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Giorno: 7 Gennaio 2017

La Befana dei Vigili del Fuoco dalla Torre dell’orologio ai canali del centro storico

Da: Comune di Comacchio

Il freddo glaciale non ha di certo intimorito la Befana dei Vigili del Fuoco che questa mattina, calandosi con una teleferica dalla sommità della Torre dell’orologio, ha fatto capolino tra gli sguardi carichi di attesa dei tantissimi bambini accorsi. La quarta edizione della manifestazione organizzata dal Distaccamento dei Vigili del Fuoco di Comacchio, in collaborazione con l’Associazione culturale Marasue, ha rinnovato l’antica tradizione popolare dell’Epifania rappresentata dalla simpatica Befana, che dopo aver sorvolato il cielo con l’immancabile scopa, giunge a destinazione per dispensare dolciumi e sorrisi ai più piccoli. In mezzo alla folla numerosa, anche il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco, Pietro Di Risio, il Sindaco Marco Fabbri e l’Assessore alla Cultura Alice Carli. La Befana, come ha spiegato il capo-squadra Fabio Marconi, speaker della manifestazione, ha effettuato la discesa dalla teleferica, mettendo in atto le manovre che i pompieri del Nucleo speleo-alpino-fluviale (SAF), effettuano in occasione di interventi di soccorso. Tra gli applausi della folla, la Befana ha raggiunto il canale maggiore, dove l’attendeva la moto d’acqua, impiegata in estate durante gli interventi di soccorso in mare dal Nucleo Soccorso acquatico (SA). Il capo-squadra Gian Carlo Lambertini ha scortato la Befana nel tragitto via acqua, lungo il centro storico, culminato con il tradizionale lancio di caramelle. I Vigili del Fuoco, tutti fuori servizio, sono stati i grandi protagonisti della spettacolare manifestazione, chiusa a sorpresa con il tuffo in acqua della Befana. Il Sindaco Marco Fabbri ringrazia i pompieri intervenuti e tutti quelli che stanno adoperandosi anche in questo periodo per prestare soccorso nelle aree dell’Italia centrale duramente colpite dal terremoto. Tra loro anche Stefano Gelli, vigile del fuoco comacchiese, che nelle precedenti edizioni ha svolto il ruolo di speaker della manifestazione. A tutti i Vigili del Fuoco il Sindaco rinnova sentimenti di profonda gratitudine e di amicizia per la loro preziosa, costante ed insostituibile opera di tutela del territorio. Alla manifestazione odierna hanno partecipato pompieri del distaccamento di Comacchio, del Comando Provinciale di Ferrara, ma anche discontinui e volontari dei distaccamenti di Bondeno e di Copparo.

Rossi: “trattativa lunga e altalenante alla Berco, se non si chiude sarà dirimente il coinvolgimento del MISE”

Da: Comune di Copparo

Rossi: “trattativa lunga e altalenante alla Berco, se non si chiude sarà dirimente il coinvolgimento del MISE”

Sulle crisi che scuotono il mondo economico ferrarese interviene il Sindaco di Copparo Nicola Rossi, il quale in una nota esprime la propria preoccupazione per l’altalenanza dei responsi che arrivano dalle trattative della vertenza Berco.

“Oramai da diverse settimane abbiamo avuto modo di seguire l’andamento degli incontri che le parti hanno tenuto in sede territoriale, vale a dire a Copparo, dopo che nella prima fase della vertenza si era partiti a Roma, con grandi difficoltà. In questo senso devo registrare come stiano emergendo atteggiamenti contrastanti, soprattutto se posti in relazione alla più recente decisione del management di attivare il ciclo continuo in reparti che prima non ne erano interessati. La questione – come già hanno avuto modo di sottolineare i rappresentanti sindacali con cui mi trovo d’accordo – è originale, non da ultimo perché sul tavolo rimane ancora il pericolo per decine e decine di posti di lavoro”.

Secondo l’opinione del Sindaco, risulterà dirimente a breve tornare a coinvolgere il Governo, nelle figure dei vertici del Ministero dello Sviluppo già incontrate la scorsa estate nella figura del vice ministro Teresa Bellanova in cui si è registrata una grande attenzione e disponibilità. “Non è immaginabile continuare con questa tensione ancora a lungo, soprattutto se in una sede l’azienda continua a paventare la volontà di ridurre l’organico e dall’altra fa emergere segnali di incremento di ore di lavoro in determinati reparti. Se a fare le spese di questa incertezza rimangono solo i lavoratori con le loro famiglie, la questione si complica ulteriormente: i sacrifici che sono stati fatti in questi anni dagli stessi hanno avuto un peso importante e hanno sottolineato un atteggiamento di responsabilità evidente. Per questo auspico che la trattativa possa fare un ulteriore passo avanti – dopo che abbiamo registrato quello sugli ammortizzatori sociali – anche immaginando di riportare la vertenza in sede romana, nella piena disponibilità del sottoscritto e dell’Amministrazione a far fronte comune con quella rete istituzionale che ha caratterizzato il 2013”.

Rossi esprime dunque preoccupazione, soprattutto se letta in considerazione agli avvenimenti che coinvolgono il territorio. E’ inevitabile tracciare un parallelo con la vicenda che coinvolge Carife, la quale porta con sé un doppio risvolto, di proporzioni enormi: uno prettamente economico e l’altro lavorativo, con l’evidenza di un territorio che oggi registra debolezze in quei soggetti che un tempo ne erano il riferimento consolidato. “Nell’ultima assemblea si è andati avanti per una strada – aggiunge il Sindaco – che mira ad agevolare in tempi brevi prepensionamenti e uscite volontarie in virtù di un discreto numero di mensilità. La questione è oltremodo importante e l’auspicio è quello che gli accordi futuri (i quali hanno come precondizione proprio questo passaggio) vengano sviluppati nel pieno rispetto degli impegni presi. E’ quindi nei giorni successivi al 19 che potremo avere un quadro più definito, ma nonostante ciò permane un’incertezza sulle capacità di sviluppo futuro del tessuto economico e imprenditoriale locale che deve trovare risposte ferme, a partire da aziende come Berco, a cui le comunità hanno dato tanto
Per questo ritengo strategica anche la conferenza programmatica indetta dal Pd ferrarese, è fondamentale rilanciare idee forti e concrete per lo sviluppo di tutto il territorio provinciale”.

Hera: concluse le feste ecco come differenziare ciò che non si riesce a riciclare

Da: Hera

Con i consigli del Rifiutologo si separano correttamente i rifiuti e se gli oggetti sono in buone condizioni, possono essere oggetto di raccolte a scopo benefico

Con l’Epifania le festività natalizie sono concluse ed è arrivato il momento di pulire la casa dai ‘residui’ e di riporre addobbi e alberi sintetici.
Chi invece ha utilizzato un abete senza radici, non trapiantabile, lo dovrà correttamente depositare nei cassonetti di colore marrone dopo averlo ridotto in tronchetti per limitarne il volume. Sarà trasformato in compost, ottimo fertilizzante per l’agricoltura.
Occorre evitare che gli abeti finiscano nei contenitori per l’indifferenziato o peggio ancora abbandonati accanto ai cassonetti.
La soluzione migliore è portare gli abeti alle stazioni ecologiche di Hera (via Diana, via Ferraresi o via Caretti).
In questo modo si può avere uno sconto sulla TARI e per accumulare uno sconto più alto, si può portare alla stazione ecologica di Hera, insieme all’albero di Natale, anche gli altri oggetti non più riutilizzabili.

Attenzione però: se gli oggetti sono in buone condizioni possono essere oggetto di raccolte a scopo benefico, magari nei mercatini solidali della città.
Ad esempio, a Ferrara si possono consegnare alla Cooperativa Sociale ‘Scacco Matto’ che gestisce il Centro del Riuso in via Bologna 300/C, aperto dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 13.30 alle 17.30. Info: www.gruppohera.it/cambiailfinale.

Per rispettare l’ambiente, ci sono i consigli del Rifiutologo: l’app per smartphone e tablet di Hera ( www.ilrifiutologo.it) che aiuta a differenziare correttamente i rifiuti e che riconosce i principali prodotti tramite il loro codice a barre indicando come differenziarli e in quale contenitore metterli. Inoltre, informa anche su indirizzi e orari di apertura delle stazioni ecologiche Hera della zona.
Alla voce “carte da regalo”, il Rifiutologo di Hera spiega che la carta argentata da pacchetti va tra i rifiuti indifferenziati. Gli imballaggi voluminosi in cartone (per esempio le scatole dei giocattoli) devono essere ridotti di volume e conferiti con la carta.
Nastri e fiocchi vanno con i rifiuti indifferenziati; meglio, comunque, riciclarli per altri regali, se non sono danneggiati. Anche così si dà una mano all’ambiente.
Gli imballaggi in plastica o in polistirolo e i sacchetti che contenevano i regali, se di plastica, vanno invece nella raccolta della plastica. Se sono di grandi dimensioni la loro destinazione è la stazione ecologica di Hera.
Il Vetro può essere riciclato all’infinito, quindi è importante non buttare le bottiglie nell’indifferenziato dopo i brindisi, ma conferirle nelle apposite campane o nei contenitori del vetro.
Le luci colorate e piccoli apparecchi che non funzionano più diventano RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) e devono essere consegnate alle stazioni ecologiche. In alternativa, nel parcheggio dell’Ipermercato ‘le Mura’ ci sono i cassonetti intelligenti per la raccolta dei RAEE. Sono cassonetti ultra moderni che si aprono con la tessera sanitaria.

Hera ricorda, infine, che in nessun caso i rifiuti vanno abbandonati. La maleducazione di chi lascia i rifiuti in strada è un costo per la collettività, che può essere prevenuto avvalendosi anche del servizio gratuito di Hera di raccolta a domicilio degli ingombranti (mobili, grandi elettrodomestici, divani, etc). Si può chiamare il Servizio Clienti Hera 800.999.500 (numero gratuito da rete fissa e mobile, attivo dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 22, sabato dalle 8 alle 18).
Nel caso si notino abbandoni, si possono effettuare segnalazioni anche attraverso il ‘Rifiutologo’. Grazie al GPS è possibile inviare segnalazioni anonime direttamente ai servizi ambientali di Hera scattando una foto con il proprio smartphone. Una volta ricevuta la segnalazione, Hera interverrà in tempi brevi per il completo ripristino del servizio.

La Befana del Poliziotto: 12° edizione

Da: Organizzatori

Anche quest’anno, nella mattinata del 6 gennaio, si è svolta la ricorrenza del La Befana del Poliziotto: come da dodici anni, infatti, a Ferrara una delegazione di agenti di Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale Costantino SATTA, insieme al Comandante del Reparto, dottoressa Annalisa GADALETA, si è recata presso il reparto di Petrizia dell’Presidio Ospedaliero di Cona (Fe) – Unità Operativa di Pediatria, dipartimento materno infantile, per portare doni, regali e giochi di società.

Questa visita è avvenuta con la gioiosa partecipazione dei Clawn della associazione Ambulaclaun, Volontari del Sorriso ed alla presenza dei personaggi epigoni degli STAR WORS che, con frizzi e gag, hanno reso colorato ed allegra questo momento.

Anche un agente di polizia, nelle vesti di maestro di violino, ha allietato l’evento con le note soavi della sua musica.

Ma non è tutto! I doni stupendi sono stati donati dal negozio LA GIOCHERIA di Ferrara che, per il terzo anno consecutivo, ha colla barato volontariamente a tale iniziativa.
Larghi sorrisi dei piccini degenti e dei genitori hanno caratterizzato questa giornata in cui un allegria serenità sono stati donati da una vecchia signora, quanto mai solidale…la ‘Befana’.

Coldiretti: è il vino italiano il leader mondiale e dell’export tricolore

Da: Coldiretti

Nel 2016 il vino made in Italy ha conquistato leadership mondiale della produzione e record per il valore dell’export dei prodotti italiani nel mondo. Un settore che vale circa 10 miliardi di euro con ricadute occupazionali per oltre un milione di addetti, dall’agricoltura al commercio, ai servizi, alle attività connesse.

Archiviata la vendemmia e conclusi i brindisi di fine anno è tempo di bilanci per il vino Made in Italy che conquista nel 2016 la leadership mondiale nella produzione con circa 50 milioni di ettolitri e aumenta del 3% il valore dell’export che raggiunge il massimo storico di sempre a 5,2 miliardi. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia che il vino è nel 2016 la prima voce dell’export agroalimentare nazionale. Il primato produttivo davanti alla Francia nel 2016 è dovuto – sottolinea la Coldiretti – alla crescita in Veneto che si conferma la principale regione produttrice ma anche in Emilia, Romagna, Piemonte, mentre un contenimento di diversa entità si èverificato in Trentino Alto Adige, in Sicilia, in Lombardia, mentre la Puglia presenta uno scenario molto variegato, con perdite pesanti su alcune varietà ed incrementi altrettanto importanti su altri secondo l’Ismea.
Si stima che la produzione Made in Italy 2016 sia rappresentata per oltre il 40 per cento – precisa la Coldiretti – dai 332 vini a denominazione di originecontrollata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), per il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a vini da tavola.
Perquanto riguarda le esportazioni, riguardo le performance dei prodotti nei singoli Stati si scoprono aspetti sorprendenti – evidenzia Coldiretti – a partire del successo del vino tricolore in casa degli altri principali produttori, con gli acquisti che crescono in Francia (+5%), Stati Uniti (+3%), Australia (+14%) e Spagna (+1%). Ma va sottolineato che nel Paese transalpino, patria dello Champagne, lo spumante tricolore fa addirittura segnare un incremento in doppia cifra, pari al +57%. Il risultato è che la quantità divino Made in Italy consumato fuori dai confini nazionali è risultata addirittura superiore a quella bevuta in Italia. Negli Stati Uniti – continua Coldiretti – sono particolarmente apprezzati il Chianti, il Brunello di Montalcino, il Pinot Grigio, il Barolo e il Prosecco che piace però molto anche in Germania insieme all’Amarone della Valpolicella e al Collio.
Il settore del vino in Italia rappresenta un motore economico che genera quasi 10 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e che da opportunità di lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone. La vendemmia 2016 – ricorda la Coldiretti – ha coinvolto 650mila ettari di vigne, dei quali ben 480mila Docg, Doc e Igt e oltre 200mila aziende vitivinicole. La ricaduta occupazionale riguarda sia per le persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio.
Secondo una ricerca di Coldiretti, per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben diciotto settori di lavoro dall’industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie e molto altro.
Il futuro del Made in Italy dipende dalla capacità di promuovere e tutelare ledistintività che è stata la chiave del successo nel settore del vino dove ha trovato la massima esaltazione la valorizzazione delle specificità territoriali che rappresentano la vera ricchezza del Paese” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “il vino italiano è cresciuto scommettendo sulla sua identità con una decisa svolta verso la qualità che ha permesso di conquistare primati nel mondo dove oggi 1 bottiglia esportata su 5 è Made in Italy”.

I cittadini fanno “oh”: intervista a Giuseppe Povia

In un mondo sempre più oscuro bisogna stare attenti a quelle fiammelle che fanno un po’ di luce e aiutano a squarciare le tenebre. Giuseppe Povia è una di quelle fiammelle, un artista che rema controcorrente, che racconta argomenti difficili e non per tutti immediatamente comprensibili. Non per colpa loro certo, decenni di informazione distorta hanno creato quello che si chiama ‘pensiero unico’. Un solco difficile da lasciare eppure oltre questa strada dritta esistono campi di libertà, di pensiero, di vita inesplorata.

Giuseppe Povia
Giuseppe Povia

Il 17 febbraio 2017 Povia, invitato dal Gruppo Cittadini Economia insieme a Emmaus (San Nicolò – Fe) e con il patrocinio del Comune di Ferrara, sarà in Sala Estense, Piazza Municipale di Ferrara, dalle ore 21:00. Che tipo di serata sarà? Diversa, coinvolgente, musicale, un po’ recitata e un po’ dialogata partendo dalle parole dei testi delle canzoni di Povia e proseguendo con i grandi temi dell’economia, della moneta e della crisi, sotto forma di teatro civile, già collaudato dal Gruppo Economia in altre esperienze, ultima quella del 21 settembre scorso (vedi). La serata sarà ad offerta libera.
Per i dettagli e le prenotazioni clicca qui.

“Chi comanda il mondo, c’è una dittatura…” la dittatura di cui tu canti, ed io scrivo spesso, è quella dei mercati finanziari e dei grandi poteri finanziari. Secondo te quale è la loro forza, come riescono a muovere i destini del mondo e a rimanere impuniti?
Una volta i dittatori avevano un volto e sapevi a chi fare il processo. Oggi ci sono tante entità che dominano il pianeta. Chi muove più finanza controlla più parti di mondo. Queste sono riuscite a rendere legale l’illegale e lo hanno fatto in modo molto semplice: hanno preso il controllo della cultura e dell’ignoranza.
Le costole più importanti sono: 1. il dominio della moneta, 2. i media, 3. le leggi, 4. l’istruzione, 5. la politica asservita e 6. la Magistratura. Se piloti queste 6 cose, porti i popoli e le nazioni dovunque vuoi. L’unica soluzione è la consapevolezza, l’informazione non basta più

Cosa ne pensi di questa continuo martellamento di andamento delle borse, dei mercati in fibrillazione, delle azioni che salgono e scendono. Sono davvero necessari alla nostra esistenza o magari potremmo vivere anche senza?
Le borse creano solo allarmismo inutile. E’ un casinò finanziario virtuale. Se qualcuno vince, vuol dire che qualcun altro perde. Se c’è un segno + da una parte, vuol dire che ci sarà un segno – da un’altra parte e viceversa. Salgono e scendono e non spostano di molto. Quello che conta sono i beni reali, l’economia concreta, la gente. Certo è che se gli “addetti finanziari” riescono a convincere le persone a investire e a rischiare, si può arrivare a perdere tutto, come al casinò appunto. Come nella crisi finanziaria 2007-2008, partita dall’America (per esempio con i cdd, Credit Default Swap, pacchetti finanziari tossici) che ha messo in ginocchio soprattutto milioni di famiglie

Immagino che quel bambino di cui parli nel brano “chi comanda il mondo” sia la coscienza delle persone che prima o poi si risveglierà e andrà alla ricerca di amore, di vita, di relazioni. Un po’ come uscire dalla massa, abbandonare il pensiero unico e ritornare a vivere di bisogni reali.
Non posso che rispondere sì. La consapevolezza!

“Essere consapevole che prima dei 30 anni ti vorresti realizzare e poi non essere fra quelli che ripetono duemila volte ‘non cambia niente’”. Anche qui è un invito a darsi importanza, ognuno di noi può fare la differenza e la cosa più deleteria è quella di convincersi di non essere importante, di non poter fare la differenza.
E’ retorico dirlo ma siamo bombardati da migliaia e migliaia di armi di distrazione e divisione di massa. Niente altro da aggiungere se non quanto detto prima

Nei brani “La soglia del 3” e “Il debito pubblico” fai un po’ una lezione di economia. L’importanza dei numeri in questo sistema, numeri che prendono il sopravvento sull’essere umano e arrivano a impedirti anche la normale vita quotidiana: “tu ragazza ti vuoi innamorare ti vuoi sposare e vuoi la felicità ma questo Stato non ti aiuterà”. I fogli di bilancio prendono il sopravvento e vengono prima dei bisogni delle persone, decidono per noi e nel caso del 3% impediscono allo Stato di spendere, cioè impediscono alle persone di avere servizi, vedere ricostruite le loro case dopo i terremoti, ecc. ecc..
Abbiamo una Corte Costituzionale che con la sentenza 275/2016 ha detto chiaramente: “E’ la garanzia dei diritti incomprimibili ad incidere sul bilancio e non l’equilibrio di questo a condizionarne la doverosa erogazione”. Lo dice ma passa inosservato perché il popolo non sa, non è al corrente. E poi ci sono i trattati europei che vincolano i poteri dello Stato (quel poco che c’è rimasto dello Stato). Per ricostruire un paese distrutto dal terremoto basta un clic con 9 zeri dal computer della banca centrale. Tutto si trasformerebbe in mattoni, beni, servizi, cantieri, mense, muratori, carpentieri, stipendi. Oggi siamo allo 0, zero di inflazione, quindi qualche punto non farebbe male a nessuno (parole di premi Nobel per l’economia come Stiglitz, Krugman, o economisti come Bagnai, Rinaldi, Borghi, Siri, Mosler, Forstater, Parguez etc.)

Ho citato quella sentenza in un mio articolo poco tempo fa e penso come te che le si dovrebbe dare più importanza. Un’altra tua frase è “lo Stato migliore ad ognuno la sua terra soldi pace e libertà”.
Ma sì dai, ognuno vorrebbe vivere bene a casa sua. Andare a vivere in un altro paese dovrebbe essere un piacere, una curiosità, un’esperienza, non una forzatura o una costrizione

Invece nel brano “era meglio Berlusconi” ne hai un po’ per tutti: Pd, Lega e 5 Stelle. La parodia del vecchio comunista che non vedeva niente altro che la potenza della falce e del martello, ma che di fronte a tanto sfascio culminato nei governi Monti, Letta e Renzi, riconosce persino che si stava meglio con Berlusconi. Come dire, alla fine ci sveglieremo tutti. È un messaggio di speranza in fondo.
La sinistra e coloro che hanno fatto finta di sostenerla perché gli dava (e gli dà) da lavorare, ci ha massacrato le scatole per vent’anni con Berlusconi, per poi sfasciare la nazione in pochi anni. Dal 2011 è accaduto di tutto: disoccupazione a due cifre, attentati terroristici frequenti, immigrazione incredibile, delocalizzazione di aziende, deindustrializzazione galoppante e tanto tanto altro. Quindi sì: si stava meglio quando si stava un po’ meglio.

“Io non sono democratico” sembra voler dire che non accetti una democrazia imposta dall’alto e che assume criteri distintivi in realtà davvero poco democratici. Quindi non sei democratico in questo senso?
Il brano significa che siamo sotto una dittatura finanziaria e culturale travestita da democrazia per polli allevati. Io sarei anche democratico ma non se vedo ingiustizie sociali di ogni tipo.

“Job act” è invece un attacco alla precarizzazione del lavoro. A quell’opera direi iniziata con Treu, Maroni-Biagi, Fornero-Monti. E poi cerchi di spiegare a Matteo (Renzi) che è inutile dire di aver abbassato le tasse in un sistema costruito apposta per impedirlo. Del resto basterebbe conoscere un po’ i saldi settoriali oppure guardarsi le tabelle del Def per capire che quando le entrate generali dello Stato sono superiori alle uscite generali non esiste abbassamento delle tasse. Diciamo piuttosto che quello che fanno i governi e togliere oggi da una parte e mettere dall’altra. Un giochino a somma zero. Tolgo l’Imu, ma alzo l’Iva, per esempio.
Il portafoglio è il vero e unico problema, anche se so che a molti purtroppo arriva ancora male. Se io esco senza soldi non posso comprare da mangiare. Al contrario sì. L’Italia non ha il portafoglio e cioè la propria moneta, come ad esempio la Polonia. Quindi ogni politico può solo essere bravo o meno bravo a fare le pulizie, come una governante quando mette a posto una casa. Tutti hanno percepito questo e hanno nostalgia della lira ma molti hanno paura e quindi credono che uscire dall’euro voglia dire: catastrofe. Se fossimo tutti consapevoli invece…

Senti Giuseppe, sei felice? Rifaresti la scelta di autoescluderti dallo star system solo per dire la verità? A chi interessa la verità?
E’ una strada troppo appassionante e per ora mi piace tanto. Fa parte di un percorso che, non so, è arrivato a questo punto. Felice a volte. La verità è diversa per ognuno ma i dati di fatto quelli no, quelli dovrebbero interessare tutti. Se non fosse per quella piccola seccatura che si chiama ‘potere’ che distrae i popoli…

Salutiamo per ora Giuseppe Povia dandogli appuntamento il 17 febbraio a Ferrara, dove sarà possibile fargli domande e dialogare direttamente con lui.
Ricordiamo che il suo CD è autoprodotto, per ordinarlo bisogna scrivere a ufficiostampa@povia.net o acquistarlo ai concerti, per esempio a Ferrara.

Guarda il video di “Chi Comanda il Mondo ”

LA RECENSIONE
Sognando una tigre azzurra

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Se come me siete l’adulto-sognatore che ama ancora molto i testi illustrati per ragazzi, state leggendo le righe giuste. È ora, infatti, di sedersi sulla poltrona preferita di casa, quella comoda e calda che usate nei veri momenti di relax, e, chiusa la pur piacevole pausa natalizia, assaporare questi ultimi giorni di vacanza in compagnia di pagine colorate che vi portano in un altro mondo. Quello della fiaba e della felicità, della capacità di librarsi nell’aria credendo solo ai vostri desideri. Sfogliamo allora le pagine di “La tigre azzurra”, di Nicolas Barreau, un tenero e avvolgente libro illustrato tratto dall’omonimo romanzo. Peraltro, il tutto ruota attorno al parco parigino Jardins de Bagatelle, il mio preferito, dove la giovane Heloise, curiosa come i suoi otto anni possono essere, ama recarsi a passeggiare con il papà, la mamma e il cagnolino Babu. Come non perdersi in questa stradine. Io l’ho fatto spesso, ora tocca a voi… Qui la domenica è il momento dei giochi, del lago e del bellissimo roseto. Il profumo si sente quasi dalle pagine bianche patinate (io, peraltro, l’ho nelle narici fin dall’ultima visita del 2006), il pennacchio del castello bianco del parco, costruito da un giovane per una bella regina in poco più di due mesi, accarezza i capelli al vento. Si resta a bocca aperta, in questo luogo, sia che, come Heloise, si sogni di essere un principessa, sia che, magari, lo ci si senta davvero perché si ha accanto un principe che ti fa sentire tale. La mattina del suo compleanno, la giovane protagonista si reca in gita con la scuola in questo parco meraviglioso, portando con se’, su suggerimento della maestra, i suoi colori e il suo album da disegno. Tutti i compagni disegnano alberi, cespugli, rose, uccelli. Lei una tigre azzurra, con le strisce d’argento e gli occhi blu. Schernita dagli amichetti (una tigre così non esiste davvero…), Heloise è soddisfatta del suo bel acquerello. Per lei quella tigre esiste ed e’ davvero così. E se, dopo la festicciola del pomeriggio, alla sera, la bambina si accorge di aver dimenticato la sua scatola nuova di colori al parco, eccola sulla strada, sgattaiolata silenziosamente dalla sua cameretta, per ritrovarla. La borsa con i colori era lì ma non il suo disegno con la tigre. La storia si svolge, si avvolge, non vi racconto il prosieguo, non vi rovino la sorpresa. Vi dico solo che piano piano, a poco a poco, il sogno si avvera. Viaggiando fra le nuvole, vedrete come si vola, sui magici e romantici tetti di Parigi, con uno straccio colorato …. fino a ricevere il vostro sassolino azzurro. Anche voi.

Nicolas Barreau, La Tigre azzurra, Feltrinelli Kids, 2016, 52 p.