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Giorno: 27 Giugno 2015

L’APPUNTAMENTO
Il grano: due giorni tra le spighe

Il grano. E’ lui il protagonista delle due giornate – di oggi e domani – al Museo della civiltà contadina. Una festa dedicata all’oro della pianura nel parco e negli spazi di Villa Smeraldi a San Marino di Bentivoglio, tra Ferrara e Bologna. Il grano è infatti il tema conduttore dell’Open day del gusto di quest’anno. Quella spiga gialla che ondeggia nei campi dorati, che poi diventa farina e – da lì – quel pane buono e fragrante, ma anche la maggior parte dei piatti di pasta fresca più conosciuti della cucina emiliana, come le tagliatelle, i tortellini e i tortelloni, i cappellacci e i cappelletti, le lasagne. E chi, quelle spighe, non le può proprio mangiare? C’è spazio anche per questo, lì a Bentivoglio, perché oltre al grano ci sono tanti altri cereali simili e privi di glutine, come la pannocchia, il grano saraceno, il riso.
Si comincia oggi pomeriggio con diversi laboratori nei dintorni di Bentivoglio (lievitare con pasta madre; cuocere nel forno a legna; fare la torta di tagliatelline).

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Sala del Pane, uno degli affreschi del castello di Bentivoglio (foto Valerio Zanna)

Domani, invece, la possibilità di visitare il pomario – il luogo creato lì per coltivare e conservare antiche piante da frutto – e il percorso del pane in bicicletta partendo alla villa per arrivare al mulino che, il grano, lo macina e, poi, alla sala del pane, che è un ciclo di affreschi all’interno del castello di Bentivoglio, dove l’antica pittura racconta la storia della panificazione in dieci riquadri ben conservati. Sempre domani la tavola rotonda sul pane e altri cereali, il laboratorio della pizza, la visita alla cucina contadina che è conservata intatta, il pranzo a tema, altri laboratori. C’è anche una visita al labirinto della canapa, una pianta che, una volta matura, supera i tre metri d’altezza e che è stata impiantata a Villa Smeraldi.

Labirinto della canapa nel Museo della civiltà contadina di Bentivoglio, tra Bologna e Ferrara
Labirinto della canapa nel Museo della civiltà contadina di Bentivoglio, tra Bologna e Ferrara

Dentro a questo spazio – che è una sezione del museo – si possono scoprire le varie fasi di produzione di un vegetale usato molto in passato per creare tessuti e cibo. Domani, per tutto il giorno, i banchi di produttori e prodotti dove è possibile assaggiare e comprare birra artigianale, salumi, formaggi, frutta, verdura, confetture e, ovviamente, pane e pasta.
Clicca per vedere tutto il programma.

Open day del gusto, “Il grano: cibo, tradizioni e cultura dell’oro della pianura”, Villa Smeraldi, via Sammarina 35, San Marino di Bentivoglio (Bologna)

Oggi con prenotazione (cell. 3287376751) e domani ore 10-20 (tel. 051 891050)

Copparo: Tenda Summer School, iscrizioni aperte a Villa Mensa dal 4 all’8 agosto

da: ufficio Comunicazione Comune di Copparo

Sono riaperte le iscrizioni per il Tenda Summer School, la prima scuola estiva europea di recitazione per giovani aspiranti attori che si svolgerà nella Delizia estense di Villa Mensa a Sabbioncello San Vittore dal 4 all’8 agosto 2015.

L’iniziativa, di carattere internazionale, è organizzata dal Centro Preformazione Attoriale di Ferrara in collaborazione con Fonè Scuola di Teatro e con il patrocinio del Comune di Copparo, ed è rivolta a tutti gli adolescenti interessati ad approfondire le tematiche di base dell’esperienza scenica, della comicità e della commedia, adatti per affrontare ulteriori selezioni cinematografiche, televisive e per lo spettacolo in generale.

La scuola propone seminari intensivi a carattere laboratoriale, durante i quali si apprenderanno tecniche espressive utili per una crescita professionale e umana dei ragazzi e per lo sviluppo del talento delle nuove generazioni.

Per informazioni e modalità di iscrizione rivolgersi a Massimo Malucelli tel. 347 5997889, segreteria@centropreformazioneattoriale.it
Modulistica e approfondimenti nella homepage del Centro Preformazione Attoriale e sul sito del Comune di Copparo alla voce Villa Mensa.

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Turismo del Delta, Sensoli (M5S): “dal sindaco solo ostruzionismo ma noi andremo avanti”

da: organizzatori

Dichiarazione della consigliera regionale M5S, Raffaella Sensoli, in replica alle affermazioni del sindaco di Comacchio, Marco Fabbri.

Riguardo alla polemica sulla cementificazione selvaggia del progetto “Turismo del Delta” vorrei ricordare al sindaco Fabbri che, proprio perché abbiamo chiesto e letto le carte, siamo estremamente preoccupati per quello che sta succedendo sul suo territorio.
Certo è che se Regione e Comuni rispondessero alle nostre domande in modo chiaro e trasparente i dubbi potrebbero essere risolti in modo semplice e chiaro.
E invece sulla questione, come dimostra la risposta evasiva dell’assessore Donini alla mia interrogazione, si fa di tutto per alimentarli ancora di più. Così come di certo non aiuta l’ostruzionismo del sindaco Fabbri, visto che dopo il nostro ultimo colloquio telefonico che risale ormai a due mesi fa sto ancora aspettando una data in cui è disponibile a ricevermi.
Fabbri stia tranquillo però, di certo non ci scoraggeremo: su questa storia vogliamo vederci chiaro e andare avanti.

Bandiere: Campioni in erba ad Ascoli Piceno

da: ufficio stampa Ente Palio città di Ferrara

Un manipolo di giovanissimi sbandieratori delle Contrade di Ferrara prenderà parte in questo fine settimana ai XVIII Giochi Giovanili della Bandiera, organizzati ad Ascoli dall’Organizzazione a cura dei Sestieri della Quintana di Ascoli Piceno.
Si tratta delle giovani promesse della disciplina, che dopo un intenso anno di allenamenti si ritrovano a dare il meglio di sé : a tutti loro va il più grande “in bocca al lupo”, mentre alle famiglie, agli allenatori, alle Contrade tutte va il ringraziamento per la dedizione e l’impegno profuso, affinché il nome di Ferrara voli alto anche con le bandiere “junior”.

Il brodetto ‘a bac d’aesan’ alla Sagra del Bisàt

da: organizzatori

Il ‘bruvèt a bac d’aesan’ approda in riva al fiume Lemene: sabato 27 giugno a Cintello di Teglio Veneto si apre la Sagra del Bisàt, tradizione evento gastronomico dedicato all’anguilla.
E proprio la più caratteristica fra le ricette in cui la ‘regina delle valli’ viene cucinata a Comacchio sarà protagonista dell’inaugurazione.
Su invito degli organizzatori locali e restituendo la graditissima visita dell’ottobre scorso (nelle foto), una delegazione della XVII Sagra dell’Anguilla – guidata da Vaide Pozzati, il presidente dell’Unione Sportiva Volania, organizzatrice della kermesse – salirà nella piccola località al confine fra Veneto e Friuli per proporre una degustazione di “brodetto a becco d’asino” alla comacchiese che sarà accompagnata al Fortana, il ‘rosso delle sabbie’ tipico del Delta del Po, e – magari – abbinata anche a qualche peculiarità enologica della Lison-Pramaggiore, la famosissima doc di quel territorio.

Un tuffo estivo nella presitoria d’Italia

da: ufficio Comunicazione ed Eventi UniFe

Con i Laboratori di scavo organizzati da UniFe

Si apre la stagione dei Laboratori di scavo organizzati dalla Sezione di Scienze Preistoriche e Antropologiche del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara, nell’ambito del ciclo di ricerche paleoantropologiche e archeologiche.

I Laboratori, attivi da luglio a ottobre nei siti paleolitici e mesolitici di Pirro Nord (FG), Isernia La Pineta (IS), Grotta di Fumane (VR), Riparo Tagliente (VR), Grotta del Rio Secco (PN), Grotta della Ciota Ciara (VC), Grotta De Nadale (VI), Casera Staulanza (BL), Sorgenti del Sile (TV), sono gestiti in concessione ministeriale dallo staff di ricerca di Unife composto da Carlo Peretto, Marta Arzarello, Federica Fontana, Marco Peresani e Ursula Thun Hohenstein.

Spiegano gli organizzatori: “Tra questi siti vi sono alcuni dei maggiori archivi archeologici preistorici noti in Europa. Le ricche testimonianze conservate nei loro depositi rappresentano un eccezionale documento del primo popolamento della penisola italiana, delle frequentazioni dell’Uomo di Neandertal, dei primi sapiens e dei primi abitanti delle Alpi dopo l’ultima era glaciale.
Questi archivi sono fondamentali per studiare il modo di vita, l’economia e la tecnologia dei rappresentanti di un’umanità del passato che frequentarono l’Italia per centinaia di migliaia di anni, ma anche per comprendere i meccanismi che hanno portato attorno a 40.000 anni fa all’affermazione degli Uomini moderni in Europa.
Alcuni di questi siti sono accessibili ai visitatori attraverso suggestivi percorsi che permettono di esaminare le sezioni stratigrafiche e di riconoscere le tracce degli abitati paleolitici”.

Finalizzati alla ricerca e alla formazione, i Laboratori svolgono la propria attività anche in sinergia con istituzioni, musei, parchi archeologici e associazioni locali presenti nelle località di pertinenza, al fine di sostenere la disseminazione su scala territoriale e nazionale delle scoperte e degli studi effettuati attraverso numerosi eventi culturali.

I Laboratori dispongono della logistica necessaria per ospitare ricercatori, laureandi, studenti universitari, operatori, e sono dotati di attrezzature per la ricerca sul campo e di strumentazione scientifica.

Per maggiori dettagli: http://stum.unife.it/ricerca/quaternario-e-preistoria/scavi

Ordinanza comunale per contrastare il fenomeno dell’abuso di alcol in centro storico – il sostegno di Fipe Confcommercio e di Ascom

da: ufficio stampa Ascom Ferrara

“L’ordinanza, contingibile ed urgente, emessa dal Comune di Ferrara in queste ore va nella corretta direzione – spiega il presidente della Fipe Confcommercio provinciale, Matteo Musacci – di contrastare più efficacemente il fenomeno del consumo e dell’abuso di alcol nelle aree entro mura prevenendo sopratutto fenomeni di ordine pubblico che hanno richiesto nel recente passato interventi di controllo da parte delle forze dell’Ordine.
Questa ordinanza risponde alla richiesta che come Federazione dei Pubblici Esercizi abbiamo più volte rivolto al Comune di Ferrara, ovvero di limitare la vendita incontrollata di alcolici da parte di molti esercizi commerciali del Centro e no, in orario serale e notturno, che non rispondono ai numerosi regolamenti dei Pubblici Esercizi, atti, appunto, a normare il consumo di alcolici.
Di fatto, soltanto chi ha la possibilità di somministrare gli alcolici potrà continuare a farlo in orario serale e notturno”.
Aggiunge dal canto suo il direttore generale di Ascom Confcommercio Davide Urban: ” Dai prossimi giorni chi vorrà bersi una buona birra fresca lo potrà tranquillamente fare nei tanti bar e pubblici esercizi di Ferrara che hanno un ottimo rapporto qualità prezzo e che contribuiscono con il loro lavoro ad arricchire l’offerta turistica. Con questa ordinanza si porrà così un freno alla concorrenza sleale di quegli esercizi di vicinato, gestiti perlopiù da stranieri, che vendono alcolici ad ogni ora del giorno e della notte”.

Il dispositivo comunale sarà operativo dal 29 giugno al 30 settembre 2015 incluso, vietando il consumo di bevande alcoliche nelle strade piazze giardini aperti al pubblico del quartiere GAD dalle ore 22 alle 6,00 del mattino successivo, nelle aree indicate dall’ordinanza ad esclusione dalle zone concesse ai pubblici esercizi come distesa tavoli.
Nel contempo l’ordinanza vieta anche la vendita degli alcolici a tutti gli esercizi di vicinato del settore alimentari, misto e dei distributori automatici nello stesso periodo e negli stessi orari, anche all’interno delle mura. Per quanto riguarda i Piadinari è fatto divieto della vendita per asporto delle bevande alcoliche (mentre è consentita la consumazione sul posto).

Un grave errore vietare la libera circolazione ai cittadini del mondo: diffonde illegalità e limita la cultura

da: organizzatori

Il punto di vista di Gianni Belletti, operatore sociale, sul vasto tema dell’immigrazione

Dal 1991 vivo e lavoro nella comunità Emmaus.
In questi anni ho conosciuto e sostenuto insieme ai collaboratori della comunità diverse centinaia di persone italiane e straniere in difficoltà economica e fisica, provenienti da ogni angolo della terra.
Dalla conoscenza quotidiana di fatti, persone e situazioni mi permetto di condividere con i vostri lettori alcune riflessioni e proposte che ritengo oggi più che mai necessarie per cercare di affrontare e risolvere nel modo più utile ed efficace una situazione che bene o male tutti stiamo vivendo direttamente o indirettamente. Innanzitutto due premesse prima di sostenere che “non esistono alternative alla libera circolazione delle persone”, oggi , nel mondo.

La prima: occorre ricordare alcuni passi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948, in particolare l’articolo 13:

“1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.
2. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio Paese.”

l’articolo 14 :

“1. Ogni individuo ha diritto di cercare e di godere in altri Paesi asilo dalle persecuzioni”

all’articolo 15:

“1. Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza.

2. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, nè del diritto di mutare cittadinanza.”

e l’art. 16:

“Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione“.

La seconda premessa: non possiamo considerare il migrante come se fosse un potenziale deficiente o un potenziale delinquente. Se accettiamo questo assunto, certamente possiamo continuare a dialogare serenamente.

Penso ai miei antenati che emigrarono negli Stati Uniti, piuttosto che, non so, in Ruanda, come alle decine di ragazzi che in questi anni sono passati per la nostra comunità, provenienti da paesi economicamente più poveri.

Penso ai miei antenati, come uomini integri, con le loro famiglie alle spalle da mantenere, con le loro promesse di matrimonio mantenute per anni di lontananza e distanza, con la certezza che solo una vita spesa onestamente avrebbe assicurato loro un degno futuro.
Penso ai ragazzi che hanno bussato alle nostre porte in questi anni, molte volte senza avere uno straccio di documento e senza volersi piegare ad attività illecite pur di sopravvivere, aspettando, anche anni, prima di poter rivedere i propri figli lasciati piccoli con le loro mamme.

Detto questo, da un punto di vista etico, non è possibile avere, nel mondo, due categorie di cittadini: coloro che possono muoversi liberamente per studio, per lavoro o per turismo, e i cittadini, generalmente i più poveri, a cui è proibito di circolare liberamente.

Dal punto di vista della cosiddetta “sicurezza”, le misure di chiusura e di controllo delle frontiere, oltre ad essere fonte di drammi umani, non ottengono gli effetti per i quali sono state attuate.

Incoraggiano la migrazione clandestina, alimentano la tratta degli esseri umani, hanno costi esorbitanti sociali ed economici.

Da un punto di vista economico è provato che i migranti non prendono il posto degli abitanti locali, ed è provato che gli immigrati danno più di quello che ricevono.

La libera circolazione non provoca un livellamento verso il basso degli standard economici e sociali, impoverendo la popolazione del paese che accoglie.

La mondializzazione, la libera circolazione finanziaria e dei beni favoriscono la circolazione di persone, soprattutto quelle con più mezzi finanziari, e con un maggior “capitale” culturale, educativo, sociale.

Da un punto di vista sociale, numeri alla mano, possiamo affermare che migrazione (quella legale) e criminalità non sono legate, a dispetto di quanto ci vogliono far credere, mentre sono strettamente interconnesse ‘esclusione’ (=clandestinità) e criminalità.

Da un punto di vista culturale, i movimenti migratori sono un arricchimento culturale reciproco, e le culture, soprattutto oggi, non sono che il risultato dell’integrazione delle diversità: quindi la libera circolazione non può che facilitare questo processo.

Che lo vogliamo o no, sono convinto che non abbiamo alternative a pensare ad un mondo comune, che comprende tutti gli abitanti della terra, dove non ci siano cittadini di serie A, che si possono spostare liberamente – come noi – e altri di serie B, che invece non lo possono fare ‘legalmente’.

E non sto parlando naturalmente solo di coloro che possono aspirare a presentare la domanda di asilo politico, ma di chiunque decide di spostarsi per cercare di migliorare la propria vita e quella dei propri cari, che venga da un paese in guerra o no, che fugga da persecuzioni politiche o no, che fugga dalla miseria estrema o no.

A mio avviso esistono percorsi per gestire la libera circolazione, esistono studi, esistono esperienze, poche per la verità, nel mondo che testimoniano il valore civico di questa scelta politica. Penso all’Argentina, per esempio, che oltre al diritto alla libera circolazione, ha introdotto il diritto alla cittadinanza.

Non tenere conto della libera circolazione come una modalità per affrontare le migrazioni, ci ha portato alle situazioni di degrado dell’uomo migrante di questi anni, principalmente alle porte dell’Australia, degli Stati Uniti, dell’Unione Europea.

Inoltre siamo scivolati, complice una propaganda demagogica e mirata di diversi esponenti politici – amplificata da larga parte dei mezzi di comunicazione e informazione – in una generale convinzione che lo Stato è incapace, è corrotto ed è talmente inefficace a gestire i beni comuni, di cui fanno parte anche i migranti, che siamo arrivati al paradosso di affidarne la gestione a privati.

Nel caso dei migranti, lo Stato li affida non solo a istituzioni socialmente riconosciute, che operano assolutamente senza fine di lucro, ma anche a società che intravedono nella gestione odierna dei flussi migratori un’occasione di guadagno (tra l’altro facile perché legale).

Quindi non solo ci ostiniamo a negare la libera circolazione ma siamo persino riusciti a “finanziarizzare” i migranti, a ipotizzare di realizzare un ‘guadagno’ sul dramma ti tanti uomini e donne.

Di libera circolazione abbiamo quasi il timore a parlarne in Italia, persino negli ambienti più progressisti della società civile.

E in questa direzione va l’informazione distorta che viene presentata da qualche tempo sull’afflusso dei migranti: si è registrato, per esempio, un aumento di circa 5.000 persone al 7 giugno di quest’anno, rispetto al 7 giugno dell’anno scorso (52.671 contro i 47.708), ma tutti ‘strillano’ che siamo travolti da un’invasione di migranti senza precedenti.

Pensiamo davvero che 5.000 persone in più rispetto all’anno scorso possano metterci in difficoltà? Perché tanto accanimento contro un fenomeno che non saranno muri e controlli ad arginare? Perchè lo Stato non può gestire direttamente le accoglienze dei migranti con altre modalità operative, permettendo ai nostri consolati nel mondo, di gestire legalmente gli ingressi in Italia? In sostanza, di fronte all’evidente fallimento dell’attuale gestione delle migrazioni, perché non riflettiamo sul metodo piuttosto che sugli strumenti?

Credo che abbiamo le risorse umane, materiali e finanziarie sia per poter sottrarre alla tratta di essere umani il monopolio del commercio delle persone, sia per gestire direttamente l’accoglienza, evitando il rischio creare ‘appetiti’ di guadagni privati sui migranti.

Quello che non abbiamo è la forza per potere diffondere un’informazione diversa, non distorta o parziale, non finalizzata ad altri interessi, di cui i migranti, oggi, sono forse solo l’oggetto, solo lo strumento.

Quello che non abbiamo è il coraggio di abbattere un pregiudizio che sembra essere così profondamente radicato nel nostro immaginario collettivo, per cui accettare di essere tutti cittadini del mondo, con lo stesso diritto di muoversi per studio, lavoro o turismo, sembra essere un’utopia invece che la soluzione a tante, troppe ingiustizie.

Gianni Belletti
responsabile Comunità Emmaus Ferrara

Documentazione:
www.cestim.it
www.o-c-u.org

LETTURE PER ORIENTARSI
“Sai una cosa Mick? Io e te non moriremo mai”

“La giovinezza”, ultimo film di Sorrentino è anche il suo ultimo romanzo. Prima di vedere il film abbiamo preferito leggere il libro da cui è tratto, che è la sceneggiatura stessa che si legge come un romanzo.
A dire la verità, già qualche settimana fa, avevamo pensato a Sorrentino, in un’atmosfera degna della sua immaginazione, del suo spirito e dei suoi personaggi decadenti-felliniani: era una tiepida serata al club Petrovich di Mosca, locale creato nel 1997 in uno stile retro, nostalgico dell’era sovietica, invaso da ballerini notturni dall’aria stanca e un po’ perduta. Qui sfilavano personaggi degni delle pagine del grande regista, visi truccati alla ricerca di una danza che riportasse lontano, alla giovinezza perduta, corpi invecchiati e sconsolati alla ricerca di luce ed energia. E qui, allora, l’ispirazione, la voglia di leggere l’ultimo suo (capo)lavoro, “La giovinezza”. Detto, fatto. In volo. Al volo.

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La copertina

Al club, come nelle pagine del libro, là, in mezzo a fiumi di alcol e bollenti spiriti, qui, fra i fumi di saune e bagni turchi, corpi agghindati o nudi di tutte le età sembrano abbandonati, in controluce, a calura e sudore. Il caldo dei riflettori, in un luogo, e quello dei bagni turchi, nell’altro, danno lo stesso senso di stanchezza e di fiacchezza, fisici tonici e lucidi si mescolano ad altri più rotondi e abbondanti. La fatica del benessere porta confusione, si prova ad allungare il futuro o a inseguire goffamente il passato della giovinezza. Ecco, allora, Fred Ballinger e Mick Boyle, due amici alla soglia degli ottanta, trascorrere una vacanza in un hotel di lusso sulle Alpi. Siamo in montagna, presso lo Schatzalp Hotel di Davos, lo stesso dove Thomas Mann, nel 1924, ha ambientato “La montagna incantata”. Fred è un direttore d’orchestra in pensione, Mick un regista in attività. Intorno a loro ruotano personaggi i cui contorni, anche fisici, diventano simbolici. Fra essi, un ex calciatore famoso sovrappeso copia conforme di Maradona, una splendida Miss Universo, un attore californiano che lavora sul suo prossimo ruolo. Tutti un po’ maschere, tutti un poco stravaganti e concentrati sulle loro vite da film.
Fred e Mick sono consapevoli del fatto che il loro futuro si va esaurendo e decidono di affrontarlo insieme. Sanno che il tempo sfugge inesorabilmente e spaventosamente. Ma, intanto, guardano con grande tenerezza e amore alla vita confusa dei loro figli, a quanti sembrano poter disporre di un tempo che a loro non è più dato. E mentre Mick cerca di concludere la sceneggiatura del suo ultimo film, Fred, che da tanti anni ha rinunciato alla musica, non intende tornare sui propri passi. Ma c’è chi vuole, ad ogni costo, vederlo dirigere ancora una volta e ascoltare le sue composizioni, il messaggero della regina Elisabetta, che desidera dedicare le sue celebri “simple songs” (in particolare, la “Canzone piacevole n.3”) al consorte Principe Filippo, in occasione del suo compleanno. Fred si sottrae, fino alla fine, quando si comprenderà la ragione vera (e immensamente dolorosa) di tale rifiuto. Melanie.
I due amici sfidano i ricordi e il passare del tempo, nell’amicizia, nel desiderio e nell’arte perduta ma che rimane. Alcune battute fra Fred e Mick da sole bastano a far capire le riflessioni dell’intero libro. “Dell’infanzia non mi ricordo niente. Solo una cosa continuo a ricordarla”. “Quale?”. “Il momento preciso in cui ho imparato ad andare in bicicletta. Sarò banale, ma che felicità! Proprio la felicità! E stamattina, come per incanto, per la prima volta, mi sono ricordato anche il momento successivo”. “Il momento in cui sei caduto”. “Come cazzo fai a saperlo?”. “È stato così per tutti. Impari a fare una cosa, sei felice, e ti dimentichi di frenare.” “Non è una grande metafora della vita?”. “Ora non traiamo conclusioni affrettate, Mick”. Proprio allora un ragazzino di undici anni passa in sella a una mountain bike. Fa tutta la strada su una sola ruota, in velocità, silenzioso come un fantasma. I due amici si voltano a guardarlo, estasiati. Poi Fred riflette e dice: “Sai una cosa Mick?”. “Cosa?”. “Io e te, secondo me, non moriremo mai”.
In quell’elegante microcosmo, sospeso in un’altitudine quasi atemporale, la vita sembra scorrere con un ritmo diverso, quasi a voler rallentare il passare dei giorni, a voler trattenere la bellezza dell’amore e della sensualità, a voler dimenticare la caducità dell’essere umano, tentando di fermare l’attimo, di goethiana memoria, in un imperituro momento che esorcizzi la paura dell’ineluttabile. In un turbinio d’immagini ed emozioni.

La giovinezza“, di Paolo Sorrentino, Rizzoli, 2015, 194 p.

Domenica 28 giugno in programmazione il film di Matteo Garrone “Il racconto dei racconti”

da: organizzatori

Forte dei riconoscimenti conquistati dal suo cinema – due volte Grand Prix a Cannes con “Gomorra” e “Reality” – Matteo Garrone firma “Il racconto dei racconti”, un film coraggioso ambientato in un mondo fantastico ma estremamente vero, prende ispirazione da tre racconti del seicentesco “Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile ma spinge ancora più a fondo a livello di immagine e di racconto.

Il film è stato presentato in concorso al Festival del Cinema di Cannes.

L’arena è organizzata dall’Associazione Ferrara sotto le stelle con Arci Ferrara, con il Patrocinio del Comune di Ferrara e dell’Università di Ferrara.
Quest’anno al Parco sarà possibile acquistare abbonamenti da 10 ingressi che avranno validità per tutta la durata della manifestazione.
ABBONAMENTO 10 INGRESSI – 50 €
ABBONAMENTO 10 INGRESSI, SOCI ARCI – 35 €
INGRESSO: INTERO 6 €; RIDOTTO 4,50 € (Soci Arci, studenti Università di Ferrara e possessori della fidelity card – Gelateria La Romana).
Inizio proiezioni ore 21.30. Apertura Parco Pareschi (c.so Giovecca, 148) ore 21.00
In caso di maltempo le proiezioni si svolgeranno presso la Sala Boldini, via Previati 18. Per informazioni: Arci: 0532.241419, Arena Estiva: 320.3570689, Sala Boldini: 0532.247050.
Per il programma completo della manifestazione: www.cinemaboldini.it

DIARIO IN PUBBLICO
La terra desolata e la scatologia

Di scatologia; relativo a scritto o discorso che tratta di escrementi, o che comunque ha contenuto e tono osceno, volgare. E’ molto in voga sia a livello popolare che istituzionale tanto da divenire imprescindibile nelle battaglie, o meglio zuffe, che scuotono le sedi del potere politico e i partiti che a loro volta diventano divulgatori del nuovo verbo scatologico. Si prenda il maestro di color che sanno, il Salvini difensore dei poveri, dei migranti, dei rom che, scagliandosi contro la legge anti tortura, e intervenendo al raduno del Sap (un sindacato autonomo di polizia i cui aderenti hanno applaudito freneticamente i poliziotti accusati della morte di Federico Aldrovandi), chiarisce secondo i principi classici della scatologia: “Se poi un delinquente lo devo prendere per il collo  e si sbuccia il ginocchio… cazzi suoi”, detta con voce chiara e decisa mentre un filo della solita bavetta gli esce dall’angolo della bocca.

Impazza la moda della maglietta che sveste più che riveste e che porta a un momento di involontaria ironia quando urlando ma con un brivido di sensuale complicità e/o di speranza la non folgorante Maria Mussini del gruppo Misto chiede all’attonito presidente Grasso, che l’invita a togliersi la maglietta d’ordinanza: “Che faccio presidente, mi spoglio? Volete uno streaptease?”. E da qui la risposta strepitosa di Grasso che la conforta non a spogliarsi ma a rivestirsi…
Oltre le magliette si guardino le mises: la ministra Giannini rigorosamente vestita da sera in completo verde giada abbraccia la Boschi in lilla e, si nota, tra gli afrori degli evidentemente sudaticci pentastellati, una severa guardiana della legalità grillina che parla con voce stentorea in camicetta bianca e sciarpone nero da trenta gradi sottozero denunciando i delitti  commessi dal Pd.
Ci sarebbe da commentare sul filo del bon ton: Ma va’ di moda lo stile “lavandaia”?
E mentre si dovrebbe protestare contro la non mai troppo deprecata “buona scuola” l’opposizione si trasforma in una fiera dell’ovvio e del mostruoso: funerali, versacci, campanelli, grida sull’orlo dell’isteria. E’ questo lo scenario conclusivo dei nostri rappresentanti istituzionali? Che vergogna, che infima qualità di pensiero e d’azione!
E mentre si sarebbe dovuto smontare il piano scuola o criticarlo con severità e argomenti convincenti l’unica cosa che si è stati capaci di proporre è un teatraccio ormai in disuso perfino negli angoli più retrivi di questo nostro paese (poveretto lui!)
La severità non sarebbe mai troppa nel denunciare questa scalata di volgarità. Da  notare che  ho bandito “escalation” ormai trito riferimento al sempre più esangue e povero lessico politico, optando per l’omonima versione italiana. L’inquietante viso del Maestro Casaleggio si affaccia dalle pagine dei quotidiani e dai media  incorniciato dalla minacciosa cascata di capelli grigi tenuti sotto una coppola vagamente sinistra.L’obliquo messaggio a cui rinvia il silenzio o il tweet colpisce inesorabilmente i fedeli che osano alzar la testa, diventando così il manifesto di un potere “popolare” che nasconda la sua “jacquerie” (mi si passi la parola cólta) d’accatto nelle confuse idee di chi comanda e di chi è all’opposizione.
Sentirsi almeno umiliati da questo improvviso rigurgito di un pensiero politico che si rivolge agli istinti primordiali di un popolo che ha bisogno di essere confortato nelle sue paure e ossessioni mi pare dovrebbe essere necessario. Ma si sa! Così parlano gli “intellettuali”, vil razza dannata che si masturbano mentalmente senza offrire “fatti” . Come del resto accade per quei maestri e professori, secondo la vulgata dei genitori che ascoltano i lamentini dei loro bambini e concludono senza appello che questi fannulloni d’insegnanti poco facciano o insegnino.
Sì è chiaro: è una generalizzazione. Una parte del paese richiede ancora di agire secondo il principio dell’etica. Ma è una minoranza che non riesce a farsi sentire. E che il premier Renzi accenda la miccia di una reazione offesa e dichiari  che una volta lasciata la politica vuol andare a fare il professore,  immediatamente  si risponde alla romana “ Ma professore de chè???”
La terra desolata delle nostre speranze non deve però lasciarci solamente avviliti. Sappiamo anche trovare momenti di riscatto come questa notte la partita sui migranti che Renzi ha saputo avviare con la Comunità europea proponendo una soluzione poi accettata con dignità e buon senso.
In questo caso il monicromo grigio vestito di rappresentanza che indossava ha saputo sostituire ben degnamente jeans slavati e camicia bianca aperta.
Così ondulando tra discorsi impietosamente aggressivi, pieni di paura e senza alcuna traccia di essere elaborati, ma affidati al consenso acritico degli “itagliani” e la sottile capacità di servirsene per ottenere voti o scelte politiche, la nostra fragile barchetta petrachesca non trova porto o sicuro rifugio.
D’altra parte come ci si può affidare a persone che scaricano come spese sostenute per la loro attività amministrativa UN euro per comprarsi il chewing-gum, detto ai miei adolescenziali anni di formazione fiorentina la “cingomma”?
Aleggiano e si spandono come un vento vivificatore,  così evidentemente eversive e di sinistra, quelle parole che Francesco Bergoglio nella sua enciclica ha saputo indirizzare al mondo e che per noi non credenti rappresentano il momento più alto di un discorso di sinistra: “O Dio dei poveri, aiutaci a riscattare gli abbandonati/e i dimenticati di questa terra/ che tanto valgono ai tuoi occhi.”
Alla faccia dei populisti d’accatto.

IMMAGINARIO
Mare negli occhi.
La foto di oggi…

Acqua, sport, avventura. E’ tutto negli occhi di questo ragazzino, immortalati attraverso le lenti specchiate dall’obiettivo del fotografo Luca Pasqualini. L’acqua è quella salata, ma del lago dei lidi di Ferrara e Comacchio, dove è partito il secondo turno del Centro nautico nazionale Lago delle Nazioni. Corsi di vela e canoa per ragazze e ragazzi dai 10 ai 15 anni in pieno Delta del Po. Info sul sito della Lega navale.

OGGI – IMMAGINARIO SPORT

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Centro nautico nazionale lago delle Nazioni (foto Luca Pasqualini)

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…
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ACCORDI
Dinosauri e Guerra del Vietnam.
Il brano di oggi…

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

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Mother Of Earth di The Gun Club.

Oggi è un giorno che non mi dimentico mai.
1) fra due giorni è il mio compleanno.
2) oggi è il compleanno di Jeffrey Lee Pierce.
Ormai lo festeggio sempre.
Lo festeggio con ancora più convinzione da quando ho scoperto che io e quest’uomo in realtà abbiamo parecchie cose in comune.
In primis una storia simile con la musica.
Jeffrey Lee Pierce è famoso per essere l’inventore del “punk blues” con i Gun Club ma in realtà è partito come ragazzino fan del glam e del reggae.
Al blues c’è arrivato parecchio tardi e in un momento simile a quello in cui ci sono arrivato io.
Poi, stando a quello che diceva Nick Cave in un’intervista, il nostro uomo aveva due fisse: i dinosauri e la Guerra del Vietnam.
La fissa dei dinosauri io l’ho avuta all’asilo, quando giravo con un marsupio pieno di dinosauri di gomma.
La fissa della Guerra del Vietnam prosegue tuttora.
Un’altra cosa che me lo rende ancora più simpatico poi è la sua certificata (sempre da Nick Cave) dedizione al salto di palo in frasca in mezzo ai discorsi.
Praticamente l’unico sport che mi piace insieme all’altro sport preferito di Jeffrey Lee Pierce.
Quindi saltando di nuovo di palo in frasca oggi onoro quest’uomo con uno dei pezzi più belli mai scritti.
Auguri beone.

album: Miami (1982)

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano attorno ad esso.

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