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Giorno: 12 Novembre 2014

Venite a scoprire “La Fabbrica dei mostri”!

da organizzatori

Laboratorio per bambini (dai 6 agli 11 anni), dedicato a Frankenstein di Mary Shelley.

Sta per partire il nuovo laboratorio di Officina Teatrale A_ctuar, che vuole avvicinare i bambini al linguaggio teatrale attraverso giochi ed improvvisazioni, offrendo uno spazio di espressione, comunicazione e socializzazione, per esplorare in modo creativo la propria personalità e il rapporto con gli altri, stimolare l’autostima, la crescita positiva e sociale in un ambiente protetto, ludico e non competitivo.
Il laboratorio avrà come filo conduttore “Frankenstein” di Mary Shelley. L’indagine pedagogica ed artistica sulla figura del “mostro” guiderà i bambini alla scoperta della diversità e dell’imperfezione, alla loro comprensione ed accettazione.
Lo spettacolo finale seguirà le inclinazioni e la creatività personale dei bambini, proponendosi come momento di lavoro aperto da mostrare al pubblico dei genitori.

Domeniche 23 Novembre, 30 Novembre, 7 Dicembre 2014.
Il 14 Dicembre ci sarà lo spettacolo finale!
Dalle 15.30 alle 18.30 (con pausa merenda offerta da noi).

Sala teatrale Circolo Arci Bolognesi
P.tta San Nicolò 6/A Ferrara
Riservato ai soci Arci con possibilità di tesseramento in loco.
Per informazioni chiama il 3384773055

PROGRAMMA DEL LABORATORIO

GIORNATA 1: Presentazioni, giochi di socializzazione, di esplorazione dello spazio e di espressione corporea. Improvvisazioni ludiche sulle emozioni, sul personaggio e sulla maschera. Presentazione sotto forma di racconto di Frankenstein.
GIORNATA 2: Giochi drammaturgici: partendo dalla storia di Frankenstein i bambini impareranno a costruire il proprio “mostro” attraverso il corpo, gli oggetti di scena e la musica.
GIORNATA 3: Costruzione del racconto teatrale e scoperta dello spazio scenico. Esercizi sulla voce e sulla respirazione.
GIORNATA 4: Prove generali e spettacolo finale in presenza del pubblico.

Comune di Ferrara, tutti i comunicati del 12 novembre

da: ufficio stampa Comune di Ferrara

La newsletter del 12 novembre 2014

Giovedì 13 novembre alle 17 alla sala Agnelli della biblioteca Ariostea (via Scienze 17) Andrea Pugiotto dell’Università di Ferrara parlerà di “Franz Kafka – Il Processo”. L’appuntamento, inserito nel il ciclo ‘Anniversari’, è a cura di Istituto Gramsci di Ferrara e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara e vuole ricordare i cento anni dalla scrittura del romanzo e i novant’anni dalla scomparsa dello scrittore di Praga. Coordinerà l’iniziativa, che si avvale del patrocinio del Comune di Ferrara, Roberto Cassoli.

LA SCHEDA (a cura degli organizzatori) – Franz Kafka (Praga il 3 luglio 1883 – Kierling il 3 giugno 1924) è stata una delle maggiori figure della letteratura del XX secolo. Ha scritto di lui Gyorgy Lukacs: “Il mondo del capitalismo odierno come inferno e l’impotenza di tutto ciò che è umano davanti alla potenza di questo inferno, costituisce il contenuto dell’opera di Kafka.” Il “Processo” è un romanzo scritto tra il 1914 e il ’15 e lasciato incompiuto dall’autore. Josek K., una mattina, viene arrestato, senza aver fatto nulla di male e senza sapere perché. Comincia allora una lunga odissea – fra carcere, libertà provvisoria, tribunale – durante la quale intorno a lui si fa il vuoto umano sino alla sua condanna a morte inflitta da giudici che neppure conoscono il capo d’imputazione. Saranno due custodi della legge, come banditi di strada, ad eseguirla accoltellando Josef K., oramai più complice che vittima del suo incubo giudiziario. Tra le tante possibili chiavi interpretative, il “Processo” di Franz Kafka si presta a una lettura con gli occhiali del giurista: il ruolo della vittima, l’errore giudiziario, la pena capitale, il processo come pena anticipata, la burocratizzazione della giustizia e la sua esaltazione forcaiola. Forse, la vicenda labirintica di Josef K. è molto più attuale di quanto la sua natura romanzesca possa indurre a pensare, raccontandoci del pericolo – sempre latente – di un diritto che, da violenza domata si fa esso stesso meccanismo di sopraffazione.

EMERGENCY – Martedì 18 novembre alle 20 al ristorante ‘Scaccianuvole’
A cena con Emergency per raccogliere fondi per malati di Ebola in Sierra Leone
12-11-2014

“Una cena per Emergency” è il tema della serata promossa dal Gruppo ferrarese dell’associazione umanitaria, in programma martedì 18 novembre alle 20 al ristorante ‘Scaccianuvole’ (via Cassoli 49), per raccogliere fondi per il centro di cura dei malati di Ebola a Lakka in Sierra Leone. L’adesione è libera e aperta a tutti (è gradita la prenotazione tel. 333 9940136 -emergency@gmail.com). L’iniziativa si avvale del patrocinio del Comune di Ferrara.

LA SCHEDA – Nel settembre scorso Emergency ha aperto un centro per la cura dei malati di Ebola a Lakka, a pochi chilometri dalla capitale Freetown. La struttura, messa a disposizione dal Ministero della sanità locale, comprende un’area di attesa, un’area per l’isolamento dei casi sospetti con 10 posti letto, un’area dedicata alla cura dei malati con 12 posti letto, una zona di disinfezione, un obitorio e l’area dei servizi con spogliatoi, magazzini, lavanderia e cucine. Presso il centro lavorano circa 110 persone (medici, infermieri, ausiliari…). Gli operatori internazionali vengono da Italia, Serbia, Spagna, Uganda.

TEATRO VERDI – Venerdì 14 novembre alle 21 con la regia di Shamira Benetti
In scena a Porotto “Cento anni di Storia – ricordando la Grande Guerra”
12-11-2014

Nuovo appuntamento con la rassegna teatrale 2014 del teatro G. Verdi di Porotto (via X Martiri 141). Venerdì 14 novembre alle 21 Giorgio Testoni e Shamira Benetti presentano “Cento anni di Storia – ricordando la Grande Guerra”, un viaggio tra le poesie e i racconti degli autori più conosciuti accompagnato dai canti degli Alpini che hanno segnato un’epoca.
La serata, a cura dell’associazione Teatro G. Verdi, vede la regia di Shamira Benetti.

info: www.teatroverdiporotto.it, teatroverdiporotto@gmail.com, fb Teatro G. Verdi (Porotto)

INTERPELLANZA – Presentata dal gruppo Forza Italia in Consiglio comunale
Quali gli interventi alla viabilità in corso Giovecca in prossimità delle feste natalizie
12-11-2014

Questa l’interpellanza pervenuta:
– il consigliere Fornasini (gruppo Forza Italia in Consiglio comunale) ha interpellato il Sindaco di Ferrara e gli Assessori ai Lavori pubblici/Mobilità e al Commercio/Fiere e Mercati per sapere quali interventi alla viabilità verranno fatti in corso Giovecca in prossimità delle feste natalizie.

POLIZIA MUNICIPALE – Presentato il servizio da Sindaco e Comandante Trentini
Ricostituito il nucleo operativo fluviale per meglio tutelare il territorio e l’idrovia ferrarese
12-11-2014

E’ stata ufficialmente presentata questa mattina, mercoledì 12 novembre, nel bacino in prossimità della conca fluviale sul Canale Boicelli a Pontelagoscuro, l’attività del ricostituito Nucleo Operativo Fluviale e nell’occasione inaugurato il natante utilizzato per questo servizio della Polizia Municipale Terre Estensi. All’incontro con i giornalisti sono intervenuti il Sindaco di Ferrara, la Comandante della Polizia Municipale Laura Trentini e gli Ispettori Superiori Flaviano Contra e Roberto Accorsi.

Con il contributo della Regione Emilia Romagna, è stato recuperato nel corso di quest’anno alla sua destinazione originaria, un natante di proprietà comunale da anni inutilizzato. Il rinnovato servizio intrapreso dalla Polizia Municipale sugli ottanta chilometri dell’asta fluviale, che bene s’inserirà nel progetto “Idrovia ferrarese”, assume la funzione di controllo della rete idrografica di competenza, sia con finalità preventive sia di repressione degli illeciti in materia di degrado ambientale e edilizio sia per quanto riguarda i vari aspetti inerenti la navigazione delle acque interne, ivi compreso l’aspetto collegato alla deterrenza e prevenzione di eventuali illeciti.

LA SCHEDA – RICOSTITUZIONE DEL NUCLEO OPERATIVO FLUVIALE (N.O.F.)

(A cura del Comando di Polizia Municipale Terre Estensi)

– Il progetto

Il progetto nasce dal desiderio di recuperare un bene comunale, non utilizzato, alla sua destinazione originaria. Acquistato dal Comune nel 1988 per il pattugliamento dell’asta fluviale tale servizio si protrasse fino al 1994 quando poi a causa dello scioglimento del nucleo nautico il natante venne prima posto in vendita, ma dato l’esito negativo, venne ceduto in comodato d’uso gratuito all’ARPA, la quale successivamente stipulò apposita convenzione per l’uso contestuale del natante con l’Azienda USL di Ferrara che lo utilizzò fino al 2006 anno in cui il Comune ne ritornò in possesso.

Dopo vari tentativi di porlo in vendita, nel 2011 esce un bando di finanziamento Regionale per la realizzazione di progetti volti alla qualificazione del servizio di Polizia locale, attraverso il quale il Corpo Polizia Municipale di Ferrara viene ammesso al finanziamento del progetto “Ricostituzione del Nucleo Operativo Fluviale (N.O.F.)” assegnando un contributo di € 8.716,32, pari al 44% dell’importo complessivo di spesa corrente previsto per il progetto quantificato in € 19.809,81, finanziato con € 22.000,00 per interventi imprevedibili e non quantificabili.

– Il natante

Il natante fu commissionato dal Comune di Ferrara nell’anno 1988 al cantiere Della Pasqua e Carnevali di Marina di Ravenna.

Modello DC7 in vetroresina di lunghezza mt. 7,50, è equipaggiato con n. 1 motore entrofuoribordo Volvo Penta Diesel di potenza 200 HP.

Nonostante la lunghezza della carena, è dotato di un piede poppiero che gli consente una gran manovrabilità tanto da potere ruotare su se stesso a 360° ed invertire la rotta anche nei passaggi più stretti, come in alcuni punti della rete dei corsi d’acqua nel territorio comunale.

La bassa chiglia (circa 60 cm.) planante, unitamente al dispositivo Power Trim, sistema che consente di modificare l’inclinazione d’asse d’elica e di conseguenza il piede poppiero, è confacente alla navigazione fluviale e consente l’avvicinarsi alla ripa per l’atterraggio dell’equipaggio anche senza punti di attracco, per tutti quegli interventi da proseguire a terra senza ritardo.

– Il personale

Già contemplato nell’organigramma del Corpo (anno 2011), il Nucleo Operativo Fluviale è stato costituito in maniera trasversale da personale appartenente a vari Reparti. In particolare il personale già munito di patente nautica e quindi abilitato a comandare il natante è costituito dai tre Ispettori responsabili del Reparto Polizia Ambientale Edilizia, Reparto Zona Centro, Reparto Polizia Commerciale, similmente il personale costituente il Nucleo, in totale n. 8, appartengono al Reparto Polizia Ambientale Edilizia e al Reparto Polizia Stradale Infortunistica, prestando servizio alternativamente nelle diverse attività. Quest’ultimo personale è stato formato e selezionato attraverso un corso interno concluso con una prova teorica e una pratica. Gli Operatori selezionati completeranno poi la formazione a bordo del natante. Formatore e Responsabile del Nucleo è l’Ispettore Superiore Flaviano Contra.

– Gli obiettivi

– Controllo delle aree soggette a vincoli.

– Salvaguardia e tutela dell’ambiente nonché del controllo del patrimonio edilizio privato.

– Prevenzione e gestione dei fenomeni di degrado urbano.

L’obiettivo che il progetto per la ricostituzione del Nucleo Operativo Fluviale si pone, è di consentire quindi un proficuo controllo delle vie fluviali interne ai confini comunali. Ciò riguarderebbe non solo le specifiche problematiche legate alle varie attività correlate alla navigazione interna, ma permetterebbe anche l’eventuale accertamento, attualmente non possibile, di situazioni di degrado ambientale e/o abusi edilizi, la vigilanza sui comportamenti che violano le norme riguardanti gli spazi pubblici, il bivacco sotto i ponti od in strutture abbandonate, l’accumulo di sporcizia e rifiuti lungo gli argini, che si possono riscontrare solo tramite attento pattugliamento del territorio con la navigazione nei vari canali esistenti. Si precisa infatti che essi contano, nel territorio del comune di Ferrara, una lunghezza navigabile pari a 80 Km circa.

La via fluviale navigabile include un tratto del Fiume Po, il Canale Boicelli, che attraversa la zona industriale di Ferrara e collega la Conca di Pontelagoscuro al punto d’incrocio con il Canale Burana e il Po di Volano, il Canale Burana che lambendo la Zona della Piccola e Media Industria continua il suo corso fino alla cittadina di Bondeno, il Po di Volano ed il Po morto di Primaro che fu ramo deltizio del fiume Po, ed ora canale di bonifica facente parte del tessuto dei canali di risanamento delle paludi del delta del Po, esso nasce all’altezza di Ferrara dal Po di Volano, e termina il suo percorso presso un impianto di sollevamento sotto gli argini del Reno, entro cui le sue acque vengono riversate.

– Le prospettive – L’Idrovia Ferrarese

Controllo della navigazione

Vigilanza finalizzata al rispetto delle normative statali, regionali, comunali in materia di circolazione acquea.

Controllo della velocità dei natanti e repressione dei comportamenti illeciti.

Scorte ad eventi e manifestazioni nautiche.

La Regione Emilia-Romagna ha promosso, coordinato dalla Provincia di Ferrara e finanziato con fondi statali, il progetto “IDROVIA FERRARESE”.

Tale progetto prevede l’esecuzione di importanti opere di riqualificazione e valorizzazione del territorio per la realizzazione di un nuovo sistema di viabilità dell’asta fluviale, dal Po di Pontelagoscuro a Porto Garibaldi, in modo da permettere la navigazione anche di navi di V classe.

L’opera rappresenta quindi una implementazione di un sistema di viabilità alternativo che, conseguentemente, pone in essere nuove e non meno importanti esigenze di controllo per garantire la effettiva tutela del territorio e la sicurezza della popolazione.

In questo ambito, anche per il nostro territorio comunale, si viene a creare la preponderante necessità che la Polizia Municipale assuma il compito del controllo della rete idrografica di competenza, sia al riguardo della prevenzione e repressione degli illeciti in materia di degrado ambientale ed edilizio che per quanto riguarda i vari aspetti inerenti la navigazione delle acque interne, ivi compreso l’aspetto collegato alla deterrenza e prevenzione di eventuali illeciti.

CONFERENZA STAMPA – Venerdì 14 novembre alle 11 nella sala di Giunta
Presentazione dei nuovi strumenti di comunicazione del progetto ‘Felicity’
12-11-2014

Venerdì 14 novembre alle 11 nella sala di Giunta della residenza municipale si svolgerà la presentazione ufficiale dell’attivazione degli strumenti di comunicazione e promozione per la valorizzazione del Centro Storico di Ferrara, in particolare Sito WEB e Pagina Facebook, percorso inserito nell’ambito delle azioni previste dal “Progetto Sperimentale di valorizzazione e gestione condivisa del Centro Storico di Ferrara – Felicity” intrapreso da Comune di Ferrara e associazioni Ascom e Confesercenti di Ferrara.
All’incontro con i giornalisti interverranno l’Assessore comunale al Commercio/Fiere e Mercati e rappresentanti delle associazioni di categoria Ascom e Confesercenti di Ferrara e dell’Agenzia Dinamica Media Srl.

RESIDENZA MUNICIPALE – Aperta nel salone d’Onore fino al 22 novembre. Già visitata da un ampio numero di persone e scolaresche
Allievi della scuola Alda Costa alla mostra “Grafica pubblicitaria e oggetti rari nella Ferrara del ‘900”
12-11-2014

Già centinaia di persone hanno visitato la mostra ‘Grafica pubblicitaria e oggetti rari nella Ferrara del 900’ allestita nel Salone d’Onore del palazzo Ducale di Ferrara (piazza Municipale 2). Organizzata dal Comune, con il patrocinio e la collaborazione della Camera di Commercio cittadina e Ferrariae Decus, l’originale esposizione sarà visitabile fino al 22 novembre prossimo negli orari di apertura della Residenza Municipale.

La mostra, curata da Alberto Cavallaroni e Francesco Scafuri in collaborazione con le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, comprende locandine e manifesti pubblicitari a carattere ferrarese che pubblicizzano iniziative culturali, manifestazioni sportive e prodotti commerciali, realizzati dalla fine dell’Ottocento fino agli anni Cinquanta del XX secolo da famosi illustratori italiani e artisti locali. Completano l’esposizione cartoline, riviste, libri e gli stessi oggetti reclamizzati nelle fantasiose immagini proposte in mostra.
Questa mattina (mercoledì 12 novembre n.d.r.) l’Assessore ai Lavori Pubblici e Beni Monumentali del Comune di Ferrara ha accolto gli alunni della quinta A della scuola elementare Alda Costa, accompagnati da alcuni genitori, dalla dirigente scolastica Stefania Musacci e dalle insegnanti Paola Chiorboli, Roberta Raiteri e Michela Rossato. La scolaresca, affascinata dai coloratissimi manifesti e dai tanti oggetti racchiusi nelle teche, quali lampade ad olio, caffettiere e calamai degli inizi del ‘900, ha seguito con attenzione le spiegazioni delle maestre e degli organizzatori, che hanno risposto alle tante domande dei bambini.
Diverse scuole cittadine hanno chiesto di poter far visitare la mostra ai propri studenti. Già una trentina di ragazzi dell’Istituto Luigi Einaudi che studiano grafica multimediale, accompagnati dal prof. Pietro Benedetti, hanno potuto analizzare da vicino nei giorni scorsi le efficacissime immagini pubblicitarie, mentre nei prossimi giorni si alterneranno oltre un centinaio di studenti e docenti di varie scuole di Ferrara, tra cui il liceo classico Ariosto e il liceo artistico Dosso Dossi.

italia-nostra

Domenica 16 novembre, al Ridotto del Teatro Comunale, cerimonia di consegna della 3° edizione del Premio nazionale Giorgio Bassani

da: Italia Nostra, Sezione di Ferrara

Il Premio è destinato a uno scrittore-giornalista distintosi negli ultimi due anni per i propri scritti a favore della tutela del patrimonio storico, artistico e naturale del Paese ed è stato istituito da Italia Nostra in onore di Giorgio Bassani, presidente Nazionale dell’Associazione dal 1965 al 1980, in occasione del decennale della scomparsa dello scrittore (2010).
La consegna del Premio sarà preceduta da una conferenza del prof. Paolo Maddalena, vice presidente emerito della Corte Costituzionale, sul tema: “Il territorio bene comune”.

La giornata di sabato 15, dalle ore 10.00, sarà invece dedicata ad un convegno sulla tutela integrata del Po e del suo delta, presso la sala dell’Imbarcadero 2 del Castello Estense.
La pianura padana è ormai da decenni uno dei territori più urbanizzati ed inquinati d’Europa. Il grande fiume che la solca e la percorre è stato a lungo utilizzato come veicolo di ogni sorta di inquinamento.
E’ tempo di pensare al bacino del Po e dei suoi affluenti come ad un grande corridoio ecologico che attraversa l’intera pianura padana; un sistema di parchi e di aree protette, in parte già esistenti, in parte da creare, ma soprattutto da unire e coordinare attraverso la creazione di un autentico Parco Fluviale, che difenda e accompagni il fiume dal Monviso al mare.

Coldiretti: Sono regolari il 99,6% dei campioni, la sicurezza alimentare italiana è da record

da: ufficio stampa Coldiretti

I dati ufficiali dei controlli sui residui di fitofarmaci negli alimenti confermano l’elevato grado di attenzione degli agricoltori italiani, con una costante riduzione delle irregolarità anche a fronte dell’aumento del numero di controlli annuali. Nessun altro paese è così attento al rispetto dei limiti di legge.

Gli agricoltori italiano sono sempre più attenti all’uso dei fitofarmaci nell’interesse dei consumatori. E’ quanto emerge da rapporto del Ministero della Salute che ha pubblicato in questi giorni, i dati sul controllo dei residui di prodotti fitosanitari negli alimenti relativi all’anno 2012.
Confrontando i risultati dei programmi nazionali di controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari nei prodotti ortofrutticoli a partire dal 1995, risulta evidente come il numero di campioni analizzati sia considerevolmente aumentato fino al 2001, passando da un numero di 7.611 campioni analizzati nel 1995 a8.857 nel 2001, per poi subire un assestamento ad un livello standard nel periodo 2003-2012. Nel corso dell’anno 2012 sono stati analizzati complessivamente 8294 di campioni di frutta, ortaggi, cereali, olio, vino, baby food e altri prodotti per verificare la presenza di residui di prodotti fitosanitari. Di questi soltanto 33 sono risultati superiori ai limiti massimi consentiti dalla normativa vigente, con una percentuale di irregolarità molto contenuta, pari allo 0,4 per cento, contro un 99,6 per cento di campioni regolari.
Relativamente ai campioni risultati non regolamentari, i dati mostrano come la percentuale di superamenti dei limiti massimi di residui abbia subito un decremento nel corso degli anni, passando dal 5,6 per cento nel 1993 fino ad un livello molto contenuto nel 2012, pari allo 0,5 per cento. Questo risultato fa sì che l’Italia sia il paese più sicuro in Europa e nel mondo in termini di impiego di prodotti fitosanitari.
I risultati nazionali emersi dal rapporto ministeriale sono, infatti, 9 volte inferiori a quelli della media comunitaria, che secondo l’ultimo report dell’Efsa è peggiorata, passando dall’1,6 per cento di irregolarità dello scorso anno all’1,9 per cento, e addirittura oltre di 32 volte inferiori a quelli extracomunitari (6,5 per cento di irregolarità).
Il monitoraggio compiuto dal Ministero della Salute riguarda l’ortofrutta, i cereali, alcuni prodotti trasformati, quali olio e vino, costituenti importanti della dieta italiana e mediterranea, le elaborazioni riguardanti i baby food, quelle relative ad altri prodotti (trasformati di frutta, ortaggi, cereali, le spezie, i semi, etc), i risultati del piano coordinato comunitario e i prodotti di origine biologica e alcuni alimenti di origine animale.
I baby food o i prodotti trasformati, le spezie, le farine, ed altri, sono stati campionatianche se non previsti tra gli alimenti del piano nazionale proprio al fine di garantire una maggiore tutela non solo dei consumatori ma anche delle fasce più vulnerabili quali i bambini e i vegetariani. Il Ministero evidenzia, inoltre, che rispetto al 2011 le irregolarità si sono mantenute in percentuale costanti ma comunque in diminuzione rispetto agli anni precedenti.
Coldiretti accoglie con estrema soddisfazione i risultati di tale monitoraggio che smentisce categoricamente i dati spesso rilevati e diffusi da soggetti non istituzionali, fatti eseguire da laboratori non autorizzati dalla rete ufficiale di controllo, da cui emergono risultati inattendibili che screditano l’agricoltura italiana quando, invece, le imprese agricole, nel nostro Paese, hanno acquisito un know how di grande professionalità nel garantire la sicurezza e la salute dei consumatori anche quando si effettuano i trattamenti fitosanitari resisi necessari per evitare la perdita di coltureattaccate da parassiti e malattie.

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Il cordoglio del sottosegretario Alfredo Bertelli e della Giunta regionale per la morte di Mario Mazzoni, presidente del Centro servizi regionale del volontariato di Protezione civile

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

“Un uomo che ha messo la solidarietà e il volontariato al centro della propria vita, e di cui tutti ricorderanno l’impegno instancabile profuso in occasione delle tante emergenze che hanno colpito la nostra regione e il nostro Paese”.
Con queste parole il sottosegretario alla Presidenza della Regione Emilia-Romagna, Alfredo Bertelli, ricorda la scomparsa di Mario Mazzoni, presidente del Centro servizi regionale del volontariato di Protezione civile e per lunghi anni presidente della Consulta provinciale di Bologna.
“Alla famiglia di Mario Mazzoni – aggiunge Bertelli – desidero esprimere il mio personale cordoglio e quello della Giunta regionale, unito a un sentimento di profonda riconoscenza”.

Replica del Sindaco Marco Fabbri sulla vicenda del Piano dell’arenile del Comune di Comacchio

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

In esito agli articoli odierni, inerenti le vicissitudini del Piano dell’Arenile del Comune di Comacchio, interviene il Sindaco Marco Fabbri per evidenziare come “al nostro insediamento abbiamo subito analizzato il piano dal punto di vista tecnico e giuridico ed abbiamo appurato che quello adottato dall’amministrazione Carli nel merito aveva recepito gran parte delle osservazioni (più di 20) rilevate dalla regione Emilia Romagna nel piano a suo tempo approvato dalla giunta Cicognani e che avevano portato la stessa a non considerarlo valido. Nel merito, per ragioni di economicità e snellezza amministrativa si è deciso di emendare il piano approvato dall’amministrazione Carli, andando ad inserire alcuni correttivi, anzichè mandare tutto all’aria come avrebbero fatto altri, solo perchè il piano proveniva da un’altra amministrazione. Non dimentichiamo che il TAR – prosegue il Sidaco – ha contestato l’incompetenza della Giunta Comunale ad adottarlo, nonostante l’iter procedurale seguito, con pubblicazione e relativo periodo di osservazioni sia lo stesso previsto per il Consiglio Comunale. Non si vogliono prendere le difese d’ufficio dell’amministrazione Carli – specifica il Primo Cittadino -, ma la procedura adottata da quest’ultima è avvenuta in forza di una disposizione di legge del 2011, la quale ha previsto che tutti i piani particolareggiati non fossero più di competenza del Consiglio Comunale, ma della Giunta Comunale. E’ del tutto evidente che il danno creato si ripercuote su tutto il settore balneare, mentre ciò che apre ampi margini di riflessione consiste nel fatto che i ricorsi presentati al TAR non interessino stabilimenti balneari, ma la realizzazione di residenze turistico-alberghiere sulla spiaggia. Si rileva altresì che la Regione Emilia Romagna, rispetto al piano così come emendato dall’attuale amministrazione, in data 2 ottobre scorso aveva espresso un parere tecnico favorevole allo stesso. Si stava pertanto solo attendendo una delibera di Giunta Regionale (prevista entro il 15 novembre prossimo), questo grazie all’impegno dell’assessore Maurizio Melucci, che aveva preso a cuore la vicenda storica del piano dell’arenile di Comacchio. La succitata delibera regionale sarebbe stata solo una presa d’atto circa la conformità tecnica. Per noi questa è stata una doccia fredda – commenta il Sindaco -. E’ vero che le sentenze vanno rispettate anche quando non sono condivise, come è avvenuto in questo caso.” A questo proposito in Municipio si è svolta lunedì scorso (10 novembre u.s) una riunione, in presenza delle associazioni di categoria, delle cooperative degli stabilimenti balneari, nonchè in presenza dei capigruppo consiliari di minoranza, nel corso della quale si è condivisa la volontà di dare una risposta immediata al settore, attraverso la riadozione in Consiglio Comunale del piano dell’arenile in tempi rapidissimi (verosimilmente entro un mese). “Vogliamo così riportare la discussione in Consiglio Comunale – conclude il Sindaco – per riadottare questo strumento urbanistico fondamentale per il territorio, lungamente atteso. Al contempo stiamo però attentamente valutando di ricorrere al Consiglio di Stato. Auspichiamo che il nuovo governatore della Regione Emilia Romagna prenda in mano subito la vicenda, adoperandosi perchè che si possa approvare definitivamente ed al più presto il piano dell’arenile del Comune di Comacchio.”

LA RIFLESSIONE
Internet, un ambiente ‘wow’

Una riflessione sulla rete come ambiente e sulle implicazioni che ciò comporta a livello cognitivo, identitario, relazionale: questo l’intervento di Maura Franchi ieri pomeriggio alla sala Agnelli della biblioteca Ariostea.
Il punto di partenza è considerare internet non più come uno strumento che si può decidere di usare o non usare, ma iniziare a considerarlo un ambiente, cioè “qualcosa di imprescindibile, perché non possiamo fare a meno di abitarlo”. È un passaggio che i cosiddetti nativi digitali non hanno più nemmeno bisogno di fare perché il loro uso delle tecnologie è del tutto intuitivo, non è una questione anagrafica, ma di capacità: la “discontinuità” è segnata dal fatto che l’utilizzo delle tecnologie digitali ormai “è inscritto nei loro schemi mentali”.
La questione diventa quindi essere consapevoli dell’ambiente in cui ci muoviamo, saperne riconoscere sia i rischi sia le opportunità, e compiere così il passo successivo: “dal rifiuto e dalla paura all’inclusione e alla cittadinanza”.
Quali sono dunque le implicazioni a livello di identità e di relazioni? Ormai abbiamo superato la distinzione on/off line, siamo continuamente ‘all line’, per questo la rete è diventata il luogo non solo della “narrazione del sè”, ma della nostra “costruzione identitaria”: l’identità perciò non si forma più attraverso l’interazione con gruppi sociali ben definiti, ma attraverso la condivisione con un numero ampio, aperto e indefinito di persone. Il risultato è un’identità senz’altro più fluida e plurale, ma più precaria e incerta. È infatti inevitabile chiedersi se l’aumento di persone con cui entriamo in contatto significhi una maggiore libertà di confrontarsi con diverse prospettive, oppure implichi il rischio di essere spinti verso identità preconfezionate, perché internet registra ciò che si fa e dice ciò che si vuole. È probabile che siano vere entrambe le cose e che l’importante sia rendersi conto che sta a noi utenti, per rimanere nella metafora dell’ambiente, decidere quale strada prendere. In altre parole la rete è evidentemente una risorsa di relazione, ma è necessario essere consapevoli che la distribuzione di capitale sociale rimane ineguale, da qui la necessità di possedere competenze sociali per gestire i diversi contesti e il moltiplicarsi delle interazioni.
L’altra domanda che si è posta Maura Franchi è che tipo di ambiente sia la rete: è “il paese dei balocchi”, ma non nel senso che forse molti di voi immagineranno. Il web è “un luogo ricco di stimoli”, “non completamente riferito al qui e ora del quotidiano”, in cui avviene “uno spostamento simbolico e pratico verso un’area ludica” e “un’ibridazione gioco-vita”. Il punto di contatto con il processo di apprendimento è “l’eterna sorpresa”: in fondo l’apprendimento è anche “la sorpresa, la meraviglia di conoscere una cosa che prima non si sapeva”. Perché non cercare di sfruttare tutto ciò come molla all’azione e all’apprendimento informale? La chiave è insomma stimolare pratiche condivise e un uso generativo, non passivo, della rete.

Il presidente A.N.B.I. Vincenzi dopo la nuova morte per frana: “Subito l’approvazione delle legge contro il consumo del suolo”

da: ufficio stampa A.N.B.I.

“Di fronte all’Italia allagata, che frana e che piange tre vittime in due giorni, c’è da chiedersi che fine ha fatto la legge contro il consumo indiscriminato di suolo, che fin dall’annuncio dell’allora Ministro, Catania, aveva raccolto il nostro consenso. Per questo, rinnovo l’appello lanciato agli Stati Generali contro il Dissesto Idrogeologico, affinchè i presenti, ad iniziare dal ministro, Galletti e dal sottosegretario, Delrio, si facciano parte attiva per approvare, in tempi rapidi, un provvedimento, che ostacoli la progressiva riduzione di suolo agricolo, aggravante di tutte le problematiche idrogeologiche.”
Lo chiede Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.), sottolineando che oltre alla variabilità climatica, con il conseguente regime di piogge intense più concentrate nello spazio e nel tempo, la responsabilità di quanto sta subendo il territorio italiano è anche da attribuire all’impetuosa urbanizzazione ed al disordine nell’uso del suolo.
Secondo l’ISPRA ogni secondo nel nostro Paese vengono occupati 8 metri quadrati di suolo (70 ettari al giorno). Va ricordata anche la forte pressione dell’impermeabilizzazione sulle risorse idriche. Un suolo può incamerare fino a 3.750 tonnellate di acqua per ettaro o circa 400 millimetri di pioggia. L’impermeabilizzazione riduce l’assorbimento di pioggia nel suolo, arrivando ad impedirlo completamente. Viceversa, l’infiltrazione di acqua piovana nei terreni fa sì che essa impieghi più tempo per raggiungere i fiumi, riducendo la portata e quindi il rischio di inondazioni.
L’ANBI ha più volte richiamato l’attenzione di Governo, Parlamento ed Istituzioni sulla diffusa fragilità del territorio del nostro Paese. Secondo dati del Ministero dell’Ambiente, sono 6.633 (82%) i comuni in pericolo per il dissesto idrogeologico; si tratta di una situazione di drammatica vulnerabilità.
Nei rapporti ufficiali vengono raccolti dati, che destano vivissima preoccupazione, se si considera che 6 milioni di persone abitano in un territorio ad alto rischio idrogeologico e 22 milioni in zone a rischio medio; si calcola che 1.260.000 edifici sono a rischio di frane ed alluvioni: 6.251 sono scuole mentre le strutture sanitarie sono 547. L’Italia è un Paese fortemente antropizzato con una densità media, pari a 189 abitanti per chilometro quadrato (in Francia: 114 abitanti; in Spagna: 89), ma con fortissime differenze nella distribuzione territoriale: ai 68 abitanti per chilometro quadrato della Sardegna si contrappongono i 379 abitanti per chilometro quadrato della Lombardia; la Campania arriva a 420 abitanti per chilometro quadrato. La fragilità del territorio è aggravata dall’intensa urbanizzazione.
Ne deriva la necessità di costanti ed organiche azioni di manutenzione, volte a garantire l’adeguamento e l’efficienza delle reti di deflusso idraulico; se è indispensabile intervenire in caso di emergenza, è altrettanto necessario agire preventivamente attraverso azioni e regole comportamentali, che determinino la riduzione del rischio idrogeologico.
“Il messaggio – conclude il Presidente A.N.B.I. – è meno emergenza, più prevenzione; la tutela ed il risanamento idrogeologico del territorio costituiscono priorità strategiche per garantire, al Paese, quelle condizioni territoriali indispensabili per la ripresa della crescita economica.”

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Sviluppo rurale: da Bruxelles ancora nessuna osservazione ai Psr delle Regioni, modificati gli investimenti per la banda larga e ultralarga

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Tutte le Regioni italiane, e tra queste l’Emilia-Romagna, sono in attesa delle osservazioni ai rispettivi Programmi di sviluppo rurale 2014-2020. Tali osservazioni non sono ancora giunte e da fonti ministeriali si presume possano arrivare verso la fine del mese di novembre. Dunque qualsiasi altra affermazione al riguardo è da ritenersi allo stato dei fatti pura illazione.
E’ questa la precisazione della Regione Emilia-Romagna in merito all’iter di approvazione a Bruxelles del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020.
Ad oggi – spiega l’assessorato all’Agricoltura – l’unica modifica sicura sarà quella relativa agli investimenti per la banda larga e ultralarga, in applicazione del nuovo Accordo di partenariato tra Italia e Commissione europea, che regola l’utilizzo di tutti i fondi europei per il nostro Paese e che è stato siglato il 29 ottobre scorso, tre mesi dopo l’approvazione del piano regionale dell’Emilia-Romagna in assemblea legislativa.
Il Governo italiano, infatti, accogliendo le osservazioni di Bruxelles, ha previsto l’elaborazione di una pianificazione nazionale che vede la sinergia e il contributo di tutti i fondi europei. Per ottemperare a tale obiettivo nella riunione degli assessori all’Agricoltura, tenutasi ieri a Roma, si è discusso della necessità di arrivare ad un accordo Stato-Regioni per assicurare la realizzazione al 2020 della infrastrutturazione del Paese con la banda larga e ultralarga.

Venerdì 14 novembre musica e cucina lucana con il trio di Danilo Vignola, miglior ukulelista al mondo

da: ufficio stampa Jazz Club Ferrara

Cucina lucana e musiche folkloriche del Mediterraneo s’incontrano fondendosi alle spericolate tarante di un esplosivo trio guidato dal miglior maestro di ukulele al mondo
Danilo Vignola, ukulele;
Giò Didonna, percussioni;
Valeria Cimò, voce, percussioni e danza

Venerdì 14 novembre tornano le prelibatezze proposte da Somethin’Else. Questa settimana piatti della cucina lucana e musiche folkloriche del Mediterraneo sposano le spericolate tarante di un esplosivo trio guidato da Danilo Vignola, decretato miglior ukulelista al mondo da Eleuke. Completano la formazione Giò Didonna alle percussioni ed il canto unito alla danza di Valeria Cimò.

Venerdì 14 novembre, a partire dalle ore 20.00, tornano le prelibatezze proposte da Somethin’Else.
Questa settimana succulenti portate della cucina tradizionale lucana si sposano a musiche folkloriche del Mediterraneo sulle note di spericolate tarante eseguite dall’esplosivo trio guidato da Danilo Vignola e completato da Giò Didonna alle percussioni e dal canto unito alla danza di Valeria Cimò.
Durante un’intensa attività che lo ha condotto a viaggiare tra Italia e Europa alla ricerca di poeti da accompagnare con il suo ispirato chitarrino a quattro corde, Danilo Vignola ha scoperto l’incredibile versatilità dell’ukulele, strumento con cui ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti internazionali fra cui il premio di miglior suonatore di ukulele elettrico al mondo conferito da Eleuke (2010).
Sperimentatore estremo, Vignola ha ‘strappato’ l’ukulele da radici prettamente hawaiane per proiettarlo in una dimensione del tutto unica e personale. Tra le sue mani questo strumento diviene canale prezioso per esportare sonorità legate all’identità del Sud Italia e soprattutto della Lucania insieme al percussionista e batterista Giò Didonna, unanimemente riconosciuto come uno dei più interessanti ed attivi maestri del ritmo.
Un’esplosione di suoni, colori e sapori da cui lasciarsi completamente travolgere tra ritmi sincopati e delicate melodie, strascinati all’Ndrupp’c (all’inciampo) e pizzicanelli lucani.

Il pensiero delle donne al centro del convegno “Women’s Mind. Filosofia e scienza al femminile”

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

“Women’s Mind. Filosofia e scienza al femminile”. E’ questo il titolo del convegno che si terrà venerdì 14 novembre dalle ore 15 alle ore 19 a Palazzo Bonaccossi, (via Cisterna del Follo, 5) e sabato 15 dalle ore 9 alle ore 12.30 alla Sala Agnelli della Biblioteca Comunale Ariostea, (via Scienze, 17), organizzato dalla Sezione di Filosofia del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara.

Dopo i saluti di Matteo Galli, Direttore del Dipartimento di Studi umanistici di Unife e di Cristiana Fioravanti, Delegata del Rettore per le Pari Opportunità, l’evento vedrà svolgersi interventi scientifici, tavole rotonde e terminerà sabato 15 novembre con la presentazione del libro “Eredi di Laura Bassi. Docenti e ricercatrici in Italia tra età moderna e contemporanea”, a cura di Marta Cavazza, Paola Govoni, Tiziana Pironi, (Milano, FrancoAngeli, 2014).
“Obiettivo dell’incontro – ci spiega Paola Zanardi, Professoressa associata di Storia della Filosofia di Unife e Delegata del Rettore per il Sistema Bibliotecario di Ateneo – è approfondire il problema della rappresentanza delle donne nel mondo accademico e in particolare nella filosofia. Il convegno si interroga anche sul ruolo che le donne hanno avuto nella scienza, e più in generale nei sistemi educativi nei tempi passati, ma l’attenzione è rivolta al presente e al futuro, discutendo le ‘buone pratiche’ per avviare corsi universitari che siano quanto più inclusivi e pluralisti possibile”.

Curiosa, edizione 2014: aperte le iscrizione a due nuove iniziative

da: organizzatori

“Talenti Creativi” e “Web chiama, Creativa risponde!”
Andranno ad arricchire le proposte della mostra-mercato che accompagna i visitatori nelle magiche atmosfere natalizie. TV e Web diventano canali per offrire a chiunque abbia talento creativo un’occasione per far conoscere i propri lavori

Creative e creativi d’Italia unitevi, per tutti voi ci sono due inedite opportunità per dimostrare, in televisione o attraverso il web, cosa sapete fare mixando talento, fantasia e passione. Ad offrire questa succosa novità è CURIOSA, quinta edizione della mostra-mercato di Natale organizzata da ModenaFiere in programma dal 5 all’8 dicembre a Modena, presso i padiglioni di Viale Virgilio. Le iniziative in questione si chiamano “Talenti Creativi” e “Web chiama, Creativa risponde!”, per rendere ancora più ricco e vario il menù di una manifestazione che in poco tempo ha saputo ritagliarsi uno spazio importante tra coloro che vogliono immergersi nelle magiche atmosfere del Natale, tra Idee Regalo, Creatività ed Enogastronomia.

“Talenti creativi” è un vero e proprio video casting per selezionare le migliori idee creative da proporre all’interno della trasmissione “Mani di Lara” in onda sull’emittente televisiva regionale TRC. Organizzato dalla creativa Lara Vella, ideatrice del sito www.creareinsieme.it e direttrice artistica della rivista Creativamente Donna, l’evento (in programma sabato 6 dicembre presso lo stand del portale della creatività a CURIOSA) è aperto a hobbysti e negozianti, purché maggiorenni. Un’occasione davvero unica per dimostrare le proprie abilità manuali, facendosi conoscere attraverso il programma tv e il canale Youtube dedicato. Sin da ora è possibile leggere nel dettaglio il regolamento e pre-iscriversi collegandosi al sito www.creareinsieme.it. I video ritenuti più interessanti e originali dalla redazione del portale andranno in onda su TRC e potranno essere selezionati per la pubblicazione sulle riviste del settore creativo edite da Cigra2003.

Ma gli organizzatori non si sono accontentati della televisione e hanno pensato di offrire un’opportunità anche agli internauti ai quali la rete, attraverso i blog e social network, offre, a costi che possono essere quasi nulli, la possibilità di far conoscere le proprie creazioni e idee. Un tendenza in costante crescita che in più di un’occasione ha creato dei veri fenomeni di costume trasformando alcuni creativi in veri e propri influencer nel proprio settore. Non sempre però alla capacità di dominare l’arte del decoupage, del punto croce o della cucina, corrisponde una equivalente capacità di ricavarsi uno spazio adeguato nella sconfinata piazza del web. Per venire loro in soccorso è nato il progetto “Web chiama, creativa risponde!” dedicato a chi desidera utilizzare al meglio il web per far conoscere sé stesse e il proprio lavoro. L’iniziativa – in programma domenica 7 dicembre mattina e pomeriggio – in questo caso nasce dalla collaborazione tra il portale della creatività www.creareinsieme.it e Studio Il Granello. Tra i temi sviluppati con tutorial pratici: l’ immagine coordinata (naming, logo, font); aprire e gestire un blog su piattaforma gratuita; aprire e gestire una fanpage su Facebook; aprire e gestire un profilo Pinterest.
Per saperne di più e iscriversi, anche in questo caso l’indirizzo web al quale collegarsi è www.creareinsieme.it.

CURIOSA si svolgerà venerdì 5, sabato 6, domenica 7 dalle ore 10.00 alle ore 23.00, lunedì 8 dicembre dalle ore 10.00 alle ore 20.00 presso il quartiere fieristico di Modena. Ingresso a pagamento: biglietto intero 8 euro, ridotti 6 e 5 euro; ingresso gratuito bambini e ragazzi fino a 14 anni.

CURIOSA è patrocinata dal Comune di Modena, sponsor ufficiali Conad e Banca Popolare dell’Emilia Romagna e con la collaborazione di Ascom Confcommercio e Confesercenti. Tutte le informazioni su www.curiosainfiera.it e sulla pagina Facebook dedicata www.facebook.com/curiosainfiera

Paola Peruffo sui rimborsi

da: Paola Peruffo, Candidata Forza Italia alle Elezioni Regionali

«Al di là della legittimità di determinate voci di rimborso, il ‘dramma’ vero sta nella richiesta. Conservare lo scontrino di una colazione o di un ingresso al bagno o di un regalo fatto a colleghi, denota l’esplicita volontà di non ‘rimetterci’ del proprio su nulla, quando sappiamo bene quanto percepiscono i consiglieri regionali. Se poi domani tutto verrà archiviato, ed emergerà che tutto era consentito, poco o nulla cambierà sotto il profilo della condotta morale. La predisposizione verso gli altri la si verifica anche da queste cose. Non si può essere così ‘piccoli’, soprattutto se si ha poi l’ambizione di trattare temi ‘grandi’, che riguardano la quotidianità della vita di migliaia di persone, che il lusso del caffè al bar o un pranzo fuori o l’acquisto dei giornali non possono permetterselo per necessità di risparmio. Se uno si preoccupa di conservare in tasca uno scontrino di pochi euro, come potrà preoccuparsi davvero di chi, esasperato dai problemi economici, minaccia, come tante volte è capitato, di compiere azioni contro la sua stessa vita? Qui il punto non è quel che è possibile o meno farsi rimborsare. Il punto è che basterebbe buon senso e perché no, anche un po’ di pudore».

Domani la commemorazione dell’Eccidio Estense

da: Istituto di Storia Contemporanea Ferrara

Domani 13 novembre il 71° anniversario dell’eccidio estense (15 novembre 1943) verrà ricordato in diversi momenti della giornata.
Alle ore 10.00 presso il Ridotto del la Fondazione Teatro Comunale “Claudio Abbado” verranno presentate in anteprima agli studenti le APP “Luoghi di detenzione e eccidi” e “Persecuzione dei cittadini di religione ebraica” nella città di Ferrara, realizzate dall’Istituto di Storia Contemporanea nell’ambito del progetto “Resistenza mAPPe” – una collana di APP dedicate ai luoghi ed eventi della seconda Guerra Mondiale e della Resistenza pensata ed elaborata dagli Istituti storici dell’Emilia Romagna in rete.
Alle ore 11.30 avrà luogo presso il muretto di Castello Estense la cerimonia Cerimonia di commemorazione alla presenza delle Autorità Civili, Militari e Religiose e degli studenti.
Nell’occasione verrà esposta presso il muretto la mostra Per non dimenticare dedicata agli 11 cittadini ferraresi uccisi all’alba del 15 novembre 1943, realizzata dall’Istituto di Storia Contemporanea con il contributo del Comune di Ferrara.
Alle ore 15.00 Deposizione corona alle Lapidi esterne della Sinagoga di Via Mazzini con onori militari
Alle ore 21.00 presso Sala Estense Parole e immagini della Resistenza Ivano Marescotti in La lunga notte del ’43 Il film La lunga notte del ’43 di Florestano Vancini e il racconto Una notte del ‘43 “di Giorgio Bassani – interpretati tra cinema e teatro. Un progetto dell’Istituto Beni Culturali dell’Emilia Romagna con la collaborazione della Fondazione Teatro de dell’ Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara.

Sussidiarietà, Capitale Umano e Rispetto delle regole: il documento di Confcommercio per le elezioni regionali

da: ufficio stampa Ascom Ferrara

Sarà disponibile sul sito internet di Ascom Ferrara (www.ascomfe.it) oltre che sui Social Network dell’Associazione (Facebook e Twitter): stiamo parlando della base programmatica e di proposte elaborate dalla Confcommercio dell’Emilia-Romagna per la prossima legislatura regionale che vedrà il suo rinnovo alle urne il prossimo 23 novembre.
Tali indicazioni sono sorte da un confronto al quale Ascom Ferrara ha fornito un suo contributo attivo in termini di obiettivi e proposte operative.
“In particolare puntiamo sul focus della formazione professionale – spiega il presidente provinciale Ascom Confcommercio Ferrara Giulio Felloni – visto come elemento qualificante e continuo che cerchi nuovi percorsi pronti a seguire ed accompagnare nella ripresa il commercio, i servizi ed il turismo. Visto e considerato che proprio in particolare è il Terziario, che non solo dimostra una sua tenuta ma addirittura elementi di crescita e vitalità in termini di nuove imprese e dunque occupazione. Senza dimenticare un altro tema particolarmente caro ad Ascom e cioè la valorizzazione e la promozione dei centri storici come centri commerciali naturali: da Cento a Comacchio passando per Ferrara in una logica di sistema territoriale che così dalle Smart Cities si pone sul livello della Smart Land. Una riflessione che scaturisce dai nuovi assetti della Provincia che rendono necessario pensare e progettare ben oltre le nostre splendide mura”.
Tre in estrema sintesi i passaggi che il documento della Confcommercio regionale sottolinea nella sua premessa anzitutto la sussidiarietà come elemento fondamentale per il governo della Cosa Pubblica; il capitale umano quindi la sintesi di imprese e lavoro come principale fattore di sviluppo economico sociale; infine il principio di equità per una società che sia basata su politiche condivise e sul rispetto delle regole.
“Riteniamo di porre all’ attenzione tutti questi passaggi fondamentali e ci auguriamo possano trovare significativo spazio e concreta condivisione nei programmi delle diverse compagini politiche, rispondendo in particolare alle esigenze del nostro ampio e variegato territorio provinciale che ha bisogno di risposte. Ora più che mai” conclude il direttore generale Davide Urban.

Mostra mercato al MUM – Manufacturing Unusual Man

da: organizzatori

Il MUM ospita un’esposizione permanente di alcune delle opere più significative di Ugo Marano, un artista morto tre anni fa che, pur non essendo ferrarese, ha molto amato la nostra città.
Grazie alla collaborazione tra ASP, Città del Ragazzo e DNA Maratea, questo spazio potrà diventare un laboratorio di accoglienza, di dialogo e di integrazione attraverso la creatività e i linguaggi dell’arte, dando voce e visibilità a chi più fatica per essere riconosciuto, ascoltato ed apprezzato.

“Cooperativa Ottantuno” e “Centro Perez” sono realtà operanti presso la “Città del Ragazzo”, volte all’inserimento sociale e occupazionale di persone disabili adulte.
Dal 15 novembre al 20 dicembre 2014 allestiscono presso il museo uno spazio espositivo e di vendita dei propri prodotti di cartotecnica e corniceria.
Si tratta di prodotti artigianali di elevata qualità, frutto del lavoro e della creatività degli utenti.

Calendario e orari di apertura del mercato:
Dal 15 novembre al 20 dicembre
Giovedì: 15.00 – 17.00
Sabato: 09.30 – 12.00

INAUGURAZIONE sabato 15 novembre
Ore 10.00: Esibizione del coro Noi come voi del “Centro Perez” Attraverso il canto si racconta il passaggio dal trauma al ritorno alla vita. 
Ogni canzone costituisce una tappa di questo itinerario e induce a una riflessione su questo non semplice eppur possibile cammino.

L’OPINIONE
La sentenza dell’Aquila/1 Il pro: dagli all’untore

Il Gran Magro, personaggio del romanzo di Gesualdo Bufalino “Diceria dell’untore”, ammetteva paradossalmente l’esistenza di Dio affermando che “non c’è colpa senza colpevole”. E quando il colpevole non si trova o non esiste proprio capita spesso che se ne inventi uno, scelto a caso fra i nemici della comunità, meglio se esterni ad essa. Gli untori, appunto. Come se la presenza di un colpevole esorcizzasse la paura ancestrale di una maledizione divina oppure, al contrario, potesse garantire l’indispensabile capro espiatorio per placare le divinità irate. Perché gli uomini non sopportano l’idea che il loro destino possa essere governato dal caso (il caos primigenio, di cui è fortuito anagramma), al punto che hanno preferito sottomettersi agli dei, accettandone le bizzarrie, pur di evitarlo.
Così per secoli, prima dei lumi, ha funzionato la giustizia: per garantire alla plebe inquieta e spaurita che un colpevole era stato individuato, messo nella condizione di non nuocere, giustamente punito e che nulla c’era quindi più da temere. Migliaia di poveri negromanti, apostati, streghe, satanisti sono stati crudelmente immolati per soddisfare questo bisogno irrazionale di sicurezza. Tempi remoti e bui, ignoranza e superstizione per fortuna passate, dirà qualcuno. Purtroppo, dovremmo accorgercene aprendo i giornali ogni mattina, anche mille anni sono troppo pochi per cambiare nel profondo l’animo umano, che, nei momenti più acuti di crisi e di incertezza, tende inesorabilmente a manifestare impellenti esigenze di rassicurazione, esprimendo la medesima sostanziale indifferenza sul modo in cui vengono soddisfatte. Oggi il rogo da fisico è diventato mediatico o, semmai, giudiziario, ma sempre un rogo rimane.
La sentenza di primo grado al processo de L’Aquila, che condannava la commissione Grandi Rischi perché rea di non aver previsto il terremoto nonostante i presunti segnali premonitori, mi è sempre sembrata una decisione pesantemente inquinata dall’emotività e funzionale allo scopo di placare una comunità attonita e smarrita, che aveva bisogno di colpevoli per darsi una ragione di un evento altrimenti inesplicabile. Non che in quella tragedia di colpe a cui fosse possibile associare un nome ed un cognome non ce ne siano, a cominciare da chi ha costruito senza rispettare le regole o da chi non ha vigilato abbastanza per dolo o per ignavia, ma ciononostante molti preferirono fare propria l’idea che l’imprevedibile potesse essere in realtà previsto e che questo non avvenne per colpa specifica di chi non colse i segni che erano stati inviati. Questa interpretazione, che contrasta platealmente con quanto affermano unanimemente gli scienziati a livello mondiale, esclude tuttavia la comunità colpita da ogni possibile responsabilità, in quanto chi aveva sbagliato non ne faceva parte, mentre lo stesso non si può dire per gli esponenti politici e i tecnici comunali che non avevano vigilato o per gli imprenditori che avevano mal costruito. Significativa a tale proposito l’affermazione del procuratore generale riportata dalla stampa, che per rispondere a chi lo accusava di voler “processare la scienza” afferma: “Non un processo a degli scienziati, ma a dei ‘funzionari dello Stato’ per non aver analizzato correttamente tutti i rischi di quei giorni. Non dolo ma omicidio e lesioni colpose”. Come se, oltretutto, la ricognizione dello status giuridico degli imputati sia rilevante ai fini di ciò che può o non può essere previsto.
Con la sentenza d’appello, almeno così a me pare, viene ristabilita una interpretazione razionale dei fatti e cade per intero l’accusa ai tecnici di non aver saputo prevedere il sisma, mentre rimane in piedi quella alla protezione civile per non essersi almeno precauzionalmente allertata. Dispiace che negli oltre cinque anni trascorsi dal 6 aprile 2009 molte persone avessero ormai interiorizzato come causa principale dei lutti provocati dal sisma l’incapacità dei tecnici di saperlo prevedere, complice in questo una pubblica opinione che spesso tende ad assecondare acriticamente la ricerca di un colpevole ad ogni costo, e che quindi si sono sentite tradite dalla nuova sentenza.

L’OPINIONE
La sentenza dell’Aquila/2 Il contro: un altro disastro senza colpevoli

A due giorni dalla sentenza che ha assolto i sette della commissione Grandi Rischi, L’Aquila fa i conti con l’assenza di un colpevole per il disastro del 6 aprile 2009…
C’è una parola che, ieri mattina, ha invaso le aule del Tribunale de L’Aquila: “vergogna”. Vergogna per lo Stato. Vergogna per gli imputati condannati e poi assolti. Ma, soprattutto, vergogna per un processo la cui sentenza ha sollevato dure proteste contro la Corte d’Appello del capoluogo abruzzese, divenuta oggetto di fischi e urla al termine dell’udienza tenutasi lunedì 10 novembre 2014.
Questa la rabbia dei cittadini presenti in aula ieri mattina, quando il magistrato Fabrizia Francabandera e i giudici a latere Carla De Matteis e Marco Flamini hanno letto la sentenza che ha assolto i componenti della Commissione Grandi Rischi condannati in primo grado a sei anni di reclusione. La sentenza, riaccendendo i riflettori sulle tragiche conseguenze del terremoto che rase al suolo L’Aquila il 6 aprile 2009, ha così ribaltato la conclusione cui era giunto Marco Billi due anni fa. Il giudice monocratico, infatti, aveva ritenuto colpevoli gli imputati per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose, disponendo anche le pene accessorie dell’interdizione dai pubblici uffici ed dell’interdizione legale durante l’esecuzione della pena.
Una decisione severa che, pur dando adito ad alcune perplessità, nasceva dalle false rassicurazioni fornite alla popolazione aquiliana cinque giorni prima del disastroso sisma, cui la commissione sarebbe giunta nel corso di una riunione svoltasi il 31 marzo 2009. Ed è proprio quella riunione a essere entrata nel mirino delle critiche e delle proteste che, in queste ore, affollano le televisioni e i blog, scavando tra i fantasmi di un evento dai retroscena confusi e accusando una giustizia sempre più lontana dalle aspettative dei cittadini. Infatti, se per il giudice di primo grado l’incontro si era concluso con “affermazioni assolutamente approssimative, generiche e inefficaci in relazione ai doveri di previsione e prevenzione”, la Corte d’Appello de L’Aquila ha ribaltato la sentenza giudicando incolpevoli gli scienziati e gli ex vertici della Protezione Civile nazionale che, quel 31 marzo, avrebbero rassicurato imprudentemente i cittadini del capoluogo abruzzese.

Alla base della decisione, l’insussistenza del fatto per il direttore del Centro nazionale Giulio Selvaggi, l’allora vicepresidente della commissione Franco Barberi, il direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile Mauro Dolce, l’ordinario di fisica all’università di Genova Claudio Eva, il direttore di Eucentre Gian Michele Calvi e l’ex capo Ingv Enzo Boschi, il quale ha rilasciato le proprie osservazioni alla stampa nazionale. “E’ chiaro fin da ora che è una sentenza molto importante. Il giudice è stato coraggioso” ha affermato il geofisico al termine dell’udienza, che, dei sette condannati in primo grado, ha rinnovato la pena solo per Bernardo De Bernardis: due anni di reclusione per l’allora vice di Guido Bertolaso alla Protezione Civile, accusato della morte di tredici persone. “Se fossi stato il padre di una delle vittime avrei fatto la stessa cosa. Una vittima è sempre una vittima. Non ho mai contestato nulla” ha rivelato il condannato alla stampa, approvando una decisione le cui ragioni restano oscure.
D’altronde, le motivazioni della sentenza verranno depositate solo nell’arco di novanta giorni. Solo allora verrà reso pubblico l’iter logico e giuridico che ha spinto la Corte a rigettare l’impianto dell’accusa dopo sette ore di camera di consiglio, nonostante le indiscrezioni abbiano rivelato alcune notizie importanti. Notizie che vedono nella manipolazione mediatica la reale causa di quelle disastrose conseguenze che, cinque anni fa, derivarono dal sisma de L’Aquila, il quale provocò 309 morti e il crollo di un’intera città. “Nessuno ha detto: state tranquilli perché non ci sarà un terremoto. E se anche fosse stato detto, manca il passo successivo, ossia non c’è stata la comunicazione alla popolazione” ha chiarito l’avvocato Carlo Sita, le cui parole sono state condivise da Massimo Giannuzzi: “C’è stato un corto circuito mediatico con le dichiarazioni di De Bernardinis prima della riunione inserite in un articolo sul post-riunione” ha aggiunto il secondo legale degli imputati.
Colpa della stampa, dunque? La domanda, dopo lo shock iniziale, rende il caso appare più spinoso di quanto possa sembrare alla luce delle decise contestazioni scoppiate in Tribunale ieri mattina. Dallo sconcerto del procuratore generale Romolo Como alla “ferita indescrivibile” dell’ex Presidente della Provincia de L’Aquila Stefania Pazzopane, dai pianti dei cittadini indignati alla rabbia di chi è convinto che gli abitanti della città siano stati “uccisi una seconda volta”: il dolore di chi, in una notte, ha perduto le serenità della propria vita quotidiana chiama in tribunale la Giustizia e la pone davanti alla disperazione delle vittime, che, dopo cinque anni, devono fare i conti con decine di inchieste e pochi colpevoli.

La sentenza emessa ieri non rappresenta solo la fine di uno dei tanti processi che hanno cercato – e cercano – di far luce sui misteri de L’Aquila e sui retroscena di un evento offuscato da troppi fantasmi. Essa apre le porte a un vero interrogatorio che vuole fare chiarezza sull’indirizzo adottato da una Giustizia apparentemente sempre più lontana dalla tutela di chi invoca i propri diritti.
Il discutissimo caso Cucchi e l’assoluzione dei boss dei Casalesi accusati di minacce allo scrittore Roberto Saviano e alla giornalista Rosaria Capacchione sono solo alcuni dei processi che hanno dimostrato come la Giustizia possa giungere a soluzioni inaspettate, tali da farci solidarizzare con le vittime e il loro dolore. Processi che ci spronano a invocare una ricerca più accurata delle prove e una soluzione che, per la magistratura, non sempre è possibile realizzare.

Ma, nella sentenza de L’Aquila, forse c’è di più. La privacy dei documenti e delle conclusioni cui giunsero gli imputati il 31 marzo 2009 aprono le porte a una riflessione che, per chi cerca i colpevoli di quel tragico disastro, è del tutto inaspettata. Ipotesi tralasciata dal giudice di primo grado, essa è sembrata riaffiorare in appello, ribadita dallo stesso Giannuzzi. A due giorni di distanza, con l’indignazione dei cittadini ancora viva e l’accusa contro Bertolaso per un processo parallelo a quello appena terminato, l’ipotesi di una diversa visione dei fatti prende piede. E, quando le motivazioni ci saranno rivelate, forse comprenderemo le conclusione che ha dissolto i fantasmi della vicenda. Forse, anche noi, comprenderemo come la fatalità degli eventi, talvolta, ci faccia arrendere a una natura che, per quanto i tentativi di domarla possano essere avanzati, rimane e rimarrà una forza imprevedibile.

sel

“Clandestino a chi? Immigrazione tra fobia e utopia”: giovedì incontro di Sel sulla questione immigrazione

da: Circolo Sinistra Ecologia e Libertà “Don Chisciotte” Ferrara

Il tema sarà affrontato giovedì, alle 19.30, presso la sala (gentilente concessa da Ass. Nadiya) di Piazzetta San Etienne 17, durante un incontro pubblico, organizzato da Sel e aperto alla cittadinanza. Il titolo, volutamente provocatorio, mira a fare chiarezza, grazie a testimonianze dirette, su un tema su cui vige ancora troppa poca conoscenza. Poca conoscenza che rischia di sfociare in giudizi superficiali, parziali, quando non addirittura in aggressività. Come i fatti di sabato confermano. Il fenomeno immigratorio è troppo spesso associato ai concetti di criminalità e ‘invasione’. Per questo noi abbiamo deciso di portare testimonianze, perchè la costruzione di una società inclusiva riguarda tutti. Soprattutto oggi, che con la crisi si alimenta una sorta di ‘competizione’ tra bisognosi.

L’incontro verrà moderato da Sergio Gessi, direttore di Ferrara Italia. Presenzieranno:

Franco Mosca – Esperto in Politiche Migratorie

Hassan Samid – Presidente Ass. “Giovani Musulmani” di Ferrara

Sylla Abdulai­­- Profugo

Raffaele Rinaldi – Candidato al Consiglio Regionale Emilia Romagna nella lista SE

La Provincia aggiorna il Piano di prevenzione della corruzione e il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Al via la consultazione con cittadini e associazioni

La Provincia di Ferrara procede all’aggiornamento del Piano di prevenzione della corruzione e della principale misura di contrasto alla corruzione: il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità.
Durante la fase di elaborazione degli aggiornamenti, l’amministrazione del Castello Estense intende raccogliere idee e proposte di cittadini e associazioni, per una migliore definizione delle misure preventive anticorruzione e per introdurre azioni in grado di promuovere un livello maggiore di trasparenza dell’azione amministrativa.
A questo scopo si avvia una consultazione pubblica su entrambi gli strumenti, con particolare riferimento alle organizzazioni sindacali, alle associazioni dei consumatori e a tutti i soggetti, pubblici e privati, che sono interessati alle attività svolte dalla Provincia.
Per agevolare la formulazione di proposte, si segnalano le aree tematiche che l’Autorità nazionale anticorruzione, emanazione del Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, individua come maggiormente esposte al rischio corruttivo: gli incarichi per affidamento di lavori, forniture e servizi, le procedure selettive per assunzione di personale, sovvenzioni e contributi, le concessioni e le autorizzazioni.
Gli interessati possono inviare indicazioni e suggerimenti all’indirizzo di posta elettronica: trasparenza@provincia.fe.it entro il 12 dicembre 2014.
I risultati della consultazione saranno valutati in sede di stesura definitiva dei documenti, che saranno approvati entro il 31 gennaio 2015.

Il 21 Novembre, presso la Sala Estense, un seminario su “La ricostruzione post-disastri. Quali lezioni apprendere dalle esperienze giapponesi”

da: organizzatori

Il seminario pprofondirà la casistica dei disastri naturali che hanno colpito il Giappone, la successiva ricostruzione e la messa in sicurezza del territorio. In particolare si evidenzieranno le modalità di coinvolgimento della popolazione, le misure da adottare per prevenire emitigare gli effetti dei disastri naturali in relazione ai principali fattori di rischio, le modalità di gestione dei processi di ricostruzione a medio e lungo termine.

L’incontro sarà articolato in presentazioni e approfondimenti da parte diesperti giapponesi, docenti dell’Università di Ferrara e tecnici dell’Urban Center del Comune di Ferrara. E’ previsto inoltre un momento di dibattito collettivocon gli allievi del corso di 400 ore “Territori, comunità, produzioni: ricostruire per innovare/innovare per ricostruirea seguito di eventi naturali catastrofici”,che, a seguito di un recente viaggio di studio in Giappone, presenteranno alcune tematiche di studio, evidenziandone criticità, punti di forza e opportunità utili a introdurre spunti di riflessione per la ricostruzione emiliana.
Al termine dei diversi interventi si solleciterà una discussione critica tra i partecipanti e i relatori.

L’incontro è l’ottavo di un ciclo di seminari “Ricostruire il territorio: i piani di ricostruzione, gli interventi, le buone pratiche e i modelli” svolti all’interno del programma “Operazione 2PXE – Pianura Padana Emiliana. Ricostruire il territorio/Fabbricare il futuro” consistente in iniziative di formazione, seminari e incontri fra esperti nazionali ed internazionali, a favore dei territori emiliani terremotati ed è un progetto cofinanziato dal Contributo di Solidarietà del Fondo Sociale Europeo per le aree colpite dal sisma del maggio 2012 (rif.PA 2012-2014/RER – progetto n. 3) ed è promossa attraverso un partenariato tra i Centro di Ricerche Urbane, Territoriali e Ambientali (CRUTA) dell’Università di Ferrara e il Consorzio Formedil Emilia Romagna, in collaborazione con il Comune di Ferrara, la Cattedra UNESCO in “Urban and Regional Planning for Local Sustainable Development” dell’Università degli Studi di Ferrara, l’Associazione per la Commissione Nazionale UNESCO – Italia onlus (e l’Alto Patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO) e TectonSoc. Coop.

L’obiettivo del ciclo di seminari è di accrescere le competenze dei professionisti operanti sul territorio del cratere sismico e più in generale di tutti i professionisti interessati ai temi della ricostruzione. I partecipanti avranno l’occasione di affrontare collegialmente i principali nodi della ricostruzione e di sviluppare riflessioni su interventi di edilizia, di ri-pianificazione urbana o di riorganizzazione territoriale e sociale di lungo periodo.

Agli architetti partecipanti saranno riconosciuti 4 crediti formativi.

Venerdì 14 novembre, all’Ibs, Oreste Pivetta presenta il libro “Franco Basaglia, il dottore dei matti”

da: Responsabile Eventi Libreria IBS.it Ferrara

Secondo incontro della rassegna “Passato Prossimo. Pagine recenti di storia costituzionale”. Intervengono con l’autore Giuditta Brunelli, Costituzionalista (Università di Ferrara), Andrea Pugiotto, Costituzionalista (Università di Ferrara), Lettura a cura di Marcello Brondi.

A più di trent’anni dalla morte, la figura di Franco Basaglia, il suo lavoro e la famosa legge che ha portato alla chiusura dei manicomi, continuano a suscitare grande consenso, ma anche molte critiche. Il libro, racconto di una vita, cerca di ricondurre la vicenda di Basaglia – tra l’antifascismo, il dopoguerra, l’università e la direzione degli ospedali psichiatrici di Gorizia e Trieste – all’interno dei mutamenti epocali che coinvolsero la società e la cultura italiane, in particolare nel tumultuoso ventennio 1960-1980 segnato dalle grandi lotte operaie e studentesche, ma anche dalle bombe stragiste e dal terrorismo, ventennio che si contraddistinse per una spinta riformista mai più ritrovata.

Oreste Pivetta è nato a Milano nel 1949. Laureato in Architettura, è giornalista professionista dal 1976. Ha lavorato all’«Unità». Ha collaborato a numerose riviste tra le quali «Casabella», «L’Indice dei libri», «Linea d’Ombra», «Lo straniero». Ha collaborato e collabora a trasmissioni radiofoniche per Radiotre e per Radio Popolare. Per Baldini Castoldi Dalai editore ha pubblicato: Plusvalori (con Alessandro Profumo e Giovanni Moro, 2003) e Io, venditore di elefanti (con Pap Khouma, 2006)

Lo scolo e altri incidenti. Le letture ‘contro’ di Tiziano Scarpa

Vent’anni di Feltrinelli a Ferrara. Il compleanno è proprio oggi. Il programma di eventi per la celebrazione del ventennale della libreria si è aperto già nei giorni scorsi con l’interventi, fra gli altri di Tiziano Scarpa.
Pagine spassose ma anche serie, raccontate con sentimento e con perizia, con minuziosità quasi tecnica, accompagnate da una gestualità vivida e ricca, che fluisce senza intoppi regalando riflessioni surreali e delicate, struggenti e umoristiche. A raccontarle, uno Charlot dal pacato accento veneto, un Premio Strega che introduce la sua ultima opera letteraria, “Come ho preso lo scolo”. Comica e surreale, ironica – qualità fortemente raccomandabile in uno stile di vita, assicura – e verista. “Vengo contattato da una rivista pop-medica, patinata. Hai una malattia da raccontarci? mi viene chiesto. Ripercorro mentalmente la mia storia medica – imbarazzantemente senza grossi problemi, unica cosa degna di nota la scarlattina. Sino a quando, dopo alcuni momenti di pensiero libero, non racconto di essermi preso lo scolo, con tutto il parterre psicologico e imbarazzanti disavventure personali che ne seguono”.

Ma questo è solo l’anticipo di una lettura scenica che si rivela riflessiva, senza essere pretestuosa: Scarpa osserva il mondo attraverso una vicenda personale mostrandoci qualcuno che fa rientrare il linguaggio dentro di sé attraverso le proprie esperienze restituendolo al pubblico. Stimolare il lettore a sfondare le sue esperienze personali per andare oltre, aprire una singola anta di una finestra e incoraggiarlo ad aprire la seconda. Così racconta di come, durante una lettura pubblica in piazza a Treviso contro ordinanze razziste pane quotidiano delle amministrazioni leghiste – il razzismo istituzionale che limita l’uguaglianza di fatto tra le persone – arrivi a interrogarsi sul valore della voce e sull’importanza del microfono e, in generale, di qualunque strumento di amplificazione della voce quale mezzo del potere – quale veicolo della possibilità di farsi ascoltare, negata ai più.
La voce è strumento, che necessita però di farsi sentire ed essere trasmessa, per essere completamente realizzata. Ne esistono molti esempi: da San Francesco, che in una delle sue prediche zittisce le rondini, a Mussolini, che utilizza per la prima volta il microfono nel 1926, al fenomeno dell’urlatore Beppe Grillo, e sullo stretto legame tra strumenti di comunicazione e potere.

Ne è perfetto esempio la manifestazione pacifica del 2011 Occupy Wall Street contro gli abusi del capitalismo finanziario. Privati del microfono in virtù di una legge interpretata restrittivamente, risolvono il divieto creando uno human mike, un microfono umano, causando un effetto a catena nella ripetizione di una stessa frase, partendo da molti singoli per poi “contagiare” gruppi sempre più folti. Nel quale l’ascolto non è passivo ma rende chiunque responsabile e partecipe di ciò che dice, in quanto ogni persona è veicolo e primo passo verso il diffondersi di un contenuto. Diffusione che è virale, secondo una classica definizione della sociologia contemporanea, ma che porta, a differenza dell’ambito da cui è presa in prestito – quello medico – qualcosa di buono e inaspettato. Portandogli in dono, attraverso il romanzo Stabat Mater. Una sorpresa: un romanzo ambientato nella Venezia del XVII secolo ambientato in un definito lirico e intimista, nato anch’esso da una storia personale – il luogo di nascita di Scarpa, un ex orfanotrofio musicale – viene regalato dal Comitato Nazionale per il diritto alle Origini Biologiche ai componenti della Commissione di Giustizia della Camera dei Deputati mettendo in discussione una legge la cui assurdità – la possibilità, da parte delle persone orfane, di essere messe a conoscenza della propria famiglia di origine al compimento dei 99 anni di età – nega di fatto questo diritto a chiunque voglia conoscere le proprie origini; e diventando simbolicamente il luogo – l’unico – in cui il silenzio è ammesso, cioè la lettura.

Perché forse, come suggerisce Travaglio, le vittime della censura non sono solo i personaggi imbavagliati per evitare che parlino, ma anche e soprattutto quei cittadini che non possono più far sentire la propria voce.

L’OPINIONE
Politica indecente

Quarantuno consiglieri regionali su cinquanta dell’Emilia Romagna sono indagati dalla magistratura per aver effettuato spese private con i soldi pubblici. Alcune precisazioni sono d’obbligo. Le accuse vanno provate. Gli indagati hanno il diritto di dichiararsi innocenti. Non tutti gli indagati sono sullo stesso piano per i reati attribuiti: alcuni sono clamorosamente scandalosi, altri forse frutto di superficiale disattenzione. Fatte queste doverose premesse garantiste, il giudizio politico e morale sull’intera vicenda deve essere severo. L’immagine di una Regione dal passato virtuoso ne esce a pezzi. Dopo il flop di partecipazione alle primarie del Pd, c’è da aspettarsi un crollo della partecipazione al voto. Questo sarebbe un dato negativo di per sé, perché si tratterebbe di una conferma della drammatica crisi di legittimità della politica e di sfiducia verso chi la rappresenta nelle Istituzioni. Come stanno reagendo i candidati? Intanto, va registrato l’errore di Bonaccini nel non aver preteso dai candidati un certificato di totale estraneità rispetto alle indagini in corso. E così troviamo nella sua lista la sgradevole presenza di indagati. Ciò che, però, è più grave è lo svolgimento della campagna elettorale: fiacca, di nessun interesse pubblico, silente sulle cause antiche del degrado che la magistratura sta evidenziando. La sinistra nella nostra regione vantava una riconosciuta diversità sul piano della dirittura morale, del rigore e della serietà dei suoi politici. Oggi, per l’opinione pubblica sono tutti uguali. E in questo mare inquinato della cattiva politica, pescano a piene mani gli avventurieri dell’antipolitica. Non si accusi di qualunquismo chi denuncia amareggiato questa deriva. Si metta, invece, mano ad una vera e severa autoriforma dei partiti fatta di recupero di onestà, competenza, passione civile, dedizione al bene pubblico. Insomma, come diceva un vecchio amico, quando sul cruscotto si accende la luce rossa che segnala pericolo, bisogna cercarne la causa e i responsabili, non dare una martellata al cruscotto…

Fiorenzo Baratelli direttore dell’Istituto Gramsci di Ferrara

L’INCHIESTA
Salute a rischio. Morelli:
il benessere è nell’equilibrio
delle energie vitali

2. SEGUE – Riprendiamo il nostro viaggio nei sentieri della medicina alternativa.

“Se mettiamo una pianta al buio con una luce laterale, la pianta cresce seguendo il fascio luminoso. Così sostanzialmente si comporta ogni essere vivente: per sopravvivere adatta i propri equilibri alle condizioni ambientali, tendendo a un nuovo equilibrio che però può anche essere causa di patologie: la pianta, per esempio, piegandosi potrebbe cadere e morire”.
A parlare è il dottor Marco Morelli, un medico che una decina d’anni fa ha abbandonato il lavoro ambulatoriale e ospedaliero e ha avviato collaborazioni con vari colleghi e centri di cura in giro per l’Italia. E’ operativo a Padova, Mantova, Milano, Roma e nel fine settimana anche a Ferrara, dove risiede. Il dottor Morelli ha focalizzato i suoi studi andando alla ricerca di soluzioni a casi per i quali la medicina tradizionale fatica a trovare risposte.
“Sono sempre stato affascinato dalle capacità del nostro organismo di gestire il proprio equilibrio dinamico e ho maturato la convinzione che ogni malattia, sia, in prima istanza, il venir meno della capacità di preservare tale equilibrio energetico. Per questo mi sono orientato sulla biofisica e sugli effetti dei campi pulsati nella medicina, perseguendo il riequilibrio psico-neuro-endocrino-immunologico del paziente”

Tradotto per una persona che non ha particolari cognizioni mediche, come si può esplicitare il concetto?
Possiamo parlare di riequilibrio neuro-motorio globale che perseguiamo attraverso un approccio olistico, cioè considerando l’organismo nella sua complessità e nelle sue interazioni. La vera terapia consiste nel fornire l’informazione giusta per ritrovare l’equilibrio biofisico perduto. Dal 2003 mi sono avvicinato agli studi biofisici all’Università di Firenze, trovando subito riscontri clinici a questa mia idea. Per la verità l’idea è vecchissima e già Marconi aveva intuito che un tessuto malato emetteva un campo elettromagnetico diverso da un tessuto sano.
Il corso di neuroscienze che ha riorientato il mio metodo terapeutico ha chiarito che le patologie hanno alla base uno stress legato a neurotrasmettitori. L’esempio, per capirci, è l’effetto fototropico nelle piante a cui facevo riferimento prima. Per gli animali è la stessa cosa: attraverso meccanismi neuroendocrini gli ormoni dello stress, in particolare il cortisolo, esercitano una funzione determinante nell’alterare le difese immunitarie e i riflessi motori, nel diminuire la memoria…

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Il dottor Marco Morelli

Si tratta di acquisizioni recenti?
A questa consapevolezza si è giunti già negli anni Settanta, grazie a ricerche sul cortisone. Cito in particolare un noto esperimento. Alle cavie cui era stato regolarmente somministrato, il cortisone aveva indotto ipertensione, ipertrofie delle ghiandole surrenali, ulcere. Paradossalmente gli stessi effetti furono rilevati anche su due cavie che, scappando, si erano sottratte all’esperimento: anche loro, quando vennero ritrovate, mostrarono gli stessi sinotomi delle altre, pur non avendo assunto cortisone. Anziché decretare il fallimento dell’esperimento si comprese ciò che era accaduto: se ne dedusse cioè che scappare, nascondersi, non mangiare, era stata la causa scatenante che aveva prodotto i medesimi effetti del cortisone iniettato in vena. Ciò ha portato a concludere che quando l’organismo si adatta allo stress altera i propri equilibri e genera processi patologici.

E questo cosa significa?
Che lo squilibrio energetico è in grado di causare la malattia. Senza negare la validità della quattromila pagine della ‘Patologia generale medica’, si può ammettere questo assunto. D’altra parte è stato lo stesso Roger Penrose, celebre fisico quantistico, a porre in relazione l’entropia, il caos dell’energia nel sistema e la malattia. Direi che il bisogno di riequilibrare le energie nasce da qui.

Quali tipi di patologie può curare questo tipo di approccio?
La bioenergia trova il suo miglior impiego in tutti i casi di squilibrio posturale favorendo il riequilibrio nei casi in cui si manifestano fenomeni di dismetria. Il trattamento è utile a recuperare le situazioni di stress correlate e a favorire la ripresa del controllo neuro-motorio sia a livello fisico che psichico. È efficace nei casi di lombalgia, sciatalgia, cervicalgia; nel trattamento delle cefalee; degli esiti di fratture, artrosi, ernia discale, sindrome tunnel carpale, rachialgia, fibromialgia, scoliosi, artrite. La metodologia non è invasiva, è indolore, è priva di effetti collaterali. I risultati sono duraturi.

Immagino non siate in tantissimi a seguire questo approccio…
Lei dice in Italia? Vero. In Austria, come in Germania, Ungheria, Slovenia nelle università e negli ospedali si applicano le teorie biofisiche ai campi elettromagnetici pulsanti, con metodologie analoghe a quelle che pratichiamo noi.

Presumo però che la gran parte dei suoi colleghi mostri una certa diffidenza, o sbaglio?
Sì, mi ha letto nel pensiero. Ma è comprensibilissimo. Queste cose nelle università italiane non si insegnano. Ma a Bochum, per esempio, vicino a Dortmund, c’è un grande centro di eccellenza per lo studio e la cura delle neuro-degenerazioni accreditato della Comunità europea, un complesso ospedaliero a otto piani dove si utilizza anche un sistema di medicina integrata come quella che applichiamo noi per trattare Parkinson, Sla, eccetera. Ma anche a Vienna si pratica normalmente la terapia biofisica.
Però c’è molta diffidenza. Persino un’autorità come il Nobel per la Medicina Luc Montagnier ora che si occupa di omeopatia ed elettromagnetismo viene guardato con sospetto. Oltretutto sta sviluppando anche studi interessantissimi sulle staminali, con la prospettiva di generare cellule a minor costo. Ma questo forse non piace all’industria farmaceutica…

Ci sono stime o statistiche su quanti malati scelgono questo tipo di approccio alternativo?
No, siamo troppo piccoli per essere oggetto di stime o statistiche. Nel corso di neuroscienze che ho seguito a Firenze e che ha orientato la mia pratica medica saremmo stati in 30 o 40. Per come funziona l’università italiana si indirizzano gli studi affinché le persone si adeguino tutte all’utilizzo di una certa tecnica. Girando il mondo mi sono accorto però che c’erano anche altre metodiche.

Come procede la ricerca?
Gli ultimi studi sono sui vari tipi di onda e sugli effetti che ciascuno può produrre: dalle recenti valutazioni, abbiamo visto che il segnale ciclotronico di ogni ione ha una sua funzione. Classificando gli effetti, si genera una banca dati che consente di applicare per ogni specifico caso il tipo di energia più appropriata alle necessità del soggetto.

Questo consente di risolvere anche quelle patologie che la medicina tradizionale fatica ad affrontare?
Sì. La medicina convenzionale non riesce in certe patologie a trovare la causa eziologica, perché se esulo da un’alterazione che possiamo immaginare chimica la medicina tradizionale si ferma.

E a riguardo delle nuove malattie cosiddette autoimmuni qual è il suo pensiero? Ha senso definire alcune patologie ‘autoimmuni’ o è una formula salvifica adottata dalla classe medica per non ammettere la propria attuale incapacità di affrontare quel particolare disturbo?
L’autoimmunità e un’alterazione del sistema immunologico che agisce contro componenti del nostro organismo. La medicina convenzionale si ferma a questa evidenza. La ricerca sta progredendo, ma per quel che so un po’ a senso unico, poiché si cerca di individuare la proteina in grado di instaurare il processo di alterazione del linfocita, che è la cellula che gestisce la reazione immunologica. E si sta vedendo che ci sono virus in grado di alterare il genoma, cioè le caratteristiche genetiche dei linfociti.
Spesso si trattano queste malattie neurodegenerative, autoimmuni o reumatiche con cortisonici che abbassano il livello delle difese immunitarie, con l’idea che riducendo l’attività immunitaria conteniamo anche le risposte e l’aggressione autoimmune.
Ma se di un deficit immunologico stiamo parlando, si tratta di un deficit di energia. Ecco, allora la necessità di una ‘fasizzazione’, come la chiamano i fisici, cioè di un riequilibrio energetico che dobbiamo propiziare, perché è proprio l’equilibrio dei campi elettromagnetici che induce un corretto bilanciamento degli elementi vitali.

CONTINUA

LEGGI LA PRIMA PARTE DELL’INCHIESTA:
(Salute a rischio: “Ripristinare l’equilibrio bioenergetico e disintossicarsi”)

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