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Mese: Dicembre 2016

Oui, je suis une Bouchard, je sui le tourdéforse

E così siamo arrivati all’ultima settimana.
Quest’anno inizia in tromba magna (cit.) con Santo Stefano per poi finire con San Silvestro, petardi tutta la settimana.
L’altra settimana un amico mi ha raccontato di quando, sul palco, disse delle “stronzate giovanili” sul Santo Natale e questa cosa mi ha mandato un po’ in palla.
Non ho ancora capito come mi sono sentito, se giovanissimo o vecchissimo – perché più vado avanti con gli anni e più faccio fatica con il temibile dominio delle feste.
Ma mica per Gesù, Gesù è sempre nel mio cuore, lui e il suo carico di ritrattistica, best seller, fan club sparsi per il mondo, mesi di stipendio attesi con fervore per giorni e subito polverizzati in poche ore.
Ma è soprattutto una cosa di Gesù che mi resta sempre nel cuore: quel suo essere così incline all’incazzatura.
Non ce la potrò mai avere con quel Buon Cristo, è impossibile.
Un bambino prodigio con una spiccata tendenza al rompere i maroni che si trasforma poi in teenager che fa preoccupare i genitori che poi si trasorma in uno splendido trentenne che gira per la Palestina con la sua gang facendo incazzare pezzi da 90 come “il popolo eletto” (dal popolo stesso) e “l’impero che non ha mai avuto fine” (cit.) quindi complimentoni.
A tutti, allo splendido trentenne, alla sua gang, al popolo eletto ma un po’ meno all’impero che non ha mai avuto fine.
Insomma, ognuno la può vedere come vuole sulla religione ma quel tipo lì aveva senz’altro dei numeri.
In più continua a generare complotti e altre robe varie a distanza di anni, ce n’è proprio per tutti.
Uno non può neanche dire “se non ci fosse bisognerebbe inventarlo” perché stai sicuro che si alza in piedi un altro che ti risponde “ma infatti l’hanno inventato blah blah blah l’ho letto non su un libro ma su più libri”.
Proprio come quel tipo che si alzò in piedi blaterando quando quel mio amico disse le sue “stronzate giovanili” sul Sant.mo Natale.
Poi il nostro uomo generato e non creato ha generato tutti questi qua con la “S” prima del nome quindi il dibattito è garantito al limone.
E infatti a anche qua si potrebbe alzare in piedi un tipo – probabilmente lo stesso di prima – che parte con la filippica sui santi.
Ma cosa posso fare io?
Niente.
Ci siamo dentro tutti, persino gli atei perché poi si alzerà pure il tipo che te la mena con “le radici pagane delle feste” come un Marcello Pera al contrario.
Ed è qui che casca l’asino, cioè io: pera.
Questi sono i giorni in cui penso e penso e mi convinco sempre di più che forse ha ragione quel proverbio là, “una pera al giorno toglie il medico di torno”.
Via, a letto e buone feste a tutti, io dormo.
Ma purtroppo quella roba è illegale, costosa e fa male quindi non ne vale la pena, prevale il buon senso e uno si sottomette per forza a questo tour de force che per me diventa in realtà un “turd-de-forse”.
Domande di qua, domande di là, vieni qua, vieni là e la mia risposta è sempre un vago, indolente, anche sbadigliato “forse”.
E come direbbe qualcuno sì, “I am a turd”, e me ne vanto.
Ma sono trent’anni che non me ne salto una di ‘ste menate quindi forse non sono così stronzo.
Il mondo civilizzato anzi, “il mondo libero” chiede questo biglietto e tutti rispondiamo come Totò.
Quindi anche quest’anno eccoci qua col nostro bel biglietto per una settimana di fuoco che presto si trasformerà nella prima domenica di un anno nuovo di zecca.
Francamente non capisco ma condivido e allora condividerò con chi sta leggendo questo pezzo che forse – a parte il chiarissimo titolo e la menata su San Silvestro – non capisco fino in fondo.
Ma condivido di brutto, soprattutto quel “AAAAWWWW YEAAAAAAAHHHH” che parte senza motivo dopo soli dieci secondi.
Quella è proprio una cosa che condivido dal profondo del cuore.
E quindi più o meno dal cuore: buone feste.
Possiate Voi gestirvele meglio di come riesco io.
blue-oyster-cult-secret-treaties
Blue Öyster Cultv “Dominance and Submission” (Secret Treaties – 1974)

Canto di Natale

di Carla Sautto Malfatto

Tutto questo male oscura i miei sensi
non trovo più la maniglia
per aprire ad una parte migliore.
Ha oscuri diagrammi, il male,
nutrito di se stesso e della sua eco
negli occhi e sulla bocca di chi lo rimpolpa,
suo malgrado,
trasmettendone il morbo ogni volta che passivo
lo trattiene, lo ripete.
Come una zecca si attacca
nascosto nelle pieghe, insidioso
si fa abitudine
chiacchiera tra la gente
si impone, con voluttà
in una sorta di brivido di piacere
all’orrore immaginato, lappato sugli schermi,
un amplesso cui pochi si sottraggono,
alla sua bellezza sfregiata.
Siamo noi stessi, stolti,
cassa di risonanza
sicuri che il nostro perbene ci preservi.
Non basta
Non basta la nostra polpa buona
Non basta.
Ce lo diceva qualcuno
che forse abbiamo dimenticato
che ci prendeva per mano
che ci amava:
fate il bene, diceva,
ed era soldato, prima di noi,
veterano di molte cicatrici
contro l’orda barbarica di ogni giorno,
fate il bene
opponete il bene
gli scudi alzati
l’attività
l’azione
con la pazzia di un’ostinazione
disillusi dall’evidenza
fate il bene
in piccoli e grandi gesti,
in carità e giustizia
per sbarrare il passo
a quella morte che non uccide solo il corpo e l’anima,
anche la speranza di poter cambiare.

(Carla Sautto Malfatto, tutti i diritti riservati)

Continua a crescere la Cittadella dello sport

Da: Comune di Comacchio

Sorgerà nel Villaggio Raibosola un nuovo impianto sportivo coperto “innovativo per il territorio, dedicato alle discipline sportive ritenute, a torto, minori – ha dichiarato in Sala Consiglio, durante la conferenza stampa odierna, l’Assessore allo Sport e ai Lavori Pubblici Stefano Parmiani -, che attirerà indubbiamente non solo coloro che non amano spostarsi altrove, ma anche tanti sportivi da altre località. E’ un importante, ulteriore tassello della nascente Cittadella dello sport.” Il progetto definitivo illustrato questa mattina alla stampa, impostato su un quadro economico da 2 milioni di euro, prevede la costruzione di un impianto polifunzionale di 55 metri di larghezza per 25 metri di lunghezza e 11 metri di altezza, comprensivo di una struttura con 4 campi da beach tennis in sabbia e di una seconda struttura con palestre dedicate al fitness, oltre a sala bar e a campo da basket play ground, scoperto. “L’edificio si snoda su due piani con impiantistica separata – ha sottolineato il progettista Aldo Malano – ipotizzando una gestione per la sala bar e una gestione per le palestre, tenendo separati i relativi consumi. L’impiego di energie rinnovabili con 10 pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua ed il ricorso a pannelli fotovoltaici risponde a quei principi di sostenibilità ambientale ed energetica, sottesi a tutti gli aspetti progettuali dell’opera.” Sarà realizzata una struttura non impattante dal punto di vista visivo, un involucro perimetrale in policarbonato alveolare, capace di riflettere il colore del cielo nelle sue diverse sfumature, alleggerendo al contempo l’effetto ottico del volume dell’edificio. Di giorno il colore della facciata potrà essere modulato, mentre di sera esso fungerà da lanterna, supportando la pubblica illuminazione. L’impianto a led è anch’esso teso al contenimento dei consumi energetici. Alla presentazione del progetto ha partecipato anche Alessio Colombi, ingegnere dello studio ColombiRoversi&associati di Ferrara, referente per gli aspetti strutturali del progetto, il quale ha evidenziato come “si sono voluti ridurre al nulla i problemi di manutenzione, realizzando una struttura leggera con travi metalliche traforate nell’anima.” Come ha poi spiegato il dirigente del settore Assetto e tutela del territorio, Claudio Fedozzi, “il progetto è stato ben impostato, traducendo i problemi strutturali in elementi progettuali esteticamente compatibili. In passato il villaggio Raibosola risultava sguarnito di servizi, ma la realizzazione della cittadella dello sport punta ad invertire questa polarità, integrando al centro storico e alla costa il villaggio Raibosola, quartiere periferico a cui l’amministrazione comunale ha assegnato un ruolo centrale.” L’opera finanziata dall’Istituto per il Credito Sportivo di Roma, come è avvenuto per il progetto relativo ala costruzione di uno skate park, ha riscontrato il favore del Sindaco Marco Fabbri. “Mi preme ringraziare tutti gli uffici ed i progettisti, perchè quando è uscito il bando il 10 agosto scorso, si sono rimboccati le maniche, mentre per la gran parte degli italiani quello era un periodo di vacanze e riposo. Le risorse stanziate sono significative, con uno sforzo non indifferente in termini di impegno, da parte di tutti. Anche con questo progetto si interpretano e sintetizzano numerose istanze inserite nell’Accordo territoriale di programma – ha aggiunto il Primo Cittadino -, siglato nel marzo 2014.” Il Comune di Comacchio in questi ultimi anni ha investito per la realizzazione e l’adeguamento di impianti sportivi una somma che si aggira sui 5 milioni di euro. “Mi immagino un ulteriore ampliamento per l’area in futuro – ha concluso il Sindaco-; serviranno nuove progettualità. Auspico inoltre per il Villaggio Raibosola un graduale e progressivo avvicinamento alla costa, perchè possa essere sempre più integrato alle altre aree limitrofe, anche in prospettiva della valorizzazione di valle Molino.”

La newsletter del 23 dicembre 2016

Da: Comune di Ferrara

TEATRO COMUNALE ABBADO – Domenica 1 gennaio alle 16. Dirige il Maestro Giorgio Fabbri
Le note del concerto di Capodanno dell’Orchestra ‘Gino Neri’ aprono il 2017 all’insegna della solidarietà

Anche per il Capodanno 2017 si conferma il tradizionale appuntamento al Teatro Comunale Claudio Abbado con l’Orchestra a plettro Gino Neri, in programma alle ore 16.

Sotto la guida del Maestro Giorgio Fabbri, e con la partecipazione del Molinella Ocarina Group il complesso proporrà brani d’opera, polche e valzer di Strauss, trascrizioni di alcuni fra i capolavori della musica classica e romantica e brani etnici in un repertorio in cui a mandolini e mandole si aggiungeranno quest’anno per la prima volta le popolari ocarine.

Il ricavato verrà devoluto al Gruppo Parkinson Estense.

I biglietti per il concerto, posto unico 7 euro, saranno in vendita alla Biglietteria del Teatro da lunedì 12 a giovedì 22 dicembre con orario 15.30 – 19.00 dal lunedì al venerdì e sabato 10.00 – 12.30 / 15.30 – 19.00. Da venerdì 23 dicembre gli eventuali biglietti rimasti invenduti saranno disponibili per l’acquisto sul sito www.teatrocomunaleferrara.it
La biglietteria sarà inoltre a disposizione del pubblico domenica 1 gennaio a partire dalle ore 15,00 sino ad inizio concerto

INFO: tel. 0532 202675, www.teatrocomunaleferrara.it

L’ORCHESTRA A PLETTRO “GINO NERI” è una formazione di strumenti a plettro organizzata come un’orchestra sinfonica. Accanto a mandolini e mandole, vi prendono posto strumenti a plettro unici al mondo, costruiti per poter eseguire un ampio repertorio orchestrale. Quello specifico conta oltre quattrocento brani, trascritti dai capolavori della musica classica e romantica. L’Orchestra “Gino Neri” è nata nel 1898, e nella sua lunga storia ha ottenuto primi premi assoluti in numerosi concorsi internazionali, ai quali ha partecipato a partire dal 1904. Ha realizzato numerose tournée all’estero: Francia, Belgio Olanda, Romania, Bulgaria, Cecoslovacchia, Jugoslavia, Svizzera, Germania, Tunisia, Russia, Galles, Spagna, Stati Uniti e più recentemente in Giappone. Ha all’attivo incisioni distribuite in tutto il mondo.
MOLINELLA OCARINA GROUP nasce nel 2012 da un’idea dei maestri Fulvio Carpanelli ed Emiliano Bernagozzi, già membri dello storico Gruppo Ocarinistico Budriese. La fondazione del Gruppo nasce dal desiderio di valorizzare e divulgare una tradizione locale unica ed originale in tutto il mondo, nata in terra bolognese (il primo concerto della storia fu tenuto proprio a Molinella da un Gruppo di musicisti Budriesi). Il Molinella Ocarina Group nel 2015 vince il Primo Premio ai Concorsi internazionali “Ludovico Agostini” di Portomaggiore, al Concorso Città di Pesaro “Gioacchino Rossini” e al Concorso Internazionale “Val Tidone”. Il Molinella Ocarina Group vanta già diverse esperienze concertistiche e partecipazioni a programmi radiofonici e televisivi. Il Gruppo è reduce da tournée internazionali a Taiwan, in Giappone e Corea del Sud.
GIORGIO FABBRI è concertista, compositore, direttore d’orchestra, attivo in Italia e all’estero; ha partecipato ad eventi con artisti come Pavarotti, Mirella Freni, Carla Fracci, ha diretto orchestre tra cui la Cappella di S. Pietroburgo, quella del Teatro Olimpico di Vicenza e della Magna Grecia, la Nova Amadeus di Roma, l’Orchestra da Camera di Bologna, la Città di Ferrara, la Giovane Sinfonia, l’Orchestra Filarmonica Città di Adria. Per la Tactus ha registrato come direttore, musiche per oboe e orchestra e melologhi di Vittore Veneziani con la voce di Arnoldo Foà, con cui ha inciso all’organo il CD “I Fioretti di S. Francesco”. Al cembalo ha inciso per Brilliant, Velut Luna e Sony-Deutsche Harmonia Mundi, con gli ensemble La Magnifica Comunità e La Follia Barocca. Ha pubblicato “Come un’orchestra”, con la presentazione di Salvatore Accardo (Franco Angeli editore). Direttore della Gino Neri dal 1995 al 2000, ha vinto nel 1998 il I Premio al Concorso Internazionale Sartori e ha diretto per la RAI la colonna sonora del film “Ferrara” di Florestano Vancini. Dal 2011 di nuovo alla guida della Gino Neri, l’ha diretta nella registrazione del CD “Giglio Fiorentino” (edito da Tactus e distribuito da Naxos), e con l’Ensemble da Camera Gino Neri ha vinto nel 2015 il II Premio al Concorso Internazionale Sartori di Trento. Dal 1998 al 2010 è stato Direttore dei Conservatori di Musica di Adria e di Ferrara.

ASSESSORATO ALLA SANITA’ – Rendiconta i servizi erogati dalle due aziende e i costi nel comprensorio del distretto centro-nord della provincia
Presentato il Bilancio Sociale 2015 di ASP di Ferrara e ASSP di Copparo.

ASP di Ferrara e ASSP di Copparo hanno presentato mercoledì 21 dicembre in conferenza stampa il bilancio sociale 2015. Il documento rendiconta i servizi erogati dalle due aziende e i relativi costi nel comprensorio del distretto centro-nord della provincia di Ferrara. Dal 2013 al 2015 – questi gli anni cui si riferiscono i dati – il trend è in aumento sia per le richieste che per la presa in carico della popolazione fragile a fronte di una diminuzione delle risorse a disposizione.
Angela Alvisi presidente ASP “aumentano i minori in carico e le persone che si rivolgono ai servizi sociali per difficoltà indotte dalla crisi economica” – il 10% della popolazione minorile residente nel territorio di ASP è in carico ai servizi sociali e le persone in disagio “nuove povertà” sono quasi raddoppiate dal 2013 al 2015 (da 360 a 583).
Il territorio dell’ASSP Unione Terre e Fiumi ha una conformazione diversa “la situazione è, comunque, speculare aggravata dal calo del Fondo per la non autosufficienza – riporta il presidente di ASSP Maurizio Braghini – a fronte di un incremento della popolazione anziana in carico” 1302 sono gli anziani che fruiscono di servizi sia al domicilio che in strutture residenziali; triplicato il numero dei pasti a domicilio dal 2014 al 2015 (da 38 a 92).
L’aumento dei bisogni è esponenziale per le due aziende; i minori non accompagnati, la perdita di occupazione e della casa, l’aumento della fragilità delle persone anziane. Solo nel primo mese di attivazione del SIA (ottobre 2016) sono 300 le persone che a Ferrara e nel Copparese hanno fatto domanda per accedere ai fondi di contrasto alla povertà stanziati dal governo – riportano Federica Rolli e Norma Bellini, direttori di ASP e di ASSP – segno dei bisogni che cambiano e della necessità di ricercare nuove forme d’intervento.
Le aziende stanno lavorando sul modello organizzativo, come sottolinea l’Assessore al Welfare dell’Unione Terre e fiumi Antonio Giannini “abbiamo rivisto la gestione e ricercato nuove strategie per mantenere la qualità dei servizi”. In chiusura l’Assessore ai Servizi sociali di Ferrara Chiara Sapigni rimarca gli esiti della contrazione economica “la crisi ha messo a dura prova le famiglie e le risposte devono essere complessive e trasversali, le nuove misure del SIA e il RES hanno una copertura di tre anni”.

CONFERENZA STAMPA – Martedì 27 dicembre alle 11.30 nella sala Giunta della residenza municipale
Festa di Capodanno: illustrazione dei provvedimenti di sicurezza

Martedì 27 dicembre 2016 alle 11.30 nella Sala Giunta della residenza municipale si terrà una conferenza stampa di illustrazione dei provvedimenti di sicurezza legati alla manifestazione della festa di Capodanno in piazza.
All’incontro coi giornalisti interverranno il sindaco del Comune di Ferrara Tiziano Tagliani, l’assessore al Commercio Roberto Serra e un rappresentante della Questura di Ferrara.

CONFERENZA STAMPA – Mercoledì 28 dicembre alle 11 nella sala Arazzi della residenza municipale
Presentazione della 26.a edizione della ‘Befana dello sport’

Mercoledì 28 dicembre alle 11, nella sala degli Arazzi della residenza municipale, sarà presentato alla stampa il programma della 26.a edizione della ‘Befana dello sport’, manifestazione di sport, spettacolo e solidarietà in programma il prossimo 5 gennaio al Palasport comunale (Pala Hilton Pharma).

Interverranno all’incontro l’assessore comunale allo Sport Simone Merli, la presidente e il referente del Comitato organizzatore Luciana Pareschi e Fausto Bertoncelli, il responsabile dell’Ufficio comunale Sport Tempo libero Fausto Molinari, il presentatore della manifestazione Alessandro Sovrani, il referente organizzativo Andrea Ansaloni insieme ad altri membri del gruppo organizzatore, rappresentanti degli sponsor e delle società sportive e delle associazioni di volontariato coinvolte.

POLIZIA MUNICIPALE – Sabato 24 dicembre: indicazioni per l’accesso allo stadio Mazza e la sosta nelle aree limitrofe
I provvedimenti di viabilità in occasione della partita di calcio Spal – Ternana

Anche in occasione della partita di calcio Spal – Ternana, che si disputerà sabato 24 dicembre alle 15.00, verranno adottati particolari provvedimenti di viabilità per garantire un corretto e sicuro afflusso dei tifosi, sia ospiti che locali, allo stadio Paolo Mazza di Ferrara.
L’area riservata al parcheggio dei veicoli dei tifosi ospiti sarà quella solitamente a loro riservata di corso Vittorio Veneto, nel tratto compreso tra corso Piave e via Cassoli, mentre per i tifosi locali viene confermato il parcheggio a loro dedicato in viale IV Novembre con accesso e uscita dal varco di viale Costituzione/viale Cavour.
Il viale IV Novembre pertanto, chiuso alla normale circolazione veicolare, sarà di fatto a fondo chiuso con sbarramento all’intersezione con via Fortezza.
L’afflusso dei tifosi locali allo stadio, siano essi a piedi, in velocipede od in auto, dovrà avvenire esclusivamente dal lato di viale IV Novembre ovvero sfruttando le vie Ortigara, Paolo V o Fortezza.

Inoltre si evidenzia quanto segue:

l’accesso allo stadio dei veicoli dei disabili per raggiungere le aree a loro riservate di Corso Piave e Paolo V e degli autorizzati a raggiungere il parcheggio interno allo stadio, dovrà avvenire dal varco di via Fortezza/Casteltedaldo raggiungibile da via Podgora – piazza XXIV Maggio – via Casteltedaldo;
è consigliabile per coloro che raggiungono lo stadio con il proprio velocipede di non sostare lo stesso nella via Paolo V poiché al termine della partita, la stessa via, dall’intersezione con corso Piave, potrebbe essere inibita al transito anche pedonale fintanto che non si sarà esaurito il deflusso dei tifosi ospiti;
per consentire la realizzazione degli appositi sbarramenti a separazione delle tifoserie, verrà inibita la circolazione veicolare in corso Vittorio Veneto, in via Cassoli e in corso Piave a partire dalle 10.30. Sarà comunque consentita la circolazione pedonale ciclabile sino al momento della chiusura totale della viabilità prevista per le 12.30;
considerato lo sbarramento che verrà realizzato all’intersezione tra corso Vittorio Veneto e via Cassoli, il tratto dello stesso corso Vittorio Veneto compreso tra via Cassoli e via Poledrelli, sarà di fatto a fondo chiuso, con ingresso ed uscita dalla via Poledrelli. Sempre a fondo chiuso sarà anche il tratto di via Fiume compreso tra via Pasubio e corso Piave;
i divieti di sosta nelle aree adiacenti lo stadio che riguardano via Ortigara da corso Piave a via Poledrelli, corso Piave da viale IV Novembre a viale Vittorio Veneto, via Fortezza da via Casteltedaldo a corso Piave, via Montegrappa, via Cassoli da viale IV Novembre a corso Vittorio Veneto e corso Vittorio Veneto da piazza XXIV Maggio a via Poledrelli, saranno in vigore dalle 7.00;
Inoltre, l’accesso allo stadio da parte dei tifosi locali, sarà inibito già dalle intersezioni corso Isonzo/corso Piave e corso Isonzo/via Cassoli.
Il traffico veicolare, dalle 12.30, oltre che nelle citate intersezioni, sarà inibito come al solito alle intersezioni viale IV Novembre/via Darsena, viale IV Novembre/via Fortezza, corso Piave/via San Giacomo, via Cassoli/via Ticchioni e via Ortigara/via Poledrelli.
Dal parcheggio di viale IV Novembre, non sarà consentito accedere a corso Piave e a via Cassoli fintanto che non sarà completamente ripristinata la normale circolazione.

CULTURA – Mercoledì 28 dicembre alle 16.30 per la rassegna “Babbo Natale, gnomi e folletti” in piazza Municipale
Il teatro disegnato di Gek Tessaro torna alla Sala Estense

Mercoledì 28 dicembre alle 16.30 la diciannovesima edizione della rassegna natalizia “Babbo Natale, gnomi e folletti”, patrocinata dal Comune di Ferrara, si aprirà, come di consueto, alla Sala Estense (piazza Municipale, Ferrara), con lo spettacolo Il Circo delle Nuvole, di e con un pluripremiato scrittore e pittore per l’infanzia, il veronese Gek Tessaro che presenta uno spettacolo magico e iridescente fatto di immagini e poesia.

Quello di mercoledì pomeriggio alle Duchesse sarà un tuffo nella fantasia, nelle immagini, nei suoni e nella poesia. Gek Tessaro, il celebre illustratore e autore di libri per l’infanzia, sarà ospite della rassegna estiva organizzata dal Baule Volante per offrire alle famiglie una serata insolita e divertente, una festa per gli occhi e per i cuori.
Fra luci, colori e disegni realizzati in diretta con un uso sapiente della lavagna luminosa, Gek Tessaro racconterà una fiaba semplice e moderna, quella di Giuliano, un personaggio un po’ ingenuo che dovrà imparare molte cose sui valori della vita. Un eloquente passaggio dello spettacolo recita infatti: “Il signor Giuliano non è cattivo e nemmeno farabutto / ma per essere felice deve comperare tutto”. ..
La vicenda del signor Giuliano prosegue poi fra luci, suoni, colori cangianti e disegni che si creano e si trasformano sotto gli occhi dei bambini: quando tutto è già suo, altro non gli rimane che comperarsi il cielo. E in cielo, sopra le nuvole, troverà un circo, un circo molto speciale fatto di personaggi bizzarri e poetici, scherzi della natura e creature improbabili. Giuliano diventerà il padrone del circo sarà anche l’unico ad assistere dello spettacolo che sta per cominciare sulla pista. Ma governa qualcosa che è fatto di nuvole, di niente, della materia dei sogni e alla fine si dovrà rassegnare: non tutto si può comperare…”
Autore poliedrico, Gek Tessaro si muove fra letteratura per l’infanzia e teatro.
Ha ricevuto il Premio Andersen 2010 quale miglior autore completo. Le sue pubblicazioni per l’infanzia hanno conseguito importanti riconoscimenti nazionali, fra i maggiori, si possono citare Il fatto è (Lapis) che ha conseguito il premio nazionale Nati per Leggere 2011, e Il cuore di Chisciotte (Carthusia): Premio Andersen 2012 come miglior albo illustrato.
Dal suo interesse per “Il disegnare parlato, il disegno che racconta” nasce “il teatro disegnato”: sfruttando le impensabili doti della lavagna luminosa, e con una tecnica originalissima, Gek Tessaro dà vita a narrazioni tratte dai suoi testi e le sue innate capacità di osservazione e di sintesi si riversano in performance teatrali coinvolgenti ed efficaci.
Il circo della nuvole, rieditato quest’anno dalla casa editrice Lapis, è uno dei testi più delicati e poetici dell’artista, che riconcilia gli adulti con la propria infanzia e dona ai bambini fantasie delicate e sognanti.
Ne ricordiamo uno dei passaggi più significativi: “E’ facile sollevare un treno coi vagoni/quindici uomini anche se sono ciccioni/un sacco di patate, una mucca intera/un camion, una moto e una grassa parrucchiera./Ma prova a sollevare chi solo si sente/E vedrai che non è una cosa facile per niente/Ci vuole una forza davvero straordinaria/perché chi è a terra si senta per aria./Questo è l’uomo più forte, più forte che ho incontrato/ha sollevato me che ero stato abbandonato/Questo è l’uomo più forte, più forte dell’universo/ha sollevato me, me che mi ero perso”.

Per tutti i bambini dai 4 ai 10 anni.

Inizio spettacoli: ore 16,30 (la biglietteria apre a partire dalle ore 15,30). Biglietti adulti € 6, bambini € 5. Il giorno stesso di ogni spettacolo, dalle 10 alle 12 è possibile effettuare prenotazioni telefoniche con assegnazione di posto telefonando al numero 0532 770458.

Per info: Il Baule Volante, Andrea Lugli e Paola Storari, tel. 0532 770458, cell. 347 9386676.

Il programma di tutta la rassegna di spettacoli “Babbo Natale, gnomi e folletti” è consultabile su CronacaComune.

CULTURA E SOCIETA’ – Mercoledì 18 gennaio 2017 alle 20.45 al cinema San Benedetto (via Don Tazzoli 11)
“Giuseppe Dossetti con Dio e con la storia”, serata dedicata all’impegno di un prete

Mercoledì 18 gennaio 2017 alle 20.45 al cinema San Benedetto, via Don Tazzoli 11 a Ferrara, in occasione del ventesimo anniversario della morte, si terrà una serata di approfondimento dal titolo “Giuseppe Dossetti con Dio e con la storia”. La riflessione verterà sulla significativa figura di questo importante protagonista della Costituente e del rinnovamento Conciliare.

Nel corso dell’incontro sarà proiettato il film documentario “Quanto resta della notte?” dedicato alla sua vita. Seguiranno gli interventi di Lorenzo K. Stanzani, regista del film, del prof. Roberto Villa, che ne analizzerà il profilo storico e di Giovanni Paolo Tasini, fratello della Piccola Famiglia dell’Annunziata, che ne presenterà la figura spirituale.

Nell’attuale fase storica contrassegnata da grande incertezza e disorientamento, la figura di Dossetti può essere per tutti un importante riferimento per una vita di impegno civile imperniata sul dialogo e sulla ricerca di valori condivisi e una significativa testimonianza per mantenere vivo il cammino di rinnovamento Conciliare.

L’incontro, patrocinato dal Comune di Ferrara, è organizzato da Azione Cattolica, Salesiani, Agesci-zona di Ferrara, Masci, Rinascita Cristiana, Acli, Ferrara Bene Comune e IBO Italia.

I cittadini sono invitati.

Per info: referente Alessandra Guerrini, cell. 333-2033309

La newsletter del 22 dicembre 2016

Da: Comune di Ferrara

PIANO NEVE E GHIACCIO – Il Settore Opere pubbliche e Mobilità del Comune gestisce le operazioni. Gli avvisi della Protezione Civile regionale
Cosa fare e a chi rivolgersi in caso di neve e ghiaccio

>> GLI AVVISI DELLA PROTEZIONE CIVILE EMILIA ROMAGNA (link al sito regionale)

Sono state riconfermate per la stagione invernale 2016-17 dal Settore Opere pubbliche e Mobilità le modalità del “Piano Neve e Ghiaccio”, attivate nel 2010, che vedono all’interno del Comune la “centrale operativa” per affrontare le criticità in caso di neve e ghiaccio nel territorio comunale. Sono dieci i dipendenti comunali del Settore Opere Pubbliche e Mobilità, che fino al marzo prossimo coordineranno la Centrale Operativa per la gestione sia del Piano Neve, sia delle altre attività di emergenza e di routine relative alla viabilità nel periodo invernale, occupandosi principalmente delle operazioni di salatura delle strade e di sgombero della neve. In caso di precipitazioni nevose, la Centrale sarà attivata con operatività 24 ore su 24, attraverso la rotazione del personale a disposizione su tre diverse fasce orarie.

I 38 mezzi dedicati, tra spartineve e spargisale, sono forniti da un consorzio di aziende locali sulla base di un contratto di appalto.

Materiale informativo relativo al Piano Neve, che contiene riferimenti telefonici utili, istruzioni e consigli da seguire in caso di precipitazioni nevose o presenza di ghiaccio, sarà distribuito nei prossimi giorni nelle sedi comunali aperte al pubblico.

>> LA SCHEDA (testo del pieghevole “Il Piano Neve” del Comune di Ferrara)

IL PIANO NEVE – Il piano, predisposto dal Comune di Ferrara, prevede diversi livelli di intervento in relazione alle caratteristiche della situazione meteorologica da affrontare. Ogni precipitazione nevosa viene valutata in base a temperatura, grado di umidità, presenza di vento e pioggia. Il Comune di Ferrara, anche su indicazione della Protezione Civile Emilia-Romagna, valuterà e attiverà l’azione più adeguata, tenendo monitorata la situazione meteorologica per tutto il periodo dell’evento.Inoltre opererà – in sinergia con gli altri Enti e Istituzioni competenti – per predisporre interventi che assicurino il regolare funzionamento delle attività pubbliche della città. Il Prefetto e il Sindaco, in caso di emergenza, potranno disporre misure straordinarie per garantire la sicurezza dei cittadini.

LA RETE VIARIA DEL COMUNE – Viabilità principale > 120 km. Viabilità secondaria > 450 km

IN CASO DI GHIACCIO

Salatura preventiva: viene effettuata in previsione di importanti abbassamenti della temperatura per evitare la formazione di ghiaccio in punti particolarmente nevralgici o pericolosi per la viabilità. In caso di temperature molto rigide il trattamento può essere esteso su tutto il tratto della viabilità principale.

IN CASO DI NEVE

Salatura in presenza di neve: viene effettuata sulla viabilità principale in caso di precipitazioni che determinino la formazione di manto nevoso. L’intervento, se necessario, può essere esteso anche sulla viabilità secondaria.
Rimozione neve con intervento di lama spartineve: viene effettuata sulla viabilità principale in caso di forti nevicate con formazione di consistente manto nevoso. L’intervento, se necessario, può essere esteso anche sulla viabilità secondaria.
Salatura antighiaccio: l’intervento può rendersi necessario in caso di forti abbassamenti di temperatura per evitare il formarsi di ghiaccio e viene effettuato con lame in abbinamento al servizio di rimozione neve.

INDICAZIONI PER I CITTADINI

> Massima prudenza

> Uscire di casa solo se necessario

> Mantenersi sempre informati e aggiornati sulla situazione di emergenza (mezzi di comunicazione)

> Procurarsi sale, pale e badili, come consuetudine, nei negozi di bricolage e di materiale per l’edilizia, nelle ferramenta, nei supermercati, ecc.

> Fare scorte alimentari, soprattutto per anziani e persone con difficoltà motorie

> Non camminare in stretta vicinanza ad alberi. Nella fase di disgelo fare attenzione alla neve che si stacca da tetti e cornicioni

> Utilizzare scarpe adatte

> Non utilizzare mezzi di trasporto su due ruote

> Se possibile, parcheggiare le auto in rimesse o comunque in modo corretto per non ostacolare l’intervento dei mezzi spargisale e per la rimozione neve

> Pulire il marciapiede di fronte al proprio ingresso, spostando ghiaccio e neve ai margini della strada (regolamento comunale)

> Munirsi di catene e pneumatici da neve

UTILIZZO DEL SALE – Il sale scioglie ghiaccio e neve se hanno spessore limitato, quindi se la neve è alta è necessario prima rimuoverla con la pala. Non usare acqua per eliminare strati e cumuli di ghiaccio e neve, soprattutto se prima è stato sparso sale.

ANZIANI IN CASA. MA NON DA SOLI!

Il Comune di Ferrara propone a chi ha più di 75 anni un aiuto concreto per risolvere alcuni problemi quotidiani. In caso di neve il Progetto Giuseppina offre alcune risposte:

– accompagnamento a visite mediche, terapie e altro;

– consegna gratuita della spesa e dei farmaci a domicilio.

E’ sufficiente telefonare al >>> NUMERO VERDE gratuito 800 072 110. E’ possibile, allo stesso numero, aderire al servizio di teleassistenza per essere costantemente seguiti con telefonate periodiche che garantiscono compagnia e sicurezza.

PERSONE CON DISABILITA’

Servizio di accompagnamento sociale “MUOVERSI”, rivolto alle persone con disabilità del territorio comunale, al quale rivolgersi per richieste di trasporto: telefono 0532-903994,

e-mail: muoversi@integrazionelavoro.org

PER ESSERE INFORMATI – Leggere i quotidiani locali, ascoltare telegiornali o radiogiornali; collegarsi al sito del Comune di Ferrara [www.comune.fe.it].

MAGGIORI INFORMAZIONI – Polizia Municipale di Ferrara – tel. 0532-418600 oppure 418601 [attivo 24 ore su 24]; Urp – Ufficio Relazioni con il Pubblico – tel. 0532 419758 -0532 419760 e.mail urp@comune.fe.it

PIANO NEVE e-mail: piano.neve@comune.fe.it

CASTELLO ESTENSE – Dal 28 dicembre al 4 gennaio chiusura temporanea della mostra ‘L’arte per l’arte’
Nel periodo delle festività natalizie variazioni d’orari e percorsi al Museo del Castello estense

Per consentire la realizzazione dello spettacolo pirotecnico di Capodanno ‘Incendio al Castello’, nel periodo dal 28 dicembre al 4 gennaio prossimi, sarà temporaneamente disallestita, per motivi di sicurezza, l’esposizione “L’arte per l’arte. Da Previati a Mentessi, da Boldini a De Pisis. Un nuovo percorso al Castello Estense”.
Ciò comporterà la chiusura al pubblico dell’ala sud e dei camerini del Museo del Castello Estense dal 28 dicembre 2016 al 4 gennaio 2017. Il percorso museale sarà comunque visitabile fino all’ala sud a tariffa ridotta (sconto di 2 euro sui biglietti interi e ridotti).

Nelle giornate del 30 e 31 dicembre 2016 sarà inoltre chiusa al pubblico la Torre dei Leoni.
Il 25 dicembre il Museo sarà chiuso, mentre il 26 dicembre sarà aperto.
L’1 gennaio l’orario di apertura sarà dalle 13.30 alle 18.30 e il Museo resterà aperto anche nella giornata di lunedì 2 gennaio.

Per informazioni e prenotazioni:
Biglietteria Castello Estense
Largo Castello – Ferrara
tel. 0532 299233 – castelloestense@comune.fe.it – www.castelloestense.it

BIBLIOTECHE E ARCHIVI – Sabato 7 gennaio chiuse tutte le strutture
Orari di apertura ridotti nelle biblioteche comunali nel periodo delle festività natalizie

Come ogni anno, nel periodo delle festività natalizie le biblioteche e gli archivi comunali subiranno una temporanea riduzione delle attività al pubblico.
Queste in dettaglio le variazioni previste:
– biblioteca Ariostea (via Scienze 17): limitazione dei servizi al pubblico alla sola fascia antimeridiana (da lunedì a venerdì dalle 9 alle 13.30, il sabato dalle 9 alle 13) nel periodo dal 27 dicembre 2016 al 5 gennaio 2017; la Sezione Manoscritti anticiperà la riduzione oraria sin dal 19 dicembre;
– biblioteca Luppi di Porotto (via Arginone 320): chiusura dal 27 dicembre 2016 al 5 gennaio 2017;
– biblioteca Tebaldi (via Ferrariola 12): chiusura dal 27 al 30 dicembre 2016;
– Archivio storico comunale: limitazione del servizio al pubblico nella sola fascia antimeridiana dal 27 al 30 dicembre 2016
Sabato 7 gennaio 2017 saranno chiuse tutte le biblioteche comunali (Ariostea, Bassani, Rodari, Luppi, Tebaldi) e l’Archivio storico.
Dal 9 gennaio 2017 tutte le strutture riprenderanno la loro normale programmazione.

CULTURA E SOLIDARIETA’ – I fondi ricavati dalla vendita dei cataloghi saranno devoluti alle zone terremotate del Centro Italia
Palazzo dei Diamanti, 10mila euro per le popolazioni colpite dal sisma

Nelle scorse settimane la Fondazione Ferrara Arte ha promosso l’iniziativa a sostegno delle popolazioni terremotate del centro Italia attraverso la vendita, a un prezzo davvero speciale presso il bookshop e online sul sito palazzodiamanti.it, dei cataloghi di alcune delle mostre ospitate da Palazzo dei Diamanti negli ultimi anni.

I cittadini ferraresi, che conoscono da vicino cosa significhi un sisma come quello che ha sconvolto il cuore dell’Italia, e il pubblico in generale, hanno risposto con grande entusiasmo e solidarietà raggiungendo un risultato davvero importante. Grazie alla loro generosità sono stati infatti raccolti circa 10mila euro, a fronte di più di 2mila volumi venduti.
Il ricavato sarà integralmente devoluto alla Protezione Civile per poter essere utilizzato nelle forme e nei luoghi che essa stabilirà.

Per info: tel. 0532 244949, sito www.palazzodiamanti.it

Comunicazione a cura di Gallerie civiche d’arte moderna e contemporanea

CULTURA – Giovedì 22 dicembre alle 21 al centro sociale La Rivana in via Gaetano Pesci
Concerto di Natale della Banda Filarmonica comunale Ludovico Ariosto

La Banda filarmonica comunale Ludovico Ariosto – citta’ di Ferrara terrà il Concerto di Natale 2016 al centro sociale “Rivana”, in via Gaetano Pesci 181, giovedì 22 dicembre alle 21.
Dirige il maestro Stefano Caleffi con la partecipazione straordinaria del sassofonista Marco Gerboni. La serata è organizzata con il patrocinio del Comune di Ferrara.

L’ingresso è gratuito.

CONFERENZA STAMPA – Giovedì 22 Dicembre alle 15, nella sala degli Arazzi in Residenza Municipale (piazza Municipio 2 – FE)
Bilancio delle attività messe in campo dall’Amministrazione comunale nel 2016

Giovedì 22 Dicembre alle 15, nella sala degli Arazzi in Residenza Municipale (piazza Municipio 2), il sindaco Tiziano Tagliani e gli Assessori della Giunta comunale incontreranno i giornalisti.

Nel corso dell’incontro verrà illustrato il bilancio delle attività messe in campo nel 2016.

>> MATERIALE SCARICABILE IN FONDO ALLA PAGINA

– schede LAVORI PUBBLICI E MOBILITA’

– AUDIO CONFERENZA STAMPA interventi di Tiziano Tagliani, Massimo Maisto, Annalisa Felletti, Caterina Ferri, Chiara Sapigni, Simone Merli, Roberta Fusari, Roberto Serra, Luca Vaccari, Aldo Modonesi.

FERRARA FIERE – Sabato 24 dicembre alle 15 l’apertura fino a domenica 8 gennaio e nei weekend del 14, 15 e 21, 22 gennaio
Winter Wonderland, via alla quarta stagione del parco divertimenti al coperto

Il parco divertimenti indoor più grande d’Italia aprirà i battenti al pubblico nel pomeriggio di sabato 24 dicembre, alle 15, in quella che sarà l’inaugurazione della quarta stagione di Winter Wonderland.

Un appuntamento con il divertimento che tornerà a colorare i ventiquattromila metri quadrati del quartiere fieristico di Ferrara dal 24 dicembre all’8 gennaio e nei weekend 14, 15 e 21, 22 gennaio.

Winter Wonderland si propone al pubblico con oltre 30 attrazioni e tanti appuntamenti per bambini, giovani e famiglie: dallo Spal Day del 27 dicembre a Comixland, che ospiterà personaggi quali Giorgio Vanni, il re delle sigle dei cartoni animati, e iPantellas – i famosissimi youtubers, dai musical dei Muffins “Il Natale dei giocattoli” al concerto del 30 dicembre di Cristina D’Avena e Andrea Poltronieri.

Da non perdere anche la festa di Capodanno, lo show di ginnastica ritmica delle “Farfalle estensi” del 2 gennaio, l’arrivo della Befana il 6 gennaio e il Winter Carnival.

Oltre alle classiche attrazioni come l’Autoscontro, il Brucomela, il Tagadà e la Piovra, quest’anno ci sarà anche il Santa Claus Express, il trenino che condurrà grandi e piccini nel Villaggio di Babbo Natale.
Tra gli appuntamenti giornalieri il Christmas Circus che, con tre spettacoli giornalieri, farà viaggiare la fantasia tra sogno e magia ne “La Bottega Incantata” del circo Ivanov. Spazio anche agli elfi che animeranno il Villaggio di Babbo Natale, a Winterello, la mascotte della manifestazione che farà ballare tutti in allegria e ai laboratori per bambini, i truccabimbi e il contest fotografico.

In occasione del taglio del nastro, l’ingresso in fiera sarà gratuito per tutti i visitatori. L’occasione sarà propizia per concedere a tutti i bambini la gioia di raggiungere, comodamente seduti sul trenino di Santa Claus, il tanto amato Babbo Natale e consegnargli di persona la propria letterina.

Winter Wonderland – Natale in Giostra 2016-2017 è organizzato da Eventi e Spettacoli in collaborazione con Ferrara Fiere Congressi ed è patrocinato dal Comune di Ferrara. Tra i supporter: Ikea, McDonald’s, Radio Bruno, Centro Commerciale Il Castello e Spal 2013.

Per info: Ufficio stampa, Elenora Manfredini, info@mediainside.it, cell. 349 5736971, www.winterwonderlanditalia.com

Comunicato a cura di Ferrara Fiere

NATALE E’ IN CENTRO – Gli appuntamenti di sabato 24 dicembre
La musica protagonista in piazza Castello la Vigilia di Natale

La vigilia di Natale in piazza non sarà solamente acquisti, auguri e cioccolate calde, ma anche musica e divertimento, con il concerto di Natale organizzato dall’ATI composta da Delphi International, Made Eventi e Sapori d’Amare.
Sul palco allestito in piazza Castello, sabato 24 dicembre dalle 16.30, si alterneranno voci nuove e note jazz. Apriranno il concerto tre giovanissime, tutte di 16 anni, ma già apprezzate nel panorama nazionale degli esordienti. Le ferraresi Francesca Checchi, giovane promessa del mondo della musica leggera, e Chiara Sandrini, migliori voce esordiente ai Sanremo Music Awards 2016, hanno davanti un 2017 davvero importante con l’uscita per entrambe del primo disco e la realizzazione del primo video clip. Da Rovigo arriva invece Katrin Roselli, che ha vinto il Premio Categoria Autori Warner Chappel di Andrea Amati al Sanremo Music Awards 2015.
Spazio poi ai ‘Souvenir de Noel’, ensemble jazz che avvolgerà piazza Castello con le calde note di rivisitazioni swing e latin di classici americani anni’50: Jingle Bell in cha cha cha, White Christmas in latin lounge, Santa Claus Is coming to town in bossa nova e tante altre canzoni della tradizione con arrangiamenti particolari. L’ensemble è composto da Miriam Mazzanti (voce), Gianmarco Banzi (pianoforte), Antonio Torello (contrabbasso), Maurizio Sgarbi (chitarra) e Simone Garutti (batteria). Ospite d’eccezione per questa tappa ferrarese, collaboratore e amico dei Souvenir De Noel, sarà Roberto Manuzzi (sax tenore e armonica cromatica), musicista apprezzato a livello nazionale e coordinatore dei corsi di jazz, oltre che docente di musica di insieme jazz, per il Conservatorio G. Frescobaldi.
Sempre aperti (orari 10-13 / 14-20 / 21-13) anche la pista da sci e da pattinaggio al Decathlon Ice Park di piazza XXIV Maggio, per divertirsi in famiglia o con gli amici durante i giorni di festa, e magari per un aperitivo al punto ristoro di Nonno Umberto.

Tutte le iniziative di ‘Natale è in centro a Ferrara’ sono a cura dell’Ati composta da Delphi International, Made Eventi e Sapori da Mare, in collaborazione con il Comune di Ferrara.

Programma completo sul sito: www.capodannoferrara.com

Per le modifiche alla viabilità e i parcheggi straordinari in centro storico nei fine settimana di dicembre v. CronacaComune del 30 novembre

PUBBLICA ISTRUZIONE – Spettacolo conclusivo venerdì 23 dicembre alle 12 alla De Pisis
Gli auguri in coro delle scuole “G. Matteotti” e “F.De Pisis”

Grande successo per l’Accademia musicale natalizia del coro d’Istituto composta dai bambini della scuola primaria “G. Matteotti” e dai ragazzi del laboratorio di canto corale della “F.De Pisis” condotto dal prof. Trambaioli.
La rappresentazione ha avuto luogo sabato 17 dicembre nella sede del teatro “Rivana Garden”. Gli allievi che sono stati preparati dai docenti della primaria e condotti da Cinzia Di Tommaso e Brunaldo Trambaioli, hanno coinvolto ed emozionato il folto pubblico dei familiari. Erano presenti in sala anche la vice dirigente Cinzia Occhi e la Dirigente Maria Gaiani che ha salutato la platea augurando ai partecipanti di vivere il prossimo Natale con lo spirito di uno dei brani presentati “aggiungendo un posto a tavola per chi è in difficoltà”.
L’Accademia, che è stata divisa in due turni a causa dell’elevato numero di partecipanti, ha visto, nella seconda parte, la partecipazione straordinaria di alcuni alunni delle classi di flauto traverso e clarinetto della secondaria “F.De Pisis” condotti dai docenti Giulia Battara e Claudio Miotto.
Sono stati proposti i seguenti brani “Tourdion”, “Si puo’ fare”, “Facile facile”, “Aggiungi un posto a tavola”, “Viva la vida”, “The more you give…the more you’ll have”, concludendo con un medley di canzoni natalizie per entrare a pieno nel clima gioioso delle prossime festività ed augurare a tutti un Natale di serenità…senza confini.
La sinergia tra bambini e ragazzi, che si sono cimentati in esecuzioni con il flauto dolce, accompagnamenti con le percussioni e semplici coreografie a fare da cornice ai brani eseguiti in coro, ha reso ricca e appassionante la rappresentazione.
Si ringraziano il Centro Rivana Garden, le famiglie degli alunni e tutti i docenti che hanno accompagnato bambini e ragazzi in quest’esperienza dall’alto valore educativo.
A conclusione delle attività musicali dell’Istituto, venerdì 23 dicembre, alle ore 12, presso la sede “F.De Pisis” i ragazzi di tutte le classi, diretti dal prof. Trambaioli presenteranno alcuni brani eseguiti con il flauto dolce e una selezione di canti corali. Allo spettacolo interverrà l’assessora alla Pubblica Istruzione del Comune di Ferrara Annalisa Felletti.

Un incontro promosso da Ascom sulla ZTL

Da: Ascom Ferrara

“La posizione di Ascom sulla questione della ZTL a Comacchio è sempre stata critica: da subito abbiamo esposto dubbi e perplessità – spiega Gianfranco Vitali, presidente Ascom Comacchio – e le testimonianze preoccupate dei commercianti sono la prova provata di quanto avevamo timore – e prosegue – e cioè che purtroppo si crei un centro storico blindato che sta letteralmente rischiando di chiudere le attività di vicinato della città del Trepponti. Abbiamo già chiesto all’Amministrazione comunale di incontrarci e di rivedere in modo più flessibile le regole di questa Zona Traffico Limitato. Ancora oggi nonostante le dichiarazioni pubbliche rilasciate alla stampa dal sindaco Fabbri le questioni e la rigidità nell’applicazione (gli orari del carico e scarico per esempio e per citare una situazione) sembrano tuttora irrisolte e lo testimoniano le proteste vibrate dei commercianti” tartassati dalle multe.
Ascom incontrerà gli operatori il 3 gennaio a partire dalle ore 20,30 nella sala del Teatrino dell’Asilo del Duomo (in via monsignor Menegazzi, 9) per fare il punto della situazione, raccogliere indicazioni, suggerimenti ed in questo modo presentarci al Comune per ottenere una soluzione che supporti il commercio di vicinato ed il turismo, non li penalizzi. Una città viva, vitale ed accessibile serve a tutti anche e sopratutto in considerazione della tanta pubblicizzata candidatura di Comacchio a futura capitale italiana della Cultura. Così come hanno una loro efficacia ed utilità gli eventi che come Ascom Confcommercio proponiamo periodicamente a Comacchio così come sull’intero territorio proprio per valorizzare adeguatamente i centri storici e supportare concretamente tutte le attività che lì lavorano” conclude Vitali.

3 giornate con burattini, marionette, musica e arti di strada

Da: Comune di Comacchio

E’ entrata nel vivo oggi, venerdì 23 dicembre, la rassegna ‘I Colori del Natale’, con tre giornate ricche di spettacoli ed animazione, che accenderanno l’atmosfera natalizia tra Comacchio ed il Lido Estensi. Diversi generi spettacolari, dai burattini alle arti di strada, dal fachirismo alle marionette, alla musica dal vivo coinvolgeranno gli spettatori di tutte le età, per regalare loro momenti di grande divertimento e di magia. Gli eventi sono particolarmente adatti al pubblico di ragazzi e famiglie, ma i denominatori comuni sono una comicità popolare ed un linguaggio immediato che, nel solco della tradizione della Commedia dell’Arte rendono l’intero programma di sicuro interesse per il pubblico di tutte le età.
Oggi, 23 dicembre nel capoluogo, dove la Bottega di Geppetto è tornata ad abbellire l’Antica Pescheria presso i Trepponti. Alle ore 16 I Burattini di Massimiliano Venturi hanno presentato ‘Una storia di Natale’: l’atmosfera natalizia arriva nel teatrino dei burattini e Fagiolino e Sganapino si preparano a modo loro alle festività, regalando risate e divertimento al pubblico di tutte le età.
Domani, 24 dicembre la rassegna si trasferisce Lido Estensi: dalle ore 15:30 viale Carducci sarà animato dalla musica dal vivo su trampoli di Zampanò; andrà in scena anche STORIE APPESE A UN FILO, spettacolo di marionette a cura della compagnia All’incirco, che sarà presentato in due tempi con inizio alle ore 15:30 e alle ore 17:00.
Lunedì 26 dicembre sarò di nuovo protagonista il centro storico di Comacchio, con un pomeriggio pieno di sorprese: alle ore 16 nell’Antica Pescheria I Burattini di Massimiliano Venturi presenteranno una nuova farsa a tema natalizio, mentre a seguire alle ore 16:30 ed alle ore 17:30 in Piazza Folegatti spazio alla compagnia Spettacoli Atuttotondo con LE PERIPEZIE ALCHEMICHE DI ANDRO. Assisteremo ad un concentrato di fachirismo, arti di strada e comicità, che lascerà a bocca aperta il pubblico di tutte le età.
Il programma si concluderà nelle giornate del 30 e 31 dicembre, sempre nel centro storico di Comacchio.
La rassegna è realizzata per il Comune di Comacchio da Teatro dell’Aglio e Briciole di Teatro, con il contributo della Regione Emilia Romagna, in collaborazione con Bialystok Produzioni e sotto la direzione artistica di Massimiliano Venturi. L’ingresso agli spettacoli è sempre gratuito. Il programma completo è scaricabile sul sito www.comacchioateatro.it. Per informazioni: 349 0807587.

Winter Wonderland, al via la quarta edizione

Da: Organizzatori

Il parco divertimenti indoor più grande d’Italia aprirà i battenti al pubblico nel pomeriggio di sabato 24 dicembre, alle ore 15, in quella che sarà l’inaugurazione della quarta stagione di Winter Wonderland.
Un appuntamento con il divertimento che tornerà a colorare i ventiquattromila metri quadrati del quartiere fieristico di Ferrara dal 24 dicembre all’8 gennaio e nei weekend 14, 15 e 21, 22 gennaio.
Winter Wonderland si propone al pubblico con oltre 30 attrazioni e tanti appuntamenti per bambini, giovani e famiglie: dallo Spal Day del 27 dicembre a Comixland, che ospiterà personaggi quali Giorgio Vanni, il re delle sigle dei cartoni animati, e iPantellas – i famosissimi youtubers, dai musical dei Muffins “Il Natale dei giocattoli” al concerto del 30 dicembre di Cristina D’Avena e Andrea Poltronieri. Da non perdere anche la festa di Capodanno, lo show di ginnastica ritmica delle “Farfalle estensi” del 2 gennaio, l’arrivo della Befana il 6 gennaio e il Winter Carnival.
Oltre alle classiche attrazioni come l’Autoscontro, il Brucomela, il Tagadà e la Piovra, quest’anno ci sarà anche il Santa Claus Express, il trenino che condurrà grandi e piccini nel Villaggio di Babbo Natale.
Tra gli appuntamenti giornalieri il Christmas Circus che, con tre spettacoli giornalieri, farà viaggiare la fantasia tra sogno e magia ne “La Bottega Incantata” del circo Ivanov. Spazio anche agli elfi che animeranno il Villaggio di Babbo Natale, a Winterello, la mascotte della manifestazione che farà ballare tutti in allegria e ai laboratori per bambini, i truccabimbi e il contest fotografico.
In occasione del taglio del nastro, previsto per le 15 di domani, l’ingresso in fiera sarà gratuito per tutti i visitatori. L’occasione sarà propizia per concedere a tutti i bambini la gioia di raggiungere, comodamente seduti sul trenino di Santa Claus, il tanto amato Babbo Natale e consegnargli di persona la propria letterina.
Winter Wonderland – Natale in Giostra 2016 – 2017 è organizzato da Eventi e Spettacoli in collaborazione con Ferrara Fiere Congressi ed è patrocinato dal Comune di Ferrara.
Tra i supporter: Ikea, Mc Donald’s, Radio Bruno, Centro Commerciale Il Castello e Spal 2013.

Nuove convenzioni UniFE per pratiche sportive dedicate a studenti con disabilità

Da: Università di Ferrara

Nuove convenzioni UniFE per la promozione di pratiche sportive dedicate a studentesse e studenti con disabilità

Proseguono le attività dell’Università di Ferrara promosse da Cristiana Fioravanti, delegata del Rettore alle Disabilità, nell’ambito delle azioni volte a incoraggiare e a sostenere e nelle pratiche sportive studentesse e studenti con disabilità.

Stiamo parlando delle tre convenzioni recentemente siglate da UniFe con Canoa Club Ferrara A.S.D. – Centro Avviamento Sport Paralimpico C.A.S.P., Centro Universitario Sportivo di Ferrara – C.U.S. e Comune di Ferrara, mirate alla promozione di attività motoria e sportiva per le studentesse e gli studenti con disabilita’ dell’Ateneo.

​Spiega Fioravanti: “Le convenzioni mirano a realizzare nuove opportunità di relazione e integrazione sociale per le giovani persone con special needs, promuovendo il raggiungimento di benefici legati allo svolgimento dell’attività motoria e sportiva. ​In particolare, la convenzione con il C.A.S.P. è già partita nello scorso novembre e circa una decina di studentesse e studenti stanno già partecipando alle attività proposte: nuoto (trimestre novembre/dicembre 2016 – gennaio 2017), canoa (trimestre maggio-giugno e luglio 2017), danza in carrozzina (bimestre marzo-aprile 2017) e judo (bimestre 15 settembre – 15 novembre 2017)”.

“E’ un risultato particolarmente significativo – aggiunge Fioravanti – in quanto il C.A.S.P. Ferrara è riconosciuto ai sensi dell’art. 3.2 dello Statuto del Comitato Italiano Paralimpico quale strumento per favorire la costruzione di un processo educativo sportivo nelle persone con disabilità allo scopo di produrre formazione ai valori paralimpici ed emersione dei giovani talenti paralimpici, offrendo un’efficace azione formativa di base ad ogni disabile, qualunque sia la sua condizione di partenza”.

Le convenzioni con C.U.S. Ferrara (per le discipline golf, canottaggio e tennis) e Comune di Ferrara (per tiro con l’arco e atletica leggera) sono già state approvate negli organi centrali dell’Ateneo nel mese di novembre e saranno attivate a breve.

10.000 euro per le zone terremotate

Da: Comune di Ferrara

Si è conclusa l’iniziativa di Palazzo dei Diamanti a favore delle popolazioni colpite dal sisma

Nelle scorse settimane la Fondazione Ferrara Arte ha promosso l’iniziativa a sostegno delle popolazioni terremotate del centro Italia attraverso la vendita, a un prezzo davvero speciale presso il bookshop e online sul sito palazzodiamanti.it, dei cataloghi di alcune delle mostre ospitate da Palazzo dei Diamanti negli ultimi anni.
I cittadini ferraresi, che conoscono da vicino cosa significhi un sisma come quello che ha sconvolto il cuore dell’Italia, e il pubblico in generale, hanno risposto con grande entusiasmo e solidarietà raggiungendo un risultato davvero importante.
Grazie alla loro generosità sono stati infatti raccolti circa 10.000 euro, a fronte di più di 2.000 volumi venduti.
Il ricavato sarà integralmente devoluto alla Protezione Civile per poter essere utilizzato nelle forme e nei luoghi che essa stabilirà.

Doppia premiazione per La Gara delle Vetrine e Dono di Natale

Da: Ascom Ferrara

Un lavoro intenso per valorizzare il centro storico di Poggio Renatico in occasione delle imminenti festività natalizie: vengono proposte le tradizionali attività congiunte tra Ascom Confcommercio e l’Amministrazione Comunale poggese in una sinergia proficua che anno dopo anno rinsalda la piena collaborazione tra l’ente pubblico e l’associazione di categoria ed il supporto della Pro Loco.

Due le iniziative in programma: la “Gara delle Vetrine” a tema natalizio (dove sono impegnate 25 attività commerciali). A questa si affianca l’ormai tradizionale evento “Dono di Natale” che prevede vengano omaggiati alcuni fortunati acquirenti che hanno effettuato acquisti nel periodo pre natalizio nei negozi del centro storico (sono una quarantina quelli coinvolti) che avevano aderito all’iniziativa di promo commercializzazione.

“Si tratta di progetti importanti per valorizzare con continuità il centro storico poggese .E’ l’occasione per ringraziare Ascom ed in particolare tutti i commercianti che con entusiasmo e professionalità rendono sempre più vitale ed ospitale la nostra comunità” considera l’assessore alle Attività Produttive Paola Zanella.

Il momento conclusivo con le doppie premiazioni di entrambi i concorsi – l’8 gennaio alle ore 10,00 come vuole tradizione – nella sede Ascom di Poggio Renatico nella centralissima via Matteotti 5.

Visita istituto Golinelli

Da: IIS di Argenta e Portomaggiore

Mercoledì 14 Dicembre gli studenti dell’IISAP Argenta – Portomaggiore, classi 4 A e 4 B Liceo Scientifico, si sono recati all’Opificio Golinelli di Bologna accompagnati dalle docenti Zaghi, Farina e Pallara.
Nell’ambito dell’area progettuale – Scienze in pratica – della Fondazione Golinelli, gli studenti hanno avuto la possibilità, presso i laboratori biotecnologici del Centro, di fare una concreta sperimentazione con metodologia hands-on. Gli alunni, guidati da tutor esperti, hanno partecipato all’attività con entusiasmo, confrontandosi con nuove metodiche ed usufruendo di attrezzature tecnologicamente avanzate.
L’uscita si inserisce nel Progetto di Istituto ‘Le Scienze in Laboratorio’ che ha come obiettivo quello di fornire agli studenti non solo una migliore e più concreta formazione nell’ambito delle scienze chimico-biologiche sperimentali, ma anche un valido strumento di orientamento per le successive scelte di studio e professionali.

Natale 2016: edizione strenna del ‘best seller’ di Francesco Scafuri

Da: Faust Edizioni

Alla ricerca della Ferrara perduta
(prefazione di Folco Quilici)

A più di un anno dall’uscita e un migliaio di copie vendute, torna in libreria in edizione -strenna natalizia (con una rinnovata e accattivante veste grafica), il volume storico-artistico Alla ricerca della Ferrara perduta: luoghi, personaggi, curiosità e misteri di Francesco Scafuri (Faust Edizioni, collana di Arte ‘Centomeraviglie’). La pubblicazione si fregia della prefazione di un concittadino d’eccezione, Folco Quilici, e il progetto di copertina è stato realizzato da Vassili Paizis, graphic designer numero uno del settore.
Trecento pagine in cui respirano strade e piazze, chiese e conventi, mura e porte, fontane e delizie, leggende e prodigi, con tavole fuori testo su carta patinata contenenti immagini rare o inedite, gran parte delle quali sono state messe a disposizione dallo stimato collezionista Alberto Cavallaroni.
Alla ricerca della Ferrara perduta raccoglie integralmente – in veste aggiornata e talora ampliata – la produzione giornalistica firmata da Scafuri sulla stampa quotidiana locale: 47 contributi de ‘il Resto del Carlino’ (tra il 2008 e il 2012) e sei de ‘la Nuova Ferrara’ (tra il 2011 e il 2014).

“Dunque un grazie, a Francesco Scafuri. Come concittadino e suo collega nella ricerca e nella divulgazione del bello e del raro.”
FOLCO QUILICI

FRANCESCO SCAFURI, classe 1958, vive da sempre a Ferrara, dove lavora come responsabile dell’Ufficio Ricerche Storiche del Comune.
A partire dagli anni Ottanta, ha partecipato a convegni internazionali e tenuto conferenze su temi urbanistici e sull’architettura militare estense.
In veste di storico dell’arte interviene a trasmissioni televisive e collabora con quotidiani e riviste.
Autore di numerosi studi sulla città, tra le sue pubblicazioni ricordiamo Le chiese di Ferrara (con G. Sassu) del 2013.
Nel catalogo Faust Edizioni il romanzo La Ferrara dell’ingegner Bellei (2014).

Soddisfazione per il progetto acquisizione Carife

Da: Comune di Ferrara

Il Sindaco di Ferrara manifesta soddisfazione, leggendolo come un segnale di speranza significativo ed importante per la città, l’apertura che viene da un importante Istituto di Credito disponibile ad esaminare un progetto di acquisizione della CARIFE, a valle di una operazione di ristrutturazione della stessa che dovrà essere iniziata dal fondo di tutela dei depositi.
“Si profila all’orizzonte una soluzione – dichiara il Sindaco – che per quanto rappresenterà un sacrificio, soprattutto di carattere sociale, rispetto al quale dovremmo attivarci tutti per ridurre gli impatti sulle famiglie dei dipendenti della Cassa rappresenta comunque un primo segnale concreto di speranza rivolto alla nostra città per la prosecuzione dell’attività di un Istituto che ha rappresentato per le famiglie ferrarese e per le imprese un elemento fondamentale per la nostra economia. La fase preliminare, seppur siamo consapevoli delle difficoltà del sistema bancario in Italia in questo momento, è durata tanto, è durata troppo”
Il Sindaco esprime fiducia per la concretizzazione di una possibile e positiva soluzione

BUONE PRASSI
Spal, Clara e Città del Ragazzo insieme per un riciclo ecosolidale

clara-spalDopo ottanta lavaggi i teli chirurgici, per legge, oggi finiscono al macero. Parliamo dei noti e caratteristici teli verdi, che tutti ben conosciamo. Da domani potrebbe non essere più così. C’è un intelligente progetto per il loro riutilizzo. L’idea parte da Servizi ospedalieri e Città del Ragazzo. Ad Area-Clara, l’azienda che cura lo smaltimento dei rifiuti in tutta la provincia di Ferrara (ad eccezione del capoluogo e di Argenta), è piaciuta e l’ha rilanciata, coinvolgendo anche la Spal. Così – anziché un rifiuto da smaltire – dal telo ecco fiorire, attraverso le mani delle ragazze e dei ragazzi del centro di formazione professionale, cuscini, coprisedie e magari impermeabili e ombrelli: sì, perché la tela usata in chirurgia è impermeabile. La Spal, anch’essa sempre attenta e sensibile a progetti e iniziative a valenza sociale, ha mostrato interesse e disponibilità per questa iniziativa di stampo ecologico e solidale; ed è possibile ipotizzare, per esempio, che i copriseduta delle poltroncine del nuovo stadio, al quale l’Amministrazione comunale sta lavorando con l’impegno di completare i lavori per l’inizio del prossimo campionato, potrebbero essere di un bel verde speranza…
Insomma, un buon esempio di sinergia e collaborazione attiva e responsabile, di cui si è parlato mercoledì pomeriggio al ristorante la Barchessa, cornice del brindisi dei dipendenti di Area – in procinto di assumere ufficialmente la nuova denominazione di Clara – al quale sono stati ospiti d’onore una rappresentanza dei giocatori della Spal (Arini, Cremonesi, Finotto, Silvestri) con il presidente Mattioli e i patron Colombarini, padre e figlio.
clara-spalE’ stato Gian Paolo Barbieri, presidente di Area-Clara, a fare gli onori di casa, ricordando l’impegno dell’azienda al servizio della comunità ferrarese, e affidando a un incisivo video la sintesi della tante attività svolte e dell’impegno profuso da tutti i 400 dipendenti.

A Natale gli italiani scelgono i prodotti tradizionali ma anche lo spreco è servito

Da: Cia Ferrara

Da Natale a Capodanno le famiglie spenderanno 3 miliardi di euro per la tavola, circa 300 euro in media a famiglia. Ma il 9% dei prodotti alimentari potrebbe finire nella spazzatura
FERRARA – «Per Natale scegliete prodotti della tradizione, che appartengono alla cultura agroalimentare del territorio, ma cercate di comprare solo quelli necessari, per evitare lo spreco alimentare.» E’ questa la raccomandazione di Stefano Calderoni, presidente provinciale di Cia – Agricoltori Italiani Ferrara a pochi giorni dalle festività natalizie, quando tutto è pronto per i preparativi di rito che riempiranno di cibo le tavole.
In base ai dati raccolti da Istat – Ismea ed elaborati dall’Ufficio studi di Cia Nazionale, infatti, gli italiani ambandiranno la tavola per le festività – spendendo in media una cifra intorno ai 300 euro, circa 3 miliardi di euro circa in totale – ma riempiranno troppo il carrello della spesa. Le stime parlano di un 9% in più di cibo acquistato che finirà nella spazzatura, per un valore complessivo di circa 230 milioni di euro.

«Sembra un consiglio banale – continua Calderoni – ma per evitare lo spreco la prima cosa da fare è scrivere una lista dettagliata di quello che davvero occorre per evitare di ritrovarsi le buste della spesa di cibi che non verranno consumati. Ogni famiglia nella settimana delle festività spenderà in media il 22% in più rispetto a una settimana normale e sprecherà anche il 9,5% in più. Perché, allora, non scegliere di comprare meno ma comprare meglio, scegliendo almeno un prodotto enogastronomico proveniente della aree terremotate dell’Appennino centrale per dare un’iniezione di fiducia alle aziende colpite dalla tragedia del sisma. Gli agricoltori ferraresi, insieme alle persone e alle aziende, hanno già donato una casa mobile a una famiglia marchigiana e un’altra verrà donata nei prossimi mesi. Ma acquistare per Natale e abitualmente i prodotti delle zone terremotate sarebbe un aiuto enorme e continuo per le aziende agricole di quei territori.»

Sempre secondo lo studio condotto da Cia Nazionale, sul podio degli acquisti “top” i dolci a partire da pandoro e panettone, carne e pesce per il 24 e tanto spumante per i brindisi. Bene anche leguminose, spinte dalla tradizione delle lenticchie per l’ultimo dell’anno.
Tornando, invece, ai macro numeri, in tutto il mese di dicembre gli italiani sborseranno per la spesa alimentare oltre 15,3 miliardi, di cui 1,3 miliardi di euro in cibi che non verranno consumati. Nonostante i miglioramenti registrati negli ultimi anni sul fronte degli sprechi e il varo di una legge ad hoc per contenerne gli effetti, la strada virtuosa “anti-spreco” è ancora lunga.

Incontri e laboratori teatrali presso istituti penitenziari di Atene

Da: Università di Ferrara

Incontri e laboratori teatrali presso istituti penitenziari di Atene a cura di Michalis Traitsis

Michalis Traitsis, direttore di Balamòs Teatro e responsabile dei laboratori teatrali del Centro Teatro Universitario di Ferrara, è stato invitato da associazioni governative greche a svolgere attività presso carceri della capitale.

Dopo precedenti esperienze due nuove intense giornate di lavoro così articolate:
martedì 3 gennaio 2017 dalle ore 11.00 alle ore 16.00, incontro e laboratorio teatrale con la comunità terapeutica dei detenuti tossicodipendenti alla Casa di Reclusione Maschile di Koridallòs (Atene);
giovedì 5 gennaio 2017 dalle ore 10.00 alle ore 14.00, incontro e laboratorio con il gruppo teatrale dell’ospedale psichiatrico giudiziario della Casa di Reclusione Maschile di Koridallòs (Atene).

Entrambe gli interventi fanno parte di altri analoghi inviti e di uno scambio di collaborazioni internazionali attivati dal 2015, a iniziare dalla giornata di lavoro Teatro in Carcere: dentro e oltre i confini – presso il Centro Teatro Universitario di Ferrara, partner scientifico – con la presenza di esponenti delle istituzioni governative greche.

Divieto di esplodere fuochi artificiali per le festività natalizie

Da: Comune di Copparo

Divieto di utilizzo di fuochi pirotecnici e botti liberi durante le feste di Natale sul territorio comunale. Lo stabilisce il Comune di Copparo con ordinanza del sindaco Nicola Rossi.
Il divieto si estende dalle ore 00.00 del 24 dicembre 2016 alle ore 24.00 del 6 gennaio 2017; per questo arco temporale sarà vietato lo scoppio di petardi, mortaretti, artifici e similari e di ogni tipo di fuoco pirotecnico in luogo pubblico o di uso pubblico, ma anche nei luoghi privati, attraverso i quali si possano raggiungere luoghi o aree ad uso pubblico.
Il provvedimento si rende necessario per salvaguardare l’incolumità pubblica, evitare lesioni alle persone e danni alle cose, tutelare gli animali da effetti traumatici derivati da rumori forti e improvvisi.
Per i trasgressori sono previste sanzioni a termini di legge.

DAL SETTIMANALE
Nero su bianco, affinità visive ferraresi

Pier Paolo Tralli e Claudio Strano (foto Giorgia Mazzotti)
Pier Paolo Tralli e Claudio Strano (foto Giorgia Mazzotti)

Alle scuole elementari erano vicini di banco. Poi studi diversi, impegni, famiglia, hanno allontanato quei banchi. Nell’impresa di mantenerli virtualmente vicini c’è riuscito il computer e la connessione Internet. Anziché i banchi, adesso ci sono due scrivanie davanti alle quali siedono da una parte Claudio Strano, giornalista e scrittore, e da qualche altra parte di Ferrara Pier Paolo Tralli, fotografo. In mezzo un dialogo di parole e immagini scattate sul territorio. Filari di pioppi con le radici che affondano dentro alla terra allagata, anziani che giocano a carte al tavolo di un bar, una linea scura orizzontale con sopra gli esili profili delle palafitte da pesca a dividere la distesa chiara dell’aria dal chiarore dell’acqua appena increspata sotto. Sono immagini e parole raccolte nel piccolo volume intitolato “Nero su bianco”, edito da Lulu.com con fotografie di Pier Paolo Tralli e testi di Claudio Strano.

Il mare di valle fotografato da Pier Paolo Tralli
Il mare di valle fotografato da Pier Paolo Tralli

“Ogni volta che vedo una delle foto di Pierpi su Facebook – racconta Claudio Strano – provo delle sensazioni particolari. Sono immagini che hanno un contenuto documentario, ma anche di più”. Ecco allora che il panorama con gli alberi in fila nella palude, il fotografo stesso lo intitola “Io non mi allineo”; e, a guardarci bene, effettivamente si nota quel pioppo eversivo, un po’ più basso ed esile, che piega il suo fusto ed esce fuori dall’infilata perfetta dei suoi simili. O le tre persone a riva con i piedi a mollo nel mare che guardano verso il largo, titolata “Exit”.

Le sensazioni che prova, Claudio si mette a scriverle in una forma poetica che rievoca un po’ la sensazione giocosa della filastrocca e un po’ la descrizione lirica. Claudio Strano ha sempre fatto convivere la scrittura del mestiere con quella evocativa. “Da ragazzo scrivevo poesie – racconta – poi ho iniziato a collaborare con l’Unità, il Resto del Carlino di Ferrara fino alla rivista Consumatori dove lavoro”. Nel frattempo ha pubblicato un libro di racconti, poesie su riviste e libri e una storia per l’infanzia maturata dall’esperienza della paternità.

"Io non mi allineo", la foto di Pier Paolo Tralli sulla copertina del libro
“Io non mi allineo”, la foto di Pier Paolo Tralli sulla copertina del libro

Vedere le fotografie sobrie ed evocative in rigoroso bianco e nero del suo vecchio compagno di scuola per lui diventa una finestra sulla quale tornare ad affacciarsi verso l’evocazione poetica. “A evidenziare dettagli ed emozioni – fa notare Claudio – ci sono già anche le brevi ma significative didascalie che Pier Paolo scrive”.

Tutte queste riflessioni, emozioni e sensazioni vengono affidate all’etere (e alla rete wi-fi). Finché non vien loro la voglia di dare a tutto ciò una sostanza e un supporto più concreto, che prende forma materiale e rimane. “Nero su bianco, appunto”, spiega Claudio sottolineando il significato di dare concretezza alle parole che ha questa frase, ma anche il riferimento alla scelta fotografica. “Il bianco e nero della fotografia – spiega Tralli – per me riescono a comunicare molto, senza offrire distrazioni all’occhio, ma concentrando l’attenzione sull’essenziale”. Ecco allora le sue visioni con luci sovraesposte che sbiancano lo sfondo e fanno apparire figure come incisioni o disegni scarni pieni di suggestioni. Chi le guarda viene condotto a pensieri e sentimenti sottili e avvolgenti come quelle linee. “Il bello è anche questo – commenta Tralli – di accorgersi di riuscire a trasmettere cose che io nemmeno avevo percepito né immaginato. Questa è la sorpresa che riescono a darmi i testi di Claudio”. Una photogallery poetica di Ferrara con testi a fronte.

“Nero su bianco” di Pier Paolo Tralli e Claudio Strano edito da Lulu.com è il libro in bianco e nero su carta crema, 80 pagine in formato quadrato di 20 centimetri. Può essere acquistato sullo stesso sito Lulu.com in formato cartaceo (10 euro) o elettronico per e-book (2 euro). In alternativa ci si può rivolgere direttamente ai due autori o su Amazon.

Calcutta nel cuore

Di Eleonora Rossi

Il nostro taxi sperona passanti e risciò e ci scarica in Sudder Street, quartier generale dei volontari. Appena ci si infila nelle strade infangate, la miseria e la sporcizia ti scivolano addosso: gente che vive sui marciapiedi e che, nel primo mattino, si lava e si insapona per strada.

Melma, odori nauseabondi, latrine, topi.

L’incenso che si infila nelle narici impastandosi all’odore pungente delle spezie, i clacson che ti pugnalano senza tregua. È un assalto ai sensi. Mi sento in trappola.

Ci infiliamo in un “hotel” all’apparenza confortevole, ma la stanza è nera e squallida e dal bagno fuoriesce odore di fogna. Chiudiamo con il mondo e dormiamo due ore, di sasso: il volo dall’Italia è durato tutta la notte. Una doccia e ci rituffiamo nell’afa e nel traffico di Calcutta.

Alcuni ragazzi ci indicano la via per la casa di madre Teresa, dove si registrano i volontari.

L’atmosfera qui è confortante, incredibilmente distesa: si apre un’oasi nel deserto delirante di Calcutta. Ci sono ragazzi e ragazze da tutto il mondo, ci dividono in gruppi a seconda della lingua. Scegliamo lo spagnolo e una ragazza ci racconta la sua esperienza: si può restare anche per pochi giorni, ma c’è chi ha davanti sei mesi o un anno di tempo. C’è addirittura chi ha lasciato il lavoro e non ha una data per il ritorno.

Io sono agitata: come reagirò alla sofferenza? Ci parlano di precauzioni igieniche, di mascherine per la tubercolosi, di shampoo per i pidocchi. Consigliano di fare la doccia più volte al giorno, di bere abbondantemente e di sforzarci di mangiare. Già, è necessario sforzarsi. Da quando siamo arrivati siamo riusciti solo a mandar giù una banana: il caldo, gli odori e le immagini impressionanti ci hanno tolto l’appetito.

Oggi è giovedì. Il giovedì i volontari non lavorano. Cominciamo bene…almeno proviamo ad ambientarci un po’. Andiamo al ristorantino “Blue Sky”, a pochi metri dal nostro hotel: qui si ritrovano i volontari a fare colazione. Incontriamo due ragazze italiane: Francesca, in città da due mesi e Lucia, ex giornalista innamorata dell’India che ha lasciato il suo posto in redazione per ritornare a Calcutta. Questo è il suo terzo soggiorno e le è stato chiesto di dedicarsi ad uno dei lavori più ingrati: individuare e soccorrere, nella stazione di Howrah, le persone che sembrano essere maggiormente sofferenti. Quelle in condizioni disperate. A lei e ad altri volontari tocca riconoscere chi si trova allo stremo delle forze per ricoverarlo a Kalighat, il “primo amore di madre Teresa”, la struttura di accoglienza dei “più poveri dei poveri”.

Lì è cominciato tutto. In quel luogo la piccola suora albanese ottenne di iniziare la sua missione. Era il 1952: Madre Teresa raccolse dalla strada una povera donna agonizzante, non voleva lasciarla morire sola su un marciapiede. Ottenne la vecchia casa per i pellegrini indù attigua al tempio della dea Kali e si trovò a fronteggiare, assieme alle sorelle della Carità, gli ortodossi induisti, che le consideravano intruse, accusate di voler convertire al Cristianesimo gli agonizzanti. Ma giorno dopo giorno si accorsero del servizio di quella donna  e il suo operato caritatevole le valse  la stima dell’India e del mondo intero.

A Kalighat andremo anche noi, per affiancarci ai volontari. Camminando per Sudder Street conosciamo Antonio, per tutti “Antò”, un ventenne di Vasto dalla simpatia irresistibile, e poi Isabelle, dal Belgio, una ragazza esile, ma sicuramente coraggiosa. È qui da sola, come del resto la maggior parte dei volontari e delle volontarie. Cristian, il sosia cileno di Teo Teocoli, con i suoi 50 anni è lo “zio” del gruppo: è partito da Santiago con sei mesi in tasca da spendere a Calcutta.

Sveglia alle 5.20. Attraversiamo a piedi una fetta della città: circa venti minuti di cammino ci separano infatti dalla “casa madre” delle sorelle della Carità.

Fuori dall’albergo, montagne di spazzatura: non ci sono bidoni per gettare i rifiuti, che si accumulano ovunque. Tra l’immondizia alcune cornacchie stanno smembrando le carogne dei topi: immagine nefasta per iniziare la giornata. La luce dell’alba ha già sorpreso chi dorme sui marciapiedi, sotto un telo di nylon: c’è un fervore ancora silenzioso tra quelle decine e decine di uomini che si lavano i denti e si insaponano intorno a un getto d’acqua. Hanno i capelli arruffati, sono magri e curvi come figure stilizzate, schizzi appena abbozzati nella foschia del mattino.

La messa, in inglese, è alle 6 e la partecipazione è libera: si entra scalzi, ci si siede o ci si inginocchia a terra, accanto a una schiera composta di suore con il sari bianco bordato di azzurro. Un rito raccolto e autentico per trarre forza dalla preghiera e dal canto, per entrare nella giornata con uno sguardo nuovo. Al termine si legge la “preghiera semplice” di San Francesco e si intona il canto “love thee  daily more and more”.

Con gli altri volontari ci si dirige poi a “Shishu Bavan”, la casa che accoglie i piccoli indiani orfani o abbandonati, per una colazione a base di pane, banane e tè al latte, secondo l’uso inglese. Quindi ci si divide nei diversi centri di Madre Teresa: si raggiungono in bus, nel traffico infernale della città.

Ancora un tratto a piedi ed eccoci a Kalighat.

L’odore di disinfettante mi sale fino al cervello e mi annebbia lo sguardo mentre salgo i brevi gradini che introducono nel ricovero.

Il mio corpo si è irrigidito per la tensione; l’odore sterile della formalina mi anestetizza i pensieri e come un automa seguo gli altri volontari.

Io ancora non so come potrò rendermi utile.

Decine di brandine sono allineate su gradoni, cinquanta per la sezione maschile e altrettante per quella femminile. Attraversiamo rapidamente la sezione maschile, infiliamo grembiule, guanti e mascherina ed entriamo nel settore femminile.

Le donne hanno i capelli rasati e sembrano deportate di guerra. Alcune sono pelle e ossa, teschi con gli occhi vivissimi. Un’anziana paziente è rannicchiata accanto alla branda, esile e spaurita: un uccellino caduto dal nido.

Le altre volontarie sanno come muoversi, io sono disorientata: le donne indi non parlano inglese, se non poche parole. Sono silenziose, raccolte in un atteggiamento grave. Ho il timore di disturbarle, di essere invadente. Aiuto Lo, una ragazza francese bella e dolce, a sollevare una donna e insieme andiamo in bagno a lavarla. Altre ragazze tengono la mano alle pazienti: c’è chi le aiuta a mangiare, chi le massaggia con olii profumati.

Molte delle volontarie hanno abbassato la mascherina; c’è il rischio tubercolosi, è vero, ma quando non ci si comprende a parole,  il sorriso diventa l’unico canale per comunicare.

È molto faticoso, soprattutto dal punto di vista psicologico, riuscire a “dare”. Ma a Kalighat c’è la possibilità  di essere utili anche in modo più immediato: lavando i panni degli ammalati. La “lavatrice” è una singolare catena umana di volontari disseminati in alcune vasche: nelle prime due i ragazzi, con i pantaloni arrotolati al ginocchio e i piedi nudi, calpestano i panni  vigorosamente per insaponarli e passarli al primo risciacquo. Sono abiti imbrattati e devono essere disinfettati con cura, l’acqua è quindi satura di formalina: le nostre mani, al primo contatto si irritano, poi ci si abitua e con gran lena si immergono e si strizzano i panni di vasca in vasca, poi si raccolgono in ceste e si stendono al piano di sopra, sulla terrazza.

Dalla terrazza si scorge il tempio della dea Kali, una cupola variopinta che si staglia sul cielo grigio di umidità. Da qui si riesce a sbirciare dall’alto la vita di Calcutta: il groviglio di uomini, mucche, taxi e risciò. Il brulicare colorato di una vita che sembra scorrere incontrollabile. Come in un affresco espressionista, a tinte forti. Un urlo prolungato, che rimbomba in milioni di vite.

La giornata a Kalighat prosegue con una breve pausa e uno spuntino per i volontari: pochi minuti in cui ci si conosce, si scherza,  in un ineguagliabile “effetto squadra” di parole e sorrisi. Soprattutto i medici e gli infermieri hanno bisogno di rilassarsi un po’ dopo aver lavorato ininterrottamente e affrontato infezioni e medicazioni indescrivibili, muovendosi con i pochi mezzi a disposizione tra le brande dei pazienti. Non tutti i volontari dediti alle medicazioni sono infermieri o medici, molti hanno appreso alcune tecniche rudimentali e aiutano i pochi operatori sanitari disponibili. Nel reparto femminile osservo una ragazza che con fare esperto legge le cartelle cliniche e distribuisce farmaci; mi avvicino per aiutarla. “Sei medico?”, le chiedo. “No – mi sorride –… avvocato!”.

Ci si prepara quindi all’ultimo servizio della mattinata: il pranzo per gli ammalati. Lo preparano le donne indiane insieme alle sorelle della Carità, ma alcune ragazze collaborano pelando patate (centinaia di piccole patate!).

Aiutare le anziane pazienti che non riescono a nutrirsi da sole è la mia prima esperienza di autentica condivisione: in quel momento, seduti al capezzale, reggendo la testa delle signore e imboccandole come fossero bambine, ho la sensazione di essere gradita. Il sorriso si distende allora sul viso di entrambe, boccone dopo boccone: il contatto si fa più umano, più vero. Tanto che al termine del pasto una paziente mi prende la mano e la accosta al suo viso, per chiedermi una carezza.

Io la accarezzo, e lei tende le braccia esili per cingermi in un abbraccio.

Ha gli occhi lucidi, ad un passo dalla commozione, proprio come i miei: mi specchio in quello sguardo buono.

Al pomeriggio, dopo una doccia, chi vuole può lavorare ancora: ci si riunisce in Sudder Street alle 14.30. Noi seguiamo Jordy, un ragazzo spagnolo straordinario per spirito e impegno – è a Calcutta da nove mesi, e instancabilmente, quasi ogni giorno, spiega ai nuovi volontari cosa fare e come muoversi – , e in metropolitana raggiungiamo  DAIA DAM, il centro per i bambini “speciali”.

Al piano terra, in un salone spazioso e colorato, decine di piccoli giocano, corrono, reclamano attenzione. Un piccolino – avrà forse due anni – sbatte ripetutamente la testa contro un banco. Lo prendo in braccio e lui mi stringe fortissimo.

Ci spiegano in questo settore sono ospitati i piccoli con disturbi lievi, che comunque vengono abbandonati dalle famiglie; sono diverse le patologie, ma non sempre è possibile intervenire in modo mirato sui singoli casi, eppure ogni bambino è seguito con affetto. Da alcuni anni un giovane  frate italiano opera a Daia Dan. Mi chiede di non scrivere di lui. “Non siamo eroi”, dice, “quello che facciamo è normale”. Ma non posso assecondarlo del tutto. Il sacerdote vive a Calcutta con questi bambini, e già questa scelta, almeno per me, costa sacrificio. Con i piccini – nonostante le difficoltà di comunicazione – è riuscito a realizzare uno spettacolo natalizio facendoli esprimere al meglio delle loro potenzialità. Tre mesi di lavoro che ancora danno i propri frutti: riguardando la videocassetta dello spettacolo, i bambini si riconoscono, battono le mani e cantano.

“Con questo spettacolo sono riusciti a trasmettere gioia”, osserva il frate francescano.

È innegabile: quello spettacolo un po’ impacciato nei movimenti o nel canto non suscita compassione, ma ineffabile felicità. I bambini ridono, si divertono, esprimono se stessi.

Piccoli mondi si intersecano in un’emozione condivisa: le diversità si annullano in quella tenerezza.

“Sono bambini”, sorride il sacerdote.

Al primo piano sono ospitati i casi più gravi. Qui vivono bambini e ragazzini, fino a 12-13 anni: non sono autosufficienti e devono essere imboccati, cambiati, trasportati. Interagire con loro sembra molto difficile. Ma è ancora una volta la naturalezza dei ragazzi volontari a guidarmi: la bellezza di gesti semplici ma coraggiosi suscita tutta la mia ammirazione.

I ragazzini richiedono un rapporto “uno a uno”, non hanno il controllo  e spesso, mentre li imbocchiamo, risputano il cibo. Impiego quasi un’ora per imboccare una piccola ospite e svuotare il piatto (carico di una montagna di riso e verdure cotte), poi Jordy mi affida un ragazzino colpito da malaria celebrale. È magrissimo, la testa sproporzionata sul corpo esile e inerte: non può parlare, non riesce a muovere gli arti, ma, mi spiega Jordy, comprende tutto e comunica con lo sguardo, con due immensi occhi neri. Mentre lo aiuto a mangiare un piatto di semolino gli parlo in inglese, gli racconto della mia vita, del mio lavoro a scuola con i bambini. Lui lentamente deglutisce e mi osserva, ci guardiamo continuamente negli occhi. E intanto mangia.

Una “sister” mi dice che negli ultimi giorni non ha mangiato quasi nulla e che è buon segno se riesce a finire il piatto. Io allora continuo a raccontare, a imboccarlo, e a intonare qualche canzone in inglese. Non canto bene (anzi!), ma mi sembra che gli faccia piacere ascoltarmi. Come del resto a me vederlo mangiare.

Ritorniamo in Sudder street appiccicosi e quasi esausti. La strada come sempre è affollata di persone che chiedono la carità, qualcuno è mutilato, qualcun altro ci insegue per vendere la sua merce. Ci sono interi gruppi familiari che si avvicinano agli stranieri per truffarli: chiedono latte per i loro piccoli, ti convincono a seguirli nei negozi per acquistarlo a prezzi esagerati, ma poi, in un secondo momento, ripassano dal negoziante restituendo il latte e ottenendo una percentuale di denaro.

Lungo la strada, verso sera, incontriamo gli altri volontari ed è una presenza rassicurante, che fa sentire a “casa”: si avvertono un rispetto ed un incoraggiamento reciproci davvero rari.

Nella nostra stanza modesta ci concediamo una doccia. Il ventilatore gira vorticosamente sul letto e insieme a lui i frammenti e i volti di ogni lunga giornata a Calcutta.

“Calcutta tiene algo” – mi ha confidato questa mattina Carmen, una volontaria spagnola – “Calcutta ha qualcosa”.

È come se possedesse un segreto: è il posto in cui si incontra Cristo che porta la croce, insieme ai suoi fratelli più piccoli.

Il miracolo di un luogo in cui riesci a pensare un po’ di più agli altri.

E a dimenticarti di te.

(Tutte le foto sono di Eleonora Rossi)

“Stubborn Will” il nuovo album di Enrico Cipollini

di Jacopo Aneghini

Enrico Cipollini è uno di quei musicisti che di certo non ha bisogno di presentazioni. Tra i migliori artisti della scena musicale ferrarese e italiana è già noto per i suoi precedenti lavori sia con il suo power trio Underground Railroad dove mischiava, con l’aiuto di altri due fenomenali musicisti, quel sound hard blues degli anni ‘70 con il southern e tutto ciò che ci ruota attorno, che con la band di Iarin Munari Free Jam, esibendosi, tra le numerose date, con entrambe le band al Pistoia Blues Festival. Se già un paio di anni fa aveva stupito con l’EP Songs From The Shelter, a metà del 2016 pubblica il suo primo disco solista: Stubborn Will. E proprio in questo suo nuovo progetto mi sono buttato a capofitto fin dagli inizi, seguendolo costantemente dal vivo ed in studio di registrazione, realizzando le fotografie che accompagnano il disco.

la copertina del disco
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L’album è a dir poco magistrale. Un disco maturo, ben realizzato in ogni aspetto. Ascoltandolo è come percorrere un viaggio tra la musica e la cultura musicale statunitense, ripercorrendo la sua storia e facendo tesoro di tutto il meglio che essa può offrire. Si parte dalle acque fangose del Mississippi di Do What You Can, uno dei brani più azzeccati dell’album, un blues suonato con la sua Dobro lap steel veramente impeccabile. Da lì poi si sale sul treno di Late Night Train (qui a dimostrazione della perfetta conoscenza della cultura di quella parte della black music che spesso si identifica come “race records”, dove la metafora del treno è molto ricorrente, basti pensare a “This Train Is Bound For Glory” della Tharpe e a “People Get Ready” degli Impressions) e si viaggi attraverso gli States, passando per il Nebraska di Springsteen e arrivando nella West Coast di Jackson Browne portandosi dietro, un po’ come il frutto di ciò che il viaggio ci ha lasciato, quelle ballate strumentali sempre al confine tra folk, country e blues songs e quella marcia in più che solo da Dylan si può imparare. Ecco, questo secondo me si può percepire dal disco, un concentrato di tutto quello che i grandi maestri possono insegnare con la loro musica e le loro parole. Il tutto impreziosito da alcuni dei migliori musicisti ferraresi e italiani, come Iarin Munari alla batteria, Roberto Catani (aka Fusco) al basso, Andrea Franchi al violoncello, Chiara Giacobbe al violino e ai cori. Il tutto sapientemente catturato da Angelo Paracchini e dallo staff dell’Over Studio di Cento (FE), che ancora una volta si conferma uno dei migliori studi di registrazione italiani. Tanti i brani degni di nota, You Think You Do è una di quelle ballate struggenti in cui volenti o nolenti ci si rispecchia, e dalle quali ci si lascia volentieri avvolgere dalla loro malinconia. La triade Nobody, Found ed Evelyne ti spinge ad ascoltarle tutte d’un fiato e a farle ricominciare daccapo in loop. Choirs, la traccia d’apertura, è uno di quei brani strumentali che passa tutto d’un fiato senza nemmeno accorgersene, e ti sembra un po’ come la parte seconda di Little Martha, come a completare quel capolavoro di Duane che spesso, e per fortuna, si riesce a sentire in Enrico. Where The Band Plays è uno di quei brani, invece, che ti sembra di conoscere da sempre, non per la sua banalità, ma per la sua semplicità. È un brano semplice, diretto, vero. Che non si nasconde dietro fronzoli, virtuosismi, suoni strani o chissà che altro. È tutto lì. E nemmeno ti chiedi che altro ti serve o ti manca, perché non ce n’è bisogno. Le sue dita poi si spostano sul pianoforte in A Dream And A Girl, per concludere il disco. Un brano che a parer mio è a metà tra gli Eagles e quell’Elton John degli esordi, dove si esibiva in trio ed era una bomba a mano. E il tutto sapevi che si andava a concludere con un brano così, lo sai, ma non perché te lo immagini, bensì perché ci speri. Di una empatia incredibile, brani che ti entrano dentro e non se vanno più, e ad oggi pochi artisti scrivono musica così ben fatta, così…bella! Stubborn Will è un tranello: ti avvolge con la sua semplicità e ti trattiene con la sua malinconia, da cui non riesci a liberarti, semplicemente perché non vuoi. E alla fine, quando il disco smette di girare, ti lascia addosso niente di meno che la sua bellezza.

Seguite Enrico nelle sue numerose serate, e a fine concerto acquistate il disco e scambiate due parole con lui, sicuramente tornerete a casa arricchiti di ciò che solo un grande musicista ma soprattutto una grande persona vi può trasmettere.

Natale in guerra

Parlare di guerra a Natale ha un senso, perché la consapevolezza dei conflitti attivi in questo momento e in questo mondo tormentato, nel periodo della Natività che è, per definizione, la festa del nuovo inizio, della speranza e della serenità, fa riflettere, sperare in una risoluzione e ripromettere di impegnarsi maggiormente affinchè tutta l’atrocità abbia fine. Non è ingenuità e nemmeno un modo sbrigativo per mettere a tacere le coscienze: è in qualche modo un atto dovuto a noi stessi, se vogliamo continuare a ritenerci onesti e soprattutto a quella povera gente che di guerra ne sa veramente qualcosa perché ne respira il veleno ogni istante e di quel veleno muore. Sono uomini, donne, vecchi e bambini che in un loro passato recente trascorrevano le loro esistenze come chiunque altrove ed ora sono costretti a rincorrere ogni istante la vita perché non si sa mai dove cadrà la prossima bomba e dove l’artiglieria colpisca, non si sa nemmeno se ci sarà latte per i più piccoli e il minimo di sostentamento quotidiano per tutti.

La guerra nel contesto urbano terrorizza più di qualsiasi altra operazione militare e le conseguenze fanno ancora più orrore per il pesante prezzo di civili che ne sono le vittime. Berlino, Bruxelles, Parigi, Aleppo, Kobane, Grozny, sono le testimonianze più recenti ma la storia passata ci ricorda anche Roma (88 a.C.), Tenochtitlàn (oggi Città del Messico, 1521) Parigi (1871), Stalingrado (Russia, 1942), Ortona (1943), Berlino (1945),  Hue (Vietnam, 1968), Fallujah (Iraq, 2004) e l’elenco sarebbe lunghissimo. Aggiungiamo anche Donetsk e Luhansk (Ucraina), dove si combatte ancora e su cui è calato impietosamente il silenzio.  Il combattimento casa per casa è il peggiore tra tutti, una subdola, martellante, incessante caccia al nemico che deve essere stanato come un topo ed eliminato ad ogni costo. La guerra nei centri abitati è un inferno tridimensionale dove il campo di battaglia non è solo il cielo sorvolato dai bombardieri,  le strade e le vie sgombre da macerie ma anche e soprattutto l’estensione verticale degli edifici dove il concetto di avanzata-ritirata è reso nullo, pericoli e imprevisti sono dietro ogni angolo e la conquista riguarda ogni singolo pezzo del caseggiato in modo del tutto diverso e fortuito. La guerra urbana possiede connotati e caratteristiche non ben definite e le sue tattiche non sono convenzionali perché si traducono in  imboscate, cecchinaggio, infiltrazioni, azioni atipiche che non permettono di collocarla nel novero delle battaglie classiche, paradossalmente rassicuranti, che conosciamo. La cronaca dei nostri giorni lo dimostra: gli attacchi a città come Parigi, Nizza, Dacca rappresentano la tattica usata dai jihadisti nella loro guerra all’Occidente, con tutte le particolarità di questa tipologia di scontro.

La guerra in città moltiplica gli ostacoli per i combattenti e i civili sono costretti ad assumere in fretta i comportamenti più disparati: la collaborazione, la resistenza, l’allontanamento. Anche l’assuefazione. Possono contare solo sull’istinto e lo spirito di sopravvivenza ed affrettarsi ad ascoltarlo e assecondarlo con ogni espediente, e ancora non basta, perché manca tutto: generi di prima necessità, la casa, i familiari rimasti sotto i colpi e nelle deflagrazioni, i riferimenti spazio-temporali certi.  Mancano gli ospedali finiti in macerie e mancano i medicinali. Manca qualsiasi aspetto legato alla normalità del vivere quotidiano.

In questo periodo il pensiero corre soprattutto ad Aleppo, dove la situazione umanitaria è disastrosa e gli aiuti arrivano a fatica. La città è un cumulo di macerie e fin dalle prime battute,  è stata teatro di violenti combattimenti con le forze antigovernative. Nel mese di settembre, l’esercito siriano, affiancato dalle forze sciite, dai reparti degli Hezbollah libanesi e dall’aeronautica russa, ha continuato l’avanzata dando un nuovo corso alla guerra, fino ad arrivare al recentissimo cessate il fuoco del 13 dicembre. Tutt’altro che definita e certa, la situazione: i combattimenti stanno già riprendendo e il massiccio piano di evacuazione della popolazione è stato bloccato. Una guerra tra tante che, come affermava Hannah Arendt “non restaura diritti, ridefinisce poteri…”.

Nicolai Lilin ha ricordato così il suo incontro con la guerra: “ In guerra mi facevano più impressione i vivi che i morti. I morti mi sembravano dei recipienti usati e poi buttati via da qualcuno, li guardavo come se fossero bottiglie rotte. I vivi, invece, avevano questo terribile vuoto negli occhi: erano esseri umani che avevano guardato oltre la pazzia e ora vivevano abbracciati alla morte.” Una impietosa, disincantata e brutalmente vera immagine della guerra. Che merita un pensiero anche a Natale.

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CALENDARIO DELL’AVVENTO
‘E’ una bella notte per venire fuori, agnellino mio’

[Pubblicato il 24 dicembre 2014]

Siamo arrivati all’ultima data di questo calendario dell’Avvento. Speriamo di avervi incuriosito, di avervi intrattenuto e divertito: spesso l’importante non è la mèta, ma l’esperienza del viaggio e con chi lo si condivide.
Quale miglior conclusione se non il ritorno al principio? Il ritorno al racconto di Miriam/Maria, ebrea di Galilea. Anche lei è giunta alla fine del viaggio da Nazaret a Betlemme, dove Iosef deve farsi registrare per il censimento ordinato dai dominatori romani. Per lei questa notte si compiono anche i giorni del parto: alla luce della stella cometa che ha accompagnato la sua gravidanza, in compagnia dell’asina che l’ha portata sulla groppa e di un bue che se ne sta tranquillo nella sua stalla, darà alla luce Ieshu, suo figlio.

«Sudavo. Appoggiata di schiena mi tenevo il pancione con due mani per aiutare le mosse del bambino. L’incoraggiavo a bassa voce, col respiro corto. Lo chiamavo. Le bestie alle spalle mi davano forza. Le gambe mi facevano male per la posizione. Mi inginocchiai per farle riposare. “Affacciati bimbo mio, vienimi incontro, mamma tua è pronta a prenderti al volo appena spunta la tua testolina.” I muscoli del ventre andavano dietro al respiro, una contrazione e un rilassamento, spinta, rincorsa, spinta. Quando lo strappo era più forte mi mordevo il labbro per non far scappare il grido. Iosef era di sicuro davanti alla porta, di guardia.
Lontano i pastori chiamavano qualche pecora persa. “È una bella notte per venire fuori, agnellino mio, notte limpida in alto e asciutta in terra. Il viaggio è finito e tu hai aspettato questo arrivo per nascere. Sei un bravo bambino, sai aspettare. Ora nasci, che tuo padre ti aspetta. Si chiama Iosef, quando entra gli diciamo: caro Iosef io sono Ieshu tuo figlio. Vedrai che sorpresa, che faccia farà.”
Parlavo e soffiavo, a un colpo più forte, una spallata di Ieshu, mi alzai di nuovo in piedi appoggiandomi alla mangiatoia. Le bestie ruminavano tranquille, c’era pace. Iosef aveva scelto un buon posto per noi. “Bel colpo Ieshu, un altro così e sei fuori, ecco ti aiuto, spingiamo insieme, le mani sono pronte ad accoglierti, via?” Via, è uscita la spalla, l’ho toccata, poi è rientrata, ma subito dopo di slancio Ieshu ha messo fuori la testa, l’ho avuta tra le mani, mi sono commossa, mi è scappato un singhiozzo e sul singhiozzo è venuto fuori tutto e l’ho afferrato al volo. L’ho alzato per i piedi per liberare i polmoni e fare spazio al primo vento che forza l’ingresso chiuso del respiro. Ieshu ha inghiottito aria senza piangere.
[…]
Fuori c’è il mondo, i padri, le leggi, gli eserciti, i registri in cui iscrivere il tuo nome, la circoncisione che ti darà l’appartenenza a un popolo. Fuori c’è odore di vino. Fuori c’è l’accampamento degli uomini. Qui dentro siamo solo noi, un calore di bestie ci avvolge e noi siamo al riparo dal mondo fino all’alba. Poi entreranno e tu non sarai più mio.
Ma finché dura la notte, finché la luce di una stella vagante è a picco su di noi, noi siamo i soli al mondo. Possiamo fare a meno di loro, anche di tuo padre Iosef, che è il migliore degli uomini. Pensa: noi usciamo di qui all’alba del giorno e fuori non esiste più nessuno, né città, né esseri umani. Pensa: noi siamo i soli al mondo. Che felicità sarebbe, nessun obbligo all’infuori di vivere. Finché dura la notte è così”.

Così Erri De Luca scrive del maggior prodigio della notte della natività: la perizia di una ragazza madre, la “sapienza di parto” di Miriam/Maria che si guadagna la ricompensa di poche ore di solitudine con suo figlio Ieshu, finché durerà la notte.

Canto di Miriam/Maria
Di chi è questo figlio perfetto,
chiederanno frugandolo in viso,
di chi è questo seme sospetto,
la paternità del tuo sorriso?
È solamente mio, è solamente mio,
di nessun’altra carne, è solamente mio.
È solamente mio, è solamente mio,
finché dura la notte è solamente mio
Chi è questo figlio cometa?
Chi è questo mio clandestino?
Spillato da fonte segreta,
venuto al travaso del vino?
È Solamente mio, è Solamente mio,
il suo nome stanotte è Solamente mio.
È Solamente mio, è Solamente mio,
domani avrà altro nome, adesso è Solamente
Mio.

Erri De Luca, “In nome della madre” (Feltrinelli 2006)

Caterina, o l’amore che resta

Finché morte non vi separi è una bugia. Il minimo sindacale. Un amore come il nostro arriva molto più in là. E il tuo lo sento anche da qui. (Giuseppe Sgarbi, Lei mi parla ancora).

Giuseppe Sgarbi e Susanna Tamaro durante la presentazione dei loro libri alla libreria Ibs+Libraccio
Giuseppe Sgarbi e Susanna Tamaro durante la presentazione dei loro libri alla libreria Ibs+Libraccio

La stanza con il caminetto acceso ora silenzioso, la poltrona tristemente vuota, i cappelletti della Katia. Dai lontani baci improvvisi, agli abbracci che non hanno bisogno di parole, oggi Giuseppe si ritrova solo, in compagnia di quei ricordi che fanno venire voglia solo di cullarsi nel passato per non pensare al presente o a un futuro che non si vuole nemmeno.
Lei non c’è più ma resta, ovunque.
Una lunga dichiarazione d’amore, come quelle di altri tempi, come quelle che non si leggono più e che ti lasciano solo la bellezza di quanto meraviglioso possa essere avere provato un sentimento che tutto guida, che tutto conduce, quella dell’ultimo libro di Giuseppe Sgarbi, Lei mi parla ancora, dedicato alla moglie Caterina, scomparsa recentemente. Sempre da troppo (“e tu, dimmi: perché sei andata via? Così presto, poi. Che fretta c’era?, dimmi….”). La meravigliosa ode alla “Rina spaccatutto”, come la chiamavano da giovane, che cambiava tono di voce quando parlava con la figlia Elisabetta, una dolcezza riservata solo a lei, una voce che diventava quella di un padre con Vittorio e quella di una donna con lui, Giuseppe, che aveva abboccato a un amo, felice di averlo fatto, quello gettato da una donna dalla testa lucida, vivida, fulminante. La luce di una vita che ci insegna presto a non fidarsi di lei.
Conosciutisi giovani (“la mattina che siamo saliti sulla corriera il mondo è cambiato. In meno di venti chilometri è cambiato”…), in bilico fra Ferrara e Stienta, Giuseppe e Rina si erano innamorati come in un romanzo di altri tempi, di quelli che si vorrebbero leggere ogni giorno. Lui sa, e romanticamente scrive, che chiunque si avvicinasse a lei avrebbe subito la sensazione che il mondo fosse piccolo. Che solo le loro braccia unite avrebbero formato il compasso che avrebbe disegnato il loro futuro e che tutto ciò che fosse stato compreso nel perimetro di quel cerchio sarebbe stato solo loro. E che, di cerchio in cerchio, avrebbero conquistato il mondo, per non separarsi più. E così sarebbe stato fino a poco tempo fa, sessantacinque anni dopo. Una vita intera. Un silenzio ora, una ghiaia muta nel cortile, una vite priva di foglie e un amaro odore di carburante. Tutto tace. Ora. Non c’è più tempo per abbracciarsi, per scambiarsi sguardi unicamente amorevoli, per dirsi quello che non ci si era detti. Se solo si avessero ancora le gambe forti e giovani per rincorrere e non lasciare andare…. L’ossigeno da solo non può nulla, serve acqua. E quell’acqua, per Giuseppe, era solo Caterina. Pagine tristi, ma avvolgenti e meravigliose, un mondo che entra in punta di piedi in quella storia d’amore tanto riparata quanto discreta. Dolcissimo immaginarsi che tra normali mura domestiche possa scorrere tanto calore. Quasi fiori tra e da pietre, travertino che fiorisce, con un solo piccolo e leggero tocco. Rina, una donna d’altri tempi, non nel senso normalmente dato a questa espressione, ma donna esploratrice del futuro, non certo una prigioniera del passato. E stare con lei non significava cercare un punto fermo intorno al quale mettere radici. Significava correrle dietro. Con la testa prima di tutto. “Quando ci penso”, continua Giuseppe, “mi viene in mente una cosa, letta chissà dove non si sa più quanti anni fa, che dice che chi si concede il lusso di amare una creatura selvatica finisce col guardare il cielo. Una vera forza della natura, questo si’. Impossibile addomesticarti. … se facevi una cosa era sempre le passione. Una passione come una mareggiata: non guardava in faccia nessuno e non si fermava davanti a niente”. Rina era libera nei pensieri, nelle parole, veloce, bella, brillante, infaticabile, retta, logica, ordinata, amante dei viaggi e della vita. Quasi un affresco. Da un incontro senza baci, dove a parlarsi erano state solo le mani intrecciate e gli occhi negli occhi, Giuseppe e Rina avevano iniziato uno di quei giochi che sarebbe stato per sempre. Fianco a fianco, fino alla fine. Una strada illuminata solo da due sorrisi complici e da un amore immenso che faceva girare la testa e poteva sfidare le stelle. E con esse camminare. Perché le cose accadono perché devono accadere.

img_6136Giuseppe Sgarbi, Lei mi parla ancora, Skira, 2016, 118 p.

Tornare a volare sotto una pioggia di dolore
Il commento fotografico del fondatore di Wunderkammer

La pioggia che cade e l’aereo che si intravede dietro alle gocce. E’ una foto bellissima e struggente quella scattata da Leonardo Delmonte in partenza martedì pomeriggio dall’aeroporto di Bologna per rientrare nella “sua” Berlino. Un’immagine che riesce a evocare il dolore per la tragedia che ha colpito il cuore della capitale tedesca, ma anche tutta la voglia di andare avanti, ripartire, non abbandonare mai.

Leonardo Delmonte a Wunderkammer prima di rientrare a Berlino (foto Anna Rosa Fava)
Leonardo Delmonte a Wunderkammer prima di rientrare a Berlino (foto Anna Rosa Fava)

Leonardo, trentenne, a Ferrara ha fondato l’associazione Basso Profilo e il consorzio che guarda caso si chiama proprio con il termine tedesco Wunderkammer, e si divide tra la sua città e Berlino. Sabato (17 dicembre 2016) era tornato a Ferrara per la conclusione del laboratorio di ‘Cultura in Movimento’ nella sede di Wunderkammer dentro a Palazzo Savonuzzi, in via Darsena. Da qui ha appreso la notizia dello schianto del Tir lanciato la sera di lunedì (19 dicembre) sulle persone che affollavano il mercatino di Natale nel centro della città, poco lontano dal famoso zoo di Berlino.

“I miei amici e colleghi per fortuna stanno tutti bene”, racconta mentre si appresta a ripartire. Per rassicurare tutte le persone che anche lui sta bene, Leonardo ha utilizzato la funzione attivata da Facebook che si chiama ‘Safety Check’ e serve proprio a comunicare ad amici e conoscenti che tutto è a posto quando ci si trova in posti che vengono colpiti da calamità e sciagure. Sono le stesse forze dell’ordine tedesche che hanno invitato gli abitanti a utilizzare il controllo di sicurezza messo a disposizione dal social network per evitare di creare allarmismi.

A Berlino, Leonardo ha scelto di abitare a Kreuzberg, il quartiere al confine con il muro che divideva dalla zona Est, da sempre punto di riferimento delle avanguardie culturali e ideologiche. Kreuzberg è ad alcuni chilometri di distanza da Breitscheidplatz, la piazza dove è avvenuta la tragedia, che si trova nella zona ovest, davanti alla Chiesa del Ricordo, quella con il campanile lasciato volutamente distrutto, in memoria dei bombardamenti della seconda guerra mondiale. “La zona dove abito – dice Leonardo – è uno dei quartieri più interessanti e meticci. Speriamo davvero che il clima non cambi... con le elezioni alle porte poi… proprio non ci voleva”. (g.m.)

Aspettando il Nuovo Anno

Mestamente faccio su gli stracci e m’organizzo per passare Capodanno nell’altra patria ingrata, Firenze; almeno per qualche giorno niente incendi, niente botti, niente Orlando, niente Bassani.
Si tira un sospiro di sollievo e si ricomincia perché guai mollare (scusate l’espressione vagamente in odor di tempi non sospetti).
Ma ancora una volta, alla notizia di una perdita, ritorna ancor più incattivito il segnale di cui Ferrara sembra essere maestra: la dimenticanza.
E’ morto Paolo Prodi. Il suo ruolo è stato significativo per la cultura, la società, la politica non solo emiliana ma nazionale e transnazionale, Così il suo profilo estratto da Wikipedia:
“Si è laureato in Scienze Politiche presso l’Università Cattolica di Milano, dopo aver vinto una borsa di studio presso il Collegio Augustinianum, per poi perfezionare gli studi presso l’Università di Bonn. Ha insegnato Storia moderna presso l’Università di Trento (di cui è stato rettore dal 1972 al 1977, nonché preside della Facoltà di Lettere dal 1985 al 1988), l’Università di Roma e l’Università di Bologna (della cui Facoltà di Magistero è stato preside dal 1969 al 1972). È Presidente della Giunta Storica Nazionale (già Giunta Centrale per gli Studi Storici), membro dell’Accademia Austriaca delle Scienze e dell’Accademia Nazionale dei Lincei.
È stato tra i fondatori dell’Associazione di cultura e politica “Il Mulino” (fondata nel 1965). Nel 1973 ha fondato, insieme a Hubert Jedin (di cui è stato allievo), l’Istituto storico italo-germanico di Trento, istituto che ha diretto per oltre un ventennio. Nel 2007 è stato insignito del Premio Alexander von Humboldt.
Era fratello del politico ed economista Romano Prodi, del professore e politico Vittorio Prodi, del fisico Franco Prodi, dell’oncologo Giorgio Prodi e del matematico Giovanni Prodi.
Basterebbero queste scarne notizie a rilevare la caratura straordinaria del personaggio; ma quello che avrebbe dovuto sollecitare il ricordo dei ferraresi è che Paolo Prodi è stato per anni Presidente e Direttore dell’Istituto di Studi Rinascimentali di Ferrara con il quale aveva instaurato un altissimo rapporto di collaborazione scientifica condivisa a questo punto con coloro che operarono all’interno dell’Istituto. Basterebbe citare studiosi eminentissimi quali Ezio Raimondi, Adriano Prosperi, Gian Paolo Brizzi, Gigliola Fragnito nel campo della storia e della storia moderna specie di quel momento fondamentale che fu il rapido diffondersi anche a Ferrara dei movimenti ereticali e di quella che Prodi chiamava non la Controriforma ma la Riforma cattolica. Un lavoro di altissima qualità scientifica affidata a molte pubblicazioni gloria e vanto dell’ISR.
Furono tempi fondamentali per la cultura a Ferrara e di Ferrara di cui non resta neanche il ricordo. Ho chiesto un segno pubblico di riconoscenza ma non è possibile nemmeno un ‘santino’ sul giornale !Per mancanza di fondi, dicono. Ecco allora che per ricordare l’amico e il compagno di tante ed esaltanti avventure mi permetto di scrivere queste poche righe.
Un ricordo vivissimo a casa di Ezio Raimondi mentre aspettavamo la conclusione dell’elezione del fratello di Paolo, Romano. Un gruppetto di amici tra cui Andrea Emiliani e alcuni giovani allievi di Prodi e di Raimondi instaurarono una fitta rete di rimandi che dimostrava, se ce ne fosse stato bisogno, la straordinaria capacità dello storico e dei suoi amici di trasmettere cultura e ancora di tener vivo e vitale il principio della Storia. Oggi sulle pagine de ‘La Repubblica’ dove si parlava dei funerali di Paolo, Adriano Prosperi commentava: “ed esorta a istituire seminari permanenti sui temi da lui studiati.” Non sarebbe stata l’occasione che qualcuno si ricordasse di coloro, tra i grandi studiosi, che resero indimenticabile un momento della nostra storia ferrarese?
Ma come si sa la nebbia è di casa dalle nostre parti.
Alla fine del lungo, quasi interminabile percorso del centenario ariostesco m’invitano a parlare dell’Orlando furioso alla scuola media de Pisis. Quattro terze e due seconde. Accetto volentieri in quanto so la qualità degli insegnanti e con quale amore quella scuola si è resa accogliente ai nuovi italiani. Ragazzine e ragazzini cinesi, arabi, nigeriani e di tante altre nazioni che la risacca dei migranti ha depositato qui nella nostra città e nella nostra provincia. Racconto la storia del grande poeta, cerco di far capire loro con la metafora del terzo occhio che i poeti e gli artisti in genere posseggono un occhio interno che trasforma la cronaca della loro vita in verità superiore e che questo è la realtà, il senso di essere umani. Poi alla fine tra gli inevitabili sghignazzi a vedere Lucrezia Borgia nelle vesti di Flora col seno nudo ma con un quasi evidente sospiro allorché faccio vedere la ciocca di capelli biondi conservati all’Ambrosiana pegno dell’amore tra la bella Lucrezia e il cardinal Bembo comincio un gioco. Ho portato l’edizione dell’Orlando del 1603 con le tavole che lo adornano e il commento del Ruscelli. Chiamo 10 ragazzi a sfogliare il libro con i guanti di filo bianco, come fanno gli studiosi, ma voglio che almeno metà siano i nuovi italiani che debbono prendere coscienza dei grandi personaggi della loro nuova patria. Sono emozionatissimi e orgogliosi di questo compito tra gli applausi dei compagni. Alla fine una ragazzina cinese mi chiede di poter anche lei indossare i guanti e sfogliare il libro. Ha un sorriso così luminoso che le permetto di toccare con un dito senza guanto la prima pagina. Naturalmente mi commuovo ma non lo dimostro.
Potere della poesia che ci rende simili agli dèi.

Il 2016 finisce, mentre gli italiani finalmente si ridestano

Il 2016 si chiude all’insegna dell’ottimismo. In fondo abbiamo gli stessi problemi che avevamo a fine 2015, ma questa volta ci sono chiari segnali che il 2017 sarà diverso.
La sentenza 275 della Corte Costituzionale in merito a una controversia tra Regione Abruzzo e Provincia di Pescara, relativamente al servizio di trasporto scolastico dei disabili, ha riconosciuto che è un diritto inviolabile e da tutelare, e a prescindere dall’art. 81 che prevede l’equilibrio di bilancio. Un po’ come dire che la vita reale, in questo caso il diritto allo studio di ragazzi disabili, ottiene un piccolo successo sui fogli di bilancio.
Poi il governo mette 20 miliardi per la difesa delle banche e quindi dei risparmiatori. Anche qui una piccola vittoria di chi ha sempre sostenuto che solo un intervento statale e solo delle garanzie statali possano tenere a galla le nostre banche già virtualmente tutte fallite. E anche, come dire, che le regole volute dall’Europa sull’Unione Bancaria sono un elemento di instabilità per i sistemi bancari e qui abbiamo fatto né più né meno di quello che normalmente fa la Germania con il suo 58% di banche pubbliche.

Abbiamo parlato più volte della grande novità rappresentata da Brexit e dall’elezione di Trump negli Stati Uniti. Ovvero della presa di coscienza da parte degli elettori, dei cittadini, che l’unico modo per cambiare qualcosa nel declino costante degli ultimi decenni della classe media e medio – bassa era quello di cambiare, appunto. E cambiare a costo anche dell’ignoto e di mettersi nelle mani di un personaggio particolare come Trump che è stato però ritenuto più valido di una Clinton, che invece rappresentava la strada della continuità. Insomma un desiderio così grande di cambiamento che neppure la campagna elettorale pro Clinton di televisioni e giornali di regime era bastata a frenare.
In Italia ha vinto poi il no al referendum sulle riforme costituzionali. La gente ha detto no perché si è accorta che non era vero che il sì avrebbe portato ad un cambiamento, che i suoi interessi non coincidevano più con quelli del governo. E ha detto no proprio a quel governo di Matteo Renzi e della Elena Boschi, fiduciosi nel fatto che avrebbero mantenuto la promessa di lasciare la politica in caso di sconfitta. E’ stato un voto contro le riforme costituzionali ma soprattutto contro di loro e di tutto il Pd.
Invece l’arroganza di questi geni della politica è andata oltre ogni aspettativa e Renzi si è tenuto stretto il posto di Segretario del Pd e inizia la sua rimonta dopo aver concordato con Mattarella il nuovo governo Gentiloni, mentre la Boschi viene promossa a Sottosegretario alla presidenza del consiglio. Abbiamo poi la parlamentare del Pd Fedeli, che aveva dichiarato si sarebbe dimessa da parlamentare ed è invece diventata Ministro dell’istruzione, sembra senza nemmeno un diploma verificabile. Franceschini aveva invece dichiarato “questo governo nasce per fare le riforme se non si fanno è giusto vada a casa”, anche lui rimane ben saldo alla sedia di ministro.

Ora è un fatto che per cinque anni, dal 2011 e precisamente dal governo Monti, si sono prese decisioni pesanti per i cittadini. Decisioni che hanno visto come conseguenza aziende chiudere, lavoro e tutele diminuire, interessi stranieri prendere il sopravvento, abbiamo persino ceduto alla Francia porzioni di mare dopo che è risultato chiaro il danno che ci ha apportato in Libia con l’inizio dei bombardamenti (a cui misteriosamente abbiamo poi anche partecipato!).
E tutto questo sempre per il nostro bene, ma alla fine dopo aver fatto tutti i sacrifici che ci sono stati richiesti, siamo tutti più poveri, si alza il numero di quelli che lo è già, sappiamo che avremo pensioni ridicole e dopo i 70 anni, che siamo costretti a tenerci i figli a casa sempre di più o a mandarli in Germania per 400 euro al mese.
Ma tutto questo, insieme alla sentenza delle Corte Costituzionale e dei 20 miliardi per le banche con cui abbiamo iniziato l’articolo, è molto positivo. Perché le persone che avevano cominciato a capire quanto i nostri politici fossero lontano dai nostri interessi adesso non possono più avere dubbi. Le menzogne sono troppe e i fatti sono quello che sono, basta volerli vedere e oramai, con le ultime scelte di riproporre un governo fotocopia che facesse le stesse cose di quello precedente, con gli stessi ministri più qualcuno promosso non può più essere non visto.

Ministri senza una laurea e adesso senza nemmeno un diploma, mentitori seriali che fino a ora abbiamo accettato convinti di non avere scelta ci pongono di fronte all’effetto Trump e alle prossime elezioni senza la paura del diverso, del cambiamento. Perché adesso conosciamo il vero volto di chi ci sta governando e di quanto siano disposti a mentire per rimanere ai loro posti di comando. Se solo avessimo una stampa decente questi aspetti verrebbero rimarcati continuamente, invece tra poco Renzi e company saranno chiamati nei Talk Show che tenderanno a far dimenticare il tutto.
In un mondo perfetto vorremmo vedere l’Annunziata o la Gruber richiamare la Boschi e Renzi e chieder loro per la durata della trasmissione perché hanno mentito agli italiani e come intendono riparare, ma allora non saremmo al 77° posto per libertà di stampa, quindi dobbiamo fare da noi.
Ma se servivano Renzi e la Boschi e il nuovo Ministro Fedeli e le dichiarazioni di Franceschini per rendere evidente le falsità di chi ci ha nutrito di solgan per anni anche per chi fino ad adesso non aveva ancora messo a fuoco, allora grazie Renzi, Boschi, Fedeli e Franceschini.