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Giorno: 9 Aprile 2016

Inaugurazione della nuova sede per i sindacati Fildi e Fapi a Ferrara

da: Federazione Italiana Lavoratori Dipendenti

I Sindacati FILDI E FAPI ( Federazione autonoma piccole imprese) hanno inaugurato oggi 09/04/2016 una sede sindacale presso Corso Isonzo 19 A Ferrara, che sarà un punto di ritrovo e di informazione per i lavoratori, nonché un riferimento per ogni necessità degli iscritti”. Lo rende noto il Presidente Fapi Avv. Gino Sciotto e il segreteraio Nazionale FILDI Antonino Barbagallo e la vice segretaria Nazionale FILDI Anna Maria Trimarchi, che hanno partecipato oggi all’inaugurazione “Stiamo lavorando per rilanciare la nostre sigle in questo territorio – spiegano i sindacalisti – e con l’apertura di una nostra sede in una città così importante, possiamo seguire più da vicino le problematiche dei lavoratori e piccole imprese per mettere in campo tutte le iniziative necessarie a garantire i loro diritti e tutelare la loro stabilità occupazionale”. “A questo proposito – continua Trimarchi –Nella scuola dell’autonomia, della riforma Brunetta e per ultima la legge ddl 107/2015, ci sarà bisogno di Sindacati forti e non compromessi, disposti a battersi contro le ingiustizie in difesa dell’occupazione e della dignità del lavoratore.“Siamo sicuri – conclude la sindacalista – che porteremo avanti con impegno e costanza le nostre rivendicazioni e sapremo rispondere sempre in modo efficace e competente a tutte le altre istanze dei lavoratori”.

Parte una nuova sfida per Comacchio con la candidatura a Capitale italiana della cultura per il 2018

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Dopo la firma del Patto per il lavoro con una progettualità di largo respiro sino al 2020, in grado di offrire risposte al mondo della scuola e delle imprese, ma anche all’esigenza di crescita occupazionale ed economica, oggi è ufficialmente partita un’altra sfida strategica per il territorio. Durante l’incontro odierno con la stampa il Sindaco Marco Fabbri ha lanciato la candidatura di Comacchio a Capitale della Cultura italiana per il 2018. La proposta arriva dopo un atto di grande valenza simbolica, grazie al quale è stata sancita una coesione forte tra le componenti del territorio, in quanto il Patto per il Lavoro contempla, tra le 20 azioni da avviare ed in parte già avviate, il recupero dell’identità storica e la valorizzazione delle tradizioni culturali locali. “Le strategie per il futuro sono già state pianificate – ha commentato l’Assessore alla Cultura Alice Carli – e da tempo si sta lavorando intensamente sul grande progetto del museo archeologico Delta Antico, che racconta l’identità del territorio.” L’intento dell’Amministrazione Comunale è quello di allacciare anche relazioni importanti con la rete museale internazionale, promuovere mostre archeologiche, scambi e prestiti con altri territori. Anche i progetti di recupero delle tradizioni e di mestieri antichi, come quello del salinaro, con un processo di rivitalizzazione della vecchia salina e di riqualificazione del comparto vallivo, si muovono nel solco tracciato dal Patto per il lavoro e dalla candidatura annunciata oggi. “Ci sentiamo responsabilizzati a cogliere nuove sfide – ha dichiarato il Sindaco Marco Fabbri -, partendo dallo stimolo che ci ha offerto il Bando per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2018, emanato il 31 marzo scorso dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. La vera sfida – ha aggiunto il primo Cittadino -, non è arrivare al risultato. Ci troveremo davanti a colossi dai quali non ci facciamo intimorire. Occorre aprire un dialogo, un confronto con tutte le componenti della società.” Il primo passo verso la candidatura di Comacchio a Capitale della Cultura Italiana per il 2018 sarà compiuto giovedì 21 aprile con un momento di riflessione, al quale sono chiamati a partecipare i talenti locali, scrittori, musicisti, fotografi, grafici, giovani della Fab Lab “Spazio Marconi”. Si parte con “Gli stati generali del turismo e della cultura”, come grande operazione di ascolto e di confronto, per sostenere il comitato promotore. Entro il 31 maggio potrà essere formalizzata al Ministero la manifestazione di interesse, mentre entro il 30 giugno, sempre a Roma dovranno pervenire le candidature ufficiali accompagnate da un progetto che le illustra. Per Comacchio sarebbe una meta ambitissima il titolo di Capitale italiana della Cultura, dopo Matera nel 2015, Mantova che lo è quest’anno e Pistoia, che lo sarà per il 2017. Intorno alle scelte programmatiche, che andranno a definire la candidatura è previsto dunque il massimo coinvolgimento della comunità. Dopo la costituzione dei gruppi di lavoro, come ha specificato il Sindaco, “proporremo un metodo di lavoro ed un calendario fitto di incontri. Si aprirà una concertazione – ha aggiunto il Primo Cittadino -, fatta di tavoli tematici con associazioni ed imprese, per creare opportunità all’economia del territorio.” Nel 2015 sono state una trentina le città italiane che hanno concorso al titolo, mentre per quest’anno si sono già attivate Recanati, Piacenza e Spoleto. Tra le linee guida del progetto comacchiese anche la capacità di incrementare l’attrattività turistica del territorio e la realizzazione di opere ed infrastrutture di pubblica utilità, destinate a permanere al servizio della collettività.

Le prossime iniziative dell’Istituto Gramsci di Ferrara

da: Istituto Gramsci Ferrara

LUNEDÌ 11 APRILE ORE 17 SALA DEI COMUNI CASTELLO ESTENSE
ANGELI E DIAVOLI – IL TEATRO NEL CARCERE
“me che libero nacqui al carcer danno”
Il conflitto tra Clorinda e Tancredi nella Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso
Ne parleranno con noi
Horacio CZERTOK regista
Gianni VENTURI Docente Universitario
Coordina Roberto CASSOLI
A cura di Istituto Gramsci

MERCOLEDÌ 20 APRILE ALLE ORE 17.30 presso la libreria IBS-IL LIBRACCIO
La libreria Ibs + Libraccio in collaborazione con Istituto Gramsci e Istituto di Storia Contemporanea organizza la presentazione di due libri di Paolo di Paolo:
Il romanzo “Una storia quasi solo d’amore” (Feltrinelli)
L’antologia di scritti di Piero Gobetti “Avanti nella lotta, amore mio!” (Feltrinelli).
Dialogano con l’autore Gianni Venturi e Fiorenzo Baratelli

VENERDÌ 29 APRILE ORE 17 BIBLIOTECA ARIOSTEA
Ciclo “Le parole della democrazia”
PAZIENZA
Conferenza di Piero Stefani
Introduce Fiorenza Bonazzi
A cura di Istituto Gramsci di Ferrara e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara
Leopardi la definì la più eroica delle virtù appunto perché non ne ha l’apparenza. Kafka giudicò il suo opposto, l’impazienza, come il solo peccato capitale. Prima di loro, la lettera ai Romani la indicò capace di produrre una virtù provata. La pazienza ha tanti meriti (non a caso è qualificata come “santa”), ma è dotata anche di un valore politico? È proprio della democrazia sostenere che, prima di scegliere, occorre ascoltare con pazienza il parere di ciascuno e che, prima di decidere, bisogna mediare. Non è forse regola del gioco che la minoranza debba accettare pazientemente, come se fosse propria, la decisione della maggioranza? Anche la pazienza però ha un limite. Per rendersene conto basta guardare ad alcune defaticanti procedure parlamentari e alle lentezze della burocrazia.
L’incontro è parte del ciclo Le parole della democrazia, a cura di Istituto Gramsci di Ferrara e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

I 103 anni di Maria Nalin festeggiati nella residenza per anziani “Aniceto Nibbio” di Comacchio

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Maria Nalin ha festeggiato oggi presso la Residenza per anziani “Aniceto Nibbio” di Comacchio il 103° compleanno, circondata dall’affetto dei suoi cari e del personale della struttura. Il Sindaco Marco Fabbri e l’Assessore alle Politiche Sociali Sergio Provasi hanno omaggiato la simpatica nonnina con fiori di primavera. Maria è nata il 1° aprile 1913 a Porto Tolle. Ha lavorato per tanti anni come mondina nelle risaie e dopo il matrimonio ha condiviso con il marito l’attività di pesca nella sacca di Goro. Nel 1988 si è trasferita da Goro a Porto Garibaldi con la figlia Ivana Gianella ed il genero Vilmer Bugnoli. Dal 2012 è ospite della Casa residenza anziani “Aniceto Nibbio.” Con il suo sorriso contagioso, Maria ha festeggiato il traguardo dei 103 anni insieme alle figlie, al genero, a nipoti, pro-nipoti e ai dipendenti della C.R.A. Umberto Bulgarelli ha allietato la festa di compleanno con il pianoforte elettronico. A nome dell’Amministrazione Comunale il Sindaco Marco Fabbri ha formulato a nonna Maria l’augurio di buon compleanno e di infiniti giorni sereni, in salute, accompagnati da quel sorriso che non l’abbandona mai.

9 aprile a Ferrara: #sfidaxidiritti

da: ufficio formazione e informazione CdLT-Cgil Ferrara

E’ stata una grande giornata di mobilitazione, l’avvio della campagna per la raccolta firme promossa dalla Cgil a livello nazionale per la “Carta dei diritti universali del lavoro” e per i tre requisiti referendari sui temi del lavoro.

Oltre 300 attivisti della Cgil ferrarese hanno presidiato i 25 banchetti allestiti coi colori dell’Organizzazione di Piazza Verdi, dove in meno di 3 ore sono passate più di 2.500 persone per un totale di oltre 10.000 firme raccolte.
Quattro le firme raccolte: la prima per la proposta di legge per il nuovo Statuto, che estenda diritti a chi non ne ha (lavoratori parasubordinati, veri o finti autonomi, professionisti e atipici, flessibili, precari) e li riscriva per tutti alla luce dei grandi cambiamenti negativi di questi anni. Altre tre firme per i quesiti referendari a supporto della proposta di legge: abrogazione delle norme che limitano la responsabilità solidale negli appalti; abrogazione del lavoro accessorio (voucher); abrogazione delle norme che limitano le sanzioni e il reintegro in caso di licenziamenti illegittimi.
Se è stata una grande giornata di mobilitazione in tutta Italia, per la provincia di Ferrara è stata una partenza a razzo: è evidente l’altissimo livello di adesione e di partecipazione. Già dai primi minuti dall’apertura dei banchetti si è formata qualche coda per poter firmare le 4 proposte. Secondo il Segretario Generale della Camera del Lavoro Raffaele Atti “con questi numeri sarà difficile per tutti far finta di non vedere” .
Un risultato straordinario in questo sabato 9 aprile, nonostante il cielo plumbeo e qualche goccia di pioggia, che vedrà la Cgil di Ferrara, come in tutte le province di Italia, impegnata sino al 7 luglio in una grande operazione di partecipazione democratica per cambiare il Paese, in meglio però.

Coldiretti Ferrara: martedì 12 aprile edizione straordinaria dell’Agrimercato di Grisù dalle 14 alle 17

da: ufficio stampa Coldiretti Ferrara

Agrimercato Ferrara e le aziende di Campagna Amica Coldiretti Ferrara informano che martedì prossimo si terrà un’edizione straordinaria del Mercato di Grisù nella ex caserma dei pompieri di Ferrara in viale Poledrelli. Da mercoledì 13 l’orario del mercato sarà solo al mattino dalle 8.00 alle 14.00.

In vista del cambio di orario che adotterà l’Agrimercato di Grisù a partire da mercoledì 13 aprile, con attività di vendita solo al mattino dalle 8.00 alle 14.00, le aziende partecipanti offrono ai clienti vecchi e nuovi, una edizione straordinaria, il giorno precedente, ovvero martedì 12 aprile, dalle 14 alle 17.

Il cambio di orario si è reso necessario per l’aumentare delle attività da dedicare alle colture agricole nel periodo primaverile ed estivo.

Le aziende di Campagna Amica che giugno scorso propongono i loro prodotti di filiera corta nello spazio della ex sala macchine della caserma dismessa dei vigili del fuoco di Ferrara, con ingresso da Via Ortigara, desiderano ringraziare i cittadini e consumatori che ogni settimana fanno acquisti presso i loro banchi, trovando prodotti freschi e trasformati del nostro territorio, come frutta e verdura di stagione, confetture, miele, conserve, salumi, formaggi, direttamente dall’azienda agricola al punto vendita.

Ai clienti che faranno visita al mercato straordinario di martedì 12 in omaggio una borsina in cotone per gli acquisti, all’insegna del riutilizzo e della riduzione dell’impatto ambientale, in linea con gli acquisti a km zero e lo sviluppo delle filiere agricole tutte italiane e locali.

Cna premia 30 imprese di Sant’Agostino per la lunga fedeltà associativa

da: ufficio stampa Cna Ferrara

Alla presenza degli amministratori locali e dei dirigenti dell’Associazione.

Sono imprese che hanno garantito il benessere della comunità per lunghi anni, quelle che la Cna ha premiato a Sant’Agostino sabato mattina, durante la celebrazione del suo 70°, per una lunga fedeltà associativa, fatta di comune impegno, battaglie e valori condivisi.
“Un territorio è forte se lo sono le sue imprese”, ha sottolinato il direttore provinciale della Cna Diego Benatti, aprendo la cerimonia, alla presenza del presidente provinciale della Cna Alberto Minarelli, del presidente dell’Area Cna dell’Alto Ferrarese Stefano Grechi, del vice sindaco di Sant’Agostino Simone Tassinari e dell’assessore alle Attività produttive Filippo Marvelli.
Per questo, ha ribadito il presidente Minarelli, bisogna più che mai oggi pensare al bene delle imprese, in presenza di una situazione di grande complessità economica, facendo leva su una più forte coesione territoriale attorno a progetti di sviluppo e tesi ad alleggerire gli eccessivi carichi che gravano sulle imprese, ostacolandone la crescita.
Obiettivo condiviso dal vice-sindaco Tassinari, che ha evidenziato come su alcuni progetti dell’Amministrazione sia possibile coniugare strettamente gli interessi delle imprese con quelli più complessivi della comunità, citando, in proposito, lo sviluppo della rete della fibra ottica e la realizzazione della fusione tra i Comuni di Sant’Agostino e Mirabello.
Quindi, si è passati alla consegna dei riconoscimenti agli imprenditori della zona. Questi i premiati. Associati da oltre 40 anni: Agostino Signorato, Falegnameria Marco Pedini, Oft di Tangerini Mario e C., Marchini Franco e Angiolino, Bruno Matteuzzi sas, Autofficina Taddia Ermanno e Romano; oltre 35 anni: Marco Benazzi, Qeem di Querzoli Enos & Eros sas, Gianni Fallavena, Vega srl, Maurizio Maccaferri, Giuliano Franceschini, Annibale Gilli, Maselli Impianti di Maselli Cristiano, S.Agostino di Balboni Valerio, Cencar Service srl; oltre 30 anni: Autocarrozzeria F.lli Ferioli di Ferioli Roberto e C. snc, Alessandro Bonzagni, Flavia Fortini, Bruno Garani; oltre 25 anni: Claudio Accorsi, Erberto Bizzi, Massimiliano Bonora, Leprotti Libero e Maurizio, Maurizio Mantovani, Marco Minotti, Antonio Pesci, Agostini Pola, Mario Terracciano e Manfredo Vergnani.

Le ginnaste ferraresi a Padova

da: ufficio stampa Associazione Ginnastica Estense O. Putinati

Sabato 9 e domenica 10 aprile l’’Otello Putinati vedrà la partecipazione delle sue ginnaste a Padova per il Campionato Interregionale di categoria. Le ragazze estensi che scenderanno sulla pedana veneta sono, per la categoria Allieve, Enny Andreasi, Sara Capra, Alice Fontana e Anais Carmen Bardaro, per la categoria Junior 2^ Fascia,
Annalisa Elmi e Maria Rosa Trincossi e, infine, per la categoria Senior Veronica
Minezzi.
Per quanto riguarda invece la seconda prova del Campionato Regionale UISP di 3ª, 4ª e 5ª categoria e squadre svoltasi a Bibbiano (Re) nel fine settimana del 2 e 3 aprile scorsi, vanno ricordati gli eccellenti risultati ottenuti di seguito indicati:

4^ CATEGORIA ESORDIENTI E ALLIEVE
4 cl. Sara Capra
5 cl. Anais Carmen Bardaro
7 cl. Enny Andreasi
8 cl. Alice Fontana
14 cl. Claudia Cavallina

3^ CATEGORIA ESORDIENTI
– Palla:
7 cl. Elena Bernini
11 cl. Angela Brunello
15 cl. Giada Modonesi
16 cl. Arianna Elmi

CORPO LIBERO
15 cl. Arianna Elmi
19 cl. Angela Brunello
22 cl. Elena Bernini
23 cl. Giada Modonesi

3^ CATEGORIA ALLIEVE
PALLA:
7 cl. Melissa Romeo
11 cl. Maddalena Vitali
12 cl. Carlotta Roma
13 cl. Chiara Maldini

CORPO LIBERO:
23 cl. Carlotta Roma
25 cl. Melissa Romeo
26 cl. Chiara Maldini
27 cl. Maddalena Vitali

Festival Internazionale del Giornalismo: il programma di domenica 10 aprile, ultima giornata del festival

da: Federica Cesarini – press office IJF

Giunge al termine la decima edizione del Festival Internazionale del Giornalismo. La giornata di domenica sarà ricca di eventi che metteranno in gioco tante e diverse tematiche: il rapporto tra giornalismo e politica, unioni civili e stepchild adoption, il giornalismo investigativo, il futuro dell’informazione radiofonica e ancora si parlerà di musica e delle nuove forme di linguaggio online.
Nel dettaglio: La crisi del giornalismo e la crisi della politica sono in qualche modo speculari? I motivi che portano i cittadini ad allontanarsi sempre più dalla politica e a non sentirsi rappresentati sono in qualche modo gli stessi che allontanano i lettori dai media tradizionali? Fiducia, credibilità, autorevolezza, accountability, indipendenza: cosa chiedono i cittadini-lettori e cosa in realtà gli viene offerto? Alle ore 18.00 Sala dei Notari, l’incontro-dibattito con il direttore del TgLa7 Enrico Mentana e Marco Damilano vicedirettore del settimanale L’Espresso, sulla crisi del giornalismo e della politica. Modera Arianna Ciccone co-fondatrice IJF.
Si torna a parlare della Siria attraverso lo sguardo di chi è stato costretto alla fuga per sopravvivere. Alle ore 14.15 nella Sala dei Notari la proiezione del documentario Torn – Strappati di Alessandro Gassman; un film che racconta la vita di chi, strappato dalla propria terra, rimane aggrappato alle proprie radici, consapevole dell’importanza di preservare la propria identità e quella di una nazione intera attraverso l’espressione artistica. Alle ore 15.00 segue l’incontro L’arte e il giornalismo in tempo di guerra, con Alessandro Gassman, Carlotta Sami portavoce UNHCR per il Sud Europa, Alaa Arsheed violinista e Patrick Kingsley The Guardian.
Alle ore 11.00 Hotel Brufani Sala Raffaello, la presentazione del libro Silicon Valley: i signori del silicio. In conversazione con Evgeny Morozov, giornalista, scrittore ed esperto di geopolitica. Modera Fabio Chiusi giornalista freelance.
Come sopravvivere all’hype: le storie di Calcutta e I Cani. Gli artisti Calcutta, cantautore romano che ha esordito con Mainstream e Niccolò Contessa, musicista romano che capitana la band-non band I Cani, ci racconteranno le loro esperienze e come si sopravvive (bene) all’hype con la forza della propria musica. Con Francesco Raiola Fanpage.it e Luca Valtorta La Repubblica (ore 19.30 Sala dei Notari).
Radio, informazione, intrattenimento: liberi e fuori dagli schemi, incontro con Rossella Brescia Tutti pazzi per RDS, Giuseppe Cruciani La Zanzara Radio 24, Platinette W l’Italia RTL 102.5 e Domitilla Savignoni Tg5 (16.30 Sala dei Notari).
Tra i panel discussion da segnalare: Siria, come (non) si racconta una guerra, alle ore 10.30 Palazzo Sorbello, con Eugenio Dacrema Università di Trento, Daniele Raineri Il Foglio, Alessandro Rota fotoreporter freelance e Marta Serafini Corriere della Sera; #SocialRadio: il web, gli smartphone e il futuro dell’informazione radiofonica, con Chiara Beretta Mazzotta Punto & Zeta, Stefano Chiarazzo fondatore Social Radio Lab, Fulvio Giuliani RTL 102.5 e Sara Zambotti Caterpillar Radio 2 (ore 11.30 Sala del Dottorato); Diritti LGBT, unioni civili, matrimonio egualitario, stepchild adoption e GPA (Gestazione Per Altri), con Dario Accolla, blogger e scrittore, Melita Cavallo ex presidente Tribunale Minori Roma, Caterina Coppola Wild Italy, Chiara Lalli bioeticista e Paola Tavella giornalista freelance (ore 14.30 Centro Servizi G. Alessi).
Alle ore 16.00, in Sala Raffaello Hotel Brufani, Lo stato parallelo: inchiesta sull’Eni, con Gianni Dragoni Il Sole 24 Ore, Andrea Greco La Repubblica, Giuseppe Oddo Finanza & Potere e Andrea Purgatori presidente Greenpeace Italia. La prima inchiesta sull’Eni. Tra politica, servizi segreti, scandali finanziari e nuove guerre. Da Mattei a Renzi.
The millenials: inseguendo e costruendo le nuove comunità online, una trasformazione che riguarda formati, linguaggi, logiche di distribuzione e modelli di business. A dibattito sul tema Giovanni Boccia Artieri Università di Urbino, Antonella Di Lazzaro direttore media Twitter Italia, Monica Fabris presidente Episteme, Federico Guerrini giornalista e scrittore e Simone Spetia Effetto giorno Radio 24 (ore 9.30 Hotel Brufani Sala Raffaello).
Il giornalismo investigativo salverà il mondo (e il giornalismo)? Maeve McClenaghan Greenpeace, insieme ad Andrea Purgatori presidente di Greenpeace Italia e giornalista investigativo, spiegherà l’importanza del giornalismo investigativo per l’organizzazione (ore 17.00 Hotel Brufani Sala Raffaello).
Alle ore 21.00 nella Sala dei Notari sarà proiettato il pluripremiato film documentario How to Change the World sulle origini e la storia di Greenpeace. Presentato da Andrea Pinchera, direttore della comunicazione di Greenpeace Italy.
Tra gli workshop in programma: La rinascita della newsletter, alle ore 11.00 Centro Servizi G. Alessi con Lelio Simi co-fondatore DataMediaHub; Costruire un’impresa editoriale: dall’idea al modello di business, con Jacopo Tondelli cofondatore e direttore Gli Stati Generali (ore 10.00 Hotel Sangallo).
Per consultare l’intero programma della giornata e del festival: http://www.festivaldelgiornalismo.com/programme/2016

Gestione boschiva, al via un bando da 5,5 milioni di euro

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Attivato dal Psr, è rivolto a Consorzi forestali ed Enti pubblici. Domande entro il 7 giugno. Gli assessori regionali Gazzolo e Caselli: “Risorse importanti per tutelare i boschi e rilanciare la filiera produttiva del legno. Anche così valorizziamo la nostra montagna”.

Bologna – Proteggere i boschi e le aree forestali dagli incendi, dagli eventi di dissesto idrogeologico e dalla diffusione di malattie che mettono a rischio la sopravvivenza del verde, soprattutto nelle aree montane.
Parte il primo bando regionale a favore del settore forestale attivato dal Programma di sviluppo rurale 2014-2020. A disposizione ci sono 5,5 milioni di euro destinati a Consorzi forestali ed Enti pubblici (Comuni, Unioni di Comuni, Città Metropolitana di Bologna, Province, Enti di gestione per i Parchi e la Biodiversità) per il finanziamento di progetti di importo compreso tra i 50 e i 150 mila euro. Per presentare la domanda c’è tempo fino al 7 giugno (entro le ore 12).
“Si tratta di risorse importanti per tutelare il patrimonio boschivo e rilanciare al tempo stesso la filiera produttiva del legno- affermano Paola Gazzolo e Simona Caselli, assessori regionali alle Politiche ambientali e all’Agricoltura-. Quasi un terzo della superficie dell’Emilia-Romagna, oltre 600 mila ettari, è ricoperto dai boschi: una ricchezza che, anche attraverso azioni mirate come questa, vogliamo continuare a proteggere. Per il bene dell’ambiente, della montagna e delle aziende agricole, che possono trovare nel bosco una fonte integrativa di reddito”.
Le domande, corredate di progetto informatizzato, devono essere presentate alla Regione (Servizio Parchi e Risorse forestali) attraverso il sistema informativo di Agrea. I lavori relativi ai progetti ammessi al finanziamento dovranno iniziare entro il 31 marzo 2017 e concludersi entro il 30 settembre 2018.
“Negli ultimi trent’anni- sottolineano Caselli e Gazzolo- la superficie boschiva in Emilia-Romagna è cresciuta del 20% e oggi siamo una delle regioni in Italia con il più alto tasso di boscosità, concentrata soprattutto nelle aree di montagna e alta collina. A breve sarà sottoposto all’esame dell’Assemblea legislativa il Piano forestale regionale, già approvato dalla Giunta: a disposizione per il settore forestale, da qui al 2020, ci sono 80 milioni di euro di finanziamenti, oltre 60 dei quali attivati dal nuovo Programma di sviluppo rurale”.
Il Piano punta alla valorizzazione complessiva del patrimonio boschivo, particolarmente importante per l’accrescimento della stabilità dei versanti, la regolazione del deflusso idrico e la mitigazione dei cambiamenti climatici. Al contempo è finalizzato a rilanciare la filiera produttiva del bosco, attraverso azioni di supporto e ammodernamento delle aziende agricole esistenti. Ad oggi sono circa 700 quelle che svolgono attività forestale continuativa, mentre le imprese forestali vere e proprie, che operano anche nel settore del verde pubblico e privato e nella difesa idrogeologica, sono 120, con 1.800 addetti.

Lavori ammissibili a finanziamento
Sono tre le tipologie di lavori ammissibili a finanziamento.
La prima è relativa alla riduzione del rischio di incendio boschivo e prevede interventi che vanno dalla rimozione della biomassa secca nei boschi di conifere ai diradamenti e conversioni di cedui in alto fusto, dalla realizzazione e manutenzione di strutture antincendio ad opere di sostegno e regimazione delle acque.
La seconda tipologia è relativa alla riduzione del rischio idrogeologico e comprende lavori di conservazione della funzionalità del reticolo idrografico minore (fossi, canali e rii), opere di regimazione idraulico-forestale (briglie, muretti, terrazzamenti, gradonate…) e lavori di drenaggio di acque superficiali (canalizzazioni, pozzetti…).
Infine sono previsti contributi per progetti di prevenzione dei danni provocati da cambiamenti climatici, fitopatie e deperimento, come diradamenti selvicolturali e la realizzazione di strutture per il monitoraggio dello stato fitosanitario dei boschi.

Il bando è pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Emilia-Romagna (n. 96 dell’8 aprile 2016, parte seconda).

Turismo, martedì a Sestola il punto sull’ “Appennino bianco”

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Convegno con Bonaccini e Corsini sullo sviluppo dei comparti sciistici dell’Emilia-Romagna.

Bologna – Il ruolo e le prospettive di sviluppo delle stazioni sciistiche emiliano-romagnole e del turismo dell’Appennino bianco.
Martedì 12 aprile, Sestola (Mo) ospiterà un convegno, promosso dalla Regione Emilia-Romagna, dedicato al futuro del turismo invernale.
“È necessaria, anche in questo ambito, la collaborazione fra pubblico e privato”, sottolinea l’assessore regionale a Turismo e commercio, Andrea Corsini. “Come pure occorrono interventi che consentano di innovare l’offerta ricettiva e impiantistica per rispondere alle richieste dei turisti e rilanciare un settore importante nell’economia regionale e nazionale. Il tutto in piena coerenza con i principi fondamentali della sostenibilità ambientale e della programmazione regionale”.

Il programma
Il convegno, intitolato “Appennino bianco: quali prospettive di sviluppo?”, si terrà nel pomeriggio nelle sale del cinema Belvedere (dalle 14,30 in corso Umberto I).
Sarà aperto dai saluti del sindaco di Sestola, Marco Bonucchi, del presidente dell’Unione dei Comuni del Frignano, Romano Canovi, e del presidente della Provincia di Modena, Gian Carlo Muzzarelli.
L’intervento dell’assessore regionale al Turismo e commercio, Andrea Corsini, aprirà la riflessione sulle possibilità di sviluppo delle località dell’Appennino bianco.
Gli approfondimenti svolti dalla presidente di Ervet, Elisa Valeriani, e dal direttore di Apt Servizi, Emanuele Burioni, saranno seguiti dagli interventi di operatori, amministratori locali e rappresentanti delle categorie economiche.
L’iniziativa verrà conclusa dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.

L’Università premia la Sostenibilità: cerimonia di consegna dei premi alle 9 migliori tesi più due menzioni speciali sulla Sostenibilità in ambito ambientale, economico e sanitario

da: ufficio comunicazione ed eventi Unife

Lunedì 11 aprile alle ore 10.30 presso il Dipartimento di Economia e Management, (via Voltapaletto, 11) si terrà la cerimonia di conferimento del Premio Università e Sostenibilità, giunto quest’anno alla quarta edizione.

Ideato e promosso dall’Università di Ferrara, il Premio, che si rivolge a tutti i laureati dell’Ateneo estense, è volto a valorizzare le migliori tesi di laurea, di dottorato e di master sul tema della sostenibilità nelle aree energetico-ambientale, economica e socioculturale e sanitaria.

Sarà il Prof. Vincenzo Guidi del Dipartimento di Fisica e scienze della terra, a presentare il Premio che assegna per ciascuna area 1.000,00 Euro al primo classificato e 500,00 Euro al secondo e al terzo.

Novità di quest’anno la categoria Menzioni speciali, che vede premiate due tesi entrambe per l’area energetico-ambientale.

A seguire i vincitori presenteranno i loro lavori e riceveranno gli attestati per le nove migliori tesi. Non solo. Fino al termine della cerimonia sarà possibile visitare l’Esposizione dei poster di tutte le tesi che hanno partecipato al Premio.
Ma conosciamo i nomi dei vincitori:

Area Energetico – Ambientale:
1. Calabrese Gabriele
2. Girasoli Maria Teresa
3. Dolcetti Andrea e Sasso Daniele Felice

Area Economica:
1. Maroso Riccardo e Rosati Federica Natalia
2. Spasari Ilaria
3. Galli Giulia

Area Socioculturale e Sanitaria:
1. Biasutti Lucrezia
2. Gazzieri Niccolo’
3. Corsini Beatrice, Piccinini Sara e Spagnolo Maddalena

Menzioni Speciali, Area Energetico-Ambientale:
1. Bocchi Federico
2. Monti Mattia e Prati Matteo

Oggi inaugurazione della mostra “Rome, Pop Art in Italy”

da: Giuseppe Falivene

La mostra : “Rome, Pop Art in Italy“ sarà inaugurata a Ferrara il 9 Aprile alle ore 18 alla Pi.gallery. La mostra si propone di evidenziare il modo nel quale nasce in Italia ed in particolare a Roma questo movimento non come una copia importata dagli USA ma come una naturale conseguenza del clima che esisteva negli anni Sessanta quando tutto era americano, dalle scarpe ai vestiti, dal cinema alla letteratura. Alcuni Artisti,tra i quali Franco Angeli, Mario Ceroli, Tano Festa,Renato Mambor,Gino Marotta,Gianfranco Notargiacomo,Mario Schifano, vissuti nelle strade e nelle borgate romane e qualche altro come Boetti, Cintoli e Del Pezzo, attirati a Roma dal clima che vi si respirava, traghettarono questo costume e queste idee nel panorama
artistico italiano dandone una personalissima interpretazione. Sul finire degli anni cinquanta arrivarono in Italia Jasper Johns, Rauchenberg, Dine, Lincthenstein, Warhol e le loro opere portarono un linguaggio nuovo che impressionò tutti, spazzando via le ultime retroguardie della tradizione. Gli Artisti della mostra sono solo alcuni dei protagonisti di questa stagione
che danno però una visione significativa di quello che fu la Pop Art in Italia,ed a Roma in particolare. Tra questi mi premeva far risaltare soprattutto Claudio Cintoli del quale nella mostra presentiamo un cospicuo numero di
opere poiché a distanza di quindici anni da quando lo abbiamo presentato per
la prima volta dopo quasi quarant’anni dalla scomparsa sta riscuotendo il
successo di pubblico che meritava; arrivato a Roma dalla amata Recanati, crea subito un sodalizio Artistico e Culturale con questo gruppo e per un certo periodo affianca all’Arte Concettuale opere che si collocano nella Pop Art dando un notevole contributo.
Giuseppe Falivene

La mostra è aperta in Via Frizzi, 30 fino al 10 Giugno tutti i pomeriggi dalle 16 alle 19, il mattino su appuntamento, Giovedì e Domenica chiuso.

e.mail: galleriapalestro@libero.it
tel 335 6936618

La farmacia di via Pomposa trasloca in via Naviglio

da: ufficio stampa AFM s.r.l.

Ferrara, 09 Aprile 2016 – La farmacia comunale di Ferrara n. 6 di via Pomposa 50 ha una nuova sede. Da lunedì 11 aprile traslocherà e aprirà in via Naviglio 11, nei locali dell’ex Circoscrizione n.4 già scuola elementare di Quacchio.

Gli orari di apertura al pubblico restano invariati: mattino 9.00 – 13.00, pomeriggio 15.30 -19.30. Sabato 9.0 – 13.00. Domenica chiuso.

La struttura, completamente rimodernata, offre un ampio parcheggio e soluzioni di confort alla clientela. La collocazione ben individuabile la rende facilmente raggiungibile.

Domani al Circolo Frescobaldi una conferenza di Francesco Benazzi per il centenario di Guido Gozzano

da: Gli Amici della Musica Uncalm

FERRARA – Ricorre quest’anno il centenario della scomparsa del più amato e letto dei poeti crepuscolari italiani: Guido Gozzano. Una ricorrenza che verrà celebrata domenica 10 aprile 2016 alle ore 17 al Circolo Frescobaldi di via Foro Boario 87 dove il prof. Francesco Benazzi terrà una conferenza letteraria dal titolo “Gozzano poeta attuale?”. Al termine sarà offerto il brindisi a tutti i presenti.
Benazzi è stato insegnate di lettere negli istituti superiori, ed è un letterato che scrive sia in lingua che in dialetto ferrarese. Da sempre appassionato studioso di musica classica e opera lirica, da quando è in pensione tiene conferenze letterarie e di cultura musicale e guide all’ascolto presso varie associazioni ferraresi. Autore di tre libri, ha pubblicato articoli e saggi sulle riviste del Gruppo Scrittori Ferraresi.
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“I giorni della lettura” da lunedì 11 aprile all’Alda Costa

da: Istituto Comprensivo Alda Costa – Ferrara

I giorni della lettura prendono il via anche quest’anno lunedì 11 aprile al Comprensivo Alda Costa di Ferrara. Il progetto di Istituto, curato da Paola Chiorboli, prevede come di consueto laboratori ed esperienze di lettura e scrittura creativa ed animata, riferite a molteplici linguaggi per tutte le classi degli oltre millecento allievi che l’Istituto accoglie dalla Scuola d’Infanzia a quella Secondaria. Il tema scelto è “Ambiente, natura e territorio” e sarà Angela Poli, responsabile della Sezione Ragazzi della Biblioteca Ariostea ad aprire la settimana proponendo agli allievi della Primaria Costa il laboratorio “Costruzione di un albero con la corda”. E’ liberamente ispirato al libro di Mauro Evangelista “Saremo alberi”, Artebambini, Bologna 2010, in cui l’autore, geniale illustratore, gioca appunto a “disegnare” alberi srotolando una corda. Spiega così come è nata l’idea: “Un giorno sul mio tavolo di lavoro avevo un pezzo di corda le cui estremità si stavano sfrangiando. Presi un po’ di scotch per aggiustarla ma notai che, sciogliendosi, aveva creato una forma molto simile ad una pelosa infiorescenza. La sua struttura infatti, essendo costituita da un intreccio di spaghi più sottili, una volta aperta somigliava molto a quella delle piante. Iniziai a dipanare lentamente la corda, facendole prendere la forma di una chioma d’albero. Continuando ad aprire i fili, a seconda della loro disposizione realizzai tanti alberi differenti.”

Lunedì 11 aprile un incontro su Cristina Trivulzio di Belgiojoso e Fanny Lewald, viaggiatrici e “femministe”, al Centro Documentazione Donna

da: Centro Documentazione Donna

Presso la Biblioteca del Centro Documentazione Donna in via Terranuova 12/b- Ferrara, lunedì 11 aprile alle ore 17:00, Rita Calabrese e Luciana Tufani parleranno di Cristina Trivulzio di Belgiojoso e Fanny Lewald, viaggiatrici e “femministe”.

Cristina Trivulzio e Fanny Lewald, due intellettuali e donne politiche che, vissute in paesi diversi ma negli stessi anni, hanno avuto in comune molte cose e soprattutto l’impegno politico e la passione per i viaggi che hanno affrontato entrambe con desiderio di capire mentalità e costumi dei paesi in cui si recavano. Fanny Lewald ha scritto molto sull’emancipazione delle donne, avendo fatto parte del movimento femminista borghese tedesco, Cristina Trivulzio, che è stata la mente politica più lungimirante del Risorgimento, non ha avuto invece parte attiva nel movimento femminista italiano e la sua sola opera dedicata in modo specifico alle donne è il saggio “Della presente condizione delle donne e del loro avvenire”, che però rimane uno scritto ancora oggi di attualità.
Rita Calabrese, già docente di letteratura tedesca all’università di Palermo, ha scritto molti saggi sulle scrittrici tedesche ed è stata spesso ospite del Centro Documentazione Donna di Ferrara. Di Fanny Lewald ha tradotto e curato di recente “Album italiano” (ed. La vita felice, 2105). Con le edizioni Tufani ha pubblicato “Della stessa madre dello stesso padre. Tredici sorelle di geni” e “Sconfinare. Percorsi femminili nella letteratura tedesca”.
Luciana Tufani, editrice, ha fatto tradurre dal francese e pubblicato tre dei romanzi ambientati in Turchia di Cristina Trivulzio: “Emina”, “Un principe curdo” e “Le tre mogli di Ismail-bey”. Ha inoltre ristampato in un inserto della rivista Leggere Donna il breve saggio “Della presente condizione delle donne e del loro avvenire”

Cia Ferrara: una campagna per promuovere olii vegetali Made in Italy

da: ufficio stampa e comunicazione Cia Ferrara

“All’olio di palma preferisco i girasoli” è l’iniziativa di Cia – Agricoltori Italiani Ferrara a sostegno delle colture da spremitura come girasole, mais e soia per sostituire l’olio di palma.

FERRARA – “All’olio di palma preferisco i girasoli” è lo slogan della campagna che Cia – Agricoltori Italiani di Ferrara ha messo in campo per sensibilizzare i consumatori nei confronti di un olio dannoso per la salute e l’ambiente. L’iniziativa ha l’obiettivo di spingere da un lato le aziende alimentari a inserire nei prodotti una giusta quantità di olii vegetali italiani – come quelli di girasole, mais e soia – e dall’altro i consumatori a preferire prodotti privi di olio di palma. Secondo l’associazione sarebbe l’intera filiera agroalimentare a guadagnarci: i produttori agricoli vedrebbero aumentare la richiesta di girasole, mais e soia in un periodo di forte crisi dei cereali; le aziende agroalimentari immetterebbero sul mercato prodotti autenticamente Made in Italy e i consumatori potrebbero mangiare alimenti meno ricchi di grassi e più sostenibili per l’ambiente.

«L’olio di palma – spiega Stefano Calderoni, presidente provinciale di Cia Ferrara – è un grasso ottenuto dalle palme da olio in Indonesia e Malesia che viene usato perlopiù nella preparazione di prodotti da forno industriali e creme spalmabili. Ha una resa produttiva altissima, rende cremosi gli alimenti e li conserva, quindi una vera manna per le industrie alimentari. I consumatori – almeno fino all’obbligo del 2015 di indicarlo in etichetta – erano ignari della sua presenza e del fatto che contiene il 49% di grassi saturi, quelli che favoriscono l’insorgenza di malattie cardiovascolari e l’obesità infantile. La nostra associazione ha lanciato questa iniziativa per dire ai cittadini che gli olii di girasole, mais e soia – perfetti sostituiti dell’olio di palma negli alimenti industriali – sono più sani perché contengono rispettivamente circa il 10 e 15% di grassi saturi e soprattutto sono prodotti italiani, coltivati in maniera sostenibile e a basso impatto ambientale. L’esatto contrario dell’olio di palma che viene prodotto attraverso la deforestazione della foresta pluviale, il serbatoio di ossigeno della terra.» Olii italiani di qualità, dunque, prodotti con un sistema virtuoso che dia benefici tangibili a tutta la filiera, dalla produzione al consumo.

«La produzione cerealicola – spiega Massimo Piva, vicepresidente Cia Ferrara – è in forte crisi per la contrazione dei prezzi di mercato e le difficoltà di coltivazione di prodotti come il mais, colpito dal problema delle aflatossine. In questo contesto abbiamo scelto di fare una campagna per dire all’industria ed ai consumatori che l’agricoltura italiana è prontissima a fornire raccolti per la produzione di olii vegetali italiani assolutamente No Ogm. Pensiamo sia un’opportunità importante per l’intera filiera cerealicola: più girasole significa per l’agricoltura un miglior avvicendamento colturale nuovi sbocchi di mercato e reddito; per l’industria la garanzia di approvvigionamento di prodotto realmente Made in Italy e per il consumatore la garanzia di mangiare alimenti sani e preservare la salute, a partire dai più piccoli.»

Ascom Ferrara, progetti e consapevolezza. Ne parla il presidente Giulio Felloni

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Ascom Ferrara ha celebrato pochi giorni fa il suo 70° anno di fondazione: un traguardo importante, che racconta di come l’associazione abbia saputo attraversare i decenni e le epoche dal secondo dopoguerra fino all’attuale era digitale.
Ne abbiamo parlato con Giulio Felloni, presidente provinciale Ascom Confcommercio, al quale abbiamo chiesto una lettura di questo numero, dal punto di vista dei traguardi raggiunti e di quelli che l’Ascom 2.0 ha in programma per il suo futuro.
“Può apparire banale – spiega Felloni- non lo possiamo leggere come un punto di arrivo ma nemmeno solo come un punto di partenza. Quello che rende forte Ascom Ferrara è aver saputo ascoltare, capire, recepire le esigenze degli imprenditori in ogni epoca della storia di questa città. Dal dopoguerra ad oggi sono mutate le dinamiche del commercio e in generale del mondo dell’imprenditoria, sono mutati gli equilibri che legano questi mondi ai cittadini, al pubblico, noi siamo riusciti nel tempo ad accogliere i cambiamenti e a cercare di mettere a valore la nostra esperienza per usarla come acceleratore. Lo abbiamo fatto con il recupero delle zone buie, puntando sui social media e l’e-commerce per accompagnare i nostri imprenditori verso nuovi mercati ed opportunità. Il mercato cambia, Ascom e i suoi associati vivono il cambiamento e questo può accadere perché la nostra è un’associazione che sa ascoltare.”

Ma in cosa è cambiato il panorama d’azione di Ascom?
Le aziende sono cambiate, è cambiato il concetto di comparto del commercio, che va ad inserirsi in un quadro più ampio e complesso, il così detto ‘terziario’, assieme a turismo, servizi, trasporti, artigianato, libere professioni. Secondo noi Ferrara ha la grande fortuna di avere una vocazione turistica e di saperla coltivare, assieme a tutto il suo territorio. Dalla città del Guercino – Cento – fino a Comacchio e al Delta del Po abbiamo un territorio ricco, emozionante, che raccoglie eccellenze gastronomiche uniche. Io credo che lavorando sul settore turistico, spingendo verso l’internazionalizzazione dell’offerta si possano ottenere degli ottimi risultati per la crescita di tutto il terziari ferrarese. A volte basta una sola mostra o un evento ben fatto per convogliare pubblico di standard medio-alto, ossia che trascorre almeno una o due notti in città. Questo pubblico muove attività nei ristoranti, nel settore dell’accoglienza, nei negozi. Noi dobbiamo essere in grado di leggere l’esigenza e l’aspettativa dei turisti per proporre un’offerta di qualità, sostenibile, accessibile.

Sfide importanti per il futuro, quindi…
Si, sicuramente. Ascom è da sempre vicina agi imprenditori per sostenerli nel loro lavoro quotidiano, snellire la burocrazia, creare nuove attività e opportunità. Abbiamo studiato le nuove imprese del terziario che nascono, 7 su 10 sono avviate da donne, le altre sono quasi tutte gestite da giovani. E’ un segnale importante, significa che il terziario è davvero un’opportunità. Nel nostro paese si parla spesso di museo diffuso, un modello che a Ferrara esiste e ha successo senza particolare spinta istituzionale, visto che il nostro centro storico è raccolto e ricco di palazzi, musei e luoghi di cultura. In parallelo Ferrara è la quintessenza del ‘centro commerciale naturale’, dove si può passeggiare o pedalare in bicicletta, guardare le vetrine e nel frattempo godere della bellezza della città.

Cosa propone Ascom per salvaguardare questa bellezza?
Dal nostro punto di vista è fondamentale lavorare sulle zone buie, riportando attività e iniziative in quei quartieri di Ferrara dove tanti negozianti avevano chiuso e le strade si stavano svuotando, ponendole a rischio di degradarsi. Per evitare che questo accada abbiamo già organizzato iniziative importanti nel quartiere Gad, dove abbiamo spostato la manifestazione “Europa in piazza”, che attira migliaia di persone ogni anno. Poi abbiamo puntato a Piazza della Repubblica: lì grazie alla collaborazione delle attività che vi si affacciano è nata la “Piazza del Gusto” e la prossima estate la piazzetta che affaccia sul Castello Estense ospiterà i tavolini e le luci dei ristoranti e dei bar prospicienti, musica live, eventi. Ultimi, in termini di tempo, gli interventi in piazza Gobetti – che ha ospitato 10.000 visitatori per la mostra Lego – e via Saraceno, per la quale stiamo raccogliendo le esigenze e le sollecitazioni dei commercianti.

Come va il progetto dell’e-commerce in collaborazione con ebay?
Benissimo, abbiamo avuto numerose adesioni: l’associazione si evolve, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista sociale. Il web è il presente delle generazioni che lavorano, viaggiano, acquistano, non si può perdere un’opportunità così.

Outlet di Occhiobello, apre, poi non apre più. Vi siete già chiesti cosa succederà se e quando dovesse andare a regime?
Gli outlet sono un fenomeno come tanti, fanno parte della storia del commercio. A noi starà il compito di interpretare il fenomeno, senza fasciarsi la testa in anticipo, e cercando di individuare in esso la possibile risorsa e non il problema. Ascom Ferrara contrappone all’idea di outlet una filiera di servizi di qualità, con una grande diversificazione dell’offerta e questo certamente fa la differenza. In zone ‘colpite’ dai grandi outlet, vicini a piccoli paesi che non hanno un grande centro storico, i piccoli commercianti hanno subito il colpo. Confcommercio è corsa loro in aiuto lavorando sulla revisione dei parametri degli studi di settore, tanto per raccontare solo una delle azioni pratiche che si possono mettere in campo ma Ferrara resta un campo di gioco diverso.”.

ALTRI SGUARDI
La rivoluzione del museo del ministro Franceschini: eclissi o rinascita della cultura?

di Maria Paola Forlani

La religione dell’arte ha i suoi proseliti e i suoi luoghi di culto: i musei. Destinati a ospitare la bellezza, essi stessi divengono spesso belli ancor più delle opere che ospitano, non solo per l’insieme delle collezioni, ma per il connubio delle stesse con l’architettura, la luce, lo spazio, la decorazione e l’atmosfera dell’ambiente.

Bilbao
Il museo Guggenheim di Bilbao

Questa capacità dominante dell’architettura, o comunque del luogo, è stata particolarmente percepita nell’epoca contemporanea, dando luogo alla costruzione di edifici nei quali il progetto architettonico prevale sulle opere che contiene. L’esempio lampante tra molti è il Museo Guggenhem di Bilbao di Frank Gehry.
Tra i musei del passato però, la cui qualità architettonica peraltro è sempre rilevante, ve ne sono non pochi il cui fascino non proviene solo dall’architettura o solo dalle opere, bensì dal felice rapporto fra contenitore e contenuto. L’importanza delle modalità espositive è sempre stata sentita e lo è sempre di più. Sta anzi divenendo una disciplina a sé stante e nel visitare un’esposizione non si giudicano più soltanto le opere esposte, ma anche, talvolta soprattutto, il modo in cui sono esposte. Autore (o autori), regia (o sceneggiatura) e scenografia assumono quindi pesi quasi equivalenti, in un’esposizione o nell’allestimento di un museo come in uno spettacolo teatrale.
Luoghi di contemplazione, i musei risentono dell’aura mistica di luoghi in qualche modo sacri: cattedrali dell’arte, monasteri di bellezza. E nei casi frequenti in cui essi sono stati in origine abitazioni di collezionisti o di artisti riescono a documentarci anche una condizione di vita perduta, assumendo uno straordinario significato storico ed evocativo che sarebbe pressochè impossibile ricostruire. Il museo spesso, è stato detto, è l’orfanotrofio delle opere d’arte, nate per altre destinazioni e a queste sopravvissute, qui trovano protezione e visibilità. Malgrado questo traumatico cambiamento di vita, talora esse riescono a ristabilire con il nuovo ambiente un armonioso quanto miracoloso rapporto e a ricostruire l’aura del luogo di provenienza, palazzo, chiesa, casa, atelier e così via. Non a caso spesso erano e sono edifici storici a venire adibiti a musei.
Il convegno “La “rivoluzione del Museo” tra eclissi e rinascita della cultura?”, tenutosi all’edizione appena conclusa del Salone del Restauro nell’ambito del progetto internazionale “La città dei musei” (a cura di Letizia Caselli), ha posto il problema di come il museo dinamico possa essere proteso alla ricerca.
Il progetto “La città dei musei. Le città della ricerca” presentato nel 2015, si propone di affrontare in modo costruttivo e propositivo l’argomento della ricerca nei musei con alcuni puntuali riflessioni. La recente riforma Franceschini ha riorganizzato il sistema museale italiano dal punto di vista amministrativo e giuridico con la costituzione di venti musei autonomi e di una rete di diciassette Poli Regionali che dovrà favorire il dialogo continuo fra le diverse realtà museali pubbliche e private del territorio, ma ha affondato le radici in problemi complessi e di lunga data.
Una riforma che ha suscitato non poche reazioni e perplessità, quando non di aperta contrarietà, sia da parte di esperti della cultura italiana sia di alcune componenti degli stessi apparati ministeriali.
Le ‘antiche’ e diverse questioni riguardano innanzitutto il ruolo, la funzione e lo status effettivo dell’istituto museale, la sua autonomia scientifica e formativa, in un momento di debolezza e cambiamento del concetto tradizionale di cultura e delle categorie culturali e in un contesto di risorse drasticamente ridotte, personale scientifico insufficiente, terziarizzazione spinta, non solo dei servizi, ma anche della produzione culturale.

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Ѐ necessaria una nuova visione. Visione in cui istituzioni, università e musei dovranno innanzi tutto formarsi e formare per poter affrontare una realtà che richiede figure diversamente formate rispetto a quelle di oggi e nella quale vanno declinati e focalizzati modi specifici di ricerca, poi condivisi tra paesi diversi, in allineamento con le tendenze che si stanno affermando nelle principali città europee, anche in funzione di finanziamenti e progetti concreti.
Tuttavia il convegno “La “rivoluzione del Museo” tra eclissi e rinascita della cultura?” ha risentito, nel dibattito e nelle relazioni, proprio di tutte le ambiguità della nuova riforma e della pesante alleanza con il privato per il recupero di nuove risorse, auspicate dal Ministro come ‘unica salvezza’ del patrimonio artistico. In realtà le sedicenti verità sui privati, spesso privi di finalità umane e di vera crescita, si scontrano con il metro della Costituzione. L’articolo 9, e i suoi nessi con gli altri principi sui quali è stata fondata la Repubblica, ha spaccato in due la storia dell’arte, rivoluzionando il senso del patrimonio culturale. La Repubblica tutela il patrimonio per promuovere lo sviluppo della cultura attraverso la ricerca (art.9) e questo serve al pieno sviluppo della persona umana e per la realizzazione di un’uguaglianza sostanziale (art.3).
Oltre al significato universale del patrimonio, questo sistema di valori ne ha creato uno tipicamente nostro: il patrimonio appartiene a ogni cittadino – di oggi e di domani, nato o immigrato in Italia – a titolo di sovranità, una sovranità che proprio il patrimonio rende visibile ed esercitabile. Il patrimonio ci fa nazione non per via di sangue, ma per via di cultura e, per così dire, iure soli: cioè attraverso l’appartenenza reciproca tra cittadini e territorio antropizzato. Perché questo altissimo progetto si attui è necessario, però, che il patrimonio culturale rimanga un luogo terzo, cioè un luogo sottratto alle leggi del mercato. Il patrimonio culturale non può essere messo al servizio del denaro perché è un luogo dei diritti fondamentali della persona. E perché deve produrre cittadini: non clienti, spettatori o sudditi.

La conoscenza è l’unica medicina capace di curare, fermare, forse vincere questa epidemia di disumanizzazione. Nella nuova riforma Franceschini il dominio dei privati è destabilizzante, i nuovi direttori, come reali ‘dittatori’ senza nessun approccio reale con le sovrintendenze (ormai sparite), creano fantasmi nei collaboratori silenziosi, i più giovani sono privi di possibilità di entrare come veri protagonisti di una vera collaborazione o ‘ricerca’ retribuita, ma restano sudditi senza possibilità di uno spiraglio di un lavoro in prospettiva.
I privati hanno creato, spesso, vere dispersioni di capitali e oltraggi architettonici ormai incurabili. Mi riferisco alle violenze strutturali della dimora del conte Vittorio Cini, in via Santo Stefano a Ferrara, che ha perduto i suoi contorni medioevali per la bramosia di ‘ipotetici’ acquirenti della diocesi che hanno trasformato un luogo di cultura e d’arte in un ambiguo ‘condominio’, mentre le biblioteche e la collezione d’arte sono scomparse.

Girotondo danzando con il Balletto di Stato Accademico Igor Moiseyev

Moiseyev Ballet 4Si sono esibiti a Expo 2015, all’Open Air Theatre di Milano, con volteggi acrobatici e quasi rocamboleschi e bellissimi vestiti colorati (per vedere le foto di quell’evento clicca qui). Allora, come sempre, avevano presentato una selezione del proprio ricchissimo repertorio di balli folcloristici, che conta più di 300 fra danze popolari, miniature coreografiche e balletti. Già nel luglio 2011 avevano danzato, sempre a Milano, al Teatro degli Arcimboldi (mancavano dalle scene milanesi dal 1994). Un successo indiscusso in entrambe le occasioni. Parliamo del famoso Igor Moiseyev Ballet, il Balletto di Stato Accademico, intitolato al celebre coreografo russo, che abbiamo visto il qualche giorno fa alla maestosa Tchaikovsky Concert Hall di Mosca. Il balletto, che è stata la prima compagnia russa a esibirsi in tutto il mondo, è stato fondato da Igor Moiseyev nel 1937, dopo aver scritto una lettera al braccio destro di Stalin per proporre proprio la creazione di un balletto di danze popolari. La sua proposta è stata accolta e ne è seguito il benestare alla nascita del Balletto Accademico di Danze Popolari. Il 10 febbraio di quello stesso anno, Moiseyev, nato a Kiev nel 1906 e formatosi alla scuola di coreografia del Teatro Bolshoi – di cui divenne anche primo ballerino – ha riunito circa 40 ballerini in uno studio sulla via Leontievsky a Mosca, giunti da compagnie amatoriali di tutto il Paese, e con il supporto di alcuni professionisti del Bolshoi e di altre grandi compagnie classiche di balletto. Dal 1940 però, la compagnia ha la sua base alla Tchaikovsky Concert Hall.

Moiseyev Tchaikovsky Theatre
Moiseyev Tchaikovsky Theatre

Col passare degli anni, e con l’accrescersi del prestigio della sua compagnia, Moiseyev aprì alla creazione di coreografie per danze popolari di tutto il mondo, non solo russe, e tra i paesi scelti ci fu anche l’Italia. La sua fama è stata riconosciuta in tutto il mondo (viene considerato come uno dei maggiori coreografi della danza del XX secolo) e nel giorno del suo centesimo compleanno, festeggiato al Teatro del Palazzo del Cremlino di Mosca, ha ricevuto omaggi da parte delle autorità russe e da Putin in persona. Vincitore di numerosi premi per il suo contributo all’arte nel mondo, questo unico coreografo ha ricevuto, fra gli altri, la medaglia Mozart dell’Unesco per “l’eccezionale contributo alla cultura musicale mondiale” e il premio per “l’eccezionale contributo allo sviluppo delle relazioni culturali tra gli Stati Uniti e la Russia”, onore accordato solo ad altri due grandi artisti: il pianista Van Cliburn e il violoncellista Mstislav Rostropovich. Il maestro è morto a Mosca nel novembre 2007, all’età di 101 anni, lasciando i suoi balli in eredità al mondo.
Il vasto repertorio, eseguito negli anni in oltre 60 paesi, include danze da tutto il mondo. Nella serata di Mosca, intitolata alla jewish suite “gioia di famiglia”, in onore del pezzo finale dedicato a una festa per un matrimonio ebraico, i danzatori hanno regalato al pubblico un bellissimo viaggio intorno al mondo in danza: una coloratissima danza russa dedicata all’estate, una simpatica danza rumena (“Briul”), una tatara (“Tatarochka”), un magnifico sirtaki greco, un balletto comico moldavo (“Tabakeryaska”), una sfilata di marinai, una tarantella siciliana (“la carretta”), fantastiche danze messicane, un travolgente spettacolo di gaucho argentini, per concludere con la simpatica scenetta ebraica. Purezza della danza, atletismo, ironia, simpatia, gioia solare di vita, ottimismo, potere della luce e della vita. Pubblico in delirio. Un tripudio di emozioni.

Igor Moiseyev Ballet, Str. Tverskaya 31/4, p.1, 125009 Mosca, Tel. +7 (495) 699-53-72, email: info@moiseyev.ru

http://www.moiseyev.ru/afisha/in-moscow/

Fotografie di Simonetta Sandri

“Furiosamente” inaugura le mostre dedicate all’Ariosto

“Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori”. A partire dal primo famosissimo verso dell’ “Orlando furioso”, l’artista milanese Giovanna Ricotta prende spunto per una riflessione sull’attualità del poema ariostesco, aprendo il ciclo di mostre ispirate alla figura di Ludovico Ariosto e, in particolare, al suo poema più famoso di cui ricorre quest’anno il cinquecentenario della prima edizione.

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“Il guerriero” di e con Giovanna Ricotta

L’Orlando infatti continua a parlare al lettore contemporaneo per l’incredibile attualità dei temi trattati: il bisogno di armonia e serenità, contraddetto dalla continua tensione verso traguardi impossibili, come il desiderio di gloria, l’ambizione, la passione amorosa non corrisposta, tutte chimere che creano gelosia e ansia, fino a portare addirittura all’ossessione, alla follia. Ma il poema parla anche di un’epoca di forte crisi religiosa, della guerra tra mondo arabo e mondo cristiano, conflitto che mai come oggi sta scuotendo le nostre coscienze. Fili rossi che attraversano la nostra epoca come attraversavano quella di Ariosto, che lui stesso, amante della quiete e della pace interiore, denuncia nel suo poema, tanto che “Orlando Furioso” si configura come una grande metafora degli intrighi e delle follie di cui era spettatore ogni giorno alla corte degli Estensi.

Giovanna Ricotta lavora da sempre sul tema del corpo e delle diverse personalità che, follemente, convivono in una stessa persona, perché nelle sue performance e fotografie protagonista è lei stessa, anche se in continue metamorfosi che la rendono irriconoscibile. Sulla base di questa riflessione, la Ricotta propone una contrapposizione tra il mondo dei cavalieri e quello delle dame: le fotografie intense e statuarie di lei stessa nella performance che la ritraggono come un tecnologico guerriero in un contrasto di bianchi e di neri, dialogano con quelle raffinate e incipriate che la vedono settecentesca damigella nell’opera “Toilette”.

Dal 16 aprile al 26 giugno 2016 la personale di Giovanna Ricotta “Furiosamente. Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori”, sarà esposta alla MLB Maria Livia Brunelli home gallery di Ferrara. Questa mostra e altre che verranno culmineranno, a settembre, in una grande mostra al Palazzo dei Diamanti che condurrà il visitatore in un affascinante viaggio tra le pagine del poema, tra battaglie e tornei, cavalieri e amori, desideri e incantesimi, attraverso una selezione di capolavori dei più grandi artisti del periodo, da Giovanni Bellini a Andrea Mantegna, da Giorgione a Dosso Dossi, da Raffaello a Leonardo, da Michelangelo a Tiziano. Accanto a questi, sculture antiche e rinascimentali, incisioni, arazzi, armi, libri e manufatti di straordinaria bellezza e preziosità, faranno rivivere il fantastico mondo cavalleresco del Furioso e dei suoi paladini, offrendo al contempo un suggestivo spaccato della Ferrara in cui fu concepito il libro e raccontando sogni, desideri e fantasie di quella società delle corti italiane del Rinascimento di cui Ariosto fu cantore sensibilissimo.

Dal comunicato stampa della MLB home gallery, Corso Ercole d’Este 3, Ferrara.

Ottimisti o pessimisti

Gustave Flaubert
Gustave Flaubert

Ottimista è chi dice: “Domani è domenica”, pessimista chi dice: “Dopodomani è lunedì”. (Gustav Flaubert)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

Mr. Perkins

Anche oggi è tutto una palla e io ‘sta palla la prendo al balzo perchè il
9 aprile del 1932, a Tiptonville, Tennessee, si palesava su questo pianeta
il piccolo Carl Lee Perkins.
Carl Perkins è più o meno noto per essere stato l’uomo che scrisse “Blue
Suede Shoes”, il pezzo di cui Celentano non ha mai imparato il testo in
cinquant’anni.
Ma lungi da me ridurlo a questo.
Cito Sir Paul McCartney, il mio nobile preferito: “if there were no Carl
Perkins, there would be no Beatles.”
Forte e chiaro, direi.
Ma proseguiamo lasciando la parola a Charlie Daniels, noto buzzurro dalla
mente più o meno aperta: “Carl Perkins’ songs personified the rockabilly
era, and Carl Perkins’ sound personifies the rockabilly sound more so than
anybody involved in it, because he never changed.”
Adesso le cose sembrano più chiare.
Il giovane Carl Perkins cresce in una famiglia di campagna, nella Lake
County, in Tennessee.
E’ una zona di campi di cotone e si sa, dove c’è il bianco cotone ci sono
i neri raccoglicotone.

Brano: “Blue Suede Shoes” di Carl Perkins
Brano: “Blue Suede Shoes” di Carl Perkins

Quindi la famiglia di Perkins è l’unica bianca in tutta la zona e il
piccolo Carl là in mezzo cresce bene.
Perchè se la spassa coi suoi amichetti ascoltando la loro musica
fighissima, finché a un certo punto un misterioso Uncle John gli regala la
sua prima chitarra.
Inizia subito a impararsi un po’ di accordi ma ben presto si rompe e
sceglie un approccio più libero, a orecchio e senza menate teoriche, cosa
che lo porta ben presto verso il blues.
E siamo quasi arrivati alla sua grande intuizione.
Perchè anche se Nashville, il santuario del country, è vicinissima, Carl
Perkins cresce molto più immerso nel blues grezzone di campagna,
Cosa che lo porterà appunto a diventare il vero padrino del rockabilly ma
anche a definire con una frase chiarissima la sua intuizione di due righe
fa: “country music with a black beat”.
E quello era il momento giusto perchè nel 1954 Carl Perkins sente alla
radio il giovane Elvis, uno che a quell’intuizione c’è arrivato più o meno
nel suo stesso modo ma forse un pelino più tardi.
Perkins allora fa le valigie e parte per Memphis, dritto verso la Sun
Records del mai abbastanza lodato Sam Phillips.
E nel 1955, insieme a Elvis, Cash e Jerry Lee Lewis è già un membro di
quel “Million Dollar Quartet” che il furbissimo sig. Phillips strombazzò ai
giornalisti.
Il meglio però deve ancora arrivare.
E arriva nel dicembre di quel 1955, una sera, per caso, proprio come in
quella scena di “Ritorno al Futuro”.
Riporto testualmente le parole del sig. Perkins:
«Stavamo suonando, io e i miei fratelli, al Jackson club quando mi capitò
di ascoltare la conversazione di una coppia che stava ballando davanti al
palco: “Non calpestare le mie scarpe di camoscio blu!”, sbraitava il
ragazzo. Era un tipo coi capelli imbrillantinati, la giacca e tutte le
caratteristiche comuni alla nuova generazione del rock’n’roll. Ciò mi colpì
e la notte non riuscii a dormire. Così mi alzai, andai di sotto e cominciai
a scrivere, su un pezzo di carta nel quale erano avvolte delle patate, di
questo ragazzo e delle sue scarpe scamosciate, tenendo presente lo schema
di una vecchia canzone popolare: uno per i soldi, due per lo spettacolo,
tre per essere pronti, quattro per andare (che diventeranno poi i primi
versi della canzone). La mattina dopo andai in una cabina telefonica,
chiamai il signor Phillips e gliela cantai per telefono. Lui mi disse solo:
“quando arrivi?”»
E adesso c’è molto poco da dire.
Carl Perkins registrò “Blue Suede Shoes” ma è grazie alla successiva
versione di Elvis se riuscì a mangiare per tutta la vita.
Anche perchè all’inizio le radio gli preferirono “Honey Don’t”, il lato B.
Poi, nel 1956 un incidente stradale gli stroncò la carriera costringendolo
a una convalescenza che lo obbligò alla panchina per tutto il periodo d’oro
del r’n’r.
Nel 1958, dopo la convalescenza, fu scaricato dalla Sun Records e piano
piano iniziò ad attaccarsi alla bottiglia.
Come per tanti suoi eroi del blues, il colpo di fortuna arrivò da quella
manica di teppisti inglesi con il senso del sacro storicamente archiviati
al capitolo “British Invasion”.
Quei bravi ragazzi, nella fattispecie i Maronetti di Liverpool (cit.),
registrarono tre delle sue hit, garantendogli un bel po’ di soldini e un
nuovo status di leggenda nella gent.ma Albione.
E questa cosa gli portò un pubblico che lo trattava come un vero monarca.
Vedi quel bravo ragazzo di Ringo che non poteva fare a meno di chiamarlo
“Mr. Perkins”.
Successivamente suonò anche col suo compare di quartetto Johnny Cash ma la
sua carriera proseguì comunque con molti alti e bassi.
Nel 1998 Mr. Perkins lasciò questa palla rotonda da cui scrivo ma il suo
spirito aleggia ancora su di noi.
Aleggia adesso mentre lo sto ascoltando e, purtroppo per lui, aleggia ogni
volta che Celentano canta “Blue Suede Shoes” scazzando il testo.
Auguri, Mr. Perkins.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

 


Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano