Skip to main content

Giorno: 20 Dicembre 2014

pd-logo

Le misure introdotte dalla Legge di Stabilità per il personale in esubero della Provincia

da: Sen. Maria Teresa Bertuzzi, On. Alessandro Bratti, Paolo Calvano, Marcella Zappaterra

Il confronto tra i parlamentari e la Regione con il Governo ha determinato importanti modifiche  alla legge di Stabilità per quanto riguarda il personale delle Province. Del personale che verrà considerato in esubero nessuno rischia di perdere il posto di lavoro, né la retribuzione. Sono previste procedure di mobilità verso gli altri enti pubblici fino al completo assorbimento del personale proveniente dalle Province entro la fine del 2016. Per favorire tale ricollocamento è stato inoltre istituito il divieto di assunzioni per le regioni e gli enti locali per gli anni 2015 e 2016 di personale diverso da quello delle province in soprannumero, con la sola eccezione dei vincitori di concorso collocati in graduatorie approvate al 31 dicembre 2014.

Le richieste avanzate dalle rappresentanze sindacali, che abbiamo avuto modo di ascoltare direttamente all’assemblea di ieri venerdì 19 dicembre, sono state quindi accolte e per alcuni aspetti potenziate.

Come rappresentanti del PD di Ferrara in Regione e Parlamento, siamo ben consapevoli che il lavoro non si esaurisce qui e che i prossimi due anni dovranno essere utilizzati al meglio per far sì che quanto previsto nella legge diventi efficace. Per questo, anche di fronte alla richiesta delle parti sociali, abbiamo convocato un incontro con loro per il giorno 23 dicembre, in modo da valutare nel dettaglio quanto previsto dalla legge di stabilità, così come modificata dal Senato, e quali passi fare nei prossimi mesi, ognuno in funzione del proprio ruolo e delle proprie competenze.

Nasce il Comitato Ferrarese di Sostegno alla Lip

da: Mauro Presini, per il Comitato Ferrarese di sostegno alla Legge di Iniziativa Popolare per una Buona Scuola per la Repubblica

Anche a Ferrara, come a Bologna e a Padova, è nato il Comitato Ferrarese di sostegno alla Lip cioè la Legge d’Iniziativa Popolare per una buona scuola per la Repubblica.
Mercoledì scorso infatti si è svolta, presso il locale 381 di piazzetta Corelli, la prima assemblea generale di studenti, insegnanti, personale non docente, genitori e cittadini.
L’incontro è iniziato con la presentazione delle tappe che, grazie all’impegno di centinaia di migliaia di cittadini, hanno portato dalla nascita della Legge d’Iniziativa Popolare alla riproposizione della stessa a cura di parlamentari di diverso orientamento politico.
Attualmente infatti la LIP è depositata sia alla Camera che al Senato, in forma di disegno di legge dal titolo: “Norme generali sul sistema educativo d’istruzione statale nella scuola di base e nella scuola superiore. Definizione dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di nidi d’infanzia”.
I punti principali che caratterizzano i suoi 29 articoli, in sintesi, sono: una scuola pubblica, laica e pluralista: capace di garantire a tutte e tutti il diritto all’istruzione; risorse certe ed adeguate: il 6% del Pil; estensione dell’obbligo scolastico ai 18 anni; vivibilità delle classi e qualità della relazione educativa: non più di 22 alunni per classe e continuità didattica dei docenti; integrazione vera: dotazione organica aggiuntiva per il sostegno, l’alfabetizzazione, la lotta alla dispersione scolastica; programmi moderni, efficaci, condivisi; unicità della funzione docente, pari dignità, qualificazione; partecipazione di tutti alla gestione della scuola: rilancio ed estensione degli organi collegiali elettivi; autovalutazione delle scuole per un miglioramento continuo; un piano straordinario di edilizia scolastica.
La LIP è una legge che considera la scuola un bene preziosissimo per il paese perchè ritiene che una vera “buona scuola” sia la base della democrazia e del futuro di una società; di conseguenza si oppone ad ogni tentativo di trasformare l’istruzione pubblica in una merce, di privatizzare insegnanti, i saperi ed i destini.
L’incontro ferrarese è proseguito poi con un’analisi dei principali problemi che attualmente investono la scuola e con l’impegno di organizzare una prima iniziativa pubblica, nel prossimo mese di gennaio, in concomitanza con le iscrizioni scolastiche.
Il prossimo appuntamento, a cui è invitata la cittadinanza, sarà domenica 21 dicembre a Bologna per partecipare al primo incontro nazionale di tutti coloro, individui o soggetti collettivi, che hanno la volontà di sostenere e diffondere la LIP.
L’incontro ha lo scopo di immaginare e organizzare un’opposizione concreta, fatta di proposte alternative, alle più che probabili iniziative legislative che il governo farà, già a partire da gennaio.
Servirà inoltre per strutturare una rete diffusa di comitati cittadini (di studenti, insegnanti, genitori, cittadini), in comunicazione fra loro, che si pongano l’obiettivo di “rileggere la LIP” per attualizzarla, approfondirla, rendere ulteriormente condivisa e all’altezza di sfidare in Parlamento e nel Paese il piano di riforma classista del governo.
Tutti i cittadini interessati alle iniziative del Comitato Ferrarese di sostegno alla LIP possono segnalare il proprio interesse a questo indirizzo mail: MeglioLaLipFerrara@gmail.com

Confartigianato, l’incontro odierno col Vescovo

da: Ufficio Stampa & Comunicazione di Camilla Ghedini

«Avete una storia da rivivere, come persone e come imprese. Perché nella produzione dei vostri oggetti è segnato il vostro volto. L’individuo, lavorando, esprime la propria personalità e mette a disposizione della società i propri interessi, la propria opera intellettuale, le proprie capacità pratiche. L’artigianato nel tempo è stato la grande risorsa sociale, economica, morale e politica del Nord Italia. Dovete essere testimoni di questa eredità. Il liberismo e il collettivismo selvaggi sono stati abbattuti. Voi in questa crisi epocale, che è prima morale e antropologica, poi economica e sociale, siete un’alternativa alla massificazione e all’anonimato del mondo del lavoro». Sono solo alcuni dei concetti chiave espressi ieri mattina (sabato), in Confartigianato, in una Sala Zarri gremita, dall’Arcivescovo di Ferrara-Comacchio, Monsignor Luigi Negri, che accompagnato da Don Umberto Poli ha accolto l’invito del segretario generale, Giuseppe Vancini, a parlare de L’etica dell’impresa nella società. Parole espresse e accolte come sollecitazione all’assunzione di responsabilità, nel rispetto del passato e in vista di un futuro in cui «l’individuo deve dare più valore a quello che è piuttosto che a quello che ha». Ad introdurre il Vescovo è stato Vancini, che ha ricordato la vocazione cattolica della Confartigianato, che a Ferrara conta circa 3mila imprese, «almeno 12mila lavoratori e 80 dipendenti. Considerando la famiglia il fulcro della società – ha premesso Vancini – reputiamo il lavoro artigiano il fulcro dell’economia del Paese e del territorio». «Il lavoro che resiste è quello artigiano, perché per la stessa impostazione delle aziende, non sopprime le persone – ha chiarito il Vescovo , non le considera massa anonima, non le parcellizza. Portate avanti questa eredità – il monito conclusivo di Monsignor Luigi Negri – , anche di fronte alle vostre intime resistenze. Tutto ciò renderà più umano e più benevolo il nostro Paese».

logo-regione-emilia-romagna

Agricoltura Emilia-Romagna: sbloccati 56,2 milioni di pagamenti Agrea. In arrivo altri 160 milioni per il saldo della domanda unica

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

L’Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura per l’Emilia-Romagna (Agrea) ha ripreso nei giorni scorsi il pagamento degli aiuti e dei premi comunitari alle aziende agricole regionali, rimasti fermi per il mancato trasferimento di 52,6 milioni da parte del ministero dell’Economia e delle finanze. Lo rende noto la stessa Agrea, sottolineando che la situazione si è sbloccata grazie all’iniziativa dell’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni, che all’inizio della scorsa settimana aveva sollecitato l’intervento del ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina.
Dopo l’arrivo dei fondi ministeriali, Agrea ha immediatamente inviato in banca i mandati di pagamento predisposti e già a partire da lunedì 15 dicembre le aziende agricole regionali si sono visti accreditare direttamente sul conto corrente i relativi importi.
«Ringrazio il ministro Martina – ha affermato l’assessore regionale Rabboni – per il tempestivo intervento per la soluzione del blocco dei pagamenti dell’organismo pagatore».
I pagamenti sbloccati riguardano l’Ocm ortofrutta (35,6 milioni), oltre alle misure “Investimenti” (6 milioni), “Forestazione” (1,5 milioni) e “Agrombiente” (14 milioni) del Programma di sviluppo rurale 2017-2013. Agrea si è vista assegnare nei giorni scorsi altri 160 milioni di euro, attesi in cassa per l’inizio della prossima settimana, che consentiranno di iniziare a breve a pagare il saldo del premio titoli della Domanda unica 2014.

E’ calata l’atmosfera del Natale con tante iniziative

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Domani, domenica 21 dicembre la Maratonatale in centro storico darà il via alla ricca programmazione natalizia con una passeggiata ludica, che dalle ore 15.30 animerà il centro storico di Comacchio. Tutti possono partecipare vestendo rigorosamente i panni di Babbo Natale. Musica, coreografie danzanti, animazione, recitazione, oltre ad un laboratorio ludico riscalderanno l’atmosfera del Natale tra ponti e canali, assicurando il divertimento a grandi e piccini. Verrà pure allestito uno stand fotografico, all’interno del quale ci si potrà concedere foto-ricordo con Babbo Natale, ma sarà in funzione anche uno stand con distribuzione di cioccolata calda e panettone. L’iniziativa è tra quelle promosse dal Consorzio del Lido degli Estensi, con il patrocinio ed il contributo del Comune di Comacchio, nell’ambito del programma “Il Natale dei desideri” ed è curata dall’associazione Muovidea di Nadia Vitali. Partecipando alla MaratoNatale si potrà ricevere l’ingresso omaggio per la pista di pattinaggio sul ghiaccio, in funzione nell’arena di Palazzo Bellini. Direttamente dalla Lapponia sbarcherà in laguna Babbo Natale con la slitta ricolma di doni per la gioia dei più piccoli. Sempre domani, domenica 21 dicembre alle ore 16.30 nella palestra della scuola media Casati di Porto Garibaldi e alle ore 17.30 nel teatro parrocchiale di San Giuseppe avranno luogo le due attese ANTEPRIME del concerto gospel, che si terrà alle ore 21 in Sala Polivalente “San Pietro” a Palazzo Bellini. Ad eseguire i brani della tradizione natalizia sarà un gruppo di spicco del panorama gospel statunitense, formato dal musicista e direttore Kevin Lemons e da “Higher Calling”, affiatato coro proveniente da Atlanta. Sia le due anteprime, che il concerto serale sono ad INGRESSO GRATUITO. Da non perdere, in piazza Folegatti, dalle ore 10 alle ore 17, il Mercatino dei ragazzi, per far tornare nuovo ciò che è vecchio. Al termine del mercatino, sulla gradinata del Municipio si esibirà il coro natalizio “Carducci Ensemble and band, Cristhmas Carols and spirituals”, a cura dell’associazione Briciole di Teatro.

Con foto gentilmente concessa da Francesco Cavallari del Foto Club Comacchio

Al via la vendita delle anguille di valle presso la Manifattura dei Marinati

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Lunedì 22 dicembre 2014 tornerà un’iniziativa natalizia di successo collaudato, intorno alla quale c’è già molta attesa. Stiamo parlando della vendita delle anguille di valle ad un prezzo calmierato. “Anche quest’anno – spiega il Vice Sindaco Denis Fantinuoli – l’Amministrazione Comunale ambisce ad esaltare il proprio prodotto tipico per eccellenza, l’anguilla delle Valli di Comacchio, consentendone la vendita, proprio nel luogo storico della lavorazione e della marinatura, ad un prezzo contenuto, in accordo con l’Ente di Gestione per i Parchi e le Biodiversità – Delta del Po. ” Presso la Manifattura dei Marinati, sia lunedì 22 dicembre, che martedì 23 dicembre, si potranno acquistare, a partire dalle ore 9.30 sino ad esaurimento del prodotto, le anguille di valle al medesimo costo applicato lo scorso anno, ossia a 17 euro al chilo.

Il programma di domani al Winter Wonderland

da: ufficio stampa Ferrara Fiere Congressi

Secondo giorno di divertimento assicurato, a Winter Wonderland – Natale in Giostra, la manifestazione dei record in programma fino all’11 Gennaio alla Fiera di Ferrara. Oltre ad essere il parco divertimenti indoor più esteso d’Italia (oltre ventimila metri quadrati al coperto), la manifestazione detiene anche il primato nazionale di evento fieristico più lungo (ben 23 giorni continuativi).
Nella giornata di Domenica 21, il programma che attende adulti e bambini prevede due appuntamenti particolari: il laboratorio di addobbi natalizi e il “Bubble Show”. Il laboratorio è curato dalle operatrici dell’Asilo Nido “Baby Pollicino” di Poggio Renatico (Ferrara), che guideranno i bambini nella realizzazione di palline, oggetti di stoffa, pupazzi e altre decorazioni rigorosamente con materiale riciclato; con il “Bubble Show”, invece, il pubblico di Winter Wonderland potrà ammirare l’originale spettacolo delle bolle di sapone giganti.
Ininterrottamente in funzione, dalle 10 alle 24, le più di quaranta giostre e attrazioni presenti, tra le quali spiccano grandi classici come l’Autoscontro e il Brucomela, il Tagadà, il Castello incantato e la Piovra. E poi lo Shuttle e le Waterball per camminare sull’acqua, lo Space Star (un mix di movimento ed emozioni forti unico in Europa), il trenino tematico sul Far West “Gold Mine” e il cinema 5D, Music Express (per la prima volta a Ferrara), il Saltamontes e, nell’area esterna, il pendolo di Matrix, che ruota fino a 160 gradi, garantendo scariche di adrenalina.
L’area ristorazione offrirà al pubblico un’ampia scelta di stand, tra tradizione e street food in chiave territoriale: una birreria artigianale ferrarese e una tedesca, con piatti tipici bavaresi come stinco, patate e bretzel; punti ristoro classici con pizze, hamburger e crepes; arancini, spianata bolognese e molto altro ancora.
Il biglietto giornaliero intero costa 4 euro, mentre quello ridotto consente di entrare in Fiera a soli 3 euro e dà diritto a un buono di 2 euro da spendere nelle varie attrazioni presenti. Alle casse o dal sito winterwonderlanditalia@com è possibile prenotare i pacchetti promozionali (scontati) “Fantasia 1” e “Fantasia 2” (per i più piccoli), “Avventura” (per le famiglie) e “Adrenalina” (per i ragazzi), tutti a tiratura limitata.
Da segnalare il trenino turistico gratuito, che consentirà di arrivare dal centro storico di Ferrara (Piazza Donatori di Sangue) al Quartiere fieristico e ritorno.
Inoltre, per i turisti che sceglieranno di soggiornare a Ferrara, sono previste interessanti convenzioni con alcune strutture alberghiere (informazioni sul sito www.visitferrara.eu).
Per ulteriori dettagli: www.winterwonderlanditalia.com.

albero-cosmico

CALENDARIO DELL’AVVENTO
L’albero cosmico

Durante il giorno allieta la casa con i colori delle decorazioni appese ai suoi rami e di sera è come se si animasse grazie ai giochi delle luci fra di essi: è l’albero di Natale.
La leggenda narra che la sera della Vigilia Martin Lutero, camminando in prossimità di un bosco illuminato dal chiarore della luna e delle stelle, sia rimasto rapito dai giochi di luce del ghiaccio sui rami e fra gli aghi degli abeti e abbia voluto ricreare quello spettacolo per i propri bambini adornando con innumerevoli candele un albero della propria casa. Ma non è solo questo il motivo per cui la tradizione dell’albero di Natale è, in origine, più sentita nei paesi del Nord Europa, rispetto al presepe più diffuso nei paesi cattolici del Sud. Da sempre nei paesi nordici, ricchi di boschi, gli alberi fungono come una specie di tramite fra gli uomini e i misteri della foresta. Presso i popoli Germani venivano ornati i vari Alberi cosmici con simboli del sole, della luna, dei pianeti e delle stelle, e l’abete in particolare era sacro al dio Odino.
Nel passaggio dall’Antichità al Medioevo e dai culti pagani a quello cristiano, spesso a queste usanze sono stati attribuiti nuovi significati: oltre a esprimere la potenza e la benevolenza di Dio attraverso l’opera della creazione della natura, l’albero è divenuto quindi simbolo di Cristo, inteso come linfa vitale, e della Chiesa, rappresentata come un giardino voluto da Dio sulla terra. Un’altra possibile origine della tradizione dell’albero natalizio è rintracciabile negli antichissimi usi di decorare gli Alberi del Paradiso con nastri e oggetti colorati, fiaccole, piccole campane, animaletti votivi, nonché la credenza che le luci che li illuminavano corrispondessero ad altrettante anime. Una delle prime testimonianze storiche relative all’albero di Natale come lo intendiamo noi oggi si trova in alcune note di un cittadino di Strasburgo risalenti al 1605, che scrive: “A Natale a Strasburgo preparano degli abeti su cui appendono rose di carta colorata, mele, foglie d’oro”.
Tradizione sentitissima in Germania, tanto da essere menzionata da autori del calibro di Goethe o Schiller e da aver ispirato addirittura la famosissima “Tannenbaum”: la melodia, di autore anonimo, è quella di un canto popolare che ha avuto probabilmente origine tra il XVI e il XVII secolo, anche se qualcuno ha ipotizzato una possibile origine medievale, le parole sono state invece composte nel 1819 da un organista di Lipsia, che si è ispirato ad un brano popolare della Slesia. L’albero è approdato in Francia con la principessa Elena di Meclemburgo nel 1840, mentre in Inghilterra in quegli stessi anni era il principe consorte Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, marito della regina Vittoria, a diffondere questa usanza.
Per finire, due tradizioni parallele all’albero di Natale. Nell’isola greca di Chios la mattina di Natale era usanza offrire ai proprietari terrieri un bastone decorato da ghirlande di mirto, ulivo, foglie d’arancio e fiori e frutti della stagione, come gerani, aranci, anemoni, limoni. Tra i circassi, invece, nella prima metà del XIX secolo, in occasione della festa autunnale, in ogni casa veniva portato un giovane pero decorato con candele e formaggio; dopo aver suonato, cantato e mangiato attorno a esso, veniva portato in cortile dove rimaneva per tutto il resto dell’anno.

vitaliano-teti

Vitaliano Teti, la parola digitale

Tempi digitali, la video arte icona dell’arte dell’era informatica. Pure come dissero gli stessi Nam June Paik e Giorgio Cattani, all’alba, fine secondo Novecento, della nuova arte, la Video è Poetica. In tal senso, anche i pixels sono versi e una inedita letteratura nascente.
Più noto come art director di The Scientist international video festival, oggi tra le principali
rassegne italiane e non solo, Vitaliano Teti, docente Unife, è anche produttore creativo di art video: attraverso numerose collaborazioni, non ultimo, anzi, il ruolo fondamentale in molte produzioni con giovani videomaker universitari di spicco, come Giovanni Tutti, lanciati anche nel video festival.
Vitaliano Teti testimonia nell’arte contemporanea e già nella net art nascente la mutazione dall’analogico al digitale, con un quid peculiare di luminosa matrice archetipica ma dinamica squisitamente poetica. Sul piano concettuale – in tal modulazione specifica – è riuscito a trasformare certa accademia strutturale in arte sperimentale, operazione mediatica e culturale amabilmente evolutiva.
Più nello specifico, Vitaliano Teti è un artista contemporaneo nel settore della video arte e della videodanza, curatore di eventi di arte digitale, borsista di ricerca e docente. Dal 2007 ha fondato l’Associazione culturale Ferrara Video&Arte e cura come art director “The Scientist”, il video festival internazionale di Ferrara in collaborazione con Unife e il Comune di Ferrara, col patrocinio della Regione Emilia-Romagna, erede del Centro videoarte di Ferrara (a cura del Maestro Franco Farina e della prof.ssa Lola Bonora, a suo tempo di fama internazionale Video, Ferrara capitale con New York, Kassel, Tokio, ecc.). Nelle prime due edizioni del festival ha realizzato in co-curatela una retrospettiva sul Centro videoarte di Ferrara stesso con video di Fabrizio Plessi, Giorgio Cattani, Maurizio Camerani, Marina Abramovic, e con M. M. Gazzano video dei maestri della video arte come Bill Viola, Nam June Paik, i Wasulka. Ha selezionato opere in video di diverse accademie e istituzioni nazionali e internazionali come il Coreografo elettronico di Napoli, il Festival Loop di Barcellona, le Accademie di Belle arti di Ginevra, di Weimar, di Colonia, di Bologna, Roma e Brera di Milano.
Ha mostrato a Ferrara le video opere dei principali videoartisti italiani contemporanei tra essi Alessandro Amaducci, Masbedo, Laurina Paperina, Marinella Senatore, Alterazioni Video, Federica Falancia, Zimmer Frei e invitato critici d’arte elettronica di fama internazionale come Mariana Hormaechea, Wilfred Agricola de Cologne, Chiara Canali, Marco Maria Gazzano
Alcune sue curatele da “The Scientist” sono state presentate anche a livello nazionale e internazionale, ad esempio a Siviglia e Barcellona (Spagna), Los Angeles e New York.
Cura live media e eventi di arte contemporanea con la Rta – Porta degli Angeli e col Comune di Ferrara. Come videomaker ha prodotto diversi altri video artisti scelti tra i più talentuosi studenti dell’Università di Ferrara (Corso di laurea in Tecnologie della comunicazione video e multimediale), tra essi Giovanni Tutti, Bruno Leggieri, Matteo Bevilacqua. Ha inoltre partecipato, con una curatela di videodanza, a eventi internazionali futuribili sul quali Transvision 2010 a cura del futurologo informatico Giulio Prisco.
Nel 2011/12 ha prodotto e montato il documentario di Alessandro Raimondi “Un murales una storia”, vincitore della selezione per la produzione di documentario della Regione Emilia-Romagna; a Milano per la rassegna AAM Art (2012). Nel 2013 (con C. Breda) ha presentato alla Casa del cinema di Roma il cortometraggio “Elegia del Po di Michelangelo Antonioni”, omaggio per il centenario della nascita del regista; a Ferrara la rassegna “Corto Divino”, dedicata ai giovani videomaker made in Unife e per la mostra collettiva “Trames Tramites”, l’opera video a doppio canale di Giovanni Tutti “Quello che vorrei”.
Nel 2012 ha pubblicato “Alchimie Digitali” (con il fratello, semiotico, Marco Teti), “La Città del Sole” con prefazione della prof.ssa e ricercatrice Patrizia Fiorillo), saggio peculiare sull’Arte Video contemporanea e retrospettiva anche del Video festival The Scientist stesso,
Presente inoltre, tra le interviste, in “Futurismo Nuova Umanità” (Armando editore, Roma) di chi scrive.

Per saperne di più su Vitaliano Teti visita il sito dell’Università di Ferrara [vedi], leggi un articolo pubblicato su La Stampa [vedi] e sul suo libro “Alchimie digitali” leggi [vedi]
Per saperne di più sul The Scientist international video festival visita il sito [vedi]

* da Roby Guerra, “Dizionario della letteratura ferrarese contemporanea”, Este Ediiton-La Carmelina ebook [vedi]

leone-magiera

L’INTERVISTA
Leone Magiera: maestro di Pavarotti, collaborò con Abbado e von Karajan

Leone Magiera, nato a Modena, si è avvicinato giovanissimo al mondo della musica dopo avere ascoltato il pianista svizzero Alfred Cortot alla radio. Ha esordito all’età di 12 anni come pianista e si è diplomato con lode e menzione speciale al Conservatorio di Parma.
Oltre ad avere costruito una formidabile carriera come pianista solista, Magiera ha collaborato con maestri come Giulini, Abbado, Solti, Kleiber e von Karajan, con quest’ultimo instaurò un particolare rapporto artistico di fiducia e stima, il Maestro austriaco lo reputava il migliore conoscitore del repertorio operistico italiano, francese e mozartiano.
Magiera, direttore d’orchestra a sua volta, è stato chiamato a interpretare una cinquantina di opere eseguite nei teatri di ogni parte del mondo, inoltre, ha accompagnato i cantanti più importanti della scena internazionale, come il baritono Ruggero Raimondi, la giovane soprano Carmela Remigio, il soprano Mirella Freni e il tenore Luciano Pavarotti. A Luciano Pavarotti, di cui è stato maestro sin dai primi anni della carriera, lo ha legato un sodalizio umano e artistico durato più di quarant’anni che si è consolidato in oltre mille esecuzioni, sia in veste di direttore che di pianista. La sua preparazione e la brillante carriera l’hanno portato a essere dirigente di teatri come il Teatro alla Scala e Il Maggio musicale fiorentino, oltre che scrittore di libri musicali per la Ricordi. Negli ultimi anni si è dedicato con rinnovato successo al pianismo solistico; la vasta discografia, sia come direttore sia come solista, testimonia la versatilità e l’eccezionalità del suo talento.

leone-magiera
Il Maestro Leone Magiera

Per anni Herbert von Karajan ha preteso che artisti di fama internazionale studiassero le opere con lei, prima di salire sul palcoscenico del Festival di Salisburgo, com’è nata la vostra collaborazione?
Accompagnando al pianoforte Mirella Freni e Luciano Pavarotti, in audizione con il Maestro. Commentò che li avevo preparati molto bene (entrambi studiavano con me) e mi chiese di tenere un corso al festival di Salisburgo, che tenni per cinque anni. In quell’occasione collaborai con lui nelle opere italiane. Era una responsabilità perché von Karajan era molto esigente, ma anche molto simpatico con i suoi collaboratori, cantanti o musicisti. Sapeva cioè stemperare la tensione che inevitabilmente si provava lavorando al fianco di un simile gigante della musica.

Lei è stato segretario artistico del Teatro alla Scala di Milano e direttore della programmazione del Maggio musicale fiorentino, che ricordi ha di quel periodo?
Difficile elencare i ricordi di sette anni. Forse la débacle di Monserrat Caballe alla prima di Anna Bolena alla Scala, che mi costrinse a inventarmi una sostituta che trovai in cecilia Gasdia, che trionfò a soli 19 anni.

Da alcuni anni lei è tornato al pianismo solistico, con importanti recital in Italia e all’estero (Corea, Tokio). Com’è cambiato il pubblico rispetto ai suoi inizi?
Il pubblico, quasi sempre, reagisce allo stesso modo. Può passare dall’entusiasmo più sfrenato alla reazione più violenta, in rapporto al rendimento artistico degli interpreti.

Ritiene che il pianoforte sia lo strumento più completo?
Il pianoforte è certamente lo strumento più completo. Permette di leggere contemporaneamente molti righi musicali ed è indispensabile a ogni compositore. Non dico sia il più difficile, ma certamente il più completo.

leone-magiera
Magiera ha studiato per oltre 50 anni i 24 studi di Chopin

Nel corso della sua carriera lei ha scoperto molti giovani, cosa occorre per aiutare un talento in erba?
Per scoprire un giovane occorre avere un intuito particolare… il giovane artista deve avere un talento naturale, che si sviluppa non solo tecnicamente ma anche artisticamente. E, forse, la seconda è la caratteristica più importante nella nostra epoca.

Lei e Luciano Pavarotti avete collaborato per più di quarant’anni, iniziando da quella lontana Bohème…
Sì, ha studiato con me fin dall’inizio, da quando aveva 18 anni e abbiamo fatto insieme più di mille esibizioni.

Cos’ha reso Pavarotti così grande?
Molte cose. La natura gli aveva dato una voce eccezionalmente estesa da subito. E le sue naturali cavità di risonanza davano al suo timbro vocale una bellezza particolarissima fin dal suo debutto in Bohème. L’interesse per la pronuncia della parola era in lui molto sviluppato e ha curato quest’aspetto maniacalmente per tutta la carriera. Poi la forte personalità, il carisma sul palcoscenico, la solidità fisica e vocale… un complesso raro di doti.

Il sogno del “Fitzcarraldo” era quello di costruire un Teatro per l’opera nella foresta amazzonica, lei accompagnò al pianoforte Luciano Pavarotti nel Teatro di Manaus, in un’inusuale performance …
Sì, dopo un grande concerto a Buenos Aires noleggiò una nave, attraversammo la foresta amazzonica e giunti a Manaus vidi che Luciano era stranamente emozionato, certamente pensava al film e a Caruso, il tenore che ammirava particolarmente assieme a Giuseppe Di Stefano. E volle cantare sul palcoscenico del teatro accompagnato da me con un vecchio pianoforte.

Lei ha diretto Henghel Gualdi durante la tournée del 1989 di Luciano Pavarotti negli Stati Uniti, che ricordo ha del grande clarinettista?
Henghel Gualdi è stato uno dei più grandi clarinettisti del mondo come jazzista e formidabile improvvisatore. Ricordo che Armstrong lo volle con sé nella sua tournée italiana e che l’unica volta che si esibì in America, a Portland sotto la mia direzione, ebbe un successo clamoroso sottolineato dalla stampa americana. Il problema principale era la sua ritrosia e avversione ai viaggi al di fuori dei confini emiliano – romagnoli. E questo gli ha impedito di raggiungere la fama mondiale che avrebbe ampiamente meritato.

leone-magiera
Il più recente lavoro discografico di Magiera, I 24 Studi di Chopin

Il suo ultimo lavoro discografico ha riguardato i 24 studi di Chopin, senza dubbio si è trattato di un compito impegnativo …
I 24 studi di Chopin costituiscono un unicum particolarmente arduo per ogni pianista. Li ho studiati per più di 50 anni tutti i giorni e registrarli è stato un grande impegno ma anche una grande soddisfazione.

Si ringrazia il Maestro Leone Magiera per la squisita collaborazione e la concessione del materiale fotografico.

winter-wonderland

L’EVENTO
Winter Wonderland, tante attrazioni per il nostro Natale

Caroselli e cabaret, attrazioni di oggi e di ieri, tra una partita di subbuteo e una pièce di burattini, tra un giro di giostra e uno sul trenino in partenza dal centro storico. Con un occhio di riguardo a un circo senza animali in vetrina – Winter Circus – e al volontariato attivo per l’oncologia pediatrica, Associazione Giulia Onlus.
É Winter Wonderland, organizzato da Catterplanet e F.lli Bisi, Regione Emilia Romagna, Comune e Camera di Commercio di Ferrara, Cassa di Risparmio di Cento e Ferrara Fiere Congressi, che si aprirà ufficialmente oggi alle 15.00 nel Quartiere fieristico di Ferrara.

winter-wonderland
Il logo

“L’idea – racconta Daniela Modonesi, curatrice ufficio stampa dell’evento – arriva da una precisa richiesta dei genitori ai giostrai che animano ogni anno la festa patronale di San Giorgio: perché non organizzare qualcosa di simile all’attrazione fieristica anche in inverno, magari proprio nel periodo natalizio? Affrontati i problemi di natura logistica che inevitabilmente erano da porsi, è stato Luca (Catter, n.d.r.) ad avere l’intuizione che la zona fiera potesse corrispondere all’esigenza di ricreare un evento del genere.
Evento che ha visto lo scorso anno trionfare il numero zero, perché incontra le esigenze dei bambini e dei genitori nella possibilità di evasione e divertimento in sicurezza, all’interno dei padiglioni del quartiere fieristico. Proponendosi come interessante alternativa per i pomeriggi invernali festivi non solo per le famiglie, ma per un pubblico ben più eterogeneo, anche attraverso promozioni e attenzioni particolari. In molte scuole ferraresi, ad esempio, sono state distribuite tessere della Festa dello studente, che permetteraranno a bambini e ragazzini di entrare gratis e usufruire di attrazioni e omaggi.

winter-wonderland
Edizione dello scorso anno

Un meccanismo dagli ingranaggi complessi e ben oliati: “C’è dietro un lavoro imponente da parte di ideatori e organizzatori, impegno che peraltro non si esaurisce nell’arco di qualche giorno ma che si protrae per ben 23 giorni senza interruzioni, facendone un evento unico nel suo genere, con più di 20.000 metri quadrati di attrazioni, parco divertimenti coperto più esteso d’Italia.”
La cura è estesa nei minimi dettagli: una area ristorazione sempre attiva, che comprende street food variegato – piatti tipici ferraresi e bavaresi –, laboratori di addobbi natalizi e di baby cooking, baby dance e face painting dedicati ai più piccoli, veglione di Capodanno con lo show “Made in Fe”.
E, imprescindibili in un parco divertimenti, i personaggi dei cartoni animati, Babbo Natale e la Befana, fascinatori di grandi e piccini; per far contento quel bambino che ancora alberga dentro di noi.

alberi-stelle-natale

Alberi e Stelle di Natale

Da settimane i banchi dei centri commerciali sono pieni di Stelle di Natale, le poinsettie (Euphorbia pulcherrima) che riempiranno di colore le nostre case durante le prossime feste. Ho sempre avuto la sensazione che queste piante contenessero un timer, programmato per il loro totale deperimento, a partire dal giorno della Befana. Così almeno è sempre successo, fino all’anno scorso, quando la mia piantina senza sponsor e pedigree, acquistata per pochi euro in un supermercato, non solo ha troneggiato sul pianerottolo della mia scala per tutte le feste, ma è sopravvissuta, con le sue foglie verdi e qualche goccio d’acqua, fino a quando, arrivata la primavera ho deciso di metterla in giardino. Nel suo vasetto di plastica, all’ombra della rete ricoperta d’edera, ma con le spalle riscaldate dal sole che batte fino a sera dall’altro lato della stessa rete, in mezzo alla informe confusione che ormai ha preso il possesso del mio giardino, ha trovato una casa di suo gusto. Non l’ho praticamente mai innaffiata, questa estate fresca e molto piovosa ha provveduto alle sue necessità, e da una settimana l’ho riportata sul pianerottolo delle scale, dopo averle fatto passare una decina di giorni nella terra di mezzo che è il garage non riscaldato. Pare stia bene, le ho messo vicino una stella nuova con le brattee belle rosse, per farle compagnia e per fare un po’ di massa alla base della pianta, che crescendo in altezza, ha perso le foglie lungo gli steli che si sono ingrossati e allungati. Non sono mai stata in Messico, la terra di origine della poinsettia, ma penso sia uno spettacolo fantastico vederne degli esemplari alti più di due metri. La facilità con cui la mia piantina si è mantenuta da sola, come una comune erbaccia, mi fa pensare che non sia stato un virtuosismo del mio pollice verde, ma un segno dei cambiamenti climatici che stiamo vivendo, o forse doveva andare così, intanto sono curiosa di vedere se riuscirà a sopravvivere anche dopo questo Natale, e nell’attesa, metto in sospeso l’argomento.
Albero vero o albero di plastica? Preferisco quello vero. In commercio si trovano alberi di vivaio di tutte le dimensioni e prezzi, quindi di solito acquisto un bell’albero e lo riempio di piccoli oggetti acquistati o che mi sono stati regalati in tanti anni di vita, piccole cose che rendono il mio albero una vera collezione di ricordi e pensieri gentili. Negli anni passati, finite le feste lasciavo la pianta nel vaso e qualche volta sono riuscita ad utilizzarlo per due anni di seguito, altrimenti è finito tagliato a pezzi e bruciato nella stufa. Mi rendo conto che questo processo faccia orrore a molte persone, ma per smaltire la plastica di un albero finto ci vogliono troppi anni per i miei gusti, quindi se la plastica è una scelta per comodità posso condividerla, ma non credo sia una scelta giusta dal punto di vista dell’ambiente, un ambiente che tranne in rarissimi casi, ha subito un danno enorme proprio grazie alla riforestazione indiscriminata con abetaie. Soprattutto in tutti i casi in cui, per una pessima moda di parecchi decenni fa, l’abete ha sostituito ettari di macchia mediterranea, eliminando un sistema complesso in grado di trattenere terreni franosi e resistere agli incendi con maggiore efficacia. Danni ambientali a parte, trovo fastidiosa la pratica comune di piantare l’abete in giardino o, peggio ancora, negli spazi condominiali, la considero una delle tante sciagure paesaggistiche che ci tocca subire, non per la pianta, ma per le assurde potature che le vengono inflitte per adattarlo alla mancanza di spazio. L’abete comune è una pianta robusta, sta bene anche in pianura e in vent’anni raggiunge comodamente 12 metri di altezza, più o meno come una casa di tre piani. Vent’anni fa anch’io ne ho piantato uno in giardino, perché quando si è presi dall’entusiasmo e dall’horror vacui si fanno un sacco di sciocchezze, si pianterebbe di tutto o peggio ancora, come nel mio caso, ci si rende disponibili a dare ospitalità a tutti gli esuberi degli amici. Il mio abete è stato piantato da piccolo, una cosina da niente che negli anni si è presa non solo il suo spazio, ma anche quello delle piante vicine, che sono state spostate o addirittura eliminate per lasciare all’albero tutti i suoi rami, anche quelli più bassi. Adesso il mio abete è bellissimo, non è mai stato potato, ma arriverà il momento in cui tenterà di espatriare nel cortile del mio vicino, e allora saranno dolori, perché dovrò scegliere tra una potatura infelice o la sua eliminazione e come sempre, sarà la pianta a pagare l’errore del suo giardiniere.

IMMAGINARIO
Anguilla televisiva.
La foto di oggi…

L’anguilla e le Valli di Comacchio protagoniste oggi su RaiUno con LineaBlu, dalle 14. Il servizio condotto da Fabio Gallo mostra il metodo di pesca dal “lavoriero”, una serie di bacini comunicanti per catturare il pesce mentre, dalle valli, va al mare. Le escursioni in barca le racconta la guida Dario Guidi. Una tappa alla Manifattura dei Marinati, laboratorio dell’anguilla marinata nonché presidio Slow Food, fa poi vedere la lavorazione del pesce: dalla cottura nei camini fino alla marinatura. Finale coi piatti dallo chef Mauro Spadoni. Slurp! (Giorgia Mazzotti)

OGGI – IMMAGINARIO DEL GUSTO

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic su una foto per ingrandirla e vederle tutte]

sagra-anguilla-comacchio-fotoclub-evelin-pasetti
I movimenti sinuosi dell’anguilla (foto di Evelin Pasetti)
sagra-anguilla-comacchio-fotoclub-evelin-pasetti
Attrezzi per la pesca dell’anguilla a Comacchio (foto di Evelin Pasetti)
sagra-anguilla-comacchio-fotoclub-evelin-pasetti
La cattura dell’anguilla a Comacchio (foto di Evelin Pasetti)
Anguilla-sagra-Comacchio-pesca-Fotoclub-Ferrara
Anguilla protagonista a Comacchio (foto di Susi Cristiana Bonazza)
sagra-anguilla-comacchio-fotoclub-riccardo-bonfatti
Canale di Comacchio (foto di Riccardo Bonfatti)
sagra-anguilla-comacchio-fotoclub-riccardo-bonfatti
Barca e strumenti per l’anguilla (foto di Riccardo Bonfatti)
sagra-anguilla-comacchio-fotoclub-riccardo-bonfatti
Cottura dell’anguilla (foto di Riccardo Bonfatti)
sagra-anguilla-comacchio-fotoclub-evelin-pasetti
Anguilla marinata (foto di Evelin Pasetti)