Skip to main content

Giorno: 28 Dicembre 2014

ferrara-neve

LA NOTA
Ferrara innevata, dolce vedere

Eccola, è arrivata la neve. Piano piano. I tetti sono bianchi, l’atmosfera magica, quella di una favola natalizia che finalmente arriva e spazza via residui d’influenza e di raffreddori stagionali.
Ferrara bianca è ancora più bella, i tetti del centro storico sembrano quelli delle storie abitate da folletti che saltellano qua e là alla ricerca di camini caldi e panettoni appena sfornati.
ferrara-neve1 ferrara-neveSe socchiudiamo gli occhi vediamo una slitta, una renna che porta doni e dolcetti profumati. Ci viene quasi la tentazione di lasciare una carota sull’antico e severo balcone, perché quel tenero animale la possa cogliere al volo. La tavola della colazione è ancora apparecchiata, questa mattina. Il caffellatte fumante, lo stesso che avevamo preparato per Babbo Natale, è finito, ma mentre la neve scende ci viene voglia di prepararne subito un altro. Un biscottino croccante preparato in casa fa ancora capolino dal piattino abbandonato sulla tovaglietta di pizzo. Visto che fuori nevica, meglio accomodarsi di nuovo, comodamente, e gustarselo fino in fondo. Non capita tutti i giorni di starsene chiusi al caldo, dietro le tende ricamate, a godersi la pace della propria città natale. Una città che accoglie, come una madre che aspetta da lungo tempo, pronta ad abbracciare i suoi figli infreddoliti e stanchi rientrati da molto lontano. Con calore, sempre, con braccia enormi e avvolgenti. Quasi una candida coperta morbida con piccoli gufi colorati disegnati sopra. Quasi un cuscino di piume d’oca pronto ad accogliere pensieri stanchi. È meravigliosa Ferrara, quando nevica, calda e accogliente come mia madre. Lei, sempre e solo lei, lì ad aspettarmi. Comunque.

giullare-servizio-dio

Dario Fo e Franca Rame: giullari al servizio della gente

STANDING OVATION: I PIU’ ACCLAMATI SPETTACOLI TEATRALI DEL XXI SECOLO
Dario Fo e Franca rame, Teatro Comunale di Ferrara, dal 5 al 10 marzo 2002

Vanno in scena al Teatro Comunale due appuntamenti con il teatro di Dario Fo: “Lu Santo jullare Francesco”, cui faranno prossimamente seguito gli atti unici “Una giornata qualunque”, “Grasso è bello”, “Sesso? Grazie, tanto per gradire” e il lancinante “Lo stupro”, con l’interpretazione di Franca Rame. Dario Fo (Varese, 1926): autore, attore e regista, nonché Nobel per la Letteratura, è balzato alla ribalta nel 1953 con la rivista satirica “Il dito nell’occhio”. Successivamente, fondata la compagnia teatrale con la moglie Franca Rame, ha creato e allestito fino ad oggi numerosissime opere con taglio prevalentemente socio-politico: da “Settimo: ruba un po’ meno” (1964) a “La signora è da buttare” (1967), da “Mistero buffo” (1969) a “Morte accidentale di un anarchico” (1971), sino ai più recenti “Fabulazzo osceno” (1982) e “Il papa e la strega” (1989).
Riguardo allo spettacolo di stasera, va ricordato che fu proprio il futuro Santo ad autodefinirsi giullare: infatti, ripudiando il canonico sermone, egli amava predicare ai fedeli con lo strumento della giullarata, di cui conosceva e applicava la tecnica e le regole. «Al tempo di Francesco – spiega lo stesso Dario Fo – definirsi giullare, seppure “al servizio di Dio”, era una vera e propria provocazione al limite della blasfemia. Francesco era dotato di una mimica e di una comunicativa davvero eccezionali! E riusciva a farsi capire, davanti alle folle straripanti di tutti i borghi e di tutte le città d’Italia, grazie appunto al particolare linguaggio dei giullari, un linguaggio fatto di termini pescati qua e là in tutti i dialetti, con iterazioni continue, termini latini, spagnoli, provenzali e perfino napoletani e siciliani». La rappresentazione prende le mosse dall’orazione che Francesco, trovandosi a Bologna il 15 agosto del 1222, era stato invitato a tenere sul tema in quel periodo più caro ai felsinei: la guerra riesplosa contro gli ‘storici’ nemici imolesi. Occasione in cui egli preferì sostituire alla canonica omelia in latino l’amata “concione giullaresca” in lingua volgare.
Franca Rame, dal canto suo, indaga l’universo femminile affrontando due tematiche privilegiate: il rapporto di coppia e il rapporto con i figli, interpretando sulla scena due personaggi-prototipo: Giulia e Mattea. «“Una giornata qualunque” e “Grasso è bello” sono due testi cattivi come pochi altri. La comicità qui è data dai paradossi, ma la cattiveria è quella che l’interprete esercita sul suo pubblico per informarlo, per educarlo, per metterlo violentemente di fronte ai propri difetti, ai propri limiti. E, in ultima analisi, per aiutarlo a cambiare se stesso e il mondo».

giostra-piazza-municipale-ferrara-andrea-parisi

IMMAGINARIO
Feste in giostra.
La foto di oggi…

Ogni Natale questa giostra torna in quello che era il cortile del palazzo ducale estense con i suoi cavallini vecchio stile e le luci che girano intorno ai bambini che salgono e scendono. Un grandangolo spettacolare realizzato da Andrea Parisi la immortala nel blog fotografico di Ferrara, Fedetails. Fino al 15 febbraio in piazza Municipale. (Giorgia Mazzotti)

OGGI – IMMAGINARIO FOTOGRAFIA

giostra-piazza-municipale-ferrara-andrea-parisi
La giostra in piazza Municipale (foto di ANDREA PARISI)

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulla foto per ingrandirla]