Skip to main content

Giorno: 13 Giugno 2015

IL DIBATTITO
Gli ultras, lo stadio, la politica, la violenza: quando c’era il Gruppo d’azione [audio conferenza]

Gli ultras, lo stadio, la politica, la violenza… Attorno a questi cardini è ruotato il dibattito propiziato dal libro “Gruppo d’azione. Sovvertire l’ordine creare il caos”, del quale si è discusso ieri pomeriggio in biblioteca Ariostea. Hanno fornito stimolanti contributi gli autori del volume (che riporta la memoria di vicende accadute a Ferrara fra il 1986 e il 1992) Alessandro Casolari e Filippo Landini, e i docenti dell’Università di Ferrara Giuseppe Scandurra, Sergio Fortini, Sergio Gessi che, in qualità di direttore di Ferraraitalia, organizzava l’evento. Qui pubblichiamo l’audio integrale della conferenza.

Ascolta la conferenza [clicca qua e poi seleziona download file nella successiva finestra]

oppure effettua direttamente il download [da qua], il file parte in automatico al termine dello scaricamento (8Mb)

gruppo-azione1
Presentazione del volume ‘Gruppo d’azione’ alla biblioteca Ariostea: da sinistra Scandurra, Fortini, Landini, Casolari

gruppo-azione3

LA PROPOSTA
Riqualificare piazza Travaglio: parcheggio alberato, punto informazioni, bici pubbliche

Alberi in piazza Travaglio. E’ così banale l’idea che sorprende il fatto che nessuno ci abbia ancora pensato. E soprattutto che nessuno abbia provveduto. Anche perché un intervento del genere comporta costi abbastanza contenuti.
Il parcheggio delle auto in questa piazza ci sta a giusta ragione. E’ la porta di accesso al centro storico, ma qui di storico o monumentale da preservare non c’è nulla. Però l’attuale sistemazione è davvero deprimente: il colpo d’occhio pessimo.
Una buona alberatura avrebbe un vantaggio funzionale, poiché garantirebbe ombra alle vetture in sosta. E poi la visione d’insieme sarebbe decisamente più gradevole: anziché osservare solo lamiere si apprezzerebbero gli alberi, che rallegrano, ingentiliscono e costituiscono sempre un bel vedere.

Non sarebbe male, poi, data la posizione strategica della piazza, offrire qualche servizio di accoglienza per i turisti: un piccolo punto informazioni e un parcheggio di biciclette pubbliche a integrazione del già esistente circuito di bike sharing “Mi muovo in bici” [vedi], attiva anche in città e attualmente dotato di 71 cicli.

Nell’ottica della riqualificazione, varrebbe poi la pena di valutare l’opportunità di chiudere il breve e superfluo tratto di strada retrostante porta Paola, che collega attualmente via Baluardi a via Kennedy, posto che le auto già possono percorrere lungo via Bologna un tragitto parallelo di uguale lunghezza per raggiungere la rotatoria in prossimità di viale Volano. In tal modo di riuscirebbero ad ampliare gli spazi della piazza e del relativo parcheggio.
Insomma, piccoli accorgimenti che potrebbero rendere più piacevole e funzionale la piazza.

STORIE IN PELLICOLA
L’odissea del pianista errante

L’amore per la musica può far sopravvivere. La musica, compagna fedele e premurosa, note appassionate e intense che possono aiutare a restare a galla nel mare torbido di una tragedia, come quella dello sterminio degli ebrei polacchi della Seconda Guerra Mondiale. Note che, silenziose ma potenti, accompagnano sempre.
pianista2Tutto questo viene magistralmente raccontato dal film di Roman Polanski, Il Pianista, tratto dal libro autobiografico (“Una città muore – Il pianista”) del famoso compositore Wladyslaw Szpilman, scritto dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Vincitore del Premio Oscar come miglior attore ad Adrien Brody e della Palma D’oro al Festival di Cannes nel 2002, il film racconta la storia vera di questo pianista di talento, ebreo polacco vissuto a Varsavia durante il periodo dell’occupazione tedesca. Quella di Wladyslaw è una vera odissea, la storia di uno dei pochi sopravvissuti al ghetto di Varsavia, morto il 6 luglio del 2000 a 88 anni, dopo una prestigiosa carriera di concertista e compositore musicale. E alcuni ricordi riconducono ai pensieri dello stesso artista, perché “nelle sue memorie ci sono polacchi buoni e polacchi cattivi, ebrei buoni ed ebrei cattivi, tedeschi buoni e tedeschi cattivi …”, una visione un po’ diversa ma reale, uno dei motivi per cui Polanski ha deciso di realizzare questo film, bellissimo ma durissimo.

pianista3Wladyslaw (un meraviglioso Adrien Brody) è un pianista polacco noto nella Varsavia bellica della Seconda Guerra Mondiale che vive serenamente grazie alla sua musica, circondato dall’amore di una famiglia unita e numerosa, fino a quando l’ombra dell’Olocausto non si abbatte su di loro. La comunità polacca sembra sottovalutare l’avvento nazista ma, giunto il rigido inverno, la situazione appare chiara a tutti: i nazisti hanno intenzione di sterminare gli ebrei, sistematicamente e con precisione. Sono vietati loro il lavoro, l’accesso a tutti i locali pubblici e diventa obbligatorio indossare la stella di David sul braccio, come segno distintivo di appartenenza alla religione ebraica. I nazisti impongono lo spostamento delle famiglie dai quartieri d’origine ai ghetti ebraici, segregati e divisi dal resto della città attraverso una lunga muraglia di rossi mattoni che ne impedisce ogni collegamento. Oltre 360.000 ebrei, ancora increduli, vengono segregati in questi luoghi dove si impazzisce e si muore di fame ancora prima dei arrivare ai campi. Ma non vi è più alcun briciolo di ragione umana, in tutto quello che sta accadendo. Szpilman, nel 1942, riesce a fuggire poco prima della deportazione nei campi di concentramento, dove, invece, finirà tutta la sua famiglia (padre, madre, un fratello e due sorelle). Da questo momento inizierà a vagare, con rassegnazione, nascondendosi in vuoti appartamenti nei quali coraggiosi polacchi davano asilo agli ebrei scampati alla deportazione. Quella che sembra una colpevole passività e inattività è, in realtà, un’assoluta certezza di nulla potere di fronte alla violenza nazista. Dalle finestre assiste, solo, disorientato, impotente e affamato, al massacro dei suoi amici, alle battaglie tra tedeschi e partigiani polacchi, fino all’arrivo delle guarnigioni russe che liberano la città. Apocalittica è la vista del ghetto di Varsavia ormai completamente distrutto dopo la fuga dell’esercito germanico. Le scene scorrono con immagini crude e intense, intercalate da momenti di rara poesia, sulle ali della musica, della passione per la vita, della resistenza a tutto che solo la forte voglia di sopravvivere fa ritrovare a ogni uomo disperato. L’istinto naturale, quello animale, prevale e si lotta per la vita. L’anima è solo corpo sfinito, ormai. Si diventa ombra funerea di se’ stessi.

pianista4La sequenza finale in cui il pianista si esibisce al pianoforte davanti ad un ufficiale tedesco che, sedotto dalla sua bravura, lo aiuterà a nascondersi è imponente e un momento di grande e intenso cinema. Il film è duro e spietato, non lascia tregua allo spettatore, ma è delicato allo stesso tempo: una ricostruzione meticolosa del vagabondare di esseri umani privati di dignità, alla ricerca disperata di uno spiraglio, nell’oscurità del dolore e della solitudine; la storia del dolore esistenziale di tutti coloro che hanno subito l’atroce sofferenza della deportazione, dell’umiliazione di un popolo. Indicibile, irripetibile.

Il pianista, di Roman Polanski, con Adrien Brody, Thomas Kretschmann, Frank Finlay, Emilia Fox, Maureen Lipman, Ed Stoppard, Julia Rayner, Jessica Kate Meyer, Michal Zebrowski, Wanja Mues, Richard Ridings, Nomi Sharron, Anthony Milner, Lucy Skeaping, Polonia 2002, 148 mn.

IMMAGINARIO
Vicini vicini.
La foto di oggi…

Aggiungi 400 posti a tavola e avrai “Un tavolo lungo un parco”.
Ieri sera la bella iniziativa di vicinato al parco dell’Amicizia, ora intitolato ad Andrea Bui, l’uomo che piantava gli alberi, cittadino volontario.

E’ la foto che il nostro redattore Andrea Vincenzi ha pubblicato oggi sul profilo Instagram del Comune di Ferrara, @comunediferrara per #MyFerrara.

Cos’è Instagram? E’ un’applicazione per smartphone che permette di scattare foto, aggiungere effetti e condividerle nella comunità di Instagram, ma anche su tutti i principali social network come Facebook e Twitter.

Cos’è #MyFerrara? E’ un’iniziativa dell’Agenda Digitale del Comune di Ferrara in collaborazione con il gruppo Igers Ferrara (gli utilizzatori ferraresi di Instagram) per avvicinare i cittadini alle pubbliche istituzioni attraverso i social network. Ferraraitalia è il primo media partner ufficiale di #MyFerrara. Chiunque può candidarsi a gestire il profilo @comunediferrara per una settimana. Tutti i dettagli sulla pagina del progetto [leggi].

Cos’è un hashtag? La parola deriva dall’inglese hash (cancelletto) e tag (etichetta). Sono parole chiave che, inserite nei post di alcuni social precedute dal simbolo #, permettono di indicizzarli. Cercando quelle parole, verranno fuori tutti i post che le contengono, provate con #ferraraitalia, e usatelo a vostra volta!

#comunediferrara #MyFerrara #Ferraraitalia #ferrara #igersferrara

OGGI – IMMAGINARIO MYFERRARA

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulla foto per ingrandirla]

parco-amicizia-cena-vicini-tavolo
foto di Andrea Vincenzi

GERMOGLI
Estate.
L’aforisma di oggi

Estate, voglia di dolce far niente.

twain
Mark Twain

“L’estate è quel momento in cui fa troppo caldo per fare quelle cose per cui faceva troppo freddo d’inverno” (Mark Twain)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

ACCORDI
La fine della leggenda.
Il brano di oggi…

Ogni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta…

(per ascoltarlo cliccare sul titolo)

The Beatles – The long and winding road

Il 13 giugno 1970 usciva The long and winding road, l’ultimo singolo rilasciato dai Beatles oramai già sciolti. Il brano fu di conseguenza anche l’ultimo grande successo dei Fab Four, che resistette per qualche settimana in cima alle classifiche proprio come l’album di origine, Let it Be.