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Giorno: 10 Marzo 2015

Sabato 21 marzo, presso Camera di Commercio, focus su Jobs Act

da: ufficio stampa Ascom Ferrara

Quali scenari si aprono per il mondo del lavoro e del terziario in particolare con l’introduzione dei decreti attuativi
del Jobs Act? A questa e altre domande cercherà di dare una risposta esauriente e concreta il convegno “Focus su Jobs Act: analisi, raffronti e prospettive aperte dal decreto sul mondo del Lavoro”: un appuntamento promosso da Ascom
Confcommercio Ferrara per sabato 21 marzo a partire dalle ore 10,00 nella sala conferenze della Camera di Commercio in Largo Castello a Ferrara con l’intervento tra gli altri di Luigi Marattin, oggi consulente del Governo Renzi.

“Si tratta di un appuntamento importante perché inquadra in una prospettiva ampia tutti punti messi in gioco dai decreti. In questo modo Ascom intende essere al fianco delle imprese del commercio, servizi e turismo per permettere loro di poter cogliere le opportunità aperte dal Jobs Act. L’Associazione intende così fornire un servizio a valore aggiunto con un momento di approfondimento che sia attento alle richieste delle imprese” spiega il direttore generale di Ascom Confcommercio Ferrara Davide Urban che poi modererà la mattinata dei lavori.
Il programma della giornata vedrà l’apertura dei lavori con il saluto del presidente provinciale di Ascom Confcommercio Giulio Felloni seguito subito dalla relazione tecnica della Direzione Territoriale del Lavoro con Sabrina Cherubini che interverrà su “Le prospettive di Riforma dell’attività della Direzione del Lavoro”. Tra i relatori di rilievo spicca la presenza di Luigi Marattin consigliere economico del presidente del Consiglio che relazionerà su “Aspetti e risvolti economici/politici della riforma del lavoro del governo Renzi “Jobs Act”-
All’appuntamento il tema del lavoro sarà poi analizzato sotto diversi aspetti: Luca Massaccesi direttore Confcommercio Ascom Lugo e Consulente del Lavoro ad esempio si soffermerà su “Analisi normativa dei primi due decreti pubblicati, raffronti con la normativa precedente e nuove previsioni della Legge di Stabilità (per le parti riguardanti l’ambito lavoristico) e brevi cenni sui due decreti in attesa di approvazione” mentre Alessandra Tuffanelli avvocato del Foro di Ferrara interverrà su “Analisi ed approfondimenti delle ricadute del Jobs Act in ambito stragiudiziale e giudiziario”.
Infine le conclusioni saranno svolte intorno alle 11,45 da Matteo Musacci presidente nazionale dei Giovani Imprenditori della Federazione Italiana Pubblici Esercizi.
“Un’occasione – come sottolineano da Ascom Confcommercio Ferrara – per fare il punto concretamente su come impatta su sviluppo ed occupazione il Jobs Act”.

Comune di Ferrara, tutti i comunicati del 10 marzo

da: ufficio stampa Comune di Ferrara

La newsletter del 10 marzo 2015

Sulla questione della caffetteria nel cortile di Palazzo Schifanoia
di Tiziano Tagliani

10-03-2015

E’ veramente singolare constatare come a pochi stia a cuore il definitivo restauro di Palazzo Schifanoia, mentre invece la paventata chiusura della caffetteria che si trova nel cortile del palazzo ha suscitato l’interesse dei mezzi di informazione, oltre a miriadi di interventi e commenti sul web. Da ultimo, anche alcuni esponenti di un paio di forze politiche di opposizione hanno pensato bene di salire sul carro della polemica, ergendosi a paladini di un imprenditore angariato, in difesa della continuazione della gestione della caffetteria da parte di quest’ultimo.
Prima di tutto, mi sia consentito dare una piccola notizia, che temo interesserà a pochissimi ma che è tuttavia necessaria per comprendere il contesto generale: il progetto per l’adeguamento sismico e il conseguente restauro di Palazzo Schifanoia sta terminando l’iter delle necessarie autorizzazioni. Vincoli delle finanze locali permettendo, speriamo di avviare il cantiere a cavallo della fine d’anno. A lavori conclusi, avremo un palazzo sicuro in tutte le sue parti (dopo i danni provocati dal sisma del 2012, che ne hanno ridotto gli spazi agibili), con un allestimento museale completamente nuovo e pensato per dare visibilità anche a tanta parte del nostro patrimonio artistico (ad oggi conservato nei depositi), e un ascensore, che finalmente consentirà a chiunque di accedere al piano superiore. Ma ora smetto di dilungarmi su queste “inezie”, e passo all’argomento che sta veramente a cuore al popolo del web, ad alcune forze politiche e – di conseguenza – ai mezzi d’informazione.
L’attuale concessione per il servizio di gestione della caffetteria scade ai primi d’aprile. Data la natura commerciale dell’attività (la caffetteria sarà pure un luogo dell’anima, ma rimane sostanzialmente una caffetteria), non si può provvedere ad affidare nuovamente il servizio se non attraverso un bando di gara. L’attuale gestore sostiene di aver maturato il diritto a vedersi riconosciuto un affidamento diretto. Nonostante sia stato invitato più volte, anche nel corso di numerosi incontri, a sostenere questa sua pretesa con valide argomentazioni giuridiche, l’invito è caduto nel vuoto. Forse se le motivazioni non arrivano è perché di valide – sul piano della legittimità – ve ne sono poche o nessuna.
La decisione presa dall’Amministrazione comunale è di non procedere con il bando per il nuovo affidamento del servizio fino al termine dei lavori. Il motivo è semplice: i lavori comporteranno la chiusura del Palazzo e anche il cortile sarà area di cantiere. Sarebbe sbagliato suscitare legittime aspettative in coloro che sono disposti a candidarsi per la gestione (di manifestazioni di interesse ne abbiamo avute parecchie, e chi le ha avanzate non ha – fino a prova contraria – minori diritti rispetto all’attuale gestore), per poi deluderle con un forzato periodo di chiusura, che purtroppo – considerata la complessità e delicatezza del restauro – non sarà breve.
Ma perché allora non prorogare l’attuale gestione fino all’inizio dei lavori? Il motivo, anche in questo caso, è semplice: l’attuale gestore è moroso, non paga il canone di concessione. Una morosità iniziata prima del sisma, quando cioè la gestione non poteva ancora aver risentito degli effetti negativi derivanti dal terremoto, che si è tradotta in un debito significativo nei confronti del Comune, cioè di tutti i cittadini ferraresi; e che apparirà, credo, scandalosa a tutti coloro che invece un canone lo pagano.
Il debito, dicevo, è rilevante, e permane tale nonostante: a) si sia concesso al gestore di riprendere l’attività – a furor di popolo, di associazione di categoria e di articoli di stampa – già a settembre 2012, sebbene il Museo fosse chiuso perché inagibile, dotandolo (ad onere del Comune) di bagni chimici perché i bagni del Museo erano irraggiungibili. Questo, dopo aver inutilmente tentato di prospettare al gestore e alla sua associazione di categoria che con il Museo chiuso la caffetteria ben difficilmente avrebbe avuto introiti adeguati; b) il gestore si sia tardivamente reso conto che con il Museo chiuso gli affari non andavano bene (sorprendente, vista la mole di testimonianze sul web attestanti il fatto che a Schifanoia ci si va per la caffetteria, e non per vedere gli affreschi del Salone dei Mesi); c) di conseguenza, il gestore si è nuovamente rivolto all’Amministrazione, e nel corso di incontri tra lui, un dirigente della sua associazione di categoria, il legale dell’associazione medesima e tecnici del Comune si è concordemente convenuto che la dirigente del Servizio Patrimonio del Comune e il legale di parte avrebbero condiviso una soluzione che contemperasse il sollievo alle difficoltà del gestore con l’esigenza imprescindibile di legittimità degli atti del Comune (non si ha qui la pretesa che questa esigenza sia compresa da tutti, ci basterebbe che la sentisse come propria chi siede in consiglio comunale come Paolo Spath di F.d.I./Alleanza Nazionale o in consiglio regionale, come Alan Fabbri della Lega Nord); d) la soluzione, condivisa dalla dirigente comunale e dal legale di parte, prevede, a decorrere dall’autunno 2012 e fino alla scadenza della concessione, uno sconto significativo sul canone, giustificato dal fatto che il Museo era stato solo parzialmente riaperto nella primavera 2013, e che quindi erano oggettivamente ridotte le potenzialità attrattive anche per la caffetteria (da notare: è vero che il Museo è riaperto solo parzialmente, ma il Salone dei Mesi è visitabile e nel corso del 2014 si sono avuti circa 52.000 visitatori, il picco da molti anni a questa parte); e) al gestore è stato proposto un piano rateizzato di rientro dal debito pregresso, a cui a tutt’oggi non è stata data risposta. Anzi, si è data risposta con un’abile campagna pubblicitaria, alla quale anche alcuni esponenti politici si sono accodati.
Questi i fatti, che lascio giudicare a voi. Per parte mia, posso solo dire che prorogare la concessione del servizio a un gestore pervicacemente moroso costituirebbe, oltre che un danno erariale, un’offesa al buon senso e a tutti coloro che faticosamente fanno fronte ai propri impegni. Aggiungo che il Comune agirà in tutte le sedi per recuperare un credito che appartiene ai cittadini, e che diffido il gestore dall’utilizzare la caffetteria e il nome di Schifanoia per campagne di informazione e di sottoscrizione che sono tutte squisitamente pro domo sua. Lancio, invece, una proposta agli esponenti di opposizione che hanno ritenuto di strumentalizzare questa vicenda: siccome dovrebbero conoscere molto bene quali sono i limiti posti all’agire di una Amministrazione pubblica, dico che sono disposto a considerare l’ipotesi di una proroga fino all’inizio dei lavori se garantiranno di tasca propria il puntuale pagamento del debito e dei canoni successivi, depositando anticipatamente l’intero importo quale cauzione,. Sarebbe anche un bel modo per dimostrare concretamente quella fiducia nelle capacità del gestore che sino ad oggi hanno sbandierato gratis.

Il Sindaco di Ferrara
Tiziano Tagliani

BIBLIOTECA ARIOSTEA – Mercoledì 11 marzo alle 17 alla sala Agnelli
Con ‘La Compagnia del Libro’ un incontro dedicato alla letteratura irlandese
10-03-2015

Mercoledì 11 marzo alle 17 alla sala Agnelli della biblioteca Ariostea (via Scienze 17) ‘La Compagnia Del Libro’ in collaborazione con associazione culturale Il Gruppo del Tasso propone l’iniziativa dal titolo “Quaranta sfumature di verde – L’Irlanda di Roddy Doyle”. Le letture e le analisi saranno di Elisa Orlandini, Linda Morini, Rosa Cristofori Solitario, Alberto Amorelli e altri amici

LA SCHEDA (a cura degli organizzatori) – Pochi giorni prima della tradizionale festa di S. Patrizio, il 17 Marzo, La Fhéile Padraig, La Compagnia del Libro dedica un incontro alla letteratura irlandese, tramite le opere di uno degli autori contemporanei più prolifici: Roddy Doyle. Lo scrittore, classe ’58, nasce a Dalkey, splendida località appena fuori Dublino (teatro del primo capitolo dell'”Ulisse” di James Joyce, “padre ideale” di Doyle) ed esordisce nel campo letterario con “I Commitments” nel 1987, ma è nel 1993 con “Paddy Clarke Ah Ah Ah !” che si impone sul mercato internazionale vincendo anche il Booker Prize. Il corpus letterario di Doyle è vasto, incredibilmente eclettico e tematico. Quello che l’autore ci vuole restituire è l’Irlanda degli ultimi trent’anni, teatro della maggior parte delle sue opere. Merita un capitolo a parte la vasta produzione di letteratura per bambini e la trilogia dedicata all’eroe nazionale fittizio Henry Smart, che segue la storia dell’Irlanda dai tempi di Michael Collins fino ai giorni nostri.

“I miss the river Shannon And the folks at Skibbereen The moorlands and the meddle With their forty shades of green” (Johnny Cash, Forty Shades of Green)

BIBLIOTECA BASSANI – Mercoledì 11 marzo alle 17 in via Grosoli a Barco
“L’ora del racconto” per bambini dai 4 ai 10 anni
10-03-2015

Nuovo appuntamento con “L’ora del racconto’, incontri proposti ogni mercoledì pomeriggio a bambini dai 4 ai 10 anni nella sala Ragazzi della biblioteca comunale Bassani di Barco (via Grosoli 42). Mercoledì 11 marzo alle 17 per il ciclo mensile di narrazioni “Bravissimi!”, sarà la volta dei racconti letti da Anna Flora De Tommaso ‘Angelina ballerina’ e ‘Matilde vuole cantare’.

4.a COMMISSIONE CONSILIARE – Convocata giovedì 12 marzo alle 15.30 nella sala Zanotti
Potenziamento delle cattura delle nutrie e modifica della ragione sociale della “Casa dello Spastico”
10-03-2015

La 4.a Commissione consiliare – presieduta dal consigliere Bova – si riunirà giovedì 12 marzo alle 15.30 nella sala Zanotti della residenza municipale.

Queste le delibere che saranno esaminate: – Approvazione dello schema di Convenzione tra la Provincia di Ferrara e i Comuni della stessa Provincia per potenziare la cattura delle nutrie (assessora Caterina Ferri); – Modifica ragione sociale da “Casa dello Spastico” a “Fondazione Comunità Solidale ONLUS”. Approvazione del nuovo Statuto della Fondazione “Comunità Solidale ONLUS” e conferma del componente del Consiglio Direttivo (assessora Chiara Sapigni).

CONFERENZA STAMPA – Giovedì 12 marzo alle 12, nella sala Arazzi della Residenza Municipale
Presentazione del “Programma triennale delle attività di S.I.PRO”
10-03-2015

Giovedì 12 marzo alle 12, nella sala Arazzi della Residenza Municipale, avrà luogo la conferenza stampa di presentazione del “Programma triennale delle attività di S.I.PRO – Agenzia Provinciale per lo Sviluppo.

All’incontro con i giornalisti interverranno Sindaco del Comune Ferrara e Presidente della Provincia Tiziano Tagliani e la presidente di Sipro Caterina Brancaleoni.

MUSEO STORIA NATURALE – Giovedì 12 marzo alle 21 in via De Pisis. Alle 16 proiezione di un docufilm
Al ‘Darwin Day 2015’ conferenza di Stefano Mazzotti su ‘Quante specie ci sono?’
10-03-2015

‘Quante specie ci sono?’ è il tema della conferenza di Stefano Mazzotti (Museo di Storia Naturale di Ferrara) in programma giovedì 12 marzo alle 21 al Museo civico di Storia Naturale (via De Pisis 24), quinto appuntamento del ciclo “Darwin Day Ferrara 2015”. Organizzata dal Museo Civico di Storia Naturale in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie dell’Università di Ferrara – con il patrocinio dell’Associazione Nazionale Musei Scientifici (ANMS) e della Società Italiana di Biologia Evoluzionistica (SIBE) – la nona edizione del ‘Darwin Day Ferrara’ è incentrata quest’anno sul tema “Che specie sarà”.

LA SCHEDA (a cura degli organizzatori) – La scoperta di nuove specie potrebbe apparire come un evento di carattere storico, quando i velieri solcavano gli oceani alla scoperta del pianeta e giovani scienziati esploravano nuovi continenti per raccogliere piante e animali ancora sconosciuti. Da quei viaggi avventurosi gli esploratori tornavano con ricchissime raccolte naturalistiche, veri tesori di biodiversità che arricchivano i musei di storia naturale. Specie mai viste prima nuove per la scienza che stimolavano domande e costruivano i fondamenti teorici delle nuove scienze della vita. Ma questa storia di esplorazioni scientifiche è tutt’altro che esaurita. Le recenti spedizioni nei diversi continenti hanno portato alla luce numerosissime nuove specie di piante, insetti e altri invertebrati, mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e pesci. Non sappiamo ancora dare una risposta alla domanda che ci siamo posti su quante specie di viventi popolano il nostro pianeta. Forse non lo sapremo mai se continuerà il processo di estinzione di massa scatenato dall’uomo moderno.

> Proiezioni pomeridiane – Ogni giovedì, fino al 19 marzo, nella sala conferenze del Museo di Storia Naturale, sono previste proiezioni pomeridiane collegate al ‘Darwin Day’. Giovedì 12 marzo alle 16 verrà proiettato “La tutela della biodiversità in Italia”. L’Italia è un Paese che, grazie alle sue caratteristiche fisiche, geografiche e storiche, presenta un elevato valore di Biodiversità, a tutti i livelli, da quello genetico a quello ecosistemico e paesaggistico. Diversi studi sulla flora, fauna e vegetazione presenti sul territorio nazionale sono stati compiuti dalle nostre Università, Musei ed Istituti di ricerca, raggiungendo nel corso degli anni livelli di eccellenza di valenza internazionale.

> Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito.

(Info e programma su CronacaComune)

CONCORSO LETTERARIO – La consegna dei manoscritti entro il 31 marzo. A cura dell’associazione Lauretana
Un concorso letterario per esprimere l’eterna unione tra corpo e mente
10-03-2015

(Comunicato a cura dell’Associazione culturale artistica Lauretana)

Lo stretto rapporto esistente tra i pensieri che la nostra mente produce, le convinzioni che formano le nostre idee, i condizionamenti a cui spesso siamo inconsapevolmente assuefatti si manifestano nella nostra apparenza fisica. Il nostro aspetto, la nostra postura, le espressioni del volto e il nostro stato di salute riflettono il nostro privato mondo interiore. Questo è il tema dedicato al concorso letterario per racconti brevi inediti promosso dall’Associazione Culturale Artistica Lauretana di Ferrara. Come recita il titolo del concorso, “Il corpo e la mente” vuole esplorare attraverso la scrittura, l’antico legame che intercorre costantemente tra corpo e mente non solo nell’uomo moderno ma anche attraverso le evoluzioni che dal passato hanno portato alle odierne teorie spirituali e sperimentazioni scientifiche.
Il concorso, a partecipazione gratuita gode del patrocinio del Comune di Ferrara e prevede la consegna dei manoscritti entro e non oltre il 31 marzo 2015, secondo le regole prestabilite nel regolamento presente sul sito dell’Associazione e tramite compilazione della scheda di partecipazione.
http://associazionelauretana.altervista.org/ilcorpoelamente2015.html
I dieci migliori racconti verranno pubblicati in un’antologia con codice isbn.
Il concorso è inserito all’interno di una triplice iniziativa dal medesimo titolo: una mostra, che si svolgerà presso le Grotte Boldini a Ferrara dal 10 al 25 maggio e un convegno dedicato alle cure alternative in programma per il 16 e 17 maggio 2015 ove rappresentanti della medicina tradizionale dialogheranno con operaori olistici.
Il primo premio è pari a € 250, il secondo ammonta a € 100.
Agli autori dei tre racconti giudicati vincitori sarà garantita gratuitamente una copia del volume pubblicato e l’ingresso gratuito al convegno del 16 e 17 maggio 2015.
La premiazione avverrà il 16 maggio alle 11 alla Sala della Musica (via Boccaleone 19).

GIUNTA COMUNALE – Le principali delibere approvate nella seduta del 10 marzo 2015
Finanziato progetto di accoglienza rifugiati e richiedenti asilo, contributo al Centro Donna Giustizia e sostegno al Vivicittà 2015
10-03-2015

Assessora alla Sanità e Servizi alla Persona Chiara Sapigni

CONTRIBUTO AL PROGETTO DEL CENTRO DONNA E GIUSTIZIA – La Giunta ha approvato un impegno di spesa di 5.264 euro per sostenere il progetto “Two/Stop” attivato nella sede dello Spazio Immigrate, in collaborazione con il Centro Donna Giustizia (CDD), l’A.O. S. Anna e il Servizio di Mediazione Culturale, per prevenire le Interruzioni di gravidanza ripetute da parte di donne di etnie straniere specifiche (Nigeria, Moldavia, Romania). Questo progetto prevede un counseling contraccettivo intensivo condotto da una ostetrica territoriale presso il Day Hospital Ospedaliero e una prescrizione immediata di contraccezione, programmando un controllo presso il consultorio di Ferrara a distanza di un mese. Le finalità del progetto “Two/Stop” sono di ridurre il tasso di interruzioni volontarie di gravidanza ripetute tra le donne straniere di origine sub sahariana e dell’Est Europa; incrementare e facilitare l’accesso al controllo post-IVG; facilitare l’adozione di un metodo contraccettivo idoneo alla persona; incrementare la fruizione e l’accesso ai servizi socio-sanitari del territorio.

FINANZIAMENTO PROGETTO RELATIVO ALL’ACCOGLIENZA DI RICHIEDENTI ASILO E RIFUGIATI – E’ stato approvato un impegno di spesa di 723.287,00 euro per l’anno 2015 per il Progetto Ministeriale relativo all’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati (Codice progetto 5502 – triennio 2014/2016). Questa attività è inserita nel Fondo Nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, gestito dal Ministero dell’Interno, che assegna contributi in favore degli Enti Locali che presentino progetti destinati all’accoglienza di richiedenti asilo in attesa della pronuncia delle Commissioni territoriali, di titolari dello “status di rifugiato”, di titolari di protezione sussidiaria. Sin dal 2006 l’Amministrazione Comunale ha partecipato alla realizzazione del progetto “Richiedenti Asilo – categorie ordinarie” in collaborazione con la Cooperativa Sociale Camelot e concedendo alla stessa, in comodato d’uso gratuito, l’affidamento e la gestione della struttura comunale di via Vallelunga a Ferrara. Il Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione, con nota del 26 febbraio 2014 ha comunicato che la Commissione di valutazione ha approvato la graduatoria delle proposte presentate dagli Enti Locali per la categoria dei beneficiari, ammettendo la domanda del Comune di Ferrara al riparto del Fondo Nazionale. La domanda è stata integralmente approvata per i 64 posti richiesti, a fronte di un costo complessivo per il 2015 di 904.412,12 euro, di un contributo assegnato dal Ministero di 723.287,00 euro e di un cofinanziamento di 181.125,12 euro (20,03% del totale) che il Comune di Ferrara e la Coop Sociale Camelot mettono a disposizione del progetto in termini di minore spese, agevolazioni e uso dei locali.

Come previsto nel progetto, il Comune gestisce la realizzazione dello stesso con la Cooperativa Sociale Camelot che opera con modalità di intervento conformi alle vigenti norme di legge, regolamentari e di indirizzo sia statali che regionali e che per lo svolgimento delle predette attività si avvale di: apposito personale con professionalità adeguata al servizio richiesto; una struttura organizzativa finalizzata anche all’assunzione delle attività disciplinate dalla convenzione relativa al progetto.

La Coop. Sociale Camelot, oltre a rispondere ai requisiti previsti dal Ministero, ha acquisito professionalità e competenze gestendo da vari anni il Centro Servizi Integrati per l’Immigrazione, di cui fanno parte integrante la Rete Informativa e il Repertorio dei mediatori linguistico-culturali, che sono diventati punti di riferimento importanti nel settore della predisposizione e gestione coordinata nel territorio provinciale delle pratiche relative ai cittadini stranieri e nel settore della mediazione tra questi e le diverse realtà che si trovano ad affrontare per iniziare il percorso di integrazione.

Assessore allo Sport e Decentramento Simone Merli

ADESIONE DEL COMUNE ALLA MANIFESTAZIONE PODISTICA “VIVICITTA’ 2015” – La Giunta ha approvato anche quest’anno l’adesione del Comune di Ferrara alla manifestazione sportiva “Vivicittà 2015 ” in programma il 12 aprile 2015 e inserita nel calendario UISP nazionale. Le agevolazioni previste dalla delibera nei confronti degli organizzatori dell’associazione sportiva Uisp di Ferrara riguardano l’autorizzazione di occupazione di suolo pubblico a titolo gratuito di Piazza Castello e zone limitrofe di Largo Castello e Giardini ex Standa, dal 10 al 13 aprile 2015 nonché l’utilizzo gratuito di transenne e segnaletica comunale sul percorso. Nel documento sono previste specifiche azioni, su richiesta avanzata da Uisp, come l’adozione dei provvedimenti di limitazione del traffico relative al percorso della manifestazione che saranno regolamentate da apposita Ordinanza e l’utilizzo di contenitori da rifiuti nell’area d’arrivo, ristoro e ritrovo, con relativa successiva pulizia a cura di Hera Spa. Gli organizzatori s’impegnano a ottemperare alle indicazioni che l’Ufficio Benessere Ambientale riterrà opportuno prescrivere al fine di assicurare la piena accessibilità e fruibilità degli spazi alle persone con disabilità.

CONFERENZA STAMPA – Giovedì 12 marzo alle 10 nella sala degli Arazzi del Municipio
Presentazione delle iniziative dell’11.a settimana d’azione contro il razzismo
10-03-2015

Per la “Presentazione del calendario delle iniziative in occasione dell’11.a settimana d’azione contro il razzismo”, si terrà una conferenza stampa giovedì 12 marzo alle 10 nella sala degli Arazzi della residenza municipale.

All’incontro con i giornalisti interverranno le assessore comunali alla Pubblica Istruzione Annalisa Felletti e alla Sanità Chiara Sapigni insieme ad Elisa Bratti della Cooperativa Camelot.

ASSESSORATO ALLO SPORT – Partenza domenica 15 marzo alle 9.30 da corso Martiri. A cura di Corriferrara ASD
‘Ferrara Marathon 2015’, molte novità e iniziative affiancano maratona, mezza maratona e family run
10-03-2015

Si è svolta questa mattina in residenza municipale la presentazione della 5.a edizione della ‘Ferrara Marathon’ e della 23.a edizione della ‘Half Marathon e Family Run’ in programma domenica 15 marzo per iniziativa di Atletica Corriferrara ASD.
All’incontro con la stampa erano presenti l’assessore comunale allo Sport Simone Merli insieme a Massimo Corà (presidente Ferrara Marathon), Roberto Accorsi (Ispettore capo della Polizia municipale), Aniello Sarno (responsabile tecnico staff Ferrara Marathon), Erica Cavalieri (responsabile villagio Maratona), Luciana Pareschi (delegata provinciale Coni), Enrico Balestra (presidente Uisp Ferrara), Alessandro Gulinati (Pro Loco Ferrara) e Michele Marescalchi (speaker ufficiale).

– Si ricorda che nella giornata del 15 marzo sarà in vigore (con ordinanza del Sindaco Pg. 6021/2015) la “Domenica senz’auto”, che prevede il divieto di circolazione dalle 9 alle 16 all’interno del centro abitato con le stesse modalità dei “Giovedì senz’auto”.

– Sabato 14 e domenica 15 marzo, in concomitanza con lo svolgimento in città della ‘Ferrara Marathon’ e delle iniziative collegate, l’ingresso ai musei civici cittadini sarà gratuito. Il provvedimento è stato assunto dalla Giunta comunale.

– La viabilità – Queste le vie interessate dalla manifestazione podistica domenica 15 marzo (tutti i dettagli nel file scaricabile a fondo pagina)

> FERRARA MARATHON – Corso Martiri della Libertà (partenza), Viale Cavour, Viale IV Novembre, Via Darsena, Via Bologna, Viale Volano, Via Colombarola, Via Caldirolo, Via Pomposa, Via Pioppa, Via della Crispa, Via Ponte Ferriani, Via Pontegradella, Via Caretti, Via Copparo (rotatoria Ipercoop), Via Carli, Via dei Calzolai, Via Acquedotto, Via Patracchini, Piazza Fetonte, Via Coppi, Via Ricostruzione, Via Nuova, Via Venezia, Via Vicenza, Via Braghini, Corso del Popolo, Via Bentivoglio, Via Battara (sottopasso ferrovia), Via della Canapa (tratto da sottopasso a Via F.lli Rosselli), Via della Canapa (pista ciclabile lato civici pari), Via della Canapa (tratto afferente ingresso Centro Sociale), Parco Bassani, Via Bacchelli intersezione Via Azzo Novello (attraversamento), Sottomura di Via Bacchelli, Sottomura di Via Gramicia, Via Zevi, Corso Porta Mare (attraversamento), Sottomura Via Caldirolo, Via Pomposa (fornice ingresso Med. D’Oro), Piazzale Medaglie D’Oro, Corso Giovecca, Corso Martiri della Libertà (arrivo);
> HALF MARATHON – Corso Martiri della Libertà (partenza), Viale Cavour, Viale IV Novembre, Via Darsena, Via Bologna, Viale Volano, Via Colombarola, Via Caldirolo, Via Pomposa, Via Pioppa, Via della Crispa, Via Ponte Ferriani, Via Pontegradella, Via Caretti, Via Copparo (rotatoria Ipercoop), Via Carli, Via Pannonio, Via Gramicia, Piazzale S. Giovanni, Via Caldirolo, Via Pomposa (fornice ingresso Med. D’Oro), Piazzale Medaglie D’Oro, Corso Giovecca, Corso Martiri della Libertà (arrivo);
> FAMILY RUN – Corso Martiri della Libertà (partenza), Viale Cavour, Viale IV Novembre, Via Darsena, Via Bologna, Viale Volano, Via Colombarola, Via Marco Polo, Sottomura di via Caldirolo, Via Pomposa (fornice uscita Med. D’Oro), Viale A. Este (attraversamento), Piazzale Medaglie D’Oro, Corso Giovecca, Largo Castello, Largo Castello tratto da V.le Cavour a Piazza Castello (arrivo).

(Comunicato a cura di CorriFerrara asd)

APPUNTAMENTO CON LA FERRARA MARATHON 2015

La Ferrara Marathon è alle porte e molte sono le novità che attendono gli atleti nel fine settimana da venerdì 13 a domenica 15 marzo giorno dell’evento. In primis cambia totalmente la zona di ritrovo, segreteria, expò e quanto fa da corollario sotto l’aspetto logistico a tutto l’evento, il cuore della manifestazione si sposterà all’interno del Palazzo della Racchetta in Via Vaspergolo a soli 200 mt da Piazza Trento Trieste, dove vi sarà la sede del VILLAGGIO MARATONA che aprirà le porte Venerdì pomeriggio alle 16 e che ospiterà la segreteria organizzativa, sempre al suo interno vi sarà anche la consegna della maglia ufficiale dell’evento, gli spogliatoi suddivisi per uomini e donne, gli espositori tecnici e il Pasta Party gratuito per tutti gli iscritti alle gare competitive, aperto sabato dalle 18,30 alle 21,30 e domenica dalle 11,30 alle 17,00. Questo bellissimo Palazzo Storico quindi diventerà il vero punto d’incontro di tutti gli atleti e delle varie collaborazioni che si sono venute a creare e che porteranno l’evento estense ad essere sempre più completo per i partecipanti ma anche per i cittadini e gli accompagnatori al seguito.
Molte le collaborazioni tra le quali quella con la: PRO LOCO FERRARA, che organizzerà delle passeggiate Estensi, visite guidate nel medioevo e rinascimento ferrarese, nei Musei Civici Comunali aperti e visitabili gratuitamente da cittadini e turisti per tutto il fine settimana. Ancora: STORIE DI PASSI, Festival Culturale che unisce il mondo dello sport a quello del Teatro, per la prima volta si porta in scena uno spettacolo sul mondo del running, da un’idea di Laurent Soffiati, attore parigino in collaborazione con Roberta Pazi, l’evento ospiterà anche una conferenza della psicologa della nazionale di atletica Marisa Antollovich e dal nutrizionista sportivo Professor Edgardo Canducci, con la collaborazione di Rodolfo Pazzi e Fausto Molinari, poi ci sarà anche: LIBERA FERRARA, Art Session l’arte per il volontariato, prevista per la Domenica pomeriggio dalle ore 15.00 in Piazza Castello. In occasione della XX Giornata della Memoria e dell’Impegno che si terrà il 21 marzo 2015 a Bologna, i ragazzi del Dosso Dossi sono di nuovo pronti a usare la loro creatività per decorare un altro mezzo da donare a una cooperativa di Libera Terra.
Da segnalare inoltre la sfilata del Club Motociclistico Bulloni Svitati che faranno da staffetta agli atleti della Maratona e della Mezza. Gli atleti avranno un saluto coreografico da parte degli sbandieratori e musici del Palio di Ferrara, più precisamente della Contrada di Santa Maria in Vado che torna ad affiancare l’evento dopo anni di assenza. Segnaliamo poi una bella novità… Il sabato pomeriggio si correrà la KID’S RUN NATURA SI, corsa riservata ai più piccoli e saranno circa 120 i bimbi che coloreranno Piazza Trento Trieste con la loro allegria, le iscrizioni gratuite per tutti erano a numero chiuso per 90 bimbi poi portati poi a 120 vista la grande richiesta di adesioni, per tutti i partecipanti maglia tecnica dell’evento, più merenda e medaglia ufficiale!!! Molto buone anche le notizie che arrivano da TDS che gestisce le iscrizioni ai due eventi agonistici quali Maratona e Maratonina, superati alla data odierna i 1200 tra entrambe le gare, ben 250 in più dello stesso periodo della passata edizione!! Possibile quindi arrivare al grande obbiettivo dei 2000 e oltre iscritti. Ma qualunque siano i numeri l’importante è che sia una bellissima festa per tutta la città e per i tanti amici che arrivano da fuori Ferrara e che chi ora non c’è più possa essere fiero del lavoro portato avanti da tutta l’Atletica Corriferrara e del Ferrara Marathon Club.

ORARI e zone PARTENZA
Ore 07.00 Ritrovo-Ore 09.25 Chiusura iscrizioni Family Run, Ore 09.30 Part.za da Corso Martiri della Libertà Ferrara Maratona & Half Marathon-Ore 09.35 Part.za da Corso Martiri Libertà Family Run, Ore 11.00 premiazioni – Ore16.00 Chiusura manifestazione con arrivederci al ??/09/15 per la DIECIMIGLIA di Ferrara per ulteriori e più dettagliate informazioni vedere il sito www: corriferrara.it

CARNEVALE RINASCIMENTALE – Mercoledì 11 marzo alle 19 in piazza Repubblica premiazione ed esposizione immagini
Oltre 180 immagini nel concorso degli ‘instagramers’, mercoledì sarà svelata la scelta della giuria
10-03-2015

Sono state più di 180 le fotografie degli “igers” – le persone che scattano foto con il cellulare, le modificano e le condividono con il social network Instagram – che hanno partecipato all’edizione 2015 del contest sul tema del Carnevale Rinascimentale a Ferrara.

Fra queste ne sono state selezionate una ventina che sono andate in finalissima, all’attento vaglio della giuria composta da Alessandro Fortini, presidente dell’Ente Palio di Ferrara, Aldo Modonesi, Assessore al Palio del Comune e “iger” dalla comprovata passione, Federico Vecchiattini vincitore della passata edizione e Andrea Poltronieri che ha si è prestato all’impresa.

Uno solo il vincitore, o la vincitrice, che verrà proclamato domani sera, mercoledì 11 marzo alle 19, in un incontro informale al risto-bistrot Max, in piazza della Repubblica. Qui saranno esposte tutte le foto finaliste e all’autore della più votata andrà un premio offerto dall’Ente Palio.

A cura dell’Ufficio Stampa Ente Palio città di Ferrara

MERCATO DEL BIOLOGICO E NATURALE – Ogni giovedì di marzo in piazza XXIV Maggio dalle 8 alle 14
Nuovo appuntamento per diffondere i prodotti locali e la cultura ‘bio’
10-03-2015

Qualità, salute e bontà: sono questi gli obiettivi che l’associazione BioPerTutti porta avanti attraverso il Mercato dei Produttori Biologici e del Naturale che si svolge tutti i giovedì mattina in Piazza dell’Acquedotto dalle 8 alle 14. E’ un mercato pensato per tutti coloro che abitualmente consumano biologico e cercano prodotti freschi e genuini garantiti dal rapporto di fiducia con i produttori; e altresì per chi vuole fare scelte sostenibili e migliorare la qualità della propria vita sostenendo un’agricoltura sana” che preserva le risorse ambientali e la salute delle persone. BioPerTutti dunque non è solo un’occasione “commerciale” ma anche e soprattutto un luogo di incontro e di condivisione in cui si promuove il territorio locale e diffonde la Cultura del biologico.

Giovedì i cittadini avranno la possibilità di fare la propria spesa settimanale Bio completa trovando un’ampia gamma di prodotti selezionati: frutta e verdura freschissimi, riso, uova, formaggi, vino, succhi di frutta, biscotti e torte di cereali antichi oltre a cosmetici, oli essenziali e prodotti per la casa. Tra le novità di marzo le marmellate di frutti dimenticati e BioFish: filetti di pesce allevato con mangimi biologici, anche cotto e da asporto. E per i più piccini in omaggio ‘lecca lecca bio’ con pesce e verdure. La filiera corta garantisce la genuinità e bontà dei prodotti e la vendita ad un prezzo equo e sostenibile rendendo finalmente il biologico accessibile a tutti.

L’iniziativa inoltre propone un servizio di informazione per approfondire i valori del Bio e scegliere in modo consapevole come alimentarsi.

A cura di BioPerTutti -Il Mercato dei produttori Biologici e del naturale a Ferrara, Giovedì mattina in P.zza XXIVMaggio

Per info: Cecilia Dall’Ara cell.349 1366962https://www.facebook.com/biopertutti

biopertutti@gmail.com

PRESENTAZIONE LIBRO – Giovedì 12 marzo alle 20 in via Carlo Mayr 4
Ai giovedì diCibo “La pizza per autodidatti” di Cristiano Cavina
10-03-2015

Tra inchiostro e farina, tra fogli e pomodoro:

Cristiano Cavina si presenta a “I giovedì diCibo”

Cristiano Cavina, penna genuina di Marcos y Marcos, crede fortemente che fare le pizze sia come amare qualcuno: «Deve venire facile e quando si inizia a faticare, vuol dire che c’è qualcosa che non va». Tanto che giovedì 12 marzo alle 20, sarà lui lo scrittore che si siederà a un tavolo del ristorantino diCibo, in via Carlo Mayr 4, a raccontare La pizza per autodidatti. Il suo ultimo libro è come la sua vita, unisce mondi che sembrano lontani, tra segreti preziosi sull’impasto e aneddoti esilaranti. Ha il calore del suo sangue romagnolo, lo slancio delle sue avventure senza rete. Ha il gusto del lavoro ben fatto. E farà venire l’acquolina in bocca, accompagnato dai piatti creativi della Cheffa Maya, che mai hanno deluso qualcuno, anzi; chi li prova una volta non riesce a non tornare. Per l’occasione gli ingredienti della pizza e i sapori tipici della Romagna saranno i protagonisti indiscussi della cena.

Tra le pagine che Cavina sfoglierà insieme a Matteo Bianchi, curatore della rassegna “I giovedì diCibo”, patrocinata da Comune, Provincia e Ferrara “Terra&Acqua”, subito s’intende che il mestiere di pizzaiolo non se l’è scelto lui. All’inizio, tra panetti che facevano gli spigoli e sabati sera davanti al forno, invece che in discoteca con gli amici, era un calvario. Ma dopo vent’anni, con un impasto e un forno a legna può fare quello che vuole, anche bendato. Sforna pizze buone e leggere come uno sbuffo di farina. Con quattro o cinque foglie di tarassaco, e altrettante fette di pancetta. Con santoreggia e salame piccante, topinambur e salsiccia, squacquerone e rosmarino. Alla pizzeria Il Farro di Casola Valsenio, oramai è “il pizzaiolo quando c’è”. I giorni che non porta la legna a braccia per le scale, magari va a Roma per lo Strega, o sul palco di un festival incontra Doris Lessing con uno scialle uguale a quello di sua nonna. Per prendere parte alla serata è consigliata la prenotazione allo 0532/765997, www.dicibo.it

CRISTIANO CAVINA nasce a Casola Valsenio nel maggio del 1974; cresce in viale Neri, nelle case popolari, con sua madre, che l’ha cresciuto da sola. Ci vive ancora adesso. Made in Casola è il suo marchio di fabbrica, la firma in calce a tutte le sue mail. Scopre la magia della narrazione al bar, ascoltando i racconti dei vecchi; quando poi comincia a leggere libri, la sua strada è tracciata. Ama raccontare le cose che conosce da vicino: la sua infanzia inAlla grande (Premio Tondelli) e Un’ultima stagione da esordienti; l’epopea di Nonna Cristina in Nel paese di Tolintesàc; la sua storia di figlio senza padre e di padre fuori dagli schemi nei Frutti dimenticati (Premio Castiglioncello, Premio Vigevano, Premio Serantini, Selezione Premio Strega). Scavare una buca è ambientato nell’immensa cava di gesso alle porte di Casola Valsenio. Mentre il suo ultimo romanzo, Inutile Tentare Imprigionare Sogni nasce dall’esperienza di cinque anni di ITIS e rivela più che mai la sua voce forte e chiara, il suo sguardo ridente di narratore per natura.

Ancora oggi, dopo il successo dei suoi romanzi, a chi gli chiede che cosa fa nella vita, Cristiano risponde: il pizzaiolo. Che è un grande narratore possiamo dirlo noi, i suoi lettori sempre più numerosi, i librai che lo seguono da sempre, i critici più severi.

A cura dell’Ufficio stampa “Gruppo del Tasso”Ferrara – www.gruppodeltasso.it

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Assemblea legislativa Emilia-Romagna: passa all’unanimità la legge di PD e SEL che taglia oltre 7 milioni di costi della politica

da: ufficio stampa Partito Democratico Ferrara

L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna nel primo pomeriggio di oggi ha approvato all’unanimità la legge presentata da Partito Democratico e SEL che prevede risparmi strutturali, per oltre 7,2 milioni di euro a partire da questa legislatura, sui costi di funzionamento dell’assemblea stessa. Sono tagli alle indennità di carica e di fine mandato dei consiglieri oltre alla cancellazione dei contributi di funzionamento dei gruppi. Le indennità di fine mandato sono eliminate definitivamente a partire dalla legislatura attuale (oltre 1,5 milioni risparmiati per ogni legislatura), le indennità di carica ridotte di 1100 euro mensili per ogni consigliere (oltre 3,3 milioni risparmiati per ogni legislatura), i contributi di funzionamento dei gruppi cancellati (circa 500.000 euro annui).
Oggi, su proposta del Partito Democratico, è passata, ancora all’unanimità, anche l’eliminazione del vitalizio per i condannati per reati di mafia.
“Sono molto soddisfatto per il risultato ottenuto” commenta il Capogruppo del PD in Regione e segretario provinciale del PD Ferrarese Paolo Calvano. “Questa legge, che consideravamo prioritaria dal momento del nostro insediamento, è frutto di un lavoro che ha visto mettere davanti a tutto l’interesse delle istituzioni e dei cittadini che rappresentiamo. L’unanimità avuta dalla nostra proposta dimostra come il confronto costante e collaborativo con le altre forze politiche presenti in Regione abbia portato risultati tempestivi.” “Ringrazio –conclude Calvano– chi ha sostenuto questa proposta dall’inizio e chi ha collaborato per migliorarla e per farla approvare da tutti. Deve essere questo il metodo di lavoro che dobbiamo darci per riaffermare con forza la credibilità delle Istituzioni e della politica di fronte ai cittadini.”

I colori delle candele illuminano la notte di Fidapa

da: ufficio stampa Fidapa Ferrara

Sabato 7 marzo 2015, presso la Sala del Verone del Castello Estense, la Sezione FIDAPA BPW ITALY di Ferrara, ha celebrato la ricorrenza più importante dell’anno sociale la “Notte internazionale delle Candele”. La Cerimonia evoca l’unione simbolica di tutte le socie che oggi vivono in novanta paesi dei cinque continenti ed è, anche, il momento destinato all’ingresso ufficiale delle nuove socie.
La Cerimonia porta in sé un significato fortemente simbolico: nell’inverno del 1942, in un momento tragico della storia dell’Europa e del mondo, la Presidente fondatrice della BPW, Lena Madesin Philips riferendosi ad uno degli obiettivi che aveva fissato per orientare l’azione della nostra federazione, “stabilire dei legami di amicizia con le donne di tutto il mondo” e, convinta che la partecipazione sarebbe stata una garanzia di pace, volle creare un simbolo concreto riferito al suo pensiero; per questo istituì, nei giorni più cupi della Seconda Guerra Mondiale, la Cerimonia delle Luci. Questo rito fu introdotto durante la notte internazionale. Ogni nazione, la cui delegata ne raccontava la storia, era rappresentata da una candela accesa, che veniva spenta se il paese che rappresentava era in guerra. Restavano accese solo le candele dei paesi liberi. Con questo gesto Lena Madesin Phillips ricordava, ai suoi compatrioti americani, le sofferenze dell’Europa e manteneva viva, nel mondo, la fiamma della speranza.
Così è nata la tradizione che vuole ogni anno le socie della BPW International riunite, anche in date differenti, per far vivere la speranza in tutte le donne che, nel mondo, sono vittime di ingiustizia e sono private della libertà a causa di conflitti.
Alla annuale Cerimonia ferrarese, aperta dalla Presidente di sezione Maria Grazia Suttina, è intervenuta la Presidente Fidapa Distretto Nord Est Gabriella Vaglieri, il Tenente Rossella Capuano, Comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Ferrara, la giornalista, autrice televisiva Telestense e TeleFerraraLive Dalia Bighinati. Sono stati ospiti della serata i rappresentanti, delle Associazioni cittadine con le quali Fidapa collabora: Ambassador, Attiva Ferrara, Bal’danza, De Humanitate Sanctae Annae, I poeti in strada. Ha partecipato il Vice Direttore del Museo archeologico nazionale Mario Cesarano. Era presente, fra le socie della sezione, Maria Grazia Avezzù, già Presidente Fidapa Distretto Nord Est.
Tra i momenti più suggestivi della Cerimonia, la presentazione delle nuove socie, Cristina Biancardi psicologa del lavoro e delle organizzazioni e Annalisa Ferrari sociologa: energie nuove per un futuro sempre più costruttivo della Associazione.
Quindi, Susanna Benetti, vicepresidente, ha introdotto la Cerimonia dell’accensione delle Candele: il valore simbolico del gesto è stato affidato ai convenuti che hanno via via acceso candele bianche, blu, rosa, verde, evocando nei colori, Paesi ed intenti. La luce diffusa dalle candele suggella l’impegno delle donne Fidapa: portare la luce dove non c’è, dove altre donne, sotto cieli lontani, non godono di diritti e dove permangono battaglie difficili da vincere.
Dopo il convivio Roberto Rubini, professore di filosofia e storico, componente dell’associazione “I poeti in strada”, ha tracciato il ritratto appassionato di una delle donne più influenti del Rinascimento italiano, un ipotetico messaggio di Isabella d’Este a tutte le donne, dal titolo: “Dal passato una speranza per il futuro”. Isabella, donna protagonista del suo tempo, la cui grande aspirazione nel raggiungimento della bellezza ideale, rincorsa in ogni oggetto e con ogni mezzo, è rappresentata dalle opere che raccolse nel corso di tutta la vita nello Studiolo e nella Grotta a Palazzo ducale. Gli Inventari stivini, redatti poco dopo la sua morte, sono conservati, insieme con l’imponente carteggio, di oltre 30.000 lettere, nell’Archivio Gonzaga dell’Archivio di Stato di Mantova: una documentazione che consente di snodare i complessi rapporti artistici e culturali di Isabella con le donne e gli uomini di cultura dell’epoca, fin da quando, nella natia Ferrara, era stata in contatto con i migliori pittori e letterati del tempo.
La conclusione della serata è stata affidata alla Presidente di sezione Maria Grazia Suttina che, nel congedarsi dagli ospiti, ha delineato, in una sintetica presentazione, il programma annuale di cui la sezione si sta occupando; ne è seguito poi il saluto alla Sezione di Ferrara della Presidente distrettuale Gabriella Vaglieri, la quale ha esortato le socie al costante impegno nel favorire e consolidare lo spirito associativo, fatto di comunanza di interessi e di fattiva collaborazione. Il primo obiettivo della nostra vita associativa sia la ricerca dell’ armonia e del rispetto, nella consapevolezza che il nostro impegno è simile all’impegno di migliaia di donne che, sparse per il mondo, si sentono unite da un comune traguardo che è quello di valorizzare la donna e le sue potenzialità.

Ferrara: il 14 e il 15 marzo la XIV giornata dell’Unitalsi per sostenere famiglia, anziani e persone con disabilità

da: ufficio stampa Unitalsi

L’iniziativa anche a Comacchio, Lido degli Estensi, Portogaribaldi.
Sabato 14 e domenica 15 marzo 2015 si terrà, in tutta Italia e in particolare a Ferrara, la XIV Giornata nazionale dell’U.N.I.T.A.L.S.I. (Unione Nazionale Italiana Trasporti Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali).

Il simbolo della Giornata – di cui è testimonial Fabrizio Frizzi – sarà una “piantina d’ulivo” che verrà proposta come impegno per la pace e la fratellanza nelle piazze di Ferrara, ma anche di Comacchio, Lido degli Estensi, Portogaribaldi.

Il ricavato delle offerte sarà utilizzato dall’Unitalsi per sostenere i numerosi progetti di solidarietà in cui l’Associazione è impegnata quotidianamente sull’intero territorio nazionale, al servizio delle fasce più disagiate della popolazione, grazie al costante e generoso impegno dei propri soci.

Pellegrinaggi tematici, progetti di solidarietà in Italia e all’Estero, assistenza domiciliare agli anziani, case famiglia per le persone disabili, case accoglienza per i genitori dei bambini ricoverati nei grandi centri ospedalieri, soggiorni estivi e interventi d’emergenza sociali. Sono solo alcune delle attività attraverso le quali l’Unitalsi abita le periferie della fragilità, della sofferenza e dell’emarginazione testimoniando la sua innata vocazione alla carità. Aderendo alla giornata Nazionale sarà dunque possibile annunciare la speranza a coloro che vivono il disagio e l’abbandono.

Per conoscere le piazze di Ferrara, ma anche di Comacchio, Lido degli Estensi, Portogaribaldi dove troverai gli ulivi UNITALSI consulta l’elenco sul sito www.unitalsi.it oppure contatta il numero verde gratuito: 800.062.026.

“La Giornata Nazionale è l’occasione – spiega Salvatore Pagliuca, Presidente Nazionale UNITALSI – per avvicinare l’Unitalsi a quanti ancora non hanno avuto modo di conoscere questa esperienza di impegno e di fede. In questi anni, abbiamo fatto grandi sforzi per testimoniare il nostro impegno di carità, oltre la tradizionale esperienza del pellegrinaggio, che è all’origine del nostro carisma. In tutte le regioni italiane, l’Unitalsi è oggi una presenza tangibile, affidabile, credibile, gioiosa che abita e condivide le difficoltà di chi è nel bisogno”.

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Mobilità pendolare, conferenza stampa di Donini giovedì 12 marzo

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Treni, l’assessore Donini presenta un’iniziativa sulla mobilità pendolare: conferenza stampa in Regione giovedì 12 marzo alle 12

Una presa di contatto diretta con i problemi legati al trasporto pubblico locale, con particolare attenzione alla mobilità pendolare. E’ questa l’intenzione dell’assessore ai Trasporti della Regione Raffaele Donini, che avvierà un’iniziativa utile a mettere a fuoco le principali difficoltà incontrate da chi, ogni giorno, utilizza per lavoro o per studio il trasporto ferroviario. L’assessore ne parlerà con i giornalisti durante la conferenza stampa in programma giovedì 12 marzo alle ore 12; l’appuntamento è nella sala stampa della giunta regionale (viale Aldo Moro 52, 12° piano).

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Vinitaly: con Enoteca 200 cantine e 400 vini dell’Emilia-Romagna a Verona

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Un viaggio lungo la via Emilia alla scoperta dei territori dell’Emilia-Romagna. Caselli: “grande crescita in qualità ed export. La Regione continuerà a investire in questo importante settore”. Le cantine ferraresi presenti

Un padiglione di 4 mila metri quadrati per raccontare i vini dell’Emilia-Romagna e il territorio di cui sono espressione. Con un filo conduttore rappresentato dalla Via Emilia. Dal 22 al 25 marzo l’Enoteca regionale dell’Emilia-Romagna sarà anche quest’anno a Verona per Vinitaly 2015, con 200 tra cantine e consorzi, e oltre 400 vini. “La scelta di proporre la via Emilia è importante – ha spiegato oggi a Bologna durante la presentazione l’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli – sempre più si compete nel mondo per sistemi territoriali e l’Emilia-Romagna è un territorio che ha molto da dire. Tra il 2009 e il 2013 l’export di vino emiliano-romagnolo è cresciuto dal 78% , ma il potenziale è ancora notevole.” Caselli ha ricordato la crescita anche qualitativa dei vini emiliano-romagnoli e l’impegno della Regione a fianco dei produttori, che dal 2007 a oggi si è tradotto in circa 260 milioni di euro di finanziamenti: “E’ un settore su cui occorre investire sempre, con cura e con attenzione, per esser all’avanguardia. Continueremo a farlo” . “Vinitaly è una vetrina importantissima per i vini italiani – ha ricordato il presidente di Enoteca Emilia-Romagna Pierluigi Sciolette – la nostra regione è stabilmente tra le prime tre produttrici di vino in Italia, insieme a Veneto e Puglia, ma siamo quinti per export. Possiamo dunque crescere ancora e i nostri vini possono essere gli ambasciatori del territorio emiliano-romagnolo nel mondo”.

Un viaggio tra i vini, i territori e i prodotti tipici dell’Emilia-Romagna
Al Vinitaly 2015 dunque il Padiglione dell’Enoteca regionale proporrà un “viaggio nel buongusto” lungo la Via Emilia, tra alcuni dei vini più significativi dell’Emilia-Romagna. L’Albana e il Sangiovese in Romagna; il Pignoletto tra Ravenna, Bologna e Modena; il Fortana, il vino delle sabbie, del Ferrarese; il Lambrusco il vitigno emiliano romagnolo più venduto al mondo, tipico dell’area compresa tra Modena, Reggio Emilia e Parma; fino alla Malvasia e al Gutturnio nel Piacentino. Sette grandi vini emiliano-romagnoli che sarà possibile degustare in sette banchi d’assaggio circolari all’interno del padiglione di Enoteca per un totale di 400 tipologie diverse. Un viaggio che non dimenticherà i tanti altri vitigni autoctoni, forse meno noti, ma certamente da scoprire dell’Emilia-Romagna e che ogni visitatore potrà costruirsi su misura anche grazie un’ App per iPhone scaricabile gratuitamente da AppStore, realizzata in italiano e inglese. Come ha ricordato il direttore di Enoteca Ambrogio Manzi, anche quest’anno il padiglione dell’Emilia-Romagna, avrà unico in tutto il Vinitaly , un ristorante, curato dagli allievi e dai docenti dell’Istituto Alberghiero “Pellegrino Artusi” di Riolo Terme, per accompagnare le degustazioni con menù tipici dei diversi territori. Protagonisti, insieme ai vini, i 41 prodotti Dop e Igp di cui l’Emilia-Romagna detiene il primato nel mondo. Ad accompagnare il viaggio e le degustazioni le immagini e le musiche di un video realizzato da Francesca Fabbri Fellini, nipote di Federico, che ricorderà alcuni dei grandi emiliano-romagnoli famosi nel mondo. Oltre a Federico Fellini e a Giovanni Guareschi, tra gli altri, Guglielmo Marconi, Giuseppe Verdi, Dino Ferrari, Giorgio Armani.

Con Deliziando 300 incontri con buyer esteri
Tra gli appuntamenti anche gli incontri commerciali business to business di Deliziando , il progetto di promozione dei prodotti enogastronomici di qualità sui mercati esteri, promosso dall’assessorato Agricoltura della Regione Emilia-Romagna e da Unioncamere regionale, in partnership con le sedi estere dell’Ice: 59 aziende emiliano romagnole incontreranno 30 operatori esteri provenienti da 17 Paesi europei ed extra europei, tra cui Cina, Canada, Brasile, Corea del Sud, USA e Giappone, per un totale di oltre 300 incontri commerciali previsti.
Come ha ricordato il segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna Claudio Pasini “Deliziando si è confermato un valido strumento per la fidelizzazione dei clienti esteri e per incrementare l’internazionalizzazione delle nostre aziende”. Dal 2008 a oggi, “Deliziando” ha realizzato attività a favore delle imprese con risorse pari a oltre 5 milioni 800 mila euro, di cui oltre 3 milioni 400 mila dalla Regione, circa 1 milione 100 mila euro dall’Ice e 1 milione 330 mila euro dalle Camere di commercio.

Regione: dal 2007 260 milioni per il comparto vitivinicolo
La Regione Emilia-Romagna investe sul vino e punta sulla qualità. Dal 2007 al 2015 ha destinato al settore vitivinicolo circa 260 milioni di euro. Si tratta di risorse provenienti dall’Ocm Vino (206 milioni di euro) e dal Psr 2007-2013 (49 milioni), oltre a quelle per il programma Deliziando. In particolare per il 2015 sono in arrivo 6 milioni 700 mila euro per la promozione nei Paesi extraeuropei nel 2015; 12, 7 milioni per la riconversione dei vigneti; 3,8 milioni per gli investimenti aziendali.

Parole per Nostalgia. Il tempo dell’intensità

Significativo riconoscimento per Giuliana Berengan, che ha debuttato ieri come collaboratrice del prestigioso Wall street International con una riflessione, ospitata nelle sezione cultura dell’edizione online, su parole, memoria e linguaggio, che qui riportiamo integralmente.
Ferrarese, classicista e cultrice di storia antica, Berengan è autrice di numerosi volumi fra i quali Cronache inedite di fine secolo (1993), Le Dame della Corte Estense (1997), I Book-Notes (2000), Le parole di Penelope (2004), Favolose parole (1993 e 2005), Favolosi Anni ’80. Ferrara fabbrica di idee (2010)”.

di: Giuliana Berengan

Quello che porta alla creazione della parola è un processo lungo, accidentato, denso di fratture, di lacerazioni e di ricuciture, spesso lento, impercettibile e proprio per questo
difficile, talora incomprensibile, fatto di entusiasmi e di malinconia, di attimi drammatici e di gioie improvvise e dirompenti, di silenzi e di ascolto, di attese e di slanci, di visioni e di fantasmi, di immaginazione e di rimandi apparentemente senza legame alcuno, di associazioni di pensieri, di giustapposizioni di suoni, di segni, di percezioni, di viaggi con o senza ritorno, di prigionie e di evasioni, di lacrime e di sorrisi guardati soltanto allo specchio, di animalità e di raffinatezza, di falsità e di verità, di concessioni e di rigorosi dinieghi, di ammissioni e di rifiuti, di percosse e di carezze, di tenerezza e di violenza, di follia e di lucida coerenza, di piccole sfumature e di forti colori, di morte e di rinascita, un processo che non ha fine come non ha fine il respiro, il soffio che dà nutrimento e crea la trama sonora sulla quale la voce tesse le forme della parola, un processo che contiene il
mistero della vita.
Per questo il tessuto della scrittura ha a che fare con la fatica della nascita, con la pazienza che ne accompagna l’attesa, con la capacità di percepire i segni che ne sono preludio: parole
come semi che devono essere accolti, deposti, ascoltati crescere fino a transumanarsi in emozioni che alimentano e sono alimentate dalle vibrazioni dell’anima. Nella tradizione
indù la Parola assume le sembianze di Vac, la sposa di Brahma ed è Lei che si fa portatrice del doppio nutrimento, quello corporeo e quello che passa attraverso le sillabe prime e dà
vita al linguaggio, a mostrare così l’intreccio originario della materia sottile con la fisicità ed a testimoniare la sacralità della parola e il suo legame ancestrale con la potenza generante. La parola fatta nascere con amore invade i sentimenti, induce la commozione poiché al di là dei segni che vediamo distendersi a disegnare il testo c’è l’infinito, invisibile universo di sentire e di sapere che sottende all’esperienza creatrice, un mondo di sensazioni che rimanda a memorie lontane, che passa attraverso il gesto della mano che scrive srotolando e
facendo scorrere tra le dita il filo dei ricordi come su un antico telaio. La capacità di ricordare ovvero, secondo la bellissima etimologia di questa parola, di ‘riconsegnare al cuore’ le caleidoscopiche immagini che la memoria ci rimanda, è un dono prezioso, capace di contrastare la tirannia del tempo e dello spazio. I ricordi, come energie sottili partite
chissà da dove, alimentate da fonti misteriose, ci attraversano come linfa vitale, toccano i nostri sensi assuefatti ad odori globalizzati e sapori seriali per ricondurli in giardini segreti, profumati di malinconia dove si può assaporare la dolcezza di frutti proibiti.
Attraverso questa rete del cuore il tempo dell’intensità che non ha durata prende la sua rivincita, i confini angusti della vita reale si dilatano, possiamo accogliere cose, figure, voci,
sentimenti che si presentano a noi per annodare i fili che ci tengono fortemente attaccati alla nostra matrice. Mi piace usare questa parola di un lessico fortemente connotato al
femminile poiché la memoria ha origine in un corpo di donna. Mnemosine, la dea che nell’Olimpo greco la personifica, è la figlia del Cielo e della Terra ed è a lei che Zeus si unisce
per generare le Muse, e dunque voglio pensare che non ci sia arte senza ricordi e che non ci siano ricordi senza il prezioso “lavoro di cura” che sempre le donne hanno fatto per
custodire la lingua del cuore. I ricordi sono i fili dell’ordito sui quali va ad intrecciarsi la trama di altri ricordi a formare il tessuto ossia il testo sul quale sono tracciati i segni che testimoniano il nostro essere nel tempo, ma anche la nostra capacità di condividere eraccontare mondi che, attraverso la memoria dei sensi, si sono depositati nel nostro corpo e
lo percorrono come il reticolo del sangue.
Memoria antenata che si batte per sopravvivere all’ideologia del presente che cerca le proprie ragioni in sé; memoria emozionale che è anche bisogno di immergersi nelle sorgenti
del nostro essere e del nostro sapere: un incontro empatico che si accompagna ineluttabilmente alla nostalgia, una parola che vorrei riammantare di tutta la sua intensità.
Nostalgia è il desiderio doloroso del ritorno, è un sentimento forte e tenero, un impasto di dolcezza e di malinconia, di tristezza e di gioie fuggite lontano, una teoria di ombre che
sfilano davanti agli occhi della memoria come le piccole sagome delle miniature di Norimberga. Attraverso la nostalgia luoghi e persone ritrovano l’innocenza nel senso
originario della parola: non possono più nuocere ma soltanto suscitare rimpianto per ciò che si è perduto e di cui ancora si sente il desiderio. E se il rimpianto è un ‘rammentare
piangendo’ allora la nostalgia ha anche il compito di saziare la sete di lacrime che Platone riconosceva come parte della nostra anima: un piacere liberatorio che è compito del poeta
provocare.
E come negare che ciascuno di noi soffre ed è al tempo stesso sedotto dal desiderio di un nostos, di un ‘ritorno’: ad un amore, all’infanzia, ad un antico ideale. Poco importa quale sia
la meta poiché sempre la nostalgia è ritorno alle terre incantate di un sogno. Non lasciamo morire la nostalgia. E’ preziosa. Senza di lei nessun Ulisse potrà ritrovare la propria Itaca e
nessuna Penelope potrà riabbracciare l’amore perduto, senza di lei non c’è desiderio di ricordare e di raccontare, non c’è musica che rapisce i sensi, non c’è parola spesa con
generosità, donata con passione e con le parole bisogna essere generosi, bisogna lasciarsi innamorare.
Questo mio scritto vuol rendere omaggio ad alcune parole a me molto care: pazienza, attesa, commozione, ricordo, malinconia, memoria, nostalgia, innocenza, rimpianto, e
chiede a chi leggerà di dedicare qualche attenzione e amorevole cura alle antiche Signore che hanno accettato di apparire in questo verbodramma.

[da: Wall street International]

LA RIFLESSIONE
Utilità e utili, il nodo della responsabilità sociale

Le imprese hanno un posto molto importante nella nostra società. Se il ruolo economico di queste organizzazioni è scontato, quello sociale diventa sempre più frequentemente oggetto di analisi, riflessione, discussione e polemica. L’importanza delle imprese ci viene ricordata ogni giorno dai nostri comportamenti d’acquisto di beni e servizi, è ribadita da un discorso economico invasivo veicolato dai media ed è confermata dalla frequenza con cui nel linguaggio comune ricorrono termini di derivazione aziendalista come “business”, “consumatore”, “imprenditore”, “manager”, “investitore”, “cliente”. Il ricorrente uso di termini inglesi entrati nell’uso comune certifica appunto la provenienza aziendalistica di un sapere volgarizzato quanto diffuso incapace di rendere ragione della reale complessità delle cose.

Il mondo delle imprese è infatti una galassia enorme, diversificata, i cui corpi sono interconnessi in modi a volte sorprendenti: corporation multinazionali, grandi imprese, piccole e medie imprese, micro imprese, mostrano una varietà dimensionale che oscilla tra aziende da milioni di persone occupate ed aziende composte da poche persone, a volte una sola. Imprese artigiane, fordiste, familiari, agiscono nei settori più disparati, offrendo servizi e beni tangibili; società di persone e di capitali, imprese private e pubbliche, offrono solo un idea succinta e sommaria delle diversità normative che regolano la struttura e i sistemi di governo di queste organizzazioni. Al di là delle definizioni giuridiche, la galassia degli oggetti organizzativi che vanno sotto il nome di impresa è davvero complessa: non è possibile argomentare bene intorno a questo oggetto senza tener conto di questa straordinaria complessità, senza qualche informazione che consenta di ridurre il campo del possibile a qualcosa di manipolabile, senza un riferimento indicativo a qualche specifico tipo di impresa.

Resta il fatto che quando si parla di impresa il pensiero corre assai più facilmente alla Fiat, alla Shell, a McDonald o alla Barilla, a Google Foxxcom o Apple, piuttosto che ai distretti ed alle botteghe artigiane (su cui è stato costruito il successo del prodotto italiano), al caso Olivetti o al bar sotto casa. Proprio a quel tipo di impresa, la grande corporation, è stata rivolta più spesso l’attenzione dei ricercatori e degli analisti: qui è stato messo a punto un corpus di conoscenze che sono diventate il mainstream del management, una forma di sapere condiviso da ogni esperto e consulente che è stata applicata ad ogni tipo di realtà organizzata prescindendo spesso, in nome di una presunta efficienza, dalle differenze e dalle specificità proprie dei diversi contesti.
In questo tipo di grande azienda, a partire dagli anni ’90, si è venuto affermando un modello di governo d’impresa che ha rilanciato la forza della proprietà finanziaria a danno degli altri soggetti coinvolti nel fare impresa: lavoratori e quadri, clienti, fornitori. Lo scopo dichiarato di esso è quello di massimizzare ad ogni costo e nel breve periodo il valore in borsa, senza incidere spesso sul fatturato, sul profitto, sugli impianti produttivi. Come un virus questo approccio si è diffuso dalle aziende quotate in borsa alle altre, spingendo una corsa a fusioni, aggregazioni, delocalizzazione, operazioni finanziarie spericolate, che hanno spostato molte imprese verso la zona grigia della irresponsabilità sociale.
Come è noto, un’impresa è irresponsabile se non risponde al di là degli elementari obblighi di legge ad alcuna autorità pubblica o privata né all’opinione pubblica, circa le conseguenze economiche, sociali ed ambientali del suo operato. Prescindendo da comportamenti illegali, un’impresa fortemente irresponsabile si connota per comportamenti quali:
– trasferimento della produzione e delocalizzazione in stati meno controllati;
– chiusura totale o parziale, minacce di licenziamento per ottenere la flessibilità;
– salari e condizioni di lavoro indecenti in patria e all’estero;
– azioni di comunicazione (greenwhashing) ben architettate per mostrare un’immagine falsa di sostenibilità e impegno sociale,
– fortissime azioni di lobbing per ottenere leggi, norme e condizioni favorevoli ai propri interessi.

L’impresa irresponsabile prospera laddove manca il senso del bene pubblico e la buona cittadinanza è assente: il capitalismo neoliberista che ha imperato negli ultimi decenni ha imposto una nuova antropologia nella quale proprio la funzione di “consumatore” ha sostituito quella di “cittadino”. La globalizzazione d’altro canto ha indebolito la possibilità di controllo mentre il dominio della finanza ha spostato verso questo versante l’interesse di molte aziende. In tale contesto, l’impresa, rischia seriamente di diventare (e in molti casi è diventata) uno strumento per la cancellazione di ogni responsabilità che non sia quella del profitto degli azionisti.

Contro l’idea che scopo unico dell’impresa sia quello di produrre profitti si colloca l’articolo 41 della nostra costituzione: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.”

Ma in Italia esisto davvero politiche e programmi finalizzati ad indirizzare in modo sistematico l’agire economico a fini sociali? Esiste una strategia ed una visione di ampio respiro orientata a sanzionare le imprese irresponsabili e a promuovere quelle responsabili? Osservando i vari disastri di una certa politica industriale, la distruzione del territorio e dell’ambiente che ha visto e vede protagoniste molte aziende, le cause intentate a grandi imprese per disastro ed attentato alla salute pubblica, la scoperta di sempre nuove terre dei fuochi, sentiti i discorsi di quanti vorrebbero cambiare la costituzione per inserirvi a forza le imprese, sembrerebbe proprio di no.

Ancora una volta dovrebbe essere il cittadino armato di senso civico il miglior deterrente contro la deriva irresponsabile delle imprese. Ma quando il cittadino è ridotto a consumatore, quando perde il lavoro e vengono a mancare le garanzie del welfare, quando la politica rinuncia al suo ruolo chiaramente sancito dalla Costituzione, quando viene meno anche la capacità di inventare soluzioni alternative, ogni buona intenzione sembra destinata al fallimento.
Resta però la certezza che l’Italia ha saputo esprimere imprenditori ed imprese straordinarie, che esistono casi molto più numerosi di quel che si possa immaginare di imprese socialmente impeccabili; resta la determinazione a sostenere quella classe di imprenditori responsabili e di cittadini virtuosi che resistono e non si rassegnano allo sfascio morale che sta dietro alla crisi economica.

Cristiano Cavina si presenta a “I giovedì diCibo”

da: ufficio stampa “Gruppo del Tasso”

Cristiano Cavina, penna genuina di Marcos y Marcos, crede fortemente che fare le pizze sia come amare qualcuno: «Deve venire facile e quando si inizia a faticare, vuol dire che c’è qualcosa che non va». Tanto che giovedì sera, alle 20, sarà lui lo scrittore che si siederà a un tavolo del ristorantino diCibo, in via Carlo Mayr 4, a raccontare La pizza per autodidatti. Il suo ultimo libro è come la sua vita, unisce mondi che sembrano lontani, tra segreti preziosi sull’impasto e aneddoti esilaranti. Ha il calore del suo sangue romagnolo, lo slancio delle sue avventure senza rete. Ha il gusto del lavoro ben fatto. E farà venire l’acquolina in bocca, accompagnato dai piatti creativi della Cheffa Maya, che mai hanno deluso qualcuno, anzi; chi li prova una volta non riesce a non tornare. Per l’occasione gli ingredienti della pizza e i sapori tipici della Romagna saranno i protagonisti indiscussi della cena.

Tra le pagine che Cavina sfoglierà insieme a Matteo Bianchi, curatore della rassegna “I giovedì diCibo”, patrocinata da Comune, Provincia e Ferrara “Terra&Acqua”, subito s’intende che il mestiere di pizzaiolo non se l’è scelto lui. All’inizio, tra panetti che facevano gli spigoli e sabati sera davanti al forno, invece che in discoteca con gli amici, era un calvario. Ma dopo vent’anni, con un impasto e un forno a legna può fare quello che vuole, anche bendato. Sforna pizze buone e leggere come uno sbuffo di farina. Con quattro o cinque foglie di tarassaco, e altrettante fette di pancetta. Con santoreggia e salame piccante, topinambur e salsiccia, squacquerone e rosmarino. Alla pizzeria Il Farro di Casola Valsenio, oramai è “il pizzaiolo quando c’è”. I giorni che non porta la legna a braccia per le scale, magari va a Roma per lo Strega, o sul palco di un festival incontra Doris Lessing con uno scialle uguale a quello di sua nonna. Per prendere parte alla serata è consigliata la prenotazione allo 0532/765997, www.dicibo.it

CRISTIANO CAVINA nasce a Casola Valsenio nel maggio del 1974; cresce in viale Neri, nelle case popolari, con sua madre, che l’ha cresciuto da sola. Ci vive ancora adesso. Made in Casola è il suo marchio di fabbrica, la firma in calce a tutte le sue mail. Scopre la magia della narrazione al bar, ascoltando i racconti dei vecchi; quando poi comincia a leggere libri, la sua strada è tracciata. Ama raccontare le cose che conosce da vicino: la sua infanzia in Alla grande (Premio Tondelli) e Un’ultima stagione da esordienti; l’epopea di Nonna Cristina in Nel paese di Tolintesàc; la sua storia di figlio senza padre e di padre fuori dagli schemi nei Frutti dimenticati (Premio Castiglioncello, Premio Vigevano, Premio Serantini, Selezione Premio Strega). Scavare una buca è ambientato nell’immensa cava di gesso alle porte di Casola Valsenio. Mentre il suo ultimo romanzo, Inutile Tentare Imprigionare Sogni nasce dall’esperienza di cinque anni di ITIS e rivela più che mai la sua voce forte e chiara, il suo sguardo ridente di narratore per natura.
Ancora oggi, dopo il successo dei suoi romanzi, a chi gli chiede che cosa fa nella vita, Cristiano risponde: il pizzaiolo. Che è un grande narratore possiamo dirlo noi, i suoi lettori sempre più numerosi, i librai che lo seguono da sempre, i critici più severi.

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Riduzione dei costi dell’Assemblea, il presidente Bonaccini: “Facciamo la cosa giusta”

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Progetto di legge sulla riduzione dei costi dell’Assemblea, il presidente Bonaccini interviene in aula: “Facciamo la cosa giusta”

Non una rincorsa all’antipolitica, ma una scelta giusta, che completa un percorso già avviato nella passata legislatura. Questo il pensiero del presidente della Regione Stefano Bonaccini, intervenuto stamani in aula dopo il dibattito generale sul progetto di legge di riduzione dei costi dell’Assemblea legislativa. “Come Regione, siamo stati i primi in Italia ad abolire i vitalizi – ha sottolineato il presidente – . Già nella passata legislatura, avevamo ridotto di parecchio le indennità dei consiglieri. Ma ho pensato, abbiamo pensato, che fosse giusto fare di più. E ci arriviamo in tempi davvero brevi dall’inizio del mandato”. Bonaccini ha ringraziato la maggioranza e le opposizioni, “perché c’è un obiettivo condiviso, una scelta di dignità, necessaria per ricucire il divario con l’opinione pubblica che si è creato in questi anni”. Il presidente ha ricordato i risparmi (per un totale di 7-8 milioni), frutto di un intervento della giunta a inizio legislatura sulle strutture speciali, la presidenza e gli assessorati; a questa cifra si aggiungono altri 7 milioni, proposti in approvazione all’Assemblea. Il tutto per un totale di 15 milioni, “e non ci fermeremo” assicura Bonaccini. Risorse che potrebbero essere destinate a microcredito, welfare, lavoro, ma anche legalità: “E’ un bel segnale – ha ribadito Bonaccini – , anche per riannodare e riavvicinare quest’istituzione ai cittadini”.

Torna il mercato del Biologico e del Naturale in Piazza dell’Acquedotto

da: organizzatori

Giovedì 12 Marzo nuovo appuntamento settimanale con il Mercato dei Produttori Biologici e del Naturale in P.zza XXIV Maggio (Acquedotto) dalle 8.00 alle 14. L’iniziativa, promossa dall’Associazione BioPerTutti con il patrocinio del Comune di Ferrara, garantisce ai consumatori la possibilità di fare la spesa settimanale-BIO completa offrendo frutta e verdura di stagione, riso uova pane e pasta, vino, formaggi, biscotti e torte di cereali antichi oltre a cosmetici, oli essenziali e prodotti per la casa. Tra le novità di Marzo le marmellate di frutti dimenticati e BioFish:filetti di pesce allevato con mangimi biologici, anche cotto e da asporto.
Qualità, salute e bontà: sono questi gli obiettivi che l’associazione BioPerTutti porta avanti attraverso il Mercato, primo nel suo genere per la città di Ferrara e pensato per tutti coloro che cercano prodotti freschi e genuini, garantiti dal rapporto di fiducia con i produttori. BioPerTutti, infatti, non è solo un’occasione “commerciale” ma soprattutto un luogo di incontro e di condivisione per chi vuole fare scelte sostenibili e migliorare la qualità della propria vita. L’iniziativa inoltre ha un servizio di informazione per approfondire i valori del Bio e apprezzare ciò che si acquista.

17 marzo, Jeff Ballard in concerto per festival Crossroads

da: Ufficio Stampa Crossroads

L’edizione 2015 di Crossroads, il festival itinerante organizzato da Jazz Network e dall’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, giungerà a Parma per un solo ma assai importante spettacolo, martedì 17 marzo alla Sala dei Concerti della Casa della Musica. Qui alle ore 21 si esibiranno i Fairgrounds del batterista Jeff Ballard: band che rappresenta al meglio i fermenti più vivaci del jazz newyorkese e che in questa occasione schiererà, oltre al leader, Kevin Hays (pianoforte), Lionel Loueke (chitarra) e Reid Anderson (electronics). Il concerto è realizzato in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Parma, la Casa della Musica di Parma e Ars Canto G. Verdi di Parma. Biglietti: intero euro 15, ridotto 12.

La caratura di Jeff Ballard (nato in California nel 1963) risulta evidente anche solo citando i musicisti che più assiduamente lo hanno cercato per i propri gruppi: Pat Metheny, Brad Mehldau, Joshua Redman, Kurt Rosenwinkel e, soprattutto, Chick Corea. Dopo i primi passi mossi sulla scena newyorkese (tra l’altro con Lou Donaldson e Buddy Montgomery), fu proprio la chiamata da parte di Corea, nel 1999, a dare una svolta alla carriera di Ballard, proiettandolo nell’olimpo del batterismo internazionale. Da allora Ballard ha preso parte a diverse formazioni di Corea, dal New Trio agli Origin, registrando anche diversi dischi. In anni recenti ha poi sviluppato una sua attività da leader, riscuotendo un particolare successo con il gruppo Fly, co-diretto con Mark Turner e Larry Grenadier.
Fairgrounds è un gruppo aperto, nella cui line up Ballard coinvolge di volta in volta diversi musicisti: una logica che rivela l’importanza di circondarsi dei collaboratori a lui più affini e la volontà di esplorare sonorità e percorsi improvvisativi sempre nuovi. Nei Fairgrounds sono transitati Tigran Hamasyan, Eddie Henderson, Larry Grenadier, Mark Turner, Jeff Parker e Ben Street, mentre nella prossima tournée del gruppo al fianco del batterista californiano troveremo Kevin Hays, Lionel Loueke e Reid Anderson: un rimescolamento delle carte che spinge verso un sound sapientemente elettrificato e che farà risaltare lo stile di Ballard, tra i più rappresentativi del drumming moderno per come sa coniugare in maniera eclettica la pulsazione swing, quella del post-bop e i ritmi extrajazzistici.

Informazioni:
Jazz Network, tel. 0544 405666, fax 0544 405656, e-mail: ejn@ejn.it
website: www.crossroads-it.org – www.erjn.it

Indirizzi e Prevendite:
Casa della Musica, Piazzale San Francesco 1. Biglietteria serale dalle ore 19: tel. 0521 031170.
Informazioni e prenotazioni: tel. 0544 405666 (lun-ven ore 9-13), ejn@ejn.it.

Carradori (Sant’Anna) e Bardasi (Asl) incontrano il sindaco Rossi

da: ufficio stampa Comune di Copparo

Nel quadro degli incontri che i nuovi direttori generali di Asl e Azienda Ospedaliera, Paola Bardasi e Tiziano Carradori stanno svolgendo con i sindaci del territorio, ieri (10 marzo) è avvenuto l’incontro con il sindaco di Copparo e presidente Unione dei Comuni Terre e Fiumi Nicola Rossi. È stato un momento di approfondimento sulle peculiarità della Casa della Salute di Copparo. «Vi è stata grande disponibilità – ha ribadito Nicola Rossi – e soprattutto riconoscimento del lavoro svolto dalla Casa della Salute e dai suoi operatori fino a oggi, con la volontà di continuare a lavorare e consolidare il progetto. Abbiamo condiviso il consolidamento dell’esistente, compreso la Fisioterapia – ha continuato Rossi – tutti concordi nel lavorare a uno snellimento delle procedure di accesso ai servizi sanitari, sburocratizzando e riducendo i tempi di attesa, per arrivare a ottenere una maggior integrazione socio-sanitaria, che sta alla base del progetto Casa della Salute.»
Incontro sicuramente positivo, che denota molta attenzione e grande conoscenza del Sistema sanitario provinciale da parte dei due neo direttori e che vede la Casa della Salute di Copparo come punto di eccellenza. Rossi ha poi ringraziato del lavoro svolto i precedenti direttori Saltari e Rinaldi.

Come farsi trovare sui motori di ricerca nel primo incontro di “Lezioni di Territorio”

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Al via giovedì pomeriggio la tredicesima edizione dell’iniziativa di Provincia e Camera di Commercio di Ferrara rivolta agli operatori turistici locali

Tutto pronto per la partenza della tredicesima edizione di “Lezioni di Territorio”, l’iniziativa realizzata congiuntamente da Provincia e Camera di Commercio di Ferrara, rivolta a tutti gli operatori turistici ed agli amministratori del territorio locale e finalizzata all’individuazione degli strumenti ottimali per la valorizzazione delle risorse della provincia ferrarese.
Il primo incontro si terrà giovedì 12 marzo, con inizio alle 14.30 presso la Sala Conferenze della Camera di Commercio di Ferrara, e vedrà come relatore Armando Travaglini, consulente e formatore per il web marketing turistico, che parlerà di come essere visibili sui motori di ricerca, attraverso una lezione che affronterà le dinamiche di base del SEO. Al centro del suo intervento, dunque, le componenti fondamentali ed i principali fattori di ranking nei motori di ricerca, le differenti tipologie di ricerche, la scelta ed analisi delle keyword, la struttura di un sito SEO-friendly ed i 10 errori SEO da non fare.
A questo incontro ne seguirà, poi, un altro, mercoledì 18 marzo, incentrato sulle strategie più avanzate per migliorare la propria visibilità online.
Per informazioni ed iscrizioni è possibile contattare il numero 0532/299278 o inviare una mail a elena.occhi@provincia.fe.it.

“(Ex)change your life! Come fare un’esperienza all’estero con i progetti di mobilita’ dell’Unione Europea”

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

L’incontro con Sophia Salmaso e Rita Vita Finzi all’ISIT Bassi-Burgatti.
Quarto appuntamento giovedì 12 marzo dalle ore 11.15 alle ore 13 nell’Aula Magna dell’ISIT Bassi-Burgatti di Cento (Ferrara), per il ciclo di conferenze riservato agli studenti dell’Istituto, organizzato dalle Professoresse Poppi e De Laurentiis dell’ISIT Bassi-Burgatti in collaborazione con il Centro di Documentazione e Studi sulle Comunità europee dell’Università di Ferrara.

La conferenza dal titolo “(Ex)change your life! Come fare un’esperienza all’estero con i progetti di mobilita’ dell’Unione Europea”, sarà introdotta da Sophia Salmaso, Responsabile del Centro di Documentazione Europea di Unife e vedrà protagonista Rita Vita Finzi, Responsabile dell’Agenzia locale Eurodesk per la Mobilità Educativa Transnazionale dei Giovani del Comune di Ferrara, che ci anticipano l’argomento dell’incontro… “All’interno del programma Erasmus+ esistono, oltre al più conosciuto Erasmus per gli studenti universitari, molte altre azioni di mobilità internazionale, come ad esempio gli Scambi Culturali e il Servizio Volontario Europeo (SVE), che consente di rendersi utili agli altri e contemporaneamente di viaggiare, conoscere altre culture e vivere momenti indimenticabili grazie al contributo della Commissione Europea. Il Servizio Volontario Europeo è un’esperienza di volontariato internazionale di lungo periodo in un altro Paese dell’Unione europea e consente ai giovani dai 17 ai 30 anni di vivere fino a 12 mesi all’estero prestando la propria opera in un’organizzazione no-profit. L’obiettivo del programma, che è interamente finanziato dalla Commissione Europea, è quello di migliorare le competenze dei giovani. Lo SVE ha rappresentato per molti ragazzi un’opportunità di crescita e di arricchimento personale insostituibile, ed è per questo che è necessario farlo conoscere a quanti più giovani possibile”.

Mercoledì 11 marzo nuovo appuntamento con i Colloqui dello IUSS 2015 sul tema “Rischi naturali e dissesto idrogeologico: dove sono i geologi?”

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Tornano con un nuovo appuntamento domani, mercoledì 11 marzo, alle ore 15 nella sede dello IUSS-Ferrara 1391, (via Scienze, 41/b), i Colloqui dello IUSS, storico ciclo di conferenze, promosse dall’Istituto Universitario di Studi Superiori.
Quest’anno gli incontri, curati da Paola Spinozzi, docente presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara, sono dedicati al tema “I gangli delle discipline scientifiche e umanistiche”.
“Rischi naturali e dissesto idrogeologico: dove sono i geologi?”. E’ questo il titolo della conferenza, che vedrà intervenire Marco Pizziolo del Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia Romagna, Anna Rita Bernardi del Consiglio Regionale dell’Ordine dei Geologi, Mariantonietta Sileo della Consulta Provinciale dell’Ordine dei Geologi, Monica Ghirotti dell’Università di Ferrara. A presiedere l’incontro sarà Massimo Coltorti, Coordinatore del Dottorato in Scienze della Terra di Unife.
Come spiega la Prof.ssa Spinozzi… “Alla base del progetto dei Colloqui dello IUSS, vi è un duplice obiettivo: stimolare i dottorandi a individuare le aree di eccellenza nel Paese dove hanno scelto di conseguire la loro formazione post–laurea e al contempo delocalizzare le loro conoscenze e competenze, affinché possano esplorare opportunità professionali in altri Paesi. In ciascun Colloquio si discuterà dunque un tema di ricerca esportabile in ogni Dottorato”.

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Expo 2015, illustrata in Assemblea Legislativa la partecipazione della Regione

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

L’assessore regionale Palma Costi: “l’Esposizione Universale sarà per l’Emilia-Romagna una concreta ed unica occasione di sviluppo e di proiezione sui mercati internazionali”

«L’Emilia-Romagna sarà, secondo le stime degli organizzatori, la regione con la maggior presenza ad Expo di Milano. Questo grazie ad un grande sforzo preparatorio ed organizzativo profuso in questo anno e mezzo che ci ha separato dall’evento. Oltre la presenza all’Esposizione Universale allo stesso tempo abbiamo costruito una solida base per trarre benefici duraturi in tanti campi, dal food all’agroindustria, dalla ricerca al turismo e cultura. Siamo certi che questa esperienza ci accompagnerà nei prossimi decenni».
Con queste parole l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi ha concluso la comunicazione della Giunta regionale all’Assemblea Legislativa, di oggi a Bologna, sulla partecipazione della Regione ad Expo 2015.
L’assessore regionale Costi illustrando la preparazione all’Esposizione e dettagliando le iniziative di partecipazione a Milano, ha precisato che «il nostro slogan è ‘food for life, food for mind’ per indicare nel bisogno primario della nutrizione il rapporto fra l’uomo e la terra che nella storia ha definito l’identità culturale e geografica del nostro territorio. In questa prospettiva Expo 2015 potrà diventare per l’Emilia-Romagna un’occasione concreta di sviluppo e di proiezione sui mercati internazionali. E lo farà con la sua agricoltura di qualità la cui varietà di prodotti che rappresentano il meglio del Made in Italy. Con sua industria di trasformazione agroalimentare riconosciuta in tutto il mondo per l’eccellenza e la reputazione dei suoi marchi nonché con la rete di centri della ricerca e dell’innovazione impegnati sui temi della sicurezza alimentare, della tracciabilità e sostenibilità ambientale. Ma anche il volto della solidarietà, del no profit e della cooperazione per raccontare una regione e la sua identità».

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Psr 2014-2020, Caselli risponde a Bertani

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Caselli risponde in Assemblea al Movimento Cinque Stelle: il nostro Psr farà parte del primo gruppo di Programmi approvati.

“Il nostro obiettivo è che il Psr 2014 – 2020 entri a far parte del primo gruppo di programmi italiani approvati dalla Ue.” Così l’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli ha risposto oggi a Bologna nell’aula dell’Assemblea legislativa all’interrogazione presentata dal consigliere Andrea Bertani del Movimento Cinque Stelle sul nuovo Programma regionale di sviluppo rurale. Nella sua replica Caselli ha spiegato che “la stragrande maggioranza dei Psr dei Paesi europei non è stata ancora approvata dalla Commissione europea e che la prevista tempistica di approvazione del nostro documento è in linea con quella di tutti i gli altri programmi delle Regioni italiane”, né “presenta difficoltà specifiche derivanti dalla qualità dei suoi contenuti”. Per quanto riguarda la polemica sulla perdita di stanziamenti a causa dei ritardi, Caselli ha ribadito “che non ci saranno modifiche di sorta sulla dotazione finanziaria del Programma che è confermata in 1,2 miliardi di euro anche in considerazione della decisione della Commissione in base al quale saranno trasferiti dal 2014 alle annualità successive gli stanziamenti di impegno non utilizzati.” Infine Caselli ha ricordato che la Giunta regionale è pienamente operativa dal 7 gennaio 2015; che già il 22 e il 23 gennaio c’è stato un incontro bilaterale a Bruxelles sul Psr 2014-2020 e che le osservazioni della Commissione, presentate il 16 dicembre, sono in parte imputabili al fatto che l’accordo di partenariato tra Ue e Governo italiano è stato siglato solo il 29 ottobre 2014.

#RinasciFe 2015: la premiazione

da: Ufficio Stampa Ente Palio città di Ferrara

Sono state più di 180 le fotografie degli “igers” – le persone che scattano foto con il cellulare, le modificano e le condividono con il social network Instagram – che hanno partecipato all’edizione 2015 del contest sul tema del Carnevale Rinascimentale a Ferrara.
Fra queste ne sono state selezionate una ventina che sono andate in finalissima, all’attento vaglio della giuria composta da Alessandro Fortini, presidente dell’Ente Palio di Ferrara, Aldo Modonesi, Assessore al Palio del Comune e iger dalla comprovata passione, Federico Vecchiattini vincitore della passata edizione e Andrea Poltronieri che ha si è prestato all’impresa.

Uno solo il vincitore, o la vincitrice, che verrà proclamato domani sera, mercoledì 11 marzo, in un incontro informale presso il risto-bistrot Max, in piazza della Repubblica. Qui saranno esposte tutte le foto finaliste e all’autore della più votata andrà un premio offerto dall’Ente Palio.

Mercoledì 11 marzo, Il comitato “Ferrara per la Costituzione” presenta: “Achtung! Banditi!” di Carlo Lizzani

da: Arci Ferrara

Opera prima del grande Carlo Lizzani, storia di partigiani di montagna e di uno sciopero operaio, ambientata nella periferia di Genova, in una cornice corale e neorealista. Film con una caratteristica quasi unica: fu prodotto con una sottoscrizione di azioni da 500 lire sottoscritte in massima parte da operai dell’epoca, soldi che confluirono in una cooperativa che poi finanziò il film.

Dopo il “Proclama Alexander” del 13 Novembre 1944, le cui ragioni poi si scoprì erano ben più politiche che tattiche, i partigiani ripresero le loro iniziative. Certo, dovettero superare un comprensibile momento di sbandamento/riflessione, dato che si aspettavano un intervento degli alleati, e conseguente liberazione delle città da nazisti e fascisti, prima della fine dell’anno. Questo è il periodo nel quale la banda che ritrae il film è costretta a scendere in città per prelevare un rifornimento di armi che è stato depositato in una fabbrica. Un viaggio in “campo aperto” e da compiere di giorno, decisamente pericoloso. Alla fabbrica è in corso uno sciopero e i tedeschi che la controllano decidono che tutti i macchinari devono essere smontati per essere trasferiti in Germania. Partigiani ed operai, uniti, si opporranno a questo trasferimento, prima con un boicottaggio, poi con un’inevitabile scontro sanguinoso. La regia di Lizzani è asciutta, misurata, composta. Combina azione e riflessione, cinema bellico e impegno civile, pathos e ironia, passioni amorose e digressioni idilliche. Si tiene lontano dalla retorica e dagli schematismi, bilanciando in maniera sapiente tragedia storica e drammi privati.

Le radici del conflitto tra Islam e Occidente

Suggerirei di rileggere o leggere, per chi non l’ha ancora fatto, il libro di Amin Maalouf, giornalista e scrittore libanese naturalizzato francese, pubblicato in Italia nel 1993, “Le crociate viste dagli arabi”.
È una lettura utile per chi voglia comprendere le ragioni del millenario conflitto tra Islam e Occidente. Il racconto delle crociate viste con gli occhi degli arabi è un’altra storia rispetto a quella che abbiamo appreso sui banchi delle nostre scuole. Ed è scontato che questo accada, a seconda che si stia dalla parte degli aggressori o delle vittime. Ma ciò che conta è la sensazione che resta al termine della lettura. E cioè l’impressione che prima o poi i nodi dovevano venire al pettine della storia. Solo una ottusa narcisistica arroganza dell’Occidente può ancora pensare di evitare questo appuntamento.
Il punto di partenza delle attuali tensioni può essere datato al 1095, quando i crociati europei lanciarono la guerra santa per conquistare la città di Gerusalemme. La loro invasione ha dato avvio alla guerra santa islamica, la jihad che continua tuttora.
Di fronte alla folle ferocia del Califfato che oggi sgozza i suoi prigionieri o li arde vivi in gabbie di ferro si ha l’impressione di una tragica legge del taglione, di una vendetta della storia nelle mani di un irriducibile fanatismo religioso.
Attraverso il mondo, dall’America all’Europa, dall’Africa al Medio Oriente, dal Pakistan all’Indonesia i fanciulli che frequentano le madrasa, le scuole islamiche, mandano a memoria gli stessi libri: il Corano in arabo antico e l’Hadith, il testo che contiene detti e aneddoti sulla vita del profeta Maometto. Analogamente ai testi Cristiani e di Confucio, queste letture hanno influenzato le menti di innumerevoli generazioni.
In Pakistan ci sono oltre 10.000 madrasa che preparano i futuri leader politici e religiosi. La scuola più importante è Haqqania che ha laureato i leader dei Talebani, e il gruppo dirigente dell’Afghanistan. Nell’ Haqqania gli studenti, dagli otto ai trent’anni, passano da sei mesi a tre anni a memorizzare il Corano in arabo coranico, unico veicolo ammesso per comprendere la parola di Dio, rivelata da Maometto. In questo modo gli studenti di Haqqania e gli studenti delle scuole islamiche nel mondo apprendono un linguaggio condiviso da oltre un miliardo di mussulmani. Non solo ciò consolida i legami tra le nazioni e le comunità islamiche, ma rende saliente il diritto all’apprendimento della propria lingua nei Paesi dove i mussulmani sono una minoranza.
La storia islamica e il diritto islamico completano gli studi degli studenti nella Haqqania. Il corso di storia islamica fornisce loro potenti promemoria dell’imperialismo occidentale. I Paesi islamici ancora sentono l’umiliazione dell’imperialismo occidentale, di conseguenza stupiscono circa la nostra pretesa di essere i progenitori e i difensori dei diritti umani nel mondo.
La giurista Ann Mayer cita il leader religioso Ayatollah Khomeini: “Quelli che sono chiamati diritti umani altro non sono che una collezione di regole corrotte tratte dal Sionismo per distruggere tutte le vere religioni”. All Khamene’i, attuale Guida Suprema dell’Iran, ha commentato, “Per noi la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani non è che una collezione di ‘Mumbo-Jumbo’ dei discepoli di Satana.”
La Dichiarazione del Cairo dei diritti umani, del 1990, si è resa, dunque, necessaria perché la nostra visione dei diritti dell’uomo non è compatibile con la concezione della persona e della comunità che ha l’Islam. Per l’Islam, il diritto all’istruzione è giustificato dall’esigenza religiosa di conoscere il Corano e non dalla dottrina occidentale del diritto naturale. Come risultato, la libertà di pensiero e di espressione nelle nazioni islamiche è ammessa solo in conformità ai dettami della legge di Dio o della Sharia.
Disgraziatamente, il Corano disegna un mondo diviso tra credenti e infedeli. In aggiunta c’è la lunga storia di persecuzioni dei mussulmani da parte dell’Occidente. Ma nello stesso tempo il Corano proibisce la compulsione religiosa, l’imposizione del credo religioso sugli altri.
D’altra parte non c’è nulla nel Corano che proibisca la pace tra i Paesi islamici e le altre nazioni, se nei fatti il Corano stabilisce, “Combatti nel nome di Dio coloro che combatti, ma non essere aggressivo: Dio non ama gli aggressori.” (2:190)
Il tempo e lo sforzo consapevole dell’Occidente come delle nazioni mussulmane potranno cancellare questo antagonismo storico e ridimensionare la dottrina del nazionalismo.
In questa direzione l’Occidente, a partire dal nostro Paese, può compiere da subito un passo in avanti relativamente ai diritti dei mussulmani nei Paesi dove sono minoranza. Non solo consentire la costruzione delle moschee, ma riconoscere il diritto ad apprendere l’arabo coranico come seconda lingua nelle scuole pubbliche. Si tratta di un’importante lingua internazionale che unisce una delle più grandi comunità culturali del mondo. L’arabo coranico potrebbe essere insegnato nelle scuole pubbliche laiche senza l’uso di testi religiosi, così come noi apprendiamo il latino a prescindere dalla chiesa cattolica. Se lo spagnolo, il latino, il tedesco, il francese, l’italiano, l’ebraico, il russo ecc. sono insegnati come seconda lingua nelle scuole pubbliche dell’Occidente, perché no l’arabo coranico?
Aiuterebbe veramente l’incontro tra le culture, quella occidentale e quella mussulmana, al di là di ogni sterile predica di integrazione e di pluralismo culturale.
Nel nostro paese, che consente l’insegnamento confessionale della religione cattolica a spese dello stato, questo diritto ha maggiore motivo d’essere garantito.
Non è accettabile che il diritto all’istruzione, sancito solennemente dalla nostra Costituzione, incontri delle limitazioni nei confronti dei tanti mussulmani che fuggono dalle discriminazioni e dalle imposizioni teocratiche dei governi e dei nazionalismi dell’Islam.

La National Gallery al Cinema Apollo

da: ufficio stampa Apollo Cinepark

Fra le proposte del programma primaverile di Apollo Arte e Cultura spicca quello di domani sera, alle ore 20.15: si tratta di National Gallery, l’ultima opera di Frederick Wiseman, Leone d’Oro alla Carriera all’ultima Mostra Cinematografica di Venezia.
Presentato e acclamato lo scorso anno nella Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes, National Gallery permetterà allo spettatore di immergersi nel museo londinese, guidandolo in un viaggio nel cuore dell’istituzione di Trafalgar Square e dei capolavori dell’arte occidentale che vi sono custoditi. Si tratta del ritratto di un luogo “dal di dentro”: una narrazione del funzionamento della National Gallery e del suo rapporto con il mondo, ma anche delle persone che vi lavorano giorno dopo giorno, del suo pubblico, dei suoi dipinti. In un gioco di specchi continuo e vertiginoso, in un mosaico dove il cinema osserva le opere d’arte e la pittura guarda con curiosità al cinema.

Del resto è proprio questa una delle grandi qualità di Wiseman, narratore paziente e “invisibile” sempre attento ai minimi dettagli: la sua capacità di svelare, con discrezione e grazia, i segreti dei microcosmi che si trova di volta in volta a indagare. In National Gallery scopriamo così il teschio deformato che si nasconde nell’olio su tavola degli Ambasciatori di Holbein il Giovane per passare poi a partecipare alle riunioni dello staff del museo assieme al Direttore Nicholas Penny, a prendere parte alle problematiche su illuminazione e restauri, a lasciarci stupire dalla composizione rivelata dai Raggi X sotto il Ritratto di Federico Rihel a Cavallo di Rembrandt, a partecipare al balletto, coreografato da Kim Brandstrup e Wayne McGregor, messo in scena nelle sale del museo in occasione della mostra Metamorfosi: Tiziano. Senza dimenticare le proteste ambientaliste degli attivisti di Greenpeace, arrampicati sulla facciata del Museo. Quelli che il regista porta in scena sono così momenti quotidiani di quella “creatura viva” che è la National Gallery: per comporre questo quadro di 180 minuti -tra le opere di Leonardo, Caravaggio, Turner, Goya, Tiziano, Holbein, Bronzino, Rembrandt, Velasquez, Pisarro… – Wiseman ha messo infatti in pratica il metodo che caratterizza da sempre il suo lavoro. Si è immerso nelle realtà del museo, vivendoci per settimane e settimane, riprendendo tutto e quindi selezionando e montando pazientemente le 170 d’ore di riprese raccolte, senza mai aggiungere voci fuori campo né interviste.

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Nota del sindaco Tiziano Tagliani sulla questione della caffetteria nel cortile di Palazzo Schifanoia

da: ufficio stampa Comune di Ferrara

E’ veramente singolare constatare come a pochi stia a cuore il definitivo restauro di Palazzo Schifanoia, mentre invece la paventata chiusura della caffetteria che si trova nel cortile del palazzo ha suscitato l’interesse dei mezzi di informazione, oltre a miriadi di interventi e commenti sul web. Da ultimo, anche alcuni esponenti di un paio di forze politiche di opposizione hanno pensato bene di salire sul carro della polemica, ergendosi a paladini di un imprenditore angariato, in difesa della continuazione della gestione della caffetteria da parte di quest’ultimo.
Prima di tutto, mi sia consentito dare una piccola notizia, che temo interesserà a pochissimi ma che è tuttavia necessaria per comprendere il contesto generale: il progetto per l’adeguamento sismico e il conseguente restauro di Palazzo Schifanoia sta terminando l’iter delle necessarie autorizzazioni. Vincoli delle finanze locali permettendo, speriamo di avviare il cantiere a cavallo della fine d’anno. A lavori conclusi, avremo un palazzo sicuro in tutte le sue parti (dopo i danni provocati dal sisma del 2012, che ne hanno ridotto gli spazi agibili), con un allestimento museale completamente nuovo e pensato per dare visibilità anche a tanta parte del nostro patrimonio artistico (ad oggi conservato nei depositi), e un ascensore, che finalmente consentirà a chiunque di accedere al piano superiore. Ma ora smetto di dilungarmi su queste “inezie”, e passo all’argomento che sta veramente a cuore al popolo del web, ad alcune forze politiche e – di conseguenza – ai mezzi d’informazione.
L’attuale concessione per il servizio di gestione della caffetteria scade ai primi d’aprile. Data la natura commerciale dell’attività (la caffetteria sarà pure un luogo dell’anima, ma rimane sostanzialmente una caffetteria), non si può provvedere ad affidare nuovamente il servizio se non attraverso un bando di gara. L’attuale gestore sostiene di aver maturato il diritto a vedersi riconosciuto un affidamento diretto. Nonostante sia stato invitato più volte, anche nel corso di numerosi incontri, a sostenere questa sua pretesa con valide argomentazioni giuridiche, l’invito è caduto nel vuoto. Forse se le motivazioni non arrivano è perché di valide – sul piano della legittimità – ve ne sono poche o nessuna.
La decisione presa dall’Amministrazione comunale è di non procedere con il bando per il nuovo affidamento del servizio fino al termine dei lavori. Il motivo è semplice: i lavori comporteranno la chiusura del Palazzo e anche il cortile sarà area di cantiere. Sarebbe sbagliato suscitare legittime aspettative in coloro che sono disposti a candidarsi per la gestione (di manifestazioni di interesse ne abbiamo avute parecchie, e chi le ha avanzate non ha – fino a prova contraria – minori diritti rispetto all’attuale gestore), per poi deluderle con un forzato periodo di chiusura, che purtroppo – considerata la complessità e delicatezza del restauro – non sarà breve.
Ma perché allora non prorogare l’attuale gestione fino all’inizio dei lavori? Il motivo, anche in questo caso, è semplice: l’attuale gestore è moroso, non paga il canone di concessione. Una morosità iniziata prima del sisma, quando cioè la gestione non poteva ancora aver risentito degli effetti negativi derivanti dal terremoto, che si è tradotta in un debito significativo nei confronti del Comune, cioè di tutti i cittadini ferraresi; e che apparirà, credo, scandalosa a tutti coloro che invece un canone lo pagano.
Il debito, dicevo, è rilevante, e permane tale nonostante: a) si sia concesso al gestore di riprendere l’attività – a furor di popolo, di associazione di categoria e di articoli di stampa – già a settembre 2012, sebbene il Museo fosse chiuso perché inagibile, dotandolo (ad onere del Comune) di bagni chimici perché i bagni del Museo erano irraggiungibili. Questo, dopo aver inutilmente tentato di prospettare al gestore e alla sua associazione di categoria che con il Museo chiuso la caffetteria ben difficilmente avrebbe avuto introiti adeguati; b) il gestore si sia tardivamente reso conto che con il Museo chiuso gli affari non andavano bene (sorprendente, vista la mole di testimonianze sul web attestanti il fatto che a Schifanoia ci si va per la caffetteria, e non per vedere gli affreschi del Salone dei Mesi); c) di conseguenza, il gestore si è nuovamente rivolto all’Amministrazione, e nel corso di incontri tra lui, un dirigente della sua associazione di categoria, il legale dell’associazione medesima e tecnici del Comune si è concordemente convenuto che la dirigente del Servizio Patrimonio del Comune e il legale di parte avrebbero condiviso una soluzione che contemperasse il sollievo alle difficoltà del gestore con l’esigenza imprescindibile di legittimità degli atti del Comune (non si ha qui la pretesa che questa esigenza sia compresa da tutti, ci basterebbe che la sentisse come propria chi siede in consiglio comunale come Paolo Spath di F.d.I./Alleanza Nazionale o in consiglio regionale, come Alan Fabbri della Lega Nord); d) la soluzione, condivisa dalla dirigente comunale e dal legale di parte, prevede, a decorrere dall’autunno 2012 e fino alla scadenza della concessione, uno sconto significativo sul canone, giustificato dal fatto che il Museo era stato solo parzialmente riaperto nella primavera 2013, e che quindi erano oggettivamente ridotte le potenzialità attrattive anche per la caffetteria (da notare: è vero che il Museo è riaperto solo parzialmente, ma il Salone dei Mesi è visitabile e nel corso del 2014 si sono avuti circa 52.000 visitatori, il picco da molti anni a questa parte); e) al gestore è stato proposto un piano rateizzato di rientro dal debito pregresso, a cui a tutt’oggi non è stata data risposta. Anzi, si è data risposta con un’abile campagna pubblicitaria, alla quale anche alcuni esponenti politici si sono accodati.
Questi i fatti, che lascio giudicare a voi. Per parte mia, posso solo dire che prorogare la concessione del servizio a un gestore pervicacemente moroso costituirebbe, oltre che un danno erariale, un’offesa al buon senso e a tutti coloro che faticosamente fanno fronte ai propri impegni. Aggiungo che il Comune agirà in tutte le sedi per recuperare un credito che appartiene ai cittadini, e che diffido il gestore dall’utilizzare la caffetteria e il nome di Schifanoia per campagne di informazione e di sottoscrizione che sono tutte squisitamente pro domo sua. Lancio, invece, una proposta agli esponenti di opposizione che hanno ritenuto di strumentalizzare questa vicenda: siccome dovrebbero conoscere molto bene quali sono i limiti posti all’agire di una Amministrazione pubblica, dico che sono disposto a considerare l’ipotesi di una proroga fino all’inizio dei lavori se garantiranno di tasca propria il puntuale pagamento del debito e dei canoni successivi, depositando anticipatamente l’intero importo quale cauzione,. Sarebbe anche un bel modo per dimostrare concretamente quella fiducia nelle capacità del gestore che sino ad oggi hanno sbandierato gratis.

Il Sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani

Lo yoga e l’arte del rispetto

“Siamo in questo mondo per portare pace e felicità a tutti gli esseri viventi. Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo adottare stili di vita pacifici e non dannosi e una non interferenza nella felicità degli altri”. Swami Nirmalananda

Quando ci si avvicina alla pratica dello yoga, inevitabilmente emerge il tema del vegetarianismo. Prima o poi la questione viene a galla, perché yoga e rispetto di ogni tipo di essere vivente sono strettamente legati e interconnessi. Pare difficile, infatti, prescindere dalla riflessione sul controllo del proprio corpo, della propria respirazione e del proprio battito se non ci si vede e ci si immagina immersi e facenti parte di un mondo naturale più esteso.
Parte di un ciclo, che si apre e si chiude, liberi ma rispettosi. Forse la riflessione non è immediata e arriva dopo qualche tempo e in seguito a una vera, intensa e cosciente dedizione alla pratica dello yoga, ma arriva. La simbiosi fra yoga e vegetarianismo è chiara laddove si pensi al fatto che la base dello yoga è la gentilezza, il rispetto della vita di ogni essere vivente, che deve essere libera e felice, e la considerazione che le azioni della propria devono contribuire in qualche modo alla felicità e alla libertà di tutti. Perché ciascuno di noi ha un ruolo da spendere e una responsabilità, ciascuno può fare qualcosa. Mai pensare che da soli non possiamo cambiare nulla. Mangiare carne o pesce significa privare della vita un altro essere vivente che spesso viene cresciuto e allevato proprio per soddisfare l’appetito umano, che si trova in batteria proprio per questo, alimentato con cibi di origine animale, quando per natura spesso è erbivoro. A nulla varrebbe la considerazione che gli animali si cacciano loro stessi per natura, perché non mangiamo tigri o leoni. Il latte, poi, anche quello viene sottratto al piccolo cui sarebbe dedicato, al quale la natura ha pensato, perché disponibile alle e dalle madri che hanno appena partorito, per i loro cuccioli, non certo per noi. Non è semplice sposare queste teorie né vogliamo farcene paladini (anche se, ammettiamo, ci ispirano una certa simpatia, o non ve ne parleremo), anche perché ognuno è abbastanza grande da comprendere ragioni e magari limiti di pensieri come questi. Certo è che le riflessioni di molti libri, fra i quali uno particolarmente interessante di Sharon Gannon, fondatrice del metodo Jivamukti Yoga (“Yoga and Vegetarianism”, Mandala Publishing, 2008, 144 p.), non vanno sottovalutate, soprattutto quando, dati alla mano, evidenziano anche il legame fra consumo di carne e riscaldamento globale (secondo le Nazioni unite l’allevamento di carne a uso alimentare comporta un aumento delle emissioni di gas a effetto serra maggiore di quello provocato dai trasporti), inquinamento idrico (la maggior parte dei rifiuti degli allevamenti, che contengono pesticidi, erbicidi, antibiotici e ormoni, finiscono in fiumi e oceani), uso dell’acqua (oltre la metà dell’acqua consumata negli Stati Uniti, ad esempio, è usata per l’allevamento di animali), terra e suolo (sempre negli Stati uniti, oltre l’80% dei terreni è utilizzato per allevare animali e grano/alimenti ad essi dedicati), deforestazione (aumenta per fare spazio ai terreni necessari per il punto precedente), grano (sempre sul suo, americano, l’80% del grano coltivato e il 95% di altri cereali, sono destinati ad alimentazione animale), petrolio (anche qui la percentuale di combustibile fossile destinato all’allevamento è altra, oltre un terzo di tutti i combustibili fossili usati in America), mari e oceani (si stanno svuotando di vita, spesso anche a causa di una pesca selvaggia, indiscriminata e non controllata). Senza dimenticare i benefici per la salute, in un’alimentazione povera di colesterolo, ormoni e grassi.
A mio avviso, tali riflessioni sono importanti, non vanno sottovalutate e, indipendentemente da un’applicazione più o meno rigorosa, credo che vadano conosciute. Sharon, nel libro citato, ricorda, poi, che gli uomini non sono biologicamente ‘disegnati’ come mangiatori di carne: anatomia e fisiologia suggeriscono il contrario, basti pensare che abbiamo bocche e denti piccoli. La vita, poi, è sacra, insegna lo yoga, siamo esseri spirituali grazie al nostro respiro. Ecco perché nello yoga la respirazione è tanto importante e va conosciuta, seguita e curata. Il respiro è connesso all’aria che tutti respiriamo. Se respirare significa vivere, allora non bisogna interrompere ‘l’alito di nessuno’, nemmeno quello degli animali. Respirare, quindi, ma connessi al tutto. Sempre.
Se lo yoga non pare, quindi, rappresentare solo un modo di essere, esso si riferisce piuttosto a un modo di vivere in armonia con il tutto dell’esistenza. Senza carne o pesce o solo con i frutti della terra, vale la pena mettersi in comunicazione con la vera essenza del mondo. Il suo respiro. Perché come trattiamo gli altri determina la nostra stessa realtà.

IL CASO
Troppa teoria all’Ipsia. E il preside introduce i laboratori creativi

L’Ipsia “Ercole I d’Este”, Istituto professionale per l’Industria e l’artigianato di via Canapa, negli ultimi 12 anni ha attraversato una serie di avversità che ne hanno un po’ offuscato l’immagine. Ma le cose stanno notevolmente cambiando, da un paio d’anni c’è una vera e propria ‘rivoluzione’ in atto: un gruppo molto motivato di docenti, sostenuti e coordinati dal nuovo preside Roberto Giovannetti, sta risollevando le sorti dell’istituto attraverso una progettazione innovativa. Con l’avvio del nuovo anno scolastico hanno avviato un progetto sperimentale triennale molto articolato, rivolto a tutta la scuola, e in particolare alle classi prime, nell’ambito del protocollo d’intesa per la prevenzione del bullismo e delle devianze giovanili che vede coinvolti, tra gli altri Promeco, Provincia, Prefettura, ufficio minori della Questura e l’Università di Bologna.

ipsia-prima-parteDocenti e preside hanno contattato la redazione di ferraraitalia, perché sentivano la necessità di raccontare il grande rinnovamento che vede protagonisti docenti e studenti e che merita di essere reso pubblico. La sfida è quella di cambiare la percezione che gli studenti stessi hanno della loro scuola, e ciò sta avvenendo grazie al fatto che si lavora per aumentare la loro autostima e per migliorare le relazioni all’interno dell’istituto, e di svelare ai concittadini e agli operatori del territorio quel gioiello che l’istituto sta diventando. Il cambiamento di impernia su laboratori creativi che coinvolgono le classi prime, un laboratorio teatrale con metodo Cosquillas; quello di musica rap/hip hop e il laboratorio di video.

Abbiamo intervistato le docenti Anna Guglielmetti e Monica Santoro, referente del progetto, che insegnano all’Ipsia da sette anni e che fanno parte del Gruppo tecnico del Progetto Sperimentale, il dirigente Roberto Giovannetti, Massimiliano Piva operatore del Metodo Cosquillas di cui abbiamo recentemente parlato [vedi], e gli stessi alunni, per capire meglio cosa abbia portato, nel passato, al degrado e oggi al rifiorire della scuola.
L’intervista si divide in tre parti, di seguito la voce delle insegnanti.

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Ipsia, Istituto professionale per l’Industria e l’artigianato: i ragazzi tutor, da sinistra in piedi il vicepreside Gianluca Rossi, il regista Massimiliano Piva, in basso da sinistra il preside Roberto Giovannetti, le prof. Anna Guglielmetti e Monica Santoro

Gli ultimi dieci anni hanno fortemente modificato l’immagine dell’istituto, quali sono state le cause più rilevanti?
In primo luogo, con le diverse riforme della scuola, tra cui quella Gelmini, tutti gli istituti professionali hanno subito notevoli modifiche nel quadro orario e la diminuzione di ore di attività pratica di laboratorio, perdendo così, in parte, la loro connotazione originaria e snaturandosi. Inevitabilmente i nostri ragazzi stanno subendo questo forte cambiamento, infatti quando si iscrivono al professionale si aspettano una scuola che dia loro la possibilità di acquisire sin dal primo anno competenze che orientino al mondo del lavoro, e invece si rendono conto ben presto che molte ore del biennio sono svolte in modo frontale e che i contenuti sono prettamente teorici. Solo nel triennio, infatti, il professionale assume la sua specifica connotazione. Inizialmente questo li disorienta e li delude perché vorrebbero che ci fossero più ore di laboratorio, più tempo da dedicare “al fare”, al “toccare con mano”, a sperimentare saperi da acquisire lavorando con motori, circuiti elettrici, macchine. Per noi è molto difficile sopperire alla mancanza di ore da dedicare all’attività manuale e pratica, tuttavia cerchiamo di venire incontro alle legittime richieste degli studenti attivando il maggior numero possibile di laboratori e attività extra. A causa della discrepanza tra aspettative e realtà, talvolta si avverte un clima di disagio non solo tra i ragazzi, ma anche tra gli insegnanti che non sempre possiedono strumenti adeguati per affrontare la situazione.

Quante ore di laboratorio c’erano nel biennio prima della riforma e quante ora?
Parliamo di un calo sensibilissimo: prima delle riforme c’erano circa 18 ore settimanali di attività pratica (su 42 totali), poi sono passate a 10 (su 36 ore settimanali), e adesso, nel biennio, ne sono rimaste 3 su un totale di 33 ore; inoltre le discipline sono aumentate.

I ragazzi come reagiscono?
Loro esprimono il disagio con comportamenti poco funzionali, talvolta scorretti, di protesta, perché faticano a rimanere 5/6 ore al giorno seduti in aula ad ascoltare lezioni teoriche, quando pensavano di poter trascorrere le mattine in un’alternanza tra aula e laboratori, in questo si sentono “traditi”. Ovviamente, essendo ragazzi non esplicitano il disagio, oppure lo fanno ma con atteggiamenti sbagliati che provocano conseguenze sul profitto; nelle situazioni più gravi si può presentare il rischio di abbandono scolastico. Anche prima della riforma abbiamo dovuto gestire classi vivaci e in qualche caso problematiche, ma dopo la riforma la situazione si è aggravata.

Ricorda un po’ la situazione in cui versava la Città del Ragazzo anni fa…
Esatto, siamo in una situazione simile ed è proprio al loro percorso di riqualificazione e valorizzazione che ci siamo ispirati.

Quali altri problemi hanno creato difficoltà alla scuola?
Ai disagi legati ad un’utenza a volte problematica con difficoltà di relazione e attenzione, alla drastica riduzione delle ore di laboratorio con la conseguente perdita di identità dell’istituto, al fenomeno delle ‘classi pollaio’ con 31 studenti, si sono aggiunti cambiamenti di dirigenza molto frequenti negli ultimi dieci anni, un turn-over altissimo degli insegnanti e del personale in generale, e lo spostamento della sede da via Roversella a via Canapa del 2003 che ha dato un duro colpo alle iscrizioni. Per anni, nel passato, abbiamo sofferto anche la mancanza di un fronte compatto che lavorasse sulla riorganizzazione della scuola, e ciò ha favorito il sorgere di preconcetti riguardo all’istituto che, in qualche caso, viene letteralmente stigmatizzato, al punto che alcune scuole medie, che non hanno compreso l’importanza del cambiamento in atto all’Ipsia, non ci aprono nemmeno più le porte per presentare la nostra offerta formativa agli alunni delle classi III nelle giornate dedicate all’orientamento.
Nell’immaginario collettivo il professionale corrisponde ad un luogo dove si fa poco o nulla e dove i ragazzi non hanno regole. In realtà non è affatto così: gli episodi gravi come l’ultimo fatto di cronaca del 29 gennaio (studente dell’Ipsia denunciato perché portava a scuola nello zaino un coltello di 33 centimetri) sono rarissimi, ma purtroppo solo quelli vengono amplificati, mentre emergono solo raramente i numerosi aspetti positivi dell’Istituto, ossia il fatto che ci sono insegnanti qualificati e motivati, con una grande capacità di ascoltare ed aiutare tutti i ragazzi, anche e soprattutto quelli in difficoltà, che i voti non sono regalati, che note e provvedimenti disciplinari vengono dati, se necessario, ma che si è sempre pronti a riconoscere e premiare gli studenti che si danno da fare, e che sono la maggioranza. Noi stiamo lavorando per mostrare questa, che è la vera immagine dell’istituto.

Quanti presidi avete cambiato negli ultimi anni?
Negli ultimi dieci anni si sono alternati sei presidi. Cambiamenti di dirigenza così frequenti ovviamente hanno destabilizzato la scuola e ostacolato interventi e attività anti-bullismo e antidispersione che ogni anno cercavamo di realizzare. Fortunatamente, da quando dirige l’Istituto il professor Giovannetti si è potuta realizzare una maggiore continuità di gestione e di conseguenza si riescono a mettere in atto le numerose strategie che ne stanno cambiando il volto.

Guglielmetti e Santoro chiamano una delle collaboratrici scolastiche storiche dell’istituto, Sandra Benassi, alla quale chiediamo di raccontarci com’era l’istituto negli anni d’oro.
Io lavoro all’Ipsia da 30 anni. Allora l’istituto era in centro, in via Roversella, una locazione molto più prestigiosa. C’era il bar all’interno e, all’esterno, un chiosco di cartoleria con prodotti dedicati alla nostra scuola. Avevamo circa 1500 studenti (a fronte degli attuali 300), molti dei quali sono diventati personalità importanti nell’ambito aziendale del territorio, e non solo. La scuola di via Roversella era un ex-convento, grandissimo, con cortili stupendi che si riempivano di ragazzi durante l’intervallo.

In cosa consiste il progetto con il quale avete cercato di invertire la rotta e come stanno andando le cose?

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I ragazzi durante il laboratorio teatrale
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Ragazzi di una classe prima e tre tutor del triennio

Il fulcro sono tre laboratori creativi che coinvolgono le classi prime, il laboratorio teatrale con metodo Cosquillas; il laboratorio di musica rap/hip hop; il laboratorio di video tenuto dagli operatori dell’Area giovani del Comune di Ferrara che realizza video-interviste e backstage delle attività delle altre classi. Stanno avendo tutti un grande successo. A questi laboratori partecipano anche gli studenti tutor del triennio che fungono da supporto e che si sono distinti per le loro notevoli qualità relazionali.

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La docente Anna Guglielmetti

Le attività che stiamo realizzando stanno andando benissimo. I ragazzi si stanno integrando, stanno meglio a scuola e i miglioramenti si stanno vedendo anche sul piano del comportamento. Gli studenti hanno accolto molto favorevolmente il progetto, al quale partecipano attivamente facendosi promotori di idee e proposte e rendendosi protagonisti di attività che si sono rivelate essenziali per l’obiettivo dello “star bene a scuola”. Ciò avviene anche grazie all’impegno di un gruppo studentesco che si occupa della cura degli ambienti e delle relazioni.

Oltre al progetto sperimentale, su cosa state lavorando per risollevare il nome e le sorti della scuola?

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La referente del progetto Monica Santoro e tre tutor, Federico Paone, Michela Canella e Cristina D’Agostino

Per aumentare il coinvolgimento e l’autostima dei ragazzi, per farli sentire importanti e incoraggiarli anche dal punto di vista dell’apprendimento, agiamo su più fronti: stimoliamo i ragazzi a sviluppare il senso di appartenenza alla propria scuola e puntiamo sul progetto accoglienza che si basa sul concetto di “educazione alla pari” e che consiste in attività di tutoraggio per le classi prime da parte di alcuni ragazzi del triennio. I ragazzi tutor vengono preparati dagli insegnanti in modo che siano autonomi nel gestire gli interventi i primi giorni di scuola nelle classi. Questi ragazzi sono davvero bravissimi, abbiamo verificato che quando viene data loro una responsabilità, la assumono e la sanno gestire molto bene. I tutor sono una risorsa importante per la scuola, perché rappresentano un canale di comunicazione diretto e uno strumento di mediazione con gli insegnanti.
Un’altra strategia che abbiamo messo in campo è il servizio di supporto a studenti, docenti e famiglie con la consulenza dell’educatore di Promeco, Alberto Urro. Inoltre, meritano certamente menzione alcune tra le iniziative più apprezzate, dai corsi di social network alle sfilate di moda, dal progetto promosso dalla Coop Ri-investimento-riuso creativo con scarti tessili, realizzato dal settore Moda, alle giornate di formazione e orientamento in collaborazione con la Cna, e poi attività di stage e cooperazioni con aziende dei settori meccanico, impiantistico elettrico, tessile-sartoriale.
Tutti insieme (insegnanti, studenti, tecnici, personale) siamo coinvolti ogni giorno per creare un clima positivo e propositivo, per riconfermare il ruolo della nostra scuola come luogo che prepara i ragazzi a diventare cittadini consapevoli, preparati e pronti ad entrate nel mondo del lavoro.

1. CONTINUA

IMMAGINARIO
Vita rarefatta.
La foto di oggi

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

campagna

La campagna emiliana conserva ancora
dei luoghi che parlano di un altro mondo,
in superficie mostra come
ferite i solchi nella terra, le sterpaglie.
E una strada sterrata porta dritta
a un rudere, dove la vita si è rarefatta,
si è fatta silenziosa, minuta.

[clic sulla foto per ingrandirla]

ACCORDI
Mica Van Gogh.
Il brano di oggi…

Ogni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta.

[per ascoltarlo cliccare sul titolo]

caparezza_museicaCaparezza – Mica Van Gogh

È uscito di recente il video ufficiale di “Mica Van Gogh”, brano di Caparezza estratto dal suo ultimo album “Museica”. Divertente, impegnato, provocatorio, ironico e con sempre più suoni tendenti al rock, l’artista pugliese ha ottenuto con questo suo ultimo lavoro un grandissimo successo tanto da aggiudicarsi la Targa Tenco come “miglior album dell’anno”.

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