Skip to main content

Giorno: 20 Ottobre 2014

logo-regione-emilia-romagna

Regione, contributi post sisma alle imprese agricole. Il Direttore generale all’agricoltura Mazzotti: “Ci stiamo battendo da settembre per ottenere dalla Ue la proroga dei termini di almeno un anno”

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

“Ad oggi, in merito ai termini di scadenza entro i quali presentare domande di contributi a seguito dei danni derivanti dal terremoto 2012, esiste una discrepanza tra le imprese agricole e le altre imprese. La discrepanza è insita nelle decisioni comunitarie sugli aiuti di Stato: quella per le imprese agricole recita che il saldo di tutti i contributi deve avvenire entro 4 anni dal verificarsi dell’evento, e quindi entro il maggio 2016; quella delle altre imprese non riporta alcuna scadenza per i saldi dei danni subiti.”
Così Valtiero Mazzotti, direttore generale all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna interviene in risposta alla critica mossa oggi dalla Lega Nord sulla vicenda relativa alla proroga del termine di scadenza delle domande.
“Non abbiamo condiviso – spiega Mazzotti – questa disparità che ci impone di fissare anche date più stringenti per la presentazione delle domande e fin dallo scorso settembre stiamo operando con il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali per ottenere dall’Unione europea la proroga del termine per il saldo dei contributi concessi di almeno un anno, proprio perché siamo consapevoli delle difficoltà con le quali si devono misurare le nostre aziende ogni giorno nel difficile percorso della ricostruzione”.

Federbeton: nel padiglione 25 al SAIE in mostra le strade concrete per la rigenerazione urbana

da: organizzatori

Sicuro, Sostenibile e innovativo: dal 22 al 25 ottobre a Bologna al via il percorso mirato a raccontare le proprietà della “materia grigia” protagoniste della città del futuro.

Saranno le strade concrete per la rigenerazione urbana a caratterizzare il padiglione 25 di Federbeton per la 50esima edizione del SAIE in programma a Bologna dal 22 al 25 ottobre.

Dopo il successo della scorsa edizione, si rafforza la collaborazione di Federbeton – con le 500 aziende rappresentate della filiera del cemento e del calcestruzzo armato – e la manifestazione organizzata da BolognaFiere, da sempre un appuntamento di riferimento per il mondo dell’edilizia italiana.

L’Area Federbeton, messa a punto con il Consiglio Nazionale degli architetti, si estende per oltre 1.000 mq e rappresenta uno spaccato di città con piazze, vie, alberi, segnali ed edifici, offrendo al visitatore un percorso tematico volto a raccontare le proprietà e le caratteristiche strutturali e tecniche del materiale da costruzioni che da sempre è utilizzato per la realizzazione di infrastrutture ed edifici durevoli e sicuri.

Al centro dell’area dalla forte caratterizzazione urbana tre elementi a dominare la scena: un ‘prototipo’ di strada in calcestruzzo, esempio concreto di manto stradale di qualità, sicuro e sostenibile, la mostra fotografica dedicata all’Autostrada del Sole nel suo 50° anniversario e l’ampia arena per gli eventi in cui si alterneranno incontri e convegni, per offrire nuove opportunità di confronto con gli operatori pubblici e privati dell’industria delle costruzioni e stimolare la riflessione sui temi del rilancio dell’industria edilizia e dell’innovazione tecnologica di prodotto.

Tre giorni di workshop e seminari, per mettere al centro del mondo delle costruzioni le tematiche legate alla rigenerazione urbana attraverso l’utilizzo materiali “intelligenti” in grado di rispondere con performance innovative ed ecologiche alle nuove esigenze del mercato.

La sicurezza antisismica e l’innovazione di prodotto saranno protagoniste della giornata di apertura che vedrà nel pomeriggio alle 14,30 l’inaugurazione della mostra fotografica “L’Autostrada del Sole. Il cemento e la scuola italiana d’ingegneria” ideata e curata da Ilaria Giannetti, Tullia Iori e Sergio Poretti (P.I.) del team del progetto SIXXI.

Giovedì 23 ottobre parola d’ordine #Rigenerazione urbana: quattro incontri “a tu per tu” dedicati ai protagonisti del mondo delle costruzioni, Maurizio Tira, Mario Cucinella, Silvia Viviani e Emanuela Casti, con l’obiettivo di stimolare il dibattito su come restituire suolo rigenerando le città. Nel pomeriggio focus sull’innovazione per il rilancio del settore dei materiali cementizi e delle costruzioni con l’intervento del Presidente di Federbeton Sergio Crippa in cui saranno premiate, tra l’altro, le migliori tesi di dottorato “PhD Students Award 2014”, concorso lanciato dall’Associazione in collaborazione con l’American Concrete Institute – Italy Chapter (ACI IC).

Il venerdì 24 ottobre sarà dedicato ai nuovi sviluppi per le superfici orizzontali e verticali: al mattino saranno protagoniste le nuove proposte per le pavimentazioni stradali in calcestruzzo per una mobilità sostenibile, sicura e a costi contenuti, attraverso il confronto delle esperienze positive in Europa e nel mondo e l’analisi dell’interessante case history italiana del Quadrilatero Marche Umbria.

Nel pomeriggio le nuove potenzialità strutturali del calcestruzzo saranno analizzate invece nella sfida alla verticalità per costruire in altezza attraverso una panoramica dei “grattanuvole” milanesi. Sarà inoltre presentato in anteprima il libro di Arturo Danusso “Spiritualità e conoscenza nel lavoro dell’ingegnere” di Christian Marinotti Edizioni. Padre del cemento armato italiano, Danusso ha progettato strutture di grandi edifici tra cui alcune icone dell’architettura italiana contemporanea come la Torre Velasca e il Grattacielo Pirelli.

Le aziende della filiera del cemento e del calcestruzzo associate a Federbeton possono giocare un ruolo di primo piano nelle costruzioni del futuro, forti del proprio know how nello sviluppo di sistemi innovativi di prodotto e nell’implementazione un cambiamento del ciclo edilizio incentrato sulla rigenerazione dei tessuti urbani. Il tutto attraverso un insieme organico di interventi sulle prestazioni degli edifici, nonché sulla viabilità che rispondano alla domanda di qualità, sicurezza e risparmio energetico.

logo-regione-emilia-romagna

Maltempo, esentati da oggi dal pagamento del ticket per le visite, esami specialistici e i farmaci i residenti in alcuni quartieri della città di Parma e nei Comuni parmensi e piacentini colpiti dalle recenti inondazioni e altri eventi alluvionali.

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Il provvedimento – che riguarda una popolazione colpita di circa 30mila persone – resta in vigore fino al 31 dicembre 2014 e potrà essere prorogato

Esenzione dal pagamento del ticket per le visite, per gli esami specialistici e per i farmaci. È quanto disposto dalla Giunta regionale, con una propria delibera adottata oggi, tra le misure urgenti a favore dei residenti in alcuni quartieri della città di Parma e nei Comuni parmensi e piacentini colpiti dalle recenti inondazioni e altri eventi alluvionali nel mese di ottobre.
Le esenzioni riguardano le prestazioni sanitarie (visite ed esami) nelle strutture pubbliche e private convenzionate di tutta l’Emilia-Romagna e l’assistenza farmaceutica, sia per quanto riguarda i farmaci di fascia A, sia i farmaci di fascia C in distribuzione diretta da parte delle Aziende Usl.
Il provvedimento entra in vigore oggi e ha una durata fino al 31 dicembre 2014, termine oltre il quale sarà possibile un’ulteriore proroga.
L’impegno della Regione Emilia-Romagna a copertura del mancato introito dei ticket, per sostenere le misure adottate, è stimato in circa 350 mila euro e riguarda una popolazione colpita di circa 30mila persone.
I beneficiari
Il provvedimento è a beneficio dei residenti nei territori comunali colpiti dai recenti fenomeni alluvionali, e dei lavoratori residenti in altri comuni (e loro famigliari a carico) ma che svolgono attività professionali nelle zone colpite dall’alluvione. In particolare, la misura è a favore dei residenti in strada Farnese e nei quartieri Montanara e in parte del Molinetto del Comune di Parma (sul sito dell’Azienda Usl di Parma in www.ausl.pr.it è disponibile l’elenco delle vie cittadine interessate), e dei residenti nei comuni parmensi di Bedonia, Berceto, Calestano, Collecchio, Colorno, Compiano, Corniglio, Felino, Fornovo di Taro, Langhirano, Lesignano de’ Bagni, Monchio delle Corti, Montechiarugolo, Palanzano, Sala Baganza, Terenzo, Tizzano val Parma, Torrile e Traversetolo.
Inoltre, beneficiano del provvedimento anche i residenti nei Comuni piacentini di Bettola, Cerignale, Coli, Corte Brugnatella, Farini, Ferriere e Ottone.
Che cosa fare
Per ottenere l’esenzione dal ticket, tutti i residenti devono presentare una richiesta di esenzione ticket agli sportelli della propria Azienda Usl, portando con sé la carta di identità in corso di validità.
Per informazioni è possibile chiamare anche il numero verde gratuito del Servizio sanitario regionale 800 033 033 attivo nei giorni feriali dalle 8,30 alle 17,30 e il sabato dalle 8,30 alle 13,30.

Comune di Ferrara, tutti i comunicati del 20 ottobre

da: ufficio stampa Comune di Ferrara

La newsletter del 20 ottobre 2014

COMMISSIONE CONSILIARE – Mercoledì 22 ottobre alle 15.30 nella sala Zanotti del Municipio
Convenzione con la Provincia di Ferrara per l’accesso alla banca dati SILER
20-10-2014

La 1.a Commissione consiliare del Comune di Ferrara – presieduta dal consigliere Matteo Fornasini – si riunirà mercoledì 22 ottobre alle 15.30 nella sala Zanotti della residenza municipale. All’esame del gruppo di lavoro (relatore assessore al Commercio) la delibera di “Approvazione della convenzione con la Provincia di Ferrara per l’accesso alla banca dati SILER – Sistema Informativo Lavoro Emilia Romagna.”

BIBLIOTECA ARIOSTEA – Seduta accademica martedì 21 ottobre alle 17 alla sala Agnelli
La cultura scientifica a Ferrara tra Università e Corte Estense
20-10-2014

Martedì 21 ottobre alle 17 alla sala Agnelli della biblioteca Ariostea (via Scienze 17) Alessandra Fiocca dell’Università di Ferrara terrà una seduta accademica all’insegna di “Cultura scientifica a Ferrara tra Università e Corte Estense”. L’iniziativa è a cura di Accademia delle Scienze di Ferrara.
LA SCHEDA (a cura degli organizzatori) – La vita culturale in Italia nel XVI secolo si sviluppa in due ambiti distinti, uno istituzionale costituito dalle Università e dalle scuole ecclesiastiche e uno privato delle dotte riunioni negli ambienti di corte e cittadini in genere. La forma delle dotte riunioni si riflette nella trattatistica in cui il dialogo diventa genere letterario. Alla tecnica espositiva delle lezioni universitarie, tanto rigorosa quanto arida, si sostituisce l’eloquenza di una conversazione, nello stile cortigiano e cavalleresco. Francesco Patrizi che fu professore di filosofia platonica all’Università di Ferrara, fu
anche ben inserito nella corte del duca Alfonso II. Nella seduta accademica verrà presentato il “Dialogo nel qual si tratta delle cause dell’atterazione del Po di Ferrara, dell’origine dei fiumi, delle cause conservanti et altri accidenti”, composto da Francesco Patrizi dopo l’ascesa al soglio pontificio di Papa Sisto V (24 aprile 1585) (Ms. autografo Archivio di Stato di Modena) ora disponibile a stampa (Anecdota anno XVII n. 1 giugno 2007 pp. 13-60).

ISTITUTO STUDI RINASCIMENTALI – Martedì 21 ottobre alle 17 a Palazzo Bonacossi
Presentazione del volume di Federica Veratelli “À la mode italienne”
20-10-2014

Martedì 21 ottobre alle 17 a Palazzo Bonacossi (via Cisterna del Follo 5) si terrà la presentazione del volume di Federica Veratelli “À la mode italienne. Commerce du luxe et diplomatie dans les Pays-Bas méridionaux,1477-1530”. La presentazione, organizzata dall’Istituto Studi Rinascimentali dei Civici Musei d’Arte Antica, è ad ingresso è libero e gratuito e sarà svolta da Francesca Cappelletti e Giovanni Ricci.

LA SCHEDA (A cura degli organizzatori) – Attraverso un vasto spoglio sistematico condotto presso gli archivi della Camera dei Conti, uno dei più prestigiosi fondi degli Archives départementales del Nord di Lille, scopriamo come il Rinascimento italiano è stato importato nelle Fiandre a partire dalla morte di Carlo il Temerario (1477) fino a quella di Margherita d’Asburgo (1530). Grazie alla loro importanza finanziaria e commerciale, gli italiani diventano gli intermediari ricercati di oggetti e prodotti di lusso presso la corte di Borgogna e degli Asburgo, ovvero gli attori economici e culturali di quel vasto processo di “contagio culturale” o “conquista pacifica” che fu la diffusione del Rinascimento italiano fuori d’Italia agli inizi dell’epoca moderna. I documenti trascritti e pubblicati nel volume danno vita ad artisti, artigiani, mercanti e banchieri, diplomatici, uomini d’affari e di lettere, ma anche agenti efficaci del made in Italy presso le corti fiamminghe.

Il libro si presenta sotto forma di una edizione critica di 189 documenti (lettere, estratti di registri contabili, ricevute, inventari), preceduta da un’ampia introduzione sulle relazioni commerciali e culturali tra Italia e gli antichi Paesi Bassi. Trenta illustrazioni danno vita ai personaggi e agli oggetti di lusso protagonisti di questa ricerca. Federica Veratelli , dottore di ricerca dell’Università di Ferrara (2004) e ricercatore associato presso l’Università di Valenciennes, offre un approccio nuovo ed originale allo studio dei rapporti tra le Fiandre e l’Italia in epoca moderna.

ASSESSORATO ALLA SANITA’ – Giovedì 23 ottobre alle 15.30 primo incontro pubblico alla sala Estense
Un ‘Mese rosa’ per la prevenzione e il trattamento dei tumori del seno
20-10-2014

“Novità in tema di Prevenzione e Trattamento dei Tumori del seno a Ferrara e Provincia” è il tema dell’incontro fra cittadinanza ed esperti qualificati che operano in questo campo che si svolgerà giovedì 23 ottobre alle 15 alla sala Estense. L’iniziativa è uno dei momenti centrali del programma di appuntamenti previsti in ottobre a Ferrara per il ‘Mese rosa’ – mese dedicato alla sensibilizzazione delle tematiche legate al tumore al seno – ed è promossa da Lega Italiana per la Lotta Contro i Tumori Sezione di Ferrara, Comune di Ferrara, Azienda Sanitaria locale di Ferrara e Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara. Un secondo appuntamento che verterà sullo stesso argomento è inoltre previsto venerdì 31 ottobre all’ospedale di Cona.

Il ciclo di iniziative in programma nel mese di ottobre, i vantaggi della prevenzione attraverso lo screening e insieme le caratteristiche del servizio qualificato ed efficiente attivato a livello provinciale da Azienda Ospedale e Azienda Sanitaria per la costituzione di un Percorso diagnostico terapeutico assistenziale che prende in carico le pazienti affette da tumore, sono stati illustrati questa mattina nella residenza municipale nel corso di una conferenza stampa. Erano presenti all’incontro l’assessora alla Sanità del Comune di Ferrara, il direttore dell’UO. di Oncologia Clinica dell’Arcispedale Sant’Anna Antonio Frassoldati, il direttore sanitario dell’azienda Usl di Ferrara Mauro Marabini, il responsabile dei programmi di promozione della salute dell’azienda Usl di Ferrara Aldo De Togni e il presidente dell’associazione Lotta contro i Tumori – Lilt Sergio Gullini. Hanno inoltre portato il loro contributo le responsabili delle associazioni Udi, Andos e Fidapa in rappresentanza del Tavolo Salute Donna, che da sempre collabora grazie alle sue volontare alla diffusione di informazioni utili al benessere delle donne.

(Comunicati degli organizzatori)

(Testo a cura dott. Sergio Gullini) – Nonostante i notevoli progressi della medicina e della chirurgia, il tasso di mortalità dei tumori operati in fase avanzata è rimasto alto e pertanto in tutto il mondo si sta dando sempre più importanza alla prevenzione dello sviluppo del tumore, come metodo migliore per combatterli. Si parla pertanto di prevenzione primaria, che si prefigge di individuare, ridurre e possibilmente eliminare i fattori che possono determinare l’insorgenza della malattia. Si attua principalmente con l’educazione sanitaria e una corretta informazione della popolazione. Nel 1992 nacque l’idea di indicare Ottobre come “mese rosa” per la sensibilizzazione dei cittadini alla lotta ai tumori al seno; in pochi anni l’iniziativa si diffuse, in molti paesi Occidentali e, da circa 20 anni, anche in Italia. Quest’anno, in occasione del “Mese Rosa”, al fine di sensibilizzare la popolazione sul tumore al Seno, la Lega Italiana per La Lotta Contro i Tumori (Lilt), Sezione di Ferrara, il Comune di Ferrara, l’ Azienda Sanitaria locale di Ferrara e la Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, organizzano un incontro con la cittadinanza intitolato “Novità in tema di Prevenzione e Trattamento dei Tumori al seno a Ferrara e Provincia”. Qualificati esperti che operano in questo campo presenteranno i risultati dell’importante lavoro che si è fatto anche nella nostra Provincia, nel campo della prevenzione, diagnosi precoce e terapia del tumore del seno. In particolare verrà presentato per la prima volta, la bozza di un progetto per un nuova organizzazione interdisciplinare volta a migliorare l’approccio a questa patologia e facilitare ai cittadini il percorso diagnostico-terapeutico. L’incontro ha lo scopo di informare tutta la cittadinanza e pertanto è aperto al pubblico, che potrà porre domande ai relatori.

(Testo a cura dott. Antonio Frassoldati) – Il trattamento dei tumori mammari richiede elevata collaborazione e coordinazione fra i numerosi professionisti coinvolti. Per ottenere questo risultato e per offrire alle donne colpite da questa malattia un servizio qualificato ed efficiente, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria e l’Azienda Sanitaria Locale di Ferrara hanno attivato, a livello provinciale, la costituzione di un’Unità di Patologia Mammaria (chiamata anche Breast Unit). Inoltre è stato creato un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) per la presa in carico delle pazienti. Il PDTA, attraverso la figura di un’infermiera referente (case-manager), che permette di organizzare, in modo automatico, tutte le procedure diagnostiche, le visite specialistiche, i ricoveri ospedalieri, le fasi riabilitative e le attività di supporto psicologico necessarie per la donna con sospetto di tumore al seno.

In questo modo è possibile evitare burocrazia, perdite di tempo e disagi per la paziente. Nella Breast Unit lavorano radiologi, medici nucleari, anatomo-patologi, chirurghi, oncologi, radioterapisti, psicologi, riabilitatori e genetisti; tutti con una specifica specializzazione nel campo dei tumori mammari. Le problematiche di ogni singola paziente vengono discusse in modo collegiale e per ciascuna donna viene definita la strategia terapeutica adeguata, che viene poi messa in atto secondo modi e tempi prestabiliti. La creazione di questo servizio, in linea con le indicazioni nazionali ed europee, rappresenta un importante passo avanti nel trattamento di una patologia complessa e densa di problematiche (personali, sociali, sanitarie) per la donna e per i suoi familiari.

CENTRO DOCUMENTAZIONE DONNA – Mercoledì 22 ottobre alle 17.30 in via Terranuova
Un incontro per conoscere Gertrude Stein attraverso “la voce, le immagini, gli scritti, la vita”
20-10-2014

Mercoledì 22 ottobre alle 17.30 alla biblioteca del Centro documentazione Donna (via Terranuova 12/b) si terrà un incontro dal tema “Gertrude Stein: la voce, le immagini, gli scritti, la vita”.

LA SCHEDA (a cura degli organizzatori) – Di una scrittrice che è stata un mito nella Parigi tra le due guerra verrà presentato un filmato che ne mostra le immagini e quelle della sua compagna Alice Toklas e dei molti intellettuali e artisti che l’hanno avuta come amica o maestra. Più ammirata che letta, per la qualità fortemente innovativa della scrittura in cui le parole vengono usate per il loro suono e per il ritmo che conferiscono alle frasi, Gertrude Stein è pressoché intraducibile, per questo, durante l’incontro di mercoledì, per poterla meglio apprezzare verrà fatta ascoltare la sua viva voce che legge uno dei suoi scritti. Gertrude Stein è stata anche una intelligente e appassionata collezionista delle opere dei pittori più innovativi della sua epoca, che ha incoraggiato e che ha reso famosi. Oltre ai numerosi ritratti che le sono stati fatti, verranno mostrate le opere della sua collezione. Durante l’incontro Anna Maria Verna, autrice di Stein Paris, biografia e saggio critico nello stesso tempo, pubblicato di recente dalle edizioni Tufani, commenterà l’opera della scrittrice e ne racconterà la vita. In Anna Maria Verna Gertrude Stein ha trovato una lettrice e una critica che sa restituire il senso della sua ricerca stilistica.

Anna Maria Verna, già docente di Storia delle donne presso la facoltà di Scienze politiche dell’università di Torino, è autrice di numerose opere nel campo degli Women’s Studies.

Nell’ambito di questo tipo di studi ha pubblicato: Donne e cultura, con un’intervista a Simone de Beauvoir (1977); Autonomie politique du féminism italien in «Les Temps Modernes» (1978); Patriarcato e potere nel pensiero politico di Thomas Hobbes e John Locke (1982), Jean-Jacques Rousseau e la nascita del ‘maternage’ (1988); Alterità. Le metamorfosi del femminile da Platone a Lévinas (1990); Donne del Grand Siècle (1994); Simone Weil. La provocazione dell’intelligenza (1999); Sara Kofman: le seduzioni del doppio (20039; è autrice della voce “Patriarcato” in Glossario. Lessico della differenza (2007).
Con le edizioni Tufani ha già pubblicato Utopia e femminismo (2009) e Passioni, un saggio su Virginia Woolf, Vita Sackville-West, Marguerite Yourcenar (2011).
Vive tra Torino e Parigi.

Fino a fine ottobre nel negozio di ottica Occhiali d’oro, via Contrari 9, Ferrara è in corso una mostra immagini di luoghi di Parigi legati a Gertrude Stein.

Red Night segna un + 47% nei passaggi

da: ufficio stampa Ascom Ferrara

Un fiume di persone… infatti i rilevatori conta persone – posizionati in via Bersaglieri del Po – hanno fatto registrare 20mila passaggi che tradotto percentualmente significa il 47% in più rispetto al week end precedente a RED NIGHT ed il 38% in più rispetto alla media annuale del 2014.
“Intendo ringraziare tutti coloro che in via Bersaglieri del Po, Canonica e via Adelardi – ricorda Davide Urban direttore generale di Ascom Ferrara – hanno messo in piedi RED NIGHT e sottolineiamo che l’evento ha fatto affluire in centro storico un notevole di quantità persone; ciò evidenzia un significativo aumento percentuale rispetto al week end precedente (11 ottobre). I dati vengono rilevati periodicamente attraverso telecamere appositamente installate e monitorate dal Comune di Ferrara e dalla Cabina di Regia composta anche dalle associazioni di categoria”.

logo-regione-emilia-romagna

Osservatorio dello Spettacolo della Regione, Report 2014. Emilia-Romagna quarta regione d’Italia per numero di rappresentazioni

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Spesi nel 2013 oltre 49 milioni di euro per quasi 15 mila spettacoli dal vivo. I finanziamenti della Regione crescono per rassegne e festival. Occupazione del settore costante ma calano le giornate lavorate.

In Emilia-Romagna, nel 2013 sono stati proposti 14.920 spettacoli dal vivo, seguiti da oltre 2.800.000 spettatori che hanno speso 49.351.000 euro. Per quanto riguarda le risorse pubbliche, nel 2012 e 2013 spicca la Regione come prima fonte di finanziamento per i festival e le rassegne del territorio, unica realtà pubblica il cui contributo aumenta rispetto all’anno precedente (+1,5%).

Sono alcuni dei dati salienti che emergono dal report annuale stilato dall’Osservatorio dello Spettacolo della Regione Emilia-Romagna, che ha analizzato i risultati relativi alla domanda, all’offerta e alla spesa del pubblico relativamente alle attività di spettacolo dal vivo e al cinema svolte in regione e in Italia nell’arco del quinquennio 2009-2013.

Domanda e offerta
Partendo dallo spettacolo dal vivo, nel 2013 sono stati proposti 14.920 spettacoli, seguiti da oltre 2.800.000 spettatori, che hanno speso 49.351.000 euro.
La comparazione tra i dati regionali e quelli nazionali relativi allo spettacolo dal vivo nel 2013 rileva un’incidenza degli spettacoli rappresentati in Emilia-Romagna pari al 9,7% sul totale nazionale, gli spettatori costituiscono l’8,9% e la spesa al botteghino il 7,9%. Tra il 2012 e il 2013 in regione le rappresentazioni aumentano del 2,1% e la spesa del pubblico del 7,4%, in linea con il dato nazionale (rispettivamente +0,7% e +9,2%). In lieve calo il numero di spettatori regionali (-0,8%), mentre aumenta nel resto del paese (+2,6%). L’Emilia-Romagna risulta la quarta regione d’Italia per numero di rappresentazioni (34 ogni 10 mila abitanti) contro una media nazionale che si attesta su 25.Quarta posizione anche per quanto riguarda la spesa pro-capite annuale, con 11 Euro di spesa al botteghino.

Bisogna rilevare che i risultati complessivi, e gli incassi in particolare, sono condizionati dai dati relativi agli spettacoli musica leggera (nel 2013 i concerti di musica leggera hanno incassato in regione quasi 23 milioni di euro). Con riferimento al raffronto tra 2012 e 2013, gli altri settori dello spettacolo dal vivo registrano risultati alterni. La lirica vede una diminuzione delle recite e degli incassi e un aumento del pubblico (133.055 spettatori nel 2013, pari a +5,3%). Il Teatro mantiene lo stesso livello di offerta (9.600 recite nel 2013), ma vede calare gli spettatori del 3,4% (sono stati 1.470.000 nel 2013) e gli incassi del 4,7% (dai 16.400.000 euro del 2012 si è passati ai 15.600.000 del 2013).

Il Balletto e danza vedono una crescita dell’offerta (+ 9,7%) ma un calo del pubblico e degli incassi.

Infine il cinema: nel 2013 le rappresentazioni sono state 258.000 (+1% rispetto all’anno precedente), gli spettatori 10.400.000 (+3,5%) e gli incassi pari a 65.700.000 euro (pressoché costanti).

Andamenti economici delle imprese
Sono stati esaminati i 147 soggetti che hanno ricevuto un finanziamento regionale ai sensi della Legge Regionale 13/99 “Norme in materia di Spettacolo” nel 2013.
Analizzando i 70 enti la cui attività prevalente ricade sotto la categoria “Festival e Rassegne”, si registra una sostanziale flessione tra il 2006 e il 2013 di quasi tutte le voci di entrata, fatta eccezione per gli incassi da spettacoli.
L’osservazione delle risorse pubbliche nel 2012 e 2013 evidenzia il ruolo di spicco della Regione come prima fonte di finanziamento per i festival e le rassegne del territorio (2.568.733 euro); è l’unica realtà pubblica il cui finanziamento è aumentato rispetto all’anno precedente (+1,5%). In calo i contributi degli altri soggetti: Comuni (-10,5%), Province (-15,2%), Stato (-5%) e Unione europea (-38,3%). In diminuzione anche la spesa privata (-6,1%): il fenomeno è attribuibile in maggior misura alla contrazione dei finanziamenti attribuiti dalle Fondazioni bancarie.

Nel 2013 i ricavi diretti complessivi registrano una leggera flessione rispetto all’anno precedente (-0,9%). A fronte di un deciso calo delle risorse finanziarie interne alle stesse imprese (-8,5%) si riporta un aumento degli incassi da spettacoli (+4,5%), il cui incremento deriva in buona parte da un’effettiva crescita del pubblico (+12mila spettatori) e non da un aumento dei prezzi dei biglietti. Il cartellone proposto dai 147 soggetti si amplia: le rappresentazioni passano da 2.289 nel 2012 a 2.945 nel 2013.
Per quanto riguarda l’andamento dei costi, per i festival e le rassegne negli ultimi due anni cresce la spesa per il personale (+0,9%), si riducono le voci relative ai costi di gestione (-6,5%), di produzione (-2,7%) e le altre spese (-10,2%). I costi di produzione subiscono il taglio più significativo (circa un milione di euro dal 2011 al 2013). Tra il 2012 e il 2013 diminuiscono del 12,1% i costi derivanti dalle compagnie ospitate (da 7.511.089 euro a 6.600.195 euro) e del 9,3% i costi di pubblicità e promozione, mentre in decisa crescita (+26,1%) risultano i costi degli spettacoli prodotti direttamente, con un incremento pari a 800 mila euro.

Per i 77 enti di produzione e distribuzione presenti nella regione, si registra dal 2012 al 2013 un generale decremento delle entrate. Il finanziamento pubblico cala del 6,9%: la flessione più significativa riguarda il contributo statale (circa un milione di euro) e delle autonomie locali (circa mezzo milione di euro in meno). In calo anche gli interventi privati (-12,7%), con una forte diminuzione delle sponsorizzazioni (-23,3%).
Il 2013 segna una brusca inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti dal punto di vista degli incassi da spettacoli (circa un milione e mezzo di euro in meno del 2012), dovuta principalmente alla riduzione degli incassi derivati dalle tournèe delle compagnie (da 8.382.954 euro del 2012 a 6.975.278 euro del 2013). Diminuisce anche il numero di recite (221 in meno dell’anno precedente), calano gli spettatori a livello nazionale (da 406 mila a 379 mila) e regionale (da 219 mila a 200 mila), in lieve aumento quelli degli spettacoli rappresentati all’estero (131 mila contro 139 mila del 2013).

Sui costi, dal 2006 la flessione ha riguardato tutti i capitoli di spesa (-11,3%). La spesa destinata al personale rimane la più importante (44% del totale), seguita dai costi di produzione (36%), di gestione (14%) e dalle altre spese (6%). Dal 2012 al 2013 si riscontra un forte calo delle spese legate alla produzione (poco meno di 3 milioni di euro) e di quelle per il personale (diminuite in misura pari ad oltre 2 milioni di euro). La consistente riduzione delle entrate tra il 2012 e il 2013 è legata alla diminuzione del numero di rappresentazioni: le recite di spettacoli prodotti e coprodotti passano da 6.063 a 5.854, quelle degli spettacoli ospitati da 1.977 a 1.956.
Per quanto riguarda il personale, gli addetti con contratto a tempo determinato passano da 1.489 del 2012 a 1.379 del 2013, mentre i lavoratori con contratto a tempo indeterminato passano da 325 a 342.

Occupazione
In linea con gli andamenti nazionali, anche i lavoratori dello spettacolo dell’Emilia-Romagna, attraversano una fase per molti versi difficile. Partendo dallo Spettacolo dal vivo, i lavoratori attivi 2013 sono stati 7.669 (l’11,8% della forza lavoro nazionale). Il numero dei lavoratori si è mantenuto costante rispetto al 2011, anno della precedente rilevazione, ma è diminuito il numero delle giornate medie lavorate annuali, passate tra il 2011 al 2013 da 68 a 65.
La lettura degli andamenti in un più ampio arco di tempo rileva che il numero dei lavoratori dello spettacolo dal vivo tra il 2002 (anno in cui si sono avviate a livello regionale rilevazioni strutturate in questo campo) e il 2013 ha visto una flessione del 22,5%.
Il cinema ha contato nel 2013 1.552 lavoratori con un calo del 29,2% rispetto al 2011 ma un aumento dell’1,4% rispetto al 2002. Nel 2013 hanno lavorato mediamente 113 giornate, confermando di fatto il dato del 2011.

Finanziamenti pubblici
Nel 2013 complessivamente i finanziamenti pubblici statali e regionali sono passati da 45.178.500 euro a 42.188.400 euro, registrando una flessione del 6,6%.
I contributi provenienti dal MiBACT (Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo) sono passati dai 27.989.700 euro del 2012 ai 26.863.000 del 2013 (-4%). Di questi, 11.235.000sono andati alla Fondazione Teatro Comunale di Bologna.

La Regione Emilia-Romagna ha attribuito allo Spettacolo dal vivo 15.325.000 euro, con un calo del 10,8%, rispetto all’anno precedente, in gran parte dovuto alla riduzione dei finanziamenti del 18,4% rispetto al 2012 ai quattro enti partecipati (Ater, Fondazione Nazionale della Danza, Ert e Fondazione Arturo Toscanini).
I finanziamenti provenienti dalla Legge Regionale 13/99 “Norme in materia di Spettacolo” – il principale strumento che interviene nei confronti del settore – sono rimasti invariati (7.487.700 euro).
Si conferma il ruolo di Bologna e Parma come province più finanziate (si attestano rispettivamente 17.832.854 euro e 11.221.612 euro), nonostante la riduzione dei finanziamenti statali e regionali nell’ultimo biennio. Tornando ai finanziamenti regionali e analizzandoli suddivisi per genere di spettacolo, la musica primeggia a Bologna (2.438.299 euro) e Parma (3.772.670 euro), la prosa a Modena (1.244.900 euro) e Bologna (995.545 euro), mentre la provincia che riceve più finanziamenti per la danza è Reggio Emilia (916.000 euro).
Per quanto riguarda il cinema, la Regione ha assegnato nel 2013 al settore 1.238.357 euro, con una flessione rispetto all’anno precedente del 2,1%. Le attività cinematografiche si concentrano in buona parte a Bologna, che vede 29 istanze approvate sulle 52 regionali.

Cna chiede a tutti i Comuni di far parte dei tavoli istituzionali relativi al commercio

da: ufficio stampa Cna Ferrara

La Regione riconosce all’Associazione l‘esercizio di Centro di assistenza tecnica delle imprese commerciali.

Cna Ferrara ha ricevuto, recentemente, dalla Regione Emilia Romagna l’autorizzazione all’esercizio delle attività di Centro di assistenza tecnica delle imprese commerciali (Cat), così come previsto dalla Legge di riforma del commercio n. 114 del31/3/98. In altre parole, l’Associazione imprenditoriale e la sua società di servizi Cna Ferrara Servizi ed Informatica, ricoprono ora la piena titolarità alla rappresentanza degli interessi e allo svolgimento dell’attività di servizio del mondo del commercio, compreso l’esercizio di questi requisiti ai diversi tavoli istituzionali che fanno riferimento a questo settore.
Tant’è che Cna, in questi giorni, ha inviato una lettera a tutti i sindaci della provincia di Ferrara, con la quale li si informa di tale autorizzazione all’esercizio di Cat, chiedendo alle rispettive Amministrazioni il riconoscimento a tutti gli effetti di rappresentante delle imprese del commercio e, quindi, l’accesso a tutti i momenti di confronto riservati alle associazioni del settore.
“Per Cna, l’autorizzazione rilasciata dalla Regione all’esercizio di Centro di assistenza tecnica – puntualizza Riccardo Cavicchi, presidente provinciale di Cna Turismo e commercio – costituisce il completamento di un percorso mirato a garantire una rappresentanza ancor più efficace e piena delle proprie imprese associate che, spesso, particolarmente nei centri urbani, uniscono l’attività artigianale a quella di carattere più commerciale, integrando queste diverse peculiarità nel proprio modo di essere impresa. D’altra parte, la presenza della nostra Associazione nell’ambito del settore del commercio ha visto, nel tempo, una continua crescita, in ragione dell’insieme di politiche del nostro sistema associativo sempre più caratterizzate da un impegno alla rappresentanza delle imprese tout court. La nostra richiesta di essere interlocutore a pieno titolo ai tavoli istituzionali, in cui avviene il confronto sulle politiche amministrative riguardanti il mondo del commercio, si basa dunque su una realtà sostanziale, oltre che sul riconoscimento formale di Centro di assistenza tecnica rilasciato dalla Regione ”.
Attraverso tale autorizzazione, per altro, Cna Ferrara potrà sostenere le proprie imprese associate nell’utilizzo delle diverse opportunità di incentivazione e promozione previste dai Bandi più precisamente finalizzati alle imprese del commercio, sia in forma singola che aggregata.

Nasce il primo osservatorio UnipolSai sulle abitudini di guida in Emilia-Romagna in seguito all’analisi dei dati delle scatole nere installate nelle automobili

da: ufficio stampa Gruppo Unipol

 Gli emiliani trascorrono 1 ora e 15 minuti al giorno in automobile a una velocità media di 38,6 km/h.
 In Emilia Romagna si percorrono 13.900 km l’anno, 900 in più rispetto alla media nazionale, in media 48 km al giorno. Il venerdì e il sabato le giornate in cui si utilizza maggiormente l’auto.
 Ferrara è la provincia in cui si percorrono più km, oltre 16.300 l’anno, seguita da Ravenna e Parma. Modena e Reggio Emilia le province in cui si utilizza l’auto per più giorni.
 Piacenza e Forlì-Cesena la province in cui si guida di più durante la notte.

E’ Ferrara la provincia dell’Emilia Romagna in cui si percorrono più km annui, ben 16.377. E’ quanto emerge dal primo Osservatorio UnipolSai sulle abitudini al volante degli italiani nel 2013, realizzato in seguito all’analisi1 dei dati di oltre 1,8 milioni di automobilisti assicurati UnipolSai che installano la scatola nera sulla propria autovettura, settore nel quale la compagnia è leader in Italia e in Europa per numero di apparecchi installati.
Secondo i dati di UnipolSai – prima compagnia in Italia nel Ramo Danni, in particolare nell’R.C. Auto – Ferrara è inoltre la seconda provincia italiana dietro solo a Rovigo per km annui percorsi rispetto a una media nazionale che si attesta a 13.000 km annui. In Emilia Romagna Ferrara è seguita da Ravenna (14.482 km annui) e Parma (14.267), mentre l’auto è meno utilizzata a Forlì-Cesena (13.122 km annui) e a Rimini (13.273). Complessivamente in Emilia Romagna si percorrono mediamente circa 13.900 km annui, dato superiore di circa 900 km rispetto alla media nazionale di 13.000 km.
Modena e Reggio Emilia detengono invece il record di utilizzo dell’auto per più giorni durante l’anno, rispettivamente 292 e 291 giorni. In media in Emilia Romagna l’auto viene utilizzata per 287 giorni l’anno con una percorrenza media di 48 km, rispetto a una media nazionale di 284 giorni e una percorrenza media di 45 km giornalieri.
Mediamente gli emiliani trascorrono 1 ora e 15 minuti al giorno in automobile a una velocità media di 38,6 km/h, superiore di 5 km/h rispetto alla media nazionale. Spiccano in particolare Ferrara, con una velocità media di 43 km/h, e Ravenna con 41 km/h. Un po’ più “faticoso” spostarsi nelle 2 province
1 Le informazioni riportate nel testo sono il risultato dell’elaborazione di dati aggregati dai quali non è possibile risalire al singolo utente/assicurato

romagnole di Rimini (36 km/h) e Forlì-Cesena (37 km/h). Complessivamente un emiliano passa 15 giorni (considerando le intere 24 ore) l’anno in automobile rispetto a una media nazionale di 16 giorni.
“I dati dell’Osservatorio – sottolinea Enrico San Pietro, vice direttore generale area Danni e Sinistri di UnipolSai – evidenziano una regione in cui l’utilizzo dell’auto è particolarmente radicato in tutte le province con chilometraggi superiori alla media nazionale. Emerge in particolare come le uniche due province che non gravitano sulla via Emilia – Ferrara e Ravenna – siano quelle in cui si percorrono più km a una velocità media superiore rispetto al resto della regione”.
Così come nel resto d’Italia, sono il venerdì e il sabato i giorni in cui gli emiliani e i romagnoli percorrono più km in auto, mentre il premio di provincia più “nottambula” spetta a Piacenza, Forlì- Cesena e Ravenna con più del 5% dei km complessivi percorsi durante la notte. Eccetto Bologna, dove si tende a usare meno l’auto durante le ore notturne, in tutte le altre province dell’Emilia Romagna si tende a utilizzare l’auto di più rispetto al calar del sole rispetto al resto d’Italia.
L’Italia è il paese Europeo con il più alto numero di scatole nere installate e gli italiani sembrano mostrare particolare apprezzamento per questo dispositivo, con un tasso di crescita annuo del 75%, non solo per la possibilità di ottenere uno sconto significativo sull’RCAuto e sulla polizza Furto e Incendio per chi sceglie l’installazione a bordo della vettura.
In caso di incidente, infatti, la scatola nera è in grado di registrare data e orario dell’evento, posizione Gps, velocità del veicolo ed essere in questo modo particolarmente utile in caso di contestazioni, sia in caso di sentenze del giudice sia in caso di multe non dovute. In caso di incidente grave, il dispositivo può inoltre rappresentare un reale strumento “salva vita” in quanto invia automaticamente un allarme alla Centrale Assistenza grazie al Servizio di Allarme Crash e, infine, in caso di furto del veicolo, ne facilita il ritrovamento.

UnifeCup 2013 e Start Cup Emilia-Romagna 2014: premiati Cesare Malagù, Silvio Simani e Massimo Coltorti

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Lunedì 13 ottobre presso l’Auditorium del Complesso di Santa Lucia (via Ariosto, 35), si è svolta la cerimonia di premiazione dei progetti vincitori di UnifeCup 2013, la Business Plan Competition finalizzata a promuovere la nascita di nuove imprese ad alto contenuto tecnologico. Con UnifeCup 2013 l’Ateneo estense ha voluto stimolare i giovani ricercatori a valorizzare i risultati della ricerca, con l’opportunità di verificare la realizzabilità delle proprie idee e creare le condizioni di avvio di nuove attività imprenditoriali.

Primo classificato è il progetto SCENT – Semiconductor-based Electronic Network for Tumors coordinato da Cesare Malagù, Ricercatore del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra di Unife, che con il suo team composto da Giulia Zonta, Sandro Gherardi, Alessio Giberti, Andrea Gaiardo, Nicolò Landini, ha messo a punto un dispositivo portatile per lo screening preventivo e non invasivo di tumori al colon-retto. Secondo classificato della stessa competizione è il progetto AIR ENERGY coordinato da Silvio Simani, Ricercatore del Dipartimento di Ingegneria, con il dispositivo per l’utilizzo della turbolenza stradale come fonte di energia pulita e rinnovabile, realizzato con il suo gruppo composto da Emiliano Mucchi e Marcello Bonfé.

La premiazione della Start Cup Emilia-Romagna 2014, tenutasi a Bologna lo scorso mercoledì 15 ottobre, ha visto di nuovo protagonista il progetto SCENT di Cesare Malagù che rappresenterà la Regione Emilia Romagna al Premio Nazionale per l’Innovazione il prossimo dicembre a Sassari. Ulteriore e importante riconoscimento per la ricerca dell’Ateneo estense è stato attribuito a NitroZeo di Massimo Coltorti, Professore ordinario del Dipartimento di Fisica e scienze della terra di Unife, per il progetto di sviluppo sostenibile relativo alla realizzazione di un fertilizzante minerale innovativo, funzionale ad una agricoltura biologica ad elevata produttività, che riduce nel contempo la quantità di nitrati immessi nel sistema idrico. NitroZeo è uno dei tre progetti che rappresenteranno la nostra Regione a Valencia il prossimo 29 ottobre, nell’ambito di una competition europea organizzata dall’European Institute of Innovation & Technology.

“Ancora una volta” – afferma il Prof. Francesco Di Virgilio, Delegato del Rettore alla Ricerca e al Trasferimento Tecnologico – i risultati della ricerca di Unife ottengono riconoscimenti a livello nazionale e internazionale, dimostrando ulteriormente come l’Università ed i propri ricercatori possano rappresentare una forza propulsiva per lo sviluppo e la crescita dell’economia in settori ad elevato contenuto tecnologico”.

Mercoledì 22 ottobre la Prof.ssa Arianna Thiene presenterà la ricerca del gruppo di Diritto Civile del Dipartimento di Giurisprudenza di Unife

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Nuovo appuntamento mercoledì 22 ottobre dalle ore 17.30 alle ore 19 nella Sala Consiliare del Dipartimento di Giurisprudenza, (corso Ercole I d’Este, 44), con il Ciclo di incontri Faccio cose… vedo gente. I mercoledì delle Scienze Giuridiche, organizzati dallo stesso Dipartimento e aperti alla città, nel corso dei quali docenti e ricercatori presentano le proprie ricerche per consentire una più approfondita conoscenza della loro attività scientifica.

Sarà la Prof.ssa Arianna Thiene ed il gruppo di Diritto Civile ad illustrare la ricerca “La tutela della personalità dal neminem laedere al suum cuique tribuere”. A presiedere l’incontro sarà Gian Guido Balandi, Professore ordinario del Dipartimento di Giurisprudenza di Unife.

“Quando si tratta di porre rimedio alle aggressioni della personalità, nei suoi molteplici aspetti (immagine, riservatezza, nome, identità personale) – ci spiega la Prof.ssa Thiene – le regole aquiliane rivelano la loro connaturale fragilità, soprattutto se confrontate con le garanzie costituzionali, impreziosite da un’assidua interpretazione dottrinale e concretizzate da una trama sempre più fitta di normative di derivazione europea. La scarsa incisività della responsabilità civile è evidente non solo quando si tratta di accordare protezione al contenuto non patrimoniale della personalità, ma anche al momento di garantire una tutela al valore economico dell’identità personale. Da queste constatazioni prende avvio la ricerca di rimedi deterrenti capaci di infrangere la limitante funzione compensativa del rimedio risarcitorio e di realizzare la possibilità per l’attore di conseguire la somma più elevata tra il risarcimento dei danni, il valore dell’attributo della personalità usurpato e i vantaggi conseguiti da un’iniziativa predatoria che abbia comportato un’invasione dell’altrui sfera giuridica”.

logo_cciaafe

Ferrara: ecco i lavori che nessuno vuole fare

da: ufficio stampa Cciaa di Ferrara

Entro l’anno, al via il piano straordinario della Camera di commercio per l’occupazione: incentivi diretti alle assunzioni, in particolare dei giovani, contrasto alla delocalizzazione, nascita e sviluppo di nuove imprese. Piacciono poco nella nostra provincia i mestieri antichi: difficile trovare tappezzieri e stagnini, così pure sarti e modellisti. E 6 imprese su 10 scelgono il personale per conoscenza diretta.

Nonostante la difficile situazione del mercato del lavoro, con la disoccupazione giovanile in Italia che ha raggiunto il 44,2%, ci sono ancora professioni di difficile reperimento e lavori che nessuno vuole o è in grado di fare. A dirlo, l’ufficio Studi della Camera di commercio di Ferrara su dati Sistema Informativo Excelsior 2014. Nella nostra provincia, in particolare, non piacciono i mestieri antichi. Le figure di lattonieri e stagnini sono difficili da reperire nel 79% dei casi richiesti, così come non sono facili da trovare tappezzieri, sarti e modellisti. Più di 6 imprese ferraresi su 10, intanto, hanno scelto il personale da assumere nei primi sei mesi di quest’anno partendo da una conoscenza diretta del candidato, magari già sperimentato nel corso di uno stage o di un tirocinio, ovvero utilizzando canali del tutto informali, quali il passaparola di conoscenti, fornitori o altri imprenditori. Soprattutto le micro-imprese appaiono meno inclini a ricorrere a soggetti o strumenti di intermediazione nella ricerca di nuovo personale, tanto che tra queste ultime sale al 67,3% la quota di quelle che si concentrano solo sulla conoscenza diretta o sulla segnalazione da parte di conoscenti.

“L’utilizzo di canali informali per la selezione del personale da parte delle imprese contribuisce certamente a quella asimmetria informativa che penalizza il merito e le capacità, in particolare dei giovani lavoratori, ha evidenziato il presidente della Camera di commercio, Paolo Govoni. In questo scenario e visto il perdurare del disallineamento tra profili in uscita dal sistema formativo ed esigenze delle imprese – ha proseguito il presidente – la Camera di commercio, già fortemente impegnata sul fronte dell’orientamento, dell’alternanza scuola-lavoro e dell’auto-imprenditorialità, avvierà a breve, in collaborazione con le associazioni di categoria e le istituzioni di riferimento, appositi interventi volti ad aiutare le imprese delle filiere chiave del territorio a individuare le figure di cui hanno bisogno”.

Al via il piano straordinario per l’occupazione della Camera di commercio. Incentivi diretti alle assunzioni, soprattutto di giovani, contrasto alla delocalizzazione, nascita e sviluppo di nuove imprese, lotta alla burocrazia, accesso al credito. Questo in sintesi il piano straordinario per l’occupazione, le cui linee guida sono state approvate dalla Giunta dell’Ente di Largo Castello lo scorso 7 ottobre e che sarà operativo entro la fine dell’anno. Un piano, quello della Camera di Commercio, che si muoverà in linea con quanto previsto dal recente disegno di legge per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2015) approvato, la scorsa settimana, dal Governo. E consentire agli imprenditori una maggiore possibilità di utilizzo delle misure adottate, verrà rafforzata la speciale “task force comunicazione”, con l’obiettivo di agevolare il più possibile l’ottenimento dei finanziamenti necessari.

IL SEGRETARIO GENERALE
Mauro Giannattasio

Domani alle 18, al Cinema Boldini, la proiezione del film “Schiavi” di Stefano Mencherini ad ingresso libero

da: Arci Ferrara

Sarà il film SCHIAVI di Stefano Mencherini ad aprire la rassegna organizzata da Centro Donna Giustizia, Udi e Centro Documentazione Donna, martedì alle ore 18.00 al Cinema Boldini.

Al centro del film l’odissea di quanti tentano di raggiungere l’Italia dalle coste africane in cerca di un lavoro e di un futuro migliore e troppo spesso si trovano davanti sfruttamento, lavoro nero e condizioni di vita assai difficili. Dal ghetto di Foggia a Rosarno, passando per la Campania e poi fino nel Nord Italia, Mencherini – che da almeno un decennio si occupa di drammi dell’immigrazione, ricordiamo il suo ‘Mare nostrum’ del 2003 – documenta con testimonianze esclusive e molto forti come uomini, donne e minori dopo essere sbarcati sulle nostre coste – coloro che riescono a raggiungerle vivi – finiscano nella rete dei nuovi schiavismi nel tentativo di trovare un lavoro. 
Al termine della proiezione incontro con Marika Visconti, co-produttrice del film.

La rassegna proseguirà il 19 novembre alle ore 21.00 con il film rivelazione dell’anno IO STO CON LA SPOSA (ingresso 5 euro), il 24 novembre alle ore 18.00 con il film / documentario STEFANIA NOCE – QUELLO CHE È STATO (ingresso libero) ed il 26 novembre alle ore 18.00 con UNA SU TRE di Claudio Bozzatello (ingresso libero).

Sant’Agostino: Cercasi amministratori

da: da: Stefania Agarossi, Candidata Sindaco per Sant’Agostino, Lista Civica Valore e Rispetto

In risposta all’articolo comparso su La Nuova Ferrara del 19 ottobre 2014, questa la dichiarazione di Stefania Agarossi e Olindo Sandri:

“Leggiamo con grande perplessità le dichiarazione del Sindaco Toselli sulla piazza. Primo perché come suo solito non risponde alle domande fatte e parla d’altro. Nessuno ha discusso del ruolo dei cittadini, ma di quello riconosciuto ai consiglieri comunali. Che è ben altra cosa. E in realtà la critica mossa è la stessa che veniva fatta da Simone Tassinari quando era all’Opposizione. Profondamente perplessi, amareggiati e delusi siamo noi, perché nonostante i proclami di democrazia e collaborazione e dialogo, sta di fatto che al momento delle decisioni le Minoranze non vengono coinvolte in nessun modo. E ciò nonostante le reiterate richieste – orali e scritte – e offerte di disponibilità a un confronto costruttivo. Ancora nemmeno l’ombra di una Commissione, perché la Maggioranza non ha ancora deciso come procedere. E incontri informali, quando concessi, ci sono solo se stimolati dalle Minoranze.

Ma la cosa più grave che ci preoccupa, come Opposizione vigilante, è che nonostante le promesse del vicesindaco Tassinari che le cose sarebbero cambiate, i cittadini sono tuttora esclusi dal contatto e dialogo con quest’amministrazione. Sul sito del nostro Comune, a oltre 4 mesi dalle elezioni, – a differenza degli altri comuni – ancora nessun tipo di recapito e orario di ricevimento degli assessori. Anzi, se si va a cliccare sul loro nome compare il messaggio “questa pagina non esiste”, come se l’assessore fosse inesistente. E allora ci chiediamo dove la trasparenza, la disponibilità al dialogo con chi ti ha eletto, e a cosa servono tablet e smartphone nuovi fiammanti d’ordinanza. Nella psicologia della Comunicazione è il comportamento quello che conta: e il non volere creare questa pagina di contatti sul sito significa che questa amministrazione non vuole essere disturbata nemmeno dai cittadini”.

Stefania Agarossi e Olindo Sandri
Gruppo consiliare Valore e Rispetto, Comune di Sant’Agostino (Fe)

LA STORIA
Quel caffè nella via
dei Lucchesi

E’ un giorno di sole e di pioggia sotto il cielo di Ferrara. La città oscilla tra la tentazione di cedere al grigio cupo dell’inverno e il torpore azzurro di questa seconda estate d’ottobre. I suoi mattoni in cotto recitano, obbedienti, la loro parte senza sbavature: lividi, seriosi col grigio, vividi e accesi appena stesi al sole.
Guardo fuori dalla finestra e scorgo un convento lottizzato. Morte le ultime suore rimaste, è sopravvissuta la piccola chiesa. Gli appartamenti hanno un costo altissimo. Chissà cosa avrebbe pensato in proposito Cristo. Di sicuro lo avrebbe atteso un Grande Inquisitore qualsiasi, accusandolo di eresia. In qualche modo sarebbe finito comunque, di nuovo, tra i pali di una croce o le maglie roventi di una graticola.

Osservo le finestre, le grondaie, i tetti. Trovo quei versi di Franco Fortini che dicono “Qua e là, sul tetto, sui giunti / e lungo i tubi, gore di catrame, calcine / di misere riparazioni. Ma vento e neve, / se stancano il piombo delle docce, la trave marcita / non la spezzano ancora.
Penso con qualche gioia / che un giorno, e non importa / se non ci sarò io, basterà che una rondine / si posi un attimo lì perché tutto nel vuoto precipiti / irreparabilmente, / quella volando via”.

Scendo in strada e piovono foglie in corso Isonzo. Intorno nessuno pare curarsene. Le foglie di platano ricoprono l’asfalto. Imbocco via Garibaldi. In via Lucchesi una volta dimoravano gli industriali, i commercianti d’olio toscani, da lì il nome. Oggi trovo la saracinesca chiusa e mi viene alla mente che, dopo 35 anni, Michele Maglione se n’è andato via. L’avevo conosciuto per via del suo ottimo caffè. I nostri accenti si erano presi, incollati, riconosciuti. Michele Maglione, napoletano dagli occhi azzurri di ghiaccio, ha aperto il caffè di via Lucchesi una quindicina di anni fa. Con il timore dell’outsider, ha messo in piedi un locale che offriva esclusivamente caffè delle più svariate miscele. Non altro. Oggi, a distanza di anni, molti tentano di emularlo.

caffetteria-lucchesi
La caffetteria di via Lucchesi
In precedenza aveva vissuto in qualche posto sperduto dell’Africa e commerciato in legname, Michele. Rientrato in Italia, a Ferrara decise di tornare alle origini. Darsi una calmata. Una boccata di vita sedentaria. Le origini, quelle di quando, a sedici anni, passava il tempo nell’azienda di torrefazione dello zio, a Napoli. Questa è, in parte, la vicenda del Caffè di via Lucchesi.
Oggi la saracinesca di questa storia minuta, semplice, è chiusa.

Un giorno, dopo mezza vita emiliana, Michele vende il caffè a due donne. Due sorelle che si impegnano a conservarlo così come lui lo aveva concepito. Vende la sua creatura e acquista un pezzo di terra rossa verso la Murgia brindisina, nel parco degli ulivi secolari, in mezzo a due mari. Prova a realizzare un vecchio sogno, Maglione. Quello di costruirsi una casa fatta di quel legno che tante volte aveva maneggiato e che conosce bene. Poi affittare camere a qualche turista di passaggio, coltivare la terra, preparare il caffè, stavolta per sé e per i propri ospiti.

Qualcuno sostiene sia un viaggio, questa piccola Odissea chiamata vita. Altri, col volto accigliato, parlano di una perpetua lotta, di un’infinita Iliade senza vincitori, in cui risultiamo tutti assediati, vinti. Stretto tra questi pensieri, mi accontento di Ferrara con una saracinesca abbassata e una storia da raccontare. Mi basta un sabato pomeriggio di una vecchia città ostinata, che fa ancora il suo mestiere. In cui la gente vive, sogna, si innamora, riparte. In cui di continuo qualcuno approda, mentre alla stazione qualcun altro saluta.

Le cattive compagnie

Chi ha avuto a che fare con una compagnia telefonica avrà levato gli occhi al cielo più di una volta.
Per concludere un contratto e avere un servizio, cioè per incassare soldi, qualsiasi operatore può impiegare anche solamente una decina di minuti.
Il tempo necessario per apprezzare i benefici di una tecnologia in grado di facilitare la vita in modo sorprendente.
Poi, dal momento in cui hai messo la firma sopra un foglio, inizia la via crucis.
Possono anche trascorrere mesi prima che qualcuno si faccia vivo e venga a casa per montarti l’attrezzatura arrivata per posta e per la quale hai implorato l’aiuto di un tecnico, perché fra cavi e libretti d’istruzioni, la cui lettura implica tempi di vita davvero poco saturati, uno non sa da che parte girarsi.
Così si entra nel meraviglioso mondo del wifi.
Quando poi si arriva al momento di disdire anche solo una parte del servizio, ad esempio una chiavetta che non si usa, la via crucis si fa anche in salita degna del tour de France.
Torni dall’operatore che ti ha fatto il contratto, il quale ti dice che è semplicissimo. Basta collegarsi in internet sul sito della compagnia e disdire ciò che non serve, oppure ti indica una seconda strada che, anche facendosela spiegare più volte, non si capisce quale sia.
“Ma non potrebbe collegarsi lei direttamente in rete e, dati contrattuali alla mano, farmelo ora?”, domandi. Purtroppo l’operatore ti risponde che non può farlo e nemmeno è possibile parlare con un essere umano che ti faccia la procedura.
Torni a casa e provi. Sul sito della compagnia telefonica per orientarsi servirebbe una guida alpina. Si può addirittura arrivare a chattare con un ignoto operatore, il quale ti sottopone una batteria di domande da fare perdere il senso dell’orientamento. E non solo, per la verità.
Può capitare che l’operatore, che per comodità potremmo chiamare Cristina, mosso da pietà ti chiami pure.
Finalmente, si potrebbe pensare. Nulla di più sbagliato. La telefonata si dimostrerà per niente risolutiva, perché nemmeno la pur suadente Cristina ti dice che può farlo personalmente e che devi ritornare a complulsare il sito della compagnia telefonica. Ha accesso a tutti i tuoi dati contrattuali personali, forse anche quante volte ti soffi il naso in un giorno, ma quella cosa non è abilitata a farla. Salvo, al termine della conversazione, chiederti di valutare da uno a dieci il grado di soddisfazione dell’assistenza.
Dopo ulteriore tempo indefinito di navigazione senza meta e dopo aver oltrepassato barriere di username, password, batterie di domande fino a: “il tuo amico preferito nella vita”, e levato inutilmente gli occhi al cielo per invocare assistenza divina, alzi infine bandiera bianca.
Non rimane che la strada legale, viene da dire, per la ovvia gioia di avvocati e associazioni di consumatori.
Prima considerazione conclusiva: si sbaglia a pensare che burocrazia e muri di gomma siano un problema unicamente della pubblica amministrazione italiana, perché questa cortina fumogena alzata ad arte parla da sola su trasparenza e semplificazione anche nel privato. La formula magica “Customer satisfaction”, non a caso declinata in inglese, assomiglia più alla presa in giro che alla soddisfazione del cliente.
Seconda considerazione conclusiva: mi pare che esperienze come queste siano lo specchio esatto di un Paese, che ha sempre visto i cittadini non come soggetti di diritti ma come delle mucche da mungere.
Il 4 novembre si celebra la festa dell’unità nazionale. Ecco, sarebbe meglio piantarla con i fiumi di retorica sul sentimento di coesione nazionale e cominciare, piuttosto, a far sentire i cittadini italiani meno estranei e più in casa loro, almeno nel proprio Paese.

L’INCHIESTA
Siae: c’è chi dice no. Dagger Moth, l’artista ferrarese che ha revocato l’iscrizione

Un’inchiesta in cinque tappe per approfondire le ragioni delle critiche nei confronti della Società Italiana Autori ed Editori.

Contrariamente a quanto molti pensano, l’iscrizione di un artista alla Siae, la Società italiana autori ed editori, non è obbligatoria. C’è infatti chi dice no. Da qualche tempo, sono sempre di più gli artisti, in particolare musicisti, ma anche organizzatori di eventi e gestori di locali, che sollevano critiche rispetto all’operato e al monopolio di questa istituzione. Un’approfondita riflessione sul tema è stata fatta in occasione di ‘Borderline’, festival delle etichette e delle produzioni indipendenti, il primo in Italia completamente esente Siae, tenutosi a Ponticelli di Malalbergo.
Ma perché opporsi alla Siae? “Della Siae critichiamo la mancanza di trasparenza”, dice Nena organizzatrice del Festival. “Inoltre – prosegue Eugenia, ideatrice della manifestazione – anche chi sceglie di proporre solo musica libera dalla Siae subisce vari controlli, e con tutti i cavilli legali non si può mai stare tranquilli, perché il rischio di una multa c’è sempre”. Quindi anche un locale che fa musica dal vivo e propone solo artisti non iscritti alla Siae, finisce con l’essere, appunto, borderline, al limite della legalità.
Tra i musicisti italiani che hanno revocato la propria iscrizione alla Siae, c’è la ferrarese Sara Ardizzoni, in arte Dagger Moth [vedi video-intervista].

Qual è la tua esperienza con la Siae?
Mi ero iscritta alcuni anni fa come autrice di musiche e testi in seguito all’uscita di un disco registrato con la mia band precedente, Pazi Mine, poiché, essendoci affidati ad un ufficio stampa-editore, era stata una scelta un po’ obbligata. A dire il vero sono stata dubbiosa fin dall’inizio sull’utilità della cosa, perché, pur essendo perfettamente d’accordo sui principi, cioè la protezione del diritto d’autore e la sua “monetizzazione” (che teoricamente dovrebbe essere a favore principalmente dell’autore, soprattutto nell’ottica di chi cerca di vivere del lavoro di musicista), ero molto perplessa dalle modalità di applicazione e dalla poca chiarezza che aveva sempre contraddistinto le dinamiche del macchinario Siae, almeno ai miei occhi.

Cosa comportava per te l’iscrizione alla Siae?
Da anni ormai l’iscrizione come autore associato non comporta più un esame di teoria musicale ma è sufficiente la corresponsione di una quota iniziale – non irrilevante – per iscriversi, poi un versamento annuale per mantenere il proprio status. Tuttavia se non si ha il peso di un big del panorama musicale, la capacità di interagire con le scelte dell’ente direi che è praticamente nulla.
Questo sul piano economico. Su quello pratico e burocratico, ha comportato, nel mio caso, in quanto mi auto produco, il districarsi da sola in tutta una serie di scartoffie per il deposito dei brani, la richiesta dei bollini (con relativa varietà dei prezzi a seconda del tipo di contrassegno), e la modulistica generica. Last but not least, la consultazione dei corposi bollettini inviati a casa con i resoconti dei guadagni (nei quali, a mio avviso, viene davvero sprecata un sacco di carta, mentre le informazioni utili sono poche e non immediate).
Tutte faccende per cui si richiede per lo più di interfacciarsi con lo sportello regionale di Bologna che rispetto a Ferrara non è lontanissimo ma non è nemmeno a due passi, quindi un minimo di costi c’è pure lì, o si spedisce per raccomandata o si va di persona.
Girando parecchio e confrontandomi spesso sul territorio nazionale con altri musicisti e organizzatori, mi pare inoltre di notare che non ci sia una gran chiarezza su vari argomenti, dalla compilazione dei borderò ai permessi per i live, mi imbatto in modus operandi sempre diversi, per lo più in base alle informazioni fornite dai vari uffici Siae. Però, ribadisco, questa è puramente la mia esperienza personale.
Altra operazione piuttosto brigosa, sul senso della quale mi sono interrogata più volte: depositare il cartaceo degli spartiti nell’era digitale (o almeno fino al periodo in cui ero ancora iscritta funzionava così). Di questi tempi direi che sarebbe tanto più comodo, preciso ed efficace, depositare i semplici file, invece vengono ancora richiesti i cartacei con le trascrizioni, a meno che non si tratti di intrascrivibile musica concreta. Ma qualora ci sia una qualche parvenza melodica ne viene richiesta la scrittura. In particolare della linea melodica principale sul piano strumentale (che nel caso dei miei brani ad esempio non è così facilmente rintracciabile), poi la melodia della voce e relativo testo…
Il dubbio che mi è sempre sorto qui è: dovendo depositare i brani in modo diciamo parziale in caso di plagio come si procederebbe per stabilire torto e ragione?

Come mai hai deciso di annullare la tua iscrizione?
Beh molto semplicemente nel mio caso, visto il rapporto costi/ricavi non aveva alcun senso, non mi conveniva. Inoltre, cosa non secondaria, nell’ultimo anno la quota annuale da corrispondere per rimanere iscritti era praticamente raddoppiata… e mi pare che la novità non fosse stata notificata chiaramente, né giustificata. Se già nutrivo dubbi questa è stata un po’ la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Per non parlare di tutta una serie di informazioni poco confortanti trovate qua e là, curiosando su internet col desiderio di saperne di più (faccio in particolare riferimento a tutta una serie di articoli relativi ai comportamenti della Siae su svariate questioni, anche a livello europeo, e, data la specificità della materia, rimando ad esempio agli articoli dell’avvocato Guido Scorza, per chi ne volesse sapere di più).
Inoltre ammetto che un argomento che tuttora mi genera qualche ulteriore dubbio è la ripartizione dei proventi derivanti dai borderò. Ho cercato di documentarmi in merito ma al momento non sono riuscita a chiarirmi granché le idee.

L’annullamento dell’iscrizione alla Siae è una procedura complessa?
Ho semplicemente scaricato, compilato ed inviato via mail un modulo di recesso che la stessa Siae mette a disposizione sul suo sito, tutto qua, almeno questo è stato facile.

Come ti tuteli ora?
Sto valutando alcune ipotesi, tra cui Patamu, un sito che dovrebbe rilasciare in automatico – in seguito all’upload del materiale – una marcatura temporale che garantisce la paternità dell’opera, ma non si occupa della valutazione e raccolta dei compensi. A quanto ho capito questo compito attualmente compete solo alla Siae, e anche qualora ci si iscriva ad una società estera comunque quella dovrà passare attraverso la Siae, quindi si ritorna al punto di partenza. Ma per quanto riguarda la monetizzazione, al momento gravito in un circuito talmente di nicchia che mantenersi iscritta sarebbe solo un’attività in perdita.

Pensi che sia una strada percorribile anche da altri artisti?
Ribadisco che la mia è una scelta personale, e tutto dipende dal percorso che un artista vuole seguire con la sua musica, e probabilmente anche dal genere di musica. L’unica cosa che posso dire è che molti piccoli artisti si iscrivono nella speranza di diventare famosi, depositare una futura hit, un tormentone radio-televisivo, o un brano che magari venga incorporato nella colonna sonora di qualche mega produzione cinematografica. Nell’attesa che questo accada, spesso i proventi sono praticamente un’elemosina a fronte di un prezzo da pagare non irrilevante. Il tutto appesantito da quello che mi sembra ancora un sistema un po’ arretrato ed appesantito da una burocrazia pachidermica. Del resto snellezza e trasparenza in Italia non la fanno da padrone su nessun fronte. Magari se tutte le persone che si riconoscono in una descrizione simile chiedessero il recesso forse un po’ di disagio potrebbe essere almeno percepito.
Poi se qualcuno ha modo di guadagnare cifre corpose grazie a passaggi radio-televisivi o grazie ad un’attività live intensa e remunerativa durante l’anno meglio per lui! Ma non credo che questa descrizione rappresenti l’associato medio, almeno non tra quelli che conosco io. Unica cosa che posso raccomandare è di essere curiosi ed informarsi, e farsi anche venire qualche dubbio sull’utilità effettiva dell’iscrizione, poi ognuno valuti il suo caso.
Noto ancora che parecchi amici si iscrivono un po’ alla cieca, perché magari va fatto e poi se ne disinteressano totalmente… ma anche colleghi che fanno i musicisti di professione spesso non sanno rispondermi a domande specifiche ma basiche su certe dinamiche che riguardano il rapporto diretto tra Siae e autori. Mentre secondo me varrebbe la pena chiedersi spesso se effettivamente vengano fatti i nostri interessi.

1. CONTINUA [leggi la seconda puntata]

Articolo sotto licenza Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 4.0

Nell’immagine in alto, Sara “Dagger Moth” Ardizzoni è fotografata da Werner Swan

blu-street-art-comacchio-via-spina

LA STORIA
Murales di Blu fra Bologna e Comacchio

Il bello dell’arte di strada, dei murales, è che ti colpiscono così: all’improvviso. Giri l’angolo e – inaspettati – ci sono loro. Scritte, colori, segni, là dove pensavi solo cemento e asfalto. Te li trovi sotto un cavalcavia mentre, tutto preso dal traffico, fatichi a girarti e a soffermarti; oppure si rivelano appiccicati lì, su un muretto di un condominio che stavi solo aggirando; sei in un quartiere popolare o periferico qualsiasi e su una parete – tacchete – ecco che ti folgorano, mentre andavi avanti a testa bassa. Allora ti fermi, osservi, rifletti. Questo, in effetti, fa la street art. Ti sorprende e – di sorpresa – ti fa pensare. Questo fa Blu, l’artista ormai famoso in tutto il mondo, che mantiene segreta la vera identità, ma che ormai fa parlare di sè festival internazionali e siti specializzati o meno, inclusa la libera enciclopedia online Wikipedia.

blu-ericailcane-street-art-bologna-via-zanardi
Opera di Blu e Ericailcane a Bologna su un edificio di via Zanardi

Chi va in treno da Ferrara a Bologna, Blu deve averlo visto tante volte: è l’autore di quei murales con elefante e altre figure un po’ stravolte e furtive su un edificio fatiscente in via Zanardi, che ora – ahimè –  rischia di essere demolito. Era suo anche un grande graffito sul ponte di via Stalingrado, con la volta d’ingresso per le macchine trasformata in una gigantesca bocca che inghiottiva il traffico. Adesso quel pezzetto di città è stato rifatto, plasmato in un avveniristico complesso edilizio. Ma dentro, sotto al cavalcavia che ora sostiene edifici e uffici dell’Unipol, c’è ancora un colossale uomo sdraiato che si intravede nell’eterna oscurità del tunnel.

Altre opere di Blu sonoa Berlino, Lisbona, Londra, persino in Perù. Denunciano l’avidità del denaro che avvolge le bare lasciate dalle guerre, raccontano la mostruosità del consumismo che ci trasforma in contenitori di cibo e oggetti, ribaltano il ruolo di uomo consumatore di animali in feticcio consumato, ipotizzano la rivalsa delle biciclette sulle automobili.

blu-street-art-comacchio-via-spina
Murales di Blu in via Spina a Comacchio (foto di SERGIO FORTINI e SILVIA MAZZANTI)

Dove magari, invece, non ce lo si aspetta proprio è fuori da Ferrara. Vai verso il mare e svolti a Comacchio, piccola e fotografatissima capitale del Delta del Po. Certo, bisogna uscire dai soliti itinerari turistici. Lo hanno fatto due ferraresi, che quei luoghi se li sono andati a cercare e li hanno immortalati per il concorso indetto da Acer, l’azienda per le case popolari. Loro, Sergio Fortini e Silvia Mazzanti, Blu l’hanno scovato così. In via Spina. Grazie a queste foto, poi esposte in palazzo Municipale durante il festival Internazionale a Ferrara, ora possiamo ricordare che, a Comacchio, Blu ha realizzato alcune delle sue prime opere importanti. Gli anni erano quelli del 2005, 2006 e 2007. E a Comacchio, in settembre, veniva organizzato lo Spinafestival. Un festival dedicato proprio all’arte di strada, ai graffiti, ma anche a video, fotografie, installazioni.

lucy-clauchlan-blu-street-art-comacchio-via-spina
Murales di Lucy McLauchlan in via Spina a Comacchio (foto di SERGIO FORTINI e SILVIA MAZZANTI)

Ecco Blu è lì, splendido e incontaminato nel corpo umano sezionato a mostrare corpi e altri corpi come una matrioska anatomica, nella mano che si impadronisce di un pezzo di muro insieme alle piume trasformate in volti sul petto dell’uccello di un’altra artista come Lucy Mclauchlan. Bello. E bella anche l’idea di Acer di fare un concorso fotografico su luoghi così poco fotografati, di solito fuori dagli schemi artistici, lontani dai circuiti patinati, pittoreschi, turistici. E, lì, eccola, l’arte di strada. Vive qui; e qui è, per sorprenderci.

Il Dio della sorpresa

C’è il Dio della legge, ma c’è anche il Dio della sorpresa. Con queste parole Papa Francesco, affronta il difficile compito di aprire la dottrina a realtà sociali e sentimenti che cambiano. La questione del nostro tempo è fare i conti con la tensione verso la libertà che costituisce la cifra della modernità e diventa l’irrinunciabile indicatore di un’etica della responsabilità individuale. Sentiamo oggi di avere bisogno di etica, vale a dire di riferimenti di comportamento, ma sentiamo che vogliamo sceglierli da soli, secondo principi accolti e non imposti, secondo sensibilità e opzioni personali. Sentiamo che il diritto a scegliere non è negoziabile, nessuno vorrebbe cedere la propria libertà in cambio della migliore prigione dorata. Sentiamo che la scelta investe sempre non tanto questo o quel comportamento, ma la nostra identità.
Non mi interessa entrare nel merito di una discussione che riguarda in primo luogo coloro che appartengono e chi si riconoscono nella Chiesa, mi interessa segnalare la capacità esplicativa della categoria di sorpresa come elemento di comprensione del cambiamento. Guardiamo spesso al presente con un atteggiamento di sgomento, non solo per la legittima indignazione verso le storture e del presente, ma anche, molto più di quanto non vogliamo ammettere, per la difficoltà di interpretare fenomeni in evoluzione veloce. Lo sgomento segnala la percezione di discontinuità di fronte ad un futuro che si manifesta di continuo nella nostra vita, ma che non siamo in grado di prevedere.
Nell’era della tecnologia abbiamo maturato l’erronea illusione che il futuro possa essere prevedibile, ma in realtà abbiamo visto fallire molte previsioni, vediamo gli economisti navigare a vista rispetto agli andamenti dei mercati e alla crescita. Anche i Big Data, le tecniche di elaborazione dei dati che cercano di prevedere fenomeni attraverso le tracce dei comportamenti in rete, si sono rivelati meno affidabili di quanto avessimo immaginato. Abbiamo capito che i Big Data registrano speranze e paure, emozioni e intenzioni prima che azioni reali degli individui. In sostanza sovrastimano le emozioni, il principale motore delle nostre scelte.
La sorpresa ci consente di distinguere la qualità di ciò che di nuovo ci si pone di fronte e, come le altre emozioni, ha una funzione indispensabile nella storia evolutiva dell’umanità. La sorpresa, la capacità accogliere il cambiamento, per comprenderlo, per vederne le ambivalenze e gli eventuali problemi che porta con sé, mi pare un antidoto salutare ad atteggiamenti di chiusura, a nostalgie e a ripiegamenti inevitabilmente perdenti e conservatori, a prescindere dalle intenzioni con cui sono espressi. La capacità di lasciarsi sorprendere da ciò che cambia, per comprenderlo, contrasta lo spirito di conservazione, anche coperto dalle migliori intenzioni.
Ricordiamo che ogni apprendimento passa dalla sorpresa, da quello che gli americani chiamano il momento wow! Per tutto questo è importante che i bambini imparino a sorprendersi per tutto ciò che accade intorno ed è importante che gli adulti alimentino la capacità di accogliere il non usuale e il diverso nella vita quotidiana.

Maura Franchi – Laureata in Sociologia e in Scienze dell’Educazione. Vive tra Ferrara e Parma, dove insegna Sociologia dei Consumi, Social Media Marketing, Marketing del prodotto tipico. I principali temi di ricerca riguardano i mutamenti socio-culturali connessi alla rete e ai social network, le scelte e i comportamenti di consumo, le forme di comunicazione del brand.
maura.franchi@gmail.com

IMMAGINARIO
Anniversario di Urbano,
il papa sepolto in duomo.
La foto di oggi

Il 20 ottobre 1187 un papa muore a Ferrara. E’ Urbano III, i cui resti sono conservati in Duomo. Il pontefice, nato in una cittadina della provincia milanese come Uberto Crivelli, ha 67 anni quando si trova qui. In conflitto con l’imperatore Federico I Barbarossa, trova protezione nella città che, all’epoca, è ancora libero comune. Secondo la leggenda – si legge nell’enciclopedia online Wikipedia – muore di dolore alle notizia della sconfitta dell’esercito crociato in Palestina, battuto da quello islamico. La sua tomba è nella cattedrale cittadina, a sinistra dell’altare.

OGGI – IMMAGINARIO PERSONAGGI

papa-Urbano-III-Duomo-Ferrara
Duomo di Ferrara. La tomba del papa Urbano III è alla sinistra dell’altare

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulla foto per ingrandirla]

GERMOGLI
Tenacia.
L’aforisma di oggi

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

sking

Serenità, tenacia e fortuna.

“Che Dio mi conceda la serenità di accettare ciò che non posso cambiare, la tenacia di cambiare ciò che posso e la fortuna di non fare troppe cazzate” (Stephen King)