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Giorno: 9 Novembre 2014

Paola Peruffo ad Alan Fabbri: “Condanno i fatti di sabato ma bisogna abbassare i toni della campagna elettorale”

da: Paola Peruffo, Candidata Forza Italia alle Elezioni Regionali

«Spero che le prossime due settimane di campagna elettorale si conducano al’insegna del confronto. Quel che è successo al segretario della Lega, Matteo Salvini e al candidato alla Regione, Alan Fabbri, è sicuramente da condannare, perché la violenza mai va giustificata. Ritengo tuttavia che le parole abbiano un peso e se vogliamo essere intellettualmente onesti, non possiamo non affermare che forse Fabbri, negli ultimi giorni, ha fatto affermazioni pesanti, che implicano una visione della vita e della società parziale. Ora, ribadisco, non credo che Fabbri non sapesse che certe dichiarazioni avrebbero potuto generare reazioni. Non giustificabili, lo ripeto, e condannabili, lo ripeto. Gli aggressori hanno sbagliato, questo è fuori discussione. Ma la politica è anche lungimiranza e Fabbri, da amministratore e sindaco rieletto, e quindi con esperienza dei malumori e dell’insofferenza della popolazione, non può non immaginare che in momenti di esasperazione generale i toni vanno abbassati, o comunque tenuti più bassi. Situazioni come quelle di sabato non fanno bene a nessuno. Neppure alla politica».

Paola Peruffo,
Candidata Forza Italia Elezioni Regionali

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La replica del Circolo del Delta al sindaco Marco Fabbri

da: Circolo del Delta, Sinistra Ecologia Libertà

Il Circolo del Delta di Sinistra Ecologia Libertà, Sindaco Fabbri, coralmente le ha dato del finto tonto per come lei motiva il gigantesco avanzo di bilancio del Comune di Comacchio. Non io personalmente come maldestramente ha cercato di attribuirmi solo un organo di informazione locale, a differenza di altri. E lei ancor di più, ora. Inoltre, è la seconda volta che lei svilisce un giudizio collegiale del partito, in cui milito, qualificandolo alla stregua di una mera presa di posizione individuale. E questo non le fa onore. La prima volta fu in occasione, mesi fa, di quella sorta di ‘sbarco alleato’ svoltasi al Lido degli Estensi per proporre a Comacchio una paradisiaca ‘nuova visione del mondo’ -quella sì, preistorica- a favore del partito del mattone. Comunque sia, non ho mai sentito il bisogno di celarmi dietro un dito o di mascherarmi come lei da Napoleone in qualche carnevalata. Se questo fa di me ai suoi occhi un dinosauro, ne vado fiero! Sono stato spesso criticato per essere troppo diretto. E’ il mio tratto originario e non lo cambio certo ora. A differenza di lei, non ho mai rinnegato il mio imprinting movimentista. E non mi sono trasformato come lei, con la velocità della luce, in un novello troglodita. La sua ricostruzione della vicenda museale, poi, è totalmente falsa! Come attestato da una inconfutabile e vasta documentazione che lei e la sua squadra di Giunta dovreste conoscere. Il progetto di un Museo delle Culture Umane nel Delta del Po sarebbe obsoleto? E’ vero il contrario, come dimostra oggi la più accorta museologia internazionale. Costa troppo? La realtà purtroppo è un’altra. Si evita paradossalmente in primis a Comacchio di elevare Comacchio medesima a giusto perno di un vasto sistema museale territoriale. Di fare squadra con altre istituzioni. E di aprire con equilibrio al mecenatismo privato, come a Ravenna. Si è mentito e si mente sulle reali disponibilità di bilancio del Comune per un inqualificabile disegno: spalancare le porte del governo della cosa pubblica e della gestione dei beni comuni di Comacchio, dal Museo alle Valli, a forze speculative – queste sì fallimentari ed anacronistiche – che hanno sfigurato la costa della Città del Trepponti in un cimitero di seconde case vuote! A poteri forti corresponsabili della bolla speculativa che ha innescato la crisi economica. Chi vivrà vedrà.

Valter Zago

IL FATTO
Allarme, i predoni dell’acqua tentano
“una privatizzazione strisciante”

All’indomani dell’ennesima alluvione a Genova, a inizio ottobre, molti hanno rilanciato le critiche e gli interrogativi sul decreto Sblocca Italia, pubblicato in Gazzetta ufficiale a metà settembre, soprattutto in materia di impatto sulla (non) gestione del territorio e sulle politiche di (non) tutela ambientale. Ebbene all’interno del ‘capo III’, proprio quello sulle misure urgenti in materia ambientale e per la mitigazione del dissesto idrogeologico, c’è l’articolo 7 “Norme in materia di gestione di risorse idriche”: in altre parole il ciclo dell’acqua. L’obiettivo di questo articolo, insieme ai provvedimenti contenuti nella Legge di stabilità, “non è rendere maggiormente efficace la gestione, ma ritornare a favorire la privatizzazione dei servizi pubblici”, ancora una volta in barba al risultato del referendum del 2011: è l’allarme lanciato dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua nell’incontro di sabato pomeriggio a palazzo Bonacossi. Secondo quanto afferma Paolo Carsetti, attivista del Forum, l’articolo 7 dello Sblocca Italia configura una vera e propria “modifica dei principi base dei servizi del ciclo integrato dell’acqua”, non solo imponendo “un gestore unico per ogni territorio”, ma arrivando anche a definire “chi debba essere questo gestore”. Il testo, infatti, dispone l’affidamento al gestore il cui bacino complessivo sia “almeno pari al 25 per cento della popolazione ricadente nell’ambito territoriale ottimale di riferimento”: dunque si favoriscono le grandi multi-utility quotate in borsa in nome di una presunta razionalizzazione all’interno di economie di scala. Parallelamente nella Legge di stabilità si esercita, per usare un eufemismo, una certa pressione sugli enti locali: in un momento in cui sono strangolati dai tagli e dal patto di stabilità, si inserisce un provvedimento per cui chi sceglierà di “cedere le proprie quote di partecipazione” potrà “usare le somme ricavate al di fuori del patto di stabilità”. Per questo Carsetti parla di una “privatizzazione strisciante”: l’obiettivo è lo stesso del governo Berlusconi e del ministro Ronchi, ma non si ripete l’errore di esplicitarlo per non correre il rischio di una possibile mobilitazione dei cittadini come è avvenuto con i referendum.
mani_cerchio_acquaÈ stato Corrado Oddi, componente del Comitato acqua pubblica di Ferrara, a riportare tutti con i piedi in terra ferrarese: “Oltre ai provvedimenti legislativi, ci sono già studi su come le multi-utility si spartiranno i profitti nei prossimi anni”. Iren, A2A, Acea e Hera potranno contare su “2 miliardi in più di margine operativo lordo” attraverso l’acquisizione delle circa 60 aziende di servizi che ancora rimangono sparse sul territorio, tra le quali per esempio il Cadf che opera nel Basso ferrarese, e “Cassa depositi e prestiti avrebbe già deciso di stanziare 500 milioni di euro per favorire questo tipo di operazioni”. E proprio parlando di Cadf (Ciclo integrato acquedotto depurazione fognatura – Consorzio acque del Delta), da più di un anno e mezzo il Comitato acqua pubblica di Ferrara ha avviato un dialogo con i sindaci del Basso ferrarese per esplorare le possibili strade per una sua ri-pubblicizzazione e molti di loro sembravano favorevoli, “almeno a parole” ha specificato Marcella Ravaglia, altra componente del Cap locale. Allora perché nessuno dei sindaci, pur invitati, ha partecipato all’incontro di sabato pomeriggio? Soprattutto perché dopo aver commissionato uno studio di fattibilità sulla trasformazione del Cadf in azienda speciale di diritto pubblico, secondo quanto afferma Ravaglia, “si è deciso di non renderlo pubblico”?

Presentazione Calendari del Palio 2015

da: ufficio stampa Ente Palio Città di Ferrara

“Con un netto anticipo rispetto alle nostre abitudini presentiamo oggi il programma del Palio 2015, per venire incontro alle richieste delle Istituzioni locali e agli operatori del settore turistico .” Con queste parole stamattina il Presidente dell’Ente Palio città di Ferrara, Alessandro Fortini, ha aperto un incontro con la stampa e i rappresentanti del mondo del Palio, organizzato per raccontare alla città di Ferrara cosa succede nella sede di via Mortara… e non solo.
Il Programma della “primavera del Palio 2015” si articola, come consuetudine, in due fasi: la prima che vedrà alternarsi le Contrade nel Cortile del Castello Estense nelle domeniche fra la giornata dell’otto marzo e venerdì 1 maggio negli Omaggi al Duca e una seconda, solitamente definita del “mese del Palio”, che riguarda il mese di maggio. Saranno tre i fine settimana che vedranno la Corte Ducale, Borghi e Contrade rivelare il lavoro intenso che li avrà impegnati per un intero anno: il primo, che vede agganciare anche l’ultimo degli Omaggi al Duca, sarà caratterizzato dalla tradizionale cerimonia della Offerta dei Ceri e Benedizione dei Palii nella Cattedrale di Ferrara (2 maggio), al termine della quale si terrà l’Iscrizione dei Borghi e dei Rioni alle Corse al Palio. Domenica 3 invece si terranno i Giochi Giovanili delle Bandiere in Piazza Municipale.
Il secondo fine settimana sarà caratterizzato dagli Antichi Giochi delle Bandiere Estensi in Piazza Municipale (sabato 9 alle ore 21.00, domenica 10 alle ore 16.00).
Il terzo (da venerdì 15 a domenica 17) sarà dedicato a “Ferrara città Rinascimentale”, con il mercato storico nel Giardino delle Duchesse, il Corteo Storico e gli Spettacoli alla Corte di Borso del sabato sera.
“Stiamo cercando di caratterizzare al meglio le nostre proposte per renderle più interessanti, spettacolari e appetibili dal punto di vista turistico.” ha spiegato ancora Fortini, che ha anche aggiunto che nel 2015, come successo nel 2014 per le elezioni, sarà osservato un fine settimana “di pausa” per permettere lo svolgimento delle tante attività dell’Ente e delle Contrade in vista della settimana del Palio. Settimana che comincerà giovedì 28 maggio con la presentazione dei Campioni in piazza Duomo e proseguirà con le prove ai canapi, le Cene di Contrada di sabato 30 e vedrà il suo punto clou nelle gare di piazza Ariostea domenica 31 maggio dalle 16.00.
Dopo la presentazione del calendario del Palio 2015, sono state introdotte al pubblico due iniziative per promuovere il Palio di Ferrara e la città attraverso alcuni dei mass media locali, iniziative che fanno parte di un range molto ampio di progetti che verranno presentate nel corso dei mesi prossimi. Protagoniste di questi primi due progetti sono Telestense e il Resto del Carlino: con l’emittente estense è in corso la costruzione di un format televisivo nuovo, che permetterà alla Gente del Palio di raccontarsi, svelando i retroscena, i progetti, le emozioni di quanti fanno Palio 365 giorni l’anno. “Il progetto (che consta di una trasmissione TV in 8 puntate a cadenza quindicinale, condotto da Alexandra Boeru) è nato dalla costatazione che il Palio è un elemento identificativo forte della città di Ferrara, sia dentro che fuori le mura, – ha spiegato Dalia Bighinati, rappresentante di Telestense – e che può diventare un elemento di sviluppo turistico, artistico, culturale, artigianale. Quindi abbiamo deciso, a quattro mani con l’Ente Palio, di raccontare il backstage di questo mondo che fa di Ferrara una città teatro giorno dopo giorno e anche di coinvolgere nel dibattito sulle opportunità del Palio le realtà produttive della città.” La prima puntata è prevista per martedì 11 novembre alle 21.30 e l’ultima alla fine di febbraio.
“Per quanto riguarda il “Resto del Carlino” – ha aggiunto Fortini – abbiamo deciso di proporre sulle pagine del quotidiano schede di approfondimento sulle Contrade e gli eventi del Palio che possano diventare una sorta di mini-guida per chi il Palio non lo conosce e vorrebbe saperne di più o – semplicemente – potrebbe essere interessato ad affacciarsi alla vita di Contrada. I progetti di comunicazione e promozione in fieri sono tanti – ha concluso il presidente dell’Ente – poiché il nostro primo impegno preso con il mondo del Palio e con la città di Ferrara è di far conoscere le nostre eccellenze, la bellezza che la caratterizza, coinvolgendo tutti gli attori possibili e disponibili. Siamo una fucina di idee e proposte, in particolar modo per il mondo della comunicazione e del turismo.”
A conclusione dell’incontro, l’Assessore Modonesi – dopo aver espresso la sua soddisfazione per la divulgazione del calendario del Palio nei tempi richiesti, “determinante per avere la possibilità di promuoverlo adeguatamente”, ha rivelato ai presenti che nell’incontro della Giunta Comunale della settimana, in sede di presentazione del Bilancio del prossimo anno, è stata stanziata una prima cifra per la progettazione e realizzazione del campionato Nazionale di Bandiere – Tenzone Aurea a Ferrara, per la quale l’Ente Palio con lo stesso Comune di Ferrara è in procinto di presentare la candidatura presso le sedi competenti.
“Si tratta di 20.000 euro – ha detto Modonesi – che certo non coprono le spese di organizzazione e promozione dell’intera manifestazione ma che sono un primo segno concreto per esplicitare la forte volontà di esserci.”

Emilia Balneare: al via la seconda edizione!

da: Holiday Village Florenz

Dopo il successo della prima edizione, Asbalneari e Holiday Village Florenz, in collaborazione con le associazioni di categoria del territorio, danno il via a questa seconda edizione dell’Emilia Balneare, una esposizione professionale rivolta agli operatori del settore turistico, ricettivo e ristorativo della costa emiliana.
Numerosi e variegati sono gli espositori che hanno aderito e che presenteranno, oltre ai lori prodotti, le novità per la stagione turistica in arrivo. L’obiettivo degli organizzatori è quello di creare, attraverso la manifestazione, un momento d’incontro e di scambio tra gli operatori del territorio e le principali aziende legate al comparto turistico, nonché sfruttare l’occasione per confrontarsi sulle attuali problematiche del settore. A tal proposito sono stati programmate tre sessioni informative, in cui le associazioni di categoria apriranno tavoli di confronto con gli attori principali di ciascun argomento, in merito allo stato di avanzamento della Direttiva Bolkestein, al bando promosso dal Comune circa i parcheggi a pagamento ed alla recente introduzione del sistema di raccolta differenziata porta a porta per la aziende (maggiori dettagli su orari e argomenti su emiliabalneare.com).
L’evento avrà luogo all’interno del Berba Palace presso Holiday Village Florenz (Lido degli Scacchi) nelle giornate di 14 e 15 Novembre (orario di apertura 10:00 – 17:00) con ingresso libero e gratuito.

LA RICORRENZA
Quando c’era il Muro:
‘Mir caravane’, artisti per la pace

di Luca Gavagna

Nel 1989 una carovana di duecento attori provenienti da tutta Europa intraprese un viaggio dalla Russia alla Francia. Si mossero con Caravan e roulotte, gli spettacoli si tennero in otto tendoni da circo che viaggiarono al seguito della carovana.
Erano compagnie provenienti da diversi paesi: Unione Sovietica, Polonia, Repubblica Ceca, Germania, Spagna, Francia, Gran Bretagna, Italia. Le tappe furono: Mosca Leningrado, Varsavia, Praga, Berlino Ovest, Copenaghen, Basilea, Losanna,  e Blois.
L’iniziativa si chiamò “Mir caravane” che in russo significa Carovana della Pace. Fu un’iniziativa importante sia dal punto di vista culturale che politico,  anticipatrice dei grandi sconvolgimenti che si sarebbero verificati pochi mesi dopo.
Uno dei gruppi organizzatori fu il Teatro Nucleo di Ferrara. Le foto raccontano di una sessione fotografica con Nicoletta Zabini, attrice ferrarese del Teatro Nucleo, proprio di fronte al muro di Berlino che sarebbe stato abbattuto il 9 novembre 1989.

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Gli artisti della Carovana per la Pace del 1989
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Nicoletta Zabini, attrice ferrarese del Teatro Nucleo
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Nicoletta Zabini dinanzi al Muro di Berlino
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Ancora Nicoletta Zabini: il Muro sarebbe stato abbattuto di lì a poco, il 9 novembre

Imparare a leggere
il linguaggio del corpo

Quasi quarant’anni di insegnamento alle spalle e una grande passione per i ragazzi e il loro benessere. Daniele Lodi, insegnante di educazione fisica in provincia di Rovigo, ma ferrarese, assieme agli psicoterapeuti Giovanni Seghi, Massimo Barbieri e Maica Buiani ha scritto Corporeità e difficoltà di apprendimento, edito da La Scuola. Il lavoro è il risultato di anni di osservazione e pratica sul campo.
Lodi, il testo, che potremmo anche chiamare manuale per il suo valore, appunto, di utilità pratica, si rivolge a insegnanti e genitori, due mondi che non sempre riescono a comunicare facilmente quando si tratta di affrontare certe difficoltà dei bambini.
“La nostra ambizione è una rieducazione divertente attraverso il gioco e il movimento. Per i docenti mettiamo a disposizione metodi di osservazione che aiutino a interpretare segnali indici di dislessia, iperattività e problemi prassici. Il ruolo delle famiglie è altrettanto importante perché anche in ambito domestico può essere data continuità al lavoro”.
Cosa è possibile intuire dai segnali del corpo?
“Molte cose come la lateralizzazione, l’equilibrio, l’orientamento temporale, il ritmo, la gestione del tono muscolare. Da come i bambini si muovono nel gioco, possiamo davvero capire i loro bisogni o i loro malesseri”.
Cosa ha rivelato il vostro studio?
“Abbiamo affrontato la dislessia e i bisogni educativi speciali, chiamati Bes. Nel libro abbiamo riportato cinquantadue casi di bambini tra i sette e i trecidi anni della provincia di Ferrara e Rovigo. Dodici bambini, in cinque mesi, sono migliorati del sessanta per cento nelle aree linguistico-matematiche, per fare un esempio. Abbiamo, quindi, pensato proposte di motricità finalizzate a un successo educativo più ampio e a una serena esperienza scolastica e personale”.
In che modo?
“Oltre all’osservazione e all’analisi, abbiamo elaborato un ‘kit di intervento’, cioè delle idee operative che insegnanti e genitori possono mettere in pratica con i bambini. Il nostro intento è invitare all’osservazione del bambino e intervenire a partire dalla motoria. C’è un grande bisogno di sostenere le famiglie ed è per questo che collaboriamo con l’associazione Sos dislessia di Ferrara, con il Centro territoriale di supporto, ma anche con Coni e Uisp”.
Al di là dell’ambiente scolastico, dove una famiglia può trovare supporto?
“A Pontelagoscuro, nella palestra del centro sociale Quadrifoglio, proponiamo dei test e un corso di motricità finalizzata per i bambini nei quali abbiamo riscontrato qualche difficoltà”.
Pionieri della materia?
“Anche il mondo inglese lavora sul corpo più che sul linguaggio e noi riteniamo che il benessere del bambino possa davvero essere raggiunto con la strada del gioco e del divertimento”.

LA RIFLESSIONE
Fondata sul lavoro

“Il governo deve parlare con i sindacati, ma è arrivato il momento che ognuno faccia il suo mestiere. I sindacati trattano con gli imprenditori”. Così il Presidente del Consiglio Matteo Renzi nello studio televisivo di turno, in questo caso a Otto e mezzo, ha commentato l’incontro fra il governo e le parti sociali sulla legge di stabilità.
Da queste parole sembra che per il nostro capo del Governo il lavoro sia una questione privata, che riguarda solamente i rapporti fra lavoratori e imprenditori nelle aziende, e non un momento di formazione del sé nella società, una dimensione fondamentale della cittadinanza.
Non avendo io nessun titolo per smentirlo, lascio che a farlo siano l’articolo 1 della nostra Costituzione e la lucida interpretazione che ne ha dato venerdì, in occasione della presentazione alla biblioteca Ariostea del volume “Ripartiamo dal lavoro. Anatomia, riconoscimento e partecipazione”, il professor Carlo Galli, celeberrimo studioso delle dottrine politiche dell’Alma Mater, presidente dell’Istituto Gramsci di Bologna e senatore “cooptato dal Pd di Bersani per presunti meriti accademici senza nemmeno le primarie”, come si è definito egli stesso con una buona dose di autoironia.
Cosa significa: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”? Perché i nostri costituenti hanno esordito così? Secondo Galli due sono i motivi. Prima di tutto questa frase sottolinea che “il soggetto si forma attraverso il lavoro”, secondo evidenzia che “il lavoro è legame sociale”. Dunque il lavoro è occasione di crescita del soggetto attraverso la propria creatività, soggetti tra cui poi crea relazioni: “Il problema è come e a quale fine tiene insieme gli uomini”. Secondo i costituenti “il lavoro è il cuore della politica” perché “vi si manifestano i principali rapporti di potere che regolano la società, che poi vengono istituzionalizzati nelle forme democratiche”.
Se riconosciamo e accettiamo questa “originaria politicità del lavoro”, sancita dalla nostra Carta Costituzionale, allora “non possiamo accettare che il lavoro sia una questione che non riguarda le istituzioni, ma solo i cittadini come privati lavoratori e i datori di lavoro, i loro diritti non possono essere trattati come ostacoli al libero e regolare funzionamento della macchina produttiva, mentre il compito della politica e del governo è solo ‘raccogliere i feriti’, cioè aiutare chi perde il lavoro attraverso gli ammortizzatori sociali”.
Questa è una concezione neoliberista in contraddizione con la Costituzione, che delinea un modello di società “non fondata sul mercato”, ma appunto sul lavoro come una delle dimensioni principali di attuazione della partecipazione dei cittadini alla vita della comunità.
Potremmo fermarci qui, ma vorrei aggiungere un altro paio di osservazioni sul ruolo della Repubblica in tema di lavoro: “La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori” (art. 35 commi 1 e 2), “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese” (art. 3 comma 2).

Caterina de’ Medici, prorompente dark lady del Cinquecento

STANDING OVATION: I PIU’ ACCLAMATI SPETTACOLI TEATRALI DEL XXI SECOLO
“Caterina de’ Medici”, regia di Paolo Poli, Teatro Comunale di Ferrara, 11 e 12 marzo 2000

Figlia di Lorenzo II duca di Urbino, Caterina de’ Medici sposò nel 1533 il futuro re di Francia Enrico II. Nel 1560 divenne reggente, al posto del figlio Carlo IX ancora in minore età. Sino al 1563, ma anche in seguito, condizionò pesantemente la politica francese, destreggiandosi con astuzia e spregiudicatezza soprattutto riguardo al problema delle fazioni religiose all’epoca in lotta fra loro. Questo è il canovaccio storico sul quale Paolo Poli si è basato per la stesura e l’allestimento del suo nuovo lavoro teatrale, come di consueto una sorta di musical, dal titolo appunto “Caterina de’ Medici”. Ma è stata in specie la prorompente personalità dell’affascinante personaggio cinquecentesco a fornire le linee essenziali dell’interessante rivisitazione, in chiave ironica e attualizzata, delle vicende narrate in almeno una decina di famosi romanzi di Alexandre Dumas.
“Sfaccettata e dura come un diamante, questa strepitosa dark lady cinquecentesca non ha ancora smesso di far parlare di sé. La sua esistenza è stata un lungo, travolgente romanzo d’amore con il potere e la sua disinvoltura nella scelta dei mezzi per conservarlo avrebbe fatto trasalire Machiavelli”. Assolutamente priva di scrupoli, intelligente come solo il cardinale Richelieu seppe esserlo in Francia alcuni decenni più tardi, e perversa, come la più spudorata delle cortigiane, la protagonista è attorniata in scena da una folta schiera di comprimari: i tre figli Francesco II, Carlo IX ed Enrico III, l’infido duca di Angiò, i nemici duchi di Guisa, l’insopprimibile Enrico di Navarra, la bella e intraprendente Maria Stuarda, quindi il mago astrologo Ruggieri e poi buffoni, dottori, profumieri, ecc.
Paolo Poli sfoggia per questa commedia la compagnia delle grandi occasioni: Vittorio Attene, Paolo Calci, Alfonso De Filippis, Paolo Portanti, Giovanni Scifoni, Rosario Spadola (ciascuno dei quali non interpreta mai meno di tre personaggi), oltre ovviamente a se stesso nel ruolo della celebre regina. Le scene sono di Emanuele Luzzati, i costumi di Santuzza Calì, le luci di Alessandro D’Antonio, le musiche di Jaqueline Perrotin, le coreografie di Claudia Lawrence e Alfonso De Filippis. Il testo è stato composto a quattro mani da Paolo Poli e Ida Omboni, la regia è dello stesso Poli.

Arzustèla, accogliendo l’alba
rivolti a settentrione

Ex-Autogrill Cantagallo, Casalecchio sul Reno, 1 dicembre (quarta parte) by Wu Ming 1

4.SEGUE – Tra due ore sarà l’alba, ci prepariamo ad accoglierla.
Dal tetto dell’autogrill, da cento bocche, si alza il vapore dei nostri respiri.
Lucifero, astro del mattino, Venere, unico pianeta dal nome di donna, è visibile a oriente. Splende nel margine destro del mio campo visivo.
Rivolti a settentrione teniamo gli occhi chiusi, lingua contro il palato, respiriamo dal naso. I denti non devono toccarsi.
Mani rilassate davanti all’addome, tra ombelico e pube.
Chi ha una sola mano, le usi comunque entrambe.
Immaginiamo di sorreggere una sfera, una sfera nera, ne saggiamo il peso. I polmoni sono pieni. Ora espiriamo e la sfera inizia a ruotare in senso antiorario, accarezzando palmi e polpastrelli. Sentiamo il movimento, lo assaporiamo, avvertiamo l’attrito leggero della superficie liscia. A ogni espirazione la
rotazione accelera, e quando inspiriamo torna a farsi più lenta.
Avviene diciotto volte.
Da qui in avanti, a ogni espirazione la sfera si ingrandisce ed entra nell’addome, fino ad accarezzare i reni. Inspiriamo, la sfera rallenta e torna alle dimensioni di prima, confinata nel cerchio delle mani.
Avviene novanta, centottanta volte. Le mani sono piene di fuoco.
Adesso, mentre la sfera si espande e si contrae, immaginiamo di ingrandirci a nostra volta, a ogni espirazione siamo sempre più alti. Accanto a noi, all’altezza degli occhi, vediamo la luna.
Puntiamo lo sguardo sulla stella del Nord. Polaris, ultimo astro del Piccolo Carro. Guardiamola: la sua luce viaggia nel vuoto per più di quattrocento anni, prima di raggiungere i nostri occhi e
attivare i fotorecettori.
La luce che vediamo adesso fu irradiata mentre l’Inquisizione processava Galileo, il sapiente a cui dobbiamo il nostro telescopio.
La luce che vediamo adesso fu irradiata mentre s’iniziava a costruire il Taj Mahal, un palazzo lontano, molto più antico del Cantagallo.
La luce che vediamo adesso fu irradiata quasi tredici miliardi di secondi fa.
Tratteniamo il respiro per tredici secondi.
Moltiplichiamo per mille il tempo di questa apnea.
Moltiplichiamo per mille il risultato.
E’ un millesimo del tempo impiegato dalla luce di Polaris per arrivare a noi.
La luce che irradia adesso non la vediamo. La vedrà, tra quattro secoli, chi verrà dopo di noi.
Ora guardate la stella del nord, guardatela con nuovi occhi.
Un giorno, tra dodicimila anni, Polaris verrà rimpiazzata e in quel punto del cielo, al suo posto, vedremo Vega.
Salutiamo Polaris, e ringraziamola. Ha svolto un buon lavoro.
Diamo il benvenuto a Vega.
Ora guardiamo giù, verso il pianeta. Giù, verso il pianeta, tra dodicimila anni.
Dove un tempo sorgeva Bologna, tutto è coperto da un grande bosco.
La sfera entra nell’addome per l’ultima volta. Mentre lo fa si rimpicciolisce fino a scomparire. Portiamo le mani poco sotto l’ombelico e massaggiamoci in senso antiorario.
Immaginiamo di rimpicciolire a nostra volta, a ogni espirazione siamo sempre più bassi, finché non torniamo a terra.
Il Cantagallo non c’è più. Al suo posto, una radura erbosa.
Intorno a noi solo alberi.
Non siamo soli. Altri umani sono intorno a noi, camminano senza urtarci ma non ci vedono.
Siamo andati avanti dodicimila anni meno due ore. Di nuovo mancano due ore all’alba. Questi umani, nostri discendenti, si preparano ad accoglierla, rivolti a settentrione. Il loro sguardo cerca e trova Vega, la stella del nord. Tra le loro mani la sfera si espande e contrae. Nella loro mente, sono già più alti dell’atmosfera. Possono toccare la luna.
Un giorno, fra tredicimila anni, Vega verrà rimpiazzata e in quel punto del cielo, al suo posto, gli umani vedranno di nuovo Polaris.
Salutano Vega, questi nostri discendenti, e la ringraziano. Ha svolto un buon lavoro. Danno il bentornato a Polaris, e noi con essi.
Ora, da quelle altezze guardano giù, verso il pianeta, verso di noi, ma non vedono noi.
Vedono come sarà tra tredicimila anni.
Tra poco scenderanno e, accanto ad essi, i loro discendenti guarderanno verso nord.
E così via, lungo la catena dei millenni, tra glaciazioni, disgeli, nascite e declini di civiltà, fino a vedere la notte dell’ultimo rituale.
Ora torniamo indietro, torniamo qui, al Cantagallo. Ogni espirazione ci porta indietro di mille anni.
Il sole comincia a sorgere. Ci attende una giornata di lavoro, le mani sono colme di energia.
Diamoci da fare.

Dogato e Bologna, ottobre – dicembre 2008.
A Graziano Manzoni, “in memoriam”.

LEGGI LA PRIMA PARTE
LEGGI LA SECONDA PARTE
LEGGI LA TERZA PARTE

Racconto apparso nell’antologia “Anteprima nazionale. Nove visioni del nostro futuro invisibile.” A cura di Giorgio Vasta, Minimum Fax, Roma 2009.
© 2009 by Wu Ming 1, [
vedi]

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IMMAGINARIO
Auguri a Niccolò III.
La foto di oggi

Famoso per la sua intensa vita amorosa, Niccolò III d’Este nasce a Ferrara il 9 novembre 1383. Signore di Ferrara, amplia i territori del dominio estense, ma si ricorda soprattutto per il detto popolare che afferma come “di qua e di là dal Po, son tutti figli di Niccolò”. Non poche nemmeno le mogli legittime: Gigliola da Carrara, Parisina Malatesta e Ricciarda di Saluzzo.

OGGI – IMMAGINARIO ESTENSE

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Statua equestre di Niccolò III d’Este a Ferrara di fronte al Duomo (foto di FRANCO COLLA per FeDetails)

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulla foto per ingrandirla]

GERMOGLI
Rifugiamoci nel verde.
L’aforisma di oggi

“Un giardino non ospita mai quei fiori che nascono liberi dinanzi ai suoi cancelli, bensì quelli propri di un altro paesaggio, di un sogno, di una nostalgia. I cancelli separano due mondi diversi: altrimenti, perché esisterebbero?”

Dal “Il giardiniere appassionato” di Rudolf Borchardt, 1968, Adelphi

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

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Giardino acquatico dal portale dell’Ugai, Unione garden club e attività similari d’Italia