Skip to main content

Giorno: 21 Dicembre 2014

Seconda serata di “Autori a Corte” speciale Natale

da: Autori a Corte

Secondo ed ultimo appuntamento martedì 23 dicembre 2014 presso la Sala Estense di Ferrara di AUTORI A CORTE 2014 speciale Natale rassegna letteraria che gode del Patrocinio del Comune di Ferrara ed in parternship con IPSSAR Ferrara che collabora con un progetto innovativo che coinvolge ogni era una dozzina di studenti coordinati dell’insegnante Maria Cristina Borgatti per una esperienza sul campo nell’ambito di un evento culturale.
Dopo la fortunata prima serata che ha visto un afflusso di quasi 150 persone per le tre complessive presentazioni in calendario, il gruppo editoriale Este Edition-Edizioni La Carmelina, nelle persone di Vincenzo Iannuzzo e Federico Felloni che hanno creato la manifestazione e la ripropongono nellla versione natalizia grazie all’apoggio di Banca Mediolanum ed Estense.com, propone due presentazioni che sono assolute novità.
Alle ore 20,00 il volume di Gian Pietro Testa Interviste infedeli (Este Edition) presentato da Sergio gessi (direttore del quotidiano ferraraitalia.it, Riccardo Dalbuoni (addetto stampa Comune di Occhiobello). Testa giornalista professionista in varie testate nazionali, è stato, fra l’altro, inviato speciale de “Il Giorno”, de “l’Unità”, di “Paese Sera”. Ha diretto il quotidiano napoletano “Senzaprezzo” e la televisione regionale “NTV”. È considerato uno dei massimi esperti italiani di terrorismo. Il libro è l’esulcerato sfogo contro coloro che usano, fra l’altro (ma non soltanto), la religione come invincibile arma di potere.
A seguire dalle ore 21,00 si cambia decisamente registro con Note appuntate, l’attesissimo volume di Andrea Poltronieri (Edizioni La Carmelina) che in occasione dei suoi 20 anni di cariera ha deciso di pubblicare i suoi peniseri, i suoi ricordi, la sua musica, la sua passione per il sax, foto storiche e i testi delle canzoni che hanno allietato le serate di due generazioni. Il tutto in un volume che da il via alla collana Autori a Corte presentato da Nicola Franceschini (giornalista Telestense e Rete Alfa)con interventi di Roberta Marrelli. Entrambe le presentazioni saranno precedute da degustazioni gratuite, come l’ingresso alla serata, delle ditte Panificio Dellepiane, Azienda Vinicola Zanatta, Caffetteria 2000. L’edizione natalizie prevede anche un prologo alle ore 18,00 dedicato ai bambini e denominato Merenda con l’autore, in questo caso sarà protagonista Daniela Pareschi, scenografa tetarale e cinematografica che ha collaborato come art director a moleplici film italiani ed internazonali, con Il mare,le onde (Lantana Editore) libro introdotto da Ruggero Veronese (redattore di estense.com), che è il secondo di una serie di libri dedicati alla pratica del disegno attraverso l’osservazione. Uno stimolante metodo per imparare a disegnare lasciando libera la propria creatività. Un pomeriggio dedicato ai più piccoli a cui oltre ad una degustazione ad hoc saranno offerti degli omaggi offerti dalla Cartoleria Paper Moon.
Ricordiamo che l’ingresso è libero e che la durata di ogni presentazione è di circa 40 minuti.
Info http://www.autoriacorte.oneweb.it

gian-pietro-testa

LA SEGNALAZIONE
A parlar con Dio e con Satana

Si rivolge a Dio e poi a Satana che riesce pure a incontrare. Nelle “Interviste infedeli” (Este edition, 2014), Gian Pietro Testa prova a interpellare Dio inviandogli una lettera, mentre con Satana ci ragiona. Scrittura ironica e autoironica, “Interviste infedeli” è un’opera letteraria lucida e piena di punti interrogativi che, in parte, troveranno risposta. Con questo pamphlet, Testa guarda la società odierna, ammettendo di non sapere molte cose, di non capire più quest’uomo di oggi e riferendo, quindi, i propri dubbi ai ‘rappresentanti’ all’Adilà. Magari, loro, una risposta l’avranno.

Ha risposto Dio alla missiva?
“No, non ha potuto, ammesso che ci sia”.
Che Dio è quello a cui viene inviata la lettera?
“E’ un Dio creato dalla religione, creato dall’uomo e non mi piace, è il Dio del potere, della paura, dell’imposizione e del peccato, è il Dio degli eserciti. È un Dio che arriva a chiedere ad Abramo il sacrificio del proprio figlio. Ma vi pare possibile?”.
Ad Agamennone fu chiesto di sacrificare la figlia Ifigenia per propiziare una spedizione militare…
“Appunto, parliamo di una religione che ha attinto al politeismo, al paganesimo, ai riti e alle manifestazioni di antiche religioni. Si pensi solo a mangiare il pane e bere il vino, non è forse l’antropofagia che praticavano antiche tribù?”
Quale Dio le piacerebbe?
“Quello che ci ha fatto intravedere Gesù Cristo, quello della prima religione cristiana, un Dio buono. Io non lo conosco, ma non credo che Dio ammetterebbe la società odierna, l’animo malvagio dell’uomo, tutte queste vittime, questa mancanza di pietà”.
L’intervista con Satana è andata meglio?
“Satana è qui, è avvicinabile, plebeo, lo incontro tutti i giorni, l’inferno e il male sono qua. E poi Satana è un esodato, un licenziato senza nemmeno cassa integrazione”.
Se Dio non risponde, Satana apre un dialogo con lei, è quasi didascalico nel spiegarle certi meccanismi, ad esempio che nell’Aldilà, che per Satana è Aldiqua, è successa una gran confusione.
“Sì, l’uomo è riuscito a creare il caos non solo qui sulla Terra, ma anche nell’Adilà, dove il Limbo è stato tolto e un sacco di anime non sapevano più dove andare. E poi gli angeli custodi a zonzo, via anche quelli, dimenticati e disoccupati”.
Satana sa descrivere molto bene l’animo umano…
“Di noi dice che sappiamo solo fornicare, fare la guerra e riempirci di soldi e potere e che non c’è animale più crudele dell’uomo”.
Forse anche per questo Satana sceglierà dove stare?
“Sceglierà di stare in mezzo al vero inferno, dove ha potere senza limite, cioè nel mondo”.

“Interviste infedeli” sarà presentato martedì 23 dicembre alle 20 in Sala estense nell’ambito della rassegna Autori a corte.

Gian Pietro Testa, giornalista ferrarese, inviato speciale de Il Giorno, de L’Unità e di Paese Sera, fondatore della scuola di giornalismo di Bologna, ha pubblicato opere di poesia e romanzi e il libro inchiesta giornalistica La strage di Peteano che, nel 1976, anticipò le soluzioni delle indagini della magistratura sul caso.

tragedia-magliana-stato-sociale

SETTIMO GIORNO
L’eclissi della solidarietà nel Paese dei Proci

MEDEA e PENELOPE – La tragedia greca continua a vivere qui, in questo paese arlecchinesco, dove non si sa che cosa sia la solidarietà umana e non si ha idea di che cosa debba essere la politica, proprio qui dove la politica ha avuto sistemazione giuridica moderna: non c’è da meravigliarsi, il nuovo millennio ci ha fatto capire che viviamo in una regione del mondo in cui si è data grande importanza all’ignoranza, la prima causa dei nostri drammi. Siamo un paese d’incompetenti, non sappiamo più nulla, chi sa viene bastonato, umiliato, la carriera è riservata agli analfabeti, spesso, sempre più spesso laureati, naturalmente in tre anni. Ed è questa magmatica somaraggine generalizzata il terreno ove si coltiva il delitto. In questi giorni che precedono il Natale, festività imbarbarita dallo shopping che nemmeno la crisi è riuscita a spegnere, penso che tre figure del Mito siano emerse: Medea, Penelope, Erode. Mi sembra che definire la nostra l’éra di Erode sia naturale, i bambini massacrati nella scuola pakistana, gli altri “giustiziati” nello Yemen non sono forse stati condannati da Erode, re di Giudea? Le due figure femminili. La prima, Medea, è il simbolo delle madri che uccidono i propri figli, la seconda, Penelope, poverina, attrende ancora il suo Ulisse e, intanto, continua a fare la sua copertina. Ma Ulisse non torna e, per il momento, non tornerà, la sua casa (la nostra casa) è stata invasa dai Proci, loro comandano, loro decidono, loro distruggono il diritto, comprese le leggi a difesa di chi onestamente lavora. Si, credo che questo sia il Paese dei Proci.

STATO SOCIALE ADDIO – Il duro governo Renzi ha deciso, tutto va privatizzato, i servizi pubblici tornano a essere privati come un tempo che avevamo faticosamente superato, Ferrovie, Poste, eccetera, in mano alla speculazione privata: ma che si credevano questi italiani socialistoidi che pensavano a uno stato solidale?

LA MAGLIANA – Oh guarda! A Roma ci si è accorti che esiste la banda della Magliana, il grande quartiere popolare a ovest della città, verso Ostia. Sono tanti anni che alla banda viene dato il compito di gestire gli affari politici più sporchi, perfino il rapimento e l’omicidio Moro è stato un affare interno tra servizi cosiddetti devisti e la banda della Magliana, il cui uomo di riferimento in quegli anni si chiamava Tony Chicchiarelli, colui il quale scrisse sulla sua macchina per scrivere IBM i comunicati delle Br, Lago della Duchessa conpreso. Poi il Chicchiarelli è stato fatto fuori, un colpo di pistola alla testa, a poca distanza di tempo dalla esecuzione del giornalista Mino Pecorelli, pagato dai soliti servizi e poi mandato al cimitero. Con un colpo alla nuca. Proprio un bel paesino, il nostro.

scrooge

CALENDARIO DELL’AVVENTO
Canto di Natale di uno spilorcio pentito

Ebenezer Scrooge non ama le persone.
Avaro, non parsimonioso; gretto, non riservato; gelido, non controllato. Semplicemente scrooge. Talmente caratterizzato da avere ispirato il celeberrimo personaggio di Zio Paperone – Uncle Scrooge il suo nome originale – e la parodia Disney che prende il titolo del romanzo, oltre a un vasto numero di trasposizioni cinematografiche; divenuto antonomasia che indica una persona tirchia, taccagna, arida di animo e comportamento (dal dizionario Merriam-Webster: “Scrooge or scrooge: a selfish and unfriendly person who is not willing to spend or give away money”).

“Caldo e freddo contavano poco per Scrooge. Non vi era caldo che lo scaldasse, né tempo d’inverno che lo facesse intirizzire. Non vi era raffica di vento più pungente di lui, né bufera di neve più determinata nel suo intento, né scroscio di pioggia più sordo alle suppliche. Con lui il maltempo non sapeva come fare a spuntarla. Per quanto violenti, pioggia, neve, grandine, nevischio potevano vantare la propria superiorità rispetto a un unico punto. Spesso manifestavano la loro generosità mentre Scrooge non lo faceva mai.”

Scrooge, ricchissimo finanziere nella Londra ottocentesca non ha tempo da perdere con i rapporti umani, né con il Natale. Dopo lo sgarbato, ennesimo rifiuto di fronte a una gentilezza e una richiesta di aiuto, Scrooge riceve una Epifania anticipata, sotto forma di tre spiriti che gli fanno visita.
Prima lo spirito del Natale passato, sotto forma di fantasma, che ricorda al vecchio episodi felici di gioventù da lui disprezzati – il vecchio e bonario capo Fezziwig; il leale socio Marley, ora morente; la sfortunata fidanzata Bella che lui abbandona. E il rimorso che lo pervade, una volta messo di fronte alla propria vita egoista, sprecata senza mai un’azione di bontà, pietà o altruismo.
Gli fa visita poi lo spirito del Natale presente, che gli mostra una umanità dolente, alle prese con difficoltà economiche e privazioni e che tuttavia trova l’occasione e il coraggio di sorridere e celebrare la festa religiosa – il nipote Fred e la sua famiglia, l’umile impiegato Bob Scratchit, minatori, marinai. Il colpo di grazia gli viene inferto dallo spirito del Natale futuro, che mostra a Scrooge nient’altro che il suo imminente futuro: morto, deriso da tutti per la sua tirchieria e la sua bassezza, preda degli sciacalli che si avventano sul suo patrimonio e felici di essersene liberati. La mattina dopo è Natale, ma per Scrooge è arrivata l’Epifania: getta la maschera del capitalista ed entra, a pieno titolo, nel mondo dei buoni, un cattivo che diventa buono, un self-made man finalmente disposto a condividere la propria fortuna, riparando ai torti fatti e offrendo aiuto concreto a chi ne ha bisogno.

«Spirito!», gridò, aggrappandosi alla sua veste, «ascoltatemi! Non sono più l’uomo che ero. Non sarà l’uomo che immancabilmente sarei stato senza il nostro incontro. Perché mostrarmi questo, se sono al di là della speranza?»

Nel suo “Canto di Natale” (“A Christmas Carol: a Goblin Story of Some Bells that Rang an Old Year Out and a New Year In”), pubblicato per la prima volta nel 1843, Charles Dickens getta il lettore in una storia edificante, un racconto fantastico dal sapore gotico, dalle atmosfere cupe e fuligginose, che pesca a piene mani dal realismo di cui lo scrittore è voce forte nella metà Ottocento di quella Inghilterra lacerata da disparità sociali, povertà, analfabetismo, sfruttamento minorile, Poverty Law. Raccontandole attraverso ritratti picareschi, quasi caricaturali nella loro forza espressiva magnificamente incanalata tra poesia mascherata da prosa e ‘morality’ vittoriano, strutturato in cinque atti, con tanto di sipario tra una apparizione di spirito e l’altra.
E magnificamente restituite attraverso i luoghi e i personaggi che la animano, tra protagonisti della classe operaia e del popolo che anima la Londra di Coketown, bambini laceri ai piedi dello spirito del Natale presente, Miseria e Ignoranza – le due condizioni a cui Scrooge e tutti quelli come lui condannano, oggi come allora, chi non fa parte della classe dominante.

variazioni-enigmatiche

‘Variazioni enigmatiche’, una pièce spensieratamente autarchica

STANDING OVATION: I PIU’ ACCLAMATI SPETTACOLI TEATRALI DEL XXI SECOLO
“Variazioni enigmatiche” di Éric-Emmanuel Schmitt, regia di Glauco Mauri, Teatro Comunale di Ferrara, dal 31 gennaio 2001 al 3 febbraio 2002

La stagione di prosa 2001/2002 del Teatro Comunale si avvicina al suo giro di boa con “Variazioni enigmatiche”, del drammaturgo francese Éric-Emmanuel Schmitt (Lione, 1960), una commedia nella quale un celebre scrittore e uno sconosciuto giornalista sono alle prese con un’intervista che ben presto degenera in un duello senza esclusione di colpi. È un gradito ritorno a Ferrara quello di Glauco Mauri (Pesaro, 1930): ottimo regista e grande attore, teatrale e cinematografico, interprete di Sofocle, Shakespeare, Cechov, Brecht, per non parlare di sue magistrali performances beckettiane come ad esempio ne “L’ultimo nastro di Krapp” (1961).
Un abbozzo di trama di “Variazioni enigmatiche” è il seguente: il personaggio protagonista, Abel Znorko, premio Nobel per la letteratura, incontra nella sua casa, dalla cui terrazza si scorge la luce di un tramonto che annuncia di lì a pochi giorni la lunga notte boreale, un giornalista venuto per intervistarlo, Erik Larsen. Lo scrittore, che si è rifugiato su una piccola isola della Norvegia settentrionale e non ha quasi più rapporti con il resto del mondo, discute con l’ospite del suo nuovo recente romanzo. Circa l’ambiguo e inquietante finale, che non sveleremo, ha commentato lo stesso autore: «Ho ricevuto centinaia di lettere che ponevano tutte l’identica domanda: cosa succede dopo l’ultima battuta? La mia risposta è stata sempre la stessa: 1) non lo so, altrimenti avrei continuato la storia; 2) ho scritto questa storia proprio perché mi venga posta questa domanda, e io possa non rispondere».
È dai tempi di “Crepino gli artisti” di Kantor, o di “Glenngarry Glenn Ross” di Mamet, che non si assiste al Comunale ad una commedia di tale caratura. Il copione di Schmitt: arguto e colto, divertente e disperato, intelligente e spietato, non solo fa tesoro della lezione dei maggiori drammaturghi contemporanei, da Ibsen a Miller, da O’Neill a Beckett, ma addirittura richiama, ad esempio in passaggi come: «La carezza è un malinteso fra due solitudini», il magistero di
Shakespeare. Il tutto assemblato con un’originalità ed un’urgenza espressiva completamente autonome, spensieratamente autarchiche. “Variazioni enigmatiche”, tradotto e diretto da Glauco Mauri, per l’interpretazione dello stesso Mauri e Roberto Sturno e con le scene e i costumi di Alessandro Camera, è stata interpretata in Europa da attori del calibro di Alain Delon (in Francia), Donald Sutherland (in Inghilterra), Klaus Maria Brandauer (in Germania).

IL FATTO
Ttip, all’altare del libero scambio Europa e Usa pronti a sacrificare diritti e tutele

“Siamo in un periodo di forte disaffezione alla rappresentanza politica ma evidentemente non di scarsa partecipazione”, ha commentato Raffaele Atti, segretario generale della Cgil di Ferrara, di fronte alla platea gremita che ha partecipato all’incontro “T-Tip: vuoi sapere come ci stanno fregando?”. “E’ l’ultimo venerdì sera prima di Natale e vedere che siete così tanti ci fa capire l’interesse per il tema”, ha detto Marzia Marchi, tra i promotori della serata, assieme a Altraqualità, Biopertutti, Comitato acqua pubblica Ferrara, Comunità Emmaus Ferrara, Gentedisinistra, FerrarAlternativa, Fiom CGIL, Rete Lilliput. Con il patrocinio del Comune di Ferrara.

ttip-trattato
I relatori

Il tema è quello del Transatlantic trade and investment partnership, ovvero il partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti, un trattato di libero scambio e investimento che Unione Europea e Stati Uniti stanno negoziando e che avrà fondamentali ricadute sull’economia mondiale, ma anche locale. Gli Stati Uniti vogliono in buona sostanza aprire un corridoio di scambi economici con l’Europa, chiedendole di rivedere le norme che attualmente li regolano. “Questa trattativa sta avvenendo in segreto, manca completamente di trasparenza” ha accusato Monica Di Sisto, del comitato Stop Ttip, tra i relatori dell’incontro.

La principale preoccupazione degli oppositori al Ttip è che il prezzo del libero scambio sia il sacrificio delle norme per la sicurezza alimentare (in particolare gli Ogm), dei diritti dei lavoratori, e della tutela ambientale, ovvero i capisaldi del nostro Paese, già messi a repentaglio dalla crisi e dalle mafie. Inoltre, paventano i critici, il trattato provocherà la revisione dei regolamenti sull’uso di sostanze chimiche tossiche, delle leggi sulla privacy digitale e anche delle nuove norme a tutela delle operazioni bancarie, introdotte per prevenire una crisi finanziaria come quella del 2008.
“Il tentativo in atto – ha spiegato Vittorio Ferraresi, deputato Cinque Stelle – è quello di bucare il muro che c’è in Europa per accedere al suo mercato, appiattendo le regolamentazioni che rendono difficili le importazioni dagli Usa, che hanno diversi standard di qualità”.

ttip-trattatottip-trattatoIl punto, è stato spiegato, non è solo che dopo tutta la fatica fatta per ottenere, tra gli altri, l’Igp della Salama da Sugo, si apra il mercato italiano al ‘parmesan’, il finto parmigiano prodotto fuori dall’Italia. A preoccupare è anche la volontà dei negoziatori del Ttip di aprire i servizi pubblici e i contratti per appalti governativi alla concorrenza di imprese transnazionali, rendendo possibile un’ulteriore ondata di privatizzazioni in settori chiave come la sanità e l’istruzione.
“Per chi è fatto il trattato?”, ha invitato a chiedersi Ferraresi. “Dietro ai negoziatori statunitensi, ci sono le lobby delle più potenti multinazionali del mondo, che così saranno ancora più potenti”. “L’ipotesi più ottimista – ha affermato Atti – è che il Pil dell’Unione Europea aumenti dello 0,5% entro il 2027”. Il guadagno effettivo che ci si può aspettare dal trattato non appare dunque così rilevante.

“Le aziende – afferma John Hilary, direttore esecutivo di War on want, e autore del libretto di approfondimento distribuito durante la serata – verranno incoraggiate a procurarsi merci e servizi dagli Stati Uniti, dove gli standard di lavoro sono più bassi e i diritti sindacali inesistenti. In un’epoca in cui i tassi di disoccupazione in Europa hanno raggiunto livelli record, con una disoccupazione giovanile in alcuni stati membri del 50%, la Commissione europea ammette ‘timori fondati che quei lavoratori rimasti senza posto a seguito del trattato Ttip non saranno più in grado di trovare un’altra occupazione”.

Ma non è tutto. Ad allarmare tutti gli oppositori europei, costituiti da un asse trasversale da destra a sinistra, è che il trattato includerebbe l’Isds, l’Investor-state dispute settlement, una disposizione per la risoluzione delle controversie tra gli investitori e gli Stati, che permetterebbe alle imprese di “citare in giudizio i governi sovrani – spiega ancora Hilary – davanti a tribunali arbitrali e creati ad hoc, per rifarsi della perdita di profitti eventualmente causata da decisioni di politica pubblica. Questo eleva di fatto il capitale transnazionale ad uno stato equivalente allo stato nazionale stesso, e minaccia di far crollare i principi più elementari della democrazia, sia europea che statunitense”.

“I cittadini cosa possono fare?” ha chiesto il moderatore della serata Michele Fabbri, giornalista scientifico. “Possono informarsi – ha risposto la Di Sisto – la mobilitazione europea nata quando si è diffusa la consapevolezza di quel che stava accadendo, ha comunque costretto l’Ue a desecretare alcuni documenti, anche se altri rimangono inaccessibili. Ora sanno che li stiamo guardando, e stanno cambiando delle cose. In primavera il Parlamento europeo esprimerà un parere sul negoziato, il che non lo modificherà, ma è comunque un passaggio politico importante perché, se evidenzierà delle criticità, noi avremo più forza per opporci. Intanto abbiamo in previsione un grande evento il 18 aprile, in occasione della giornata della terra. Deve nascere una rivolta democratica, se riusciamo a fermare il trattato, avremo uno spazio per discutere non solo di Sanremo, della Roma e della Lazio, ma anche di cosa mangeremo e di come vivremo domani”.

Per saperne di più, visita il sito dell’Ue sul Ttip [vedi] e il sito del comitato Stop Ttip [vedi]

winter-wonderland-natale-giostra-ferrara-fiera

IMMAGINARIO
Fiera in giostra.
La foto di oggi…

Giostre che girano negli spazi riscaldati dei padiglioni della fiera, montagne russe e autoscontri. Sono tutti chiusi in una fiera che si chiama “Winter wonderland, Natale in giostra”. Un evento di intrattenimento con tanto di circo senza animali e laboratori per bambini che – gli organizzatori assicurano – ne fanno il parco divertimento al coperto più grande d’Italia. In via della Fiera 11, fino a domenica 11 gennaio. Orari: 14- 24, domenica e festivi 10-24, Natale 15-24, Capodanno 14-3.

OGGI – IMMAGINARIO DIVERTIMENTO

winter-wonderland
Il pubblico in fiera per l’edizione dello scorso anno di “Natale in giostra”
winter-wonderland-natale-giostra-ferrara-fiera
Spazio per le letterine a Babbo Natale a “Winter Wonderland” di Ferrara

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulle foto per ingrandirle]

GERMOGLI
Francamente.
L’aforisma di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

clark gableUna citazione, oggi, invece di un aforisma perché Repubblica.it riporta curiosamente i copioni del famosissimo film (Via col Vento,1939), che mostrano le diverse riscritture della celebre frase. Espressione che inizialmente non andava per nulla a genio agli sceneggiatori stessi che temevano la censura. Tempi che cambiano.

 “Francamente, mia cara, me ne infischio”. (Clark Gable, Rhett Butler di Via col vento)