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Giorno: 12 Agosto 2015

Questa sera, all’Arena La Romana di Parco Pareschi, in programmazione il film di Edoardo Falcone “Se Dio vuole”

da: organizzatori

Tommaso e sua moglie Carla hanno due figli: Bianca, una simpatica mentecatta priva di interessi, e Andrea, un ragazzo brillante, iscritto a medicina, pronto a seguire le orme del padre. Ultimamente Andrea sembra cambiato e si comporta in modo strano. Il dubbio si insinua: Andrea è gay! Chiunque potrebbe entrare in crisi, ma non Tommaso, che detesta ogni forma di discriminazione. Il giorno del “coming out” arriva. Andrea raduna la famiglia: “Ho incontrato una persona che ha cambiato la mia vita e quella persona si chiama Gesù. Per questo ho deciso di diventare sacerdote!”. Per Tommaso, ateo convinto, è una mazzata terribile. Finge di dargli appoggio ma inizia a seguirlo di nascosto. Arriva così a Don Pietro, un sacerdote davvero “sui generis”. E’ lui il nemico. Tommaso comincia una vera e propria guerra senza esclusione di colpi. Ma le cose non vanno mai come pensiamo.

L’arena è organizzata dall’Associazione Ferrara sotto le stelle con Arci Ferrara, con il Patrocinio del Comune di Ferrara e dell’Università di Ferrara.
Quest’anno al Parco sarà possibile acquistare abbonamenti da 10 ingressi che avranno validità per tutta la durata della manifestazione.
ABBONAMENTO 10 INGRESSI – 50 €
ABBONAMENTO 10 INGRESSI, SOCI ARCI – 35 €
INGRESSO: INTERO 6 €; RIDOTTO 4,50 € (Soci Arci, studenti Università di Ferrara e possessori della fidelity card – Gelateria La Romana).

Inizio proiezioni ore 21.30. Apertura Parco ore 21.00
In caso di maltempo le proiezioni si svolgeranno presso la Sala Boldini, via Previati 18. Per informazioni: Arci: 0532.241419, Arena Estiva: 320.3570689, Sala Boldini: 0532.247050.

Per il programma completo della manifestazione: www.cinemaboldini.it.

Un semestre nero per i suicidi

da: Claudio Riccadonna, Ala (Tn)

Gentile Direttore,
un suicidio ogni giorno e mezzo. E’ un semestre nero, a tinte fosche, quello appena trascorso: nei primi sei mesi del 2015 sono addirittura 121 le persone che hanno deciso di farla finita per motivi di natura strettamente economica (per onor di cronaca 71 i casi di tentato suicidio per le stesse ragioni). E’ un dato drammatico, il peggiore dal 2012, con un incremento quasi pari al 100% rispetto a tre anni fa, con una progressione significativa specialmente nel Mezzogiorno e nel Nord-est, e che ha visto, ancora una volta il Veneto protagonista disperato e, in assoluto, rappresenta l’area maggiormente colpita.
Insomma, rispetto a queste cifre dolorose, alle troppe “vittime”, a che pro i tanti proclami sensazionalistici di ripresa?… Almeno questi “numeri” dissentono dai facili entusiasmi. La politica che, nonostante il propalare di continue e salvifiche promesse, non riesce quindi a fornire delle risposte significative e ad arginare un crescente dramma sociale.
La crisi spinge, ben lo sappiamo, a gesti disperati, di forte impatto emotivo, che lacerano profondamente la coscienza collettiva e che scuotono anche le sensibilità più refrattarie ( come chi sceglie, tragicamente, di darsi fuoco e di morire fra atroci sofferenze); la crisi “uccide nello spirito” quotidianamente e silenziosamente; lo testimoniano i casi di coloro, e sono innumerevoli, che braccati da un sentimento di impotenza e d’incolpevole fallimento si spengono e si annullano lentamente; ormai disillusi, si lasciano “abbruttire” dalla mancanza di motivazioni presenti e di prospettive future e sprofondano in uno stato di dolorosa prostrazione materiale e psicologica.
Giovani laureati e oltremodo specializzati, costretti a ripianificare e a rivedere i propri progetti, ad accettare, nel migliore e più fortunato dei casi, professioni demansionanti ( moltissimi i giovani che risultano sottoinquadrati, cioè che possiedano un titolo superiore a quello richiesto per svolgere quella professione); cinquantenni, che improvvisamente si trovano senza lavoro e sono necessitati ad arrabattarsi per sopravvivere, a condividere, ad un’età un tempo da pensione, con milioni di ventenni/trentenni disoccupati e precarizzati, la stessa condizione di instabilità (forse, tardi, per avere la forza di ripartire da zero e di rimettersi in gioco dal nulla…); troppi accomunati dallo stesso destino, dal doversi trascinare faticosamente in un’esistenza priva di luce e di speranza, senza alcuna via d’uscita.
Quanti casi potremmo porre all’attenzione in questo drammatico ed insanabile busillis!…

Pianello Val Tidone (PC): il 16, 22, 23 e 29 agosto quattro visite guidate alla scoperta del sito tardoantico e altomedievale della Piana di San Martino

da: ufficio stampa SBArcheo

Il 16, 22, 23 e 29 agosto, quattro visite guidate per illustrare gli ultimi 15 anni di ricerche sistematiche effettuate dalla Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna e dall’ Associazione Archeologica Pandora nel sito Tardoantico e Altomedievale della Piana di San Martino, in comune di Pianello Val Tidone (PC)

domenica 16 agosto 2015, ore 16
Dal bosco allo scavo: storia dello scavo della Piana di San Martino
con Elena Grossetti (Ispettore Onorario) e Giacomo Bengalli (Associazione Pandora)

sabato 22 agosto 2015, ore 16
Uno scavo ecosostenibile: modalità di intervento alla Piana di San Martino
con Antonio Gallo e Fausto Cossu (Associazione Pandora)

domenica 23 agosto 2015, ore 16
L’Associazione Archeologica Pandora si prende cura del sito archeologico della Piana di San Martino
con Gianluca Spina e Vincenzo Cavanna (Associazione Pandora)

sabato 29 agosto 2015, ore 10,30
Visita allo scavo della Piana di San Martino: i nuovi rinvenimenti
con Roberta Conversi (Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna)

Ritrovo mezzora prima delle visite guidate davanti al Museo Archeologico della Val Tidone in Piazza Mensi (lato est della Rocca) a Pianello Val Tidone (PC)

Data l’ubicazione del sito, raccomandiamo scarpe da trekking e abbigliamento comodo
In caso di maltempo le visite guidate sono annullate

info associazionepandora@virgilio.it

La Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna e l’Associazione Archeologica Pandora conducono dal 1991 delle campagne di ricerca archeologica nel sito della Piana di San Martino (Pianello Val Tidone, PC). Poiché gli scavi hanno trovato da subito materiali protostorici e resti di edifici e sepolture tardoantiche, a partire dal 2000 le indagini sono diventate sistematiche ed estensive. Ciò ha consentito di definire due periodi di frequentazione del sito: una prima fase riconducibile all’epoca pre-protostorica, con testimonianze databili a tutta l’età del Bronzo e alla seconda età del Ferro, e una seconda fase iniziata in età tardoantica e durata per tutto il Medioevo.
Il sito della Piana di S. Martino è un insediamento complesso, ubicato su un pianoro difeso da ripidi pendii a circa 512 metri di altitudine s.l.m., in cui l’intervento umano ha completato con strutture lignee il naturale sistema di difesa, come documentano le numerose buche di palo ricavate nella roccia lungo tutto il perimetro dell’insediamento, rilevate nella campagna di ricognizione del 2012 e di cui è allo studio l’impianto e l’evoluzione.
Le campagne di scavo hanno portato in luce un sito pluristratificato, caratterizzato dalla presenza di notevoli strutture. Le prime testimonianze antropiche attestano un insediamento del Bronzo Finale che persiste fino all’età del Ferro. Le tracce di frequentazione cessano fino all’età tardo-antica quando il sito viene nuovamente occupato, sviluppandosi poi con continuità per tutto il medioevo e, limitatamente all’edificio di culto, fino al XVII secolo
È proprio in età tardoantica (V-VI sec. d.C.) che l’impianto si sviluppa come insediamento fortificato d’altura a cui possiamo ascrivere importanti strutture come una cisterna a due vani ricoperti d’intonaco.
Nel sito sono stati finora individuati un settore abitativo (di cui sono stati messi in luce due ambienti, un forno e una grande cisterna) e un’area religiosa con una necropoli e una chiesa aperta al culto fino ad epoca rinascimentale. Sono state documentate diverse fasi di frequentazione, tra cui una gota e una longobarda, quest’ultima attestata da materiali quali coltelli con codolo a ricciolo, elementi di cintura sagomati e frammenti di olle in ceramica comune con decorazione a onda.
Nel 2006, dagli strati da cui provengono i materiali di età longobarda, sono venuti in luce quattro pesi monetari bizantini di ottima fattura (molto ravvicinati, forse in origine conservati in un contenitore in materiale organico) a cui ne va aggiunto un altro rinvenuto nel terreno scivolato lungo il pendio del pianoro. Si tratta di un peso con lettere “N S” sormontate da croce greca (da 6 nomismata), uno con lettera “N” sormontata da un piccolo cerchio (da 1 nomisma), uno con numerale graffito “IB” (da ½ di nomisma), e uno con numerale graffito “S” (da 1/4 di nomisma).
È un ritrovamento di grande rilievo per quest’area perché rivela, con gli altri manufatti altomedievali rinvenuti, i contatti del sito con il mondo bizantino e longobardo. Inoltre, la corrispondenza del valore monetale presuppone un’ampia circolazione di denaro nel luogo del ritrovamento, il che fa pensare che possano essere stati affidati per la conservazione alla chiesa lì presente, come nel caso di S. Giusto di Canosa, dove il luogo di deposito ha assunto anche la funzione di centro di riscossione per il potere civile.
La campagna di scavo 2011 ha messo in luce una parete absidata della chiesa originariamente intitolata a San Giorgio, attorno alla quale erano disposte alcune tombe prive di corredo probabilmente appartenenti alla fase edilizia più antica della chiesa. Il contesto stratigrafico pare mettere in relazione le tombe con la fase longobarda del sito, attestata anche da una capanna costruita sulle spoglie di un edificio del periodo tardo-antico, che ha restituito diversi attrezzi ed armi, interi e frammentari, anche di età longobarda, tra cui un’ascia barbuta. Questa capanna è stata interpretata come il laboratorio di un fabbro vista la presenza di un crogiuolo, scorie e altri oggetti rotti e lacunosi, raccolti forse per essere usati per la fusione di nuovi attrezzi. L’area dell’apprestamento artigianale è stata oggetto di indagine nelle campagne di scavo 2013-2015 che hanno portato in luce altri strumenti da lavoro in ferro e un calice in vetro assai simili a quelli trovati nelle tombe longobarde di fine VI-inizio VII secolo, a Spilamberto e nella tomba di cavaliere di Borgo d’Ale.
Degno di segnalazione è anche il ritrovamento in situ di diversi laterizi con il segno a cappio, in uno strato di crollo con tracce d’incendio: i frammenti, decorati a crudo, riportano lo stesso motivo decorativo attestato in quelli della tomba 40 ritrovata a Travo S. Andrea e in quelli conservati a Bobbio.
La campagna di scavo di quest’anno (8 agosto – 3 settembre 2015) si sta concentrando sugli strati d’età altomedievale nel settore già indagato dalle campagne precedenti dove era stata individuata la capanna con materiali altomedievali. Le indagini, effettuate sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna, sono condotte sul campo dai volontari dell’Associazione Archeologica Pandora, di cui fa parte anche Elena Grossetti, già ispettore onorario per l’archeologia.
L’attività congiunta della Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna e dei volontari dell’Associazione Archeologica Pandora sta dunque garantendo la tutela e la conoscenza di un sito di grande rilevanza sia per la comprensione delle fasi tardo-antiche e altomedievali dell’area dell’attuale territorio piacentino che per i contatti con l’area ligure-bizantina e toscana.

Referente scientifico Roberta Conversi (archeologa Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna) roberta.conversi@beniculturali.it
info su www.archeobologna.beniculturali.it

Puedes Summer Night: la vigilia di ferragosto si tinge di allegria con la Color Vibe 5K, una corsa straripante di emozioni. Poi ancora musica con The Dice

da: Associazione Culturale Puedes

Ci siamo, la Color Vibe 5K Run Ferrara entra nel vivo!
Dal 13 agosto, dalle 15.00 alle 21.00 e il 14 agosto dalle 10.00 nel Sottomura di via Baluardi (Ferrara) è aperto il Color Village dove è possibile iscriversi, per chi non ha già provveduto, e ritirare la pettorina e il kit di partecipazione all’evento.

Orari: la corsa non competitiva inizia alle 18.30, il Color Party dalle 19.30
COLOR VIBE 5K + DJ Set | Direttamente dagli Stati Uniti, arriva in Italia la COLOR VIBE 5K RUN, l’esperienza sensoriale più coinvolgente dell’estate. L’evento prende il nome da VIBE: sensazione, emozione, vibrazione, energia. Un vero e proprio inno al divertimento aperto a tutti: non ci sono limiti di età per partecipare. La Color Vibe è una gara non competitiva. L’obiettivo non è arrivare al traguardo prima degli altri, ma divertirsi senza limiti e farsi colorare più degli altri.
Il percorso è lungo 5 chilometri e lo si può percorrere camminando, correndo, saltando, in avanti, all’indietro o anche ballando. L’importante è divertirsi e lasciarsi andare, baciati dal sole e cullati dalla musica.

NB: L’organizzazione assicura la completa pulizia dell’area dopo l’evento.

A SEGUIRE il concerto dei The Dice
The Dice nascono nel 2009 come quartetto. Nel 2011 pubblicano il loro primo prodotto, un album di 10 canzoni, la maggior parte delle quali originali, dal nome “FourTDice”, che comprende un insieme di rock and roll, rockabilly, swing e country music. Nel 2012 sono stati selezionati fra 6000 band europee per prender parte al festival “Allegromosso”, un’ iniziativa dedicata alla musica suonata dai giovani in Europa. Da allora i The Dice hanno suonato e vinto concorsi in tutta Italia, e nel 2015 sono diventati un trio. Nell’aprile di tale anno sono usciti con il loro secondo lavoro ufficiale, un EP dal nome “Light Up”, che è anche il singolo del disco. Le loro nuove canzoni vanno oltre la musica rock and roll, e hanno creato il loro stile, influenzati dai generi musicali che hanno amato nel corso degli anni, venendo fuori con un nuovo e personale sound che evoca atmosfere estive e scenari balneari. Hanno condiviso il palco con artisti del calibro di Willie Nile, James Maddok e David Immergluck (chitarrista dei Counting Crows).

movimento5stelle

Comunicato stampa sulla variante di Piazza Matteotti

da: Matteo Mingozzi, Consigliere Comunale MoVimento 5 Stelle Codigoro

Abbiamo atteso qualche giorno prima di commentare la delibera 107 del 30 luglio scorso, dove la Giunta ha approvato la perizia di variante ai lavori di riqualificazione di Piazza Matteotti. Ci aspettavamo infatti che vista l’enfasi con cui è stato pubblicizzato l’oneroso investimento, ci fosse, almeno nell’home page del sito del Comune, un’adeguata informazione in merito a questa variante, dove si autorizza la proroga della fine dei lavori, che slitta a mercoledì 9 settembre, a due giorni dall’inizio della Fiera di S. Croce. Inoltre, vi sarà un aumento del costo totale che passa da 835.000 a quasi 848.000 euro. Abbiamo già fatto una richiesta di accesso agli atti per l’aumento dell’importo di contratto di ulteriori 82.000 euro più il 10% di Iva, che vengono citati in delibera, assieme agli elaborati tecnici, ma non allegati. Questo ovviamente sulla base della documentazione che abbiamo a disposizione, se poi ci sono altri atti, con numeri differenti, sarebbe bene renderli fruibili anch’essi. Concludiamo dicendo che la scelta dell’Amministrazione di non informare i Codigoresi, tramite la stampa o il sito internet, in merito a questa variante ci stupisce solo fino ad un certo punto, dal momento che l’intero iter del progetto di riqualificazione di Piazza Matteotti ha lasciato i cittadini alla finestra, come meri osservatori ed ovviamente finanziatori totali dell’opera, visto che non c’è stato alcun momento di confronto né in Consiglio Comunale né in un’apposita iniziativa pubblica, nonostante in molti, anche attraverso i social network, abbiano espresso una chiara volontà di conoscere ciò che si voleva fare (pensiamo alle tavole del progetto, disponibili unicamente sul nostro blog) o ciò che è emerso durante gli scavi, come chiedeva il gruppo “Codigoro Centro Storico”, che conta quasi 700 iscritti. Il M5S di Codigoro continuerà comunque ad informare e a tradurre la documentazione per renderla accessibile a tutti coloro che vorranno saperne di più, perché crediamo che la politica, oltre agli oneri istituzionali, debba avere anche dei doveri non scritti, ma non per questo meno importanti, primo fra tutti il confronto civico e pacifico sui temi fondamentali della nostra comunità.

LA STORIA
Dialoghi in giardino tra inquietudine e serenità. L’amicizia ritrovata

Un cinquantenne e affascinante pittore parigino di successo (Daniel Auteil), torna alle sue radici nella casa d’infanzia della tranquilla e verde provincia francese. Ha un terreno immenso, un giardino meraviglioso che sua madre curava teneramente ma che ora non ha né la voglia né la capacita né tantomeno il tempo di occuparsene. Per evitare il degrado di quel gioiello materno tanto amato, eccolo allora alla ricerca di chi possa aiutarlo, un annuncio che lo porta a rincontrarsi con un vecchio compagno di scuola. Un amico d’infanzia che diventerà il suo giardiniere (Jean-Pierre Darroussin). Ma non solo: un consigliere, un ascoltatore attento, una costante presenza quotidiana che spesso lo farà riflettere e rivedere le cose nella loro reale dimensione. Una storia d’amicizia intensa e profonda.

Due vecchi amici che si inventano due soprannomi, Del Quadro e Del Prato, che evidenziano la loro diversità culturale e sociale, e che ritrovano la antica e gioiosa complicità che da ragazzi li ha tanto uniti. In una delicata dimensione bucolica, in un quadro degno di un pittore impressionista, i due compagni si ritrovano e, trascorrendo molto tempo insieme, si riscoprono nella loro rispettiva complessità e semplicità, ridendo, scherzando, facendo discorsi seri e semiseri e svelandosi il vero valore della vita. L’amico giardiniere ha una visione semplice e onesta del mondo, il pittore, senza grande talento e ispirazione, è più disilluso e aspro. Vedendo ogni cosa attraverso gli occhi dell’altro, ognuno scopre, rivalutandolo, un mondo nuovo. E’ un dialogo (il titolo originale, migliore, è “dialogo con il mio giardiniere”) fra amici, fra un cittadino stressato dalla grande metropoli, e per questo quasi depresso, e un uomo semplice che non si è mai mosso dal suo villaggio d’origine, se non per alcune settimane di vacanza sempre negli stessi posti, con l’amata moglie di sempre. L’uno colto, ricco, sofisticato ma insoddisfatto e sempre alla ricerca di nuove donne, storie e avventure, l’altro semplice, abitudinario ma saggio e sereno. Una storia essenziale, in un’atmosfera minimalista, con una fotografia eccellente e dei colori sgargianti, cullando l’armonia della natura e di conversazioni a volte inattese ma profonde, pacate e coerenti.

Un confronto fra la città trafficata e concitata (e spesso piena di cose futili e inutili) e la vita tranquilla di campagna, con i valori del quotidiano che si scelgono, quelli che contano.Una bella storia di cuore e musica, ma anche di solitudine. Un racconto di tante diversità che convergono, di parole dette e non dette, di sogni sognati e solo sussurrati, di punti fermi che si rivelano fragili e fugaci. Con una fine, però, che non è tanto lieta. Perché la malattia che non perdona colpisce chi meno se lo aspetta, senza scampo, perché le stagioni si chiudono e la fragilità della vita si conferma in tutta la sua terribile e temibile forza.

Malinconico ma intenso e coinvolgente. Da vedere.

 

Il mio amico giardiniere, di Jean Becker, con Alexia Barlier, Daniel Auteuil, Fanny Cottençon, Jean-Pierre Darroussin, Francia, 2007, 110 mn.

 

ECOLOGICAMENTE
Multa al Comune, con l’Ambiente non si scherza più

La mancanza di rispetto dei diritti dei cittadini nei servizi pubblici può costare cara. E’ accaduto al Comune di Campobasso che non ha prodotto la Carta dei servizi idrici e per questo è stata multata dalla Autorità di vigilanza al pagamento di 33.900 euro. Con “deliberazione datata 30 luglio 2015 391/2015/S/Idr” è infatti stato avviato “un procedimento per l’adozione di provvedimenti sanzionatori e prescrittivi per violazione della regolazione tariffaria del servizio idrico integrato” a carico della municipalità.

Poco si è letto sulla stampa. Ma l’atto è rilevante. Finalmente si comincia a fare sul serio e si chiede di rispettare le regole, non solo attraverso la ‘moral suasion’, ma con veri provvedimenti disciplinari. La carta dei servizi è uno strumento obbligatorio nel ciclo idrico integrato. La Carta dei servizi si prefigge infatti il raggiungimento di obiettivi di miglioramento della qualità dei servizi forniti e del rapporto tra utenti e fornitori dei servizi (vedi Ferraraitalia).

A mio avviso non si tratta solo di un percorso dovuto amministrativo, ma di una vera svolta verso una determinazione e un impegno nei confronti dei cittadini. L’ambiente ha bisogno di regole e soprattutto di rispetto delle regole. La grande innovazione prodotta dall’avvio del Codice ambientale penale lo dimostra. (vedi Ferraraitalia).

La cultura, intesa come sinergia fra cultura tecnologica e cultura umanistica, gioca un ruolo determinante nel progettare e nel pianificare il percorso di “erogatori responsabili” di servizi di pubblica utilità impegnati nel campo della comunicazione ambientale e di impresa. La sfida del futuro si gioca sia sul piano economico che su quello sociale. La qualità ambientale è un diritto fondamentale dei cittadini per raggiungere quel benessere che si ottiene rafforzando gli strumenti della qualità della vita.
L’obiettivo è quello di perseguire uno sviluppo sostenibile, un avanzato equilibrio fra crescita economica e salvaguardia dell’ambiente. Il coinvolgimento di tutti i soggetti della sfera produttiva, istituzionale e sociale, che prescinda da pregiudizi ideologici, è indispensabile come insieme di risorse da tutelare e utilizzare responsabilmente a garanzia delle generazioni presenti e future.

GERMOGLI Gioventù. L’Aforisma di oggi

Giornata Internazionale della Gioventù.

“La gioventù non sa quel che può, la maturità non può quel che sa”. (Jose’ Saramago)saramago

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

IMMAGINARIO
A lume di lucciole.
La foto di oggi..

Una serata nel bosco illuminata da lucciole e stelle. Ad aiutare a scrutare il cielo a caccia di stelle cadenti ci saranno esperti astrofili con un accompagnamento musicale. La passeggiata, a cura dell’associazione Area (Associazione recupero essenze autoctone), è organizzata per questa sera con Centro Idea del Comune.

Ritrovo a Porporana alla base dell’argine del Po alle 21. Info Dario, cell. 3479632564

OGGI – IMMAGINARIO EVENTI

lucciole-bosco-porporana
Lucciole nel Bosco di Porporana (foto di Agire sociale del Centro servizi volontariato Ferrara)

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulla foto per ingrandirla]

ACCORDI
L’uomo tranquillo del rock.
Il brano di oggi…

MK_Sailing_to_Philadelphia
Album: Sailing To Philadelphia del 2000

Ogni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta…

(per ascoltarlo cliccare sul titolo)

Mark Knopfler – What Is It

Auguri ad un mostro sacro della chitarra e della storia della musica internazionale: Mark Knopfler, leader, fondatore e chitarrista dei Dire Straits che oggi compie sessantasei anni. Il carattere pacato, la sua poetica british, ma sopratutto il formidabile pizzico alla sua Stratocaster senza l’uso del plettro hanno contraddistinto alcune delle più belle sonorità degli ultimi quarant’anni sia insieme al suo gruppo che da solista, capace tutt’oggi di incantare ancora i migliori palchi del mondo. Tra i suoi brani da solista migliori troviamo sicuramente What Is It, contenuto nell’album Sailing To Philadelphia del 2000.