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Giorno: 16 Ottobre 2016

Urgente l’intervento ed il piano per la difesa della nostra costa

Da: Ascom Ferrara

Gli interventi di Ascom e Sib Cnfcommercio

Dopo l’ennesima ondata di maltempo e mareggiate sulla costa di Comacchio e dei suoi Lidi, la preoccupazione digli operatori cresce con richieste precise alla Regione: ‘La nostra volontà come Sib Confcommercio – spiega Giuseppe Carli referente per Porto Garibaldi – è stimolare l’assessorato all’Ambiente regionale perché si arrivi non solo all’incontro tecnico – che era previsto per il mese scorso (promesso a luglio e per il quale siamo in attesa) ma sopratutto ad un intervento esecutivo che non è più differibile. Dobbiamo mettere in sicurezza le spiagge per l’inverno. E’ la priorità numero uno’ dal canto suo Gianfranco Vitali, presidente di Ascom Comacchio sottolinea: ‘Non è più possibile aspettare, ogni mareggiata complica ulteriormente la situazione. E’ urgente intervenire il rischio è concreto e visibile, sotto gli occhi di tutti: la nostra costa viene mangiata con tutte le pesanti conseguenze sull’industria turistica e l’occupazione. Come Ascom abbiamo già sollecitato all’assessore Gazzolo l’incontro che era stato calenderizzato per settembre: in definitiva per la Regione è arrivato il momento di passare dalla parole ai fatti’.

Manuele De Conti presenta il libro ‘Paradigmi dell’Educazione’

Da: Eventi Ferrara

Martedì 18 ottobre
Ore 17:30
Presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino
Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara

Dialogano con l’autore: il prof. Umberto Margiotta (Università Ca’ Foscari) e la prof.ssa Anita Gramigna (Università degli Studi di Ferrara)

Copertina Paradigmi dell’educazioneNell’educazione, forse più che in altri ambiti disciplinari, la ricerca scientifica si avvantaggia di molteplici prospettive di indagine, dal positivismo al postpositivismo, dal costruttivismo alla teoria critica, al punto da potersi configurare come una scienza poliedrica, aperta a contaminazioni e ricca di possibilità. Tuttavia è diffuso il pregiudizio secondo cui alcuni paradigmi di ricerca, su altri, avrebbero maggior dignità scientifica, e sarebbero pertanto più idonei al conseguimento della conoscenza. Contro questa ubbia, il testo tratteggerà una cornice unitaria entro la quale possano trovare degna collocazione e specificità epistemica i diversi paradigmi che operano nell’ambito dell’educazione, mostrando nel contempo come ciascun approccio modelli la pratica, le pratiche educative e la ricerca pedagogica.

Manuele De Conti è Dottore di Ricerca in Scienze Pedagogiche, dell’Educazione e della Formazione e laureato in Filosofia. Dal 2010 collabora con la prof.ssa Anita Gramigna, docente di Pedagogia Generale presso l’Università di Ferrara, e dal 2015 partecipa alle attività organizzate dal Laboratorio di Epistemologia della Formazione EURESIS. Oltre a scrivere per numerose riviste nazionali e internazionali, ha pubblicato Come difendersi dalle pseudoscienze (2013) e Dibattito regolamentato. Manuale per docenti e studenti, principianti e oratori (2015).

Inaugurazione Mostra e presentazione Corsi Autunno

Da: Organizzatori

Nel mondo fantastico dei giardini: una mostra e due laboratori per scoprirli

Martedì 18 ottobre, alle 19, al Consorzio Wunderkammer presentazione di ‘Giardini illustrati’ e ‘Piantala!’, e inaugurazione della mostra d’illustrazione ‘Giardini Parlanti’

Come perdersi in un giardino incantato e farlo crescere, prendersene cura? Martedì 18 ottobre (alle 19) tutto questo sarà possibile. Al Consorzio Wunderkammer di via Darsena 57 verranno presentati ‘Giardini illustrati’ e ‘Piantala!’, i due corsi in partenza per l’autunno organizzati da Basso Profilo, insieme a una mostra di illustrazione dedicata ai meravigliosi scrigni verdi, nascosti dietro le case o nel profondo della propria anima.

I due corsi fanno parte del progetto ‘Commons: beni comuni e pratiche di condivisione’, avviato da Basso Profilo con il patrocinio del Comune, realizzato nella primavera 2016 per il programma di ricerca Rigenerazione urbana e ora replicato visto il successo della passata edizione. Non solo. Il 18 ottobre, oltre a presentare dettagliatamente i corsi, al Wunderkammer inaugura la mostra ‘Giardini Parlanti’, con l’esposizione degli albi illustrati realizzati in primavera dai partecipanti al precedente corso Giardini Illustrati di Manuela Santini.

Il giardino può diventare anche l’inizio di un viaggio nel mondo del libro illustrato. Un mondo che è come uno spettacolo teatrale, dove i personaggi raccontano e interpretano una storia percorrendo scenari fantastici, realizzati però con matite e colori, il tutto racchiuso in uno scrigno di carta. In questo mondo incantato, perché non giocare con le suggestioni, gli odori, i colori di una pianta, di un fiore, o di un bosco? Ritornano i Giardini Illustrati a cura di Manuela Santini, illustratrice per Mondadori, Einaudi Ragazzi, Giunti, Grimm Press, Le Monnier, Editions Auzou e molti altri editori. In 12 lezioni, che partiranno dal 15 novembre e continueranno ogni martedì dalle 20 alle 23, aspiranti illustratori ma anche chi voglia sperimentare il proprio processo creativo, potrà scoprire come l’illustratore si trasformi in regista, mettendo in scena la sua storia pagina dopo pagina. Da come è formato un libro alla sua composizione, indagando come si sviluppa il tempo e il ritmo nel racconto, dallo storyboard a come ci si presenta a un editore, fino alla magica relazione tra testo e illustrazione, Manuela Santini accompagnerà i partecipanti fino all’ultima pagina dell’albo illustrato, che verrà costruito passo dopo passo durante il corso.

Mostra Bassani in castello

Da: Fondazione Giorgio Bassani Ferrara

Oggi 16 ottobre 2016 sarà ancora possibile visitare l’anteprima della bella mostra fotografica G. Bassani e le sue poesie, esposta nella suggestiva cornice dell’antica Via Coperta che collega il Castello estense al Palazzo Municipale di Ferrara.
La mostra, organizzata dal Fotoclub Ferrara BFI In collaborazione con la Fondazione Giorgio Bassani (all’interno del programma dell’importante convegno regionale FIAF, ospitato a Ferrara nei giorni 15 e 16 ottobre) , è stata inaugurata dal presidente del club ferrarese Maurizio Tieghi e presentata dal curatore Luca Zampini che ha ringraziato gli eredi Paola e d Enrico Bassani per aver concesso l’utilizzo dei testi poetici del padre. Erano presenti anche i proff. Silvana Onofri e Roberto Rizzo, membri del Comitato scientifico della Fondazione Giorgio Bassani; Silvana Onofri ha ricordato che questa mostra è un’occasione per rendere omaggio, a cento anni dalla nascita, al Bassani poeta, anche attraverso la suggestione degli scatti dei fotografi che accompagnano i testi integrali di 26 poesie del nostro grande scrittore.
Si ricorda che dal 3 al 30 novembre, la mostra verrà esposta presso la Biblioteca Comunale Giorgio Bassani – via G. Grosoli 42 e sarà visitabile in orario dei apertura al pubblico.

DIARIO IN PUBBLICO
Da Roma a Varsavia

Nella pletora delle iniziative dei centenari spiccava per qualità e interesse l’invito dell’Istituto di cultura italiano e dell’Università di Varsavia al convegno internazionale su ‘Giorgio Bassani: ‘sostanzialmente un poeta’.
Così dalla tre giorni romana si passa alla due giorni nella capitale polacca. Ma prima di prendere l’aereo val la pena di ritornare al resoconto delle giornate romane per sottolineare una visita che il capogabinetto del ministro Franceschini, il ferrarese dottor Daniele Ravenna ci ha voluto offrire: una visita di straordinario interesse alla Crociera del Collegio Romano sede del Ministero dei Beni culturali. Qui è custodita parte della Biblioteca di Archeologia e storia dell’arte e qui attraverso i libri è possibile viaggiare, come è stato sottolineato, ‘nel luogo della memoria scritta’. Un’opportunità unica concessa da un ferrarese ai ferraresi. E’ un importante segno di quanto il Ministero tenga alla buona riuscita dei centenari ‘ferraresi’.
Mi si rimprovera inoltre di non avere menzionato la visita alla Domus aurea, luogo un po’, come dire, funesto per la sua solennità e sotterraneità, ma immagini immortali ci consegnano l’ingresso degli intrepidi visitatori ferraresi muniti di una specie di cuffia da bagno e dal caschetto giallo che fa molto radical chic.
Varsavia ci accoglie sotto un diluvio di acqua e di vento con i quali si doveva lottare per arrivare attraverso sconcertanti passaggi dall’aereo (ovviamente low cost) all’uscita. Poi il sole spunta e i curiosi relatori ammirano i bellissimi colori dell’autunno polacco. Sempre per rendere le cose facili l’albergo universitario e rigorosamente essenziale (!) in cui alloggiamo è solo a sei chilometri dalla sede del convegno che si tiene in pieno centro storico. Comincia una straordinaria caccia al taxi che se non è contattato telefonicamente ti sfugge, si nasconde, s’infratta e a seconda delle compagnie può richiederti una somma assolutamente spropositata per gli standard di laggiù oppure ridicolmente bassa, e alla fine, con il sole che ritorna, ecco dispiegarsi la Varsavia che non conoscevo: elegante, mondana, ridipinta. Una capitale che niente ha da invidiare alle altre capitali europee. Ci si aggira per i luoghi deputati accompagnati da una giovane storica dell’arte che parla perfettamente l’italiano. E tra il cuore di Chopin e il ghetto ebraico è tutto un susseguirsi di Oh! Oh! Un po’ come gli scolari in gita premio. Già sogno un giretto in carrozzella, ma sono immediatamente sconfitto. Anna Dolfi, mai sazia e instancabile camminatrice, continua a proporre cose nuove e lunghe, lunghissime passeggiate mentre, il dolente Venturi ad ogni piè sospinto invoca ‘taxi, taxi…’
Il laborioso pomeriggio si conclude in un ristorante ebraico dove squisite specialità vengono imbandite senza soluzioni di continuità e per le quali secondo l’esigenza di chi scrive tocca l’onore di un assaggio, per cui l’immediato soprannome affibiatomi ‘mezza porzione’. Il giorno seguente, le visite canoniche al Castello che custodisce due straordinari Rembrandt e nove Bernardo Bellotto, che solo lì viene chiamato Canaletto in quanto lo zio, il vero Antonio Canal, concede a lui, autore delle vedute di Varsavia, di potersi fregiare del suo nome. Nelle innumeri sale, tutte rifatte dopo la guerra, schiere di bimbi con in testa corone di carta sfilano vocianti, e con loro intrattengo interessantissimi colloqui a base di smorfie e gesti. E di nuovo il Ghetto ci accoglie con le sue accoglienti latterie che altro non sono che trattorie mentre, ispirato, il poeta e critico Alberto Bertoni tra le voci più interessanti intervenute nel convegno così racconta la visita al Castello nel suo prosimetro in viaggio:
“E in effetti muoversi senza capir nulla della lingua né parlata né scritta del luogo in cui ci si trova, crea molto spesso effetti distorti, scene di aperto straniamento. Varsavia è stata quasi integralmente rasa al suolo dai tedeschi, durante la Seconda guerra mondiale, e quindi tutti gli edifici “antichi” che ne popolano il centro storico sono ricostruiti pietra su pietra, talvolta coi materiali originali, molto più spesso no. Il centro è dunque un falso, per chi pretende l’autenticità originaria del reperto: tuttavia, la ricostruzione è riuscita, quasi mai kitsch, e le scolaresche di ogni ordine e grado partecipano in massa, e non poco interessate, a questo loro teatro della Patria Inautentica. A ciò pensavo, osservando una figura sbilenca e grottesca che attraversava un salone del Palazzo Reale ondeggiando verso di me e il mio amico Gianni Venturi, per scomparire subito dietro una porticina proibita ai visitatori. Viene avanti, oscilla en travesti vigile urbano o commodoro dal fondo del pavimento a scacchi suo centro e tutto il berretto con gli alamari d’oro che gli avvolge la testa, nuca compresa, viene avanti e imbocca una porta altamente proibita ai non polacchi, facendo ciao con la mano a scolari incoronati di cartoni multicolori alle segrete dei nostri cuori.”
E Varsavia ci regala sorprese inaudite come lo sbalorditivo Polin Museum, il museo dell’Ebraismo, giustamente premiato come il più importante Museo del 2016.
Aggirarsi tra quelle sale, nella ricostruzione di una via del Ghetto con la sala cinematografica dei film ebraici degli anni trenta o un pavimento in cui, seguendo i passi dipinti sulla superficie in legno e al ritmo della musica, s’impara a ballare o aggirarsi tra le sale infinite della Shoah, dove una moderna tecnica fa muovere le celebri fotografie dell’esodo del Ghetto, è un’esperienza sconvolgente. Si muovono pure deliziosi e umoristici disegni di rabbini che entrano ed escono dalla sinagoga rifatta e completamente decorata e come bambini ci si perde a stampare su torchi lignei alcune litografie. Un viaggio a Varsavia val la pena farlo solo per visitare questo museo. Poi si esce e si ritorna nella grande piazza del Castello attratti da eleganti panchine in marmo nero. Ci si siede, ed ecco: premendo un bottone sulla seduta si diffonde una mazurka o una polonnaise di Chopin. Non sono né scherzi né adesioni alla tecnologia imperante ma un modo intelligente e nuovo di adeguarsi al proprio tempo e alle nuove conoscenze.
E finalmente giunge il primo giorno del convegno impeccabilmente organizzato dall’amico e collega Alessandro Baldacci e sostenuto dalla direttrice del Dipartimento Hanna Serkowska a cui mi lega la passione per Elsa Morante. Arriva l’ambasciatore, arriva il direttore dell’istituto di cultura, persone affabili e che ‘non se la tirano’ poi, dopo il bellissimo discorso di Anna Dolfi, il mio intervento che è una testimonianza affidata alla voce di Bassani che legge Rolls Royce e Le leggi razziali. Gli occhi dei giovani dottorandi si accendono di luce nuova e la giornata trascorre nel tentativo riuscito di riportare proprio lì nella citta martire la poesia di un ebreo ‘sostanzialmente poeta’.
Forza della poesia, forza della memoria, e nemmeno ci pesa, pur con il rimpianto di lasciare una nuova patria dell’animo, di trascinare i nostri bagagliucci nell’abitacolo dell’aereo che ci riporta a casa sotto lo sguardo annoiato di una hostess severa e leggermente fanée.