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulla foto per ingrandirla]

GERMOGLI
Il lavoro e la vita.
L’aforisma di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

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John Lennon

Il lavoro è vita.  A volte no: ieri a Cremona due operai sono morti travolti e sepolti dal crollo di un silos.

“Lavoro è vita, e senza quello esiste solo paura e insicurezza” (John Lennon)