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Giorno: 26 Dicembre 2015

Domani Cristina D’Avena a Ferrara Fiere per una domenica da favola con Winter Wonderland

da: ufficio stampa Ferrara Fiere Congressi

Non ha bisogno di presentazioni, Cristina D’Avena. E domani (domenica 27 dicembre, ndr), sarà proprio lei l’ospite d’onore di Winter Wonderland – Natale in Giostra, l’evento organizzato da Catterplanet e F.lli Bisi (partner Ferrara Fiere), che proseguirà per tutta la durata delle vacanze natalizie, fino a mercoledì 6 gennaio, per poi riprendere nei weekend del 9-10 e del 16-17 gennaio.
La celebre e amatissima interprete di sigle di cartoni animati – dai Puffi a Doraemon, solo per citarne un paio – si esibirà alle 17.30, insieme al musicomico Andrea Poltronieri, nell’ambito di “Winter in Fiaba” e di “Winter Food”, e sarà preceduta e seguita da animatori che intratterranno i bambini sui temi di fiabe famose.
Icone a parte, la manifestazione dei record – è l’evento fieristico italiano più lungo e il parco divertimenti indoor più esteso (ventimila metri quadrati di superficie allestita) –, offrirà per tutta la giornata (cioè dalle 10 alle 21) ben trenta tra giostre e attrazioni: l’Autoscontro e il Brucomela, il Tagadà e il Castello incantato, le Waterball per camminare sull’acqua, il Free Fall per lanciarsi sui cuscini d’aria da un’altezza di sei metri, il labirinto di cristallo di Game City, il Saltamontes e il cinema 5D.
Non-stop anche la baby dance, il face painting, i laboratori (tre sessioni: 10.30, 15.30 e 18.30) e l’emozionante spettacolo di “Winter Circus”, il circo senza animali (11.00, 16.30 e 18.30), intercalati alle 17.00 dal “Ballo di Winterello” (la mascotte di Winter Wonderland) e alle 17.30 dallo spettacolo di burattini, mentre i bambini e gli adulti più dinamici potranno fare evoluzioni sulla nuovissima pista di pattinaggio sul ghiaccio al coperto.
Non meno all’insegna del divertimento, la giornata di lunedì 28 dicembre (apertura dalle 14.00 alle 21.00): oltre a giostre e show, è in programma la Festa delle Scuole, che consentirà agli alunni di tutti gli istituti di Ferrara e provincia di entrare gratis in Fiera e di usufruire di omaggi e riduzioni.
Nell’area ristorazione i visitatori troveranno un ristorante-pizzeria, una piadineria e una gelateria, oltre a una vasta offerta di dolciumi.
Il biglietto intero costa 4 € e quello ridotto 3. La grande novità di quest’anno è la possibilità di acquistare dal sito winterwonderlanditalia.com il braccialetto giornaliero da 19,90 €, per avere accesso illimitato a tutte le giostre (ma non alla pista di pattinaggio).
Interessanti convenzioni alberghiere, per i turisti che vogliono soggiornare a Ferrara.
Winter Wonderland – Natale in Giostra è patrocinato dalla Regione Emilia-Romagna, dal Comune e dalla Camera di Commercio di Ferrara; main sponsor, McDonald’s e Cassa di Risparmio di Cento.

IL RITRATTO
Maria Taglioni, la prima ballerina romantica, un’altra parte d’Italia in Russia

Maria Taglioni
Maria Taglioni

A stupire lo spettatore, ancora una volta, la leggerezza, quella leggiadria che solo una ballerina abile, lucente e meravigliosa può trasmettere. Sembra volare, “La Silfide” che il Teatro Stanislavsky di Mosca ha offerto al suo affezionato e tenace pubblico, in questa stagione ricca di sorprese. Questa figura femminile della mitologia germanica, un genio del vento e dei boschi che possiede una figura agile e snella, pare veleggiare sulle ali di onde trasparenti e accoglienti che abbracciano il mondo, sulle note quasi sussurrate e gli allegri fischiettii di un piccolissimo alito di vento.
Nella sala si sentiva solo la forza delle musica, la potenza di arpe gioiose e il romanticismo che arriva da lontano. Da quella Maria Taglioni, danzatrice italiana (nata però a Stoccolma), considerata la prima ballerina romantica, che nel 1832 aveva trionfato all’Opéra di Parigi proprio con “La Silfide”, coreografia creata per lei dal padre Filippo. Una coreografia nella quale, sulla base della tecnica ballettistica italiana che associava il rapido gioco delle gambe a movimenti lenti del busto e delle braccia, comparivano insieme le due grandi innovazioni del balletto romantico: il tutù in mussola bianca e la danza sulle punte. D’un tratto. E fu ancora Maria a introdurre l’acconciatura à bandeaux che divenne successivamente quella tipica della danzatrice classica: due bande di capelli lisci ricadenti da ambedue le parti della fronte, raccolti dietro la nuca. Di nuovo lei a essere acclamata per l’azione danzata divenuta parte integrante della trama dell’opera e la levità della ballerina che, con l’ambientazione quasi spettrale e soprannaturale, rende questo balletto un prototipo del cosiddetto ‘atto bianco’, nel quale la protagonista e il corpo di ballo danzano con il tutù, che sarà in seguito creazione coreografica caratteristica del balletto romantico.

Carla Fracci in Silfide
Carla Fracci in Silfide

Maria arrivò con il padre in Russia, al Teatro Imperiale di San Pietroburgo, nel 1837 e in questo paese trascorse cinque stagioni teatrali, fino al 1842. In quel momento storico, la cultura romantica, con la sua propensione a indagare l’animo umano e la sua attenzione alla magia e al soprannaturale, si traduceva nella danza in un processo di spiritualizzazione del corpo delle danzatrici, considerate come coloro che potevano oltrepassare la soglia tra il mondo terreno e quello soprannaturale. I temi preferiti dai coreografi erano spesso gli stessi: l’amore impossibile, l’ambientazione esotica e soprannaturale, la donna simbolo di immaterialità, la presenza di spiritelli, fate, silfidi, villi, farfalle ed elfi, a sottolineare l’atmosfera di sogno che si imponeva sulla realtà. Per rendere sulla scena la magia delle atmosfere, cambiò il modo di danzare, per cui le ballerine iniziarono a usare le scarpette da punta e la tecnica dell’elevazione per sottolineare il distacco dal mondo terreno e rendere lo stile aereo, leggero e spirituale.

Silfide TaglioniE Maria Taglioni, che divenne l’emblema della ballerina romantica, rappresentò bene tutto questo, in particolare con “La Silfide” paterna: storia di un amore impossibile tra un uomo e uno spirito. Questo balletto sarebbe diventato il prototipo di tanti altri balletti romantici a temi fantastici, fiabeschi ed esotici e Maria l’impalpabile personificazione dell’aria. A “La silfide”, seguirono una serie di balletti coreografati ancora Filippo Taglioni, tutti simili per temi, contenuto e leggerezza di stile. Il successo riscosso in Russia fu enorme, l’ammirazione si trasformò in idolatria e scoppiò la cosiddetta ‘taglionimania’. Il pubblico faceva ressa all’uscita del teatro per vedere Maria; dolci, cappelli o tipi di acconciature presero il suo nome; nacquero valzer o commedie in suo onore; il suo nome era sempre sulle pagine dei giornali. Maria Taglioni fu, per lungo tempo, l’elemento di stimolo del mondo culturale della capitale russa.

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“La Silfide” è un balletto, in due atti, ispirato al racconto di Charles Nodier “Trilby, ou le Lutin d’Argail” (1822), ambientato nelle Highland scozzesi e narra del giovane James che, alla vigilia delle sue nozze con Effie, riceve la visita di una silfide innamorata di lui, da cui viene attratto sino al punto di abbandonare la fidanzata per seguire lo spirito della fanciulla fatata nei boschi. Qui incontra la strega Madge che gli dona una sciarpa magica con la quale dovrà avvolgere le spalle dell’amata per non farla fuggire più. Quando James insegue la silfide nella foresta e la circonda con la sciarpa, ella perde le ali e muore, circondata dalle compagne. Intanto, in lontananza, scorre davanti agli occhi di James, disperato per la morte dell’amata, il corteo delle nozze di Effie, da lui rifiutata, con un altro giovane, Gurn.

Lo spettacolo è davvero magico, commovente, toccante e coinvolgente. Con momenti allegri e costumi colorati, soprattutto nelle feste e nei riti scozzesi. L’ambiente dello Stanislavsky è il corollario ideale di uno spettacolo fatto di grandi professionisti, come il coreografo Pierre Lacotte (stage, set e costumi), gli assistenti alla coreografia Ghislaine Thesmar, Anne Salmon e Yukari Salmon e i meravigliosi ballerini Erika Mikirticheva (silfide), Dmitry Sobolevsky (James) e Aleksandra Dorofeeva (Effie). Da vedere, in qualunque teatro sia.

 

Silfide, Teatro Stanislavsky, Mosca, 7 Dicembre 2015
Silfide, Teatro Stanislavsky, Mosca, 7 Dicembre 2015
Silfide, Teatro Stanislavsky, Mosca, 7 Dicembre 2015

 

Più di due ore io dedicavo a ciò che chiamerò degli aplombs o adagio: reggendomi su un piede, prendevo delle pose che dovevo poi sviluppare con molta lentezza. Quando la posa era particolarmente difficile, cercavo di mantenerla contando fino a cento prima di cambiarla…. Queste pose vanno eseguite in punta di piedi, sollevando cioè il tallone in modo che non tocchi terra. Bisogna poi far ruotare il busto con molta grazia, con aplomb e sicurezza. Avevo raggiunto una grande perfezione in questo tipo di esercizi…..Ricorrevo a tali pose quando avevo bisogno di un po’ di riposo, mentre per gli altri ballerini esse rappresentano generalmente una fatica… Impiegavo altre due ore a saltare…..Prima di farlo effettivamente bisogna rendere elastico il collo del piede e i tendini…..Mi piegavo lentamente e il più profondamente possibile, in modo da toccare terra con le mani, senza curvare il dorso, solamente piegando le ginocchia e tenendomi molto dritta; mi rialzavo poi lentamente senza scosse e senza sforzo fin sulla punta dei piedi…..Poi cominciavano i veri e propri salti. Lo slancio deve partire unicamente dal tallone, senza alcun movimento del corpo. Le ginocchia devono appena piegarsi… In tutte le pose mi tenevo dritta senz’essere rigida, non mi si sentiva ricadere perché era sempre la punta del piede che arrivava prima e il mio tallone posava a terra lentamente” (da Mes souvenirs, testo di autore incerto, ma da molti ritenuto un’autobiografia di Maria, conservato a Parigi, alla Bibliothèque Nationale de France).

 

Fotografie Silfide Teatro Stanislavsky Mosca, Simonetta Sandri

Scarti di felicità

Regali scartati, mandaranci sbucciati, avanzi di brodo, briciole di Pandoro… profumi, colori e sensazioni di felicità, di un Natale che è appena passato e di un altro che verrà.

Santo Stefano

Riposo.

babbo-natale_2Tra corse, regali, abbuffate di biscotti e panettoni è giunta l’ora del meritato riposo! Buon Santo Stefano a tutti! (Babbo Natale)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

 

Il Protomartire

E alla fine chi, l’avrebbe mai detto?
È Santo Stefano pure quest’anno.

Brano: “St.  Stephen” dei Grateful Dead Album: “Live/Dead” del 1969
Brano: “St. Stephen” dei Grateful Dead
Album: “Live/Dead” del 1969

Sapevo solo le cose base su Santo Stefano, quelle che sappiamo un po’ tutti.
Ma quest’anno ho deciso di approfondire la mia conoscenza di colui che fu il primo martire.
Non sapevo, ad esempio, che ci si riferisce a lui come AL PROTOMARTIRE.
Un termine che mi piace moltissimo.
Lo ammetto, mi piace moltissimo perché mi ricorda protopunk.
Perché sono uno stupidone.
Però sono anche uno stupidone abbastanza incazzato.
E sono incazzato perché scopro che di nuovo tutto fila e tutto torna.
Indovinate chi c’era là, presente, davanti al povero protomartire mentre lo lapidavano?
Ebbene sì, proprio lui, l’origine di tutto: Paolo di Tarso, diomà.
Ovviamente prima della sua “conversione”.
Allora, proprio lì, letta questa cosa ho smesso di documentarmi perché non mi volevo fare il sangue nero.
Non vorrei inventare un nuovo tipo di Grinch, il Grinch che ruba Santo Stefano.
Allora via con un pezzo ad hoc che oggi è meglio se la chiudiamo qua.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano attorno ad esso.