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Giorno: 26 Marzo 2015

LA CURIOSITA’
Con #MuseumWeek il museo archeologico di Belriguardo fa vetrina su Twitter

Importanti reperti in ambra, tra i quali un anello con una scena complessa di eroti (o amorini), esemplare unico al mondo, un balsamario in onice, unico esemplare integro al mondo e degli interessanti pettini d’osso e di avorio, provenienti da una necropoli bizantina. Sono alcuni dei cimeli del Museo civico di Belriguardo. Dopo l’inaugurazione della rinnovata sezione archeologica, alla presenza del ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini (lo scorso 14 marzo), ora un’altra novità per questa bella realtà di Voghiera. Parliamo della partecipazione, con il proprio account Twitter @M_Belriguardo, a #MuseumWeek, un’occasione, per una settimana, dal 23 al 29 Marzo, di far conoscere al vasto pubblico di Twitter la realtà di Belriguardo, sia quella ufficiale sia quella meno conosciuta, da “dietro le quinte”.
Il museo si trova a Voghiera, all’interno della Delizia di Belriguardo, la residenza estiva degli Este. Al piano terra si trovano esposti i reperti delle 67 tombe scavate nella necropoli di Voghenza, mentre, al primo piano, sono esposti i reperti provenienti dal territorio di Voghiera. Il museo nasce dal vecchio ‘antiquarium’ che si trovava a Voghenza, vicino alla zona archeologica e fu poi trasferito, nel 1994, nell’attuale sede che, nel 2001, è diventato Museo civico. Nel torrione sono presenti alcune opere dell’artista locale Giuseppe Virgili (1884-1968), nella sezione arte moderna. Nella Sala della Vigna, l’unico salone affrescato rimasto degli oltre cento che c’erano nel Rinascimento, oltre agli affreschi di Gerolamo da Carpi, Benvenuto Tisi da Garofalo e dei fratelli Dossi, Battista e Dosso, sono esposti i reperti trovati in una fossa di scarico nel primo cortile di Belriguardo  [vedi].

Ma cosa significa per Belriguardo partecipare al #MuseumWeek 2015 dal 23 al 29 marzo 2015? Molto, come si vede anche dalla pagina facebook del museo [vedi]. Durante questo periodo, infatti, le istituzioni culturali e i musei di tutto il mondo sono invitati a celebrare la cultura su Twitter. Promossa da una dozzina di community manager di musei e istituzioni culturali francesi in collaborazione con i team di Twitter, la #MuseumWeek 2014 ha conquistato 630 musei di tutta Europa [vedi]. Per il 2015 ci si è dati un duplice obiettivo: dare un’eco mondiale a questo evento dedicato alla celebrazione dei musei e attirare un numero di visitatori ancora più ampio, in modo ludico e partecipativo. Ecco i principi di questa seconda edizione:

● 7 giorni, 7 temi da condividere con tutti i partecipanti di ogni parte del mondo;
● ogni tema può essere esteso ai campi in cui sono specializzate le istituzioni (arte, scienza, storia);
● nei giorni feriali i vari temi incoraggeranno la comunicazione online, mentre nel week-end si darà maggiore risalto alla partecipazione attiva dei visitatori in loco;
● saranno promosse interazioni fra istituzioni, incluse quelle estere, e con il pubblico in visita.

Nei giorni scorsi si è fattoscoprire al pubblico la vita quotidiana delle istituzioni, il “dietro le quinte” ( #secretsMW); lo si è invitato a condividere i ricordi che hanno della loro visita al museo, ad esempio attraverso un oggetto (foto, magnete, libro, cartolina) o un incontro / momento che hanno lasciato il segno (#souvenirsMW); si è raccontata la storia dell’edificio, dei suoi giardini e dei suoi luoghi emblematici (#architectureMW); si è invitato il pubblico a catturare, intorno a sé, contenuti correlati alle specializzazioni delle istituzioni (#inspirationMW)

Domani, venerdì (#familyMW) si presenta ciò che offre l’istituzione per rendere una visita un’esperienza indimenticabile.

Sabato (#favMW)
S’incoraggiamo i visitatori a condividere, con foto o video, ciò che hanno amato di più del museo.

Domenica (#poseMW)
S’invitano i visitatori a considerare il museo come un set e a mettersi al centro della scena. Pose, selfie, … il pubblico occuperà lo spazio a modo suo.

Per le istituzioni che vogliono iscriversi (Belriguardo lo ha già fatto): andare sul sito del MuseumWeek2015 [vedi] e invitare, perché no, altre istituzioni a seguire il proprio esempio, ritwittando @MuseumWeek. Noi lettori, invece, seguiamo e (ri)twittiamo tutti Belriguardo! Forza!

Comune di Ferrara, tutti i comunicati del 26 marzo

da: ufficio stampa Comune di Ferrara

La newsletter del 26 marzo 2015

PALAZZO BONACOSSI – Sabato 28 marzo alle 16 in via Cisterna del Follo per bambini da 6 ai 14 anni
Terzo appuntamento del percorso-laboratorio ‘L’arte riserva tante sorprese!’
26-03-2015

Sabato 28 marzo alle 16 a palazzo Bonacossi (via Cisterna del Follo 5) terzo appuntamento del ciclo “L’arte riserva tante sorprese!” nell’ambito dei percorsi didattici promossi dai Musei Civici di Arte Antica in collaborazione con l’associazione Arte.Na.
Il percorso-laboratorio “Vicino vicino lontano lontano” proposto si svolgerà nelle sale del palazzo Bonacossi, dove, con l’aiuto delle opere in mostra, i partecipanti saranno guidati alla comprensione della differenza tra gli oggetti lontani e quelli in primo piano (con brevi cenni sulla prospettiva). Poi, con figure di diverse dimensioni, dovranno creare una composizione cercando l’effetto vicino / lontano.
L’attività ha una durata di un’ora e trenta minuti ed è rivolta a bambini tra i 4 e i 14 anni, accompagnati da un adulto. Il costo è di € 8 per un bambino + un adulto.
È richiesta la prenotazione:
Associazione culturale Arte.Na – www.associazioneartena.it tel. 349 2691426 – 328 4909350
e-mail: alessandra@associazioneartena.it

URBAN CENTER – Sabato 28 marzo alle 18, nella sede di Wunderkammer (via Darsena 57 – Ferrara)
Ciascuno cresce solo se sognato: la storia e le azioni di Danilo Dolci
26-03-2015

‘Ciascuno cresce solo se sognato’ è l’ultimo verso di una poesia di Danilo Dolci, vuol dire immaginare gli altri come ora non sono. Avere la ferma convinzione che è possibile cambiare la realtà quando si prende coscienza delle proprie capacità e delle proprie risorse.

Sabato 28 marzo alle 18, nella sede di Wunderkammer (Palazzo Savonuzzi – Via Darsena, 57 – Ferrara), le associazioni Basso Profilo e Farmacia delle Immagini insieme all’Urban Center del Comune di Ferrara hanno organizzato un incontro pubblico per scoprire la figura e l’opera di uno degli intellettuali e attivisti più importanti del dopoguerra in Italia. A guidarci nelle riflessioni saranno Leandro Picarella, co-regista del documentario Dio delle Zecche – Storia di Danilo Dolci in Sicilia, e Francesca Leder, studiosa di Danilo Dolci e di tematiche di urbanistica partecipata.

Alle 19.30 è in programma la proiezione del documentario di Picarella che racconta la storia di Dolci attraverso il viaggio di suo figlio En, dalla Svezia – paese in cui è cresciuto – fino alla Sicilia. Un viaggio attraverso il tempo, alla ricerca della memoria perduta di un intero paese. Una memoria fatta di lotte, di digiuni, di scioperi alla rovescia. Il racconto di una delle prime esperienze di partecipazione popolare che anticipa di alcuni decenni l’attuale necessità di un coinvolgimento attivo delle comunità nelle decisioni che riguardano il proprio territorio.

La partecipazione alla serata Ciascuno cresce solo se sognato. Il futuro della partecipazione – Storia di Danilo Dolci in Sicilia è libera e gratuita. L’iniziativa è all’interno del programma Ri-generazione urbana a cura dell’Associazione Basso Profilo e del percorso partecipativo Ferrara mia, insieme per la cura della città.

Per maggiori informazioni:

www.urbancenterferrara.it

info@urbancenterferrara.it

ASSESSORATO ALLA SANITA’ E SERVIZI ALLA PERSONA – Giovedì 2 aprile iniziative e appuntamenti
La ‘Giornata mondiale dell’Autismo 2015’, momento di conoscenza e sensibilizzazione
26-03-2015

Si è svolta questa mattina, giovedì 26 marzo in residenza municipale, la conferenza stampa di presentazione delle iniziative programmate in città in occasione della ‘Giornata mondiale dell’Autismo’, che si celebra il prossimo 2 aprile. Per illustrare il programma e fornire dati aggiornati su questa patologia sono intervenute l’assessora comunale alla Sanità Chiara Sapigni, la presidente di ANGSA Bologna (Associazione nazionale genitori soggetti autistici) Marialba Corona, Stefano Palazzi di UONPIA – DAISMDP Psichiatria Ausl e Unife e la vice presidente dell’associazione Dalla Terra alla Luna Onlus di Ferrara Mariella Ferri, insieme a un gruppo di genitori.

MATERIALE SCARICABILE – in fondo alla pagina

LA SCHEDA (a cura degli organizzatori)

In occasione della giornata mondiale della consapevolezza sul tema dell’Autismo, che ricorre il 2 aprile, l’Associazione Dalla Terra alla Luna Onlus, Autismo Ferrara, Federata ANGSA ER (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici Emilia Romagna), con il patrocinio del Comune di Ferrara, ha organizzato alcune iniziative pubbliche con l’obiettivo di sensibilizzare, informare e coinvolgere la cittadinanza su questo tipo di patologia.
Saranno proposti un flash mob per le strade del centro storico cittadino (2 aprile alle 18 in piazza Savonarola) e l’iniziativa “Genitore per un giorno” (vedi documentazione scaricabile). Sarà inoltre illuminata di blu di un monumento cittadino (a Ferrara la statua del Savonarola). Infatti da qualche anno Autism Speaks, la più grande organizzazione mondiale che promuove la ricerca scientifica sull’autismo, ha lanciato un’iniziativa battezzata “Light it up blue” (illuminalo di blu) per sensibilizzare l’opinione pubblica: i monumenti delle più grandi città del mondo, e di tutte le città che aderiscono all’iniziativa, nella notte del 2 aprile, si illuminano di blu a testimoniare la sensibilità della Città rispetto alla problematica dell’autismo.

Nel corso dell’incontro odierno il dottor Stefano Palazzi, in rappresentanza dei servizi sanitari Ausl e Unife, ha illustrato gli elementi essenziali di conoscenza sull’autismo e ha diffuso alcuni dati sulla patologia. Nel nostro territorio si contano circa 180 casi nella popolazione sotto i 18 anni (incidenza del 3 per mille su tutti i minorenni).

MATERIALE SCARICABILE – in fondo alla pagina

BIBLIOTECA ARIOSTEA – Venerdì 27 marzo alle 17 alla sala Agnelli
‘La democrazia come problema’, nuovo incontro con Tiziano Bonazzi
26-03-2015

Venerdì 27 marzo alle 17 alla sala Agnelli della biblioteca Ariostea (via Scienze 17) nell’ambito del ciclo di incontri sul tema ‘La democrazia come problema’, Tiziano Bonazzi interverrà su “La ‘Democrazia in America’ di Alexis de Tocqueville e la democrazia degli americani”. La presentazione sarà di Pietro Pinna. L’iniziativa è a cura di Istituto Gramsci di Ferrara e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara.
LA SCHEDA (a cura degli organizzatori) – Dopo la Seconda guerra mondiale Alexis de Tocqueville divenne una delle icone del pensiero liberale e anti-marxista e l’interprete per eccellenza della natura sociale e politica degli Stati Uniti. Ancor oggi è ritenuto uno dei massimi teorici liberali; ma non si può non storicizzarne la figura onde superare parametri di giudizio ereditati dalla Guerra fredda. Tocqueville era un aristocratico francese conservatore che viveva il dramma culturale del fallimento della Restaurazione e della nascita in Francia di una società borghese e che, con grande intelligenza, cercava di comprendere la direzione storica di quanto stava avvenendo. Ciò che egli capì nel suo viaggio negli Stati Uniti, innanzi tutto la scoperta della democrazia americana, non deve, di conseguenza, essere preso come la definitiva interpretazione del significato storico della nazione d’oltre atlantico, perché egli vide solo una parte della realtà statunitense e la usò all’interno delle categorie politiche che veniva costruendo. La “Democrazia in America” è innanzi tutto la “Democrazia di Tocqueville”; con il che non si svaluta l’opera, ma la si contestualizza. Oltre atlantico il pensatore francese colse gli aspetti rivoluzionari che gli servivano; ma non poté coglierne molti altri. Occorre, di conseguenza, procedere con cautela, non credere che l’America di Tocqueville sia il modello interpretativo per capire gli Stati Uniti e cogliere sia la complessità storica statunitense che la grandezza dell’autore liberale senza sovrapporli.

MUSEO DI STORIA NATURALE – Laboratori sabato 28 e domenica 29 marzo alle 15.30 in via De Pisis
‘Anthropos. L’arte nella preistoria: ceramica e incisione’ per Apprendisti Scienziati dagli 8 ai 12 anni
26-03-2015

Nuove avventure attendono i ragazzi dagli 8 ai 12 anni che sabato 28 e domenica 29 marzo alle 15.30 prenderanno parte ai laboratori per ‘Apprendisti scienziati’ organizzati dal Museo civico di Storia Naturale (via De Pisis 24) dal tema “Anthropos. L’arte nella preistoria: ceramica e incisione”.

LA SCHEDA (a cura degli organizzatori) – Affascinante viaggio alla scoperta delle tecniche dei primitivi per la costruzione di utensili preistorici. Quando e quali uomini hanno incominciato a costruirsi gli utensili in ceramica? Come hanno scoperto l’uso della creta? Quali rudimentali tecniche di lavorazione hanno inventato? Pasticciando insieme lo scopriremo. Sperimenteremo la tecnica a colombino e costruiremo insieme uno dei simboli dell’Homo Sapiens!
Per partecipare è necessaria la prenotazione da effettuare contattando la sezione didattica del Museo di Storia naturale: tel. 0532 203381 – 206297, dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 12,30 o all’indirizzo dido.storianaturale@gmail.com (info su www.comune.fe.it/storianaturale) (partecipazione al costo di 4 euro a persona).

BIBLIOTECA ARIOSTEA – Sabato 28 marzo alle 10 alla sala Agnelli in via Scienze
‘Quattro passi nella Ferrara digitale’, incontro alla scoperta dei servizi online della città
26-03-2015

“Quattro passi nella Ferrara digitale – itinerario virtuale alla scoperta dei servizi online della città”, è il tema dell’incontro in programma sabato 28 marzo dalle 10 alle 13 alla sala Agnelli della biblioteca Comunale Ariostea (via Scienze 17) coordinato dal Servizio Biblioteche e Archivi dal Servizio Sistemi Informativi e Territoriali del Comune di Ferrara. L’iniziativa si inserisce nel quadro dell’Agenda Digitale del Comune di Ferrara che prevede azioni mirate a diffondere la cultura digitale e, nello specifico, a promuovere la conoscenza e l’uso dei servizi online delle Pubbliche Amministrazioni da parte dei cittadini.

Questa giornata è stata organizzata dall’Associazione Intercomunale Terre Estensi (Comuni di Ferrara, Voghiera e Masi Torello) nell’ambito della Settimana Europea dedicata alla promozione dell’uso di Internet e dei servizi online “Get Online Week – GOW”. L’evento è promosso in partnership con il progetto Pane e Internet della Regione Emilia-Romagna, che coordina tutte le iniziative in programma nel territorio regionale.

Questo il programma degli interventi:

ore 10 – Saluto di Enrico Spinelli, dirigente del Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara

ore 10.15 – Saluto di Roberto Serra, assessore alla Semplificazione Amministrativa, Servizi Informatici, Smart City del Comune di Ferrara

ore 10.30 – ‘Quattro passi nella Ferrara digitale’, Fabio De Luigi, dirigente del Servizio Sistemi Informativi e Territoriali del Comune di Ferrara

ore 11 – ‘Il Comune a casa tua. Fai da te i certificati di anagrafe e stato civile’, Gianluca Carpanelli e Laura Zaia, U. O. Servizi Demografici del Comune di Ferrara

ore 11.30 – ‘Le iscrizioni online ai servizi educativi e scolastici comunali: presente e futuro’, Mauro Vecchi, direttore dell’Istituzione dei Servizi Educativi, Scolastici e per le Famiglie del Comune di Ferrara

ore 12 – ‘BiblioFE l’applicazione per smartphone e tablet per consultare il catalogo delle biblioteche del Polo Unificato Ferrarese’, Maria Grazia Mondini – Anna Bernabè, Unità Informatica Biblioteche dell’Università di Ferrara

ore 12.30 – ‘Il libro elettronico in biblioteca’, Arianna Chendi, Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara

Vai al sito per la registrazione on line all’iniziativa: http://www.comune.fe.it/index.phtml?id=4453

Agenda Digitale del Comune di Ferrara: http://agendadigitale.comune.fe.it/
European Get Online Week (23 – 29 marzo 2015): www.getonlineweek.eu
Progetto Pane e Internet: www.paneeinternet.it

SOLIDARIETA’ – Sabato 28 marzo alle 20 al Centro di promozione sociale Acquedotto
Appuntamento anche a Ferrara per l’iniziativa “Cento cene per Emergency”
26-03-2015

(Comunicato a cura degli organizzatori)

Sabato 28 marzo alle 20 al Centro di promozione sociale Acquedotto (corso Isonzo 42/a) si svolgerà la seconda edizione dell’iniziativa “Cento cene per Emergency”. Il costo della cena (menu della regione Campania, comprensivo di pane, vino e acqua) è 22 Euro, per gli studenti e tesserati Emergency 18 Euro, i bambini fino ai 6 anni gratis. Su richiesta menù vegetariano. Tutto il ricavato, fatte salve le spese vive, sarà devoluto ad Emergency per il progetto Programma Italia. L’iniziativa si avvale del patrocinio del Comune di Ferrara.

Per informazioni e per prenotarsi: Emergency.fe@gmail.com oppure 3339940136

Dal 2006 Emergency offre cure gratuite anche in Italia, con i tre poliambulatori di Marghera, Palermo e Polistena e cinque ambulatori mobili attivi nelle campagne del sud Italia per portare cure agli stagionali e ai migranti appena sbarcati sulle coste di Siracusa.

Nei suoi ambulatori e nel suo centro di Sassari, Emergency offre anche servizi di orientamento sociosanitario. In Italia Emergency ha offerto oltre 163.000 prestazioni (dato al 31 dicembre 2014). Cure gratuite, dignità, diritti, formazione, aiuto. Puoi sostenere il Programma Italia di Emergency anche partecipando alle #100cenE: buon cibo, musica, ottima compagnia per una serata “bella” in tutti i sensi.

CANILE MUNICIPALE – Sabato 28 e domenica 29 marzo nella struttura di via Gramicia
Fine settimana da dedicare ad una ‘Visita pasquale al Canile comunale’
26-03-2015

(Comunicato a cura dell’associazione AVEDEV)

Per il quindicesimo anno, l’Associazione AVEDEV, unitamente al Comune di Ferrara, organizza per sabato 28 e domenica 29 marzo la tradizionale “Visita pasquale al Canile Comunale”.

L’iniziativa ha l’obiettivo – e soprattutto la speranza … – di effettuare una consistente “raccolta di cibo”, in particolare di scatolette (sono comunque graditi anche pasta, riso, biscotti, ecc.).

Sarà possibile anche donare offerte per i cani ricoverati al Canile comunale di Ferrara, (circa 106) alcuni dei quali bisognosi di cure continue. Un invito particolare viene rivolto ai bambini, i quali potranno fare uno scambio certamente gradito: per una scatoletta, riceveranno un ovetto di pasqua.

Quest’anno i volontari hanno organizzato, sempre all’interno del canile, anche un piccolo “mercatino” di oggetti usati, nell’intento di raccogliere fondi in favore dei cani ospiti.

Grazie alla sensibile disponibilità e generosità del Centro Commerciale “IL CASTELLO” , della Cooperativa CO.IND e della Ditta DOLCIARIA TINA di Migliarino, che hanno messo a disposizione propri prodotti, nel pomeriggio di domenica 29 marzo (o lunedì 6 aprile, in caso di maltempo) verranno estratti tra i presenti alcuni premi, fra cui un uovo gigante.

Nel pomeriggio di domenica, alle ore 17, l’Associazione AVEDEV consegnerà all’Ispettore della Questura di Ferrara Massimo Dossi una targa-ricordo per la sensibile collaborazione ricevuta in tanti anni di attività, anche in difesa dei diritti degli animali.

Il canile rimarrà aperto al pubblico dalle 9 alle 12,30 e dalle 15 alle 19 di entrambi i giorni.
Ci aspettiamo che siano molti i ferraresi che aderiranno a questa “solidarietà” alimentare, nella speranza che in quei giorni qualche nostro ospite possa trovare una nuova famiglia disposta ad adottarlo.

PROMECO – Venerdì 27 marzo alle 14.30 nella sede IAL di via Montebello 46 a Ferrara
“Itinerari di qualità nelle IeFP: dall’esperienza alla conoscenza”
26-03-2015

“Itinerari di qualità nelle IeFP: dall’esperienza alla conoscenza”

La distinzione dei ruoli nella collaborazionetra docenti ed educatori

Allo IAL di via Montebello 46 la quarta lezione

Sarà lo IAL di via Montebello ad ospitare, venerdì 27 marzo alle 14.30, il quarto appuntamento del corso di formazione per docenti “Itinerari di qualità nelle IeFP: dall’esperienza alla conoscenza”. Partendo dall’esperienza maturata negli anni di collaborazione con l’U.O. Promeco e dal ruolo svolto all’interno del progetto “Punto di Vista: l’educatore a scuola” Michele D’Ascanio e Tanja Bettoli affronteranno uno dei temi più delicati tra quelli presenti nell’universo scolastico: la distinzione di ruolo tra le figura dell’educatore e quello dell’insegnate.

Nel corso della lezione-laboratorio Bettoli e D’Ascanio, entrambi psicologi, tratteggeranno il profilo ben distinto ma necessariamente complementare dell’insegnate visto come figura delegata alla didattica e all’apprendimento ma anche soggetto delegato ad interpretare i ‘segnali’ dello stato di disagio espressi dagli allievi e quello dell’educatore o dello psicologo, ormai presenti in ogni istituto scolastico, chiamati ad intervenire sul vissuto dei ragazzi in difficoltà.

Il corso di formazione, organizzato dall’U.O. Promeco in collaborazione con l’Amministrazione provinciale, è aperto ai docenti di tutti istituti secondari, si terrà nell’aula magna dello IAL dalle 14.30 alle 17.30. Per informazioni Tel 0532 21 21 69 – www.comune.fe.it/promeco.

U. O. PROMECO – Via F. del Cossa 18 – Ferrara 44121

Tel. 0532 21 21 69 – fax 0532 20 00 92

promeco@comune.fe.it – www.comune.fe.it/promeco

ASSESSORATO AMBIENTE – Sabato 28 marzo alle 9 all’agriturismo Lama di Valle Rosa in via Sgarbata
“Making a Forest”, workshop finale del progetto europeo Adriatic Model Forest
26-03-2015

(Comunicato a cura degli organizzatori)

Sabato 28 marzo a partire dalle 9 all’agriturismo Lama di Valle Rosa (via Sgarbata 103) avrà luogo il workshop “Making a Forest”, evento finale del progetto AMF – Adriatic Model Forest.
La giornata si svolgerà sul territorio del Po di Primaro, per condividere e valorizzare la progettualità svolta fino ad ora e sviluppare un primo momento di collaborazione operativa tre le associazioni, i cittadini e gli enti coinvolti
Il Comune di Ferrara ha aderito in qualità di partner al progetto A.M.F (Adriatic Model Forest), assieme ad altri partner europei provenienti da Albania, Bosnia-Herzegovina, Croatia, Grecia, Montenegro e Serbia, con capofila l’Istituto per la Ricerca Forestale della Croazia.
Durante lo scorso anno è stato attivato un percorso di consultazione su cittadinanza, Associazioni, Enti pubblici e privati sui temi della sostenibilità del territorio e della gestione del paesaggio agroforestale della Provincia di Ferrara. Il percorso era orientato a costruire un piano d’azione condiviso tra tutti i partecipanti per un modello di gestione sostenibile del territorio provinciale. L’attività si è sviluppata con incontri e workshop da ottobre 2013 a febbraio 2015 e ha visto la partecipazione di numerosi attori del territorio, in particolare referenti di associazioni e operatori economici locali.
Scopo della progettualità è costituire una rete di persone che vivono o si interessano ad un territorio definito, che vogliono scoprirlo, definirlo, migliorarlo, garantendo la sua sostenibilità: attraverso lo scambio di buone pratiche ed esperienze, contribuendo in tal modo al raggiungimento di obiettivi legati a tematiche ambientali globali.
Questo workshop finale desidera proprio entrare nel merito della condivisione di azioni e progetti attivati, attivabili e da progettare con la sinergia di Associazioni, Cittadini, Enti Pubblici e Privati del territorio provinciale ferrarese, per fissare in forma partecipata alcune linee progettuali e porre le basi per costruire partenariati e collaborazioni allo scopo di mettere in valore e condividere competenze e futuri scenari di gestione sostenibile del territorio.
Programma della giornata:

09.00 – 9.30 Ritrovo presso l’agriturismo Lama di Valle Rosa Via Sgarbata 103, 44124 Ferrara FE

9.30 – 9.40 benvenuto e saluti Roberta Fusari Assessore Pianificazione Territoriale, Urbanistica, Edilizia, Rigenerazione Urbana, UNESCO, Relazioni internazionali – Comune di Ferrara

9.40 – 9.50 Adriatic Model Forest: la gestione sostenibile del paesaggio della Provincia di Ferrara – Carla Corazza Museo di Storia Naturale – Comune di Ferrara, Paola Tommasini Centro IDEA – Comune di Ferrara,

9.50 – 10.10 Le aree Natura 2000: vincoli e opportunità – Renato Finco Agricoltura Sostenibile Caccia ed Aree Protette Provincia di Ferrara, Graziano Caramori Istituto Delta Ecologia Applicata.

10.10 – 10.20 La Mappa di Comunità del Primaro: un esempio di progettazione partecipata – Associazione Terre del Po di Primaro

10.20 – 10.40 Le associazioni si presentano: associazione Terre del Po di Primaro, associazione GGEV, associazione AREA, associazione UPM, Associazione Ecomuseo del Delta, Associazione KoraKoinè, e altre associazioni del territorio provinciale.

10.40 – 11.15 Metodologia Partecipativa progetto Adriatic Model Forest: realizzazione di una prima bozza di azioni comuni Graziano Caramori Istituto Delta Ecologia Applicata.

11.15 – 11.30 Pausa caffè

11.30 – 13.00 Studio sulle mappe dell’area del Po di Primaro, descrizione dell’area/e da piantumare, formazione dei gruppi, istruzioni per l’impianto, schema di impianto e consegna piante ai gruppi

13.00 – 14.30 Buffet presso l’agriturismo

14.30 – 16.30 Trasferimento con bus navetta nell’area di impianto in via Rocca nei pressi di Borgo Codinsù – Marrara – Fe

16.30 – 17.15 Escursione esplorativa a piedi sull’alzaia lungo il Po di Primato

17.30 Conclusione dei lavori

ASSOCIAZIONE MUSICISTI FERRARA – Sabato 28 marzo nella sede di via Darsena 57 a Ferrara
L’identità vocale e l’interpretazione, masterclass di canto moderno con Linda Valori
26-03-2015

Sabato 28 marzo dalle 10,00 alle13,00 e dalle 15,00 alle 19,00 nell’aula magna Stefano Tassinari della Scuola di Musica Moderna di Ferrara, Linda Valori terrà una Masterclass di canto moderno dal titolo “L’identità vocale e l’interpretazione”.

LINDA VALORI – Interprete e cantautrice , laureata con lode all’Università degli Studi di Urbino, abilitata all’insegnamento, Master Corso Alta Formazione Universitaria in Vocologia con il Dottor F. Fussi presso l’Università di Medicina di Bologna con sede a Ravenna , Master in Psicologia dello Sport , diplomata in Naturopatia Scientifica presso l’UniPsi di Torino , coordinatore e progettista didattico nonché relatrice per diversi convegni e numerosi corsi alle spalle ; conosciuta in campo artistico nazionale ed internazionale per la sua potente voce molto intensa e unica nonché per le sue vaste esperienze musicali (Sanremo, Massimo Ranieri, Vaticano, Festival nazionali e internazionali). Da sempre impegnata anche in campo pedagogico e dell’istruzione, educatrice da 20 anni, porta avanti da sempre seminari – workshop sulla voce e la tecnica vocale con studi pratici che includono esercizi e informazioni mirati all’autocoscienza del professionista (e non) della voce. L’identità vocale e l’interpretazione vanno cercate , provate , allenate , riscaldate e curate.

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Scuola, Progetto Desi: inaugurati oggi i training center Ducati e Lamborghini

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

L’assessore Bianchi: “La fabbrica diventa parte di un sistema formativo, per coltivare le intelligenze e generare nuovo sviluppo”

“Con il progetto ‘Desi’ la fabbrica diventa un pezzo della scuola, parte di un sistema formativo diffuso sul territorio che in questo modo diventa maggiormente competitivo. L’Europa può competere a livello mondiale solo se è in grado di dare quel valore aggiunto che è figlio dell’intelligenza, che non è data ma va continuamente coltivata”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Scuola, Lavoro e Formazione Patrizio Bianchi oggi durante l’inaugurazione dei due Training Center DESI di Lamborghini e Ducati, le due società del Gruppo Audi che dal 2014 collaborano con la Regione Emilia-Romagna e il Ministero dell’Istruzione per il progetto sociale DESI “Dual Education System Italy”.
“L’intelligenza non è data, ma va coltivata – ha sottolineato l’assessore Bianchi – Bisogna continuare ad investire in intelligenza, perché solo coltivando l’intelligenza si fa crescere la competitività che genera lo sviluppo e crea nuova coesione sociale”.
Il Progetto ‘Desi’ è realizzato in collaborazione con la Fondazione dipendenti Volkswagen, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e la Regione Emilia-Romagna. Lamborghini e Ducati, le due società bolognesi del Gruppo Audi, a partire da settembre 2014 hanno offerto a 48 giovani selezionati in base al merito e alle condizioni legate al reddito, la possibilità di fare un’importante esperienza scolastica e formativa attraverso un programma ispirato al sistema duale tedesco. Dopo la prima fase didattica che si è svolta a scuola, ora è la volta della sessione pratica presso i due moderni Training Center Lamborghini e Ducati, inaugurati oggi.
In collaborazione con i due istituti superiori Aldini Valeriani e Fioravanti Belluzzi di Bologna, le aziende hanno sviluppato un programma congiunto di attività didattica in aula e training on the job, al fine di stabilire un doppio percorso che unisca scuola e azienda.
“Vorremmo estendere a tutta la infrastruttura educativa regionale questo sistema di relazione tra imprese e scuole – ha sottolineato Bianchi – strutturando un’offerta formativa duale, cioè realizzata in gran parte nell’impresa, che coinvolga le scuole ma anche allargando a tutti i soggetti formativi”.

L’assessore Costi oggi a Parma ha incontrato i vertici della Fiera e il sindaco Pizzarotti

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

L’assessore regionale alle attività produttive Palma Costi oggi a Parma ha incontrato il sindaco della Città Federico Pizzarotti ed i vertici di Fiere Parma. Costi: “Ho trovato attenzione per il progetto e per la necessità di disegnare l’architettura di un nuovo sistema fieristico regionale a supporto delle imprese emiliano romagnole”

«Questa mattina ho illustrato in modo approfondito l’obiettivo della Regione di procedere verso un unica ‘piattaforma fieristica regionale’. A Parma i soggetti interessati al processo guardano con attenzione all’obiettivo complessivo ovvero di disegnare l’architettura del sistema, da Piacenza a Rimini, in grado di competere nel futuro con le migliori fiere italiane, europee e mondiali nell’interesse delle imprese emiliano romagnole».
Così l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi che oggi a Parma – dopo il taglio del nastro in mattinata presso i padiglioni della Fiere di Parma di MECSPE, l’esposizione internazionale delle tecnologie per l’innovazione organizzata da Senaf – ha incontrato i vertici della fiera parmense insieme l’assessore alle attività produttive del Comune di Parma Cristiano Casa. Durante l’incontro con il presidente di Fiere Parma Gian Domenico Auricchio e con l’Amministratore Delegato Antonio Cellie si è svolto un confronto sulla necessità di perseguire un obiettivo comune per la creazione di una cabina di regia del sistema fieristico regionale che ne armonizzi strategie e contenuti.
Poi un incontro in Comune a Parma con il sindaco della Città Federico Pizzarotti. All’appuntamento hanno preso parte anche l’assessore al bilancio Marco Ferretti e l’assessore all’urbanistica, lavori pubblici ed energia Michele Alinovi.
«Durante gli incontri ho ribadito – aggiunge l’assessore Costi – che i nostri distretti e le nostre imprese hanno assolutamente necessità di una piattaforma fieristica forte sia negli asset, sia nei marchi fieristici a valenza internazionale. Una piattaforma con capacità di entrare in reti mondiali come motore per il riposizionamento competitivo dell’intero sistema produttivo regionale. Oggi è quanto più necessario perché la competizione è forte e altri sistemi fieristici, si sono e si stanno organizzando con aggregazioni in grado di contare di più nello scenario globale».

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Parte la stagione balneare, durerà fino al 1° novembre

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Stabilimenti balneari aperti un mese in più in Emilia-Romagna.

La Regione ha approvato l’ordinanza 2015 con cui ha prolungato fino al 1° novembre la stagione balneare, che partirà questo fine settimana con gli stabilimenti aperti per le attività di elioterapia in tutta la Riviera.

Il via alla balneazione con i servizi di salvamento arriverà, invece, l’ultimo fine settimana di maggio (salve eventuali anticipazioni che potranno essere decise dai sindaci con un’ordinanza comunale).

“E’ una scelta importante – sottolinea l’assessore a Turismo e commercio Andrea Corsini – che consente agli stabilimenti balneari di protrarre le loro attività, allungando la stagionalità, garantendo ospitalità e servizi a tutti coloro che desiderano fruirne, con ricadute positive per l’intero sistema economico della costa. Con l’ordinanza approvata abbiamo anche colto l’esigenza di semplificare un settore importantissimo per la qualità dell’offerta turistica, con grande attenzione alla sicurezza e alla qualità dell’accoglienza”.

In particolare, è stato cancellato l’obbligo di alcune comunicazioni alla Regione e ai Comuni per tutta una serie di attività che gli imprenditori potranno quindi ora svolgere liberamente senza alcun adempimento burocratico, come l’individuazione delle aree libere nelle quali è assicurato il servizio di salvamento o le manifestazioni di breve durata riservate alla clientela. Per quanto riguarda la sicurezza per i turisti, un defibrillatore dovrà essere previsto in ogni postazione e, in caso di un piano collettivo di salvamento, ogni due.

Infine, la tutela del lavoro. L’ordinanza richiama espressamente l’obbligo dell’applicazione dei contratti collettivi siglati dai sindacati più rappresentativi.

2 aprile, Fabrizio Bosso & Julian Oliver Mazzariello in concerto per festival Crossroads

da: Ufficio Stampa Crossroads

Per il suo unico passaggio a Gambettola (FC), l’edizione 2015 del festival itinerante Crossroads, organizzato da Jazz Network e dall’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, si affida a un gruppo di irresistibile fascino musicale: “Tandem”, che affianca la più brillante tromba del jazz italiano, quella di Fabrizio Bosso al pianoforte di Julian Oliver Mazzariello. Il duo sarà giovedì 2 aprile al Teatro Comunale/La Baracca dei Talenti (inizio alle ore 21). Il concerto è realizzato in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Gambettola e La Baracca dei Talenti di Gambettola. Biglietti: intero euro 15, ridotto 12.

Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello sono compagni di palcoscenico di lunga data, sin da quando Mazzariello occupò per primo lo sgabello di pianista dell’High Five Quintet, formazione che contribuì particolarmente a dare slancio alla carriera di Bosso, che da allora ha seguito un percorso di inarrestabile ascesa.
E a ribadire il legame che unisce questi musicisti dopo tanta strada fatta assieme, il loro esordio discografico, su etichetta Verve, si intitola, giustamente, Tandem: un programma musicale con classici del jazz e della canzone italiana, celeberrimi temi cinematografici e composizioni originali, che esalta le vulcaniche risorse dei due strumentisti, le argute sottigliezze di Mazzariello come le esorbitanti volate di Bosso. Siamo alla presenza di due musicisti per niente spaventati dal respiro lirico verso cui può tendere l’improvvisazione jazzistica. Così, questi materiali musicali eterogenei ma accomunati da una intensa vena melodica diventano terreno fertile per improvvisazioni sorprendenti, tensioni liriche e distensioni armoniche, energia ritmica e colorismo strumentale avvolgente.

Pulizia del retrospiaggia del Lido degli Estensi e del Lido di Spina. Intervento del Vice Sindaco Denis Fantinuoli

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

L’Amministrazione Comunale sta proseguendo l’opera di riqualificazione e di valorizzazione del territorio non senza sforzi, soprattutto quando si tratta di ripulire dai rifiuti aree di pregio ambientale, quali sono le pinete, gli argini di valle e le aree demaniali. In prossimità della Pasqua anche gli interventi di bonifica attuati dalla cooperativa Brodolini sono incrementati e proprio in questi giorni i mezzi della cooperativa che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti, sono all’opera nel retrospiaggia dei Lidi Estensi e Spina, per conferire il decoro ambientale, talvolta violato dall’abbandono di rifiuti.
“Ringrazio gli operatori di Area e della Cooperativa Brodolini per l’impegno costante e determinato portato avanti in questi mesi in stretta collaborazione con l’Amministrazione Comunale – commenta il Vice Sindaco Denis Fantinuoli -, al fine di uniformare sul territorio un progetto di grande importanza per il futuro, in direzione di una sempre maggiore tutela ambientale, quale è la raccolta differenziata porta a porta. Colgo l’occasione per ringraziare anche i cacciatori che domenica scorsa hanno dato vita ad una partecipatissima e sentita giornata ecologica, che ha consentito di ripristinare gli argini di Stazione Foce, recuperando circa 85 quintali di rifiuti poi trasportati negli impianti di smaltimento.

Spiace constatare come soltanto a poche ore dal termine della pulizia del lungomare di Lido Estensi siano stati riscontrati nuovi abbandoni di rifiuti ingombranti. L’impegno quotidiano viene vanificato da pochi incivili. Faccio presente inoltre che è operativo un servizio gratuito di ritiro a domicilio con diverse modalità di attivazione: numero verde di AREA (800881133, gratuito da rete fissa), oppure 1999127722 (a pagamento, da cellulare), oppure attraverso lo sportello di Area in via dei Govi, 4 a Comacchio (tel 0533-314074).
La buone azioni, la collaborazione e l’impegno di istituzioni, associazioni e cittadini al rispetto dell’ambiente possono produrre buoni frutti. Si confida nell’aiuto di tutti.”

Sabato 28 marzo, seminario di Cna Fita sui tempi di guida e gli orari di lavoro degli autotrasportatori

da: ufficio stampa Cna Ferrara

“Tempi di guida e tempi di riposo, orario di lavoro nell’autotrasporto”: se ne parlerà sabato 28 marzo, a partire dalle ore 9,30, presso la sede provinciale della Cna (via Caldirolo, 84), in un incontro organizzato da Cna Fita e rivolto a tutti gli autotrasportatori. La materia costituisce un nodo sensibile per la categoria, anche alla luce dei problemi legati alla applicazione del cronotachigrafo, da cui spesso scaturiscono controlli e sanzioni a carico delle aziende di autotrasporto e dei loro dipendenti. Relatore all’incontro sarà Franco Medri, sostituto Commissario della Polizia stradale di Ferrara.

Sabato 28 l’incontro pubblico “La comunità racconta Saperi e mestieri”

da: Ecomuseo di Argenta

Sabato 28 marzo ad Argenta “La comunità racconta Saperi e mestieri”,
un incontro pubblico organizzato da Comune ed Ecomuseo all’interno del
progetto “Educare alla sostenibilità”

E’ in programma nella mattinata di sabato 28 marzo a partire dalle 10,
alla sala Piccolo Teatro del Centro Culturale Mercato, in piazza
Marconi 1 ad Argenta, un incontro pubblico dal titolo “La comunità
racconta Saperi e Mestieri”, organizzata dal Comune di Argenta con
l’Ecomuseo, in collaborazione con il Cafca (Centro argentano
formazione culturle adulti), all’interno del progetto “Educare alla
sostenibilità. Saperi e Mestieri”, finanziato dal Pal Leader Delta
Emiliano Romagnolo 2007-2013.

L’iniziativa – grazie anche al contributo di ricercatori universitari,
giornalisti e insegnanti teatrali, che fungeranno da facilitatori – ha
l’obiettivo di far emergere le testimonianze di vari protagonisti
della vita socioeconomica del territorio, in grado di raccontare alla
cittadinanza le loro esperienze e i loro “saperi”.
Fra questi: agricoltori esperti che racconteranno i metodi della
coltivazione tradizionale; agricoltori più giovani che si dedicano al
recupero dei grani antichi delle nostre terre grazie a conoscenze
innovative; raffinate esperienze di alta arazzeria, ricamo e arte
sartoriale; insegnanti; artisti di ceramica (i cui laboratori si
svolgeranno nel pomeriggio); le “Zdore” di Argenta e la scuola di
cucina di Germana, con laboratori, esibizioni di pasta e un piccola
degustazione a fine mattinata.

Nel corso della giornata sarà allestito un atelier con strumenti,
oggetti e vestiari dei saperi e dei mestieri, a conferma delle
testimonianze e delle interviste proposte dai cittadini presenti, che
saranno rilevati e filmati per la documentazione e l’inventario delle
“Sapienze”.

Saranno presenti il vicesindaco Andrea Baldini; Francesco Badia,
docente di Economia e Management dell’Università di Ferrara; il
giornalista Alberto Mazzotti; la presidente del Cafca, Marta
Cobianchi. Coordinerà Nerina Baldi, direttrice dell’Ecomuseo di
Argenta.

Grazie al progetto “Saperi e Mestieri” – che proseguirà con varie
attività, feste, laboratori, gastronomia, teatro… – Il Comune di
Argenta, tramite l’Ecomuseo, avvia un percorso per valorizzare le
persone e il patrimonio delle loro conoscenze.
In futuro tali “saperi” si pensano utili per rendere più attraente
Argenta, e importanti per essere trasferiti e innovati con nuovi
progetti per le giovani generazioni, destinati alle famiglie, alle
aziende, all’accoglienza. Più in generale alla cittadinanza tutta, che
è invitata a partecipare all’evento.

La distinzione dei ruoli nella collaborazionetra docenti ed educatori

da: Promeco

“Itinerari di qualità nelle IeFP: dall’esperienza alla conoscenza”. Allo IAL di via Montebello 46 la quarta lezione

Sarà lo IAL di via Montebello ad ospitare, venerdì 27 marzo, il quarto appuntamento del corso di formazione per docenti “Itinerari di qualità nelle IeFP: dall’esperienza alla conoscenza”. Partendo dall’esperienza maturata negli anni di collaborazione con l’U.O. Promeco e dal ruolo svolto all’interno del progetto “Punto di Vista: l’educatore a scuola” Michele D’Ascanio e Tanja Bettoli affronteranno uno dei temi più delicati tra quelli presenti nell’universo scolastico: la distinzione di ruolo tra le figura dell’educatore e quello dell’insegnate.
Nel corso della lezione-laboratorio Bettoli e D’Ascanio, entrambi psicologi, tratteggeranno il profilo ben distinto ma necessariamente complementare dell’insegnate visto come figura delegata alla didattica e all’apprendimento ma anche soggetto delegato ad interpretare i ‘segnali’ dello stato di disagio espressi dagli allievi e quello dell’educatore o dello psicologo, ormai presenti in ogni istituto scolastico, chiamati ad intervenire sul vissuto dei ragazzi in difficoltà.
Il corso di formazione, organizzato dall’U.O. Promeco in collaborazione con l’Amministrazione provinciale, è aperto ai docenti di tutti istituti secondari, si terrà nell’aula magna dello IAL dalle 14.30 alle 17.30. Per informazioni Tel 0532 21 21 69 – www.comune.fe.it/promeco.

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180mila euro in aiuto a chi ha difficoltà a pagare l’affitto di casa

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Un atto firmato dal presidente della Provincia, Tiziano Tagliani, mette nero su bianco gli orientamenti del Tavolo territoriale di concertazione per le politiche abitative, dopo l’ultimo incontro di marzo 2015.
Con questa decisione il presidente dà il via libera all’utilizzo di circa 180mila euro finanziati dalla Regione Emilia-Romagna per dare risposta al problema di chi, per condizioni di necessità economiche, fatica a pagare il canone di affitto dell’abitazione.
In particolare, le risorse saranno messe a disposizione dei 22 comuni del territorio esclusi Ferrara e Cento, considerati ad alta tensione abitativa e per questo già destinatari di altri fondi nazionali e regionali.
Concretamente la partita sarà gestita da Acer, con la pubblicazione di un bando che stabilirà le condizioni per presentare domanda. Bando che, una volta pubblicato, resterà aperto per tre mesi e sul quale sarà data informazione ai cittadini anche sui siti istituzionali di Acer e Provincia.

Ai Venerdì dell’Universo John Ellis parla di come il Large Hadron Collider del CERN possa rispondere alle domande di Gauguin

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

“LHC: Come Rispondere alle Domande di Gauguin”. E’ questo il titolo dell’ultimo appuntamento dell’edizione 2015 de “I Venerdì dell’Universo”, storica rassegna di seminari scientifici su Astronomia e Fisica, organizzati dal Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra dell’Università di Ferrara, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Gruppo Astrofili Ferraresi “Columbia“, Coop. Sociale Camelot e La Terra dell’Orso.
Domani, venerdì 27 marzo, alle ore 21 alla Sala Estense, (piazza Municipale), relatore d’eccezione della conferenza sarà John Ellis, Visiting Professor di University College London, Imperial College London, Hong Kong University of Science and Technology e nella dirigenza del CERN, che ci anticipa l’argomento della serata… “In una famosa pittura l’artista Paul Gauguin ha posto tre domande: ‘Da dove veniamo? Che cosa siamo? Dove andiamo?’. Uno scienziato traduce questi importanti quesiti come segue: ‘Qual è la natura della materia nell’universo? E la sua evoluzione?’. I fisici delle particelle rispondono a queste domande facendo esperimenti con acceleratori come il Large Hadron Collider (LHC) del CERN. Con la scoperta del bosone di Higgs abbiamo capito la struttura della materia visibile dell’universo. Però qual è l’origine della materia, qual è la materia oscura, e qual è il futuro dell’universo? Nuovi esperimenti di LHC daranno forse qualche risposta”.

Anche quest’anno gli appuntamenti saranno trasmessi in diretta streaming all’indirizzo http://www.fe.infn.it/venerdi/streaming e inoltre è attivo l’indirizzo mail venerdiuniverso@fe.infn.it a disposizione di chiunque voglia rivolgere domande.

Il programma, gli abstract ed il profilo biografico dei relatori sono disponibili su www.unife.it nella sezione dedicata agli incontri scientifici

Sabato 28 marzo, al Torrione, Peter Bernstein Quartet in concerto

da: ufficio stampa Jazz Club Ferrara

Sabato 28 marzo, per il secondo appuntamento in collaborazione con Crossroads – Jazz e altro in Emilia-Romagna, il Jazz Club Ferrara ospita il quartetto di un’icona della chitarra jazz d’oltreoceano, Peter Bernstein. Ad accompagnare il leader è una sezione ritmica di assoluta eccellenza costituita da Sam Yahel al pianoforte, Omer Avital al contrabbasso e Roberto Gatto alla batteria.

Sabato 28 marzo (ore 21.30) torna Crossroads & Ferrara in Jazz. Per il secondo appuntamento in collaborazione con la kermesse itinerante, il Jazz Club Ferrara ospita un’icona della chitarra jazz d’oltreoceano, Peter Bernstein, che si esibirà sul palcoscenico del Torrione San Giovanni accompagnato da una sezione ritmica di assoluta eccellenza costituita da Sam Yahel al pianoforte, Omer Avital al contrabbasso e Roberto Gatto alla batteria.
Punto di riferimento della scena mainstream newyorchese, Peter Bernstein è un faro luminoso che indica la rotta sin dalla fine degli anni ’90, quando lo troviamo nel gruppo di Lou Donaldson dopo essere stato notato – ancora studente – da un’altra leggenda del jazz, Jim Hall, che diverrà suo mentore introducendolo tra quelli che contano. Da allora il curriculum di Bernstein continua incessantemente ad arricchirsi non solo di prestigiose collaborazioni (Sonny Rollins, Nicholas Payton, Lee Konitz, Tom Harrell, Diana Krall, George Coleman, Dr. Lonnie Smith, Larry Goldings, ecc.), ma anche di importanti progetti in qualità di bandleader, tra l’altro già suggeriti dal titolo “premonitore” dell’album d’esordio, Somethin’ Burnin’ (Criss Cross, 1992), che vede Bernstein accompagnato da Brad Mehldau, John Webber e Jimmy Cobb.
Ad oggi gli episodi discografici a suo nome sono circa una decina; tra essi spicca Heart’s Content (Criss Cross, 2003) realizzato con Bill Steward e Larry Grenadier, oltre a Meldhau. Di recente pubblicazione è invece il live in solo registrato allo Smalls, rinomato jazz club di New York.
Il terzo ed ultimo appuntamento 2015 firmato Crossroads & Ferrara in Jazz da appuntare in agenda è con il trio del pluripremiato sassofonista Steve Lehman (18 aprile).

INFORMAZIONI
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com

Infoline: 339 7886261 (dalle 15:30)
Prenotazione cena: 333 5077059 (dalle 15:30)

Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso è riservato ai soci.

DOVE
Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Se si riscontrano difficoltà con dispositivi GPS impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

COSTI E ORARI
Intero: 20 euro
Ridotto: 15 euro (la riduzione è valida fino ai 30 anni di età, per i possessori della Bologna Jazz Card e My Fe, se si accede al solo secondo set, prenotando la cena al wine bar)

Intero + Tessera Endas: 25 euro
Ridotto + Tessera Endas: 20 euro

NB Non si accettano pagamenti POS

Apertura biglietteria: 19.30
Cena a partire dalle ore 20.00
Primo set: 21.30
Secondo set: 23.00

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Alluvione e trombe d’aria, siglato un accordo per le imprese tra la Regione, Provincia di Modena e gli istituti bancari

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Alluvione e trombe d’aria, siglato un accordo tra la Regione, Provincia di Modena e gli istituti bancari disponibili: le banche, per le imprese, predisporranno idonee linee di credito per consentire l’anticipazione delle somme ai beneficiari di contributo. Il presidente Bonaccini: “Le risorse ci sono e questa opportunità, attesa dalle imprese, consente di accelerare la ripresa e la competitività del tessuto produttivo”

Bologna – Le banche potranno anticipare le risorse alle imprese beneficiarie del contributo che hanno subito danni a causa dell’alluvione e delle trombe d’aria verificatesi in territori già colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio 2012. È questo quanto previsto dall’Accordo sottoscritto oggi dal presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, dal presidente della Provincia di Modena Giancarlo Muzzarelli e dagli istituti bancari che sono disponibili a predisporre idonee linee di credito per consentire l’anticipazione delle somme ai beneficiari di contributo alle imprese danneggiate dagli eventi alluvionali verificatisi tra il 17 ed il 19 gennaio 2014 nonché le trombe d’aria del 3 maggio 2013 e quella del 30 aprile 2014.
Le anticipazioni sono destinate alle imprese per la riparazione, il ripristino, la ricostruzione di immobili a uso produttivo e degli impianti e strutture produttive agricole, per la riparazione e il riacquisto di beni mobili strumentali all’attività, di beni mobili registrati e per la ricostituzione delle scorte e dei prodotti.
«Con questo provvedimento – ha sottolineato il presidente della Regione Stefano Bonaccini – prosegue, e sarà ulteriormente rafforzato, il lavoro per riportare le aree colpite alle normali condizioni produttive delle imprese. Oltre alle risorse per i risarcimenti dei danni causati da un’alluvione, c’è anche questa opportunità delle anticipazioni del credito: ora occorre accelerare per rafforzare ulteriormente lo sviluppo delle imprese per renderle ancora più competitive nel mondo».
Il presidente della Provincia di Modena Gian Carlo Muzzarelli ha aggiunto che «Quello firmato oggi è un accordo molto importante per le nostre imprese, perché la disponibilità della liquidità è essenziale per potere rialzarsi e tornare produttive. Si mette a punto quindi un tassello chiave per il nostro territorio, che è unito, con un messaggio positivo, quello delle istituzioni che sono a fianco di chi lavora e fa impresa».
L’obiettivo dell’Accordo è favorire le imprese beneficiarie di contributi (Ordinanza 6/2014) – di cui la Provincia di Modena è ente delegato all’istruttoria – non in grado di anticipare le somme necessarie alla liquidazione dei documenti di spesa prima dell’erogazione del contributo stesso. Gli Istituti di Credito – ai quali resta l’esclusiva competenza della valutazione del merito creditizio del richiedente – predisporranno idonee linee di credito per consentire l’anticipazione delle somme a copertura delle spese relative ai danni subiti così come autorizzate dal Commissario Delegato ed in attesa dell’erogazione del contributo concesso.
Il Commissario Delegato, sulla base delle procedure previste dalle ordinanze è disponibile ad accettare il “mandato irrevocabile per l’incasso” inviato dai beneficiari a favore delle banche finanziatrici: l’ordinativo di pagamento a favore dei soggetti beneficiari verrà accreditato all’Istituto di Credito indicato nel mandato irrevocabile per l’incasso.
Nel dettaglio i Comuni colpiti sono: Bastiglia, Bomporto, Camposanto, Castelfranco Emilia, Finale Emilia, Medolla, Mirandola, Modena (località di San Matteo, La Rocca, Albareto e Navicello), San Felice sul Panaro e San Prospero nel modenese; Argelato, Bentivoglio, San Giorgio di Piano, San Pietro in Casale e Sala Bolognese per la provincia di Bologna.
Modalità e iter dell’anticipazione
Il Commissario Delegato emana il decreto di concessione del contributo che viene trasmesso al beneficiario che si dovrà presentare alla banca per chiedere l’anticipo di entità non superiore all’ammontare del contributo consegnando copia del decreto di concessione del Commissario Delegato e rilasciando una autodichiarazione che il pagamento riguarda spese sostenute per il ripristino dei danni come previsto dalle apposite ordinanze. La Banca, qualora venga deliberato l’affidamento, apre un conto corrente dedicato a nome del beneficiario, gli fa sottoscrivere il mandato irrevocabile per l’incasso e provvede a darne comunicazione sia al Commissario Delegato sia alla Provincia di Modena. Successivamente il beneficiario presenta alla banca le fatture, o parte delle stesse (Sal) e quest’ultima, entro il limite massimo dell’importo del contributo autorizzato, effettua, a richiesta, il pagamento a favore dei fornitori per quietanzare le fatture.
Attraverso la piattaforma informatica Sfinge avverrà l’istruttoria della pratica del beneficiario del contributo: al termine dell’iter il Commissario Delegato emana il decreto di liquidazione e procede ad emettere l’ordinativo di pagamento a favore dei soggetti beneficiari, che verrà accreditato all’Istituto di Credito indicato nel mandato irrevocabile per l’incasso. La Banca, una volta incassato l’intero contributo, provvede ad estinguere l’anticipazione concessa. Gli interessi, ed eventuali spese e commissioni, saranno dovuti dal beneficiario con periodicità trimestrale.

I 100 anni di Pietro Ingrao, “Non mi avete convinto”

da: ufficio stampa Tomato Doc&film

Il film su Pietro Ingrao disponibile su Distribuzioni dal Basso

“Bene o male, così ero fatto, la politica vinceva su tutto, vinceva su tutto”. Pietro Ingrao si racconta con queste parole nelle ultime scene del film “Non mi avete convinto” che contiene la sua ultima intervista rilasciata da gennaio-giugno 2012.

Tra pochi giorni, il 30 marzo Pietro Ingrao, leader storico del Partito Comunista Italiano, ex Presidente della Camera, compirà 100 anni. Non ci sono altri politici nella storia italiana contemporanea che abbiano attraversato con tanta forza e passione l’intero Novecento inoltrandosi anche nel secolo attuale.

Il film “Non mi avete convinto”, diretto da Filippo Vendemmiati e prodotto dalla Tomato Doc&Film, presentato nel 2012 al festival del Cinema di Venezia – Giornate degli autori, è un ritratto appassionato e controcorrente dell’uomo che ha visto nella politica “uno strumento per cambiare un mondo che non mi piace”, un giovane centenario che non ha smesso di sognare. E’ il racconto di un uomo bellissimo che ha amato la politica ma anche il cinema e la poesia.

Il film “Non mi avete convinto, Pietro Ingrao un eretico” è disponibile con donazione on-demand dal sito di distribuzioni dal basso a questo link .

Il film potrà essere richiesto in formato file download o dvd, arricchito da numerosi contenuti extra.

Con questa iniziativa Tomato Doc&Film e Distribuzioni dal Basso intendono festeggiare e ricordare il grande uomo politico mettendo a disposizione di quante più persone il suo ultimo racconto, esempio insuperabile di valore etico ed umano.

LA SEGNALAZIONE
Matteo Bianchi e “La metà del letto”

«Per essere poeti, e sentirsi tali, non è necessario portare il ‘peso’ degli anni e della memoria, struggersi nella nostalgia o addirittura nel pessimismo. Basta amare la vita, sentirla, in tutte le micro e macro emozioni che ci riserva, anche e soprattutto nella quotidianità. E’ l’energia che si respira in “La metà del letto” (Barbera Editore), di Matteo Bianchi, collaboratore di varie testate giornalistiche e tra i fautori, nell’estate 2014, della prima edizione di Festival#Giallo Ferrara, una tre giorni di incontri tra scrittori, fumettisti, disegnatori. A conferma che la cultura è eclettica e multidisciplinare e priva di prerogative anagrafiche. Poco più di cento poesie il cui filo rosso, come suggerisce il titolo, è la ricerca dell’altra metà, intesa come femminilità che c’è in ciascuno. A partire dalla tenerezza, dalla dolcezza, dalla generosità, dalla gioia, che non sono requisiti di ‘genere’, anche se il pudore, soprattutto maschile, li imbriglia spesso sul nascere. Bianchi osserva, indaga e scrive di amicizia, amore, di come nascono e si interrompono rapporti e sentimenti universali su cui tutti noi continueremo in eterno ad interrogarci senza giungere mai a una risposta definitiva. Ma racconta anche il terremoto che nel 2012 ha piegato l’Emilia Romagna e Ferrara. Per lui, classe 1987, alla sua quarta pubblicazione, selezionato tra le voci dell’Atlante on line di poesia contemporanea dell’Università di Bologna, Ossigeno Nascente, «la poesia, oggi, deve incidere nel nostro intelletto e nel nostro cuore grazie a una forma efficace, deve trasmettere un ideale, deve condurre alla velocità del suo stesso ritmo non solo a una riflessione, ma a un’azione. Che sia una carezza, una stretta di mano, una presa di posizione. Basta che sia autentica».

Umbria, i luoghi del Festival Internazionale del Giornalismo

da: ufficio stampa Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia

Uno dei punti fermi della nuova editoria è che non basta offrire il proprio spazio agli inserzionisti pubblicitari per attrarre i loro investimenti e assicuragli l’interesse dei potenziali consumatori. La pubblicità oggi richiede credibilità, attrattiva, e quello sforzo di inventiva che possa appassionare chi la consulta tanto da persuaderlo – com’è ovvio – ma anche convincerlo a condividere con gli altri questa “esperienza”, attraverso un racconto coinvolgente, funzionale, bello.

Promuovere qualcosa, oggi, vuol dire creare un piccolo prodotto editoriale che associ intrattenimento, giornalismo e storytelling. Restituire un racconto credibile, renderlo fruibile e appassionate, spingere a parlarne con gli altri: è il senso del native advertising, una tecnica di promozione di prodotti, servizi, idee, soluzioni che coniuga la matrice commerciale – l’offerta – a quella editoriale – il racconto e la credibilità di chi lo offre.

È il caso dei paidpost del New York Timesper esempio: proporre contenuti interessanti, nuovi, leggibili, innovativi, senza perdere la funzione originale dell’inserzione – vendere qualcosa, comunicare qualcosa, per un’inserzionista pubblicitario. Ed è il caso di “Umbria – Alla scoperta dei luoghi del Festival Internazionale del Giornalismo”, che sulla scorta di questo nuovo modello ha creato una pagina che riuscisse a raccontare la regione che ospita IJF nel modo più coinvolgente possibile.

Ideato e realizzato dal team del Festival per la Regione Umbria, il progetto nasce infatti come racconto suggestivo, che vuole suscitare nel lettore la voglia e la curiosità proveniente da un viaggio multimediale e interattivo, a volo d’uccello su tutta la regione, e a portata di scroll: si tratta di una terra che si racconta da sola, con le sue bellezze naturali e la sua tradizione, la sua storia culturale artistica e il suo presente ricco di avvenimenti. “Umbria” cerca di racchiudere tutto questo in un unico viaggio, ricco di foto, storie e video, per restituire al lettore un’esperienza unica, quanto la regione in questione.

Un assaggio della bellezza umbra che vuole ingolosire: il racconto parte dai magnifici scorci dei laghi e delle colline, cantati dai poeti e restati immutati nei secoli, fino a giungere nelle città, con i loro inestimabili patrimoni artistici e le tradizioni secolari dell’arte e dell’artigianato. Un’esperienza internet che cerca di essere quanto più multisensoriale: c’è spazio per il gusto e la cucina, il relax dei grandi eventi: un intero universo di sensazioni che il noto fotografo Steve McCurry ha voluto immortalare nei suoi scatti, raccolti nella mostra Sensational Umbria.

Il racconto si congeda dai lettori presentando loro le fotogallery e le mappe delle sale storiche del Festival Internazionale del Giornalismo, cuore pulsante dell’evento, come a voler sottolineare la simbiosi fra l’arte, il bello, la storia e la città di Perugia: tutte idee racchiuse nel video finale, prodotto dall’associazione “Perugia ieri, oggi, domani”, che presenta una città inedita: la vista dall’alto, “a bordo” di un drone, a chiudere idealmente il cerchio di tutta l’esperienza, un volo mozzafiato sull’arte di vivere e su una regione tutta da scoprire, tra passato e presente.

Un progetto che ha visto collaborare insieme le istituzioni, la Regione Umbria, il team del Festival Internazionale del Giornalismo (programmatori, giornalisti, grafici) e un gruppo di cittadini di Perugia coinvolti nell’associazione nata da un gruppo su Facebook.

CAMBIA-MENTI
“Dottore, che cos’ho?”

Capita spesso che l’ansia metta una persona nelle condizioni di ascoltare i segnali provenienti dal proprio corpo in modo eccessivo, così da interpretare ogni piccolo movimento, ogni minimo cambiamento fisico come una vera e propria malattia. Quando questa attenzione ai segnali provenienti dal corpo diventa esasperata e preoccupa a tal punto il soggetto da recarsi continuamente dal medico per ricevere rassicurazioni e fare continui esami clinici che possano escludere malattie di ogni genere, allora siamo di fronte a un soggetto ipocondriaco.
Alla base delle “malattie immaginarie” c’è una richiesta di attenzione. Gli ipocondriaci manifestano il bisogno di essere ascolti attraverso la reale convinzione di avere disturbi di ogni tipo. Tanti sintomi, ma nessuna patologia accertata. Può così accadere che il Pronto soccorso ospedaliero e gli studi dei medici di base siano ingorgati da pazienti preoccupati di essere malati in qualche parte del corpo: sono puntigliosi e, nei casi più severi, ossessionati di essere colpiti da malattie gravi. Gli ipocondriaci lamentano sintomi che richiedono esami clinici, medicazioni, accertamenti. Tuttavia, proprio grazie alle scrupolose indagini diagnostiche, i medici si accorgono che questi sintomi non conducono ad alcuna patologia organica che si potrebbe ipotizzare essere all’origine del sintomo stesso. Al limite scoprono solo qualche lieve disturbo funzionale, cioè non patologico. L’ipocondriaco, in fondo, reclama un riconoscimento che manifesta attraverso il corpo, quasi preferendo avere qualche malattia, pur di non essere invisibile. “Mi preoccupo, quindi esisto”, questa affermazione sottende inconsciamente qualsiasi comportamento del soggetto ipocondriaco. L’invisibilità, per chi lamenta sintomi immaginari, equivarrebbe a sentirsi come morto. È come se i malati immaginari si ripetessero questo pensiero: “se il mio corpo è a posto, io non esisto, se non è a posto, la preoccupazione mi fa vivere”. Così gli ipocondriaci si documentano su patologie mediche, e in qualche caso suggeriscono al medico ipotesi sulle loro condizioni di salute. Tali supposizioni nel medico con poca esperienza della dimensione psicologica legata al comportamento del paziente, possono far sorgere qualche dubbio sul fatto che questo possa avere buoni motivi per fondare le proprie paure.
Il bisogno intenso di essere ascoltati dal medico rimanda ad un bisogno primario del paziente che si riferisce ad una parte bambina mai presa in considerazione. Occorre non sottovalutare o svalutare il problema clinico che non è inesistente come si pensa, ma al contrario, seppur non organico in quel momento, può diventarlo. La sofferenza del paziente va distinta e differita dalla dimensione obiettivamente somatica e va accolta con empatia la dimensione psichica del paziente stesso. Dal momento che il soggetto è fermamente convinto di soffrire di una malattia grave non è sempre facile convincere la persona a rivolgersi a uno psicoterapeuta in modo da dare un nome alla sofferenza sotterranea che veicola quei sintomi. A nulla valgono per lo più le mille rassicurazioni che può fare un medico e, nei casi più gravi, nemmeno il riscontro negativo di esami clinici acquieta il senso di forte ansia che pervade questi pazienti. Può accadere allora che l’ansia forte si trasformi in angoscia dando origine a veri e propri attacchi di panico ed è solitamente in questo momento che la persona può eventualmente rivolgersi ad uno psicoterapeuta.

Chiara Baratelli, psicoanalista e psicoterapeuta, specializzata nella cura dei disturbi alimentari e in sessuologia clinica. Si occupa di problematiche legate all’adolescenza, dei disturbi dell’identità di genere, del rapporto genitori-figli e di difficoltà relazionali. baratellichiara@gmail.com

“Sognavo di immortalare gli orsi che catturano i salmoni”. Milko Marchetti, il fotografo della natura

Prima di farsi intervistare Milko Marchetti ha voluto mostrarmi le sue videoproiezioni sonorizzate. Quelle raccolte rivelano molto del loro autore. I suoi ritratti fotografici sembrano veri e propri dipinti.
Milko, nato a Ferrara nel 1968, da più di 27 anni è fotografo naturalista; oltre a questo lavora per un’azienda di Bologna dove realizza fotografie industriali, collabora con numerose riviste del suo settore, tiene corsi di Photoshop e organizza workshop di fotografia naturalistica in Italia, Europa, America, Canada e Africa. Un uomo estremamente impegnato, pluripremiato, che declina il suo talento in un’infinità di modi differenti.

Sono tanti anni che si dedica a questa passione che rappresenta una vera e propria forma d’arte. Com’è nato l’amore per la fotografia? E cosa l’ha spinto a diventare propriamente un fotografo naturalista?
Ho sempre amato stare in mezzo alla natura. Un giorno un amico mi disse di andare con lui a fare bird watching; per l’occasione comprai un binocolo-giocattolo e successivamente uno vero. Mi iscrissi alla Lipu (Lega nazionale protezione uccelli, ndr) e pensai di acquistare una macchina fotografica. Nel frattempo frequentavo la biblioteca dove andavo a studiare sui libri le specie di volatili che vedevo. Dopo un anno di risparmi, a 16-17 anni non ricordo precisamente, comprai la mia prima macchina fotografica. Nel 2000 sono passato, come la maggior parte dei fotografi, al digitale con la triste consapevolezza che scattare sarebbe si diventato più facile, ma anche meno personale.

Si sente più fotografo, più naturalista, o sono due aspetti che non può proprio separare?
Non posso scindere le due cose perchè per essere fotografo naturalista devi essere prima di tutto naturalista. Bisogna conoscere alla perfezione l’ambiente che si vuole visitare e l’etologia degli animali che si vogliono immortalare; solo così saprai come avvicinare una determinata specie, limitando al minimo ogni forma di disturbo nei confronti della stessa.

Ha fotografato decine e decine di specie diverse, dalle più “innocue” come i fenicotteri, a quelle che generalmente vengono considerate più pericolose, come leoni, ghepardi, orsi. Come riesce a immortalare questi animali da così vicino?
Bisogna conoscere la linea invisibile che separa il fotografo dall’animale e che non deve mai essere superata. Occorre mimetizzare se stessi e l’attrezzatura per eludere l’attenzione degli animali che non devono mai riconoscere la figura umana. Si devono sempre ricordare tre punti fondamentali: primo, gli animali non si mettono in posa; secondo, non stanno fermi; terzo, non vogliono essere fotografati da noi. E’ per questo che bisogna diventare invisibili ai loro occhi.

Ha mai avuto incidenti di percorso?
Si, quando sono stato per la prima volta in Africa. I ranger ti permettono di arrivare a pochi metri di distanza dagli animali perchè questi non percepiscono le macchine come una minaccia. L’importante è non alzarsi mai in piedi, nè muovere velocemente le braccia. Mi trovavo in Tanzania per fotografare gli ippopotami nel loro habitat ideale, le cosidette “hippo pool”, una sorta di piscine che assomigliano più che altro a delle latrine. Ero con altri 7/8 fotografi concentrati sulla lotta che due ippopotami avevano intrapreso per conquistare la femmina. Ho scattato 14 foto a raffica. Quando abbiamo alzato gli occhi dalle nostre fotocamere ci siamo resi conto che gli animali ci stavano correndo incontro ed erano arrivati a pochi metri da noi. Per fortuna si sono fermati in acqua, ma abbiamo comunque rischiato molto. Forse non tutti sanno che l’ippopotamo è l’animale che provoca più morti in Africa.


A parte paesaggi, animali e persone, molte delle sue numerose fotografie ritraggono dettagli. Cosa le piace dei particolari?
Amo ritagliare pezzetti di ciò che vedo perché “nel guardare voglio riuscire a vedere”, cogliere particolari che possono diventare interessanti.

Predilige il colore o gli scatti in bianco e nero?
La vita è a colori, però mi piace molto anche il bianco e nero perché credo che alcune fotografie rendano di più, che siano in grado di trasmettere meglio l’emozione che io ho colto attraverso quello scatto. Certe foto possono essere veramente dinamiche e, personalmente, non apprezzo troppo il dover leggere la didascalia che le accompagna. Mi piace molto questa affermazione: “Una bella fotografia è come una bella barzelletta, se non ridi subito non è una bella barzelletta”. Perché una foto sia davvero riuscita deve colpirti subito, in un istante. Ogni giorno siamo martellati da milioni di immagini e diventa sempre più difficile catturare l’attenzione. Bisogna ricercare foto estreme, ma in natura sono rare e difficili da realizzare.

Può svelarci il segreto per scattare una buona fotografia?
Due cose sono essenziali: padroneggiare la tecnica e avere una buona conoscenza di ciò che si vuole immortalare.

Utilizza specifici programmi di grafica per “sistemare”o ritoccare i suoi scatti?
Uso Photoshop, il software per antonomasia che permette di lavorare sulla fotografia in maniera localizzata.

Tra tutti i servizi fotografici che ha realizzato, ve n’è uno che ha amato più di tutti gli altri?
Ultimamente è stato un susseguirsi di emozioni che hanno sempre superato quelle precedenti. Fin da piccolo ho avuto un preciso desiderio: vedere gli orsi che catturano i salmoni. Da poco sono stato nella wilderness dell’Alaska dove ho finalmente realizzato questo sogno.

Fare il fotografo la porta a viaggiare molto. E’ un aspetto che apprezza del suo mestiere?
A Bologna lavoro per un’azienda per la quale realizzo fotografie industriali. Sono scatti molto lontani da quelli che solitamente ricerco io, ma mi permettono di trovare il bello in qualcosa che solitamente non è associato ad esso. Questo lavoro in parte mi limita perché posso viaggiare solo nei periodi di ferie o chiedendo permessi. Amo viaggiare, sono appena tornato dalla Croazia, un’esperienza meravigliosa. Ad ottobre, per l’ottava volta, sarò in Islanda a vedere l’aurora boreale: penso sia la cosa più bella che la natura ci possa offrire.

Sono tanti anni che si dedica alla fotografia sotto diversi aspetti. Ha vinto numerosi premi e ottenuto diverse certificazioni. Qual è la stata la più grande soddisfazione che ha avuto?
Il mettermi continuamente alla prova. Vincere per otto volte consecutive la coppa del mondo regala grandi soddisfazioni. Ogni Stato organizza la propria nazionale ed essere campione del mondo significa che l’Italia stessa vince con i suoi partecipanti. In questa competizione, che si tiene ogni due anni, vengono valutate sia la qualitá delle fotografie che la coerenza, ovvero il tema che lega le varie foto. Nella sezione stampe vi sono dieci immagini, il che significa che ogni fotografo partecipa con una sola fotografia; nella sezione file invece, che comprende venti fotografie, ogni fotografo puó presentarne piú di una.
Anche ottenere le certificazioni Qip (Qualified italian photographer) e Qep (Qualified european photographer) é stata una grande soddisfazione personale.

Vi è un premio, un riconoscimento particolare a cui tiene di più in assoluto?
Collaboro con Oasis, anni fa era la rivista di fotografia più patinata d’Italia, ora è un po’ decaduta. Era il mio target ideale, mi dicevo che il giorno in cui avesse pubblicato un mio scatto allora sarei arrivato all’apice. Un giorno andai in edicola, acquistai la rivista e mentre la sfogliavo una fotografia mi colpì, realizzai che l’avevo scattata io. Una gioia immensa, solo il ricordo mi emoziona ancora.
Chiaramente anche la prima coppa del mondo é a me molto cara. La soddisfazione piú recente risale a 2/3 anni fa, quando una mia fotografia, arrivata quarta, è stata pubblicata su National Geographic.

Oltre alla fotografia, ha altre passioni?
Fotografare è un modo per viaggiare e scoprire, ma una vita sola non basta. Viaggiare mi permette di conoscere nuovi mondi, nuove persone, nuovi usi e costumi; voglio continuare a visitare luoghi che trasmettono emozioni diverse, che regalano attimi vissuti unici. Una volta mi è stato chiesto se osservare sempre la realtà attraverso un obiettivo non limiti il mio “vero guardare”; al contrario, l’obiettivo mi permette di amplificare tutto ciò che vedo. Per me un fotografo è colui che è in grado di fermare il tempo e immortalare un singolo attimo, un istante.

Credo che ognuno di noi, nel corso della vita, si chieda “e se l’avessi fatto?”: c’è qualcosa che rimpiange? Ad esempio un servizio fotografico che le era stato proposto o che avrebbe potuto fare, ma che per un motivo o per l’altro alla fine non è stato realizzato?

Giornalmente può capitare di dover scegliere e non sempre si prende la decisione giusta. E’ dal 1988 che faccio fotografie naturalistiche e nel mio mestiere capita di frequente rimpiangere di non aver fatto un determinato viaggio.
Trascorro tantissimo tempo appostato per rubare alla natura precisi scatti e spesso nell’attimo in cui decido di andare via, ecco che succede ciò che aspettavo da ore. Al contrario, ci sono state volte in cui mentre contavo quegli ultimi 10 secondi, è accaduto qualcosa di inaspettato che sono riuscito ad immortalare.

Ha un sogno nel cassetto, qualcosa che avrebbe sempre desiderato fare, ma che ancora non ha realizzato?
Vorrei che scattare fotografie diventasse un lavoro full time, ma al giorno d’oggi è molto difficile vivere solamente di questa mia passione, come di molte altre forme d’arte. Continuo a dire “da grande voglio fare il fotografo”.

Ha già raggiunto molti traguardi, ottenuto tante soddisfazione, ma per il futuro che progetti ha?
Di progetti ne ho tanti. Mi piace moltissimo insegnare, ci metto l’anima. Molti apprezzano il fatto che durante i corsi che tengo racconto “perle” che non si apprendono dai libri, consigli pratici derivati da anni di esperienza. Amo trasmettere tutto ciò che so.

Cappellari, da un secolo sinonimo di formazione professionale. Il lavoro come vocazione

Una tradizione ultracentenaria tramandata dal nonno ai nipoti, un cammino aziendale che parte nel primo Novecento con corsi di stenografia e approda nel nuovo millennio con una formazione orientata al mondo del web e a tanto altro. L’Istituto Cappellari di Ferrara è una delle più antiche realtà italiane nell’ambito della formazione professionale e, negli ultimi anni, si è affermata tra le aziende leader a livello nazionale. Nato nel 1909 dalla passione per la stenografia di Pilade Cappellari, l’istituto si è notevolmente espanso nel dopoguerra grazie al figlio Oreste che introdusse anche le materie amministrativo-contabili. L’avvento delle super tecnologie e i cambiamenti nel mondo del lavoro ne hanno poi trasformato la fisionomia più e più volte, ma l’azienda ha sempre mantenuto salda l’idea originaria: dare alle persone la massima possibilità di essere impiegate.

I fratelli Andrea e Marco Cappellari, subentrati al papà Oreste nella gestione dell’Istituto, ce ne raccontano la storia e l’evoluzione.

Com’è nata l’avventura imprenditoriale della famiglia Cappellari?

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Riconoscimento della Tipostenografia brevettata da Pilade Cappellari

Marco – La storia dell’Istituto parte da lontano, dalla passione di Pilade Cappellari, mio nonno, grandissimo cultore della stenografia, che cominciò nel 1909 a tenere lezioni nella propria abitazione di via Fossato dei Buoi. Era l’epoca in cui c’erano i grandi sistemi stenografici (per chi non lo sapesse più, tipico sistema di scrittura veloce che impiega segni, abbreviazioni o simboli per rappresentare lettere, suoni, parole o frasi), che venivano insegnati anche nelle scuole pubbliche; ma lui andò oltre, inventando e brevettando negli anni ’30 un nuovo sistema che chiamò Tipostenografia: sui tasti di una macchina da scrivere manuale, mise i simboletti stenografici.

Introdusse quindi anche corsi per insegnare il suo nuovo sistema?
Marco – Certo, e cercò di diffonderlo ma purtroppo in questo non ebbe fortuna perché la macchina faceva troppo frastuono e la stenografia, in effetti, aveva senso nel silenzio più assoluto, con una scrittura a penna. Ad ogni modo, in soffitta conserviamo ancora una di queste macchine con cui partecipò anche a gare e premi, e abbiamo foto che lo ritraggono con la sua invenzione nelle sale del Castello Estense. L’impresa del nonno Pilade è diventata un po’ il mito su cui si è costruita la storia dell’istituto.

Un aneddoto di questa storia unica e affascinante?
Marco – Si racconta ancora, in famiglia, che una volta il nonno regalò una delle sue macchine a Vittorio Emanuele che, come ringraziamento, gli inviò una lettera di cui conserviamo ancora la copia originale.

Questa l’origine dell’azienda. Poi come vi siete evoluti durante il Novecento e negli ultimi e concitati anni di trasformazioni tecnologiche?

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L’istituto negli anni ’50, al centro Pilade Cappellari, il secondo da sinistra è il figlio Oreste

Marco – Ai corsi di stenografia di sono presto aggiunti quelli di dattilografia perché con entrambe queste competenze le donne in cerca di lavoro, all’epoca, trovavano immediatamente un impiego come segretarie. Nel dopoguerra, il figlio di Pilade, mio padre Oreste, ha ampliato l’attività formativa aggiungendo tutte le materie amministrative e contabili in modo da preparare impiegati pronti per essere inseriti nelle aziende. Fu proprio in quegli anni che, dopo aver cambiato varie sedi, fu acquistata la sede di via Savonarola, dove siamo tuttora. Nei decenni l’azienda si è trasformata ed evoluta adeguandosi ai grandi cambiamenti del mondo contemporaneo. Ora l’Istituto non ha più nulla a che fare con gli esordi di inizio Novecento, se non nel Dna, ossia fare di tutto per aumentare le chance di occupabilità delle persone.

Torniamo ancora un momento a tuo padre: che formazione aveva? fino a quando ha lavorato nell’Istituto?
Marco – Oreste Cappellari era laureato in Economia e commercio, insegnava la mattina nella scuola pubblica (tutte le sue allieve dell’Einaudi e del Monti lo ricordano con affetto), il pomeriggio, la sera e nel week end nella sua scuola. Lui è del ’26, ora ha 88 anni ma fino a che la salute glielo ha permesso, ossia fino a circa cinque anni fa, è sempre venuto a scuola. Aveva già da tempo passato il testimone a me e mio fratello ma seguiva le attività dell’istituto sempre con grande passione.

Come avete vissuto i grandi cambiamenti?
Marco – Io ricordo con un velo di tristezza il giorno in cui, una ventina di anni fa, un camion venne a caricare un gran numero di macchine da scrivere come fossero ferro vecchio. Però il passaggio dalle macchine da scrivere ai computer fu ovviamente un cambiamento necessario e fondamentale per dare continuità alle nostre attività di formazione, come tutti quelli che si sono susseguiti negli anni successivi. Tutt’ora ci chiediamo come evolveremo da qui a 10 anni, perché tutto accade in modo sempre più rapido.

Com’è cambiato il vostro lavoro negli anni?

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Pile di vecchi hardware

Andrea – Moltissimo. Fino ai primi anni Novanta c’erano ancora le macchine da scrivere, poi, quando ha cominciato a diffondersi l’ambiente Windows, abbiamo rivoluzionato la nostra strumentazione e introdotto corsi di informatica. Poi l’informatica è diventata un bene di largo consumo e quindi sono subentrate le tecnologie applicate all’informatica come i corsi Cad (di progettazione computerizzata). Infine, negli ultimi anni, abbiamo introdotto corsi legati al vasto mondo del web che sono diventati un po’ la nostra specialità, e che vanno dalla grafica di Internet alla grafica editoriale, dalla progettazione di siti web al web marketing, dalla programmazione web all’e-commerce; tutto questo filone è diventato il nostro punto di forza, parallelamente al mondo amministrativo-informatico che è il nostro prodotto classico.

Siete assolutamente al passo coi tempi…

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L’aula informatica

Marco – Continuiamo a cambiare pelle, direi mese per mese. Rinnovarsi è necessario perché il nostro obiettivo è trovare un impiego alle persone che cercano lavoro, quindi dobbiamo sempre essere attenti, aggiornarci e capire che tipo di figura professionale manca nel mercato del lavoro e, di conseguenza, sviluppare corsi di formazione di qualità in quel settore specifico. Questo avviene anche grazie alla collaborazione con le associazioni di categoria che ci segnalano le figure professionali che mancano o che si fatica a trovare.

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Materiale sanitario per i corsi Oss

Andrea – Sempre per andare incontro alle richieste del mercato, dal 2010 abbiamo cominciato a sviluppare un nuovo ambito legato al settore sanitario perché, in collaborazione con le associazioni di categoria provinciali Andi (Associazione nazionale dentisti italiani) e Aio (Associazione italiana odontoiatri), abbiamo capito che non esistevano corsi di qualifica professionale che formassero assistenti di studio (fino ad allora le assunzioni avvenivano per passaparola o per amicizia). Risale al 2012 il primo corso per Assistenti di studio odontoiatrico e al 2013 il primo corso per Oss (Operatore socio-sanitario), per i quali abbiamo allestito aule attrezzate ad hoc, complete della strumentazione e dei dispositivi necessari per la parte pratica; in più, questi corsi prevedono visite outdoor presso strutture e studi sanitari, per combinare al meglio l’aspetto teorico a quello pratico.

Il vostro è un super sito e si nota l’attenzione alla comunicazione e ai contatti…
Andrea – Il sito web dell’istituto è visitato da oltre 200 utenti al giorno e vengono inoltre inviate newsletter informative alle migliaia di utenti registrati. L’Istituto Cappellari è inoltre presente con una proprio pagina su Facebook.

Oggi parlare soltanto di Cappellari non è corretto perché voi da alcuni anni siete un gruppo di tre aziende, Cappellari, Infomedia e l’editrice Work Press. Come mai questa diversificazione?

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Personale e docenti dell’Istituto, al centro i titolari Marco e Andrea Cappelari

Marco – L’Istituto Cappellari è l’azienda capofila e cura l’area dei corsi a carattere amministrativo, corsi di qualifica professionale e corsi per la preparazione ai concorsi pubblici, attività che pratichiamo dal 2011, e che è diventata di carattere nazionale grazie alla formazione a distanza: per questi ultimi organizziamo corsi anche in altre città e, con grande soddisfazione, ad oggi siamo leader italiani nella preparazione ai concorsi pubblici. L’istituto Cappellari però eroga solo corsi a mercato, ossia a pagamento.

Andrea – La seconda azienda del gruppo, Infomedia (fondata nel 1997 dallo stesso Istituto Cappellari), è invece un ente di formazione accreditato presso la Regione Emilia Romagna che ha come oggetto le attività formative finanziate. Ha sede sempre in via Savonarola, ma si occupa solo delle attività formative finanziate (da enti, Unione europea, fondi paritetici professionali) perché essendo un ente accreditato dalla Regione (come Iscom, Ecipar, La città del ragazzo, per fare solo qualche esempio) ha la titolarità dei progetti formativi finanziati e/o regolamentati che rientrano nel repertorio delle qualifiche regionali. Per capirci, il corso Oss, che è una figura regolamentata, lo gestisce e eroga Infomedia, non l’Istituto Cappellari. Stessa cosa per i corsi di qualifica per Agenti di commercio o per Preposti alle sale bingo.
I corsi finanziati possono essere sia per la formazione al lavoro e si svolgono in sede, sia per la formazione aziendale e si svolgono all’interno delle aziende: una volta identificato il fabbisogno formativo ci attiviamo per reperire i fondi e avviare la formazione che, a volte, viene fatta dagli stessi consulenti interni alle aziende (antincendio, sicurezza, etc.), a volte con i nostri che si spostano presso le aziende allestendo vere e proprie aulette dove svolgono corsi di formazione linguistica, informatica, web, etc.

Marco –  Poi abbiamo fondato la terza azienda del gruppo, Work Press, che gestisce il portale Bollettino del lavoro.it. Nata nel 1993 come rivista cartacea a diffusione nazionale, il Bollettino del lavoro, negli anni si è trasformata mille volte e ora continua in formato digitale con 52.000 abbonati gratuiti, 50.000 followers tra Facebook e Twitter. Con quest’attività di informazione sul mondo del lavoro segnaliamo ai nostri utenti le aziende che assumono e gli enti che emettono bandi di concorso.

Entrambi avete seguito le orme del padre e del nonno, è stata una scelta naturale?

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Foto di gruppo, consegna diplomi. Dietro, a sinistra, Andrea Cappellari

Sì certo, nessuno ce l’ha mai imposto. Ci siamo entrambi laureati in Economia e commercio e, respirando l’aria della scuola fin da piccoli, abbiamo provato ad inserirci e ci è piaciuto. Siamo contenti di proseguire l’attività di famiglia e che il passaggio generazionale sia avvenuto con successo, cosa affatto scontata perché tante attività muoiono perché manca la prosecuzione da parte dei figli. Questo è un problema grave che viene spesso segnalato dalle associazioni di categoria come Confartigianato o Cna e su cui si cerca di fare anche una serie di iniziative dedicate.

Marco, un’ultima domanda: tu lavori nell’Istituto dal 1992, un osservatorio unico e continuo sul mondo del lavoro nel ferrarese, un po’ un centro per l’impiego. Com’è cambiata, se è cambiata, l’utenza negli anni?
Quello che notiamo di più è la sempre minore flessibilità al cambiamento da parte di chi cerca lavoro. A dire il vero questo è l’eterno problema nel mercato del lavoro, perché il grande scoglio e che una persona arriva da noi con una percezione del lavoro totalmente illusoria, cercando “quel determinato lavoro” anche se quel lavoro non esiste. Questo atteggiamento deriva da luoghi comuni, effetti mediatici, idee inculcate da certi percorsi scolastici e universitari avulsi dalla realtà, che illudono le persone su percorsi difficilmente o affatto percorribili, su un futuro che non esiste. Ci sono grandi responsabilità a monte. A questo proposito, se posso esprimere il mio modestissimo parere, credo che le dichiarazione del Governo sulla riforma della scuola siano molto positive perché mirano a disegnare una scuola più ritagliata sul mondo reale.

Andrea, per arginare questo grande gap, cosa proponete in termini di formazione?
Noi cerchiamo proprio di riempire questa mancanza, proponendo corsi assolutamente legati alle richieste da parte del mondo del lavoro, rimanendo sempre in stretto contatto con le associazioni di categoria. Noi dichiariamo sempre agli utenti quali sono stati i risultati in termini di ‘placement’, ossia quante persone al termine del nostro corso hanno ottenuto un impiego. Per fare un esempio, è stata inaugurata qualche giorno fa la quarta edizione del corso per Oss (Operatori socio-sanitari), un ambito di competenze che noi non avremmo mai pensato di insegnare e che invece ha oltre il 50% di ‘placement’, un risultato molto incoraggiante.

Per saperne di più visita il sito dell’Istituto Cappellari e [vedi] e la pagina Facebook [vedi].

Minarelli e Vitellio, le sette domande capitali nella corsa alla segreteria Pd

Vitellio e Minarelli, in ordine di presentazione della candidature. Oppure Minareli e Vitellio in ossequio all’alfabeto. Comunque li si guardi e li si giudichi sono loro gli sfidanti al ruolo di segretario provinciale del Partito democratico di Ferrara. Luigi Vitellio è l’attuale segretario cittadino del partito. Nicola Minarelli è sindaco di Portomaggiore. Entrambi ambiscono alla sucecssione di Paolo Calvano, avviato alla nomina plebiscitaria a segretario regionale dell’Emilia Romagna. Ad ambedue abbiamo posto per iscritto le stesse domande per cercare di comprenderne meglio i tratti politici, il profilo identitario, le linee strategiche d’azione. Le domande vertono sul posizionamento del partito, il pantheon della memoria, i valori ideali, le priorità di intervento. Ciascuno aveva a disposizione lo stesso spazio complessivo, tremila caratteri. Entrambi hanno aderito all’invito. Minarelli ha disciplinatamente onorato l’impegno. Vitellio è arrivato un po’ lungo nei tempi e negli spazi, salvo riaggiustare il tiro in corsa. Sarà il presagio di un tribolato finale al fotofinish?
Ecco di seguito gli interrogativi e le risposte.

1. Considera il Pd un partito di sinistra o di centro-sinistra?
M: Considero il Pd un partito di centro-sinistra nel quale convivono diverse culture, sensibilità, tradizioni politiche e partitiche che si riconoscono nel riformismo italiano.
V: Il Pd è una formazione politica nata per cambiare il nostro modo di affrontare i temi e le questioni che la complessità dei sistemi sociali ci pongono con i loro continui mutamenti. I grandi temi dello sviluppo sostenibile, del lavoro, dell’istruzione e del rispetto delle persone e dei loro diritti a fronte dell’impegno che tutti noi abbiamo nel mantenere i “ nostri doveri”. Quindi schematicamente la risposta è il Pd è un partito di centro sinistra, con l’ambizione di rappresentare con i suoi valori anche chi finora ha guardato da altre parti.

2. Può indicare una personalità (una sola) rappresentativa della storia, della tradizione e dei valori che ritiene fondanti per il suo partito?
M:
Senza ombra di dubbio indico il Presidente emerito Giorgio Napolitano, un uomo che ha saputo nella sua lunga storia politica essere all’avanguardia e un vero riformatore e che ha dimostrato come Presidente della Repubblica di saper guidare il paese in uno dei periodi più difficili sia dal punto di vista economico, sia politico. La lungimiranza, la capacità di guida e persuasione, la volontà di mettere al centro il Paese anche oltre le proprie forze fisiche ne fa un esempio di spirito di servizio di servizio encomiabile.
V: Barack Obama è la persona che rappresenta di più il cambiamento, la rottura con la continuità. Come deve essere il Pd. Il mio personaggio è lui.

3. La questione morale, evocata come tale già da Enrico Berlinguer all’inizio degli anni ottanta, come dimostrano le cronache quotidiane è ancora drammaticamente irrisolta. Che fare per ridare un profilo etico alla vita pubblica?
M:
Essere particolarmente intransigenti coi comportamenti illegali e moralmente discutibili. Intransigenza nella selezione della classe dirigente e ancor meglio avvicinamento al cittadino del potere decisionale. Un sano e vero federalismo, che significhi scelte fatte dal livello decisionale e di governo più vicini al cittadino, può essere la garanzia che il controllo sia esercitato “a misura d’uomo” e dunque in maniera più efficace.
V: Il non rispetto per i cittadini e delle risorse pubbliche, l’occupazione di parti delle Istituzioni per interesse personale noi oggi la definiamo “questione morale”. Per combattere corruzione e malaffare serve uno sforzo comune che si deve basare su una cosa semplice: il buon esempio.

4. Un cittadino condannato in primo grado (ma non ancora in via definitiva, come nel caso dell’ex sindaco di Salerno, De Luca) a suo giudizio ha titolo per candidarsi a ruoli interni al partito o di rappresentanza nelle pubbliche istituzioni?
M:
Siamo per un partito garantista. Certamente però dovrebbe scattare una questione di opportunità politica nell’evitare situazioni di questo tipo. Ancor più certamente il Partito che immagino non può ammettere che un candidato o un eletto possa manifestare l’indifferenza verso le leggi dello stato o ancora peggio dichiari apertamente di infischiarsene.
V: Chi ha subito condanne in primo grado è opportuno che non si candidi a ruoli interni al Partito o di rappresentanza nelle istituzioni.

5. Per quanto riguarda i rapporti con le minoranze, ritiene giusto che il diritto al dissenso oltre che nel dibattito interno si esprima anche esternamente con voti in sede assembleare (Parlamento, Commissioni, Consigli regionali o comunali…) contrari all’orientamento adottato dalla maggioranza dal partito?
M:
Stare in un grande partito significa ammettere che ci siano sensibilità differenti, ma questo non può mai pregiudicare il principio che al momento delle decisioni ufficiali ci si comporta come un unico soggetto e che le decisioni prese dagli organismi dirigenti a maggioranza vadano rispettate. Altro discorso per i temi etici sui quali la libertà di coscienza credo debba essere ammessa.
V: Vogliamo rappresentare una parte ampia della società. Nei partiti grandi succede che ci sono molte persone, molte idee. Vedere più opinioni come un problema è sbagliato. Alla fine della discussione è necessario fare una sintesi e i gruppi dirigenti servono a quello. Altrimenti non dirigono più, sono diretti. Allora credo che chi ha delle responsabilità deve sapere che quando ha l’onore di ricoprire una carica pubblica per rappresentare non solo un partito, ma dei cittadini, ha anche il dovere di rispettare le decisioni che vengono prese dalla maggioranza.

6. Su cosa si deve puntare per lo sviluppo strategico di Ferrara?
M:
Ferrara sconta tuttora un gap infrastrutturale che è una delle cause della scarsa competitività e attrattività rispetto agli altri territori. Se poi si considera che il tessuto imprenditoriale è fragile e fatto di imprese di piccole e medie dimensioni ben si comprende quanto sia importante in questa fase approfittare della nuova programmazione territoriale 2014-2020 utilizzando i fondi europei per eliminare il digital divide, favorire l’inclusione sociale, il rafforzamento della competitività delle aziende, la valorizzazione del patrimonio turistico, culturale e ambientale.
V: Ferrara deve avere un ruolo strategico nel contesto regionale e nazionale e su questo innestare le politiche di sviluppo locale, oltre a quelle già esistenti. L’area vasta è questa grande opportunità. Penso alla Cispadana e all’autostrada regionale ,che ci congiunge al Brennero, all’idrovia che termina a Porto Garibaldi a pochi chilometri dal porto di Ravenna, alle eccellenze dell’Università, del petrolchimico, ai possibili scenari dettati dal parco del delta del Po, alla grande opportunità di avere lo snodo ferroviario di Bologna molto vicino e nello stesso tempo al sistema fieristico. Al valore stesso della città di Ferrara turistico e culturale. E’ necessario mettere a sistema queste e altre opportunità che esistono in un a ottica territoriale complessiva e condivisa. A livello nazionale le priorità sono i temi del lavoro, come a livello locale, la lotta all’evasione e la sicurezza, che per troppo tempo abbiamo lasciato in mano alla Lega nord. Ma anche la sicurezza ambientale e le nuove forme di economia, quella verde e quella blu.

7. Quale considera essere la priorità di intervento a livello nazionale e a livello locale? (una per ciascun ambito, non un elenco di questioni)
M:
A livello nazionale indico come priorità la riforma della pubblica amministrazione, nell’ottica della necessità di sburocratizzare un sistema ingessato, a tratti surreale. La indico prioritariamente perché non c’è altra riforma che possa reggere, implementarsi o dare i propri frutti se si trovano barriere a tratti insormontabili nel sistema pubblico. A livello locale indubbiamente il lavoro. Va messo in moto un ampio processo di coinvolgimento a livello politico e amministrativo al fine di individuare le priorità di intervento e fornire strumenti e policies efficaci.
V: Se dovessi dire una cosa che le racchiude forse tutti vorrei veramente un sistema di redistribuzione della ricchezza che funzionasse molto meglio ed aiutasse chi più ha bisogno e se lo merita: è abbastanza di centrosinistra questo?

Parcheggio dal vescovo. In pieno centro storico soste a pagamento gestite dalla Curia

C’è un grande parcheggio in pieno centro storico. Anzi, ce ne sono due. Ma pochi lo sanno. Fanno capo entrambi alla Curia arcivescovile.
Il primo sta proprio all’interno del palazzo del vescovo. Si entra da corso Martiri, si transita sotto lo storico portone e si raggiunge il cortile sterrato dove c’è spazio per una trentina di vetture. Il costo dell’abbonamento è di 120 euro mensili, ai quali vanno aggiunti 250 euro di tassa annuale da corrispondere al Comune per ottenere il permesso che consente l’accesso alla Ztl monumentale.

park seminarioL’altro è invece posizionato sul retro della dimora del vescovo; l’ingresso è da via Cairoli. Qui si trovano due ampi cortili divisi fra loro dalla storica sala del Borgonuovo, da tempo inagibile. La capienza è ampia: oltre una cinquantina di auto negli stalli a cielo aperto e un buon numero di posti addizionali nel seminterrato. La gestione in questo caso è del seminario arcivescovile, la spesa è un po’ più alta, di 150 euro mensili, oltre ovviamente alla spesa per il permesso annuale di accesso alla Ztl.
Il costo complessivo per gli utenti varia dunque grossomodo fra i 1.700 e i duemila euro all’anno. La rendita per le casse arcivescovile verosimilmente attorno a 150 mila euro annui, mentre il Comune si deve accontentare di una somma di poco superiore a 20mila euro, come proventi per le licenze di accesso alla Ztl.

Proprio la questione Ztl rappresenta il punto delicato. E’ sensato autorizzare un traffico parassitario di un’ottantina di vetture e oltre che per accedere al parcheggio ogni giorno transitano in una zona, quella monumentale, che andrebbe rigorosamente preservata dal traffico? Il cui prodest appare fin troppo chiaro.

Beppe Gandini, stregato dal palco: “Io, dalla sala Estense a Julia Roberts con il cuore alla Spal”

RADICI – “Pur non essendo un bambino particolarmente intellettuale, a otto anni andai a vedere al Teatro Comunale di Ferrara uno spettacolo di Tadeusz Kantor che si intitolava “Crepino gli artisti!”. Cosa avrò capito… non lo so; so solo che ebbi un impatto emotivo tale che per la prima volta capii che esisteva un bel luogo che si chiamava teatro, in cui succedevano tutte quelle cose che mi avevano incantato.” Così Giuseppe Gandini attore ferrarese oggi affermato ricorda la sua prima volta dinanzi a un palcoscenico. Il polacco Kantor, uno dei più grandi drammaturghi del Novecento, era un originale, un personaggio unico che unico è rimasto, senza eredi. Ma con un piccolo ammiratore ferrarese.
La magia di quel momento a occhi spalancati si rinnova a sedici. Questa volta in scena c’è Vittorio Gassman che recita un monologo, una raccolta di vari scritti di Luigi Pirandello. “Uscito dallo spettacolo mi dissi che volevo fare l’attore, e non ho più cambiato idea”.

Dopo avere praticato “in maniera fallimentare pressoché ogni tipo di sport”, approda al teatro per divertimento e per gioco, fino a capire che non sono campi da gioco e spogliatoi a interessarlo, ma l’impatto emotivo. ‘Chacun son metier’. Ci sono i camerini di un teatro, altrettanto nascosti e pieni di attesa, di inizio; non un punteggio finale ma un solo battito di mani, l’attesa non di un fischio d’inizio ma di due tende pesanti e rosse che si aprono e si chiudono per fare spazio ai gradini di una storia, e di un originale come Kantor a raccontarla. Per capire finalmente il posto a cui appartenesse e la porta a cui bussare davvero, accompagnato dall’incontro con Marco Felloni, regista e intellettuale ferrarese. “Quello è stato l’incontro della vita. Lui era alla ricerca di gente che recitasse, io in cerca di recitazione. Mi ha dato la possibilità di recitare in tanti spettacoli, di sperimentare, regalandomi la consapevolezza del lavoro dell’attore che poi ti porta a tentare di intraprendere il mestiere a livello professionale. Ha avuto un ruolo educativo fondamentale che ha permesso a me di procedere oltre i binari, e in generale per chiunque desiderasse avvicinarsi al teatro, formando persone con cognizione di causa. Un maestro sotto ogni punto di vista, per me e per tanti altri ventenni che avevano voglia di fare teatro e non sapevano come.”

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Gandini in una scena del film ‘Mangia, prega, ama’

DON CHISCIOTTE – “I ruoli che mi vengono affidati grazie al provino solitamente sono derivati di un prototipo originale, quale l’amico del protagonista; spesso simpatico, buffo, rassicurante.” Un archetipo video di casa, di focolare caldo e rassicurante. Dopo il diploma alla scuola d’arte Teatro Etoile, si affaccia al cinema come regista: il suo cortometraggio “Il mito della realtà” vince il Nastro d’argento nel 1995. Poi arriva l’esordio come attore con “Viola bacia tutti” (1998) di Giovanni Veronesi e, nello stesso anno, “La cena” di Ettore Scola, che gli vale un nuovo Nastro d’argento come miglior attore non protagonista, a “Mangia prega ama” (2010) di Ryan Murphy vicino alla diva Julia Roberts, e ruoli analoghi anche in televisione, “Positano”, “L’ispettore Coliandro”, “Gino Bartali”.

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Gandini in una scena dal film ‘Febbre da fieno’

Con alcune eccezioni che rivelano le altre facce del dado. Come il ruolo di Benna di “Fortezza Bastiani” (2000) di Michele Mellara e Alessandro Rossi, il ruolo a cui più di ogni altro è legato intimamente. Un appartamento spagnolo alla bolognese, una fortezza ermetica di Dino Buzzati con quattro eterni universitari tra cui lui, Benna, studente di giurisprudenza mantenuto dal padre che tenta di togliersi la pelle di recidivo dell’istruzione perenne e diventare finalmente “grande”. E un altro che ne è agli antipodi: Stefano, protagonista di “Febbre da fieno” (2011) di Laura Lucchetti alla sua opera prima, miglior film al Metropolitan Film Festival di New York: il proprietario di oggetti vintage, il raffinato Stefano dall’animo sognatore, perso nel suo mondo di modernariato, quella seconda opportunità che si dà alle cose e che oggi è così nostalgica per le persone, che forse non hanno mai davvero una Grande Occasione, costantemente tirando a campare. Stefano annaspa tra rifiuto della burocrazia e paura di crescere – “due elementi che ho imparato a gestire in quanto fanno parte delle vita di tutti i giorni, pur non amando il primo e accettando serenamente il secondo, che mi ha regalato quattro anni fa la mia personale grande bellezza.” Un mestiere in cui è sottile il confine tra leggerezza e malinconia, come quello tra un gioco che finisce dove comincia il mestiere stesso; come quello di un’occasione mancata.

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Locandina dello spettacolo ‘Il cuore a Ovest’

RITRATTI – A Giuseppe piace mettere in gioco, e in scena, le proprie passioni, che vanno oltre il cinema, la televisione e il teatro. “Abbiamo cominciato nel 2002 – racconta – con il tema della politica, nello spettacolo “La tombola” ambientato nello stand della tombola di una Festa dell’unità, poi è stato il turno della Spal (“Il cuore a Ovest”) nel 2009, a cui ha fatto seguito “L’Italia siamo noi” sulla storia del nostro Paese nel 2011 in occasione del 150esimo anniversario dell’unità d’Italia, e infine “Eyes Wine Shot” sul tema del vino, attualmente in tournée tra enoteche e teatri italiani. Quel confine tra delicatezza e malinconia che calza come un guanto al suo ultimo spettacolo-concerto, “Guccio!”, andato in scena in prima nazionale il 24 gennaio al Teatro De Micheli di Copparo, il quinto di questa serie di spettacoli dedicati alle passioni.

“Hai mai visto un concerto di Guccini?” mi chiede Giuseppe Gandini. “Io ne ho visti 40. L’idea di mettere in piedi uno spettacolo che avesse come perno una storia incentrata su un suo concerto è nata insieme a Roberto Manuzzi, storico musicista della band del cantautore emiliano, che era nel pubblico durante lo spettacolo dedicato al vino. Concordammo sul fatto che la direzione musicale da seguire a fronte di un progetto incentrato su un concerto di Francesco Guccini non era quella di una tribute band, né quello di uno spettacolo di prosa. Volevamo unire questi due generi senza realmente fare nessuno dei due. Ne è scaturito uno spettacolo-concerto, che racconta tutto quello che non succede tra un ragazzo e una ragazza in un brevissimo lasso di tempo negli anni Novanta, durante l’università. Lo scorrere dalla loro conoscenza tra loro è intercalato da canzoni in accordo non didascalico, ma evocativo rispetto all’atmosfera, in modo tale da scandire le varie fasi della storia.”

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Giuseppe Gandini e Valeria Bruscoli in ‘Guccio!’ al Teatro Micheli di Copparo (Ferrara)

LUI E LEI – “Guccio!” è una non-storia, tra Lui e Lei. Studiano Lettere a Bologna nel 1996, e possono essere identificabili con migliaia di altri Lui e Lei in tutta Italia. Negli anni Settanta, Ottanta, Novanta. Duemila. Lui (interpretato da Giuseppe Gandini) e Lei (Valentina Bruscoli) non hanno niente in comune, tanto che al primo appuntamento è già chiaro come andranno le cose tra di loro. Quei due insieme non andranno mai da nessuna parte, entrambi chiusi dentro al carattere e all’atteggiamento che li rende, rispettivamente, Lui e Lei. Perché al primo appuntamento Lui le confessa orgoglioso – seduti al tavolo di un piccolo locale davanti a birra e patatine – che la porterà a un concerto. Non “un” concerto, si intende: “il” Concerto. Quello scarto tra articolo determinativo e indeterminativo racchiude il suo intero mondo: dentro o fuori, bianco o nero, giusto o sbagliato. Ben poche sfumature e la certezza che Lei apprezzerà quel regalo imprevisto.

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Anche Lei ha un mondo che si tiene ben stretto, in una incrollabile fede di ‘mediocritas’ pop musicale: quando Lui le chiede chi sia il suo cantautore preferito, la sillaba “Ba” basta per annichilirlo (…”e di Battiato nemmeno l’ombra”, tuona sconsolato). Lei accetta reprimendo conati di vomito e impegnandosi a procurarsi un degno travestimento ai suoi pregiudizi pop – abito lungo a fiori e coroncina in testa, residuo bellico degli anni figli dei fiori alla stregua del cantante al cui concerto è stata trascinata. E quello che non accade tra loro due, quella non-storia che riempie il palcoscenico, quei vuoti di azioni che a volte si interrompono a metà, rallentati, non visti; quei non detti ma solo pensati ad alta voce che a volte divertono, altre feriscono, altre ancora commuovono. Quelle storie che non nascono, quei gesti mancati che restano per sempre schiacciati nelle pieghe del tempo, ricordi universitari a cui non si può pensare se non con malinconia e forse rabbia per qualcosa di perso ormai per sempre.

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Francesco Guccini in concerto

L’ULTIMA THULE – Tra Lei e Lui non c’è nessun Altro, ma solo Francesco Guccini. E sarà quello, il Lui a cambiarle davvero la vita. Il suo autentico Lui. Perché dal momento in cui sente il concerto di Guccini – dal momento in cui vive i brani di Guccini, interpretati da sassofono e fisarmonica di Manuzzi, dalla chitarra delicata e vibrante di Antonello D’Urso e dalla magnifica voce del cantautore bolognese Germano Bonaveri, per Lei cambia tutto. Perché ascoltare “La locomotiva” e “Cyrano”, “Il vecchio e il bambino” e “In morte di F.S.”, “L’avvelenata”; sono questi gli strumenti attraverso i quali Lei di fatto evolve, grazie ai quali letteralmente “le succede qualcosa”. “Lei – spiega Gandini – è stupefatta da quello che vede, dalla difficoltà di catalogare Guccini nei soliti, rassicuranti schemi”. Perché è per Lui che “si spensero le luci e cominciò la poesia”, ma è per Lei che “prendono vita persone fisiche solo raccontate, persone reali perché solo immaginate”.

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Il musicista Roberto Manuzzi suona durante lo spettacolo-concerto

Passa il tempo, e Lui non è di molto cambiato. Il pasionario che inneggiava ai concerti di Guccini e non accorgendosi che Lei voleva baciarlo, troppo preso dall’acclamare l’ultima canzone in programma sul palco, è diventato l’incazzoso impiegato di una libreria di Bologna, che si rifiuta di vendere l’ultimo libro di Fabio Volo a un cliente (Filippo Sandon), esattamente come si rifiutava di assecondare i gusti di Lei quando i suoi idoli erano Battisti e Baglioni. Lei radical-chic giornalista rampante, lanciatissima nel mondo delle recensioni musicali, convinta di avere tutto in pugno; lui sinistr/orso incapace, ancora una volta, di considerare i giudizi degli altri. Anche se questa volta non c’è scambio, non c’è la chiave di volta della storia, la sensazione palpabile che resta al termine dello spettacolo – di cui sono richiesti ben due bis – è questa, immobile e irripetibile, splendida nella sua unicità.

E correndo, mi incontrò lungo le scale.
Quasi nulla mi sembrò cambiato in lei.
La tristezza poi ci avvolse come miele.
Per il tempo scivolato su noi due.

Francesco Guccini, “Incontro”

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Schizzo-logo dello spettacolo “Guccio!”

Gli organizzatori sono a lavoro per portare lo spettacolo nei teatri italiani nella stagione invernale 2015/2016. Ogni eventuale data, non appena ufficiale, sarà prontamente comunicata nel sito a cui rimandiamo [vedi“>vedi], da cui è stata tratta la foto in evidenza e la foto di Roberto Manuzzi.
E se vuoi portare lo spettacolo “Guccio!” nella tua città, scrivi a guccioateatro@gmail.com per contattare direttamente gli organizzatori e ricevere ogni informazione a riguardo.

Abbado in mostra, note di vita nelle foto di Caselli Nirmal

Venticinque anni fa il primo incontro. E’ il 31 marzo del 1990 e Marco Caselli Nirmal si trova con la sua macchina fotografica in mano davanti a Claudio Abbado. Gli spazi sono quelli del Teatro comunale di Ferrara, dotati della nuova camera acustica per l’attesissimo concerto con Abbado alla guida dei Berliner Philharmoniker.

E’ un’intesa immediata, una folgorazione. L’occasione e l’emozione li racconta lui, fotografo teatrale che ha immortalato tanti artisti e momenti-chiave della storia della musica e dello spettacolo contemporanei. E che, dopo quel incontro lì, diventa il fotografo ufficiale del maestro Abbado.

Ora Marco Caselli Nirmal torna protagonista accanto al maestro nella mostra “Claudio Abbado-Fare musica insieme” che si inaugura sabato 28 marzo, ore 19.30, all’Opera Firenze.

Più della metà delle immagini esposte vengono dall’archivio ferrarese di Marco, che le ha scattate nell’arco di ventitré anni, dal giorno del primo incontro con il grande direttore fino alla sua scomparsa. Sue sono 117 delle 200 immagini esposte lungo gli spazi del nuovo Auditorium, inaugurato proprio da Claudio Abbado con la nona sinfonia di Gustav Mahler. E’ il dicembre 2011 e Claudio ancora una volta è lì, al suo fianco, dietro all’obiettivo.

Ora, nella sede teatrale fiorentina, la possibilità di vedere il lungo racconto per immagini di una carriera artistica che ha segnato la storia della musica e di farlo attraverso lo sguardo dei molti fotografi che lo hanno incontrato. “Per ogni immagine, dove è stato possibile – spiega il curatore della mostra – è indicato il brano, l’opera eseguita in quel momento e in quella data, rintracciato tramite i programmi di sala, il ricordo e le indicazioni dei fotografi. Immagine dopo immagine, il percorso espositivo (organizzato in ordine cronologico) mostra l’intensa sintonia che il maestro aveva con i professori d’orchestra, le suggestive immagini di concerti eseguiti anche in luoghi non convenzionali come le fabbriche e palasport, il rapporto con attori e cantanti e con le tante orchestre da lui fondate. Ogni immagine racconta momenti di condivisione profonda e rende evidente quel ‘fare musica insieme’ che ha contraddistinto la carriera di Abbado”. Un modo di lavorare e di valorizzare i talenti reciproci che ora dà il titolo all’esposizione, che ancora una volta mette insieme cose e persone, aspetti diversi che uniti – come in un’orchestra che si allarga oltre quella degli strumenti musicali – fanno l’opera. Come racconta Marco, infatti, “architettura, musica e fotografi trovano qui un alto momento di fusione”.

La mostra è organizzata da Opera di Firenze-Maggio musicale fiorentino e Contrasto, che ne ha fatto un libro-catalogo, in collaborazione con la Fondazione Claudio Abbado. Gli oltre 200 scatti esposti occupano ogni spazio percorribile dal pubblico all’Opera di Firenze e portano la firma, oltre che di Caselli, di altri grandi fotografi come Gianni Berengo Gardin, Peter Fischli, Roberto Masotti, Ferdinando Scianna.

Claudio Abbado/Fare musica insieme” a cura di Alfredo Albertone. Fino al 28 giugno, ingresso libero durante gli spettacoli, piazza Vittorio Gui nel centro di Firenze, info allo 055 2779309.

[clic su un’immagine per ingrandirla e vedere tutta la galleria]

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Claudio Abbado fotografato da Marco Caselli Nirmal
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Il maestro a Ferrara nel 2011 dietro l’obiettivo di Marco Caselli Nirmal
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Claudio Abbado con la Mahler Chamber orchestra al Teatro comunale di Ferrara (foto di Marco Caselli Nirmal)
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Il maestro fotografato da Caselli Nirmal con la Mahler Chamber orchestra al Teatro comunale di Ferrara nel 2011

‘Chiavi di lettura’ di Ferraraitalia: l’Islam fra inganni dell’Isis e approssimazioni di stampa

L’Isis è una tentazione del tutto simile a quella sposata dai regimi totalitari consumati in Europa nel secolo scorso. Il desiderio di impadronirsi di una nazione dietro l’altra, di accrescere il proprio potere con un dominio intransigente e assassino, è il comune denominatore di nazismo, stalinismo e oggi del califfato. In pochi mesi di vita il disegno espansionistico dell’autoproclamato Stato Islamico appare chiaro. La campagna mediatica del terrore esercitata in rete, coglie il nostro Paese impreparato, ma soprattutto privo di memoria, come ha sostenuto l’esperto di storia militare Andrea Rossi, nel ricordare che l’Italia, ma non solo, conosce i prezzi pagati al terrorismo in tempi neppure troppo lontani. Si evince la necessità di uscire dalla paralisi emotiva e di soffocare la paura ispirandosi alle lezioni della storia. Quanto sta accadendo in Europa e nel nostro Paese, ha spiegato lo storico nel corso dell’incontro “IsIslam?” organizzato da Ferraraitalia e ospitato dalla biblioteca Ariostea, si ripercuote in primo luogo sulle comunità islamiche e i giovani musulmani nati in occidente. Il susseguirsi di attentati e lutti li costringe tra due fuochi: chi respinge in toto il disegno di Isis patisce la diffidenza e in molti casi la discriminazione delle nostre società, chi invece si lascia travolgere dal richiamo di un Islam oscurantista, abbraccia il fascino della distruzione senza neppure rendersi conto di quanto poco la religione incida sulla Jihad. Acculturati di una cultura fragile o isolati nelle periferie più degradate, i foreign fighters, si innamorano della guerra e sono ispirati dal desiderio di azzerare la storia per farla ripartire a proprio favore. E’ questa la miscela esplosiva che alimenta l’Is, l’organizzazione terrorista a cui aderisce un esercito di 5-7 mila (stima per difetto) combattenti volontari provenienti da almeno 51 differenti Paesi, inclusi quelli europei che hanno abboccato alla propaganda. I foreign fighters hanno abbracciato la guerra santa che è, secondo Rossi, soprattutto un conflitto fratricida, un regolamento di conti tra musulmani prima ancora di essere una guerra agli infedeli d’occidente.

L’attentato alle due torri di New York dell’11 settembre 2001 aveva consegnato al mondo l’immagine di un terrorismo rozzo. Bin Laden ripreso con il kalashnikov appoggiato su una roccia all’ingresso di una caverna, non aveva né l’ appeal né la credibilità di Is, in grado di utilizzare la rete come un efficace strumento di propaganda per reclutare gli estremisti. Eppure ha cambiato il mondo. Hassan Samid, presidente dell’Associazione giovani musulmani di Ferrara e Zineb Naini, giornalista di Mier Magazine e specializzanda in politiche antiterroristiche, hanno ricordato i momenti complessi vissuti dopo l’11 settembre. A quell’epoca le comunità islamiche, ha raccontato Samid, si trovarono in grande difficoltà, a cominciare da quella linguistica, molti non padroneggiavano la lingua, ma il tempo e gli eventi hanno mutato le cose. Oggi si cerca il dialogo. Si spiega che l’Islam non è Isis, che il Corano non significa violenza né sangue, tutto dipende dall’interpretazione che se ne dà: il sacro testo parla del popolo dell’Islam come del popolo “di mezzo”, favorevole all’equilibrio e contro ogni tipo di discriminazione.

La versione che rimbalza dai tweet è come noto ben altra cosa, da condannare certo, ma da analizzare con lenti diverse da quelle usate dalla nostra informazione, che secondo Zineb Naini appare piuttosto provinciale e sommaria nei titoli quanto nei contenuti. L’industria dell’informazione italiana sembra aver smarrito il senso della storia e la capacità di approfondire l’attualità muovendosi tra un’epoca e l’altra. Per comprendere la portata del fenomeno è sufficiente occhieggiare la stampa estera, inclusa quella araba che non manca di ironizzare sui proclami dell’organizzazione terroristica nata da una costola di Al Qaeda. Il califfo Al Baghdadi, a differenza di Bin Laden, nel momento della costituzione dello Stato Islamico ha assunto un ruolo politico che il leader di Al Qaeda non ha mai avuto; ha invitato i fratelli musulmani a ribellarsi ai governi delle differenti nazioni per annetterle al califfato, un progetto prematuro per l’organizzazione di Bin Laden, abituata a muoversi secondo i canoni classici del terrorismo, cellule clandestine, addestrate e pronte a colpire. Il califfo invece dispone di un esercito vero e proprio e di uno stato in progress.

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