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Giorno: 27 Dicembre 2015

INSOLITE VISIONI
Lo sguardo della cinepresa dentro il carcere

“A Fábrica”, cortometraggio del regista brasiliano Alysson Muritiba, ha ricevuto numerosi premi in festival importanti quali: Recife Cine PE Festival do Audiovisual, Festival de Sundance e Toronto International Film Festival.
Ambientato in un carcere brasiliano, rivela la volontà del regista di raccontare le problematiche sociali e politiche del suo paese. La trama del film è apparentemente semplice: una madre, grazie a un sotterfugio, consegna un telefono al figlio carcerato, per permettergli di parlare con la figlia, in occasione del suo compleanno. Quello che il film mette a fuoco è lo stato di degrado, povertà e disperazione in cui si muovono i personaggi, all’interno di un fatiscente carcere, preso a simbolo di una situazione reale.

locandina A fàbrica
La locandina di A fàbrica

Nonostante abbia interrotto gli studi, il regista grazie al fermento culturale di Bahia, la città in cui è vissuto, ha potuto sviluppare la sua cultura e avvicinarsi al mondo del cinema. L’idea di “A Fábrica” è nata durante i cinque anni in cui ha lavorato all’interno di un carcere, raccogliendo le confidenze dei detenuti.
Il film è il primo di una trilogia che continuerà a prendere spunto da questa sua importante esperienza, descrivendo altre situazioni e personaggi. “A Fàbrica” è stato interamente girato nel carcere di Ahú, una prigione abbandonata situata nello stato di Curitiba.
In quest’opera il regista riesce a trasmettere forti emozioni basandosi unicamente sugli uomini e i loro desideri, confinati, in questo caso, in un contesto sociale estremo. Muritiba gioca sui tempi e sui ritmi, non rivela nulla prima del dovuto, riuscendo a dare una spiegazione ai movimenti strani della madre e del figlio, gesti che non portano a fatti cruenti, come una rivolta o un tentativo di evasione, ma a una semplice telefonata alla propria figlia, nel giorno del suo compleanno.

fotogramma A fabrica
Un fotogramma di A fabrica

L’autore sa che non può cambiare il mondo, cerca di spiegare la sua visione delle cose per farci conoscere un mondo coperto da omertà e silenzi. Pur essendo una storia sviluppata in un contesto drammatico, la colonna sonora non utilizza musiche o suoni violenti, preferendo affidarsi a quelli reali della presa diretta. La camera segue i protagonisti, senza mostrare più di tanto gli ambienti in cui si muovono, provocando quasi un senso di claustrofobia, ampliando le inquadrature nel finale, come per esprimere un senso di liberazione.

“A fàbrica” di Alysson Muritiba , 2011, Brasile, durata 15’, con Andrew Knoll, Eloina Duvoisin Ferreira, Louise Forghieri

Clicca [qui] per vedere il cortometraggio “A fàbrica”

Epernay e il suo tesoro di bollicine

Immergersi nella scintillante Parigi per un indimenticabile soggiorno visitando il Louvre o la Tour Eiffel, passando per Montmartre, è oggi agevole e piacevolmente sostenibile per il portafoglio grazie ai voli low-cost, ma l’uscire dalla città per una gradevole e altrettanto indimenticabile esperienza gustativa di una giornata non sarà superfluo e non potrà mancare fra le storie che si racconteranno al ritorno ad amici e colleghi.
A duecento chilometri circa, due ore di auto, a est di Parigi oppure due da Metz, provenendo da ovest, si trova Reims e leggermente al di sotto il villaggio di Epernay, famoso in tutto il mondo per ospitare uno spettacolo unico: tutte (o quasi tutte) le maisons produttrici di champagne hanno in questo villaggio la loro sede di rappresentanza con annesse le cantine sotterranee.
Ad Epernay ci si approccia attraverso una sconfinata pianura poi, improvvisamente, iniziano le colline, dolci, ricche di tornanti, e prima della caduta delle foglie, migliaia di piante di vigneto basso si distendono senza soluzione di continuità, ordinatissime: la fonte di questa ricchezza,.
Grappoli di acini piccoli come perle, dimenticati nella recente vendemmia manuale, ancora si trovano sulla pianta, la cui potatura inizierà a novembre. Raccoglieteli, sono ancora gonfi e dolcissimi.

avenue de champagne
Avenue de Champagne

La “Route Touristique de Champagne”, che si svolge fra le vigne, è tortuosa, ma spettacolare. Termina, oppure inizia, a Epernay: sul tratto centrale, “l’Avenue de Champagne”, allineate a destra e a sinistra ecco le sedi storiche, una dopo l’altra in una rappresentazione a quinta favolistica ,immaginata chissà quante volte attraverso le preziose bollicine. Pare siano oltre cento i marchi, le cui sedi sono in larga parte ville aristocratiche edificate da metà Settecento al primo Novecento.
I vitigni di Pinot nero, di Chardonnay, di Pinot meunier sul fiume Marna e la foresta della montagna di Reims esaltano, per gli appassionati, il prezioso nettare dal pèrlage raffinato inventato dall’abate Dom Pérignon diversi secoli or sono. Prenotate una degustazione e una visita a una cantina nei sotterranei se avete tempo. E perché no, acquistatela una bottiglia, così amici e colleghi vi crederanno.
Pare che l’unità di misura della coppa di champagne non sia più di moda, ma in paese si ricorda che Valery Larbaud , poeta francese del primo Novecento scriveva: “Le avventure amorose cominciano nello champagne e finiscono nella camomilla”. Chapeau!

Tono su tono

Sembra si sovrappongano tanto sono fitti, si susseguono paralleli e perpendicolari, si snodano intricati come in un labirinto… i muri in cotto delle strade di Ferrara.

In foto: i muri in cotto perpencicolari, in un incrocio tra via Coperta e via Voltacasotto a Ferrara.

Immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

Marlene, il fascino

Roberto Gervaso
Roberto Gervaso

Il 27 Dicembre 1901, nasceva Marlene Dietrich che con il suo fascino e il suo carisma unico ha impersonato per lungo tempo quegli ideali di stile ed eleganza in voga negli anni ’30: perfezione e fascino assolutamente originali per l’epoca.

 La bellezza si vede, il fascino si sente. (Roberto Gervaso)

 Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

 

Happy Xmas, Happy curo

Non è ancora arrivato l’ultimo dell’anno ma ecco che queste feste hanno già fatto le prime vittime.
12 anziani, 12 come gli apostoli, attaccati alle flebo all’ospedale San Martino di Genova.
Ma perché?

Brano: “Jesus Is A Dying Bedmaker” di Charley Patton Album: “Complete Recordings 1929 - 1934”
Brano: “Jesus Is A Dying Bedmaker” di Charley Patton
Album: “Complete Recordings 1929 – 1934”

Perché hanno mangiato e bevuto come dei veri epicurei.
Ma non penso che volessero onorare quel filosofo che tanto piaceva a Carlone.
Penso si siano solo fatti prendere un po’ troppo la mano col mangiare e il bere.
Mi viene un po’ da vomitare ma non perché ho mangiato troppo.
Mi viene da vomitare perché non capisco ma continuo a capire, sempre di più, chiunque voglia polverizzare l’occidente.
Quindi anche oggi è meglio se la tronco qua che altrimenti vado avanti mezz’ora invocando l’Apocalisse.
Il mio pensiero va di nuovo al mio amico Gesù Cristo e alla sua carriera di falegname stroncata quando ancora era un astro nascente della falegnameria.
E perché?
Per salvare questa massa di incidenti cellulari ambulanti?
Vabbè, torno a giocare a carte che è meglio.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano attorno ad esso.