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Giorno: 8 Dicembre 2015

A proposito di petrolchimico. Dichiarazione di SEL Ferrara sulla situazione del polo ferrarese

da: Alessandra Tuffanelli

Un anno e mezzo fa una delegazione di SEL Ferrara accompagnata dall’on. Giovanni Paglia incontrò le rappresentanze sindacali dei lavoratori del petrolchimico. Fu l’occasione per ascoltare i primi giustificati timori dei lavoratori sul cambio di rotta della politica industriale di ENI nel settore chimico e ci fu chiesto di portare, attraverso i nostri deputati e senatori, questo tema in parlamento, per cercare di influire sulle scelte del governo.
Da allora sono state presentate interrogazioni e interpellanze, a cui non sono mai seguite risposte chiare. Non è più possibile attendere oltre. Il governo deve uscire dal silenzio dietro cui si è trincerato dopo la comparsa delle voci, confermate dai vertici di ENI, che la vedrebbero in trattativa avanzata per la cessione del 70% di Versalis. Come azionista di maggioranza di ENI ha il dovere di intervenire sul management e sulla sua volontà di trasformare ENI in una pura società oil & gas, e scongiurare il rischio di mettere in discussione gli assetti produttivi e il livello occupazionale (oltre 5.000 lavoratori, di cui 300 nel solo polo ferrarese) di un settore considerato strategico a livello europeo per l’industria manifatturiera e la nuova filiera della chimica verde. Riteniamo che mantenere il controllo pubblico di Eni e della chimica Versalis, rafforzare la ricerca e l’innovazione come elementi vitali della competitività, garantire la crescita con investimenti funzionali allo sviluppo dei singoli settori e la realizzazione dei piani industriali previsti, siano gli elementi su cui agire per creare valore sia per l’azienda che per il Paese. A livello locale significherebbe evitare conseguenze devastanti non solo per i lavoratori e le loro famiglie, ma per l’economia dell’intera provincia.
Apprezziamo l’attenzione che molti esponenti della politica locale hanno rivolto a questo tema e proponiamo, affinché le azioni non si riducano ad un puro esercizio di “solidarietà formale”, che esse si traducano nell’impegno a produrre un documento, espressione dell’intero consiglio comunale, che ponga al centro queste riflessioni, in cui manifestare la nostra preoccupazione al governo e chiedere una presa di posizione ufficiale nella direzione degli obiettivi proposti. Chiediamo inoltre che ognuno dei sottoscrittori si attivi, utilizzando ciascuno le proprie risorse e coinvolgendo i propri rappresentanti in parlamento, affinché tali richieste vengano prese in esame dal governo. Uno sforzo unitario per il bene comune del nostro territorio e di tutto il Paese.
Sinistra Ecologia Libertà
Federazione di Ferrara

“TuscanARTive”. Sabato 12 dicembre in via de’ Redi ad Arezzo l’arte incontra i buoni sapori

da: organizzatori

Tuscanative ospiterà una degustazione di prodotti Camperchi, Pucciarella e 26 Nero in compagnia delle opere di Luciano Giani

Sabato 12 dicembre 2015, a partire dalle ore 17, i buoni sapori del territorio incontrano l’arte contemporanea a Tuscanative di via de’ Redi 14, ad Arezzo.
A partire dalle ore 17 prenderà infatti il via “TuscanARTive”, una degustazione di vini, birre e formaggi accompagnata dalla mostra personale dell’artista aretino Luciano Giani.
L’iniziativa è organizzata in collaborazione con la Società agricola Camperchi, l’Azienda agricola Pucciarella e il Birrificio 26 Nero. Un’occasione unica per prendersi una pausa dalle frenesie dello shopping natalizio e fermarsi nel suggestivo vicolo di Corso Italia, dove il visitatore potrà assaporare i prodotti di tre apprezzate realtà del Centro Italia, circondati dall’arte astratta di un autore in costante ascesa.
I PROTAGONISTI:
Tuscanative nasce dall’amore per la Toscana, dove natura, arte e buona tavola si fondono armoniosamente. Tuscanative conosce territori puri, valorizza le antiche ricette, racconta storie di vita contadina e mette in contatto i piccoli produttori locali con i buongustai di tutto il mondo. Tuscanative propone un modo esclusivo e genuino per scoprire la vera Toscana, insieme a chi ci vive da sempre. Un nuovo modello rispettoso dell’ambiente, delle tradizioni e delle identità culturali, capace di avvicinare i viaggiatori al mondo della produzione locale, creando una rete virtuosa di relazioni e una maggior condivisione di saperi. Tuscanative è consapevole che incoraggiare i giovani a imparare l’importanza del territorio e gestirlo con il rispetto che merita, trasferire le conoscenze di generazione in generazione, nonché promuovere i valori e i sentimenti legati alla terra, servirà a costruire comunità più forti e a formare legami migliori in paesi e città.
www.tuscanative.com
Luciano Giani è da sempre un appassionato di arte, che da alcuni anni ha messo a frutto la sua passione per creare opere con una tecnica peculiare, sempre più apprezzata da pubblico e critica. «Dopo un primo periodo di studio delle mie esigenze espressive, ho trovato la soluzione più adatta per esprimere la mia arte nella creazione di opere in cui la prevalenza di colori sovrapposti e spatolati, in maniera non casuale, ha lo scopo di rappresentare modelli fittizi di una realtà che esiste e che ognuno può immaginare come vuole». Così l’artista descrive i suoi quadri astratti, che catturano l’osservatore con accostamenti cromatici evocativi e luminosi, ai quali ognuno può dare i propri significati. Partendo dai colori primari, i quadri di Luciano Giani sono realizzati su tela mescolando con un linguaggio distintivo colori acrilici, smalti e resine. Opere senza titoli, per non condizionare le sensazioni e le emozioni che i lavori possono provocare in chi li osserva.
www.quadriastrattimoderni.com
I PARTNERS:
La Società agricola Camperchi è situata a Civitella in Val di Chiana, in provincia di Arezzo, immersa nelle colline toscane. La totalità dei terreni aziendali si trova all’interno della zona di produzione del vino Chianti DOC e dei 140 ettari totali, solo i 22 migliori sono dedicati ai vigneti. Il nome Camperchi deriva da un’antica leggenda, secondo la quale nell’area sorgeva un tempio dedicato a Ercole. Il contesto e i richiami leggendari sono solo alcuni degli elementi che donano un’energia eccezionale ai vini Camperchi. A questi si aggiungono la passione per il vino e l’amore per il territorio, ingredienti che consentono di raggiungere risultati di assoluta eccellenza.
www.camperchi.com
L’Azienda Agricola Pucciarella si sviluppa per oltre 282 ettari nei Comuni di Magione e Corciano, in provincia di Perugia. I vigneti, per buona parte iscritti all’Albo delle zone di produzione DOC “Colli del Trasimeno”, si estendono per 58 ettari sui terreni collinari più vocati e meglio esposti. A oliveti specializzati realizzati sul finire degli anni Ottanta sono dedicati 21 ettari. Il resto è occupato da boschi nelle zone collinari più impervie e, in pianura, da seminativi irrigui, alimentati dall’acqua di quattro invasi. Nel cuore della tenuta, in posizione dominante, si trova il centro aziendale, costituito dal fabbricato di fattoria risalente al Settecento, il vero fulcro di tutte le attività.
www.pucciarella.it
Il Birrificio 26 Nero è nato nel 2011 a Scalvaia, una piccolissima frazione di Monticiano (SI). Nel 2013 si è trasferito a Monteriggioni, investendo su un nuovo impianto da 500lt a vapore, fermentatori e cantina di rifermentazione a temperatura controllata. Con una costante selezione delle materie prime e un attento processo lavorativo, Birrificio 26 Nero crea birre artigianali di alta qualità, ad alta fermentazione, non pastorizzate e rifermentate in bottiglia.
www.birrificio26nero.it

Sabato 12 dicembre “La stagione dell’amore” entra nel vivo a Villa Bighi

da: Elena Bertelli

Sabato 12 dicembre a Villa Bighi, in via M. Carletti 110 a Copparo, si terrà un ‘iniziativa aperta a tutti dal titolo “Fall in love with the museum”, dedicata alla scoperta libera della collezione di Dante Bighi, i visitatori saranno invitati a muoversi liberamente, scegliere l’opera o l’oggetto che preferiscono, osservarli, fotografarli, ascoltare le storie che li riguardano e inventare un proprio racconto.
il centro studi Dante Bighi metterà a disposizione di tutti carta e penna, una macchina fotografica e un computer connesso a internet, da utilizzare per costruire nuove storie: sarà un percorso di conoscenza del tutto personale, che permetterà a ogni partecipante di portare a casa un’esperienza unica e intima con gli oggetto prescelti.
Sapevate che a Villa Bighi è conservata una preziosa edizione della sacra bibbia illustrata da Salvador Dalì? E che si possono sfogliare riviste internazionali di grafica pubblicitaria originali degli anni ’60 e ’70? Sabato pomeriggio, dalle 15 in poi, tutti questi materiali saranno accessibili a tutti e ognuno potrà approfondire il tema o il filone artistico che preferisce, persino curiosare tra le foto personali di Dante Bighi, per ritrovare immagini e suggestioni da ogni parte del mondo e di una Copparo che non c’è più!
L’iniziativa rientra nel programma culturale “la stagione dell’amore” ed è a partecipazione gratuita. I prossimi eventi della rassegna sono:
– La nanna al museo, sabato 23 gennaio
– La festa degli innamorati… del museo! Domenica 14 febbraio
Per info:
www.dantebighi.org // info@dantebighi.org // 0532 861339

Copparo, Il territorio produce meno rifiuti

da: ufficio comunicazione Comune di Copparo

Il Comune di Copparo ha ricevuto sabato 5 dicembre scorso un attestato da “Rete rifiuti zero” in quanto si posiziona al 15° posto in Regione per minor produzione di chilogrammi annui di rifiuti non inviati a riciclo.
Con una quantità procapite di 116 kg annui, Copparo rientra tra la lista dei comuni che già nel 2014 hanno raggiunto l’obiettivo 2020 della Legge Regionale sui “rifiuti e l’economia circolare”.
Dalla nuova normativa emerge oggi un parametro diverso per valutare la virtuosità dei comuni: non più quello della percentuale di differenziata, ma quello della misurazione dei kg di rifiuti non inviati alla filiera del riciclo.
All’iniziativa organizzata da “Rete rifiuti zero” erano presenti gli assessori Marco Mazzali e Enrico Bassi e il presidente di Area Gian Paolo Barbieri.

Campionato Serie A1/F: settore giovanile, uno sguardo al punto della situazione

da: Ufficio Stampa Pallacanestro Vigarano

L’attività di Basket Academy procede spedita e a pieno ritmo.
UNDER 13 – Girone B (Bilancio 4v-1p)
Posizione: 1° con 8pt (con Cavezzo e F. Francia)
Last Game: @ Carpi 47-79 (W)
Next Game: vs. F. Francia 12/12
Top Game: vs. F. Rosa 102-25 (+77)
La giovanissima formazione classe 2003/04 è partita subito forte, con l’unico stop sino ad ora a Cavezzo (69-46). Le volpine tengono la testa in coabitazione con Zola Predosa, attesa nel prossimo scontro diretto, mentre Cavezzo (una gara in meno) gioca oggi con Ferrara e può prendersi la testa solitaria del Girone B.
Under 14 – Girone B (Bilancio 5v-0p)
Posizione: 1° con 10pt (con Masi)
Last Game: @ F. Rosa 45-76 (W)
Next Game: vs. Cavezzo 13/12
Big Game: vs. Progresso 87-19 (+68)
Forte delle tante presenze in azzurrina classe 2002, Bk Academy guida con sicurezza il Girone B Under 14, campionato già vinto nella passata stagione. Sin qui il giovane team di Manu Benatti non ha incontrato ostacoli nella corsa al primato, ma l’attenzione resta sempre alta, in attesa dell’aumentare della difficoltà con le fasi successive.
Under 16 Regionale – Girone B (Bilancio 3v-4p)
Posizione: 5° con 6pt
Last Game: @ Russi 50-23 (L)
Next Game: vs. F. Rosa 16/12
Big Game: @ Forlì 37-66 (+29)
Obiettivo crescita nel campionato U16 Regionale, dove sin qui sono rispettate le aspettative con un pizzico di sfortuna per lo stop casalingo con il Peperoncino (50-52) arrivato nelle ultimissime curve del match. La squadra può lavorare con continuità e profitto cercando di fare esperienza e migliorare il proprio gioco insieme.
Under 16 Elite – Girone Unico (Bilancio 7v-1p)
Posizione: 1° con 14pt
Last Game: vs. Cervia 78-33 (W)
Next Game: vs. Magika Cspt 19/12
Big Game: vs. F. Francia 97-52 (+45)
Nell’unico girone di eccellenza FipCrer le cose procedono bene per le granata di Marco Castaldi, che stanno disputando un solido campionato pur con tantissime atlete sotto età (il nucleo del team è 2002). Sin qui l’unico stop è arrivato dopo un match combattuto a Borgotaro (84-82) per mano dell’esperto coach Scanzani che in casa sfrutta appieno il talento di Franceschini e Bozzi. Il girone è assai competitivo con tante buonissime squadre e non sarà facile difendere le prime posizioni. Sin qui menzione per Alice Prisco spesso determinante in uscita dalla panchina per energia ed impatto, mentre procede spedita la crescita di giovanissimi talentini come Nativi e Natali sul perimetro, mentre la coppia Ferraro-Gilli può alternare giocate vicino a canestro a buoni tiri dalla media. La squadra sta facendo molto bene, compresa la panchina da cui escono spesso punti ed energie supplementari, molto utili per per il prosieguo del campionato.
Under 18 – Girone C (Bilancio 1v-6p)
Posizione: 4° con 2pt
Last Game: @ Magika Cspt 91-39 (L)
Next Game: @ Bsl 20/12
Big Game: vs. Bsl 47-38 (+9)
La squadra cadetta sta provando a trovare una propria identità e un percorso di crescita non semplice all’interno di un girone con squadre più avanti come Magika, prima imbattuta e BSL. Lo staff tecnico ne approfitta allora per dare spazio, quando gli impegni lo consentono, anche ad atlete giovanissime, talvolta quattro anni sotto età, per fare confrontare con un livello fisico più alto. Sin qui qualche infortunio a Rivaroli e Malaguti, aggregate anche con la Serie A e un pizzico di sfortuna (80-82) in casa con BSL White hanno tolto qualche vittoria alla portata. Resta una sola giornata nel mini girone C, in attesa delle fasi successive in Coppa Emilia Romagna.
Progetto Azzurrina
Questo pomeriggio a Cavezzo un nuovo raduno 2001 e 2002
Ore 14.30-16.30 per Bk Academy: Caterina Gilli, Alice Prisco, Giulia Amorati, Silvia Nativi e Giulia Natali
Ore 16.30-18.30 per Bk Academy: Maria Elena Gozzi
Domenica 13 Dicembre si replica a Castel San Pietro Terme, presso PalaFerrari dalle 10.00-12.30
Convocazione Nazionale Under 16
Unica atleta classe 2002 nel raduno di Ozzano Emilia agli ordini di Giovanni Lucchesi, è la chiamata di Caterina Gilli impegnata dal 14 al 16 dicembre con talenti come Madera, Sasso, Ianezic e Vella. Grande soddisfazione e stimolo a fare ancora meglio.
Lavoro con la Serie A
Proseguirà il lavoro iniziato nelle scorse settimane di partecipazione agli allenamenti del martedi e mercoledi della Meccanica NOVA Vigarano da parte di alcune atlete del Settore Giovanile per iniziare a confrontarsi con un livello più alto e prendere contatto con il giovane team di coach Savini in piena collaborazione con Marco Castaldi.

PASSIONI
Artigianato e tessuti che parlano le lingue del mondo, un angolo di bellezza nel centro di Ferrara

Il Natale è un periodo scandito da riti, tradizioni familiari e momenti di gioia, alternati a istanti di panico altrettanto tradizionali, dovuti a cenoni da preparare, districamenti di lucine che alla fine si rompono e vanno sostituite e regali da impacchettare. Proprio questi ultimi sono i più discussi: c’è chi ama riceverli, chi si diverte a farli, chi li critica e chi trascura nonni e suoceri in favore dei bambini. Per chi come me fa parte della seconda categoria questo è il periodo ideale, nonostante il freddo e la nebbia, per curiosare ovunque con la mente proiettata verso la notte in cui quei pacchetti saranno scartati e gli occhi delle persone amate si riempiranno di sorpresa e gioia. Piccolo o grande che sia, il presente natalizio non è un oggetto da acquistare ‘perché si deve’, ma è il simbolo dell’affetto che lega due persone. Può essere un desiderio realizzato, un dono che dimostri quanto conosciamo gli altri o qualcosa che racconti una storia.

Girovagando tra negozi e librerie, mi sono imbattuta in una piccola vetrina in via dei Romei e, spinta dalla curiosità, ho aperto la porta di “Lasciate entrare il sole”. Più che un negozio è un piccolo mondo a parte a due passi dalle vie principali, che si lascia scoprire lentamente, come se si aprisse uno scrigno dei tesori. Le titolari, Eleonora e Chiara, ti invitano a curiosare e a domandare, perché ogni cosa nel negozio è in vendita (sì, anche i mobili) e, cosa più interessante, tutto ha una storia da raccontare.

lasciate entrare il sole-redazionale

Sfidando la crisi per seguire un sogno, Chiara ed Eleonora hanno scelto di credere nelle loro idee e nella loro città e hanno aperto quello che era sempre stato il negozio ideale: un luogo in cui rifugiarsi, dove i clienti possono sentirsi coccolati, dove entrare anche solo per incontrarsi, scambiare qualche chiacchiera mentre ci si guarda intorno, sorseggiando un caffè. Anche perché è impossibile entrare e non restare affascinati: vestiti, accessori e gioielli sembrano richiamare l’attenzione, vogliono essere osservati e toccati. Tutto è stato scelto con cura, viaggiando tra Francia e Italia per ricercare il particolare, l’oggetto che segue le tendenze, ma ne resta distaccato, mostrando la sua unicità. Ci si dimentica per qualche momento del motivo per cui si è entrati, perché il desiderio principale è quello di curiosare e ascoltare la storia di ciò che ha attirato la nostra attenzione. Così Chiara o Eleonora raccontano di una ragazza israeliana che, partendo da un semplice nastrino arricciato, usato per le confezioni regalo, ha realizzato collane e orecchini in oro, o della realizzazione di alcune piccole borse rettangolari, fatte a mano con l’obiettivo della sostenibilità, in legno proveniente da zone a riforestazione controllata, frange in ecopelle e tessuti coloratissimi e riciclati.

lasciate entrare il sole-redazionale

Chi ama i foulard resterà incantato dalle sete “Rumisu”, ideati da due sorelle di Istanbul che reinventano le fiabe e mostrano un’eroica Cappuccetto Rosso a cavallo del terribile lupo oppure una cena di compleanno tra mostri buffi e sorridenti. Ironia, originalità, qualità, dimostrata dalla cura dei disegni e degli orli fatti a mano, uniti alla tradizione: su ogni foulard è applicato un personaggio in tre dimensioni simbolo del tema scelto, realizzato all’uncinetto da alcune donne che utilizzano un particolare punto, parte della cultura di alcune zone della Turchia. La vera bellezza, a volte così eclatante da non poter essere ignorata, può essere nascosta nel significato delle cose, va ricercata oltre ciò che si vede. La si può trovare per esempio nel progetto di Caterina Occhio, imprenditrice che ha realizzato il progetto “Seeme”, brand di gioielli e al contempo causa sociale. Bracciali, collane e anelli in argento battuto a mano, intrecciati con sete e stoffe, sono stati realizzati a mano in Tunisia, da donne violentate, madri ripudiate, abbandonate dalle loro famiglie, che attraverso l’associazione tunisina Amal e il progetto “Seeme”, hanno avuto una seconda chance.
I tessuti sono l’elemento centrale del negozio, su ogni parete le mani possono toccare sete italiane e francesi, maglioni creati da mamme milanesi e jeans 100% made in Italy, come maglioncini “Leon & Harper”, dal gusto parigino, caratterizzati da irriverenti cartellini (“Hello, I love you, can you tell me your name?” vi ricorda qualcosa?)

lasciate entrare il sole-redazionale

Ogni angolo di questa piccola boutique è studiato con cura, gli accessori e gli abiti sembrano luminosi anche nelle giornate più cupe, colorati e divertenti: vi sfido a non sorridere davanti ai gemelli a forma di Carlino o Bull Terrier!
Il negozio di quartiere, creatura in via d’estinzione, va salvaguardato come parte fondamentale di un’identità cittadina, va protetto dai mastodontici outlet o dai sempre più invadenti centri commerciali, in cui si moltiplicano le catene delle grandi marche. Dopotutto, è sempre meglio una piccola libellula artigianale di un maglione uguale a mille.

Natale a Ferrara fra tradizione e innovazione

In città è tutto un fiorire di innovazioni quasi una gara compulsiva col selfie che le registra e le approva e, può anche succedere, le condanna. Ecco allora frasche di vetro costruiscono l’albero natalizio davanti alla Cattedrale che attira, ammirati e insultanti, non solo gli ‘umarel’ attenti analisti delle novità, aggirantesi inquieti tra piazza Trento Trieste e piazza Cattedrale in quanto spodestati dalle loro usuali postazioni da bancarelle incombenti di sciarpe, sciarpette, sciarpone, bensì il fior fiore degli esegeti dei fenomeni cittadini prontamente intercettati e intervistati dai giornali e dalle tv locali. S’alzano imperiose dita ripiegate a immortalare il momento dell’accensione della vetreria di Murano tra tributi di acque e getti musicali; s’alzano applausi convinti o esitanti per dichiarare il trionfo dell’albero innovativo. E come si modula la parlata locale! Ben consapevole, specie tra le jeunes filles en fleur, che è peccato mortale lasciarsi andare alla consueta e morbida ‘essce’ ferrarese; meglio trasformarla in una decisa ‘tz’ come insegna la trionfante modella, che nella pubblicità invita a cambiare ‘vertzo’. Finalmente una parità sociale raggiunta. La ‘tz’ non è più, come un tempo, prerogativa di esclusive scuole private, ma democraticamente si estende e prolifica in tutta la provincia. Così all’attento ascoltatore dei fatti altrui confidati, o meglio urlati, nella protesi mobile del telefonino o altro derivato è tutto un ‘zirlìo’, un trionfo di imitazioni delle zanzare da far impallidire il detentore della fortunata rubrica giornalistica di un quotidiano ferrarese, che aveva trovato nella zzz zanzariera un modo per castigare il pubblico di ‘Frara’ .
Moda che, immagino, sarebbe stata prontamente avversata da una meravigliosa creatura quale la Micòl del Giardino dei Finzi-Contini, che individuava nelle prerogative di una ferraresità fatta di buon gusto e buone maniere la possibilità di contrastare – fin nella sua citazione “l’adoro” riferita al pittore de Pisis, ma ora passata a individuare una marca di profumi francesi – banalità e massificazione.

Ma l’innovescion (prego, con ‘essce’ strascicata alla ferrarese) non si limita alla presenza dell’inquietante albero di Natale che, purtroppo, anche acceso mi ricorda nella mia fantasia, probabilmente distorta, uno scovolino – tanto che gli invidi padovani hanno pensato bene di proiettare immagini luminosamente natalizie sul Palazzo della Ragione. Si estende ed esorbita nella vicenda di Carife. Qui, all’assemblea indetta da Federconsumatori, con l’affannato Trefiletti (nome non è mai apparso simbolicamente più inappropriato) un pubblico di delusi e gabbati azionisti e sottoscrittori Carife si presentava in quella situazione che solo Dante ha saputo esprimere:
“Se tu se’ accorto come suoli,/ non vedi tu ch’e’ digrignan li denti,/ e con le ciglia ne minaccian duoli?” (Inferno, XX, 130-133).
Purtroppo il digrignare dei denti arriva tardi, tardissimo, dopo le orrende vicende che hanno caratterizzato la banca cittadina prima, mentre e dopo il commissariamento. Frutto dell’innovescion, ma anche dell’impreparazione dei sottoscrittori, del loro lungo mormorio che non è mai esploso in “digrignar di denti”; così fallisce la banca e lascia sul terreno scorie pericolose: come l’amianto, come la terra dei fuochi dove andranno sepolti i danni provocati.
Tra questi due poli dell’innovescion ci si appresta a consumare il Natale debitamente condito di salama e caplitt, di panpepato e zampone. Le invitanti bancarelle del Listone sono percorse e accostate a passo di marcia da folle – per fortuna! – di eventuali compratori attirati da profumi e sapori. L’indimenticabile odore delle mandorle caramellate prerogativa della memoria più antica, quando lo si andava a comprare da “German” in via Saraceno. O il lussuoso acquisto del caviale del Po nel negozio a un passo dalla Sinagoga di via Mazzini. Sì! Proprio da “Penna”.
Altro che innovescion! Bisogna invece ricordare la Storia delle piccole cose, che hanno rimbalzato poi nelle pagine di Bassani e nei quadri di de Chirico o nelle prose di Savinio.
E i giocattoli di De Marco e la carta e i biglietti di Finzi o della Sociale e i libri di favole comprati da Taddei o dalle Paoline. Poi, più grandi, i dischi 78 o 45 giri nel negozio all’angolo dei 4esse.
L’innovazione è valida solo se la si aggancia alla memoria, non alla sua cancellazione.
Tristi e turbative vicende affannano i ferraresi.
La Carife, la sorte del patrimonio artistico dalla banca posseduto, le stridenti esternazioni di un vescovo che sembra non essere in sintonia col suo gregge, la cancellazione di risparmi sudati e improvvidamente affidati a chi, forse, non ne aveva capacità, la tardiva confessione dei politici che ammettono ora che ‘forse’ non si è tutelato a sufficienza l’investitore. Ma il Natale sta arrivando e miserabili appaiono le polemiche su presepi negati o portati, sulle vicende del sindaco di Pietrasanta, amatissimo paese dove ho trascorso anni felici d’estate.
Se il Natale sempre più assomiglia alla fiera del regalo si cerchi almeno d’individuarne le cause e non solamente parlare d’innovescion.
Così, quando l’Epifania che tutte le feste porta via arriverà, cerchiamo di limitare l’innovazione e non creare più i presupposti di una grande offesa come quella delle tele che risplendono nella loro bellezza (parola non innovativa, ma eterna) costrette a sloggiare dalla loro casa per ‘incendiare’ il Castello del Wor Bas: “sempre avanti”!

LA CITTÀ’ DELLA CONOSCENZA
Non rinchiudiamoci nella gabbia delle tradizioni

Si può ritenere la propria cultura superiore per un’ampia gamma di ragioni, che possono muovere dal semplice fatto che si tratta della ‘propria’ cultura, fino a ragioni di censo e di religione. La tentazione o l’occasione di prevaricare culturalmente può verificarsi più facilmente quando si sbandiera la propria cultura come tradizione. La tradizione è sempre un trasloco che si fa dal passato al presente. Un arredo che viene dal passato, e questo non si deve mai dimenticare, perché non sempre tutti i presente rivelano un’identica disponibilità all’accoglienza. È difficile tenerne conto? Non credo per chi si considera laico, per chi considera la laicità come separazione delle sfere, quella pubblica e quella privata. La laicità è una scoperta della ragione, la propria e quella degli altri. Il sonno della ragione è anche il sonno della laicità, per questo genera mostri.
Non è dunque inalberando le insegne della propria cultura che si possono risolvere i conflitti della convivenza sociale. Ancora più errato se questo accade nelle scuole, che dovrebbero essere il luogo in cui le giovani generazioni apprendono a conoscere la natura delle culture e a saperne trattare le consistenze. Ogni interferenza esterna dovrebbe essere bandita da uno Stato garante che questo mai accada. Inoltre, nel nostro Stato democratico abbiamo delegato l’istruzione ai professionisti che lavorano nelle scuole, riconoscendogli, ai sensi dell’articolo 117 della nostra Costituzione, assoluta autonomia, oltre alla libertà di insegnamento dell’articolo 33.
Ecco perché le polemiche intorno al Natale, ormai a scadenza annuale, a Rozzano come in altre scuole, sia per i pro come per i contro rivelano un’angustia di riflessioni e di pensiero, che non può che destare preoccupazione per le sorti dei nostri piccoli e del loro futuro.
In tanto perché di fronte alla scuola dei piccoli prende il sopravvento il pensiero dei grandi, gli adulti con le loro volontà, i loro desiderata, i loro archetipi, le loro tradizioni, quelle che vogliono conservare a dispetto della realtà del presente e dei loro figli.
Già questo è segno che gli adulti oggi non sono più depositari di un’idea di educazione e che per questo l’educazione è profondamente in crisi. Un’educazione che si rifà al passato per rispondere al presente. Quando al nuovo, che si fa avanti con la sua sfida di invenzione e di intelligenza, si risponde con la chiusura degli occhi e della mente, riproponendo il passato tale e quale è sempre stato, è evidente a tutti che non si risponde, ma ci si difende, perché la risposta evidentemente non la possediamo ancora. Ed è qui che l’educazione fallisce, perché non ha la risposta per il nuovo, perché non è in grado di rigenerarsi, di rinnovarsi, di fornire attrezzi nuovi al cammino dell’istruzione e della cultura.
Un’educazione che ignora chi ha innanzi, a chi è rivolta, a chi deve servire, non è educazione, è forse imbonimento, è forse catechismo, non certo istruzione e neppure formazione. Le nostre classi oggi sono assemblee plurali e pluralistiche, culture ancora in fieri, non definite, per la giovane età dei loro portatori, per la non chiara identità degli ambienti di provenienza, culture di famiglie giovani, che non sono più la famiglia tradizionale di soli pochi decenni fa, culture di prima, di seconda immigrazione, e via dicendo. Culture in movimento, in formazione, dunque, difficili a volte da definire nei contorni e nei contenuti. Un presente dinamico, cosmopolita, multilingue, plurale nella sua varietà, al quale la scuola e l’educazione non possono rispondere con gli attrezzi di ieri, quelli di sempre, quelli che dovrebbero avere il marchio di qualità della tradizione, che la loro qualità ed efficacia l’hanno già esaurita tutta al passato, pertanto è del tutto inefficiente per il presente. E così vale, mi dispiace per i cultori destri e sinistri del fascino della tradizione che non fa male, per i presepi, gli alberi di Natale, le feste di Santa Lucia ecc, che ormai nulla hanno da difendere se non la loro paganizzazione consumistica.
Ciò che non si deve spegnere, ciò a cui non dobbiamo rinunciare è il cervello. E il cervello ci dice che tutti gli sforzi che oggi compiono le scuole per trovare risposte a un presente che non è quello di ieri, invece di essere contrastati riproponendo il passato, vanno sostenuti, aiutati, migliorati in un impegno comune, a partire dagli adulti, a interrogare la nostra educazione e renderla sempre migliore, per garantire per noi e per i nostri figli le risposte più adeguate alle sfide del presente.
La ricchezza di essere tanti e diversi è quella che ha consentito alla nostra cultura, alla cultura dell’occidente, il passaggio da società chiusa a società aperta.
È cambiata la percezione che abbiamo di noi, del nostro universo e del posto che occupiamo nel mondo. È con questa percezione aperta che vogliamo crescere i nostri figli, le nuove generazioni, con l’affermazione del valore non delle tradizioni, ma della persona e della sua intelligenza, che non può essere sacrificata a nessuna setta o religione, a nessun credo né teologico né scientifico, perché tutto è soggetto a falsificazione, perché siamo viandanti di un viaggio verso l’interrogativo permanente, che non ha stazioni sicure presso cui sostare: è il viaggio di una umanità che ha messo le sue radici nella pianta della razionalità, che ha reso libere le facoltà critiche di ogni persona.
Di tutto questo e solo di questo le nostre scuole devono essere le custodi gelose, non certo di tradizioni che il tempo non potrà che rendere morte.

Giovedì 10 dicembre al Circolo Arci Zone K il quartetto “Trinacria Express” in concerto

da: Circolo Arci Zone K

Giovedì 10 Dicembre 2015 il Circolo Arci Zone K di Malborghetto ospiterà il quartetto etno/jazz/fusion siciliano Trinacria Express. Matteo Balcone (basso), Gianfilippo Invincibile (batteria), Carlo Spanò (chitarra), Valerio Rizzo (piano), sono gli elementi di questo “treno sonoro”, nato nel 2013 tra le mura del “G. Frescobaldi” di Ferrara. Il loro intento è quello di riportare alla luce le tradizione popolari della terra d’origine, la Sicilia, rivisitandole in chiave moderna attraverso la loro musica. L’inarrivabile corsa di un fantomatico vagone che può solcare le acque fino a superare le colonne d’Ercole evoca immagini di mitologie antiche utilizzate come fonte d’ispirazione per la loro musica. I canti popolari, come quelli di lavoro degli avi, passano da avvolgenti fusioni laviche con il jazz e il rock.
Cialomi è il titolo del loro primo album autoprodotto, registrato nel giugno di quest’anno da Eugenio Bonetti, a Bologna che vanta la preziosa collaborazione di nomi di spicco del panorama jazz italiano quali Teo Ciavarella, Roberto Manuzzi, Carmen Spatafora, Flavio Piscopo e Alfio Antico.
Le premesse per un’altra interessantissima serata per gli amanti del genere, non mancano. Il Circolo Arci Zone K aprirà con il solito aperitivo alle ore 18.30. Il concerto avrà inizio intorno alle 22. L’ingresso sarà Up To You e riservato ai Soci Arci. Info line e prenotazioni (consigliate data la limitata disponibilità di posti) al 346.0876998.

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Ritornano

C’erano una volta i Libagions, la band fondata a Ferrara nel 1988 che tanto piaceva a Pino Daniele. E c’era – in quello stesso anno – la grande mostra su Giorgio De Chirico a Palazzo dei Diamanti. Un po’ di tempo è passato e adesso ritornano: i Libagions stasera con Andrea Poltronieri con “Taci Nives!” sul palco del Teatro Nuovo, in piazza Trento Trieste a Ferrara, e De Chirico in mostra, fino al 28 febbraio in quelle stesse sale in corso Ercole d’Este.

OGGI – IMMAGINARIO EVENTI

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I Libagions nel cortile di Palazzo dei Diamanti, a Ferrara, alla fine degli anni ’80 accanto a statua di Giorgio De Chirico

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

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Anno Santo

Si apre il Giubileo straordinario. Papa Francesco e la speranza di pace.

Pope Francis
Papa Francesco

Vogliamo un mondo di pace, vogliamo essere uomini e donne di pace, vogliamo che in questa nostra società, dilaniata da divisioni e da conflitti, scoppi la pace; mai più la guerra! Mai più la guerra! La pace è un dono troppo prezioso, che deve essere promosso e tutelato (Papa Francesco, Angelus, 1 settembre 2013).

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

#JeSuisJeanPaul

Oggi è l’8 dicembre e l’8 dicembre, si sa, è una nota festa della Madonna.
Ma l’8 dicembre è anche l’anniversario della morte di quel tipo che una volta proclamò, lui e i suoi amichetti, “più famosi di Gesù Cristo”.
E quest’anno sono 35 anni tondi tondi.
Questo però è anche un anno in cui sentiamo soffiare una certa puzza di marcio, soprattutto in questi giorni.
E’ una #vignetta già vista, con ‘sto vento puzzone che da domenica, dalle Alpi, ha appestato notevolmente l’aria.
Allora prendo in mano Le Pen, mi metto a scrivere e colgo la palla al balzo per parlare di un ragazzo che si chiamava Jean Paul.
E Jean Paul, in fatto di puzza e Tramonto dell’Occidente (cit.) aveva le idee ben chiare.
Anche se non era francese.
Quindi, visto che non ho voglia di #vignette #triteeritrite farò ciao ciao con la manina a Bono Vox, a John Lennon e al pianista che suona ancora Imagine là davanti al Bataclan.
Questa colata di melassa non ci aiuta per niente a rimanere lucidi in momenti come questi.
Sono amarissimi e allora oggi via con una storia amarissima.
Jean Paul era un ragazzo un po’ agitato in fissa con i Queen e con Bowie cresciuto in una situazione familiare non proprio rosea.
Quando Jean Paul ha 11 anni suo fratello muore di overdose e qualche anno più tardi, quasi per caso, sua sorella gli dice che il suo vero padre era un marinaio svedese che non si sa che fine abbia fatto.
In più sua madre gli scanchera dietro tutto il tempo.
Una situazione parecchio simile a quella del piccolo Lennon.
In tutto questo Jean Paul non suona una cippa ma si mette a leggere roba come Nietzsche, Spengler, Hitler e Charlie Manson.
Roba che alla lunga non gli farà troppo bene.
E infatti nel 1976 lui e il suo migliore amico vengono cacciati da scuola perchè fanno un sacco di casino e si fanno un sacco di acidi.
Ma mantengono comunque una loro lucidità.
Capiscono benissimo l’aria che tira e decidono di mettere su una band anche se non sanno praticamente suonare.
Così, nel 1977 fanno uscire il primo singolo punk della West Coast a nome Germs.
Anche se li registrano in garage con mezzi davvero poveri, quei due pezzi ancora oggi suonano belli freschi e in un modo tutto loro, ancora avanti anni luce.
Da lì, attorno ai Germs inizia a crearsi un culto che diffonderà il punk rock in tutta la California (e non solo) a colpi di concerti a metà fra i vecchi Stooges e quella roba che alcuni chiamano teatro o performance.
Jean Paul inizia a farsi chiamare Darby Crash, inizia a farsi un sacco di eroina, i concerti si incasinano sempre di più e dopo un po’, i Germs si fanno una reputazione pessima.
Darby perde sempre di più la brocca e fra le pere e tutto il resto ci finisce ancora più sotto con il trip del martirio.
Nel 1979 però i Germs riescono comunque a fare un album, prodotto addirittura da Joan Jett.
Nello stesso anno Penelope Spheeries gira un film che diventerà un classicone, The Decline of Western Civilization.
Il film contiene parecchi spezzoni di live dei Germs ma per filmarli Penelope Spheeries è costretta ad affittare lei stessa i locali perchè a parte il pubblico nessuno vuole i Germs.
Dopo poco Darby se ne va in Inghilterra per un un po’ e quando torna scopre che i Germs sono frantumati.
Riprova a buttare su una band a cui appioppa il suo nome ma non va molto bene.
Allora inizia a fare i buchi nella schiena ai suoi ex compagni e alla fine riesce a convincerli a riformare i Germs per un’ultima data, il 3 dicembre 1980.
A detta di chi c’era pare sia stato il loro miglior concerto di sempre.
Per chi lo volesse ascoltare è tutto su YouTube.
Darby però non lo dice nemmeno ai suoi compagni di band ma la sua vera intenzione era una sola: prendere i soldi del concerto, prendere un sacco di eroina e morire sparandosela insieme a una sua amica dopo uno strano patto.
Non so se volesse davvero montare un gran casino come si dice.
In tutta questa tristezza l’ulteriore tristezza è che Darby ottiene sì il suo martirio (la sua amica però sopravvive) e, beffa sulla beffa, tutto ciò accade il 7 dicembre 1980.
Risultato: Darby non se lo caga praticamente nessuno perchè come sappiamo tutti l’8 dicembre sparano a quello più famoso di Gesù Cristo.
Tutta ‘sta roba a 22 anni.
Potremmo bollare Jean Paul come uno sfigatone fatto e finito e dio solo sa quanto era fatto e forse anche quanto, solo a 22 anni, finito.
Però resterò sempre stupito per quanto ‘sto tipo fosse acuto con la penna e col microfono ma al tempo stesso ottuso con tutto il resto il resto.
Quindi ciao ciao idiota.
E grazie per quella tua paradossale lucidità.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano attorno ad esso.

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