Skip to main content

Giorno: 7 Gennaio 2015

Comune di Ferrara, tutti i comunicati del 7 gennaio 2015

da: ufficio stampa Comune di Ferrara

La newsletter del 7 gennaio 2015

La rivoluzione di papa Francesco: intervista a Massimo Faggioli
07-01-2015

“Papa Francesco, todo cambia?” è l’accattivante titolo scelto da Massimo Faggioli per un incontro-intervista in pubblico in programma a Ferrara sabato 10 alle 17 al Mum, il Museo Ugo Marano di via Benvenuto Tisi da Garofalo 1, ospitato nella chiesa sconsacrata dei santi Pietro e Paolo accanto alla scuola media Boiardo.

Faggioli insegna Storia del cristianesimo alla University of St. Thomas a Minneapolis/St. Paul e collabora con vari giornali, fra i quali l’Huffington Post. Si autodefinisce “italiano, ferrarese e americano, con pesanti e decisivi trascorsi in Francia e Germania”. Inoltre, “cattolico di scuola Vaticano II e democratico”. Considera ormai irreversibile il processo di riforma avviato dall’attuale pontefice, Jorge Bergoglio. A intervistarlo sarà Sergio Gessi, direttore di Ferraraitalia che organizza l’incontro in collaborazione con l’Azienda per i Servizi alla Persona e la Città del Ragazzo.

Autore prolifico, Massimo Faggioli ha pubblicato, fra gli altri, “Vatican II: The Battle for Meaning” (2012; trad. italiana e portoghese 2013); “True Reform: Liturgy and Ecclesiology in Sacrosanctum Concilium” (2012; trad. italiana 2013); “Nello spirito del concilio. Movimenti ecclesiali e recezione del Vaticano II” (2013), “Papa Francesco e la chiesa-mondo” (2014). E’ in preparazione un nuovo volume sulle mancate riforme del governo della chiesa cattolica negli ultimi cinquanta anni.

(Comunicato a cura degli organizzatori)

CONCITTADINI CENTENARI – Consegnate targa e lettera augurale del Sindaco
Gli omaggi dell’Amministrazione comunale ai neo centenari Giovanni Mingozzi e Imola Pialli
07-01-2015

In occasione del suo centesimo compleanno, in calendario domenica 4 gennaio, il concittadino Giovanni Mingozzi ha ricevuto in forma privata la tradizionale targa di benemerenza dell’Amministrazione comunale, accompagnata da una lettera di auguri del sindaco.

————-
In occasione del suo centesimo compleanno, in calendario martedì 6 gennaio, la concittadina Imola Pialli ha ricevuto in forma privata la tradizionale targa di benemerenza dell’Amministrazione comunale, accompagnata da una lettera di auguri del sindaco.

TEATRO G. VERDI – Primo appuntamento venerdì 9 gennaio con la compagnia Straferrara
La nuova stagione teatrale del Verdi di Porotto nell’anno del centenario
07-01-2015

Il 23 maggio 1915 veniva inaugurata ufficialmente l’attività del teatro G. Verdi di Porotto. Per celebrare degnamente questo compleanno, l’associazione culturale ‘Teatro G. Verdi’ ha messo in campo da venerdì 9 gennaio un ricco calendario di spettacoli – diciotto in tutto – per la prima parte della Stagione teatrale 2015 che culminerà proprio a maggio con un ‘Gran Galà della lirica’.
Le iniziative programmate per il centenario del teatro di Porotto (via X Martiri 141) e il ciclo di spettacoli della prima parte della Stagione teatrale 2015 sono stati illustrati in mattinata nella residenza municipale – alla presenza del vicesindaco e assessore alla Cultura Massimo Maisto – dai membri dell’associazione ‘Teatro G. Verdi’ di Porotto (il presidente Franco Ragazzi, la vice presidente Shamira Benetti e il segretario Mario Montano), da Giampaolo Zardi regista del Gran Teatro leggero di Ferrara e Cristina Guarino direttore artistico del ‘Gran Galà della lirica’.
“Il menu degli appuntamenti è ricco e stuzzicante, – annuncia Shamira Benetti nelle note che accompagnano il programma – pronto ad essere assaporato in ogni sua forma: inizieremo con la tradizione del dialettale, danzeremo con gli incontri di ballo, rifletteremo nei grandi appuntamenti con la storia in prosa e infine canteremo con le operette più famose e le varietà di musica che hanno segnato un’epoca nel nostro Paese”.

Di particolare interesse si preannuncia la serata fra musica e ironia del 31 gennaio dal titolo “Ridere…e via col vento”, quando il Gran Teatro Leggero di Ferrara con la regia di Giampaolo Zardi regalerà alla città un’anteprima del “Lodovico”, che sarà poi allestito al teatro comunale Abbado. E ancora il gran finale del 23 maggio con un ‘Gran Galà della lirica’, che vedrà la presenza sul palco del Verdi di artisti di fama internazionale, che proporranno fra musica e narrazione il lungo viaggio del melodramma italiano.

“Questo spazio che sa mescolare e offrire le proposte più varie – ha affermato il vicesindaco Massimo Maisto – è ormai una ‘casa comune’ aperta a tutte le arti e culture. Una formula che evidentemente funziona, visto che nelle sole serate da ottobre a dicembre ha attirato oltre mille spettatori.”

Un percorso che verrà confermato, hanno ricordato i presenti, anche grazie al passaggio di proprietà che attende il teatro nel nuovo anno. Con l’avvenuto perfezionamento dell’usucapione infatti, i quindici membri della Società Corale G. Verdi sono gli attuali titolari della struttura che cederanno al più presto all’Associazione Teatro Verdi, più che mai determinata a proseguire l’impegno a favore del teatro, della musica e della cultura a vantaggio di tutta la comunità.

www.teatroverdiporotto.it

UFFICIO ENERGIA – Chiusi i conteggi dell’anno termico 2013-14
I risparmi energetici del Comune
07-01-2015

L’Ufficio Energia del Comune di Ferrara (Servizio Ambiente) ha chiuso i conteggi per l’anno termico 2013-2014 con una spesa complessiva di Euro 2.353.224 a fronte di una spesa, relativa alla stagione precedente, di Euro 2.805.464.

La minor spesa deriva principalmente da un effetto stagionale (Parametro Gradi Giorno da 2.396,40 a 1.900,50) e, secondariamente, da un calo dei prezzi dei combustibili (revisione prezzi diminuita dal 12% al 8%).

Il Sindaco Tagliani ha espresso la propria soddisfazione per il risparmio di quasi mezzo milione di spesa: risorse preziose che si aggiungono alle economie attuate dall’Amministrazione comunale e che confermano la validità dei comportamenti virtuosi che si concretizzano attraverso la riduzione dei consumi e l’aumento dell’efficienza energetica degli edifici pubblici.

(A cura della Portavoce del Sindaco)

Il cordoglio del Sindaco per la strage di Parigi
07-01-2015

Il Sindaco Tagliani esprime il proprio cordoglio per le vittime dell’attacco terroristico al settimanale francese Charlie Hebdo:

“Una tragedia che sconvolge e che non riguarda solo la Francia. L’estremismo islamico è un problema di ordine pubblico che coinvolge tutte le nazioni. Esprimo grande solidarietà anche a tutti i giornalisti che sono impegnati ogni giorno nella lotta contro il terrorismo e per la difesa della libertà di stampa”.

(A cura della Portavoce del Sindaco)

logo-comune-ferrara

Attacco al settimanale francese Charlie Hebdi: il Sindaco Tagliani esprime il proprio cordoglio per le vittime

da: ufficio Portavoce del Sindaco di Ferrara

Il Sindaco Tagliani esprime il proprio cordoglio per le vittime colpiti durante l’attacco terroristico al settimanale francese Charlie Hebdi:
“Una tragedia che sconvolge e che non riguarda solo la Francia. L’estremismo islamico è un problema di ordine pubblico che coinvolge tutte le nazioni. Esprimo grande solidarietà anche a tutti i giornalisti che sono impegnati ogni giorno nella lotta contro il terrorismo e per la difesa della libertà di stampa”.

logo-comune-ferrara

Comune di Ferrara: quasi mezzo milione in meno per la spesa contratto energia anno termico 2013-2014

da: ufficio Portavoce del Sindaco di Ferrara

L’Ufficio Energia del Comune di Ferrara (Servizio Ambiente) ha chiuso i conteggi per l’anno termico 2013-2014 con una spesa complessiva di Euro 2.353.224 a fronte di una spesa, relativa alla stagione precedente, di Euro 2.805.464.

La minor spesa deriva principalmente da un effetto stagionale (Parametro Gradi Giorno da 2.396,40 a 1.900,50) e, secondariamente, da un calo dei prezzi dei combustibili (revisione prezzi diminuita dal 12% al 8%).

Il Sindaco Tagliani ha espresso la propria soddisfazione per il risparmio di quasi mezzo milione di spesa: risorse preziose che si aggiungono alle economie attuate dall’Amministrazione comunale e che confermano la validità dei comportamenti virtuosi che si concretizzano attraverso la riduzione dei consumi e l’aumento dell’efficienza energetica degli edifici pubblici

Un gattino ferito in cerca della sua casa

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Si segnala che nella notte del 30 dicembre scorso, i Vigili del Fuoco ed il veterinario reperibile del Servizio Asl hanno recuperato un gattino dal mantello bianco e rosso di circa 5/6 mesi, rimasto ferito all’interno del motore di un’autovettura parcheggiata in via Imperiali 10, nella frazione di San Giuseppe. Ora il gattino è affidato alle cure del veterinario incaricato dal Comune e a quelle dei volontari dell’Associazione LIDA (Lega Italiana dei diritti dell’animale). Il piccolo micio rischia l’amputazione di un arto anteriore , qualora le cure non dovessero sortire l’effetto sperato. Poichè il gatto ha abitudini domestiche (usa abitualmente la cassetta per i propri bisogni), si ipotizza che fosse di proprietà di qualcuno che magari ora lo sta cercando. Per segnalazioni ed informazioni, si suggerisce di contattare il Comando di Polizia Municipale (tel. 0533-315380 o 0533/315381, facendo riferimento all’Ispettore di P.M. Nazzareno Fogli).

provincia-ferrara

Oltre 8.700 gli ingressi al museo del Castello Estense durante le feste natalizie

da: Ufficio Stampa Provincia di Ferrara

Oltre 8.700 i visitatori in Castello Estense durante le feste di Natale, 1.188 in più rispetto al 2013-2014

Sono stati più di mille gli ingressi in più in Castello Estense durante le festività natalizie, rispetto all’anno scorso.
Da venerdì 26 dicembre a martedì 6 gennaio, infatti, sono stati contati 8.727 biglietti staccati contro i 7.539 dello stesso periodo del 2013-2014, con un incremento di 1.188 visitatori pari al 13,62 per cento in più.
In particolare sono da segnalare le giornate di mercoledì 31 dicembre con 1.089 ingressi, giovedì primo gennaio che solo nella fascia pomeridiana dalle 13,30 alle 18,30 ha fatto registrare 1.019 visitatori, venerdì 2 gennaio (identica cifra) e domenica 4 gennaio con 1.018 ingressi.
In cifra assoluta il 2014 per il Castello Estense si chiude con 128.760 visitatori rispetto ai 105.013 fatti registrare nel 2013, con un più 22,6 per cento.

Coldiretti: consumi a tavola al minimo, nel 2014 ai livelli di 33 anni fa: deflazione per alimentari freschi

da: ufficio stampa Coldiretti

Inflazione al minimo anche per il calo dei prodotti alimentari non lavorati, che registrano una ulteriore frenata a dicembre 2014, portando le lancette indietro al 1981, secondo i dati ISTAT. Gli italiani “tagliano” anche sul cibo.

A spingere il tasso d’inflazione medio annuo per il 2014 al minimo dal 1959 è stato il calo deiprezzi dei prodotti alimentari non lavorati come frutta, verdura, carne e pesce fresco che fanno registrare una riduzione dello 0,8 per cento e sono di fatto in deflazione. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al mese di dicembre. L’andamento dei prezzi riflette la situazione nei consumi con gli italiani che hanno toccato il fondo nel 2014 e sono tornati indietro di oltre 33 anni sui livelli minimi del 1981, sulla base dell’analisi della Coldiretti sulla base dei consumi finali delle famiglie a valori concatenati dell’Istat. Gli italiani nei primi anni della crisi – sottolinea la Coldiretti – hanno rinunciato soprattutto ad acquistare beni non essenziali, dall’abbigliamento alle calzature, ma poi hanno iniziato a tagliare anche sul cibo riducendo al minimo gli sprechi e orientandosi verso prodotti low cost. Il carrello della spesa degli italiani – conclude la Coldiretti – si è ulteriormente svuotato nel 2014 e pesa lo 0,6 per cento in meno rispetto al 2013, secondo il dati Ismea/Gfk relativa ai primi nove mesi del 2014

Pierpaolo Capovilla in concerto

da: Comune di Copparo Servizio Comunicazione

Venerdì 9 gennaio alle ore 21 al Teatro Comunale De Micheli concerto live di Pierpaolo Capovilla con Obtortocollo …Tour. Titolo del suo primo album da solista, Obtortocollo … Tour è stato prodotto da Taketo Gohara, già collaboratore di Baustelle e Vinicio Capossela. Capofila è stato frontman del Teatro degli Orrori e One Dimensional Man. Dove vai è stato il primo brano estratto dall’album come singolo. Il brano Ottantadue ore narra la tragica vicenda dell’uccisione di Francesco Mastrogiovanni, un maestro ingiustamente rinchiuso e deceduto dopo 82 ore di torture. Nell’ottobre 2014 l’album viene inserito nella rosa dei finalisti per la Targa Tenco come “miglior opera prima di cantautore”.
Undici canzoni che suonano le corde del cuore, che ti entrano dentro e lasciano un’impronta indelebile. Intime, dolci e dolorose, sono storie d’amore e di sconfitta, come è nello stile di Capovilla. Ma come sappiamo, cantare l’amore per Pierpaolo Capovilla non è che un espediente letterario. La cifra narrativa dell’album è infatti costituita dalle contraddizioni della società italiana: lo smarrimento culturale, la disgregazione sociale, l’incomunicabilità relazionale, e quel sentimento che c’è in ognuno di noi, quando pensiamo a cosa sia diventato il paese in questi ultimi anni del decorso storico, e per il quale ci sembra non ci sia più niente da fare. Volutamente lontanissimo dal suono de Il Teatro degli Orrori, il nuovo album di Capovilla sembra uscire da un romanzo francese del novecento.
Ma la forza di queste undici nuove canzoni è tutta nell’intrico di privato, privatissimo, e pubblico, politico, a sottolineare ancora una volta che ogni storia personale, ogni vicenda biografica, avviene all’interno della comunità in cui viviamo. Che la società, che domina e dirige le nostre esistenze, è il luogo della sconfitta dei valori e degli ideali, ma proprio per questo è anche quello del riscatto e dell’emancipazione.

Info e biglietti presso la biglietteria del teatro 0532 864580 – biglietteria@teatrodemicheli.it

Giovedì 8 gennaio, prosegue Winter Wonderland, il parco divertimenti dei record

da: Ufficio Stampa Ferrara Fiere Congressi

Se le vacanze sono finite, il divertimento a Winter Wonderland – Natale in Giostra prosegue. L’appuntamento con il parco divertimenti indoor più esteso d’Italia (oltre ventimila metri quadrati al coperto) e dalla durata più prolungata (23 giorni continuativi) è alla Fiera di Ferrara, dove anche domani (Giovedì 8 Gennaio, ndr), dalle 14 alle 24, bambini, ragazzi e adulti avranno solo l’imbarazzo della scelta, tra l’Autoscontro e il Brucomela, il Tagadà, il Castello incantato e la Piovra, lo Shuttle e le Waterball per camminare sull’acqua, lo Space Star (un mix di movimento ed emozioni forti unico in Europa), il trenino tematico sul Far West “Gold Mine” e il cinema 5D, Music Express (per la prima volta a Ferrara), il Saltamontes e, nell’area esterna, il pendolo di Matrix, che ruota fino a 160 gradi, garantendo scariche di adrenalina.
In doppia sessione, alle 16 e alle 19.30, l’apprezzatissimo spettacolo mozzafiato del “Winter Circus”, il circo senza animali in tournée mondiale. Partecipazione straordinaria dell’acrobata Rudi Macaggi, noto al grande pubblico per le sue performance da brivido ad “America’s Got Talent” e “Italia’s got Talent”.
Diverse le opzioni di ingresso a Winter Wonderland: il braccialetto (19,90 euro), valido per tutta la giornata e su tutte le attrazioni; il biglietto giornaliero intero (4 euro) o ridotto (3 euro), che dà diritto a un buono di 2 euro da spendere nelle varie giostre presenti; i pacchetti promozionali scontati “Fantasia 1” e “Fantasia 2” (per i più piccoli), “Avventura” (per le famiglie) e “Adrenalina” (per i ragazzi), tutti a tiratura limitata, prenotabili sul sito winterwonderlandferrara@hotmail.it o acquistabili direttamente alle casse della Fiera.
L’area ristorazione offrirà al pubblico un’ampia gamma di stand, tra tradizione e street food in chiave territoriale: una birreria artigianale ferrarese e una tedesca, con piatti tipici bavaresi come stinco, patate e bretzel; punti ristoro classici con pizze, hamburger e crepes; arancini, spianata bolognese e molto altro ancora.
Da segnalare il trenino turistico gratuito, che consentirà di arrivare dal centro storico di Ferrara (Piazza Donatori di Sangue) al Quartiere fieristico e ritorno.
Per i turisti che sceglieranno di soggiornare a Ferrara, sono previste interessanti convenzioni con alcune strutture alberghiere (informazioni sul sito www.visitferrara.eu).

Domenica “In famiglia” a teatro

da: Ufficio Comunicazione Comune di Copparo

Proseguono gli incontri domenicali per grandi piccini di “In Famiglia al De Micheli”. Prossimo appuntamento domenica 11 gennaio 2015, inizio ore 16:00, con “Clown in libertà” del Teatro Necessario, di e con Leonardo Adorni, Jacopo Maria Bianchini, Alessandro Mori.
Il clown è nascosto nel nostro inconscio, quando ci rendiamo ridicoli per strada, quando ci azzuffiamo, quando siamo innamorati; tutti gli aspetti buffi di ogni persona, tutto ciò che mette al bando la serietà dimostra che è in ognuno di noi. Si tratta di decidere se vogliamo servircene, se vogliamo farne un mestiere…
Lo spettacolo è un concerto continuamente interrotto dalle divagazioni comiche dei musicisti, o clownerie, ben supportato dalla musica. “Clown in libertà” racconta il pomeriggio un po’ anomalo di tre clown che vogliono allestire uno spettacolo per divertire, stupire ed infine conquistare il pubblico degli spettatori.
A partire dalle ore 17:00, presso il Ridotto del teatro “La luna nel cappello”, narrazioni di Teresa Fregola e musiche con i Matti del Diluvio; nel bar “È Oriente: storie e merende dal Sol Levante”, narrazioni di Marcello Brondi e merenda a cura di Lara Tamoni; nel sottopalco “Gran concerto di tappi e sinfonia di conchiglie”, laboratorio a cura di Veronica Cestari.
Per informazioni: tel. 0532 864580, www.teatrodemicheli.it

Giovedì 8 gennaio, dialettale al De Micheli

da: Ufficio Comunicazione Comune di Copparo

Appuntamento a teatro giovedì 8 gennaio alle ore 21 con “Al celular l’è sta la mie ruina”, commedia brillante in tre atti di Carlo Soavi messa in scena dalla compagnia di Masi S. Giacomo I Scapadiz, nell’ambito della rassegna dialettale del Teatro Comunale De Micheli.
Per informazioni tel. 0532 864580.

Apertura della nuova sede della scuola di musica Milleunanota a Baricella (BO)

da: ufficio stampa Milleunanota

A gennaio 2015 la scuola di musica diretta da Filippo Cosentino apre a Baricella (BO), a pochi km da Bologna e Ferrara

Milleunanota (www.milleunanota.com) e’ la scuola di musica e centro jazz, con la direzione artistica del celebre chitarrista Filippo Cosentino (www.filippocosentino.com), che, avviata la sua attività in Piemonte, ad Alba (CN) cinque anni fa, e’ oggi rinomata a livello nazionale per la qualità dell’offerta didattica e artistica.
A partire da gennaio 2015, la scuola di musica apre una nuova sede in Emilia Romagna, “seconda patria” di Cosentino, nato in Piemonte ma trasferitosi appena diciottenne a Bologna per proseguire gli studi di Musicologia e al Conservatorio, dove si è laureato con 110 e lode col M. Tomaso Lama.La nuova sede Milleunanota sarà a Baricella (BO), a pochi chilometri da Bologna e Ferrara, e proporrà corsi di canto moderno, chitarra (acustica, elettrica e classica), batteria, pianoforte e tastiere, armonia, teoria e solfeggio. I corsi sono rivolti a bambini e adulti che
siano desiderosi di approcciarsi allo studio della musica pop e jazz.
Ma non è tutto: come già avviene in Piemonte, gli studenti Milleunanota avranno l’occasione di partecipare a workshop e seminari in cui potranno confrontarsi con docenti di livello nazionale e internazionale: “Da tempo l’associazione organizza festival come Cantautori d’Italia, Jazz&Co. e il Roero Music Fest, quest’ultimo in un rapporto molto stretto con i nostri seminari estivi di jazz, il Mileunanota Summer Camp, che richiamano studenti da tutta Italia. In occasione di questi appuntamenti e non solo, i nostri alievi hanno l’opportunità di confontarsi con musicisti di fama come Michael Rosen, Andrea Marceli, Jesper Bodilsen, Antonio Zambrini. Credo fortemente nella qualità del’insegnamento e intendo proporre questo approccio anche nela nuova sede di Baricela, dove sarò supportato
nela gestione da Alessandro Musio.”

Venerdì 9 gennaio 2015, Monica Farnetti parla di Boccaccio e le donne: “dal De claris mulieribus al Decamerone”

da: organizzatori

In collaborazione col Teatro Comunale Abbado. Con l’incontro di venerdì 9 gennaio continua la collaborazione tra il Centro Documentazione Donna e il Teatro Comunale di Ferrara in occasione di alcuni spettacoli della stagione di prosa 2014-2015.

Dopo i tre incontri di dicembre, collegati allo spettacolo Nuda proprietà, è ora la volta di questo, pensato cogliendo il pretesto dello spettacolo tratto dal Decamerone – che è in programma al teatro Comunale dal 7 al 9 gennaio – per proporre dei temi collegati a Boccaccio e ad opere scritte da autrici vissute tra Medioevo e Rinascimento.
Boccaccio con il suo De claris mulieribus è stato uno degli autori che, in opposizione agli scritti misogini dell’epoca, ha fornito esempi di “donne illustri” degne di ammirazione. Donne che rappresentano eccezioni e sono da ammirare in un’ottica ancora tutta maschile ma che sono già un primo passo verso quegli scritti, di autrici ma anche autori, che si possono definire proto-femministi che faranno parte del dibattito sulla “Eccellenza delle donne” e di quello della “Querelle des femmes” che in Italia e in Francia continuarono fino al Seicento.
Lo spettacolo tratto dal Decamerone fornirà perciò l’appiglio per parlare di Christine de Pisan e il suo La cité de dames, di Margherita di Navarra e il suo Eptameron che ha stessa struttura del Decamerone – compreso il fatto di far raccontare le storie sia da uomini che da donne, anche se con modi e intenti diversi da quelli di Boccaccio- e di altre autrici che dal Tre al Cinquecento fanno conoscere, scrivendo, la propria visione del mondo e quella delle altre donne.

Monica Farnetti, ferrarese, è docente di Letteratura italiana presso l’Università di Sassari. Fa parte della SIL (Società italiana delle letterate), ha pubblicato numerosi importanti saggi sulla scrittura delle donne e ha curato edizioni di testi di Cristina Campo e Annamaria Ortese.

LA STORIA
Quando le parole non bastano

Ecco il segreto: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.

Spesso è solo una foto capovolta o uno scarabocchio che svela forme sorprendenti a insegnarci la giusta prospettiva.
Queste sono le forme che ama Daniela Pareschi, autrice della collana Disegniamo insieme, edita per Lantana Editrice al figlio Elia, di cui è stato presentato il secondo volume – “Il mare, le onde” – per il ciclo Autori a corte.
Ferrarese di nascita, genovese e romana di adozione, il disegno è passione e studio, la visita a Cinecittà è il momento che ne modifica la percezione effettiva, con la sua possibilità di sviluppare concretamente mondi interiori, di creare suggestioni srotolate dall’immaginazione con supporti tecnici (il corso di architettura) e artistici (bozzettistica), rendendo vivo a ogni effetto qualcosa che prima aveva solo due dimensioni.
La magia si riduce, dopo l’arrivo del 3D. Cambiano le categorie nel tempo, cambia il cinema con l’avvento del digitale, i mezzi e gli strumenti; ma non la possibilità di tradurre in immagini un mondo interiore che si riversa nel disegno e nella sua tecnica.
Come in ogni cosa, è la capacità di guardare il motore da accendere; è la capacità di vedere la macchina con cui intraprendere il viaggio. Di “mettere gli occhi”, direbbe Wilhelm Reich.
Per riempire uno spazio interrotto, nelle teorie del disegno dedicate ai bambini tra l’essenziale e il minimale di Bruno Munari e il fiabesco aggraziato di Walter Disney, l’intento è quello di fornire la chiave per quella porta che rende in grado di esprimersi attraverso una matita e un foglio di carta.

Gli adulti non capiscono mai niente da soli ed è una noia che i bambini siano sempre eternamente costretti a spiegar loro le cose.

La capacità di guardare, essenziale in un bambino tanto quanto in un adulto, conduce a due differenti porte. Ci sono la visione e la scoperta, l’esplosione interiore di un mondo di immagini fatto di sensazioni, ma che esige proprie regole come ogni linguaggio. E ci sono milioni di sguardi che possono vedere, e restituire, milioni di immagini differenti. In una condizione in cui non c’è l’insegnante e l’allievo, l’adulto e il principiante, la piena coscienza e la chiusura a doppia mandata di un baule abbandonato.
Perché non si può discutere di fronte a un bambino che disegna un boa nell’atto di digerire un elefante, neppure quando tutti si ostinano a vederci solo un cappello dalla falda larga; perché quel bambino ha osservato e immaginato, perché sapeva esattamente cose guardare e perché riprodurre; perché era la forma di espressione naturale, quello che è il disegno; e perché a volte è semplicemente più semplice disegnare che non spiegare. “Non riesco a dirtelo, mamma; e allora te lo disegno.” Questa è l’etica dei libri della collana, costruita su una parte teorica ed esplicativa, razionale, da un lato; e di una sciolta e visionaria, semplice e impastata di collegamenti che tiene per mano fantasia e realtà, immaginazione e concreto, in un ambizioso progetto dalla semplice comprensione. Dove lettere e parole, sintassi e grammatica sono tratti, colori, proporzioni e sezioni.

Sarebbe meglio ritornare alla stessa ora… Ci vogliono i riti.

Regole, stili, codici e tecniche, sono i rituali da rispettare, che consentono proporzione della realtà, permettendole di spiegare la fantasia; di fluire una immagine interiore a un pennello.
Facce e corpi, colori ed emozioni, forme e cose si intersecano fino a creare un punto di incontro diverso per ognuno di noi, incrociati a un semaforo che ne detti le regole e li smisti nelle giuste direzioni. Incoraggiando l’emisfero sinistro, severa maestrina deputata alla logica, all’analitica e alla razionalità; e lasciando assopito l’emisfero destro, sognatrice ed emotiva zia prodiga di regali, fino al momento in cui la torta visuale è pronta da proporre. Depistandola momentaneamente, permettendole poi di collegare rotondi riccioli blu alle onde del mare, ordinate sull’attenti delle tre parche benigne che ne regolano la correttezza formale – profondità, direzione e superficie; fatiscenti omini scheletrici danzanti, con ovali sulla punta delle dita a spogli alberi d’autunno; mostri e paure che diventano occhi e fauci spalancate, nascosti in forme geometriche e nuvole; tre facce apparentemente uguali da guardare, che divengono tre persone distinte nella loro unicità, alterate non da un morphing dispettoso ma dalla semplice attaccatura dei capelli. E ancora collage, decorazioni, pagine al contrario e dialoghi che si completano a vicenda, complementari.
Come la teoria dei colori.

antonio-gramsci

Educazione ed emancipazione in Gramsci. All’Ariostea una rilettura di Fiorenzo Baratelli

Da: Istituto Gramsci

Venerdì 9 gennaio
Ciclo: “Viaggio nella comunità dei saperi. Istruzione e democrazia
“La formazione dell’uomo e il principio educativo in Gramsci”.

Saluto dell’Ass. alla Cultura e Vicesindaco Massimo Maisto
Conferenza di Fiorenzo Baratelli
Presenta e coordina Anna Quarzi
“Ogni maestro è sempre scolaro e ogni scolaro maestro”

Antonio Gramsci (Ales 1981-Roma 1937) fu politico, filosofo, giornalista, linguista e critico letterario. Nel 1921 fu tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia e nel 1926 fu incarcerato dal regime fascista. Nel 1934 in seguito al grave deterioramento delle sue condizioni di salute, ottenne la libertà condizionata e fu ricoverato in una clinica, dove passò gli ultimi anni di vita.

È uno dei più importanti pensatori del XX secolo. Nei suoi scritti di tradizione marxista, Gramsci analizza la struttura culturale e politica della società. Il problema educativo fu per lui di basilare importanza in quanto espressione, bisogno storico di crescita, sociale e culturale delle classi lavoratrici e delle nuove generazioni. I programmi indirizzati agli adulti figuravano con preminenza in questa strategia educativa ad ampio spettro Ha generosamente lasciato alla cultura italiana un prezioso patrimonio di idee sull’educazione, ancora oggi di grande attualità

Sala Agnelli,Biblioteca Ariostea, FERRARA dalle ore 17 alle ore 19

tecnologia-lavoro-scenari

L’ANALISI
Tecnologia e lavoro: il fantasma del luddismo

Un fantasma si aggira nelle nostre società opulente flagellate dalla crisi; aveva accompagnato lo sviluppo industriale e si ripresenta oggi in forme nuove, spesso non immediatamente accessibili al senso comune: è il timore che la tecnologia, le macchine, possano distruggere il lavoro e l’occupazione, lasciando fasce di popolazione sempre più ampie in balia della miseria. Fino a qualche anno fa si guardava con sufficienza e qualche facile sarcasmo alle rivolte dei luddisti nell’Inghilterra del XIX secolo, ritenute col senno di poi, ovvero dopo che furono migliorate le condizioni economiche e sociali, infondate e basate su paure irrazionali.

Oggi, il dubbio che le nuove tecnologie digitali, pur garantendo sviluppi tutti da esplorare ed ancora oscuri ai non iniziati, possano anche distruggere occupazione in modo irreversibile, sta prendendo nuovamente piede; questa preoccupazione professata da autorevoli esperti, che la danno come prospettiva assolutamente probabile, per non dire quasi certa, si contrappone a quella galassia tecno-visionaria ed utopica che preconizza per l’effetto delle tecnologie le più fantastiche evoluzioni della razza umana. Effettivamente, negli ultimi due secoli, lo sviluppo tecnologico ha contribuito ad alimentare le condizioni che hanno migliorato la qualità della vita di molte nazioni e la tecnologia ha grandemente contribuito a spostare milioni di persone dal settore agricolo a quello industriale, poi da questo a quello dei servizi. Ora, le nuove tecnologie digitali, in rapida diffusione, hanno alcune caratteristiche distintive rispetto alle tecnologie che hanno animato le precedenti rivoluzioni industriali che, in estrema e forzata sintesi, hanno sostituito il lavoro manuale con quello meccanico: da un lato, esse si reggono su una gigantesca struttura fisica tangibile, dall’altro, possono essere utilizzate per razionalizzare e gestire in modo intelligente qualsiasi tipo di processo in ogni settore: dalle catene di fornitura globale ai processi di apprendimento, dalla medicina alla ricerca aerospaziale, dallo sport al turismo, dall’autodiagnosi alla riparazione delle sue stesse componenti. Infine, sono sempre più spesso in grado di simulare e riprodurre operazioni che, fino a poco tempo fa, si pensava fossero attributi del cervello e patrimonio esclusivo della cognizione umana. Superata questa soglia, messo sotto esame il comportamento del cervello, avviata una ricerca massiva sull’intelligenza artificiale, agganciato stabilmente il comportamento umano alle applicazioni tecnologiche, si aprono scenari che, ad un tempo, esaltano e preoccupano. La domanda diventa dunque quanto mai attuale: la tecnologia digitale crea o distrugge lavoro? Oppure, semplicemente, trasloca l’occupazione spiazzando quote crescenti di lavoratori che rischiano così di essere espulsi dai processi di consumo e di creazione di valore?

Lasciamo un attimo in sospeso questa domanda per analizzare brevemente il nostro rapporto con queste tecnologie ed alcune conseguenze che ne derivano. Noi tutti infatti siamo abituati a cogliere solo un lato del problema: quello che ci vede come fruitori, come utilizzatori di dispositivi e consumatori di informazioni che ci vengono presentate ora gratuitamente ora a pagamento, a volte richieste a volte subite nostro malgrado. In questo preciso momento ognuno di noi è connesso ad un dispositivo digitale collegato in rete (altrimenti caro lettore non potresti leggere questo articolo). Per il semplice fatto di essere connessi stiamo fornendo informazioni al sistema: lo facciamo quando telefoniamo da qualsiasi dispositivo, quando usiamo il navigatore dell’auto, quando facciamo zapping in tv o quando ci sintonizziamo su una stazione radio. Lo facciamo quando usiamo il bancomat o la carta di credito e quando scarichiamo ed usiamo una qualsiasi app. Forniamo informazioni quando entriamo ed usciamo dall’autostrada usando il telepass, quando facciamo acquisti online o quando usiamo una tessera fedeltà o quando usiamo i social network. Certo, in alcuni casi paghiamo e, in cambio, riceviamo servizi che a volte ci semplificano la vita; in altri casi, non paghiamo nulla ignorando però che la nostra partecipazione gratuita è l’elemento chiave per generare enormi profitti. Non solo ne siamo consapevoli, ma forniamo informazioni ogni volta che passiamo sotto l’occhio di una telecamera di videosorveglianza ed ogni volta che usiamo la nostra tessera sanitaria; quando attraversiamo il tornello della metropolitana o prendiamo posto su un treno o un aereo. Finora tutte queste informazioni erano archiviate su supporti poco interattivi, sostanzialmente isolate tra di loro: la tecnologia digitale consente ora, con sempre maggiore facilità, di collegarli e renderli facilmente accessibili. Ma non solo. L’internet delle cose sta collegando sempre più strutture ed oggetti in gigantesche reti che producono quantità immense di dati digitali, rendendo possibile una realtà aumentata che arricchisce l’esperienza dei sensi incorporando informazione aggiuntiva in forma digitale. Su piccola scala lo vediamo nei Google glass, nelle applicazioni domotiche e, crescendo di livello, nelle applicazioni industriali di workflow management, nelle tecnologie di traffico intelligente, nelle nascenti smart city, negli ecosistemi militari, nella rete di calcolatori che gestiscono la finanza globale.

Da un lato, dunque si sta costruendo un nuovo ambiente di vita, digitale e digitalizzato, intelligente, caratterizzato da una sensoristica estremamente diffusa che raccoglie informazioni in modo sempre più automatico, depositandola in database sempre più capienti, numerosi ed interconnessi; dall’altro le macchine d’uso comune diventano sempre più intelligenti ed interagiscono sempre meglio con questo ambiente anche a prescindere dalle nostre decisioni. Infine noi stessi offriamo continuamente informazioni a questo ambiente attraverso i nostri comportamenti quotidiani e non solo per il fatto di essere connessi consapevolmente alla rete internet che conosciamo. Le tecnologie digitali consentono di valorizzare tutto questo moltiplicando esponenzialmente la produzione di informazione, rendendo informazioni inutilizzabili immediatamente disponibili, annullando i costi della raccolta di informazione e, in ultima istanza, conferendo valore d’uso enorme a qualcosa che prima, pur potenzialmente presente, non poteva essere utilizzato facilmente. Ovviamente questo è possibile se esistono le infrastrutture per farlo e se i cittadini continuano a funzionare come comoda fonte di informazione. Si tratta, a ben vedere, di una situazione senza precedenti che, per certi versi, ribalta la consolidata logica di un mercato dove ogni cosa ha un prezzo riconoscibile; dietro l’uso gratuito di molta tecnologia di comunicazione vediamo infatti la realtà, piuttosto inquietante per alcuni versi, di un sistema dove noi stessi (o meglio tutte le nostre scelte e comportamenti) siamo la merce che viene venduta. Big data è il nome attraverso cui si riconosce il nuovo campo disciplinare destinato a governare questa immensa mole di informazioni digitali attraverso la potenza computazionale dei calcolatori (computer).

Tutto questo pone ovviamente davanti a sfide gigantesche non ultima quella del lavoro che qui ci interessa. E’ assai probabile infatti che l’applicazione massiccia delle tecnologie digitali porterà all’abbattimento di moltissimi posti di lavoro anche nel settore dei servizi (inteso in senso allargato), seguendo il medesimo trend di quanto successo nell’agricoltura prima e nell’industria poi. Porterà anche ad aprire nuovi settori occupazionali tutti da esplorare e ad alto contenuto di innovazione e creatività, che con ogni probabilità potranno premiare solo le persone più competenti e preparate. Forse, spingerà anche molte persone a guardare con rinnovato interesse ad attività più semplici e naturali, magari facendo impresa innovativa in campo culturale o nel settore agroalimentare che rappresentano pur sempre delle autentica eccellenze italiane. Che ne sarà tuttavia della centralità del lavoro come strumento principe per la costruzione dell’identità e giusto mezzo per guadagnare da vivere? E come conciliare questa situazione con i valori fondativi della nostra Carta Costituzionale? Il documento fondativo del patto sociale su cui si regge la nostra democrazia all’articolo 1 dichiara infatti che:

“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della costituzione”.

Con tali domande lasciamo anche questo scenario possibile, per prendere in esame un’altra vecchia idea, forse poco conosciuta, che sembra conservare una forte carica utopica: quella del reddito di cittadinanza, nozione che a volte e frettolosamente vene considerata equivalente a reddito di base o reddito minimo universale. In verità, esiste più di una differenza tra reddito di cittadinanza e reddito minimo anche se entrambe condividono la prospettiva comune di non abbandonare nessuno al proprio destino: il primo, infatti, richiama il valore etico dell’accesso universale ai frutti delle risorse comuni; il secondo, invece, è selettivo e rimanda al valore del contrasto alla povertà essendo direttamente connesso alla disponibilità di lavoro e di reddito. Come noto, si tratta di un’erogazione monetaria garantita ad intervalli di tempo regolari e per tutta la vita di una persona. Viene riconosciuta a tutti coloro che hanno cittadinanza e residenza, per consentire una vita minima dignitosa; l’erogazione è cumulabile con altri redditi derivanti da lavoro, da impresa e da rendita ed è indipendente dal tipo di attività lavorativa, dalla nazionalità, dall’orientamento sessuale, dal credo religioso e dalla posizione sociale.

In un mondo caratterizzato da un surplus di produzione che impone una sfrenata corsa al consumo, in un contesto che pone forti interrogativi circa la proprietà e l’uso degli enormi archivi di informazioni digitali, dove l’informazione è importante, largamente disponibile poiché largamente prodotta dai comportamenti dei cittadini digitalizzati e fortemente manipolabile, dove aumentano di pari passo la concentrazione della ricchezza e la povertà, dove la piena occupazione è ormai un miraggio, l’idea di un reddito di cittadinanza universale sembra essere pertinente al di là di ogni doverosa considerazione di tipo morale. In assenza di alternative sostenibili, non si può escludere neppure che tale soluzione diventi, in prospettiva, socialmente necessaria se solo pensiamo al potenziale esplosivo connesso ad una forte disoccupazione a fronte della crescente forbice tra ricchi e poveri, effetto non secondario dall’ultima ed attuale fase del capitalismo sostenuto dalle nuove tecnologie.

In aggiunta alle motivazioni di ordine etico e sociale, possiamo dunque pensare che i cittadini ricevano un trasferimento monetario (anche) per il semplice fatto di fornire comunque informazioni indispensabili al sistema anziché pagare per ottenerne i servizi? In uno scenario caratterizzato, se non dalla fine del lavoro, quantomeno da una sua fortissima crisi, può essere il reddito di cittadinanza la soluzione capace di semplificare e rilanciare il sistema di welfare, garantire la copertura dei bisogni essenziali, salvaguardare gli spazi di intrapresa e produrre quel minimo di giustizia sociale che il vecchio modello non sembra più in grado di garantire?

L’APPUNTAMENTO
La rivoluzione di papa Francesco, incontro a Ferrara con Massimo Faggioli

“Papa Francesco, todo cambia?” è l’accattivante titolo scelto da Massimo Faggioli per un incontro-intervista in pubblico in programma a Ferrara sabato 10 alle 17 al Mum, il Museo Ugo Marano di via Benvenuto Tisi da Garofalo 1, ospitato nella chiesa sconsacrata dei santi Pietro e Paolo accanto alla scuola media Boiardo.

Faggioli insegna Storia del cristianesimo alla University of St. Thomas a Minneapolis/St. Paul e collabora con vari giornali, fra i quali l’Huffington Post. Si autodefinisce “italiano, ferrarese e americano, con pesanti e decisivi trascorsi in Francia e Germania”. Inoltre, “cattolico di scuola Vaticano II e democratico”. Considera ormai irreversibile il processo di riforma avviato dall’attuale pontefice, Jorge Bergoglio. A intervistarlo sarà Sergio Gessi, direttore di Ferraraitalia che organizza l’incontro in collaborazione con l’Azienda per i servizi alla persona e la Città del ragazzo.

Autore prolifico, Massimo Faggioli ha pubblicato, fra gli altri, “Vatican II: The Battle for Meaning” (2012; trad. italiana e portoghese 2013); “True Reform: Liturgy and Ecclesiology in Sacrosanctum Concilium” (2012; trad. italiana 2013); “Nello spirito del concilio. Movimenti ecclesiali e recezione del Vaticano II” (2013), “Papa Francesco e la chiesa-mondo” (2014). E’ in preparazione un nuovo volume sulle mancate riforme del governo della chiesa cattolica negli ultimi cinquanta anni.

IMMAGINARIO
Sguardi fuori.
La foto di oggi…

Le feste sono finite, ma non la voglia di evasione, la curiosità, lo sguardo che si affaccia verso altre mete. Così la biblioteca Bassani offre – a chi in città rientra, come a chi ci è rimasto – una visione fuori dai confini provinciali. Da oggi tra gli scaffali c’è la mostra “Terra Toscana”. Immagini che raccontano luoghi e natura pieni di bellezza, percorsi e svaghi dell’occhio su terra e grano, cipressi e zolle. Scatti inquadrati e composti da Maurizio Tieghi e Anna Maria Mantovani, presidente e segretaria del FotoClub Ferrara. Fino al 31 gennaio, via Grosoli 42. (Giorgia Mazzotti)

OGGI – IMMAGINARIO FOTOGRAFIA

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic su una foto per ingrandirla e vedere tutta la galleria]

mostra-terra-toscana-maurizio-tieghi-anna-maria-mantovani-biblioteca-bassani-ferrara
Un’immagine di “Terra Toscana” alla biblioteca Bassani da oggi (foto di Anna Maria Mantovani)
mostra-terra-toscana-maurizio-tieghi-anna-maria-mantovani-biblioteca-bassani-ferrara
“Terra Toscana” secondo Maurizio Tieghi
mostra-terra-toscana-maurizio-tieghi-anna-maria-mantovani-biblioteca-bassani-ferrara
Un’altra foto di Maurizio Tieghi alla Bassani
mostra-terra-toscana-maurizio-tieghi-anna-maria-mantovani-biblioteca-bassani-ferrara
Cielo e terra (foto di Anna Maria Mantovani)

GERMOGLI
Festa del Tricolore.
L’aforisma di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

220px-Leo_Longanesi_1956Curiosità: oggi 7 gennaio è ufficialmente la Festa del Tricolore, Giornata Nazionale della Bandiera italiana.

“La nostra bandiera nazionale dovrebbe recare una grande scritta: ho famiglia”. (Leo Longanesi)