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Giorno: 6 Agosto 2016

Ed è subito show con The Big Solidal Band

Da: Associazione Puedes Puedes

Domenica sera sul palco del Puedes Summer Night riecheggeranno i Blues Brothers

Non poteva mancare un cocktail dedicato al Puedes Summer Night, il più richiesto dello scorso venerdì sera. La ricetta è segreta, ma il colore è rigorosamente pink: il bartender Davide Nicoli, “Pucci” per gli amici, lo ha pensato appositamente per chi vuole lasciarsi andare nel sottomura ferrarese a ritmo di musica. A dispetto delle turbolenze atmosferiche, la Svalvolata by Night ha solcato le mura con un entusiasmo superiore a qualsiasi previsione. Si sono iscritte oltre cinquanta persone da tutta la provincia e in testa al gruppo, intorno alla bici di Ilaria Corli, c’erano proprio i più piccoli. La ciclista che ha attraversato con coraggio gli Stati Uniti sino al profondo Nord, è salita sui pedali per prima, insieme a Marco Mascellani, l’organizzatore della “sbiciclata” notturna. D’altra parte, il simbolo della nostra città non poteva non essere valorizzato, specie sotto un cielo da stelle cadenti. Domani pomeriggio, dalle 15 alle 20, il prato in pieno centro storico diventerà lo scenario del workshop fotografico, organizzato da BBros snc. I partecipanti avranno modo di scattare in tre diversi set, sotto la guida di Marco Bigoni e Benedetta Biscaro, fotografa ufficiale del festival. I due professionisti approfondiranno aspetti tecnici e creativi legati al ritratto e alle inquadrature per la moda. I partecipanti avranno anche la possibilità di studiare l’illuminazione, le pose e i diversi tipi di schemi luce che valorizzano maggiormente un soggetto. A tal proposito, sarà fondamentale la presenza delle modelle Miriam Rondelli e Mariya Voznyuk. Per iscriversi: info@benedettabiscaro.it – 0532/52337. I posti sono limitati. Alle 21.30, invece, sarà la volta di The Big Solidal Band, per una serata leggera e spensierata. La show band è nata nel 2009, sul confine tra Ferrara e Rovigo. Dopo un periodo di rodaggio, quando la compagine si è presentata esclusivamente come tribute band dei Blues Brothers, ultimamente è in corso un’evoluzione che gravita più nell’orbita del R&B e del Soul, con un repertorio che annovera tra gli altri Etta James, Clarence Carter, Edwin Starr, Otis Redding, Wilson Pickett, spesso rivisitati seguendo le orme di gruppi che hanno contribuito a farli risuonare, tra tutti i celeberrimi Tower of Power o ancora le interpretazioni rese famose nel film di Alan Parker, The Commitments. Senza tralasciare le colonne sonore immortalate dai fratelli Jake&Elwood, grazie ai quali, a oggi, la band può vantare oltre 70 esibizioni, in giro per Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia. Una big band composta da 13 elementi, che prende spazio.

Conclusa con grande successo la seconda edizione del Tenda Summer School

Da: Tenda Summer School

Due anni fa Stefano Muroni, attore ferrarese, guardando la rinascimentale Villa La Mensa, ha pensato che sarebbe stata la location perfetta per realizzare la sua visione: portare l’Europa a Sabbioncello. Oggi quel sogno sta diventando realtà: stiamo parlando della Tenda Summer School, il primo campus internazionale di Commedia dell’arte per giovani attori, giunta alla sua seconda edizione, patrocinata dal Giffoni Film Festival, in collaborazione con la scuola londinese Sylvia Young Theatre School e la francese ERAC, scuola regionale per attori di Cannes. L’internazionalità dell’evento è garantita dalla partecipazione di tre docenti europei di recitazione: Massimo Malucelli, insegnante internazionale di Commedia dell’arte, nonché Responsabile Artistico del corso, Joe Gallagher, inglese di Glasgow, e Iria Acevedo Perez dalla Spagna, Galizia. Il tema principale del corso è “Dalla commedia dell’arte alla comicità contemporanea” e la cornice perfetta per questa corrente teatrale, nata mezzo millennio fa, è appunto la cinquecentesca Villa La Mensa, a Sabbioncello San Vittore nel comune di Copparo, in provincia di Ferrara. I quaranta allievi selezionati, ragazzi tra i 14 e i 22 anni, provengono da tutta Europa: molti dall’Emilia-Romagna, altri dal Veneto, dal Lazio, dalla Calabria, dalla Sicilia; presenti anche allievi internazionali dalla Spagna, Francia e Inghilterra. Otto giorni, 50 ore di lezione, dal 31 luglio al 7 agosto, per una full immersion nel mondo della recitazione e del teatro, in un luogo magico, dove gli studenti dormono in tenda, accompagnati dal verso dei pavoni che circolano liberi nella corte della villa. In questi giorni, Villa La Mensa, trasformata in un vero e proprio centro culturale e di formazione, è diventata inoltre meta di artisti ed intellettuali desiderosi di approfondire il rapporto tra recitazione e adolescenza. Dall’Università della Calabria è arrivato Bruno Roberti, professore e critico cinematografico, che ha documentato le lezioni in previsione di un congresso sull’attore come vocazione, anche rispetto alle giovani generazioni; dal ferrarese è giunta la fotografa Giulia Paratelli, la quale ha in mente una mostra fotografica che parla del rapporto tra la recitazione e i giovani; da Bologna sono arrivati i giornalisti Rai, che hanno voluto dedicare un intero servizio alla Tenda Summer School, mentre dalla Capitale è venuta la scrittrice Newton Compton Valeria Luzi, che ha tenuto il diario di bordo giornaliero del corso. Ogni giorno la pagina Facebook è stata sempre aggiornata con le foto delle lezioni e i video “Day by day” dei momenti più belli della giornata, realizzati dall’allievo/autore Nicolò Ferrara, registrando risultati strabilianti: nell’ultima settimana è stata seguita da quasi 25 mila persone; inoltre hanno parlato dell’evento giornali dalla tiratura regionale e perfino Rai 3 ha voluto dedicare un servizio a questo primo campus internazionale. L’assessore alle Attività Produttive e alla Valorizzazione di Villa La Mensa, dr.ssa Paola Bertelli di Copparo, ne è certa: “Ho intuito immediatamente le potenzialità di questa idea, l’abbiamo accolta con entusiasmo e abbiamo lavorato profondamente affinché l’evento venisse realizzato all’interno del contesto edilizio di Villa La Mensa. Quest’anno abbiamo superato qualsiasi aspettativa, sia in numeri di presenze che di attenzione mediatica. Tutto ciò non può che far bene alla valorizzazione e alla divulgazione dell’immagine del nostro amato complesso edilizio, a pochi metri dal Po. Nonostante siamo appena alla seconda edizione, la Tenda Summer School è diventata per il Comune di Copparo uno degli eventi culturali più importanti dell’anno, sicuramente il più internazionale. Siamo già al lavoro, con entusiasmo e determinazione, per la prossima edizione”. Stefano Muroni osserva incredulo i risultati della scuola che ha creato: “Un anno fa tutto ciò era solo nei miei sogni ed ora è realtà”.

La tavola, il cibo e le donne nel periodo post-bellico

Da: Cia Ferrara

Presentato da Donne in Campo di Cia Ferrara e Udi una raccolta di ricette che diventano memorie delle difficoltà di imbandire la tavola dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Fagioli, uova, pane cotto e i “Falsi Cappellacci” senza carne perché dopo la guerra la carne era una chimera. Sono questi alcuni dei cibi poveri protagonisti delle ricette contenute nel libro “Quando la tavola non era imbandita” realizzato da UDI di Ferrara a cura di Micaela Gavioli e Vera Perri e presentato la scorsa settimana ad Argenta da Donne in Campo di Cia Ferrara. Ricette del Secondo Dopoguerra dove gli ingredienti principali – insieme ai pochi derivati da un’agricoltura in lenta ripresa – erano volontà, impegno e la fantasia delle donne. Nel libro le ricette contadine di madri, nonne e bisnonne diventano straordinarie memorie, uno spaccato economico e sociale di un tempo, quello tra il 1944 e il 1949, fatto di privazioni, difficoltà ma di una incredibile voglia di ricominciare anche attraverso lo stare insieme a tavola. Una tavola povera perché fatta di Pasta e fagioli, brodo “non brodo” cipolla, polenta e cappellacci senza carne ma una tavola ricca dell’ingegno delle donne e di valori che oggi sembrano andati perduti. «C’era poco e quel poco si condivideva – spiega Sofia Trentini, presidente regionale di Donne in Campo – spesso anche con viandanti che capitavano nelle corti rurali o con famiglie che avevano ancora meno. Questo libro racconta la grande capacità delle donne di inventare, in cucina e fuori dalla cucina, utilizzando in maniera originale e innovativa quello che avevano a disposizione. Vorrei sottolineare inoltre – continua Sofia Trentini – che le ricette proposte in questo volume che Donne in Campo ha voluto presentare insieme all’UDI sono povere ma anche estremamente salutari. Il 2016 è, infatti, l’Anno Internazionale dei Legumi e non si può che sottolineare come fossero proprio i legumi i protagonisti delle diete del Secondo Dopoguerra. Legumi che hanno, secondo i nutrizionisti, grandi benefici per l’organismo perché forniscono proteine vegetali che possono essere consumate in alternativa a quelle animali, soprattutto in paesi dove non c’è la nostra ottima dieta mediterranea e il consumo di carne è eccessivo. Nel libro, dunque, ci sono una serie di ricette davvero perfette da preparare per rendere più sane e un po’ meno imbandite le tavole di oggi» Al termine della presentazione del libro l’Agricatering di Donne in Campo ha offerto un aperitivo preparato naturalmente con prodotti dell’orto, freschi e di stagione. Il volume “Quando la tavola non era imbandita” si può richiedere a UDI Ferrara mandando una mail a udi@udiferrara.it o telefonando allo 0532/206233.

Terza tappa: premio Fedeltà Amico di Comacchio

Da: Comune di Comacchio

L’Assessore al Turismo Sergio Provasi ha concluso ieri in serata al Camping Tahiti del Lido delle Nazioni il terzo appuntamento estivo del “Premio Fedeltà Amico di Comacchio”, trascorrendo un pomeriggio tra i turisti più affezionati alla riviera comacchiese.
La prima tappa del tour si è svolta presso l’Hotel Cinzia di Porto Garibaldi, struttura storica del litorale, sorta nel 1959 e gestita da Annalisa Melandri e dai genitori Graziella e Gigi. Prima della consegna della pergamena ai turisti ospiti dell’hotel da più di 10 anni, l’Assessore Provasi si è detto entusiasta di assegnare “un riconoscimento simbolico a coloro che vivono la vacanza con il piacere di ritrovarsi a casa, tra amici, in un luogo che frequentano da lungo tempo con spirito di attaccamento. Il riconoscimento premia anche l’impegno – ha aggiunto Provasi – degli operatori che investono nella crescita del territorio.” Silvia Roncarati e Cordelia Degli Esposti di Bologna (da 49 anni in vacanza all’hotel Cinzia di Porto Garibaldi), Carmela Capitano ed Andrea Veronesi (da 40 anni) di Santena (TO), Francesca Bergonzoni e Tiziano Deserti (da 20 anni) di Bologna, Francesca Curzola e Tonino Cristofori (da 10 anni) di Ferrara sono i turisti omaggiati ieri nella prima tappa del terzo tour estivo. Il Bagno Marisa del Lido di Pomposa ha costituito la seconda tappa istituzionale per la consegna del “Premio Fedeltà Amico di Comacchio”, dove, in presenza di Anna Di Caprio, nipote del titolare Roberto Massoletti, sono stati premiati Elena Caffarelli e Franco Tieghi di Lainate (da 21 anni ospiti dello stabilimento balneare), Gloria e Mauro Balugani di Cocomaro di Cona (da 30 anni), Antonietta e Luciano Caso (da 21 anni) di Milano, Franca Ileo e Gianni Tieghi (da 12 anni) di Torino, Antonietta Landella e Silvio Amato (da 16 anni) di Pogliano Milanese ed infine Irene Ricci e Francesco Bono (da 30 anni) di Milano. Folla numerosa al Bagno Cris del Lido delle Nazioni, per assistere ad una analoga cerimonia di premiazione, in apertura della quale il titolare, Raul Benazzi, ha voluto sottolineare le sinergie condivise con l’Amministrazione Comunale per rendere sempre più accoglienti ed ospitali i lidi di Comacchio. Gabriella Dacomi e Giancarlo Carenzi di Melegnano (MI) da 47 anni trascorrono le vacanze al bagno Cris. A seguire sono stati premiati: Giovanna Ricci (da 42 anni), Oliva Bonora Tartarini e Dino Tartarini (da 41 anni) di Budrio (BO), Sonia Giulliani e Mauro Gaiba (da 41 anni di Dogato (FE), Marilena Pozzati ed Alberto Roversi (da 41 anni) di Ferrara, Franca Ferrari e Gino Simoni (da 38 anni) di Bologna, Romano Tinarelli di Bubrio (da 38 anni), rappresentato durante la premiazione dalle figlie, Marilena Scalambra di Travedone Mognate (Varese, da 37 anni), Laura Varotto e Flavio Maschera (da 36 anni) di Padova, Gabriella Garù e Claudio Massarenti (36 anni) da Este (PD), Bruna Vietta e Gina Carlo Vernizzi (da 36 anni) da Monticelli Terme, Maria Luisa Ardeatini (da 32 anni) da Padova, Sonia Melloni (36 anni) da Crevalcore (BO), Anna Rosa Gaudieno (da 33 anni) di Milano, Beatrice Menegatti (da 32 anni) di Ferrara, Vitalina Altafini e Franco Pezzuolo (da 30 anni) di Fratta Polesine, Anna Maria Bernabiti (da 29 anni) di Crevalcore (BO). Una coppia di turisti francesi, Annik e Claude Rakapè di Le Havre, da 26 anni ospiti dell’Agenzia Immobiliare Carlotta del Lido delle Nazioni, ha ritirato il premio affiancata dal titolare Alberto Guietti.
Ultima tappa al Camping Tahiti del Lido delle Nazioni, dove ad accogliere l’arrivo dell’Assessore Sergio Provasi, oltre ai turisti premiati, c’erano i titolari della struttura, Elio Rizzardi e la figlia Cristina. Questi i nomi delle famiglie che hanno ricevuto il riconoscimento simbolico, voluto nel 2014 dall’Amministrazione Comunale: Serena Arbizzani e Roberto Celli (10 anni) di Sala Bolognese; Ged Giebiwski d Essen (Germania) da 25 anni ospiti del camping, Caterina e Gijsbert Schot di Veendaal (Olanda) da 11 anni, Anita e Laars Mammerich di Odense (Danimarca) da 15 anni.
La prossima ed ultima tappa del “Premio Fedeltà Amico di Comacchio si svolgerà il 1° settembre 2016.

Musica a Marfisa d’Este

Da: Gli Amici della Musica Uncalm

Circolo culturale amici della musica ” Girolamo Frescobaldi” Ferrara

Dopo la lirica e il pop, torna la musica classica alla Palazzina di Marfisa d’Este in Corso Giovecca 170: martedì 9 agosto 2016 alle ore 21,15 è in programma infatti il recital del pianista triestino Paolo Zentilin, con musiche di Ludwig van Beethoven (Sonata op.90), Frydryk Chopin (Andante spianato e Grande polacca brillante op.22) e Robert Schumann (Studi sinfonici op.13). La serata è organizzata dal Circolo Frescobaldi con la collaborazione dei Civici Musei d’Arte Antica. L’ingresso è a offerta libera.
Paolo Zentilin è nato a Trieste nel 1987; ha conseguito prima il diploma in pianoforte presso il Conservatorio “G. Tartini” della sua città, poi il Diploma Accademico di I e II livello, indirizzo interpretativo, sempre con il massimo dei voti e la Lode, studiando con i maestri Trevisan, Gon e Zaccaria. Si è laureato in Filosofia all’Università di Trieste. Vincitore di prestigiosi concorsi pianistici nazionali e internazionali, svolge intensa attività concertistica in Italia e all’estero.

Terrorismo e Occidente

Il giornale satirico, il supermercato, lo stadio, il teatro, il caffè, l’aeroporto, la stazione della metro, il treno, la festa in piazza, il festival di musica, la chiesa. Sono i luoghi in cui si è abbattuta la furia omicida del terrorismo al grido di “Allah è grande” da oltre un anno a questa parte, ormai in mezzo mondo. Senza contare la quotidiana carneficina che continua a compiersi in Medioriente, di cui anche l’informazione pare sempre più stanca di tenere una puntuale contabilità.
Uno tsunami del terrore. Una globalizzazione che, invece di portare benessere, sta seminando a piene mani morte e paura, e nella quale i piani di analisi si sovrappongono in maniera inestricabile, mentre si rincorrono confuse e disorientate le voci di esperti e commentatori nel tentativo di capire chi sono e perché lo fanno.
E’ oggettivamente difficile comprendere in un unico filo logico l’omosessuale islamico di Orlando, i rampolli universitari dell’alta borghesia autori della mattanza nel ristorante di Dacca, il trentunenne camionista che ha compiuto la strage di Nizza, i tagliagole che hanno sgozzato Jacques Hamel, parroco della chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray in Normandia (in una Francia particolarmente martoriata), la nascita dell’Isis, tuttora avvolta da non pochi dubbi come scrive Massimo Campanini (Il Mulino 2/2016), e il conflitto islamico tra sciiti e sunniti.
C’è tuttavia un piano della riflessione che stenta a farsi largo, mentre farci i conti a viso aperto potrebbe aiutare a capire meglio.
Massimo Cacciari (L’Espresso 28 luglio) scrive di un “disordine globale in cui stiamo vivendo”, di drammi che sono “tante ondate che si vanno abbattendo su ogni nostra antica terra ferma” e della necessità di “decifrare le grandi faglie telluriche che stanno rovinando l’una sull’altra”.
“E da dove iniziare – si chiede – se non da noi stessi?”.
Qui è il punto: il contesto nel quale sta montando questa ondata di morte. Contesto nel quale altrettanto si sovrappongono piani diversi: Islam, immigrazione, scenario geopolitico, intelligence, capacità di risposta e prevenzione, modelli d’integrazione…
Contesto però significa anche la condizione in cui si trova l’Occidente, l’Europa. Capire questo forse non dà le risposte che la politica deve dare subito, ma dà maggiormente l’idea della sfida epocale.
Diversi stanno dicendo che il terreno sul quale si sta portando questo attacco è un Occidente che ha continuato a credere che la propria cultura fosse “un’infrangibile rete – scrive ancora Cacciari – gettata sull’intero pianeta”. Nella cieca presunzione di sovrapporre umano e naturale, l’ultima formula occidentale, la globalizzazione, invece dell’approdo definitivo verso un mondo di ricchezza e benessere, sta creando e dilatando a dismisura differenze e inequità.
Così l’appuntamento con il nuovo volto del terrore è affrontato da una civiltà assediata da moltitudini di diseredati e disperati (la proletarizzazione globale) che, per nulla rassegnati, avvertono, come tutti, che la disuguaglianza è un’ingiustizia.
E all’interno dei singoli contesti nazionali, per la presenza crescente di immigrati (con tassi di natalità differenti dagli indigeni), per politiche sociali ed economiche che stanno erodendo i sistemi di welfare e penalizzando gli strati più deboli della popolazione, si finisce per annullare ogni legame di solidarietà, minando così il patto su cui sono state costruite le democrazie, specie europee, dopo il suicidio di due guerre mondiali.
Altri, poi, fanno notare che se è vero che va riducendosi la disuguaglianza globale perché ogni giorno migliaia di famiglie cinesi o indiane stanno passando dalla povertà a un relativo benessere, il prezzo è pagato dallo scivolamento progressivo verso il basso della classe media, in quanto all’interno degli stati occidentali si assiste parallelamente a una concentrazione della ricchezza in una cerchia sempre più ristretta di ricchi sfondati. Anche quando qualcuno alza il dito per porre un problema di riequilibrio, per esempio delle pensioni, è addirittura il diritto con tanto di toga a dire che non si può fare.

E’ maledettamente complicato – scrive Raffaele Marmo su QN (25 luglio scorso) – spiegare a un operaio specializzato italiano che la perdita di reddito, tutele, status sociale e welfare, avviene nel nome del diritto di altri alle stesse cose.
Così la temperatura sociale cresce, le società si incamminano verso un tutti contro tutti e alla colossale pressione portata dal fiume del proletariato esterno si somma il surriscaldamento della proletarizzazione interna.
Non ci vuole un esperto, a questo punto, per vedere un vero e proprio rischio per le stesse democrazie.
Da un altro punto di vista Silvio Ferrari (Il Regno 10/2016) pone il problema di reimpostare il concetto di libertà religiosa in un’Europa in declino.
Partendo dallo stesso concetto della fine del sogno europeo di supporre i propri principi e modelli come universali, si arriva a dire che non ci può essere neppure una nozione universale di religione.
Il consiglio è rinunciare alla speciale tutela del diritto di libertà religiosa, comprendendolo all’interno delle libertà di parola, associazione, stampa, evitando il problema di definizione giuridica di religione.
Ulteriore segno che l’Europa deve accettare di non avere più il monopolio dell’universalismo e che sarebbe meglio accettare di dialogare e interagire con altre visioni nate da esperienze diverse.
La conclusione cui diversi arrivano è che questa miscela esplosiva è già all’opera e che non solo è bene ripensare politiche economiche, ma anche la visione stessa che l’Occidente ha di sé. Uscire cioè da una concezione tolemaica per approdare compiutamente a una copernicana, innanzitutto culturale.
Altrimenti, fanno notare, se all’attacco attuale si risponde solo resistendo, prima o poi ci si trova in stato di assedio.
E allora i vari Brexit, Le Pen, Salvini, Trump, vanno ascoltati come campanelli d’allarme, per le leadership rimaste finora al comando per lo più assecondando una globalizzazione che amplifica le differenze e ormai guardate in modo crescente con senso di fastidio, senza neppure più differenze tra destra e sinistra, da un elettorato sempre più lontano dalla politica e dalle urne.

A distanza di anni suona profetico l’inizio del film “L’odio” di Mathieu Kassovitz del 1995: “E’ come la storia di quell’uomo che precipita da un palazzo di 50 piani. Mentre cade da un piano all’altro dice: fin qui tutto bene, fin qui tutto bene. Il problema non è la caduta, è l’arrivo”.

I racconti del Lido/4
Il tempo ritrovato

Il mio binocolo si sta spostando dai Lidi comacchiesi – e a chi non l’ha vista potrà leggere sulla ‘Nuova Ferrara’ del 29 luglio la mia lettera al Sindaco di Comacchio – a una realtà più vasta ovvero al campo della pubblicità e delle telenovelas a cui si conformano poi i linguaggi le movenze e gli abbigliamenti del popolo da spiaggia. Stamane gran concorso di signore agées eccitatissime e abbronzatissime a commentare che ‘lei s’è fatta l’amante’ secondo le movenze di splendide mini puntate di una telenovela promossa da un celebre aceto balsamico. All’arrivo di ‘lei’ immediatamente l’argomento si sposta sull’acquisto in rete di costumi e secondo una antica dizione di ‘parei’ al prezzo di 2/3 euro mentre un urlo lacerante scuote l’aria immobile e accaldata. E’ rivolto a un ragazzetto decenne: ‘Mettiti immediatamente gli occhiali e la bandana!!!!’. La bandana, la mitica bandana di berlusconiana memoria. Ciò vuol dire che le parole sopravvivono alla cronaca. A volte anche al mito.
Arrivano i signori rigorosamente muniti di: 1) infradito;2) canottiera; 3) borsello. Ad alcuni ballonzola sull’epa un rispettabile sacchetto trasparente con dentro il prezioso smartphone. In declino il collo erto di chi opta per la polo.
E ovviamente il chiacchericcio si sposta sull’unica, immensa passione italiana: il cibo preferibilmente consumato nelle sagre.
Mi si potrebbe domandare: ‘ma è reale questa cronaca?’.
Dipende cosa s’intende per realtà. Probabilmente si cela dietro discorsi, appunto, da spiaggia che trovano la loro veridicità nell’essere non sempre detti ma spesso pensati.
Così agli acquisti reali fatti con modi bruschi di pacchetti di fazzoletti a cui si deve detrarre almeno 50 centesimi contrattati con i neri vaganti tra ombrellone e ombrellone s’aggiunge il commento: ‘Non sono buoni da niente. Dopo una soffiata si rompono!’
Ovviamente secondo il principio della Mercy, la Misericordia che lo straordinario Francesco predica anche ruzzolando e inciampando ma come dice lui l’importante è sapersi rialzare.
Un po’ più difficile per le severe culone da spiaggia.