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Giorno: 7 Giugno 2015

LA MANIFESTAZIONE
Macché buona scuola
Fiaccolata per le vie del centro di Ferrara

Quella scuola non è poi così buona. Lo pensano in tanti, tra i quali i 300 docenti, non docenti studenti e rappresentanti di comitati anti-riforma che in questo fine settimana hanno riempito le strade del centro di Ferrara. Una sfilata di “fuoco” con le fiaccole accese per dire no al Ddl ora in discussione al Senato della cosiddetta Buona scuola. Il decreto di legge per la riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione non piace per diversi motivi. Come il fatto che i presidi possano scegliere e chiamare a loro discrezione i docenti; i vantaggi riconosciuti alle scuole paritarie; il comitato di valutazione dei professori con la presenza, alle superiori, anche di genitori e studenti; i finanziamenti da parte di privati. In cima a tutte le richieste c’è poi quella che venga stralciata la norma sulle assunzioni dei precari.

Bloccati, intanto, anche gli scrutini delle elementari Poledrelli e Doro. Il blocco è stato proclamato dai sindacati confederali, Gilda e Snals, e durerà un paio di sessioni: “Alla terza il dirigente ha facoltà di chiamare al lavoro gli insegnanti, che risponderanno perché gli studenti hanno diritto di essere giudicati”, ha spiegato Hania Cattani, segretaria Flc Cgil.

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Fiaccolata contro il Ddl sulla “buona scuola” a Ferrara (foto Luca Pasqualini)
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Fiaccolata contro il Ddl sulla “buona scuola” a Ferrara (foto Luca Pasqualini)
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Fiaccolata contro il Ddl sulla “buona scuola” a Ferrara (foto Luca Pasqualini)
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Fiaccolata contro il Ddl sulla “buona scuola” a Ferrara (foto Luca Pasqualini)
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Momento musicale della protesta contro il Ddl sulla “buona scuola” a Ferrara (foto Luca Pasqualini)
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Fiaccolata contro il Ddl sulla “buona scuola” a Ferrara (foto Luca Pasqualini)
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Intervento durante la fiaccolata contro il Ddl sulla “buona scuola” a Ferrara (foto Luca Pasqualini)
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Sfilata in strada contro il Ddl sulla “buona scuola” a Ferrara (foto Luca Pasqualini)
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Fiaccolata contro il Ddl sulla “buona scuola” a Ferrara (foto Luca Pasqualini)
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Fiaccolata contro il Ddl sulla “buona scuola” a Ferrara (foto Luca Pasqualini)
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Fiaccolata contro il Ddl sulla “buona scuola” a Ferrara (foto Luca Pasqualini)

LA SEGNALAZIONE
Piccoli reporter si diventa: “Il mio giornale”, stage per bimbi che vogliono scoprire la campagna e i suoi segreti

Un casolare di campagna a pochi chilometri dalla città, un giardino, tanta fantasia e voglia di giocare. Di scoprire una dimensione naturale, poco conosciuta dai bambini che passano il tempo tra scuola, palestra e piscina. E’ questo lo spirito della nostra proposta indirizzata  ai bambini dai 7 ai 10 anni per i quali è stato organizzato lo stage “Il mio giornale – Piccoli reporter si diventa” (c’è una pagina Facebook con lo stesso nome, vedi). L’iniziativa si terrà tre volte alla settimana dal 29 giugno al 31 agosto con differenti orari (a scelta dalle 8 alle 13 e dalle 15 alle 19).

Immersi nel verde di un giardino recintato, i bimbi potranno cimentarsi con un’attività stimolante sia dal punto di vista creativo sia da quello dell’apprendimento della lingua italiana e dei primi rudimenti della lingua inglese. Privilegiando il lavoro in equipe, i bambini svilupperanno idee, lessico, capacità di sintesi e scrittura partecipando ad un gioco estivo condiviso con altri coetanei all’aria aperta e nel salotto del casolare, ambiente perfetto per creare una piccola factory di talenti in erba. I bambini,  guidati dall’insegnante, utilizzeranno internet  e materiale cartaceo per le proprie ricerche a tema; svilupperanno testi utilizzando il programma  Word e la scrittura manuale; prepareranno interviste da realizzarsi  in ambiente familiare;  impareranno a lavorare sui materiali prodotti simulando un desk giornalistico;  sperimenteranno la tecnica della vignetta che ben traduce la differenza tra discorso diretto e indiretto, al contempo useranno forme di espressione teatrale; scopriranno giochi antichi facendone oggetto di cronaca. Nel corso dello stage sono inoltre previsti incontri con chi lavora i campi della tenuta, con il nostro fotografo Luca Pasqualini e tante altre figure che permetteranno di raccogliere informazioni e imparare tecniche utili al piccolo giornalista.

I bambini sceglieranno il nome del giornale e i temi sui quali concentrarsi per scrivere racconti, cronache e disegnare vignette. L’organizzazione fornirà grandi fogli per raccontare storie scritte e illustrarle, insieme all’insegnante sceglieranno caratteri e grandezze da utilizzare per redigere il giornalino, tracceranno bordi e colonne per renderne più semplice la lettura e dare forma agli eleborati;  prepareranno bozze a mano e in word rispettando la regola delle cinque “W” who, what, where, when why senza dimenticare how (chi, cosa, dove, quando, perché e come). Lavoreranno su storie brevi da correggere insieme, analizzando parole, ortografia e grammatica. Interviste, cronache, ma anche poesie, verranno impaginate rispettando le regole generali dei giornali, ma sarà anche possibile inventare un formato adatto alle esigenze della giornata di gioco. I piccoli reporter ricopieranno gli articoli con matite colorate, adattandoli alle colonne del giornalino per riempirne lo spazio, se i testi saranno stampati con il computer li incolleranno sulla pagina. Info.Frequenza: tre giorni alla settimana, lunedì, mercoledì, venerdì; orari: a scelta, dalle 8 alle 13 o dalle 15 alle 19; partecipanti: min. 4, max 8; costo settimanale per partecipante € 110; materiali da portare: colori, forbici, colla, quaderno di grandi dimensioni, cartellina, astuccio scolastico; location: un cascinale di campagna a Francolino, in via Acquedotto 64/e Contatti: Monica Forti, tel. 339 7071106

FERRARA, EUROPA
Trash-mania: Eurofestival, l’attrazione fatale d’Irlanda

DUBLINO – Irlanda 2015, una nazione moderna: terziario avanzato e società all’avanguardia nei diritti civili. Solo pochi e straordinari eventi sono capaci di bloccare, di questi tempi, il consueto fervore quotidiano dei suoi cittadini: la festa di san Patrizio, una partita del Sei nazioni contro l’Inghilterra, una visita papale… E tra questi, immancabilmente come ogni anno, l’attesa finale dell’Eurovision song contest, kermesse musicale a forte rischio trash, che magari si sente poco in Italia (ove è conosciuto come Eurofestival), ma che per altri Paesi ai confini dell’Europa – non così fortunati, o masochisti secondo i punti di vista, da far conto su una quattro-notti sanremese – ricopre un’importanza non da poco.

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Il logo del festival canoro

La tensione inzia già a farsi sentire qualche giorno prima. Al lavoro, le ladies delle risorse umane si chiudono nell’ufficio della direttrice. ‘Do not disturb’, riunione d’emergenza. Dai vetri offuscati riesci ad intravedere lo svolgersi di una discussione concitata. Forse la ditta è stata venduta? crack azionario? il megadirettore generale – si proprio quello con la famosa sedia in pelle umana, ebbene sì ci sono anche qui – è arrivato per una visita a sorpresa? Fronte che inzia a sudare freddo, ripercorri mentalmente gli ultimi disastri combinati sul lavoro e ti chiedi terrorizzato se stiano parlando di te. Gli occhi cercano la più vicina all’uscita d’emergenza. Poi passa il collega irish, che a certe cose è abituato fin dalla nascita, e con un mezzo sorriso ti indica una data sul calendario. “Relax buddy, questo fine settimana c’è la finale dell’Eurovision, stanno solo decidendo a casa di chi andare a vederla. E cosa preparare per cena”. Grazie, di cuore. La tesione si stempera, recuperi lucidità e vedi che dall’altra parte del ‘floor’ anche quelli del ‘finance’ stanno confabulando tra di loro. A pausa pranzo noti invece le ragazze del laboratorio, che non hanno il lusso di avere un ufficio tutto loro, sgattaiolare alla chetichella verso il sandwich bar all’angolo. E suona come ‘riunione in corso, stare alla larga’.
E così ogniuno si organizza alla sua maniera, in famiglia, tra amici o colleghi, per una gran serata di convivialità tra risate, critiche, glamour e un bel po’ di sano sciovinismo. In un clima che è una via di mezzo tra Giochi senza frontiere ed un evento mondano. E poi c’e anche la musica che pero’ conta già molto meno, come spesso provato dal brano vincitore. Si approfitta della serata per cucinare una qualche specialita, gustare vino sovraprezzo ed incompreso, farsi belli o almeno provarci. E le donne soprattutto, che azzardano quasi un abito da sera, un tacco alto, un filo di trucco più spinto. Anche se alla fine si sta sul divano a guardare la tv. Ma è pur sempre un Gran galà, ed ogni occasione per mettersi in tiro viene buona quando vivi in un Paese nel quale, ipoteticametne, potrebbe anche piovere 365 giorni all’anno.
Non manca la nota dolente. Se i Paesi europei piu grandi (I big five: Spagna, Francia, Italia, Germania e Regno unito) sono ammessi direttamente alla competizione, per la maggior parte delle nazioni, e tra queste l’Irlanda, si apre la fratricida battaglia eliminatoria per accedere alla finale. Alle semifinali l’Eire, rappresentata dalla giovanssima Molly Sterling che interpreta il bel brano “Playing with numbers”, fallisce la qualifica. Clima da psicodramma l’indomani con i maggiori quotidiani ad interrogarsi sui motivi della debacle. Ed in prima pagina, che per un giorno tutto il restro può passare in secondo piano. Su un canale radiofonico nazionale una voce profonda e molto, molto seria – sicuramente un ministro, un alto prelato o un generale – elenca con precisione marziale nomi di Paesi europei, percentuali e dati statistici. Drizzo le orecchie, forse una crisi internazionale? è scoppiata la terza Guerra del golfo? Niente di tutto ciò, sta snocciolando dati sull’Eurovision song contest. Analizzando i perché del fallimento. Sotto sotto un po’ me lo aspettavo. Psicodramma nazionale, appunto. Finale senza Irlanda per questo festival che è un po’ meno Eurotrash ed un po’ più Eurovision. E con tutto il rispetto, e per quanto simpatici possano essere, almeno quest’anno niente babuske, pupazzi cantanti ed improbabili saltimbanchi. Sembra che la manifestazione sia presa sul serio e la competizione davvero serrata.

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Il vincitore svedese Måns Zelmerlöw

Cala il sipario con la vittoria scontata di Måns Zelmerlöw cantante Svedese, bello e dannato, quel tanto che basta per piacere alle figlie ma sopratutto alle mamme, quelle che poi devono sborsare per comprarne i dischi. O così almeno sembrano decidere i misteriosi “giurati” che di fatto lo eleggono come vincitore del concorso. In ogni caso premio empatia per il belloccio, la sola esibizione capace di creare cinque minuti di silenzio ed attenzione ipnotica alle ragazze con cui sto seguendo la finale. Tra le quali la mia compagna. Auch. Prendo, incasso e porto a casa. Mi vendico a modo mio inviando la preferenza, e non solo per la canzone, all’artista Lituana Monika Linkytė. Ottimo piazzamento – terzo posto – per i ragazzi Italiani de “Il Volo” ai quali però manca purtroppo l’effetto “dannazione”, qualità evidentemente necessaria per una vittoria all’Esc anche se risulti essere il più premiato dal televoto. Fa invece tirare un sospiro di sollievo all’Europa, e non solo, il secondo posto ottenuto dalla Russia, la cantante Polina Gagarina che ce la mette davvero tutta per evitare un ulteriore aggravarsi delle relazioni internazionali tra il suo Paese ed il resto del mondo, scoppiando in un pianto liberatorio alla fine dell’esibizione.
Ed anche quest’anno l’Esc è passato ed un buon numero di brani – ed artisti – presenti in gara finiranno nel dimenticatoio musicale. Gli Inglesi continueranno stoicamente a partecipare sapendo di finire pressoché ultimi, minacciando di lasciare la competizione canora e già che ci sono di uscire pure dalla Eu. Ed i Francesi continueranno a portare qualche erede moderno della Piaf o Breil con un brano impegnato, giusto per essere sicuri di fare compagnia a fondo classifica ai loro vicini d’oltremanica. E tutti gli altri a cercare di proporre qualche buon artista e continuare ad interrogarsi sui misteri del televoto. In Irlanda, piu semplicemente, questa serata continuerà ad essere vissuta come un’occasione di convivialità vagamente glamour, consapevoli che in certe occasioni la musica può essere musica anche se non riesci a distinguere bene la chitarra e il kazoo.

Un estratto di tutti i brani presenti in gara [vedi].

IMMAGINARIO
Da Ferrara con orgoglio.
La foto di oggi…

“Uguale amore, uguali diritti”: questo lo slogan ieri, del Verona Pride, la manifestazione per i diritti di LGBT che si è svolta nel capoluogo veneto, alla quale ha partecipato anche una delegazione ferrarese di Arcigay Circomassimo, tra cui anche il presidente nazionale Flavio Romani.

Contrariamente ai timori iniziali dettati dall’organizzazione di una contromanifestazione omofoba, con cattolici tradizionalisti ed estrema destra veronese (tra i promotori il circolo Christus Rex e Forza Nuova), la città dell’amore ha accolto i manifestanti in modo festoso e pacifico.

“C’era una signora anziana su un terrazzo – racconta Marcello Cavicchi Dalloco Tucci, della delegazione ferrarese – si era messa una parrucca alla Valentina, un vestito senza spalline, ci faceva le foto mandava i bacini e salutava. Un bar sparava Renato Zero a tutto volume e diverse vetrine addobbate rainbow, la bandiera simbolo del movimento. Una delle cose più belle era la gente che ci guardava dai balconi e dagli angoli delle strade: tutti sorridenti, tutti che salutavano”.

Forse i tempi stanno davvero cambiando.

Di seguito il fotoracconto della manifestazione vista dalla delegazione ferrarese.

OGGI – IMMAGINARIO DIRITTI

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulla foto per ingrandirla]

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foto di Marcello Cavicchi Dalloco Tucci
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foto di Marcello Cavicchi Dalloco Tucci
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foto di Marcello Cavicchi Dalloco Tucci
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foto di Marcello Cavicchi Dalloco Tucci
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foto di Marcello Cavicchi Dalloco Tucci
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foto di Marcello Cavicchi Dalloco Tucci

GERMOGLI
Affinità.
L’aforisma di oggi

Armonia, integrazione, intesa idilliaca: quando si dice “l’unione perfetta”

francesco-alberoni
Francesco Alberoni

“L’affinità profonda che sentiamo con l’altro è accorgersi che l’altro ci completa e noi completiamo lui” (Francesco Alberoni)

 

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

ACCORDI
Sun Kil Moon a Ferrara Sotto le Stelle
Il brano di oggi…

Ogni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta…

(per ascoltarlo cliccare sul titolo)

Sun Kil Moon – Carissa

Finalmente l’attesa è finita: stasera inizia ufficialmente la rassegna Ferrara sotto le Stelle 2015! E inizia con il botto, perché ad esibirsi al cortile del Castello Estense saranno i Sun Kil Moon, usciti proprio una settimana fa con l’ultimo album “Universal Theme”, accompagnati da un ospite d’eccezione come Neil Halstead. L’inizio del concerto è alle ore 21:30.