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Giorno: 20 Novembre 2014

Comune di Ferrara, tutti i comunicati del 20 novembre

da: ufficio stampa Comune di Ferrara

La newsletter del 20 novembre 2014

Sabato 22 novembre alle 11 alla sala Agnelli della biblioteca Ariostea (via Scienze 17) si terrà la presentazione del volume “Il viaggio delle meraviglie. Alla scoperta del patrimonio UNESCO d’Italia con Trenino Red” (Kite, Padova, 2013) di Veronica Zanirato, con le illustrazioni di Marco Trevisan. L’iniziativa, inserita nelle proposte di lancio della Settimana Unesco (dal 24 al 30 novembre), è a cura dell’Associazione Amici della Biblioteca Ariostea.
LA SCHEDA (a cura degli organizzatori) – L’albo illustrato racconta ai piccoli lettori (dai quattro ai dieci anni) il Patrimonio Unesco d’Italia. In compagnia di Trenino Red si compierà un viaggio immaginario dalle Dolomiti al cuore del Mediterraneo, dalle palafitte preistoriche ai trionfi del Barocco siciliano, ripercorrendo i tesori che compongono un panorama irripetibile tra storia, arte e natura. Gli autori guideranno i bambini alla scoperta dei diversi luoghi, per poi divertirsi tutti insieme in un laboratorio, ispirato al quaderno operativo allegato al libro, dal titolo “Colora e disegna il viaggio delle meraviglie”. Il progetto è stato realizzato dall’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco con il contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

SETTIMANA UNESCO – Le iniziative del Centro IDEA del Comune di Ferrara per la nona edizione
Dal lunedì 24 novembre entra nel vivo la ‘Settimana UNESCO di Educazione allo Sviluppo Sostenibile’

20-11-2014

Dopo gli anticipi dei giorni scorsi con diverse iniziative realizzate sul territorio, da lunedì 24 a domenica 30 novembre entrerà nel vivo il calendario di proposte messo a punto dal Centro di Educazione alla Sostenibilità/IDEA del Comune di Ferrara in occasione della nona e ultima edizione della “Settimana UNESCO di Educazione allo Sviluppo Sostenibile”. Promossa dalla Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO a chiusura del Decennio UNESCO di Educazione allo Sviluppo Sostenibile 2005-2014, l’edizione in corso si intitola “Per buona educazione” e per Ferrara ha in serbo un ampio programma di attività in diversi spazi cittadini.

La settimana UNESCO sarà quest’anno dedicata al bilancio delle attività svolte: da una parte la raccolta delle buone pratiche e prassi educative svoltesi durante il decennio, dall’altra l’inventario delle realtà che sopravviveranno al decennio stesso e continueranno a promuovere l’educazione alla sostenibilità in tutte le regioni italiane. La manifestazione sarà comunque l’occasione per condividere competenze, sensibilità, conoscenze e capacità necessarie per salvaguardare il nostro ricco patrimonio culturale e naturale, nonché le risorse vitali per l’umanità.

Per questi motivi dal 24 al 30 novembre centinaia di realtà – istituzioni, scuole, associazioni, imprese, fondazioni, università – daranno vita, sotto l’egida e il coordinamento della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, ad un ricco calendario di eventi in rete.
L’invito ad aderire – rivolto a tutti coloro che sono a vario livello impegnati nell’educazione alla sostenibilità sul territorio promuovendo iniziative da inserire nel programma nazionale – è stato accolto dal Comune di Ferrara che si è attivato con il suo Centro di Educazione alla Sostenibilità IDEA.

Tutte le informazioni pubblicate sul sito www.comune.fe.it/idea

In allegato il file con tutte le iniziative della settimana.

CENTRO DOCUMENTAZIONE DONNA – Sabato 22 novembre alle 17 in via Terranuova 12/b, Ferrara
Una circonferenza intorno alla vita: Adriana Lorenzi parla dei romanzi di Virginia Woolf

20-11-2014

Sabato 22 novembre alle 17, nella sede della Biblioteca del Centro Documentazione Donna, in via Terranuova 12/b, Adriana Lorenzi, saggista, narratrice e critica letteraria, terrà il terzo degli incontri dedicati a Virginia Woolf, prendendo in esame Mrs Dalloway, Gita al faro, Le onde, Tra un atto e l’altro, quattro libri in cui la scrittrice britannica applica la tecnica del “flusso di coscienza”, di cui è stata creatrice e maestra, e che insieme agli altri suoi capolavori narrativi la rendono oggi una delle principali figure della letteratura del Novecento.

L’incontro si inserisce nel ciclo Qualche stanza tutta per noi che le socie del Centro hanno voluto dedicare proprio alla grande scrittrice per festeggiare la nuova sede della Biblioteca, un luogo che idealmente richiama quello “spazio tutto per sé” invocato da Virginia Wolf nel suo celeberrimo e omonimo romanzo quale condizione indispensabile per rendere possibile l’atto creativo della scrittura.

Adriana Lorenzi, saggista, narratrice e critica letteraria, conduce corsi di scrittura creativa per diverse istituzioni e associazioni. A Ferrara è ospite abituale sia al Centro Documentazione Donna che presso altre associazioni. In questi giorni sarà presente per un corso di scrittura creativa presso l’istituto Einaudi della nostra città. È autrice di numerosi saggi e di romanzi e collabora regolarmente con la rivista Leggere Donna.

(A cura del Centro Documentazione Donna)

ISTITUZIONE SCUOLA – Sabato 22 novembre alle 9.30 in via Cassoli. Frutto della collaborazione fra volontari e Istituzioni
Inaugurazione del murales “Il Giardino dei Cavalli Rossi” al Nido d’Infanzia Giardino

20-11-2014

Sabato 22 novembre alle 9.30 al Nido d’Infanzia Giardino (via Cassoli 26) verrà inaugurato il murales “Il Giardino dei Cavalli Rossi”. Al taglio del nastro saranno presenti l’Assessore comunale ai Lavori Pubblici e diversi rappresentanti istituzionali, la coordinatrice Cristina Fabbri, l’artista Isabella Guidi e tutti gli operatori del Nido assieme ai bambini e ai genitori.

Giornalisti, fotografi e videoperatori sono invitati.

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LA SCHEDA – (A cura della direzione Istituzione dei Servizi Educativi, Scolastici e per le Famiglie)

Il Nido d’infanzia “Giardino” è impegnato fin dallo scorso anno scolastico nel progetto di lavoro “Tanti modi per parlarsi”. Il progetto, segnalato anche all’ANCI come “Buona prassi”, e il cui ambito di intervento è il tema dell’inclusione-integrazione, parte dalla presenza al nido di numerose famiglie straniere di provenienza e lingue diverse ed è orientato a realizzare buone pratiche di accoglienza, individuare strategie per migliorare la comunicazione con gli adulti e con i bambini, favorire l’integrazione all’interno della comunità del nido, fare rete con tutti i soggetti che possono entrare in sinergia e rappresentare una risorsa per il benessere dei bambini e delle famiglie e per il buon funzionamento del nido.

Nello svolgersi e realizzarsi del progetto, sono stati fortemente coinvolti fin dall’inizio tutti gli operatori della scuola, insieme all’Unità Operativa Integrazione – Ufficio alunni stranieri e il Centro Mediazione del Comune, impegnati in un’attività di rilevazione – osservazione tramite riprese video e interviste rivolte all’interno e all’esterno del nido, coinvolgenti quindi operatori, genitori e testimoni del territorio esterno al nido.
Nel tempo hanno contribuito a diverso titolo diversi soggetti istituzionali: l’Associazione di volontariato AUSER, l’Assessorato LLPP e il Servizio Manutenzione, il Centro per le Famiglie, il Centro Idea, l’Ufficio verde del Comune, i Volontari del Servizio civile.
L’ultima, ma solo in ordine di tempo, importante collaborazione, è stata quella del Laboratorio delle Arti, in particolare della dott.ssa Isabella Guidi, che ha progettato e guidato la realizzazione del Murales sul pannello di separazione tra il nido e il giardino di Piazzale G. Bruno, dipinto con la collaborazione degli operatori, dei genitori e dei volontari, e con i materiali messi a disposizione dal Servizio Manutenzione del Comune.
Il Murales “IL GIARDINO DEI CAVALLI ROSSI” rappresenta un luogo non definito geograficamente che diventa luogo di accoglienza di tutti, oltre che opera di grande impatto e valore visivo ed estetico per tutti i bambini del quartiere “Giardino – Arianuova”

ASSESSORATO AL COMMERCIO – Presentato in residenza municipale il calendario delle iniziative
E’ Natale in Centro a Ferrara: appuntamenti, risorse in campo e viabilità

20-11-2014

Sono state presentate ufficialmente questa mattina, giovedì 20 novembre nella residenza municipale, le iniziative di “Natale è in centro a Ferrara 2014”, promosse da associazione Eventi Ricreativi in collaborazione con Assessorato al Commercio del Comune di Ferrara, associazioni di categoria e FeliCity. All’incontro con i giornalisti sono intervenuti l’Assessore comunale al Commercio, Fiere e Mercati, il responsabile dell’associazione Eventi Ricreativi Raffaele De Rossi, Emanulele Giustini della Banca Popolare di Vicenza e Luca Turci di Caricento, sostenitori della manifestazione.

Oltre a illustrare il programma generale degli appuntamenti – attualmente in fase di completa definizione – sono stati preannunciati dall’Assessore al Commercio quei provvedimenti di viabilità che hanno l’obiettivo di agevolare l’accesso al centro storico da parte dei cittadini, come la possibilità di parcheggiare gratuitamente in viale Cavour e Piazza Ariostea – dalle 16 alle 20 nei giorni 6, 7, 8, 13, 14, 20, 21,24 dicembre. Negli stessi giorni e orari sono previste alcune modifiche alla viabilità con le seguenti chiusure al traffico: – Corso Giovecca, da Largo Castello a via Palestro (chiusura anche corsia da via Montebello in direzione via Palestro); – Largo Castello, da Corso Giovecca a Viale Cavour; – Viale Cavour, da Via Spadari a Largo Castello; – Corso E. I° d’Este – da Largo Castello a Via Padiglioni, – Via Borgo dei Leoni, da Largo Castello a Via Padiglioni. Queste modifiche saranno definite da apposita ordinanza di viabilità.

Per quanto riguarda le risorse economiche messe in campo, Comune di Ferrara e cabina di regia istituzionale (fondi Legge regionale n. 41) hanno stanziato complessivamente 90mila 585 euro, che insieme a sponsorizzazioni varie (circa 19mila euro) e contributo da parte dei commercianti (46mila 400 euro), consentono di raggiungere un budget complessivo di circa 156mila euro.

[Nella foto a destra un momento della presentazione ai giornalisti, giovedì 20 novembre 2014]

LA SCHEDA (a cura degli organizzatori)

Natale è in Centro a Ferrara 2014/2015 – Un ricco calendario di appuntamenti per le festività natalizie: spettacoli, mercatini ed eventi per i più piccoli.

Dal 22 novembre 2014 al 6 gennaio 2015

Ferrara, centro storico

Il Comune di Ferrara festeggia il Natale e l’Anno Nuovo con un programma ricco di eventi e iniziative. Per tutto il periodo delle festività natalizie, il Centro Storico sarà animato da spettacoli per bambini e adulti, bancarelle di Natale, speciali iniziative, mercatini tematici.

Programma

Programma in via di definizione:

LUCI DI NATALE
Sabato 22 novembre
Accensione delle Luminarie in Centro Storico

MAGIA DEL NATALE

Calendario degli spettacoli:

Sabato 6 dicembre
1° spettacolo ore 17.15 – 2° spettacolo ore 19.45 Piazza della Cattedrale
La grande fontana danzante
Uno show di giochi di luci, zampilli d’acqua e fuoco accompagnati da un emozionante sottofondo musicale nella meravigliosa cornice di Piazza della Cattedrale
ore 18.00 Piazza della Cattedrale
Accensione dell’Albero di Natale

Sabato 13 dicembre
Ore 17.00 Vie del centro storico
Parata delle fiabe
Spettacolo itinerante sui trampoli per i bambini e le loro famiglie

Giovedì 18 dicembre
ore 15.30 sotto l’albero di Piazza della Cattedrale
Un Natale sportivo
appuntamento con tutte le squadre che partecipano ai massimi campionati sportivi della città per augurare a tutta la cittadinanza il Buon Natale

Domenica 21 dicembre
Flash mob in C.so Giovecca/ Borgoleoni (orario da definire)
ore 16.45 Piazza della Cattedrale
Flash mob in via Garibaldi 30 (orario da definire)
Il Canto della Stella
Il Coro Polifonico Santo spirito eseguirà un programma di canti della tradizione natalizia, italiana, europea e americana

Mercoledì 24 dicembre
Ore 22.00 fossato del Castello estense
Natale Sub
A cura del Gruppo Subacqueo Ferrarese. Suggestiva fiaccolata di subacquei che dopo la solenne benedizione depositeranno il Bambino Gesù nel presepe, allestito nelle acque del Castello Estense

IL PAESE DI BABBO NATALE

Dal 29 novembre al 6 gennaio Piazza Municipale
In collaborazione con la Contrada di San Paolo verrà allestito un piccolo paese con cinque casette di legno aperte al pubblico: il venerdì dalle ore 16.00 alle ore 20.00 il sabato e tutti i prefestivi dalle ore 10.00 alle ore 24.00 e la domenica e tutti i festivi (tranne il 25 dicembre) dalle ore 10 alle ore 20.00.

Calendario attività e spettacoli a cura della Contrada di San Paolo:
29 Nov. ore 17 spettacolo inaugurale “Il risveglio del Paese di Babbo Natale”
30 Nov. ore 16 animazione “Bombolone Magic Clown”
07 Dic. ore 16 animazione “Bombolone Magic Clown e i Pagliacci del cuore”
13 Dic. ore 17.30 omaggio dei Fogolieri della Contrada Rione San Paolo
14 Dic. ore 16 I Folletti aiutano i bimbi a realizzare il proprio palloncino dei desideri “Volano i palloncini dei desideri”
20 Dic. ore 15.30 in collaborazione con l’Ass. Nadya arriva San Nicola dai Paesi dell’Est
27 Dic. ore 16 I Folletti incontrano e giocano con i bimbi
28 Dic. ore 16 Animazione “Bombolone Magic Clown e i pagliacci del cuore”
31 Dic. dalle ore 18 aspettando i fuochi in Piazza Castello “Polenta Cunza allegria
02 Gen. 2015 ore 21 Presso la Sala Estense rappresentazione teatrale a cura della Compagnia della Vipera del Rione San paolo dal titolo “Madonna Caterina” con intermezzi del gruppo di danza “Armonia di danza”
03 Gen. 2015 ore 16 Coloriamo e prepariamo il vestito alla Befana
04 Gen. 2015 ore 17 Armonie di fuoco a cura del Rione San Paolo

Dal 22 novembre al 22 febbraio
Piazza Municipale
Giostra a cavalli galoppanti stile ‘800

LA BEFANA IN PIAZZA

Dal 27 dicembre al 6 gennaio Il Paese di Babbo Natale lascia spazio alla Befana. Al centro del villaggio, i bambini potranno trovare un grande fantoccio della Befana, alla gonna potranno cucire i propri desideri aiutati dai folletti.
Martedì 6 gennaio, dalle ore 16 in Piazza Municipale,come da consuetudine, si terrà la festa “La Befana in Piazza” con balli e canti della Baby disco. Alle ore 16.30 nell’attesa del suo arrivo, i bambini saranno intrattenuti da uno spettacolo di burattini. Alle 17.30 la Befana arriverà in piazza e verrà distribuita una calza a tutti i bambini intervenuti. L’appuntamento si concluderà alle ore 18.00 con il tradizionale falò in Piazza Trento Trieste.

ALTRE PROPOSTE IN CITTA’

IBO Magic Show – Festival della Magia
Sabato 29 novembre ore 21.15 Teatro “Claudio Abbado”
IBO MAGIC SHOW – Festival della Magia Ferrara ospite Mago SILVAN
http://www.festivalmagiaferrara.it/

KINDERHEIM al Castello Estense
Iniziative al Castello Estense dedicate ai bambini il 29 novembre e 6, 13, 20 dicembre 2014:
Pomeriggi di giochi e animazioni per bambini dai 6 agli 11 anni nelle sale del Castello Estense.
Per partecipare ai pomeriggi al Castello Estense si dovrà essere in possesso del voucher distribuito dagli esercizi commerciali del centro storico aderenti all’iniziativa.
Si partecipa su prenotazione: 0532 299233 – itineran@libero.it Tutti i Kinderheim al Castello Estense sono a partecipazione gratuita.
A cura di Itinerando in collaborazione con Comune di Ferrara e Confesercenti, nell’ambito di “Felicity. Ferrara al centro”, progetto speciale valorizzazione centro storico, L. Reg.le 41/97.

KAPPA FESTIVAL 2014. Il Giappone a Ferrara
5,6,7,8 dicembre Imbarcaderi del Castello Estense
http://www.kappafestival.it

NATALE IN DANZA
Giovedì 11 dicembre 2014 ore 21 Sala Estense
Spettacolo di danza della scuola Jazz Studio Dance/Uisp Ferrara diretta da Silvia Bottoni Entrata a offerta libera e il ricavato sarà interamente devoluto in beneficenza all’Associazione Giulia

IL VILLAGGIO NATALIZIO DELLA SOLIDARIETA’

Giardino delle Duchesse
Dal 30 novembre 2014 al 1 febbraio 2015
Nella magica atmosfera del Giardino delle Duchesse, vi aspetta il “Villaggio Natalizio e della Solidarietà” con Pista di Pattinaggio su Ghiaccio, Casette del Volontariato e Lotteria per Ferrara, Area Ristoro.
http://www.capodannoferrara.com

LA NOTTE DI SAN SILVESTRO

Martedì 31 dicembre dalle ore 21.30 all’alba
Come da tradizione Ferrara festeggia l’arrivo del nuovo anno con uno straordinario spettacolo piromusicale che culminerà con l’Incendio del Castello Estense.
http://www.capodannoferrara.com/

SCOPRI TUTTI I MERCATINI DI NATALE – calendario >>

Url dell’evento

http://nataleincentroaferrara.blogspot.it

BIBLIOTECA ARIOSTEA – Il servizio già attivo, è gratuito. Disponibili anche volumi di letteratura per ragazzi
‘Leggere facile leggere tutti’, libri per ipovedenti alla biblioteca comunale Ariostea

20-11-2014

Nell’ambito del progetto “Leggere Facile, Leggere Tutti” è stato attivato in questi giorni alla Biblioteca comunale Ariostea (via Scienze 17) un nuovo servizio dedicato a persone ipovedenti, persone anziane e a tutti coloro che hanno la vista indebolita. L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra il Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara e la Biblioteca Italiana per Ipovedenti B.I.I. ONLUS di Treviso che ha donato un primo quantitativo di libri a grandi caratteri.
La Biblioteca Ariostea, da sempre aperta e disponibile a nuove sfide, ha creato un apposito spazio nel quale accogliere e mettere gratuitamente a disposizione dell’utenza i nuovi testi stampati a caratteri più grandi rispetto a quelli ordinari. I libri stampati a grandi caratteri sono realizzati secondo criteri e parametri che rendono più agevole la leggibilità dei testi e non affaticano la vista. Si tratta di pubblicazioni speciali, realizzate con caratteristiche di impaginazione specifiche: il tipo e le dimensioni del carattere, spazi maggiorati fra le singole parole e fra le singole lettere, elevato contrasto dell’inchiostro sulla pagina, l’interlinea, i margini, la grammatura e il grado di opacità della carta (stampa su carta avoriata per ridurre fastidiosi riflessi), sono studiati espressamente per rilassare la vista e rendere la lettura più piacevole.
I volumi disponibili spaziano dai classici della letteratura di ogni tempo (Sciascia, Wilde e Byron) ai grandi autori contemporanei (Camilleri, Dahl, Sepulveda), inclusa la letteratura per ragazzi.
“Questa iniziativa – ha dichiarato Giuseppe Marinò, Presidente della B.I.I. ONLUS – vuol essere un contributo per garantire il diritto di accesso alla cultura e all’informazione per tutti, incluse le persone con diversi livelli di difficoltà di lettura”.
Il servizio “Leggere Facile, Leggere Tutti” è completamente gratuito; il personale bibliotecario assiste l’utente per l’utilizzo del servizio stesso: consultazione, scelta, prestito, riconsegna dei volumi; al servizio si accede direttamente in Ariostea o da qualsiasi biblioteca del Polo bibliotecario ferrarese anche attraverso il servizio Interlibro.
I libri si trovano in un apposito scaffale nell’atrio della Biblioteca Ariostea con etichetta di collocazione IPO, dove, per l’occasione sono stati posizionati anche gli audiolibri già posseduti dalla biblioteca stessa.

(Comunicato a cura della biblioteca comunale Ariostea)

NUOVA INTITOLAZIONE – La cerimonia sabato 22 novembre alle 11 in Piazzale Azzurri d’Italia
Intitolazione del Palagym al ginnasta olimpionico Orlando Polmonari

20-11-2014

Il Sindaco di Ferrara e l’assessore comunale allo Sport/Decentramento interverranno sabato 22 novembre alle 11 al Palagym di Piazzale Azzurri d’Italia alla cerimonia d’intitolazione della struttura al ginnasta olimpionico Orlando Polmonari, recentemente scomparso.

UFFICIO ELETTORALE – Elezioni Regionali, si vota il 23 novembre 2014 dalle 7 alle 23. Spoglio immediato dalle ore 23
Modalità di voto e informazioni utili

20-11-2014

Domenica 23 novembre 2014, dalle 7 alle 23, si vota per eleggere l’Assemblea legislativa e il Presidente della Giunta della Regione Emilia-Romagna. Una volti chiusi i seggi elettorali al voto (ore 23 di domenica 23 novembre) si procederà immediatamente allo spoglio delle schede contenute nelle urne. I risultati di ciascun seggio verranno comunicati al centro di raccolta dati dei Servizi Informatici del Comune per confluire poi al centro dati della Prefettura di Ferrara.

Sarà possibile consultare i dati relativi alle affluenze degli elettori ai seggi e i voti attribuiti a partiti e candidati in tempo reale sulle pagine internet del Comune di Ferrara (www.comune.fe.it e www.cronacacomune.it).

Sempre sulle pagine internet dell’Ufficio Elettorale – all’indirizzo http://servizi.comune.fe.it/index.phtml?id=1735 – sono reperibili tutte le informazioni utili relative alla consultazione elettorale, la normativa di riferimento e i link della documentazione necessaria nelle varie fasi.

COME SI VOTA

Gli elettori possono votare dalle ore 7 alle ore 23 di domenica 23 novembre 2014.

Ci sarà un’unica scheda sulla quale esprimere sia il voto per la candidata o il candidato Presidente, sia il voto per le liste concorrenti.

Si può esprimere il voto per una candidata o un candidato Presidente e per una lista collegata.

Se si esprime solo il voto a una lista, questo si estende automaticamente anche alla candidata o candidato Presidente collegati.

Si può esprime anche solo il voto a una candidata o candidato Presidente e a nessuna lista.

Si può anche votare per una lista e per una candidata o candidato Presidente non collegati (c.d. voto disgiunto).

Si possono esprimere uno o due voti di preferenza per i candidati nella medesima lista. Nel caso di espressione di due preferenze, esse devono riguardare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza.

La formazione post-laurea in parodontologia e implantologia di Unife chiude il 2014 con un incontro dedicato al trattamento delle malattie parodontali e peri-implantari

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Una due giorni di lezioni oggi e domani, venerdì 21 novembre, all’Hotel San Girolamo dei Gesuati, (via Madama 40/a), per l’evento conclusivo del Perio Study Club, programma dell’Università di Ferrara dedicato all’aggiornamento professionale continuo degli Odontoiatri che si sono formati in parodontologia e/o in implantologia nell’Ateneo, giunto alla terza edizione.
Con il coordinamento scientifico di Leonardo Trombelli, Presidente della Scuola di Medicina di Unife e Direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerca per lo Studio delle Malattie Parodontali e Peri-implantari, e di Anna Simonelli, dottoranda di ricerca e borsista della Sezione di Odontoiatria, l’incontro vede la partecipazione di relatori nazionali e internazionali.
Protagonisti di oggi sono Filippo Graziani e Giulio Raperini, Ricercatori rispettivamente delle Università di Pisa e Milano, che hanno tracciato l’evidenza più recente relativamente al trattamento chirurgico della parodontite avanzata con e senza l’ausilio di tecnologie ricostruttive.
Ad intervenire domani sarà David Herrera, docente e brillante ricercatore dell’Università Complutense di Madrid. Con la sua recente partecipazione all’XI Workshop Europeo della Federazione Europea di Parodontologia e dei dati di letteratura che ne sono emersi, Herrera illustrerà le linee guida per la prevenzione e il trattamento evidence-based delle malattie parodontali e peri-implantari, fondamentali per preservare la salute dei tessuti che sostengono i denti e gli impianti e per la gestione delle patologie distruttive che possono comprometterli. La parte conclusiva della giornata vedrà Silvia Roldan, proveniente dallo stesso Ateneo madrileno, illustrare ai partecipanti come l’alitosi, condizione frequentemente associata alla compromissione della salute parodontale, possa essere gestita domiciliarmente e professionalmente.

Unife sul quotidiano britannico “The Guardian” grazie ad una ricerca scientifica sulla gentrificazione urbana condotta insieme a due Università inglesi

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Pubblicato mercoledì 19 novembre nel prestigioso quotidiano britannico “The Guardian”, l’articolo “Gentrification is a natural evolution” a firma di Philip Ball, su una recentissima ricerca sulla gentrificazione urbana, nata dalla collaborazione tra l’Università di Ferrara ed in particolare di un giovane dottorando in Matematica dell’Ateneo, Mattia Zanella, con ricercatori di due Atenei britannici: la University of Strathclyde di Glasgow e la UCL di Londra.
“La ricerca scientifica illustrata nel paper “The Form of Gentrification” – spiega Mattia Zanella, componente del gruppo di ricerca di matematica applicata e analisi numerica del Dipartimento di Matematica e Informatica di Unife – nasce dallo studio della morfologia urbana di cinque quartieri di Londra che sono stati soggetti a gentrificazione, ossia a un processo di riqualificazione urbana spontanea molto controverso, perchè coinvolge la ripopolazione di interi quartieri da parte della classe media, a scapito dei precedenti abitanti della classe operaia. La tesi di fondo delle tre Università sta nel vedere la città come un organismo vivente che si autoregola secondo diversi indicatori morfologici, di cui il più importante è risultato essere la centralità del network stradale”.
“Mattia Zanella – afferma Lorenzo Pareschi, Direttore del Dipartimento di Matematica e Informatica di Unife, Delegato del Rettore alla didattica e Direttore del gruppo di ricerca – ha contribuito al progetto con approfondite analisi statistiche che hanno reso possibili i risultati citati dal celebre quotidiano inglese. Questo primo passo verso una piena comprensione delle dinamiche sociali e urbane, tema dalle innumerevoli applicazioni, è da inserirsi nel contesto di ricerca del gruppo composto anche da Giacomo Albi, Dottore di ricerca di Unife ed attualmente PostDoc alla TUM, Technische Universität München, e Giacomo Dimarco, Professore associato del Dipartimento. Tra le tematiche affrontate dal gruppo ferrarese, che ruotano attorno al comportamento di sistemi complessi ossia difficili da prevedere, vi sono inoltre la modellistica matematica di dinamiche di controllo di opinione, di interazione su social networks e di aggregazione sociale, oggetto di recenti pubblicazioni su importanti riviste scientifiche. Futuri lavori sulla gentrificazione urbana cercheranno sia di introdurre ulteriori indicatori economici, che di prevederne la dinamica nel tempo”.

Processo Eternit, Bertelli: “Proseguiremo il nostro impegno, vicini ai familiari delle vittime e insieme al coordinamento degli Enti che si sono costituiti parte civile fin dal primo momento”

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

“Continueremo a stare a fianco dei familiari delle vittime e confermiamo la nostra disponibilità a sostenere tutte le eventuali iniziative che potranno essere intraprese nell’ambito del coordinamento delle istituzioni che si sono costituite parte civile fin dal primo momento”.

Così il sottosegretario alla presidenza della Regione Emilia-Romagna Alfredo Bertelli dopo che ieri la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la condanna per le morti per amianto che era stata decisa a conclusione del grado di appello del processo alla multinazionale Eternit in seguito alle morti per esposizione all’amianto di lavoratori di quattro stabilimenti italiani tra cui quello di Rubiera, in provincia di Reggio Emilia.

“La Regione Emilia-Romagna si era costituita parte civile sin dalla prima fase istruttoria – ricorda Bertelli – e ha seguito tutto il percorso processuale insieme agli Enti locali e alle famiglie delle vittime. Ora continueremo il nostro impegno”

Hera: venerdì 21 novembre sarà sospeso il servizio di raccolta itinerante RUP

da: ufficio stampa Hera

Hera informa che venerdì 21 novembre sarà sospeso il servizio di raccolta itinerante dei Rifiuti Urbani Pericolosi (RUP) quali, ad esempio, detergenti, igienizzanti, insetticidi, smalti e vernici.

E’ comunque possibile conferire i rifiuti pericolosi di origine domestica, presso le stazioni ecologiche di Hera a Ferrara in via Cesare Diana, via Ferraresi e via Caretti.

Il servizio riprenderà normalmente dal venerdì successivo.

Sabato 22 novembre, all’Ibs, Antonio Semi presenta “Psicoanalisi della vita quotidiana”

da: Responsabile Eventi Libreria IBS.it Ferrara

Dialoga con l’autore Luca Nicoli, psicologo e psicoanalista SPI

Quotidianità, straordinarietà, uguaglianza, soggettività: quattro termini che la psicoanalisi ha sovvertito facendo vedere i legami strettissimi che li uniscono.
Chi contrappone la straordinarietà alla quotidianità o l’uguaglianza alla soggettività nega la complessità dell’animo umano, adattandosi al tentativo in corso di ridurre l’individuo a macchina biologica o sociale.
Scritto da un grande psicoanalista, questo libro restituisce il senso dell’impresa psicoanalitica, che ha dischiuso all’umanità prospettive realistiche di emancipazione e libertà. Con molti esempi clinici tratti dalla pratica quotidiana, Semi mostra l’inesauribile ricchezza dell’inconscio e la sua alterità irriducibile e selvaggia, presenti in ciascuno di noi. Negare questa dimensione dell’animo umano significa prestarsi a creare un nuovo tipo di schiavo.
Antonio Alberto Semi è membro ordinario con funzioni di training della Società psicoanalitica italiana ed è stato direttore della Rivista di Psicoanalisi. Ha pubblicato,
tra gli altri, La coscienza in psicoanalisi (2003) e Il metodo delle libere associazioni(2011).

Sabato 22 novembre, al Torrione San Giovanni, Robert Bisha in concerto

da: ufficio stampa Jazz Club Ferrara

Ricette dal cuore dei Balcani si fondono a musiche tradizionali nell’originale interpretazione del polistrumentista scutarino Robert Bisha

Sabato 22 novembre Somethin’Else penetra il cuore dei Balcani. Ricette tipiche della cucina albanese incontrano melodie e ritmi tradizionali nella personalissima e originale interpretazione, al pianoforte e frame drum, del polistrumentista scutarino Robert Bisha.

Continuano al Jazz Club gli apprezzati appuntamenti che fondono sapori e suoni del mondo sotto la sigla Somethin’Else. Sabato 22 novembre, a partire dalle ore 20.00, il nuovo itinerario gastronomico-musicale penetra il cuore dei Balcani. Ricette tipiche della cucina albanese incontrano melodie e ritmi tradizionali nell’originale interpretazione del polistrumentista scutarino Robert Bisha.
Robert Bisha (Shkodra, 1984) si avvicina al pianoforte sin da bambino per poi affiancare ad esso altri strumenti come fisarmonica, chitarra e percussioni. Talento precoce, ha iniziato presto ad esibirsi esplorando differenti generi musicali che spaziano dal blues, funk, rock e jazz fino ad abbracciare repertori legati al folklore e alla musica contemporanea.
Personalità profonda ed eclettica, oltre ad aver partecipato a numerosi festival e prestigiose manifestazioni, Robert ha realizzato musiche per documentari e cortometraggi; da diverso tempo è altresì membro del gruppo teatrale Aionteater.
Assaporando trave me presh (porri al forno con carne) ed il gustoso trilece (pan di Spagna con crema di latte e caramello), il Torrione esplorerà la tradizione musicale di quelle terre in parte lambite dal mare Adriatico attraverso un toccante viaggio sonoro tra folklore e note di antichi rituali che vede l’alternarsi di pianoforte e percussioni.

INFORMAZIONI
Infoline: 339 7886261 (dalle 15:30)
Prenotazione cena: 333 5077059 (dalle 15:30)
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com

Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso a offerta libera è riservato ai soci.

DOVE
Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Se si riscontrano difficoltà con dispositivi GPS impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

ORARI
Cena: a partire dalle ore 20.00
Intrattenimento musicale a partire dalle ore 21.30

UFFICIO STAMPA
Eleonora Sole Travagli
e-mail: solejazzclubferrara@gmail.com
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DIREZIONE ARTISTICA
Francesco Bettini

La Società a Teatro ospita “Alone”: uno spettacolo per cambiare “il punto di vista”

da: ufficio stampa Agire Sociale CSV Ferrara

Sabato 22 novembre, ore 21.00 alla Sala Estense di Ferrara, quarto appuntamento della rassegna La Società a Teatro: l’Associazione RP Liguria e DinamiciTeatri presentano il progetto “Teatro in vista” con “Alone”, uno spettacolo forte e crudo liberamente tratto da una storia vera riscritta da Valeria Banchero, Davide Buda e Luigi Marangoni, che narra di un uomo di 38 anni al quale, durante l’adolescenza, viene diagnosticata la retinite pigmentosa, una rara malattia che porta alla cecità e che colpisce 1 persona su 4000. Il protagonista di questa storia ha diciassette anni, gioca a squash, ama smontare e montare i motori degli scooter. Ma all’improvviso il mondo gli cade addosso.

Dopo numerosi esami arriva la diagnosi, pronunciata da un medico che con poche parole dice a quel ragazzo che nel giro di due anni sarà cieco. La paura diventa rabbia intensa. Dopo vent’anni però il ragazzo è diventato un uomo, che riesce a scherzare della sua vita e del suo essere ipovedente grave. La sua vita è normale, ha un lavoro e una fidanzata. Solo la sera, quando scende il buio, ha bisogno di qualcuno che gli prenda la mano e lo guidi nel suo cammino, nei suoi gesti quotidiani. Il protagonista, interpretato dal bravissimo Luigi Marangoni, ha reso il numeroso e attento pubblico partecipe della sua lotta e della sua esperienza intima, in grado di trasformare la rabbia e l’isolamento in ricerca di indipendenza e voglia di vivere.
Questo spettacolo racconta così i vent’anni da ‘ipovedente grave’ del protagonista, attraverso episodi di vita vissuta, talvolta anche divertenti. Il copione si snoda con teatrale leggerezza e ci racconta la solitudine, l’impatto personale con una malattia rara e degenerativa, la ricerca del lavoro per un giovane, il senso stesso del lavoro come ragione di vita e non solo come prestazione, la faticosa conquista di un’autocoscienza matura, capace di cogliere il senso e la bellezza nella vita di tutti i giorni. Con Alone si entra così in uno spazio di pensiero fra problematiche profonde e quanto mai attuali nell’odierno dibattito politico-culturale, armonizzandole in un unico appassionante racconto.
Al fine di coinvolgere maggiormente gli spettatori e far acquisire loro un’idea di come possa vedere un ipovedente medio/grave, sono stati realizzati dei particolari occhiali in cartone con un foro di due millimetri al centro di ciascuna lente che saranno messi a disposizione di tutti coloro che assisteranno allo spettacolo. Alone si allinea così alle finalità del progetto La Società a Teatro, che attraverso le pratiche artistiche vuole accompagnare il suo pubblico ad una riflessione condivisa sulle tematiche sociali, per una società più empatica, sensibile e partecipe. Info: 0532-205688; segreteria@csvferrara.it.

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Camera di commercio e Associazioni di categoria insieme per favorire, grazie al web, l’export delle imprese ferraresi

da: ufficio stampa Cciaa di Ferrara

Govoni: “Un’azienda che non è presente in rete o nei social media è un’azienda che comunica la propria assenza”
www.eccellenzeindigitale.it: nuovi strumenti gratuiti per offrire un’opportunità in più di raggiungere nuovi mercati

Prosegue l’impegno della Camera di commercio e delle associazioni di categoria per avvicinare le imprese ferraresi al digitale e al crescente potenziale economico derivante dall’utilizzo del web per promuovere la propria attività all’estero. Oggi, nel mondo, gli utenti online sono 2,5 miliardi ed entro la fine del decennio si stima che supereranno i 5 miliardi, connessi a Internet tramite dispositivi e schermi diversi. E recenti ricerche dei più accreditati organismi internazionali mostrano come le imprese che utilizzano il web per promuovere il proprio business crescano a velocità doppia rispetto a quelle che non sono online. Del resto, un’azienda che non è presente in rete o nei social media è un’azienda che comunica la propria assenza. È un’azienda che, probabilmente ingessata da una cultura interna poco ricettiva al cambiamento, non ha colto la reale potenzialità di crescita, non solo economica, ma anche etica e culturale, che le comunicazioni di massa possono offrirle.

E’ in questo spirito che la Camera di commercio ha attivato, nelle scorse settimane, due borse di studio (6.000 euro ciascuna) a giovani under 35 che, per 6 mesi, affiancheranno le piccole e medie imprese alla scoperta delle opportunità offerte dall’economia digitale. Lucia Romanelli e Daniele Borrelli – questi i nomi dei due giovani digitalizzatori – dopo aver frequentato un percorso formativo realizzato da Google e Unioncamere, stanno aiutando tanti imprenditori della provincia ad integrare le nuove forme di comunicazione e di marketing sociali all’interno di quelle tradizionali, per sfruttare al meglio le opportunità offerte dal web e far conoscere, nel mercato interno e a livello internazionale, le proprie eccellenze. E, grazie al grande successo sin qui registrato dall’iniziativa (più di venti le imprese coinvolte) la Camera di commercio ha chiesto ed ottenuto da Unioncamere l’autorizzazione ad estenderla all’intero comparto agroalimentare (e non più solo alla Coppia ferrarese e al Pampepato), che, lo ricordiamo, vanta ben 9 prodotti DOP e IGP.

“Circa un quarto del fatturato export delle piccole imprese ferraresi digitalmente avanzate – ha spiegato Paolo Govoni, presidente della Camera di commercio di Ferrara – deriva ormai dal web, percentuale che sfiora il 40% per imprese di medie dimensioni. Eppure, secondo i dati del nostro Osservatorio dell’economia, solo il 16% delle imprese manifatturiere fa e-commerce. I media digitali offrono alle aziende opportunità impensabili sino a pochi anni fa, configurandosi come canali aperti e a basso costo di comunicazione, relazione e marketing globali. Cogliere tali opportunità – ha concluso il presidente della Camera di commercio – risulta particolarmente strategico per le aziende ferraresi, i cui prodotti di eccellenza competono spesso sui mercati globali, specie in questo momento di faticosa uscita dalla crisi economica che ha visto molte realtà sacrificare proprio gli investimenti in comunicazione e marketing”.

A breve, intanto, l’Ente di Largo Castello varerà un piano straordinario per la digitalizzazione delle imprese, con l’obiettivo di aiutarle ad incrementare i propri affari, contenendo i costi, aprendo a nuovi canali di comunicazione con la clientela ed entrando in mercati ancor più interessanti per i propri prodotti. Un pacchetto di misure e di agevolazioni che, una volta realizzato, ci aspettiamo contribuirà a far si che la nostra provincia si metta alla pari con i più avanzati sistemi territoriali italiani.

Riesumato un antico sarcofago nel Duomo di Comacchio. Studiosi già all’opera

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Un altro ritrovamento di straordinario interesse storico ed archeologico da oggi si affianca alla scoperta della nave romana di Valle Pega. Questa mattina infatti è stato riesumato un sarcofago da una parete posta al lato destro dell’abside del duomo, che ha custodito le spoglie del Vescovo Niccolò D’Arcano (1637-1714). Il sarcofago era stato rinvenuto sotto il pavimento della navata centrale del duomo durante i lavori eseguiti nel 1904 e posto nella collocazione attuale. La prima scoperta risale alla fine del ‘600, quando fu ricostruito il Duomo di Comacchio. Sembra che il sarcofago dopo il primo rinvenimento fosse stato utilizzato come abbeveratoio, ma fu proprio il Vescovo D’Arcano a recuperarlo, disponendo che divenisse la sua tomba al momento della sua morte. Su sollecitazione della dottoressa Anna Stanzani della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici e Etnoantropologici, un gruppo di studiosi della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici (con sede a Ravenna) e dei Beni Archeologici oggi ha cominciato ad esaminare i resti ossei ed i reperti rinvenuti all’interno del sarcofago. L’architetto Keoma Ambrogio (Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici) coordina il progetto insieme all’arcehologo Mario Cesarano (Soprintendenza per i Beni Archeologici), mentre Don Riccardo Petroni, in rappresentanza dell’Arcidiocesi è giunto appositamente da Roma sovrintendere a tutte le operazioni. Il sarcofago sarà trasferito nei laboratori di restauro della Soprintendenza a Ravenna, per i necessari interventi di restauro, diretti dalla funzionaria Antonella Ranaldi e dai suoi collaboratori, Elena Cristoferi ed Alessandra Pocaterra. L’Arcidiocesi ha sostenuto il progetto di rimozione (con relativi costi) del sarcofago, che presentava evidenti segni di degrado. Da subito, i ricercatori paleontologi dell’Università di Bologna hanno avviato lo studio sui resti ossei, ma si presume che il sarcofago sia stato profanato, essendo state rinvenute al suo interno numerose macerie. Alla riesumazione e all’avvio degli esami dei reperti ha partecipato anche l’Assessore alla Cultura Alice Carli, la quale, ringraziando l’Arcidiocesi per l’impegno e gli studiosi per il lavoro avviato, auspica che il sarcofago, una volta restaurato, possa essere collocato nel nascente Museo del territorio. “L’obiettivo è infatti di riportarlo a Comacchio, in accordo con l’Arcidiocesi e con la Soprintendenza – spiega l’Assessore Carli – per destinarlo alla sezione medievale del Museo.” Il compito che ora spetta al team degli antropologi, coordinati da Greta Bocchini è la ricognizione dei resti scheletrici per tracciare il profilo biologico (stato di salute, causa di morte, eventuali patologie). A dirigere i lavori Mario Cesarano, archeologo funzionario della Soprintendenza per i Beni Archeologici, il quale ha sottolineato il grande valore archeologico della scoperta che “ci riporta alle fasi originarie della Diocesi e alla nascita del primo insediamento di Comacchio. Del sarcofago – ha aggiunto Cesarano – si conosceva la facciata grazie ad un disegno riportato in un volume del 1701. Il sarcofago reca due iscrizioni in latino che cercheremo di studiare.” Saranno compiute ulteriori indagini archeo-botaniche su fiori, pollini, foglie adagiati sui tessuti del vescovo. “Si vede sul fondo anche una targa in bronzo ossidata che probabilmente conteneva il rogito originario – ha rilevato Cesarano – , su cui doveva poggiare la testa del Vescovo D’Arcano. Alla sua destra è stata rinvenuta una bottiglia di vetro ancora intatta con il rogito, probabilmente inserita al momento della traslazione del sarcofago dal pavimento della navata centrale a lato della parete dell’abside.” Di particolare interesse è anche il rinvenimento del pastorale in frammenti metallici. Il rifiorire della ricerca storica ed archeologica nel territorio non può che essere accolto con grande entusiasmo dall’Amministrazione Comunale, che sta dedicando impegno e sforzi massimi verso la creazione del polo museale nell’ex-ospedale settecentesco degli Infermi.

Rischio idrogeologico, Cimarelli: “I comuni spendano il ‘tesoretto ICI’ del Consorzio in opere di sicurezza”

da: Luca Cimarelli, Candidato al Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna, Lista di Forza Italia

“C’è un particolare problema purtroppo sempre più frequentemente presente in Italia e con impatti in costante e drammatica ascesa, di cui si parla ancora troppo poco, specie in rapporto al nostro territorio. È quello connesso al rischio idrogeologico”.
A intervenire sul tema è il candidato consigliere regionale Luca Cimarelli.
“In provincia di Ferrara vantiamo il triste primato di migliaia di ettari di terreni depressi, a livello inferiore di quello del mare. È grazie alla pluricentenaria opera di bonifica se questi terreni sono tuttora produttivi e se abbiamo arginato al meglio possibili inondazioni ed esondazioni dei corsi d’acqua. Al di là delle attività dei vari consorzi di bonifica, assistiamo in ogni parte d’Italia agli effetti drammatici dei mutamenti climatici, da leggersi come trombe d’aria, piogge torrenziali, bombe d’acqua, che stanno mettendo a repentaglio sempre più spesso la vita delle persone, oltre a creare danni immensi a interi apparati produttivi.
Ciò che il sistema pubblico può fare è cercare di prevenire il più possibile questi rischi. Sappiamo bene che i fondi governativi si traducono in somme ridicole per fronteggiare i costi per le opere ambientali necessarie. Sarà per questo – sottolinea Cimarelli – che fa ancora più arrabbiare leggere di contenziosi tra diversi enti pubblici, preposti a tutelare i cittadini. Mi riferisco alla recente disputa tra il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara da una parte e cinque comuni della provincia (Ferrara, Ostellato, Codigoro, Portomaggiore e Migliarino) per il pagamento delle quote Ici-Imu sui sistemi idrovori. La Cassazione, dopo tutti i gradi di giudizio e altre dispute all’interno delle commissioni tributarie, ha dato ragione ai comuni, non senza parecchie perplessità circa la giurisprudenza precedente. Il fatto si traduce in centinaia di migliaia di euro (circa 400mila) che il Consorzio (finanziato dalle tasche di tutti i cittadini, è bene ricordarlo ndr) deve rifondere ai comuni in questione, oltre ad altre ingenti somme “bruciate” in spese processuali e legali. In un momento di crisi come questo, si tratta di contenziosi inspiegabili nell’ottica di qualsiasi cittadino contribuente.
Senza contare poi che amministratori di questi comuni “vittoriosi” hanno dichiarato di voler utilizzare questo denaro per opere di sistemazione di piazze e arredi urbani. Personalmente condivido l’analisi di un soggetto estraneo alle vicende politiche come il presidente del Consorzio Pianura di Ferrara Franco Dalle Vacche, che tra le righe del suo comunicato ha indicato la soluzione di gran lunga più intelligente a questa vicenda di contenzioso tra enti: vincolare i comuni beneficiari a utilizzare i fondi delle vecchie Ici-Imu del Consorzio per realizzare opere a tutela del territorio, contro i rischi di dissesto idro-geologico.
Un ultimo chiarimento. Non aspiro a etichettare questa proposta come una “battaglia di partito”, dato che stiamo parlando strettamente di amministrazione del territorio. Per rafforzare questo concetto, dato che in corsa per il consiglio regionale figurano tra gli altri Marcella Zappaterra, ex presidente della Provincia e Paolo Calvano, segretario provinciale del Pd, faccio appello a loro perché condividano questo preciso impegno promosso dal presidente Dalle Vacche, osservando come tutti i comuni beneficiari di questo “tesoretto” fanno capo ad amministrazioni a maggioranza Pd. Sarebbe un segnale concreto e lungimirante per la nostra provincia oltre che per la serenità di tutti i cittadini”.

LA STORIA
Una Lanterna brilla in Emilia: l’osteria apprezzata anche da Carlo Petrini e Vandana Shiva

L’Osteria La Lanterna di Diogene di Solara di Bomporto (Modena) unisce buona tavola e impegno sociale, impegnando una dozzina di ragazzi disabili, alcuni sono anche soci fondatori. Con il loro impegno nei campi, nella stalla e nell’osteria, i ragazzi sostengono l’attività della Lanterna. Da qualche anno l’osteria, fondata nel 2006, è recensita anche nella Guida Slow Food Osterie d’Italia perché, oltretutto, utilizzano solo ed esclusivamente prodotti biologici km 0, tra cui i formaggi e lo yogurt dell’Azienda Casumaro che si trova sempre a Solara, le uova e il riso dell’Azienda Cerutti di Burana di Bondeno, nel ferrarese. Tra queste realtà imprenditoriali non si è solo instaurato un ottimo rapporto, ma è nata una grande amicizia e un tessuto di relazioni sul territorio che loro definiscono ‘casa’. Dall’amicizia all’amore il passo è breve: i produttori Elisa Casumaro e Stefano Cerutti si sono sposati a settembre 2013 e il pranzo nuziale è stato interamente preparato dai ragazzi della Lanterna. Una favola vera che vale la pena raccontare.

Siamo andati a cena alla Lanterna di Diogene con Elisa Casumaro* e Stefano Cerutti**, per ascoltare da loro questa bella storia, e dalle parole di Giovanni Cuocci che gestisce l’osteria insieme agli altri soci.

Elisa, come hai conosciuto i ragazzi della Lanterna?

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Elisa Casumaro in azienda, con una dei suoi vitellini

Mia mamma lavorava in un’azienda che ogni anno a Natale fa doni alle realtà che hanno bisogno di essere sostenute, non in denaro ma in termini di beni utili. Per anni, a dicembre, veniva a casa e chiedeva a mio papà: “Noi ce l’abbiamo un vitellino da regalare alla Lucciola per Natale?”, e l’anno dopo, “Ce l’abbiamo un maialino per la Lucciola?”. E mio padre le rispondeva sempre: “Ma cosa se ne fanno di questi animali?”. Questo una decina di anni fa, finché non abbiamo iniziato a conoscerci meglio e a collaborare in modo più consistente.


Giovanni, come si è sviluppato poi il rapporto con l’Azienda Casumaro?

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Giovanni Cuocci davanti all’entrata dell’osteria

Cercavo buoni latticini, sono andato a visitare l’azienda e ho cominciato ad utilizzare i loro prodotti per l’osteria. Fino a quando, nel 2007, Elisa ha tenuto per noi un bellissimo laboratorio su come fare il formaggio. E’ stato un momento molto intenso: per Elisa era la primissima esperienza, ora tiene regolarmente laboratori per le scuole perché l’azienda è fattoria didattica; per noi è stato come aprirci al territorio, tessere una nuova e profonda relazione. Da allora stiamo crescendo insieme.

E Stefano Cerutti, quando lo avete conosciuto?

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Stefano Cerutti durante una visita guidata alla riseria

Ecco, mi ricordo che c’è stato un momento particolare in cui Elisa ha cominciato a fare degli strani e ripetuti inviti, chiedendomi se per caso non mi servissero delle uova, se non avessimo bisogno di qualche gallina, perché lei aveva conosciuto un ragazzo che allevava le galline e produceva uova biologiche; diceva che era un ragazzo bravissimo, che dovevamo conoscerlo. Beh, di lì a poco erano fidanzati! Ed effettivamente i prodotti erano ottimi e abbiamo cominciato ad utilizzarli. Quindi ora abbiamo i formaggi bio di Casumaro, le uova e il riso bio di Cerutti… vitellini, maialini… e le famose galline! Una grande famiglia.

Entrando in osteria ho visto una foto in cui Carlo Petrini di Slow Food vi fa visita e so anche che siete recensiti nella guida di Slow Food Osterie d’Italia. Ci vuoi raccontare qualcosa a proposito?

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Visita di Carlo Petrini alla Lanterna, a seguito del terremoto in Emilia del 2011

Volentieri. Io conoscevo già Slow Food perché m’interessavo di cibo e gastronomia. Poi c’è stata l’illuminazione con il libro di Petrini “Buono, pulito e giusto”: leggendolo, sembrava che parlasse di noi, della nostra scuola, della realtà della Lucciola… era identica, tant’è che mi chiedevo come avesse fatto a scrivere di noi senza conoscerci. Da lì è nato il desiderio di incontrarlo e di portarlo alla Lanterna. L’occasione è arrivata in occasione del Convegno mondiale del biologico, nel 2008: Petrini era tra i relatori, la cena ‘clou’ si sarebbe tenuta nel ristorante di un amico, il convegno era organizzato dall’allora Assessore all’agricoltura della Provincia di Modena, Graziano Poggioli, infaticabile promotore del biologico che io conoscevo. Non c’era storia, io dovevo essere lì quella sera, a cena con loro, a costo di fare il cameriere. E così è stato, il proprietario del ristorante ha aggiunto un posto a tavola e mi sono seduto in mezzo a loro: non mi pareva vero, avevo alla mia sinistra Carlo Petrini e alla destra Vandana Shiva, la famosa attivista e ambientalista indiana. Un sogno.

Hai cenato con Carlo Petrini e Vandana Shiva? Continua, non ti fermare…

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La Lanterna di Diogene, la scultura che si trova nel giardino dell’osteria

Non solo, ma c’erano anche il filosofo ed economista francese Serge Latouche, l’allora presidente di Slow Food Italia Roberto Burdese e tutta una serie di personalità nel campo del biologico e della sostenibilità. Io non ho fiatato per tutta la serata, ascoltavo a più non posso. Alla fine, mi hanno chiesto chi ero e cosa ci facevo lì. Gli ho raccontato della Lanterna e della Lucciola, di come la scuola raccontata da Petrini fosse identica alla nostra, infine ho invitato Petrini a venirci a trovare. Lui era impegnatissimo in quei giorni e io non volevo rischiare che non venisse, così il giorno dopo ci siamo presentati al convegno, abbiamo aspettato che finisse il suo intervento, poi l’abbiamo rapito.

Avete rapito Petrini?
Sì, ho detto a Simona, una ragazza down che lavora in osteria e che è cresciuta con noi, “Simo, la macchina è in moto, lo carichiamo e ce ne andiamo.” E lei, tutta seria e presa nella parte, è andata e gli ha detto “Io sono qui per rapirti, andiamo!”. Lui si è fatto una gran risata e ha cominciato a guardarsi intorno per vedere dov’ero. Finite le interviste con i giornalisti, l’abbiamo portato qui all’Osteria e abbiamo mangiato insieme i tortelloni preparati dai ragazzi. Lui è rimasto molto contento e da quel momento non ci siamo più lasciati, tant’è che dopo il terremoto si è fatto promotore di una campagna a sostegno della nostra attività perché ne eravamo usciti distrutti [vedi]. La foto che hai visto entrando è stata scattata qualche giorno dopo il terremoto, quando Petrini e tutti i fiduciari di Slow Food sono venuti a cena qui, proprio per darci il coraggio e la spinta per ripartire. Siamo diventati una Comunità del cibo di Terra Madre e partecipiamo anche al Salone del Gusto di Torino.

Ma raccontami un po’ dei ragazzi e del gruppo che ruota attorno alla Lanterna…
Sì, finora ho raccontato qualche aneddoto simpatico ed emblematico, ma la storia della Lanterna è un’altra, è la storia di diverse persone che si sono messe insieme e che sono capaci di lavorare in gruppo. La nostra è una cooperativa, tra i soci ci sono anche alcuni ragazzi con patologia cresciuti al Centro di terapia integrata per l’infanzia La Lucciola [vedi]. Le scelte vengono fatte insieme e il mio voto vale come quello di ognuno di loro, come quello di Caterina per esempio.

Giovanni chiama Caterina che sta servendo ai tavoli. Cate ha 26 anni, lavora come aiuto cuoca e cameriera, ed è tra i soci della Lanterna. Da principio un po’ timorosa, Caterina comincia a raccontarsi, dimostrando un’incredibile consapevolezza di sé e della propria patologia.

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Caterina (a sinistra) e Carlo Petrini in visita alla Lanterna

Io sono arrivata alla Lucciola che avevo 16 anni, perché a scuola non mi trovavo tanto bene. Io venivo tutte la mattina da Bologna, perché noi abitavamo là. Poi, siccome venire alla Lucciola mi piaceva tanto, con la mia famiglia abbiamo deciso di avvicinarci e ci siamo trasferiti a San Giovanni in Persiceto. Alla Lanterna mi hanno insegnato tante cose, mi hanno insegnato a lavorare insieme e che cos’è la dignità. Qui hanno capito i miei problemi e le mie difficoltà, perché io ho avuto una vita difficile, spesso mi viene voglia di piangere per la mia patologia.

Di quali attività ti occupi qui alla Lanterna, Caterina?
Durante il giorno pulisco le verdure che verranno preparate per la cena, lavo i piatti, dò da mangiare ai maiali che sono alleviamo nel bosco, il giovedì facciamo i tortelloni di ricotta, i tortelloni di zucca, i maccheroni al pettine, le tagliatelle, ecc. La sera invece faccio la cameriera. Fare la cuoca mi piace tanto e anche stare in mezzo alla gente, tutte queste cose mi danno molta soddisfazione.

Stefano, tornando a voi, raccontaci dell’amicizia con Giovanni e di com’è nata l’idea di far preparare il pranzo del matrimonio dai ragazzi della Lanterna…
La Lanterna è il posto che ci piace di più al mondo. Qui è stato il nostro primo appuntamento. Ancora adesso, quando siamo stanchi, dopo aver girato tutta la settimana per mercati contadini e consegne, venire a mangiare qui è la cosa che più ci rappacifica col mondo. Qui troviamo degli amici e stiamo bene, finalmente tranquilli. Inoltre sono davvero bravi, si mangia benissimo e utilizzano prodotti ottimi. Per noi è una grande soddisfazione vedere che i nostri prodotti vengono valorizzati e usati al meglio. Per tutti questi motivi, ci siamo sempre detti che se mai ci fossimo sposati, avremmo fatto preparare il pranzo dalla Lanterna.

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Il caseificio di Maurizio Casumaro a Solara di Bomporto (Modena)

*L’Azienda agricola Casumaro è un’azienda a conduzione familiare che si occupa di allevamento da generazioni. Dopo un lungo percorso di conversione al biologico, nel 2010 aprono il caseificio e si certificano biologico su tutta la filiera. Elisa Casumaro è l’anima dell’azienda: figlia del proprietario, 30 anni, laureata in Ingegneria industriale, è addetta alla gestione dei mercati, degli ordini per i Gas, si occupa delle visite didattiche e del marketing.

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La risaia dell’Az. agricola Cerutti a Burana di Bondeno

**L’Azienda agricola Cerutti è un’azienda storica a conduzione familiare che negli anni è passata attraverso varie trasformazioni: da azienda frutticola, piano piano si è convertita fino a dedicarsi totalmente alla coltivazione del riso e all’allevamento di galline ovaiole. L’azienda è certificata biologica in tutto e per tutto. Stefano è l’intestatario insieme al padre, ha 37 anni, è perito agrario e si occupa principalmente della coltivazione del riso, dell’allevamento delle ovaiole, gestisce i mercati contadini e le consegne a Gas, negozi e ristoranti.

I prodotti di Cerutti e Casumaro si possono trovare anche a Ferrara: a Terraviva Bio di Dalle Molle (via delle Erbe 29) e da Bergonzini Uber (via Garibaldi 1).
I prodotti di Cerutti si trovano anche al Mercato contadino del venerdì a Porta Paola (banchetto di Io Bio), a GiroBio in via Terranuova.

Le foto in cui compare Carlo Petrini sono pubblicate nel sito di Slow Food.

Per visitare il sito della Lucciola [vedi]
Per visitare il sito della Lanterna [vedi]
Per saperne di più suo produttori, visita i siti dell’Az. Agricola Casumaro [vedi], quello dell’Az. Agricola Cerutti [vedi] e il sito Agrizero.it [vedi]

Inaugurata la Mostra dedicata a Cassina “Maralunga. Il divano di Vico Magistretti compie 40 anni”

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

E’ stata inaugurata ieri pomeriggio alle 17 nel Salone d’Onore di Palazzo Tassoni Estense, sede del Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara, (via Ghiara, 36) e si terrà fino a domenica 23 novembre, la Mostra dedicata a Cassina “Maralunga. Il divano di Vico Magistretti compie 40 anni”, con il talk di Barbara Lehmann, Responsabile dell’Archivio Storico di Cassina, e Vanni Pasca, Docente di Storia e critica del design.
L’esposizione nasce dalla collaborazione tra il Laboratorio di ricerca Material Design del Dipartimento di Architettura di Unife e il gruppo dei famosi brand Cappellini, Cassina e Poltrona Frau che, insieme, hanno dato vita al Mese del design, che si terrà fino a domenica 30 novembre negli spazi espositivi e convegnistici del cinquecentesco Palazzo Tassoni Estense, che ospiterà mostre, istallazioni, conferenze, tavole rotonde dedicate al design contemporaneo.
La Mostra, con cui Cassina rende omaggio a Vico Magistretti, maestro del design contemporaneo e a uno dei divani più\ celebri dei nostri tempi il Maralunga, vincitore del Compasso d’oro, sarà visitabile dalle ore 9 alle ore 19.
Il divano Maralunga si è presentato da subito come un oggetto di grande forza e impatto sul mercato internazionale. L’innovazione non esibita nella variazione del poggiatesta per ottenere una versione a schienale alto o basso, sviluppata dalla semplice catena di bicicletta, l’aspetto rassicurante e l’estrema semplicità dell’imbottito soffice, riassumono pienamente le caratteristiche salienti di questo progetto.
“Con Maralunga – sono le parole di Vico Magistretti – ho inteso progettare un oggetto rappresentativo di tutta un’architettura d’interni di sapore familiare. Un posto caldo, confortevole, raccolto, dove sentirsi a proprio agio e ritrovare l’atmosfera delle vecchie, comode, protettive poltrone da lettura poste vicino al fuoco di un camino o di una finestra. Due posizioni, due possibilità d’uso, due occasioni per crearsi il proprio spazio all’interno di una stanza”.
In occasione di questo anniversario, Cassina racconta la storia di un oggetto-mito della cultura d’interni nella codificazione originaria, avvenuta negli anni Settanta, attraverso un’installazione speciale all’interno degli spazi di Palazzo Tassoni Estense, che vedrà esposta la nuova versione Maralunga ’40, che affianca il Maralunga classico, l’edizione limitata Maralunga Mercurio Vivo (40 pezzi numerati), un tributo al futuro di questa icona in tessuto argentato, e i due prototipi vincitori del progetto di studio eseguito dagli studenti dell’ECAL/L’Università d’arte e design Losanna

Cimarelli chiude la campagna elettorale al San Camillo insieme a Gasparri

da: Luca Cimarelli, Candidato al Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna, Lista di Forza Italia

Il candidato al Consiglio Regionale Luca Cimarelli chiuderà la propria campagna elettorale a Comacchio.

Domani, 21 novembre, alle ore 11.00 è in programma infatti la visita del vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri (FI) presso l’Ospedale San Camillo di Comacchio, per affrontare i temi della sanità locale.

Paola Peruffo domani a Comacchio

da: Paola Peruffo, Candidata Forza Italia alle Elezioni Regionali

Sottoscritta la petizione popolare della Consulta per la rimodulazione del San Camillo, ottenuto che diventi oggetto di una interpellanza parlamentare degli onorevoli Mara Carfagna e Massimo Palmizio, Paola Peruffo, candidata per Forza Italia alle regionali di domenica, sarà anche oggi a Comacchio. E ribadisce il suo impegno per Comacchio. Tre i punti: Sanità: appoggio incondizionato alla consulta, stop al depauperamento della struttura e ripensamento dell’esistente favorendo percorsi di convenzione pubblico-privato. Piano Spiaggia: «Va attuato quanto prima, senza ulteriori rimpalli di responsabilità. Gli imprenditori del settore turistico hanno il diritto di sapere se e quanto investire». Direttiva Bolkestein: «Mi batterò affinché venga rivista. E’un provvedimento inconcepibile per il comparto balneare, serve un quadro normativo di riferimento stabile. Il rischio è l’impoverimento complessivo del territorio, che non attrarrebbe più né imprenditori né turisti, con progressivo calo dei servizi e abbassamento della qualità della vita dei residenti».

Paola Peruffo firma Carta dei Principi Federfarma

da: Paola Peruffo, Candidata Forza Italia alle Elezioni Regionali

«Credo fortemente in questo documento, che tutela i farmacisti, siano essi titolari o dipendenti, e i cittadini» Così Paola Peruffo, candidata per Forza Italia alle regionali di domenica, e titolare di una farmacia in Veneto – «il che mi consente di conoscere due differenti modelli di gestione in materia, quello Veneto, più snello, e quello dell’Emilia Romagna, più ingessato» – motiva la sottoscrizione della Carta dei principi sostenuta da Ferderfarma Emilia Romagna. «Con la mia candidatura – riprende – voglio portare in Regione e all’attenzione della gente l’orgoglio di una professione, quella di farmacista, che richiede competenze specifiche e di cui troppo spesso non si riconosce il valore e il peso, anche sociale. Noi abbiamo un contatto diretto, quotidiano, con persone che faticano ad accedere al sistema sanitario, che non ricevono aiuti per il sostegno alla famiglia. E sono tante quelle con anziani da accudire Il nostro – chiude – è un osservatorio che deve essere valorizzato per il grande contributo che può offrire. E per il rapporto di fiducia che c’è coi cittadini, ai quali offriamo informazioni e servizi e per i quali siamo un fondamentale punto di riferimento. Anche per questo credo, dobbiamo divenire interlocutori in materia di gestione sanitaria».

Sabato 22 e domenica 23, terza edizione di “Usi & costumi, viaggio nel tempo tra luoghi, sapori, rievocazioni storiche”

da: ufficio Stampa Ente Palio città di Ferrara

Sabato 22 e domenica 23 novembre la Fiera di Ferrara ritornerà ad essere punto di ritrovo per gli operatori e gli appassionati della Rievocazione Storica. Il programma di eventi della terza edizione di “Usi & Costumi – Viaggio nel tempo tra luoghi, sapori, rievocazioni storiche”, è ricco e variegato ma – come sempre – la manifestazione vuole essere un momento di confronto e contatto fra realtà diverse e al tempo stesso accomunate da finalità ed esigenze molto simili.
La Fiera Usi&Costumi si qualifica come prima grande fiera internazionale dedicata alla tradizione come strumento al servizio del turismo sostenibile, ed una nuova opportunità di conoscere e approfondire la storia, il patrimonio, le identità locali italiane ed estere. Usi&Costumi è anche uno spazio di confronto per la tutela e la promozione del patrimonio tangibile e intangibile italiano ed europeo, attraverso momenti di incontro tra istituzioni, organizzatori di eventi, operatori culturali e associazioni di Living History.
In particolare, ieri mattina presso il Palazzo Municipale della città di Faenza, sono stati presentati alla stampa due incontri organizzati e promossi dall’A.E.R.S.S. che si terranno presso la sala dei congressi di Ferrara Fiere nelle due giornate di programmazione.
Sabato 22 protagonisti dell’intera giornata saranno gli sbandieratori: l’A.E.R.R.S. promuove infatti un incontro-dibattito ed un raduno fra le “Scuola Giovanili” di bandiera della regione Emilia Romagna. Al mattino, con inizio alle ore 11.30, si terrà un convegno sugli aspetti fisici e tecnici degli Antichi Giochi di Bandiere, al quale prenderanno parte Francesco Gorini selezionatore FISB, Andrea Baraldi atleta ed allenatore, Marinella Fabbri insegnante di educazione fisica. Al centro dei lavori le capacità “atletiche” degli sbandieratori, le potenzialità di questa disciplina dal punto di vista sportivo, le diverse metodologie di approccio ed allenamento dei più piccoli. Nel pomeriggio, saranno invece proprio i bambini ad essere al centro delle attività: dalle 15.30, presso uno dei padiglioni della Fiera, si terrà infatti un vero e proprio “campus di bandiere” dove diversi gruppi provenienti da tutta la regione si alleneranno in contemporanea per scambiarsi esperienze e metodologie. “Ad oggi abbiamo circa 100 bambini iscritti – ha spiegato Giannantonio Braghiroli, presidente A.E.R.R.S – e crediamo che saranno anche di più, visto che questo pomeriggio di gioco sarà aperto a quanti vorranno mettersi in gioco seguiti dagli istruttori che saranno sul campo.”
Nella mattina di domenica 23 l’attenzione sarà invece puntata sulla “Cavalleria Rinascimentale”, con un convegno che racconterà della storia della cavalleria italiana del rinascimento e delle relazioni fra le diverse scuole di doma d’Italia e d’Europa nella storia. Siederanno al tavolo dei relatori Roberto Martusciello Cinquegrana, della
Compagnia dell’Aquila Bianca e presidente della Federazione Italiana Giostra Medievale; Maurizio Rutigliano della scuderia Il Tridente e Istruttore FITETREC ANTE, Giannatonio Braghiroli presdente A.E.R.R.S., Alessandro Fortini Presidente dell’Ente Palio città di Ferrara, Aldo Modonesi Assessore al Palio del Comune di Ferrara.

L’Ente Palio città di Ferrara sarà inoltre presente in Fiera con uno stand informativo, per promuovere le sue attività e gli appuntamenti del Palio di Ferrara 2015.

I colori del Natale approdano a Porto Garibaldi con i burattini del Teatro del Drago

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Dopo il successo del primo appuntamento a Vaccolino, I COLORI DEL NATALE, avvincente calendario di eventi realizzato da Teatro dell’Aglio e Briciole di Teatro, in collaborazione con Bialystok Produzioni, approda domenica 23 novembre, alle ore 16, a Porto Garibaldi. Presso la Palestra delle Scuole Medie (via Pastrengo, 1) il TEATRO DEL DRAGO presenterà uno dei tanti cavalli di battaglia del suo repertorio: IL RAPIMENTO DEL PRINCIPE CARLO. Lo spettacolo è ispirato ad un vecchio canovaccio della metà dell’800.

La storia inizia nella reggia di un vecchio re, che ha subito il rapimento del figlio. Viene dato ordine ai servi e ai soldati di andare alla ricerca del Principe Carlo in tutte le terre del regno. Parte nell’avventurosa ricerca parte anche Fagiolino, aiutato dai consigli della vecchia Fata Circe. Ben Presto lo troverà nel bosco della Rogna nelle mani del terribile e potente brigante Spaccateste e del suo gigante. Fagiolino dopo un lungo duello senza pietà contro i cattivi riporterà sano e salvo il Principe Carlo a suo padre il re. In onore di Fagiolino sarà fatta una grande festa. Animatori del teatrino sono i burattinai Mauro Monticelli e Andrea Monticelli della Compagnia Teatro del Drago di Ravenna, ultimi discendenti di una famiglia di grandi artisti del teatro di figura da ben 5 generazioni. Il lavoro che presenteranno a Porto Garibaldi è un distillato della tradizione emiliano romagnola del teatro dei burattini, basata su di una grammatica scenica molto immediata, coinvolgente e sempre attuale, che la compagnia ravennate presenta da oltre trent’anni con successo in Italia e all’estero.

L’appuntamento successivo con le anteprime de “I colori del Natale” avrà luogo domenica 30 novembre, sempre alle ore 16, presso l’ex scuola elementare di Volania (piazza XXV aprile). In quella occasione andranno in scena i burattini di Massimiliano Venturi, con SGANAPINO APPRENDISTA CONTADINO.

L’ingresso agli spettacoli è gratuito. Per informazioni: 349 0807587. Durante gli spettacoli sarà distribuito il programma completo de I COLORI DEL NATALE, con tutti gli eventi e gli spettacoli che avranno luogo fino
all’inizio del 2015. Il programma delle anteprime è consultabile sul sito www.comacchioateatro.it.

Sabato 22 novembre, presso l’Unipol Auditorium, The Swallow Quintet in concerto

da: ufficio stampa Bologna Jazz Festival

Steve Swallow, basso; Carla Bley, organo;
Chris Cheek, sax tenore; Steve Cardenas, chitarra; Jorge Rossy, batteria

Sabato 22 novembre, dopo ben 26 giorni ininterrotti di concerti e altri contenuti jazzistici, l’edizione 2014 del Bologna Jazz Festival gioca la sua ultima carta. Sarà il quintetto del bassista Steve Swallow a suonare le note conclusive di un’edizione che si ricorderà per l’ampio successo riscosso. Al fianco dello storico maestro del basso elettrico ci sarà un gruppo di grandi personalità: Chris Cheek al sax tenore, Steve Cardenas alla chitarra, Jorge Rossy alla batteria e, soprattutto, Carla Bley all’organo. Lo Swallow Quintet, in scena all’Unipol Auditorium (ore 21:15), mischia le carte del groove organistico anni Sessanta e dello swing con una sensibilità interpretativa contemporanea.
Il Bologna Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Bologna in Musica con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Provincia di Bologna, Comune di Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Carisbo, Gruppo Unipol e del main sponsor Gruppo Hera.

Maestro indiscusso, anzi, addirittura pioniere del basso elettrico nel jazz: Steve Swallow lo imbraccia dalla fine degli anni Sessanta, quando era membro del quartetto di Gary Burton, agli albori della fusion tra jazz e rock. Prima di allora Swallow (nato nel 1940 nel New Jersey) si era cimentato naturalmente col contrabbasso, legandosi ad alcuni musicisti che assieme a lui avrebbero segnato la storia del jazz d’avanguardia di quel periodo: Paul Bley e Jimmy Giuffre. La sua presenza nei Jimmy Giuffre 3, già nel 1960, gettava le basi per una collaborazione che si sarebbe ripetuta nel corso dei decenni successivi. Ancora in veste acustica, Swallow transita anche nei gruppi di Art Farmer, Stan Getz, George Russell.
Poi la svolta elettrica, senza più ritorno al contrabbasso: sul nuovo strumento Swallow trova uno stile personale e sorprendente, scevro dagli influssi rock che accompagnarono l’apparizione dei Fender bass nel jazz sessantottino. Il suo approccio è invece quasi chitarristico, concentrato sul registro superiore dello strumento.
Gli anni Settanta furono per Swallow un periodo di ‘transizione’. Alla fine di questo decennio riemerse nuovamente grazie alla collaborazione con Carla Bley, i cui gruppi da allora sono stati il palcoscenico principale di Swallow (senza per altro escludere altre collaborazioni di grande rilievo, come quelle con Paul Motian e John Scofield).
Col nuovo millennio Swallow ha continuato una infaticabile attività concertistica, ma sentirlo in veste di leader non è cosa di tutti i giorni: a parte due notevoli trii all leaders (quello con Carla Bley e Andy Sheppard e i We3 con Adam Nussbaum e Dave Liebman), Swallow ha dato vita a un quartetto diventato poi, con l’aggiunta di Jorge Rossy, l’attuale quintetto. Questa ancor giovane formazione, che si avvale di Carla Bley all’organo, ha comunque già lasciato il segno: Into the Woodwork, pubblicato nel 2013 dalla ECM/ExtraWatt.

Informazioni Unipol Auditorium:
Via Stalingrado 37, Bologna

Informazioni Bologna Jazz Festival:
Associazione Bologna in Musica
tel.: 334 7560434 (ore 10-18)
e-mail: info@bolognajazzfestival.com
www.bolognajazzfestival.com

Presidente: Federico Mutti
Direttore artistico: Francesco Bettini

Ufficio Stampa: Daniele Cecchini
cell. 348 2350217
e-mail: dancecchini@hotmail.com

Biglietti per i possessori della Bologna Jazz Card:
– sconto del 30% sull’acquisto dei singoli biglietti per i cinque concerti principali nei teatri
– il socio sostenitore ha diritto ai posti in prima fila (fino a esaurimento)

Biglietti (senza Bologna Jazz Card):
concerto di The Swallow Quintet (22 novembre):
intero: posto unico 30 euro + diritti di prevendita
ridotto*: 27 euro + diritti di prevendita
ridotto per possessori Bologna Jazz Card: 21 euro + diritti di prevendita

*ridotto valido per: under 30; over 70; dipendenti e clienti Gruppo Hera; soci Touring Club Italiano; possessori abbonamento annuale TPER Bologna 2014; titolari abbonamenti teatri Manzoni, Duse e Arena del Sole
I biglietti ridotti sono acquistabili esclusivamente presso le biglietterie dei teatri, presentando il titolo che dà diritto alla riduzione.

Prezzo riservato agli studenti del Conservatorio e del Liceo Musicale di Bologna: 10 euro

Prevendite per tutti gli spettacoli nei teatri di Bologna:
on line: Circuito Vivaticket: www.vivaticket.it (accessibile anche con link dal sito del festival)
presso le biglietterie del Teatro Manzoni, Teatro Arena del Sole, Teatro Duse

Informazioni sui biglietti: e-mail: ticket@bolognajazzfestival.com

Comacchio: tutte le iniziative per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Sabato 22 novembre la sala polivalente “San Pietro” ospiterà il convegno nazionale di studio “Bambine e bambini tra relazioni di cura e nuove identità. Adulti e bambini: immagini a confronto”, al quale prenderanno parte studiosi, educatori, funzionari comunali, genitori con il preciso obiettivo di contrastare pregiudizi e luoghi comuni, incentivando l’educazione di genere. Il seminario comincerà alle ore 9 dopo il saluto di apertura del Sindaco Marco Fabbri. La partecipazione è gratuita ed al termine del seminario sarà rilasciato un attestato di partecipazione.
Il 25 novembre prossimo si celebrerà inoltre la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ricorrenza alla quale l’Assessorato comunale alle Pari Opportunità ha ritenuto di conferire tutte le attenzioni del caso, attraverso alcune iniziative pianificate in collaborazione con la Commissione per le Pari Opportunità. Ad aprire la ricca giornata di iniziative volte a sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica sul tragico fenomeno assunto dalla violenza verbale e fisica contro le donne, sarà il dibattito dal tema “L’abbraccio può soffocare? – Dialogo sulla violenza alle donne per rompere la sofferenza”, in programma alle ore 9 presso l’Istituto di istruzione secondaria “Remo Brindisi” del Lido degli Estensi. L’iniziativa, avviata in collaborazione con il “Centro Donne Giustizia” di Ferrara è rivolta alle studentesse e agli studenti dell’Istituto e vedrà la partecipazione dell’Assessore alle Pari Opportunità Alice Carli. Sarà poi proiettato il video dal titolo “Piccole cose di valore non quantificabile”, a conclusione del quale interverranno Angela Gamberini (psicologa e psicoterapeuta), Francesca Battani (psicologa) e Silvia Senigalliesi (psicopedagogista), con la partecipazione di Monica Borghi del Centro Donne Giustizia di Ferrara. Alle ore 10 in Piazza Folegatti a Comacchio tornerà l’iniziativa di alto valore simbolico, già proposta lo scorso anno, con l’esposizione di una lunga fila di scarpe rosse, per ricordare le donne vittime di violenza. Alle ore 17.30 in Sala Consiliare, dopo il saluto del Sindaco Marco Fabbri e dell’Assessore alle Pari Opportunità Alice Carli, avrà luogo la performance “La sofferenza delle donne nel mondo del lavoro – La parola delle donne a Comacchio”. A conclusione dell’ importante iniziativa, sarà offerto un aperitivo da parte di tutte le protagoniste, alle quali l’Amministrazione Comunale rivolge un sentito ringraziamento. Hanno contribuito fattivamente ad organizzare la Giornata internazionale contro al violenza sulle donne: Udi-Spazio Donna, C.I.F., Cooperativa Sociale Girogirotondo, Cooperativa Sociale Work & Services, Coordinamento Donne SPI-CGIL, Istituto di istruzione secondaria “Remo Brindisi” – “Cittadine”. “La sottoscrizione della convenzione Femminicidio, no more!”, avvenuta lo scorso anno in Consiglio Comunale – sottolinea il Sindaco Marco Fabbri – ha segnato una tappa importante, rappresentando un vero e proprio spartiacque rispetto al passato, perchè la condanna alla violenza sulle donne non dovrà mai più essere trattata come un fatto privato, ma prima di tutto come una questione culturale, giuridica e quindi anche politica.” “Ringrazio le associazioni femminili e la commissione per le pari opportunità – aggiunge l’Assessore Alice Carli – per l’impegno ed il lavoro svolto e il Centro Donne Giustizia di Ferrara per la collaborazione. Crediamo fermamente in tutte le iniziative che, come queste, possono contribuire a quella svolta culturale necessaria a sradicare pregiudizi e stereotipi, che ancora impediscono la piena attuazione della parità di genere e che talora sono all’origine della violenza contro le donne.”

L’INTERVISTA
Paolo Rossi, Arlecchino del terzo millennio

L’anno scorso ha aperto la stagione del Teatro di Occhiobello con “L’amore è un cane blu”, “un concerto visionario popolare lirico e umoristico”, come lo definiva lui stesso nelle note di regia. Sabato 22 novembre Paolo Rossi torna nel ferrarese per mettere in scena al Teatro De Micheli di Copparo il suo “Arlecchino” del nuovo millennio: uno spettacolo che, come il costume della maschera della tradizione popolare, sembra essere un insieme variopinto di varie suggestioni. Dai suggerimenti del grande regista Giorgio Strehler, alla tradizione popolare, al romanzo “Opinioni di un clown”, la realtà quotidiana e i sogni, queste le fonti di ispirazione per uno spettacolo che ha il preciso obiettivo di essere ogni sera diverso: un assemblaggio di monologhi, canzoni in divenire, fatti personali, ricordi, sogni, storiellette e riflessioni sia sulla professione del comico oggi sia su quel che accade nel nostro Paese.

(S)punto di partenza: se andassimo in una birreria di Amburgo, come potremmo adeguare Arlecchino a quel luogo per sbarcare il lunario? Questo “Arlecchino” promette di essere una serata di delirio organizzato, in cui a farla da padrone saranno l’improvvisazione e l’interazione con il pubblico, come lo stesso Rossi ci ha anticipato nell’intervista che ci ha concesso prima dello spettacolo.

Da dove è nata l’idea di questo “Arlecchino”?

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Paolo Rossi

È una questione ‘personale’ perché anni fa Giorgio Strehler mi propose di iniziare a preparare un Arlecchino del terzo millennio suggerendomi di prendere i miei pezzi da stand-up comedian, i miei monologhi, le mie affabulazioni e riscriverli declinandoli alla forma della commedia dell’arte. Poi lui è scomparso e purtroppo non se ne è fatto nulla, però mi è stato riproposto poco tempo fa dal Centro ricerca teatrale di Milano, nella forma di una specie di esperimento in cui ci si confrontava fra i vari Arlecchino, cioè con i vari attori che hanno interpretato la maschera, fra i quali Ferruccio Soleri. Da qui poi è nato questo spettacolo in cui, com’è di solito nel mio stile, porto sul palco l’attore, cioè quello che conosce il mestiere, il personaggio, quello che interpreta o che evoca, ma anche la persona. Insomma una montagna russa tra vero e falso, tra l’inventato e il realmente accaduto: insieme ai virtuosi del Carso, che mi hanno accompagnato già in “L’amore è un cane blu”, diamo vita a una serata basata sull’improvvisazione.

In fondo però è anche una riflessione sul tuo mestiere di attore e soprattutto di attore comico: vi chiedete come adattare lo spettacolo ai vari luoghi e alle diverse occasioni in cui potrebbe essere messo in scena.
Sì, in realtà è un modo abbastanza ironico di riflettere su dove possiamo andare a lavorare durante la crisi: matrimoni, divorzi, funerali, circoncisioni. Bisogna andare a cercare il lavoro dove c’è, quindi la serata è composta di varie proposte. Alcuni sono miei brani storici che ho riscritto completamente proprio seguendo le indicazioni di Strehler, alcuni sono brani nuovissimi e poi, come dicevo prima, c’è una gran dose di improvvisazione e di interazione del pubblico

L’Arlecchino che vedremo in scena non è quindi il servitore di due padroni di Goldoni e neanche lo Zanni della commedia dell’arte italiana, sei andato a pescare una versione ancora più ‘ancestrale’?
Sempre dietro suggerimento di Giorgio Strehler ho usato come riferimento il primo Arlequin, che andava e veniva dall’aldilà. Come si va e si viene dall’aldilà? Con i sogni: è lì che si incontrano le persone che non ci sono più, le situazioni scomparse. In altre parole le proposte, le idee che presento durante lo spettacolo sono quelle che mi vengono molto spesso dai sogni.

Come il vestito della maschera della tradizione popolare, anche questo spettacolo perciò è un patchwork dei tuoi pezzi che ricuci ogni volta in maniera diversa attraverso l’improvvisazione?
Oltre ai miei vecchi pezzi, ci sono quelli totalmente nuovi, che forse sono ancora di più rispetto ai primi, ci sono canzoni inedite di Gian Maria Testa, e poi grazie all’improvvisazione ogni sera succedono cose nuove: ogni sera ci si rilancia e si inventa. Goldoni ha fissato la drammaturgia in modo da bloccare l’improvvisazione, che in quel periodo in effetti era poco professionale. Noi invece siamo professionisti dell’improvvisazione credo, quindi riprendiamo la pratica.

In “Opinioni di un clown”, un’altra delle fonti di ispirazione per il tuo Arlecchino, il clown di Böll si schiera contro un paese in pieno miracolo economico, noi ci troviamo nella situazione opposta. Le tensioni e lo scoramento che stiamo vivendo entrano in questo spettacolo? Come?
Entra in una maniera che mi è stata suggerita proprio da un sogno con un mio collega che non c’è più: il primo compito di un comico, di un saltimbanco oggi è quello di portare conforto, ma non in senso pietistico, quello che oltre a tirar su di morale – e già questo sarebbe abbastanza oggi – offre un punto di vista diverso, insinua un dubbio più che dare un messaggio, fa domande, magari quelle che si fanno tutti. Io parlo della realtà, in questo senso Arlecchino è uno spettacolo politico nel senso generale, non della satira degli anni ’90, perché non si può fare la parodia della parodia, l’imitazione di un’imitazione. Noi cerchiamo di trovare altre vie, parliamo dei problemi reali, della strada, andiamo nel piccolo e nel quotidiano, non inseguiamo i fatti eclatanti.

Qual è il suo ruolo lo hai già detto, ma chi è Arlecchino nella società contemporanea?
Lo possiamo fare in tanti, è un ruolo aperto, non c’è copyright.

Nell’ultimo periodo stai facendo laboratori con i giovani, ti sei fatto un’opinione su questa ‘famigerata’ categoria anagrafica?
Ti parlo del mio campo: personalmente non credo alle compagnie generazionali, non hanno mai funzionato in teatro. In realtà, per quanto possiamo passare per sperimentali, innovatori, trasgressivi, per esserlo fino in fondo bisogna affidarsi alla tradizione. Io credo che una compagnia debba essere trasversale, deve avere il ragazzo come il novantenne perché questa mescolanza crea esperienza.

L’anno scorso hai portato “L’amore è un cane blu” a Occhiobello, quest’anno con “Arlecchino” vai in scena a Copparo, perché questa predilezione per le realtà più ‘intime’?

Sono un saltimbanco, perciò vado ovunque mi chiamano: con questo spettacolo siamo disponibili anche per matrimoni, divorzi, eccetera. Poi, a titolo personale, vengo con grande piacere perché io ho giocato a calcio fino in prima categoria e a Copparo ho segnato uno dei più bei goal della mia vita. Me lo sogno ancora adesso: sono partito da metà campo e sono arrivato in porta, non so ancora come sono riuscito a prendere la palla e a fare quell’azione. Anzi penso proprio che andrò a vedere se quel campo esiste ancora.

Hollywood, premiati i ‘mostri’ di Federico Alotto

“Io vedo i mostri”, di Federico Alotto, è un cortometraggio horror, che si rifà al “cinema di genere” italiano. Il film è ambientato in una situazione notturna, dove il mostro, nascosto nel buio di una cantina, è pronto a scavare nelle paure più intime. Il film tiene lo spettatore col fiato sospeso, sino all’ultimo respiro, sorprendendolo nel finale.

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Locandina del film

“I see monsters” (il titolo nell’edizione internazionale) ha vinto il premio come miglior film straniero al prestigioso International Beverly Hills film festival (BHff) di Hollywood, Los Angeles. Si è trattato di un successo importante completato dal premio assegnato ad Andrea Zirio, protagonista del film, quale migliore attore.
Alotto ha frequentato il conservatorio sotto la guida del maestro Paolo Russo, ha collaborato con numerosi musicisti tra cui Elio, Baustelle, Fratelli di Soledad e l’Orchestra di Fondazione Crt. Nel 2012 ha realizzato il primo lungometraggio intitolato “L’uomo col cappello”, girato in un mese con un budget ridottissimo. Il film ha ottenuto una buona accoglienza ed è stato premiato con una menzione speciale, all’Ecologico international film festival di Gallipoli.

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Federico Alotto riceve il premio al BHff di Hollywood

“Io vedo i mostri” si può classificare con quello che fu definito “cinema di genere” (una rarità tra i cortometraggi), una cinematografia sviluppatasi tra gli anni ‘60 e ‘80, che traeva spunto dai film di maggiore successo (specialmente americani), con l’obiettivo di proporre sequel a dir poco impossibili e di creare dei veri e propri filoni. Tra gli autori più noti citiamo Enzo G. Castellari, Lucio Fulci, Joe D’Amato, Mario Bava, Umberto Lenzi, Fernando di Leo e Ciro Ippolito, quest’ultimo autore e regista di “Alien 2 sulla terra”. Questi film erano realizzati con budget ridottissimi, attori e registi sconosciuti, ma la ristrettezza economica era superata dall’ingegno e da soluzioni innovative, che ne decretarono la fortuna, sino a farli uscire dai confini nazionali.
Il ritorno di questo genere cinematografico si deve senza dubbio al regista Quentin Tarantino e alla sua fortunata produzione: “Kill Bill”, “Pulp fiction”, “Django unchained” e “Bastardi senza gloria”, il titolo è un omaggio al film del 1977 di Enzo G. Castellari “Quel maledetto treno blindato”, uscito negli Stati Uniti con il titolo “Inglorious Bastards”, che Tarantino ha storpiato in “Inglourious Basterds”.

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Immagine della pagina Fb del film

Il cortometraggio di Alotto narra la storia del piccolo Giulio e della sua paura di recarsi in cantina. La scena iniziale inquadra e caratterizza i protagonisti: un padre trasandato e poco comunicativo, un bambino timido che a fatica riesce a tagliare la sua bistecca e una madre inquietante, concentrata esclusivamente sul porre in un certo modo la bottiglia del vino sulla tavola. La buona tecnica di regia, l’ottima fotografia di Valerio Sacchetto e il perfetto sincronismo dell’azione scenica, da parte degli attori, catturano l’attenzione dello spettatore, senza rivelare in anticipo lo sviluppo della storia. Nella loro dettagliata caratterizzazione i tre protagonisti creano comunque una sorta di ‘normalità’ narrativa, bruscamente interrotta nel momento in cui il bambino si reca in cantina. Mentre questi è intento a versare il vino nella bottiglia, si rivela la presenza di un’altra persona, che vive segregata nel locale. Il finale è drammatico e svela finalmente chi siano i veri mostri.

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Il regista Federico Alotto a sinistra, il protagonista Andrea Zirio, al centro

Gli elementi tipici del cinema di genere (horror/thriller) ci sono tutti: un’ambientazione notturna, una cantina buia, il mostro nascosto nell’oscurità. Si tratta di situazioni inserite in un contesto di suspense, in grado di attirare l’attenzione dello spettatore. La storia si sviluppa in due ambienti diversi e allo stesso tempo simili. La sala da pranzo è calda e accogliente, nonostante i genitori del bambino sembrino creature mostruose, poi la scena si sposta all’interno di un locale spoglio e scarsamente illuminato, dove scarafaggi, topi e oscure creature appaiono più rassicuranti.
Valerio Sacchetto ha avuto il merito di ricreare ambienti in cui le ombre e la quasi assenza delle luci immergono lo spettatore in un’atmosfera horror, come per le scene girate nella cantina in cui si inizia a percepire la presenza di un nuovo elemento. Gli attori hanno offerto un’interpretazione convincente e credibile, caratterizzando senza eccessi i loro personaggi.

“I see monsters” ha vinto anche il Crimson screen horror film festival (best short e best cinematography), che si svolge negli Usa a Charleston in South Carolina e il premio per il migliore cortometraggio horror al “Winter film awards” di New York City. Il film è stato presentato, tra gli altri, al Torino film festival e al Film leben festival (best horror short) di Llmenau (Turingia) in Germania. E’ attualmente in concorso al “Nasicae short movie festival”, che si tiene a Castenaso (Bo) dal 22 al 23 novembre.

“Io vedo i mostri” di Federico Alotto, con Andrea Zirio, Alessia Pratolongo, Vanina Bianco Giulio Caterino, sceneggiatura Emanuela Kalb, cortometraggio, genere horror, 2013, Italia, produzione La Carboneria, con il sostegno di Rotary Club Torino Castello – Ass. Cult. Adrama

Trailer ufficiale [vedi]

L’EVENTO
Iperealismo e atmosfera d’antan nei ritratti chic di Corcos

di Anna Maria Fioravanti 

Corcos, un “artista fatto per piacere, come la sua pittura, attenta, levigata, meticolosa: donne e uomini come desiderano d’essere, non come sono”, scriveva Ugo Oietti nel 1933.
Ritrattista della ricca società internazionale e dei più importanti intellettuali dell’epoca, il livornese Vittorio Matteo Corcos (Livorno 1859-Firenze 1933) perfezionò il suo stile inconfondibile a Napoli con Domenico Morelli, poi, accanto a De Nittis e all’abile mercante Goupil a Parigi, dove soggiornò per sei anni, dal 1880 al 1886. Virtuosismo tecnico, ricerca della bellezza ideale e solida preparazione culturale plasmano fatalmente la sua attenzione per la sofisticata eleganza di un mondo femminile elitario, dove donne bellissime e di alto rango impongono un modello estetizzante, misto di realtà e finzione. Frequentazioni ‘giuste’ lo mettono in contatto con Degas, Manet, Caillebotte, Zola, Edmond de Goncourt, De Nittis, arricchendo così della lezione naturalista la tenuta figurativa, la sicurezza del tocco, gli abili accordi cromatici di ritratti femminili a pastello alla Watteau.

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Vittorio Amedeo Corcos, Autoritratto, (1913), Galleria degli Uffizi, Firenze

In realtà, i suggerimenti dell’Impressionismo non lo attirano, tanto che più volte dichiarò i propri dubbi e resistenze nei confronti dell’avanguardia francese. Al contrario, a Parigi, Corcos era considerato il “peintre des jolies femmes”, creature dalle carni rosee, dalle labbra rosse come il sangue, dai glauchi occhi lucenti, dai veli bianchi”. Se da un lato il suo realismo esasperato e quasi fotografico è alla base della lunga e fortunata carriera di ritrattista di successo, conteso dalla mondanità più esclusiva, dall’altro l’incomprensione della critica modernista sottolineava il suo stile conservatore, desideroso di compiacere i gusti del pubblico.
Verso la fine dell’Ottocento le richieste per i suoi ritratti s’intensificano, allargando il giro alla committenza imperiale (ritratti di Guglielmo II, della moglie Augusta Vittoria e di Amelia d’Orleans 1905). Qui Corcos ricorre alla tradizione aulica della ritrattistica di corte di età neoclassica attingendo a modelli di Mengs, Batoni e Giovanni Battista Lampi, perfezionando una forma di ritratto mondano adatto a celebrare principesse ed anche celebri artiste di teatro come la soprano Lina Cavalieri (1903). Ed è proprio in questo ritratto che si confronta con Giovanni Boldini, l’altro grande ritrattista interprete, più di lui, dello spirito della donna moderna, eroina letteraria ma colta con “effetto di verità” dal tocco disinvolto ed eccentrico: come Boldini, anche Corcos ha grande capacità di captare e fissare sulla tela lo ‘status’ delle sue modelle e rendere il dettaglio prezioso sia esso un tessuto o un’ambientazione.
Ma il gusto descrittivo non sempre è finalizzato ad accentuare i risvolti emotivi, psicologici e sentimentali. A smentire tale affermazione un po’ affrettata che nasce ai margini della vasta antologica (con più di 100 opere) di Padova, è il dipinto intitolato “Sogno” (1896), un quadro giudicato modernissimo fin dalla sua prima esposizione. Corcos raffigura una giovane donna, Elena Vecchi, vestita con sobria e raffinata eleganza. Seduta su una panchina dove sono posati tre libri, un cappellino di paglia e l’ombrellino, protende lo sguardo intenso verso lo spettatore. Anche la posa disinvolta con le gambe accavallate e il mento posato sulla mano, esprime tutta la sicurezza della giovane donna intellettuale moderna, che non teme di mostrarsi inquieta e appassionata come simbolicamente indicano i petali di rosa sparsi a terra.
E di nuovo vediamo l’artista attratto dal simbolismo in una grande opera “Lettura sul mare” (1910), dipinta a Castiglioncello dove risiedeva per lunghi periodi in una lussuosa villa situata a Punta Righini (quella villa sarà acquistata poi nel 1963 da Alberto Sordi). Qui è la figliastra Ada a rappresentare con sguardo malinconico le inquietudini giovanili in un chiarore abbacinante, con il mare alle spalle, in abito bianco: è seduta al centro fra due giovani ragazzi con un libro aperto sulle ginocchia: uno è sdraiato sul muretto, l’altro è seduto. Tutti sono assorti, chi nella lettura, chi in riflessioni su quanto letto.
I tre libri dalla copertina gialla delle edizioni Flammarion sono in bella vista in primo piano. Un iperrealismo magico ferma l’immagine come un fotogramma e lascia nella luce bianca sottili segni di inquietudine. Quell’inquietudine che Pascoli, Carducci e D’Annunzio, assidui frequentatori del salotto letterario fiorentino della famiglia Corcos e del cenacolo del Marzocco hanno interpretato con grande maestria.
Un deciso rinnovamento di mezzi espressivi e delle tecniche pittoriche che molto debbono alla fotografia, lo faranno emergere come protagonista nella rappresentazione della vita moderna, di quello spirito anticonformista ed elitario che caratterizzò l’epoca dannunziana del decadentismo. Monumentale è il ritratto della famiglia Moschini (1910), dove l’individuazione delle figure della madre attorniata dai quattro figli e dal padre seduto al limite della scena, contro lo sfondo del litorale livornese di Castiglioncello giunge alla traduzione fedele delle fattezze dei modelli ritratti nei loro raffinati ambiti estivi. E, come una foto d’epoca, ci restituisce il clima sentimentale e mondano in cui l’opera si cala. Nel virtuosismo di una gamma coloristica rosata che esalta gli incarnati, le vesti, la balaustra marmorea, il ritratto della famiglia Moschini rientra nell’atmosfera rarefatta preraffaellita di Lawrence Alma Tadema (1836-1912), in cui figure panneggiate all’antica sono ritratte sullo sfondo di paesaggi marini e avvolte da romantico languore e raffinata indolenza.
Tutto ciò lascia affiorare il milieu culturale dell’alta borghesia e dell’aristocrazia che amavano essere celebrate secondo un gusto nutrito di cultura letteraria e figurativa e da una sensibilità psicologica profondamente in sintonia con la temperie culturale del tempo che l’artista coglieva nello sguardo dei suoi effigiati tanto da affermare: “In un ritratto quel che conta sono gli occhi: se quelli riescono come voglio il resto viene da sé”.
Che Corcos sia stato affascinato dal gusto decadentista di Alma Tadema e dalla sua rivisitazione dell’antico come prototipo della bellezza e armonia universale lo denunciano i precisi richiami che spesso affiorano nelle sue opere come i petali di rosa, le pose sensuali e le scenografie classicheggianti. Nel bellissimo dipinto “In lettura sul mare”, il giovanotto in impeccabile abito di lino bianco disteso sulla balaustra, è citazione letterale di famose opere dell’artista anglo-olandese, cui lo univano affinità elettive per la pittura elegante e purista e per la passione idealizzante dell’universo femminile.

Corcos. I sogni della Belle Époque, a cura di Ilaria Taddei, Fernando Mazzocca e Carlo Sisi, Padova, Palazzo Zabarella, Fondazione Bano, fino al 14 dicembre.

Cinquanta sfumature di freddo

Da MOSCA – Fa freddo, ma non per tutti allo stesso modo. Per me si gela, per qualcun altro fa fresco. Al punto da meritarsi un bel bagnetto (con)gelato. Strani questi russi. Si sa che sono forti e resistenti fisicamente (e non solo), ma la passeggiata a piedi nudi sul ghiaccio mi mancava e non smetterà mai di stupirmi. Come se non bastasse, meglio mettersi anche il costume, lasciando asciugamani e ciabatte a riposarsi sulla neve fresca calpestata. Non servono. La scaletta rossa fiammante attende.
Eccoci, allora, seduti a osservare, stupiti, caldamente fasciati e avvolti in sciarpe di delicata e morbida lana di mohair, in cappotti imbottiti e scarpe adatte ai meno trenta, un aitante e muscoloso ragazzo russo che, tranquillo e disinvolto si avvicina a una pozza d’acqua ghiacciata. Brrr… Tuffo invernale, per schiarirsi le idee e riposarsi dalla movimentata e indaffarata settimana del suo ufficio nel centro cittadino. Un momento di relax, una terapia d’urto per persone sane e allenate. Molto sane e molto allenate.
I colleghi russi mi raccontano che tuffarsi nell’acqua gelida non è nulla di così spaventoso. Quando la temperatura dell’aria si aggira sui -20 e quella dell’acqua è di +2, la sensazione è come se ci si stesse immergendo nel latte appena munto. L’importante, dicono, è avvolgersi subito in un asciugamano, appena usciti dall’acqua.
Questo, almeno, è quello che dicono anche le persone che, nella notte dell’Epifania ortodossa (in gennaio), accorrono numerose per tuffarsi in un buco scavato nel ghiaccio.

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Bagno nell’acqua ghiacciata

Scoprirò, infatti, che il tradizionale bagno nell’acqua gelida di una fonte battesimale, per ricordare il Battesimo (kreshenie) di Gesù Cristo nel fiume Giordano per mano di Giovanni Battista, si effettua ogni anno, nella notte tra il 18 e il 19 gennaio e che esso è accompagnato da bagni di massa nell’acqua ghiacciata: ci si cala in apposite aperture praticate nel ghiaccio e illuminate, chiamate ‘prorub’ o ‘iordani’. Non si tratta di un rito obbligatorio per la tradizione ecclesiastica russa, ma molti lo fanno.
Il presidente dell’associazione internazionale Marafonskoe Zimnee Plavanie (Nuoto invernale di fondo), Vladimir Grebenkin, ricorda che chi decide di calarsi nello ‘iordan’, in occasione del Battesimo di Gesù, deve indossare abiti caldi prima di arrivare all’acqua, bisogna essere ben coperti: scarpe comode, calze grosse di lana, guanti di lana, cappello, maglione, biancheria termica. Il costume da bagno va indossato a casa, prima di uscire. Occorre preparare anche un sacchetto con la biancheria di ricambio, un asciugamano e delle ciabatte. Inoltre, è bene portare con sé un tappetino o un asciugamano da stendere per terra sotto i piedi. Stando alle sue parole, prima del bagno bisogna spogliarsi dal basso verso l’alto: togliere prima le scarpe. Le calze, invece, si possono togliere solo dopo che si è rimasti in costume: si mettono le ciabatte e ci si avvicina all’apertura nel ghiaccio. Se si sentono le dita delle mani o dei piedi intirizzite, è necessario muoversi un po’, fare una corsetta o qualche esercizio per riscaldarsi. Solo dopo ci si può calare in acqua. Non c’è bisogno di nuotare: se si è scesi da una scaletta o entrati in acqua camminando, fino al petto, bisogna trattenere il respiro e immergersi tre volte, facendosi il segno della croce. Si deve uscire subito dall’acqua, asciugarsi con un telo di spugna e vestirsi dall’alto verso il basso, coprendo per primo il torace e infilandosi subito le ciabatte. Da non dimenticare guanti e cappello e, dopo il bagno, bisogna asciugarsi accuratamente il corpo intero. Il tutto in massimo sette minuti, senza restare in acqua più di trenta secondi. Un rito da seguire attentamente, se non ci si vuole ammalare o prendere qualche brutto e inutile acciacco. Mistico forse, ma duro.
In questo periodo dell’anno, per tale importante rito, le vasche sono allestite all’interno di chiese o cappelle, anche se la maggior parte delle volte si tratta di semplici buchi a forma di croce praticati nel ghiaccio di fiumi o di stagni. Le celebrazioni iniziano con una funzione serale in chiesa, dopo la quale il sacerdote benedice l’acqua delle vasche. I fedeli raccolgono l’acqua benedetta in recipienti e la portano a casa, dove la utilizzeranno per lavarsi, berla o semplicemente custodirla come una reliquia. Si ritiene che l’acqua santa abbia delle proprietà uniche. L’anno scorso, a Mosca, sono state preparate oltre 40 fonti battesimali, ognuna delle quali provvista di pronto soccorso, bagnini e illuminazione, oltre che di tende riscaldate in cui cambiarsi e riscaldarsi dopo il tuffo. A beneficio dei credenti ma anche di chi vuole solo “mettersi alla prova”.
Questo signore, allora, intravvisto al parco di Serebryaniy Bor (o “spiaggia d’argento”, a nord di Mosca, dove un severo pope barbuto, armato dei suoi “instrumenta regni”, redarguì alcuni passanti che passavano e scattavano fotografie), era un semplice bagnante o si preparava al famoso rito di gennaio?

IMMAGINARIO
Un ciao metafisico.
La foto di oggi

Anniversario della scomparsa di Giorgio De Chirico, pittore metafisico. L’architettura estense segna l’opera dell’artista, morto a Roma il 20 novembre 1978. A Ferrara, De Chirico arriva arruolato assieme al fratello Alberto Savinio nel reggimento di fanteria per la prima guerra mondiale. Il panorama urbano di città e dintorni, come Tresigallo, segnerà per sempre i suoi quadri. E’ il caso delle “Muse inquietanti” coi manichini in primo piano davanti al castello estense. La prima versione di quest’opera risale al soggiorno ferrarese, dipinta tra il 1917 e il ’18.

OGGI – IMMAGINARIO ARTE

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“Le Muse inquietanti” di Giorgio De Chirico, 1916-18

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

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