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Giorno: 24 Luglio 2017

BORDO PAGINA
“Cosmos”, una poetica rock nel libro d’esordio di Luca Grigoli

Cosmos” di Luca Grigoli, libro d’esordio del nuovo poeta (Este Edition 2017) originario di Argenta, nel ferrarese, in realtà, come poi dal sottotitolo (“Visioni -1993-2016”), sintetizza la poetica dell’autore fin dai suoi circa 20 anni. Libro presentato per la cronaca recentemente per la nota Rassegna letteraria “Autori a Corte” (2017) e “Libri in Fabula” (Galleria Fabula FineArt). Un versificare pulsionale scorrevole, lirico, quasi simbolista e postsimbolista aggiornato, attraverso la grande stagione stessa letteraria surrealista fino a atmosfere esistenziali terrestri e elettrocosmiche sempre molto quotidiane.
Soprattutto spicca poi una stagione diversamente letteraria e generazionale, certa nuova poetica rock pop neppure potenziale per l’autore che già ha collaborato a livello testuale con gruppi heavy metal (e nel libro anche alcune dediche esplicite).
Se certa matrice, poco italiana e più europea letteraria, come accennato, forse nella tradizione moderna italiana qualcosa degli Scapigliati e dello stesso Dino Campana, appare indubbia, il quid speciale e personale appunto rock poetico caratterizza questa lunga raccolta temporale.
“Venuti alla luce” pubblicatti, tranne alcuni episodi, riviste e concorsi, soltanto quest’anno, i testi trascendono certo divenire temporale o cronologico: fin dai primi testi della gioventù appena postadolescenziale la penna di Grigoli è già “orizzontale”, una cifra linguistica definita.
Le numerose e decine e decine di poesie molto spesso sembrano canzoni d’autore potenziali per amplificazioni musicali: anche qua distante dai copioni anche illustri dei cantautori italiani e non solo; se almeno in Europa e nei paesi anglosassoni acquisita da Jim Morrison a Patty Smith allo stesso Syd Barett e Robert Smith (Cure) certa nuova poetica rock, l’ancor giovane Grigoli segue (e anche concretamente) griglie d’interfaccia in certo senso insolite: l’heavy metal, già hard rock, dai leggendari Led Zeppelin, Black Sabbath e Deep Purple o AC/DC, fino alle new wave del genere di questi anni duemila.
E tale almeno suggestione pop letteraria, dimostra l’altra profondità di un genere, spesso bollato più superficiale di altro Rock cosiddetto decadente o Dark o Art Rock storico, quantomeno con le dinamiche testuali, al di là delle figure icone leader del cantante, subordinate come quasi uno strumento di sottofondo alla spettacolarità e al sound appunto “Hard” e pesante… delle band.
In ogni caso, colpisce, criticamente parlando, certo cosiddetto “minimalismo” testuale nel versificare di Grigoli: nessuna sperimentazione forzata o eccessi analitici sul linguaggio spesso sopravvalutati nella tarda poesia contemporanea: semmai due “cristalli”, riassumendo: da un lato certo ritorno ai primordi della poesia modernissima postsimbolista, dall’altro una sua ricombinazione alla luce di un archetipo nuovo , quella del pop e dell’heavy metal in particolare che ne fa oggi una parola viva, empatica, comunciativa e stimolante, oltre oggi certe abusate e spesso difensive e sopravvalutate nicchie letterarie.
Per certa equazione personale e generazionale, l’autore non canta futuri postumani sbalorditivi o rivoluzionari: i suoi riflessi del nostro tempo, defuturizzato e problematico, esitano come riflessi colmi di malinconie ma anche arcobaleni di tristezze: il suo è un mondo cromatico realistico. Registra i bachi di questo inizio duemila, la vita “elettronica” nel suo caos incombente, ma è l’attuale Surrealtà: i suoi versi sono piccole grandi sublime-azioni con la parola intrisa di immagini mai ridondanti, anzi pulsionalmente levigate e in questo senso – non retorico- come altrove- la poesia magari non salva la vita, ma distilla potenza e cuore s-oggettivo e orizzonti diversamente progettivi.

Uno dei testi di Luca Grigoli (Anni 2000, 2016, estratto)
Volti indistinti,
Folle oceaniche, i loro volti stanchi.
Sagome indistinte si trascinano, giorni monotoni.
Un milione di voci, nessuna voce.
Tracollo finale, disillusione.
Filmato in bianco e nero immagine sbiadita.
La piazza rossa del secolo scorso.
Ombre nere, puara, ombre grigia d’apatia.
Dormitori, gente si stropiccia gli occhi.
Silenzio nelle stanze,
Seduto davanti allo schermo di un computer un ragazzo.
Un ragazzo nella sua stanza, mille colori, mondo virtuale.
Animazione giapponese, musiche tailandesi in sottofondo…

Info:
Libro Cosmos Este Edition
http://www.este-edition.com/prodotti.php?idProd=1087
Blasting News magazine, intervista a Luca Grigoli
http://it.blastingnews.com/cultura-spettacoli/2017/05/la-cosmopoesia-surrealistica-di-luca-grigoli-001661241.html

Prepensionamento anticipato – emanato il Decreto Poletti

Da Osservatorio Nazionale sull’amianto

Prepensionamento amianto. Ma c’è un termine.
Emanato il Decreto Poletti, domande entro il 16 settembre.

Roma, 24 luglio 2017 – “L’Osservatorio Nazionale Amianto rende noto e informa i lavoratori della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Poletti, che finalmente rende operativo il sistema di prepensionamento per i lavoratori malati da amianto (mesotelioma pleurico, mesotelioma pericardico, mesotelioma peritoneale, mesotelioma della tunica vaginale del testicolo, carcinoma polmonare e asbestosi), riconosciuti dall’INAIL e/o quale causa di servizio, senza limiti di anzianità contributiva ed anagrafica, alla sola condizione di un’anzianità contributiva di 5 anni, di cui 3 anni di contributi negli ultimi 5 anni antecedenti la domanda di pensione”, spiega l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.
La pubblicazione, avvenuta in data 18.07.2017, stabilisce un termine di 60 giorni per il deposito delle domande di pensione di inabilità, cui possono accedere i lavoratori che sono malati di patologie asbesto correlate.
Mentre, a partire dal 2018, la domanda dovrà essere presentata entro il 31 marzo di ogni anno.
“L’Osservatorio Nazionale Amianto, quindi, plaude all’iniziativa del Ministro del Lavoro, che accogliendo le sollecitazioni dei lavoratori ha emanato il decreto che finalmente inchioda l’INPS a concedere il prepensionamento per i lavoratori malati di patologie asbesto-correlate e la nostra associazione è in prima linea per assisterli”, dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.
I lavoratori potranno consultare il sito dell’Osservatorio Nazionale Amianto al link https://osservatorioamianto.jimdo.com/assistenza-legale/pensione-immediata-per-il-lavoratori-malati-da-amianto/ e chiedere assistenza legale gratuita dall’associazione inoltrando una email all’indirizzo:
osservatorioamianto@gmail.com
oppure con un contatto telefonico, al numero:
0773/663593

I lavoratori malati potranno quindi accedere alla pensione di inabilità, alle condizioni di cui alla L. 222/84, anche se non si trovino nell’assoluta e permanente possibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa, a condizione che abbiano almeno 5 anni di anzianità contributiva, e di 3 anni di contributi negli ultimi cinque anni antecedenti la data di deposito della domanda di pensione.
Si tratta di una disposizione legislativa di fondamentale importanza, approvata su richiesta dell’Osservatorio Nazionale Amianto, perché permette l’immediato pensionamento dei lavoratori esposti e vittime dell’amianto, anche coloro che, pur con le maggiorazioni contributive di cui all’art. 13 co. 7 della L. 257/92, non hanno ancora raggiunto l’età anagrafica e l’anzianità contributiva, che sono state via via innalzate, e che si prevede lo vengano ulteriormente per effetto del meccanismo stabilito dalla L. Fornero.
I parametri della L. Fornero vengono meno per le vittime dell’amianto e/o per coloro che hanno contratto malattie asbesto – amianto correlate, riconosciute dall’INAIL, oppure come causa di servizio.

Siccità. In Emilia-Romagna nessun rischio razionamento dell’acqua per l’utilizzo potabile

Da Regione Emilia Romagna

Massima attenzione per il fiume Po che domani sarà al centro della riunione dell’Osservatorio interregionale per gli usi idrici.
L’assessore Gazzolo: “Dopo gli 8,5 milioni ottenuti per gli interventi su Parma e Piacenza, porremo la richiesta di mantenere le portate a Pontelagoscuro al di sopra dei 450 metri cubi al secondo: una soglia di garanzia per la nostra agricoltura da Reggio Emilia al mare, per il potabile della provincia di Ferrara e per contrastare l’aumento della salinità delle acque del fiume”

Bologna – “In Emilia-Romagna non siamo a rischio razionamento nell’uso dell’acqua per fini potabili: gli interventi già in corso e quelli che saranno realizzati grazie agli oltre 8 milioni e mezzo stanziati a giugno dal Governo, per le province di Parma e Piacenza, a seguito del riconoscimento dello stato di emergenza nazionale, garantiranno la risorsa idrica ai territori in difficoltà”.

La rassicurazione arriva da Paola Gazzolo, assessore regionale all’Ambiente. “La nostra è stata la prima Regione a richiedere la dichiarazione di stato di emergenza nazionale”, precisa. “Averla ottenuta in tempi rapidi ci pone nelle condizioni di dare risposte all’emergenza, in particolare nelle zone come la Val d’Arda, nel piacentino, dove il sistema di approvvigionamento dipende prevalentemente dalle acque superficiali”.

Situazione migliore si ha invece nel settore orientale dove la diga di Ridracoli (FC), che può contenere fino a 33 milioni di metri cubi d’acqua, è oggi piena per oltre il 60% con circa 20 milioni di metri cubi, utili a far fronte alla stagione estiva, anche sopperendo agli esigui volumi invasati nella Diga del Conca in territorio riminese.

Nel bolognese, sia le esigenze potabili che irrigue trovano risposta dall’invaso di Suviana che, con rilasci controllati, riesce a sopperire alle richieste.

“Domani è convocato un nuovo incontro dell’Osservatorio permanente per gli usi idrici del distretto padano durante il quale saranno analizzati l’andamento delle portate del fiume Po e si farà il punto sulla situazione in ogni regione del Nord Italia”, continua Gazzolo. “La nostra richiesta sarà di mantenere le portate a Pontelagoscuro al di sopra dei 450 metri cubi al secondo: una soglia di garanzia per la nostra agricoltura da Reggio Emilia al mare, tramite i prelievi effettuati dai Consorzi di Bonifica e dal Canale Emiliano Romagnolo, oltre che per il potabile della provincia di Ferrara e per contrastare l’aumento della salinità delle acque del fiume”.

Al momento, i casi di rifornimento idropotabile tramite autobotti sono limitati ad alcuni comuni delle province di Piacenza, Parma e Bologna. Si tratta soprattutto di comuni montani serviti da piccoli acquedotti rurali.

La situazione dei corsi d’acqua in Emilia-Romagna

Solo la portata del Trebbia, del Panaro e del Secchia limitatamente al tratto appenninico, risultano oggi al di sopra del deflusso minimo vitale, la soglia che garantisce il mantenimento dell’ecosistema fluviale. Lo precisa Arpae con l’ultimo bollettino sullo stato idrologico dei fiumi dell’Emilia-Romagna. Secondo le rilevazioni di oggi, la portata di tutti gli altri corsi d’acqua è al di sotto del deflusso minino, per i quali proseguono le limitazioni al prelievo di acqua.

Un anno di solidarietà per le aziende agricole del Centro Italia

Da Cia Ferrara

Una delegazione di Cia Ferrara ha consegnato ieri (23 luglio) un furgone Porter Piaggio al Comune di Castelsantangelo sul Nera nelle Marche. Il veicolo va ad aggiungersi alle case mobili e ai fondi stanziati a favore delle aziende agricole marchigiane.

FERRARA – A quasi un anno dal terremoto che ha messo in ginocchio molti territori del Centro Italia, continuano i gesti di solidarietà promossi da Cia – Agricoltori Italiani Ferrara. Domenica 23 luglio il presidente provinciale Stefano Calderoni, Gianfranco Tomasoni, un allevatore di Portomaggiore in prima linea nella raccolta fondi e il sindaco di Portomaggiore Nicola Minarelli, hanno consegnato al comune di Castelsantangelo sul Nera (MC) un veicolo Porter Piaggio. Il mezzo, donato in collaborazione con l’associazione “Caduti da piccoli” e “Portomaggiore Solidale”, servirà a questa piccola realtà, simbolo di molte altre colpite dal sisma, per portare merci e materiali in zone ancora irraggiungibili con i veicoli tradizionali a disposizione dell’amministrazione.

Ad attendere l’arrivo della delegazione Cia: Mauro Falcucci, sindaco di Sant’Angelo e Mirella Gattari, presidente regionale di Cia Marche con i quali esiste, ormai da diversi mesi, un sodalizio con Cia Ferrara che si è impegnata per dare sostegno alle popolazioni e alle aziende agricole marchigiane. Il Porter si aggiunge, infatti, ai sei moduli abitativi mobili – tre donati direttamente da Cia Ferrara e tre in collaborazione con Cia Emilia – Romagna, Modena e Bologna – consegnati, a partire dallo scorso dicembre, agli agricoltori con strutture aziendali inagibili e impossibilitati a gestire stalle e colture.

«La situazione delle zone colpite dal sisma – spiega Gianfranco Tomasoni – non è migliorata molto da un anno a questa parte. Le prime case mobili “statali” saranno consegnate tra due mesi, quindi oltre un anno dopo il terremoto e c’è molta insoddisfazione da parte della popolazione.
Grazie alla collaborazione con Portomaggiore Solidale e le associazioni di volontariato del territorio siamo riusciti a raccogliere i fondi per portare un veicolo da lavoro a Castelsantangelo sul Nera (MC) sul Nera. Il Porter, dopo le case mobili, era la prima voce di una lista di necessità stringenti che è diventata anche la nostra lista di priorità. Per Cia Ferrara è stato importante fare qualcosa di concreto, ascoltando le specifiche esigenze delle persone e delle aziende. Ma siamo consapevoli che non è ancora sufficiente – continua Tomasoni – perché parlando con il sindaco, la presidente regionale di Cia Marche e con gli agricoltori del territorio ci siamo resi conto che servirebbe davvero una solidarietà più estesa e soprattutto continua, non solo legata all’emergenza. Credo – conclude Tomasoni – che sia importante creare, quando serve, una rete di sostegno per altri agricoltori indipendentemente da dove si trovano e noi siamo stati capaci di farlo grazie alla volontà degli ultimi anni di rinnovarci e innovare, coinvolgendo fortemente i giovani. Sono convinto che la nostra associazione, a tutti i livelli, debba essere affidata a ragazzi under 40 che siano in grado di affrontare le nuove sfide, i bisogni e le relazioni della nostra associazione, per portare Cia a un nuovo livello di crescita ed efficienza».

movimento5stelle

I Fantasmi di Baluardi

Da Movimento 5 stelle

L’assessore Modonesi e il PD hanno appena rinnovato al gestore Ferrara Tua il servizio di sfalcio con il solito contorno di elogio e scappellamento a destra e manca. I risultati noi però li misuriamo “in cantiere” e fuori dalla sede del PD le siepi selvagge e le erbacce abbondano nei luoghi pubblici. E più luogo pubblico del Mercato cittadino non c’è. Come, di fatto, non ci sono gli addetti allo sfalcio. Attività commerciali che ogni lunedì sono costrette a fare i conti oltre che con le spese quotidiane anche con questi disagi intollerabili. In un parcheggio che a breve, per l’evento clou dei Buskers, allungherà l’orario di pagamento giornaliero della sosta includendo anche la domenica ma che regala a cittadini e turisti una vetrina impresentabile della nostra Città.

Mostra Mery Godigna Collet a Belriguardo Voghiera

Da organizzatori

ONOMATOPEA Museo Archeologico di Belriguardo
Orari: Venerdì, Sabato e Domenica: 9.30-12.00, 15.30-19.00

Che eredità lasceremo ai nostri pronipoti? E come potranno interpretare ipotetici ritrovamenti di sinistre maschere, pur decorate ed ingentilite da leggeri piumaggi? Mery Godigna Collet, nella mostra del Museo Archeologico di Belriguardo, cerca di far sentire un’onomatopea, ovvero una risonanza, creando una contiguità delle sue opere con gli oggetti conservati.

Nel museo permanente il percorso è obbligato e i ritrovamenti di epoca etrusca e romana sfilano nelle vetrine mostrando il loro valore documentario (la vita quotidiana del tempo e la ‘filosofia’ funeraria). Anche a chi non sia interessato al loro senso storico, gli oggetti si mostrano nelle proprie qualità obiettive e sorprende il carattere del materiale: i bronzi, i cotti, le paste vitree, gli avori, le ambre, le preziose pietre d’onice e sardonica, così come sorprendono le forme ed il gusto estetico. Vien fatto, comunque, di cercare informazioni sull’uso, sul gesto delle mani che li hanno consumati e sulle abitudini. Si ipotizzano costumi e ritualità per un tempo che ci è dato conoscere solo attraverso il risultato di una lunga conservazione, dovuta al ‘sigillo’ della terra fortemente argillosa, in ambiente privo di ossigeno, cosa che ha limitato trasformazioni e deterioramento.

In ‘Onomatopea’ le opere di Mery Godigna Collet, dialogano alternate alle vetrine e simulano una provenienza arcaica, pur palesando l’aspetto intruso ed incongruo, di ambito culturale ben diverso. Sono maschere e l’evidenza del loro precedente uso le rende sinistre: maschere antigas.

Nell’ipotesi fantasiosa di trovarci noi stessi, come fossimo i nostri posteri, studiosi o semplici visitatori, in visita ad un museo archeologico, ci porremmo, forse, con lo stesso atteggiamento, ora speculativo, ora estetico. Formuleremmo delle possibilità: le maschere sono state certo concepite come accessorio legato al volto, ma per un uso pratico o per un primitivo ed animalesco rituale?

La maschera rinvia sempre ad una dimensione lontana e arcaica, a popoli ‘selvaggi’ e alla loro misteriosa e indecifrabile spiritualità. Le strane, bizzarre e grottesche maschere che popolano quasi tutti i musei etnografici continuano a esercitare uno strano fascino, si tratti di interesse per l’esotico o di ammirazione per una, apparentemente spontanea, espressività primordiale.

La maschera isolata ed osservata esclusivamente nella sua dimensione di creazione plastica, di oggetto artistico o museografico, è privata del suo originario senso. Essa assumerebbe il suo significato completo nel momento in cui fosse indossata da un individuo che esegue determinate azioni cerimoniali, in un preciso contesto comunitario. La sua funzione si esprime infatti attraverso la danza, la musica, le azioni dei personaggi che le si muovono intorno. In tutte le culture la maschera è un manufatto che richiede abilità manuali e artistiche: tuttavia spesso la sua origine è descritta come il dono di una divinità o il frutto di un ritrovamento misterioso. Si tratta di tradizioni che, comunque, tendono a negare alla maschera la qualità di oggetto fabbricato, prodotto dall’opera umana. Testimoni di un mondo spirituale oscuro e incomprensibile all’uomo comune, le maschere sono strettamente associate alla figura dello sciamano, che occultamente ne diviene il produttore.

In questo caso è Mery lo sciamano della scena. Nella metafora della maschera, Mery esplicita l’espressione fondamentale della duplicità e contraddittorietà di numerose situazioni della vita umana, ultima delle quali, non per importanza, l’immagine del connubio tra la vita e la morte.

Oscillando tra l’oscuro e il funzionale, anche Mery Godigna Collet, in questa raccolta di opere, “ONOMATOPEA”, manipola le maschere a gas, con tecniche di assemblaggio, e con ciò tenta di mettere in discussione il concetto di ambizioni personali e potere, anche a costo di inquinamento e distruzione. Comportamenti negativi verso il pianeta o verso gli esseri umani mancano di colore, come le sue maschere in bianco e nero. La consuetudine alla violenza e alla distruzione porta a non vedere più la maschera antigas come un oggetto necessario per una sopravvivenza malamente consentita, ma come simbolo di censo. Mery allora li arricchisce di decorazioni, di accessori ‘alla moda’, di civetterie.

La presentazione di questa nuova raccolta di opere in un museo archeologico, ci interroga riguardo il tipo di eredità che desideriamo lasciare.

Sin dall’inizio della sua carriera, MERY Godigna Collet esplora la coesistenza tra umani e ambiente evidenziando questioni politiche e sociali. Il suo pensiero e le sue opere sono sostenute dall’uso versatile di materiali diversi, applicati in installazioni, pittura, scultura, fotografia e video, sfidando l’osservatore per l’uso di tecniche nuove e materiali, non convenzionali, nel fare arte. Come artista concettuale, il suo approccio ai materiali e alle tecniche impiegate nelle opere attiene al rapporto linguistico tra significato e significante, i concetti si esprimono e trasformano attraverso la materia e le tecniche per la sua trasformazione.
Lucia Boni

Ferrara 20 luglio 2017

Hera premia il merito accademico con 40 Borse di studio ai figli dei dipendenti

Da Hera

Un contributo di 750 euro per ogni studente universitario, per un totale di 30 mila euro di investimento. L’iniziativa rientra nelle attività a sostegno dell’istruzione inserite in “Hextra”, il piano welfare della multiutility, che da quest’anno è stato esteso anche ai dipendenti con contratto a tempo determinato.

Costanza, velocità ed eccellenza negli studi: ieri, nella sede Hera di Bologna, è stato premiato il merito accademico. Nel corso di una cerimonia, sono state consegnate dal Presidente Esecutivo, Tomaso Tommasi di Vignano, 40 Borse di studio destinate ai figli dei dipendenti che, nell’anno accademico 2015-2016, si sono distinti per i risultati raggiunti negli studi universitari.

L’iniziativa, che rientra nell’ambito delle numerose attività a sostegno dell’istruzione inserite in “Hextra”, il piano welfare del Gruppo Hera, è stata lanciata lo scorso aprile con l’intento di premiare l’impegno secondo principi di equità e meritocrazia, attraverso criteri di valutazione oggettivi.

I quaranta studenti più meritevoli, infatti, sono stati individuati sulla base di una graduatoria stilata secondo i seguenti parametri: allineamento al piano di studi dell’anno accademico, numero di crediti raggiunti e media degli esami superati nel corso dell’anno. Le domande pervenute all’azienda sono state più di 70. Ad ognuno dei 40 premiati è stata consegnata una Borsa di studio individuale del valore di 750 euro, per un totale di 30.000 euro investiti dalla società.

Questa è solo l’ultima delle iniziative del piano welfare aziendale che, dal 2017, è stato esteso anche ai dipendenti a tempo determinato da più di sei mesi. Dopo aver interessato sin dal suo lancio le 8.500 persone che lavorano per le società del Gruppo, dunque, Hera ha così inteso compiere l’ultimo passo verso il completo coinvolgimento di tutte le sue persone.

“A un anno dal lancio continuiamo a investire nel nostro piano di welfare e sullo sviluppo dei nostri dipendenti e delle loro famiglie – ha commentato il Presidente Esecutivo Tommasi di Vignano –. In un anno, Hextra ha ottenuto importanti risultati e ci è sembrato naturale estenderne l’efficacia anche ai dipendenti a tempo determinato. Una scelta che allinea la nostra alle migliori realtà internazionali. Vogliamo continuare a creare valore ed efficienza nell’interesse di tutti i soggetti coinvolti, contribuendo a proteggere il portafoglio delle famiglie in un periodo economicamente non semplice come quello attuale”.

Lo scorso giugno Easy Welfare, società del settore che ha passato in rassegna le best practice di oltre 350 aziende italiane, ha premiato il Gruppo Hera in occasione dei “Welfare Awards 2017” per il “Miglior piano di comunicazione” che ha permesso un livello di adesione ad “Hextra” della quasi totalità delle sue persone (97%), per un complessivo di 1.902.456 euro fruiti dai dipendenti.

“Hextra” il piano di welfare del Gruppo Hera
A luglio 2016, il Gruppo Hera ha lanciato “Hextra”, piano integrato di welfare aziendale che valorizza le iniziative esistenti armonizzandone l’applicazione su tutti i territori in cui la multiutility opera. Un sistema unico per tutte le sue società ma personalizzabile: la peculiarità infatti è la quota flessibile che può essere allocata a piacere dal singolo lavoratore, che deciderà sulla base delle sue esigenze personali e familiari. La somma prevista per il 2017 è di 360 euro (200 nel 2016), 385 per il 2018. In aggiunta a questo, Hera supporta anche i dipendenti che hanno figli in età scolare riservando loro un ulteriore contributo da utilizzare esclusivamente per le spese scolastiche. Per l’anno 2016/2017 le richieste sono state 3.821 per un importo complessivo di oltre 380.000 euro.

LINK UTILI

www.gruppohera.it

Hextra

Il Summer Tour di POP (TV canale 45) a Comacchio e lido delle Nazioni

Da Organizzatori

“POP INVASION” il summer tour del canale televisivo per ragazzi POP (canale 45 del DTT) che offrirà momenti di sano divertimento per tutta la famiglia nelle regioni di Emilia Romagna, Toscana e Liguria.

Il Tour inizia dalla riviera romagnola nelle seguenti tappe:

25 luglio – Comacchio, Lido delle Nazioni in P.zza Italia, orari 18.00- 21.30
27 luglio – Marina di Ravenna, P.zza Vivaldi, orari 18.00 – 22.00
28 luglio – Bellaria, Piazzale Kennedy, orari 18.00 – 21.30

Estate 2017: con Pop il divertimento non finisce Mai!

Martedì 25 luglio parte dal Lido delle Nazioni a Comacchio il POP INVASION, il divertente summer tour di POP, il nuovo canale di Sony Pictures Television Networks Italia. Il canale interamente dedicato ai ragazzi e ragazze è pronto a “invadere” con i suoi coloratissimi personaggi alcune tra le principali località di villeggiatura italiane, percorrendo diverse tappe tra Emilia Romagna, Toscana e Liguria, coinvolgendo i bambini e le loro famiglie in divertenti giochi. L’obiettivo di POP con questo tour è quello di incontrare il pubblico e far conoscere ai bambini i protagonisti del canale più da vicino.

LE ATTIVITA’

La dinamica prevede la registrazione presso il quartier generale di POP INVASION e poi il coinvolgimento in divertenti giochi allestiti nei Fun Point – corner dedicati ai programmi citati sopra. A ogni Fun Point sono previste delle attività ludiche molto coinvolgenti, travestimenti, quiz, giochi e altro ancora. La partecipazione alle diverse attività consente di ottenere un gadget dello show e un timbro. Una volta ‘conquistati’ almeno 4 degli 8 Fun Point, mostrando i timbri collezionati, i bambini avranno diritto a un gadget di POP: il mitico finger spinner personalizzato.

Tantissime saranno le occasioni di scattare selfie di famiglia con i propri personaggi preferiti usando l’hashtag #POPINVASION e sarà possibile anche lasciare un video messaggio dedicato a POP.

I FUN POINT

Power Rangers Ninja Steel – Imparare le ‘mosse’ segrete direttamente dai Power Rangers
Kuu Kuu Harajuku – Hair styling, make-up e travestimenti per assomigliare a Love, Angel, Musc e Baby (per lei) e a Rudolph ‘Rudy’ (per lui)
Glitter Force – Ruota della fortuna della serie con domande a tema
Totally Spies – Gara di geografia sulle capitali del mondo dove le Totally Spies vanno in missione
Gli Abissi – Quiz sul mare e le sue creature per diventare membro del nuovo equipaggio del sottomarino Aronnax
I TecnoInsetti – Gioco di ‘Memory’ con i personaggi della serie
La Banda dei Super Cattivi – Gara di abilità nel tiro al barattolo
Transformers Prime – Gara di ‘Puzzle’ sulle sagome dei Transformers

Il divertimento non finisce qui, tutta l’allegria della programmazione di POP questa estate è ancora più a portata di mano, grazie alla nuovissima app di POP, appuntamento imperdibile per tutti gli amanti del canale che potranno svagarsi anche in vacanza con i tanti giochi, l’esclusivo Artpad e godersi diversi contenuti on demand.

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Quest’estate con POP il divertimento non finisce mai! Tutti per uno, POP per tutti!

POP è disponibile sul canale 45 del Digitale Terrestre, per ricevere correttamente il canale è necessario risintonizzare il proprio Televisore.

Info su popfun.it

Teatro Estate è CIRCUS OFF al Lido degli Scacchi con Skizzo e JF, giocolieri ed artisti di strada di fama nazionale

Da Comune di Comacchio

LA RASSEGNA RITORNA A LIDO DEGLI SCACCHI, CON DUE OSPITI D’ECCCEZIONE
In scena la maestria e l’abilità del duo Skizzo e JF

Dopo i successi registrati nelle scorse settimane, la rassegna itinerante Teatro Estate ritorna a Lido degli Scacchi. Mercoledì 26 luglio a partire dalle ore 21:15 in viale Alpi Centrali, protagonisti della serata saranno Skizzo & JF, giocolieri ed artisti di strada di grande estro ed esuberanza, che presenteranno per l’occasione Circus Off, lo spettacolo che li ha resi noti in tutto lo stivale ed oltre, sino ad approdare in numerose trasmissioni dei circuiti televisivi nazionali. Uno spettacolo frizzante e dinamico, che spazia dalla giocoleria all’equilibrismo, dall’uso dell’attrezzistica circense alle gags clownesche. Trampoli, monocicli giraffa, clavette e palline luminose sono il pane quotidiano dei due protagonisti, che si esibiscono in numeri di grande maestria e pericolosità, ma sempre col sorriso sulle labbra. Uno spettacolo basato su di una comicità trascinante e coinvolgente, che da sempre si caratterizza per la capacità di divertire, entusiasmare e lasciare a bocca aperta il pubblico di tutte le età.
Lo spettacolo è adatto a tutti. L’appuntamento successivo si terrà mercoledì 2 agosto prossimo al Lido di Pomposa, ed avrà come protagonisti I Burattini di Jacopo Orsolini. La programmazione “Teatro Estate”, realizzata da Bialystok Produzioni con la direzione artistica di Massimiliano Venturi, è gemellata con la rassegna ravennate “Burattini alla Riscossa!”. Le due rassegne sono parte integrante di un cartellone che attraverserà per tutta l’estate le due province, realizzato con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna. L’ingresso agli spettacoli è gratuito. Il programma completo è in distribuzione negli uffici informazioni turistiche dei sette Lidi e negli esercizi commerciali, ed è scaricabile sul sito www.comacchioateatro.it. In caso di pioggia gli spettacoli saranno rinviati a data da destinarsi. Per informazioni: 349 0807587.

Tuck & Patti grandi ospiti del Festival Comacchio Jazz

Da Organizzatori

Il formidabile duo d’oltreoceano Tuck&Patti protagonista del Festival Comacchio Jazz

Da San Francisco, due grandi e affascinanti protagonisti del jazz mondiale saranno in concerto all’Arena di Palazzo Bellini domenica 13 agosto alle ore 21. Un evento realizzato con la Direzione Artistica dell’Associazione Culturale Jazzlife.

POSTO UNICO €20
PREVENDITE ONLINE: http://www.ciaotickets.com/evento/concerto-tuck-patti

Domenica 13 agosto alle ore 21, all’Arena di Palazzo Bellini di Comacchio, si terrà il primo appuntamento del Festival Comacchio Jazz, che dal 2014 ha portato a Comacchio alcuni dei più grandi artisti del panorama jazz italiano e internazionale. In questa nuova edizione, la manifestazione ospita due concerti con artisti d’oltreoceano che hanno scritto e che continuano a scrivere la storia della musica contemporanea.
Protagonisti del 13 agosto, i grandi Tuck Andress e Patti Cathcart, noti al pubblico come “Tuck&Patti”: un affascinante duo americano, nell’arte e nella vita (sono insieme dal ’78). Lui, incredibile chitarrista jazz e padrone di una tecnica che gli permette di suonare contemporaneamente accordi, linee di basso e melodie; lei, vocalist di scuola gospel, che sa viaggiare con vibrante intensità fra soul, R&B e jazz grazie alle sue grandi doti liriche.
Insieme costituiscono una formidabile macchina musicale dalle trame fluide ed eclettiche, in grado di avventurarsi fra i generi più diversi, dal rock alla bossanova, fino al pop, con un approccio originale e coinvolgente: celebri le loro versioni di “Time AfterTime” di Cindy Lauper ed “Europa” di Santana. Un duo dalla rara complementarità che ha rappresentato e continua a rappresentare in una chiave insieme ariosa e minimalista l’elegante eclettismo musicale della città nordcaliforniana San Francisco.
La loro è una dialettica contagiosa, studiata sin nei più minuti dettagli del bilanciamento sonoro, nella cangiante e ingegnosa trama ritmica. E illustra la peculiare visione spirituale e ottimistica di Tuck e Patti: una celebrazione dell’esistenza, un messaggio di amore e di armoniosa letizia che si apprezza sia nei brani di loro composizione, dalla struttura dinamica e dal colore e dal respiro di fondo gospelizzanti (tra cui “Everything’s Gonna Be Alright”, “Tears Of Joy” e l’assorto “Takes My Breath Away”) come pure nelle personalizzate versioni di standard jazzistici quali “My Romance” e “Better Than Anything”.

Il concerto è realizzato con la Direzione Artistica dell’Associazione Culturale Jazzlife.
Biglietto d’ingresso non numerato: euro 20 + diritti di prevendita. Disponibile la prevendita online su circuito e rivenditori autorizzati Ciaotickets: http://www.ciaotickets.com/evento/concerto-tuck-patti.
Biglietteria il giorno dello spettacolo dalle ore 18 nell’atrio dell’Arena di Palazzo Bellini.
In caso di maltempo lo spettacolo si svolgerà presso la Sala Polivalente San Pietro con ingresso in via Agatopisto 7.
Il secondo appuntamento del Comacchio Jazz è per sabato 16 settembre con il Dean Brown & Dave Weckl Project, insieme a Maurizio Rolli: per la prima volta insieme, tre musicisti formidabili che hanno fatto e stanno facendo la storia della musica jazz-rock-fusion. Venerdì 15 e sabato 16 settembre il trio sarà protagonista anche di un Workshop presso l’Holiday Park Spiaggia e Mare, aperto a tutti i musicisti: informazioni e prenotazioni al numero 3351340537.
INFO E CONTATTI
Domenica 13 agosto ore 21, Arena di Palazzo Bellini, Comacchio.
Info: 3351340537 – ingresso dalle ore 20.30 da Via Agatopisto, 5 – Biglietteria aperta dalle 18.00
Biglietto d’ingresso non numerato €20 + diritti di prevendita: posto unico non assegnato fino ad esaurimento disponibilità.
Prevendita Ciaotickets: http://www.ciaotickets.com/evento/concerto-tuck-patti

Musichedestate Copparo: spettacolo per bambini

Da Comune di Copparo

Proseguono gli appuntamenti serali di Musichedestate nella grande piazza di Copparo.
Martedì 25 luglio, serata per i più piccoli: la Compagnia La Sbrindola presenta “Shock’ em all”, con Leonardo Cristiani e Marco Macchione. Un giocoliere ed un batterista: una forsennata ricerca ritmica e musicale da una parte, una bizzarra ed estroversa giocoleria dall’altra…
Piazza Libertà, inizio ore 21.30, ingresso libero.

Per ricordare il Maestro Remo Brindisi a 21 anni dalla sua scomparsa, la musica e la poesia di Fabrizio De André

Da Comune di Comacchio

ControCanto in concerto

Per ricordare il Maestro Remo Brindisi, a 21 anni dalla sua scomparsa, il Comune di Comacchio ha ritenuto di dare il via ad una serie di concerti proprio nella casa-museo fondata dal grande esponente dell’arte italiana del ‘900. Ricorre domani, martedì 25 luglio, il 21° anniversario della scomparsa di Brindisi e per l’occasione nel giardino della casa museo del Lido di Spina (Via Niccolò Pisano 45) si terrà, alle ore 21.30 il concerto, ad ingresso gratuito, “Controcanto. La musica e la poesia di Fabrizio DeAndrè ( Fulvio Bertolino voce, chitarra, bouzoki e flauti, Roberta Righi voce e cori, Stefano Pavani chitarre e cori, Nicola Morale pianoforte e tastiere, Olimpio Forti basso, Stefano Peretto batteria e percussioni), a cura di Luigi Sidero.

E’ da un progetto di Fulvio Bertolino che nel 2004 nasce il gruppo “ControCanto”: i musicisti che ne fanno parte perseguono un obiettivo comune, quello di promuovere la musica e la poesia di Fabrizio De Andrè. Il gruppo parte con l’attività concertistica a Ferrara, città da cui provengono tutti i suoi componenti, per poi sconfinare nelle province limitrofe e in altre località del Nord Italia. Alcune esibizioni di “ControCanto” sono impreziosite dalla presenza, in alcuni brani, di Ellade Bandini, storico batterista di Fabrizio De Andrè. Nel programma musicale vengono riproposti sia i brani della produzione più recente , che i classici più conosciuti al grande pubblico, rifacendosi, dal punto di vista degli arrangiamenti, prevalentemente ai concerti con la PFM e all’ultima tournée del 1998. Durante lo spettacolo, viene passato in rassegna un repertorio di circa 25 brani (per una durata di circa due ore ), intervallati dalla lettura di alcuni stralci scritti dallo stesso De Andrè. Sullo sfondo vengono proiettate immagini evocative e foto a tema. Il gruppo ha inoltre pubblicato un cd, che include 15 brani (registrati sia in studio che in esibizioni live), che può essere acquistato durante i concerti. Il gruppo è da sempre attento alle tematiche sociali e al termine di numerose esibizioni ha devoluto parte degli incassi ad associazioni di volontariato del territorio. “ControCanto” collabora con la Fondazione Onlus Fabrizio De Andrè, sul sito della quale (http://www.fondazionedeandré.it ) sono sempre pubblicizzati i suoi concerti.

Parallelamente alla formazione principale, si è sviluppato un progetto orientato ad arrangiamenti di stampo più acustico, in una formazione (ControCanto trio) che comprende voce, chitarra e tastiere.

Il concerto in programma domani sera è sicuramente il miglior omaggio che si possa rendere al maestro Remo Brindisi nell’anniversario della sua scomparsa.

La rassegna del concerti nel giardino del Museo Alternativo “Remo Brindisi” del Lido di Spina proseguirà il 5 agosto, sempre alle ore 21.30 con, ad ingresso gratuito, con il Trio Matuto (flauto traverso, chitarra classica, a sette corde pandeiro).

Serata conclusiva della rassegna letteraria Autori a Corte il 25 luglio

Da Organizzatori

Martedì 25 Luglio 2017 Presso il palazzo della Racchetta, in Via Vaspergolo 4/6, si terrà la serata conclusiva della rassegna letteraria Autori a Corte.
Alle ore 20.00 Anna Quarzi, presidente dell’Istituto di Storia Contemporanea, Palazzo della Racchetta (Edizioni la Carmelina) a cura di Arianna Fornasari. Storia dello storico palazzo di Via Vaspergolo. Arianna Fornasari è laureata in Conservazione dei beni Culturali. Fin da piccola affascinata dalla storia dell’arte il suo libro parla prprio di questo: la storia del Palazzo della racchetta.
Alle ore 20.45 Vittoria Tomasi, giornalista de Il Resto del Carlino, conduce la presentazione del libro Pierino e il lupo (Pedragon) di Ivano Marescotti.
Ivano Marescotti, attore famosissimo di cinema e televisione che con questa rivisitazione dell’ononimo spettacolo teatrale ha voluto unire testi ironici e musiche d’autore in cui note e parole giocano sul tema della fiaba.
Alle ore 21.40 Paolo Micalizzi, critico cinematografico, conduce la presentazione del libro Totò mio padre (Rizzoli) di Liliana de Curtis. Le letture saranno a cura di Francesca Fava e sarà ospite Elena De Curtis, nipote del grande Totò.La biografia di Totò raccontata dalla sua unica figlia, Liliana, è uno spaccato di vita familiare in cui il grande artista viene descritto nella sua dimensione umana segreta. Ne è nata una biografia molto vera e priva di retorica, una lettura indispensabile per tutti quelli che, amando Totò, vogliono conoscerlo nell’intimo della sua complessa personalità, al di là della maschera diventata ormai un mito senza tempo.
Durante questa presentazione saranno proiettati alcuni spezzoni d epoca a cura del “Cineclub Fedic Ferrara”.
Tutta la serata sarà allietata da degustazioni gratuite offerte dal panificio DellePiane.

Musica a Marfisa d’Este – Concerto di martedì 25 luglio 2017

Da Organizzatori

CIRCOLO CULTURALE AMICI DELLA MUSICA GIROLAMO FRESCOBALDI Musica a Marfisa d’Este – Corso Giovecca 170 Ferrara Concerto di martedì 25 luglio 2017

FERRARA – Ritorna il recital pianistico a Musica a Marfisa d’Este di Corso Giovecca 170: martedì 25 luglio 2017 alle ore 21,15 sarà infatti il pianista e compositore ferrarese Marco Giardini a proporre un concerto dove eseguirà musiche di Johann Sebastian Bach (Concerto Italiano); Wolfgang Amadeus Mozart (Sonata in Si bemolle n.17 K570); e Modest Musorgskij (Quadri di un’esposizione).
Marco Giardini, nato a Ferrara nel 1982, ha cominciato lo studio del pianoforte all’età di sette anni sotto la guida di Maria Luisa Reschiglian, completando poi la sua formazione con la prof.ssa Florenta Barbalat presso il Conservatorio di Musica “G. Frescobaldi” di Ferrara, dove si è diplomato, a diciassette anni, ottenendo il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore. Ha seguito corsi di perfezionamento con importanti pianisti di levatura internazionale. Intensa la sua attività concertistica.
Giardini conseguito il dottorato di ricerca in Storia Medievale presso l’Università di Milano ed è autore di pubblicazioni di carattere storico e religioso.

Ricordo Rita Atria e potenziamento legalità nelle scuole

Da Coordinamento Nazionale Dei Docenti Della Disciplina “Diritti Umani”

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti umani, in seguito alla ricorrenza del 26 luglio, giorno del suicidio di Rita Atria, testimone di giustizia, intende ricordare l’alto senso civico e la grande forza morale con cui questa coraggiosa e giovane donna ha affrontato il mondo malavitoso che la circondava e l’omertà cieca di cui era succube il territorio di Partanna. Oggi la sua storia è nota ed è un esempio per tutti, in quanto Rita, una ragazza non ancora maggiorenne, nonostante fosse vissuta in un clima di disprezzo verso le istituzioni e totale sudditanza nei confronti della “famiglia”, ebbe la forza di diventare testimone di giustizia per il giudice Borsellino, consentendo molti progressi alle indagini relative ai fenomeni mafiosi di Partanna, Sciacca e Marsala. Lo spietato assassinio del magistrato Borsellino ha talmente provato la sua sensibilità da indurla a un gesto estremo, il suicidio, accompagnato da una sorta di testamento civico: “Ora che è morto Borsellino, nessuno può capire che vuoto ha lasciato nella mia vita.Tutti hanno paura ma io l’unica cosa di cui ho paura è che lo Stato mafioso vincerà e quei poveri scemi che combattono contro i mulini a vento saranno uccisi.
Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi ed il nostro modo sbagliato di comportarsi.Borsellino, sei morto per ciò in cui credevi ma io senza di te sono morta.”
Rita con grande lucidità aveva colto gli aspetti più significativi e difficili di un’autentica lotta alla mafia. A pensarci bene tutto ciò che non rientra tra i “diritti” di un cittadino, ma è afferente a quel mondo oscuro e limaccioso dei “favori”, costituisce l’anticamera della mafia. Eppure scavalcare gli altri nella ricerca di un posto di lavoro senza qualifiche o ricevere privilegi particolari affascina ancora troppe persone. Mentalità mafiosa è pretendere quello che gli altri cercano di ottenere legalmente. Si dovrebbe riflettere su tutto questo.
A nostro avviso, occorre sensibilizzare i giovani, in quantola legalità assume una sua funzione quando si estrinseca in consapevolezza dei principi che determinano la coesistenza tra comunità d’individui sempre più ampie, articolatenonchécorrelate e implica anche l’interiorizzazione di norme compartecipate, che non rappresentano un obbligo, bensì l’anima della nostra democrazia. Per tanto è doveroso salvaguardare, fin dalla più tenera età, i cardini della legalità e dei diritti umani, in modo che possano radicarsi nella coscienza collettiva e diventare automaticamenteil viatico per una scelta di vita responsabile e dignitosa.
Riteniamo fondamentale, inoltre, promuovere quanto previsto dall’art. 1, comma 7 della legge n. 107/2015,che sottolinea tra gli obiettivi formativi prioritari alla lettera d) i seguenti aspetti:”sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva edemocratica attraverso la valorizzazione dell’educazione interculturale e alla pace, il rispetto delledifferenze e il dialogo tra le culture, il sostegno dell’assunzione di responsabilità nonché dellasolidarietà e della cura dei beni comuni e della consapevolezza dei diritti e dei doveri, potenziamentodelle conoscenze in materia giuridica ed economico-finanziaria e di educazione all’imprenditorialità”. Consideriamo ancora prioritaria l’iniziativa portata avanti dal MIUR in merito al Piano di educazione alla legalità, in vista degli obiettivi dell’Agenda 2030 e ci auguriamo che l’insegnamento del Diritto, come canale privilegiato di divulgazione dei valori della legalità, trovi ampio spazio in tutte le scuole di ogni ordine e grado.
Parliamo della storia di Rita e della sua voglia di cambiamento nelle scuole; accendiamo la luce dell’onestà nelle menti dei futuri cittadini.

prof. Romano Pesavento
Presidente Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani

Coldiretti: da lunedì 24 luglio orario estivo negli uffici

Da Coldiretti

Da lunedì 24 luglio gli uffici della sede provinciale e degli uffici di zona di Coldiretti Ferrara osserveranno l’orario di apertura al pubblico dal lunedì al venerdì, dalle 8.00 alle 14.00, con chiusura pomeridiana ed al sabato per l’intera giornata.
Il consueto orario riprenderà dal mese di settembre.

Confronti impietosi col passato

Da Paolo Giardini

FRA TRASFORMAZIONI URBANE VERE E FARLOCCHE
ovvero la creatività che può esprimere un pesce con una bicicletta

Con l’arrivo del premier Gentiloni, portato trionfalmente a “Palazzo Savonuzzi” in via Darsena, s’è offerta ai fratelli Savonuzzi, i demiurghi della urbanizzazione ferrarese del ‘900, un’altra opportunità di rivoltarsi nella tomba. Perché il “palazzo” a loro dedicato non è un palazzo.
È solo un magazzino, sia pur elegante, posto internamente alla darsena. Fatto costruire, sì, da Girolamo Savonuzzi, il sagace Ingegnere Capo del Comune che edificò mezza Ferrara. fra cui il MOF, l’acquedotto monumentale di Piazza XXIV Maggio, lo stadio, le scuole Poledrelli, tutto il resto del quartiere che chiamiamo Giardino (salvo il grattacielo, esemplare opera postbellica), e tante altre cosette utili come il Ponte dell’Impero (oggi della Pace) o il Foro Boario.
Quel magazzino, infatti, era un deposito funzionale alla darsena, tutt’altro che un Palazzo. Perciò l’attività comunal-battezzante risulta parecchio ironica, vista l’enorme quantità di edifici, spesso importanti, firmati dai Savonuzzi! In Comune non avrebbero remore a denominare “Palazzo Le Corbusier” un pollaio, se ne trovassero uno attribuito a quel architetto. D’altronde cosa aspettarsi dai bigotti che infieriscono sulla toponomastica optando per una via “Eva e Adamo”, essendo la biblica locuzione “Adamo ed Eva” sgradita a Donna Prassede? (Ovunque imperversa una Donna Prassede. Quella di Roma presiede la Camera dei Deputati.)

Peccato che i giornali non abbiano riferito cos’era il MOF prima che l’incuria lo riducesse via via a squallida spianata. Si trattava di un ben progettato centro comunale di raccolta e distribuzione prodotti ortofrutticoli, accessoriato di tutti i servizi, collegato alla Stazione FS mediante linea ferroviaria passante per la Darsena, e anche alla linea fluviale, visto che sul Po di Volano c’erano regolari trasporti merci su barche fino a Codigoro.
Nel dopoguerra fu lasciato marcire. Eppure, quando la parola Logistica era solo un termine militare, offriva senza sceneggiate un servizio logistico corrispondente alla filosofia del consumo a km zero. Senza il filtro di un tale servizio pubblico i prodotti ortofrutticoli locali diventano prede degli speculatori. Più o meno come succede con le risorse minerarie nei disastrati paesi africani governati da teste simili a quelle presenti in Comune negli ultimi quarant’anni.
Non occorre molto per mandare in malora investimenti utili invece di implementarli secondo le necessità emergenti, basta il susseguirsi al potere di ottusi mestieranti della politica.
Che creatività può esprimere un pesce venuto in possesso di un oggetto tecnologico come una bicicletta? Saprebbe fare cose diverse dal lasciarla marcire, affondata nella melma? Ecco perché ciò che resta del MOF, un’area deserta, s’è evoluta nel desolato “Parcheggio ex MOF” (gratuito, se c’è una pattuglia della polizia).
E si evolverà in un raffinato “Parcheggio a Pagamento” socialmente utile. Come il Kennedy. Dove il ticket pagato alla macchinetta serve a mantenere i fasti di Ferrara Tua, e la contestuale mancia pretesa dall’africano appoggiato a quella macchinetta serve, lascia intendere l’amministrazione, a mantenere la pace nel mondo. O perlomeno nel parcheggio.

Questa è la civiltà ferrarese, bellezza. E tu non ci puoi fare niente.

Paolo Giardini

Ma ‘sto Cartesio è per caso un tipo di formaggio?

Recentemente mi è successa una cosa alquanto strana.
Stavo leggendo un articolo di Concetto Vecchio su Repubblica.it quando a un certo punto senza rendermene conto mi sono addormentato.
Mi devo essere risvegliato circa due ore dopo, devo dire un po’ impaurito da questo strano fenomeno.
Tutto ciò mi ha portato a pormi delle domande che non mi ero mai posto, domande sul concetto di “vecchio”, domande sul concetto di “concetto” e anche domande sul sonno.
Il sonno è anch’esso un – perdonate se cito di nuovo questo grande giornalista – “concetto vecchio”.
Il sonno non ha mai prodotto opere d’ingegno paragonabili a “Zoccolata fendente”, l’esordio letterario del grande romanziere e autore di racconti Arpalio Cavallo o – cito a memoria ma anche a caso – le grandi inchieste mediche sulla correlazione fra calcio e tifo di Alstadio Trombetta.
Ma nemmeno le imprese di Ardito Legato nell’alpinismo degli anni ’50-’60 o quelle del grande Jacky Gross nella Formula 1 dei ’70.
Insomma, qualche cazzaro dorme e quello stesso cazzaro deve aver perso gli stampini di questi libri, di queste imprese e di questi uomini che sono stati in grado di realizzarle.
Ed è qui che inizia a balenarmi in testa quella domanda terribile.
Non è che forse, il solo pensiero di uomini, libri e imprese di tale fattura è divenuto anch’esso un “concetto vecchio”?
Questa domanda continua a farmi rabbrividire.
Ma ad ogni modo devo dire che in questo periodo posso ritenermi felice.
Perché sono uno che si accontenta di piccoli piaceri come un giro così a zonzo in qualche mercatino dove magari posso trovare un vecchio disco di Pino Donaggio e l’autobiografia di Bice Valori per una spesa totale di soli 2€.
Insomma, forse è questa la chiave per la vera felicità nella vita.
E forse: non è anche la vita stessa un po’ un “concetto vecchio”?
Ma certo che no, come non lo saranno mai le domande.
Io mi rifiuterei – all’istante – di vivere in un mondo in cui la vita e/o lo domande possono apparire ai più come non uno ma ben due “concetti vecchi”.
Perché amo troppo la vita, amo troppo i concetti, amo troppo anche i vecchi ma soprattutto: le domande.
Chiudo quindi con una una domanda a cui non sono ancora riuscito a dare risposta: perché dormiamo un po’ tutti di brutto?

Why are we sleeping? (Soft Machine, 1968)

Sistemare gli angoli trascurati del centro: una scelta di buonsenso

di Francesca Ambrosecchia

Ecco la nuova installazione presente tra Corso Porta Reno e via Piero Gobetti. Per chi non è di Ferrara o non capita spesso nella zona ho scattato questa foto trovandomi a pochi metri da Piazza Trento Trieste.
Proseguendo sotto i portici sulla sinistra in Corso Porta Reno, superando quindi la Torre dell’Orologio e successivamente, girando entro un volto ricavato nell’edificio.
I lavori si sono conclusi da poco e questa piccola parte della zona è stata maggiormente valorizzata. Nonostante si trovi in centro e presenti uno spazio verde è una via che in modo particolare la sera non ho mai trovato così raccomandabile: oltre ad essere trascurata è un po’ nascosta, non così ben illuminata e poco frequentata.
Con l’apertura di nuovi locali che si affacciano direttamente su via Gobetti e il rifacimento di questo spazio che spero verrà utilizzato da questi ultimi si tende al miglioramento della situazione. Future iniziative ed eventi possono catturare l’attenzione dei cittadini e condurli in quegli angoli della città che non notiamo e quindi non sfruttiamo.

La cura come comprensione del prossimo

di Francesca Ambrosecchia

L’umanità e la comprensione sono concetti fondamentali anche in ambito medico. Oltre alle conoscenze medico scientifiche del professionista, si sente sempre più la necessità di questi due caratteri anche nell’ambito della cura.
Il paziente vuole essere curato e quindi giungere in minor tempo possibile alla guarigione effettiva, sia fisica che psicologica, ma nel corso di tale processo vuole essere capito, sostenuto e ascoltato.
Problematiche nel rapporto medico paziente insorgono proprio su tale questione: non sempre il medico riesce a dare le stesse “attenzioni” a tutti i suoi pazienti per via del poco tempo a disposizione avendone in carico un gran numero e questi ultimi si sentono trascurati e non affiancati adeguatamente nel percorso di cura.
In tale processo è fondamentale la collaborazione del paziente: deve seguire le procedure prescritte dal medico curante e ciò si ottiene maggiormente quando le esigenze di cui sopra vengono soddisfatte. Cura medica e cura affettiva sono un binomio sempre più imprescindibile.

“Bisogna tornare alla Medicina della persona. Per curare qualcuno dobbiamo sapere chi è, che cosa pensa, che progetti ha, per che cosa gioisce e soffre. Dobbiamo far parlare il paziente della sua vita, non dei suoi disturbi. Oggi le cure sono fatte con un manuale di cemento armato: -lei ha questo, faccia questo; ha quest’altro, prenda quest’altro-. Ma così non è curare”
Umberto Veronesi

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la settimana…

IL DOSSIER SETTIMANALE
Azzerati Carife: una fiaccolata per tenere accese le luci sul risparmio tradito

“Non vogliamo che su di noi cada il silenzio, il caso Carife è una parte importante in un discorso più ampio di scelte politiche che non tengono conto dei reali bisogni dei cittadini”, “la politica aveva una scelta e l’ha fatta! Ha scelto di aiutare le banche”.
Sono le parole di Katia Furegatti che riassumono l’essenza della conferenza stampa tenuta venerdì 21 luglio nelle sale di Agire Sociale di Ferrara, ospitata dal Gruppo Economia di Ferrara (Gecofe), e voluta dai Risparmiatori Azzerati di Carife di cui, appunto, la stessa è portavoce. Parole che sottolineano la volontà di tenere viva l’attenzione sul loro caso e che l’acquisizione da parte della Bper della ‘parte buona’ di Carife non è da loro considerato un ‘lieto fine’, come viene descritto.

Trentaduemila persone”, dice Furegatti, “sono state investite dal fallimento della banca ferrarese, ovvero quasi un quarto della città. Uno tsunami, un terremoto insomma, che ha lasciato molte macerie e che meriterebbe l’attenzione del caso”.
“La realtà”, proseguono all’unisono gli Azzerati, “è che lo Stato non è intervenuto a tutelare i risparmiatori così come sarebbe stato giusto e come previsto anche dall’art. 47 della nostra Costituzione, mettendo a rischio una comunità intera in un periodo, tra l’altro, già di crisi conclamata. Sarebbe bastata una garanzia statale per evitare tutto questo, invece si è preferito tutelare banche e business”.
E in effetti gli Npl sono un vero e proprio business. Basti pensare che vendendo un credito che valeva 100 al 17% si lascia un ampio margine di profitto a chi ha la possibilità di acquistarli. Quindi, come sempre, si difende e si avvantaggiano i soliti noti lasciando a se stessi e senza tutele tutti gli altri.
Poteva invece intervenire lo Stato in modo da salvare i risparmiatori – obbligazionisti o azionisti non speculatori – senza mettere così a rischio piccole imprese di un territorio già tanto colpito dalla crisi e senza impoverire tante famiglie. Lo Stato, con il tempo, avrebbe poi potuto recuperare quei crediti oggi deteriorati e farci anche un guadagno a vantaggio di tutti i cittadini.

I ferraresi però non si sentono soli in questa storia, continua Furegatti, “anche se i provvedimenti del governo sono altalenanti, per ogni fallimento o rischio di fallimento si è proceduto e si procede in modo diverso, a seconda degli interessi del momento o, forse, degli umori di qualche Ministro, ci sentiamo tutti colpiti allo stesso modo”.
Questi “risparmiatori traditi” ribadiscono la loro delusione nei confronti dei politici locali. “E’ stato assente il Sindaco per esempio, ed è di Ferrara il Ministro Franceschini, che non ha speso mai una parola per questo dramma che ha investito tanti suoi concittadini. E neppure l’ex assessore al bilancio della giunta Tagliani, Luigi Marattin, poi consigliere del Governo, ha mai dato una mano concreta”. E in molti, a questi politici, tengono a ricordare che le elezioni si avvicinano (sia locali sia amministrative) e loro sapranno mantenere buona memoria dei loro mancati interventi.
Perché a Ferrara il caso Carife ha fatto nascere una coscienza civica e di attenzione politica che forse va al di là del caso singolo e poi… “32.000 famiglie sono davvero tanti voti”.

Il dato importante, e per certi aspetti nuovo e confortante, è che le persone che ho ascoltato venerdì mattina hanno dimostrato di voler superare lo scoglio dei tecnicismi, hanno compreso che il problema non è economico, ma politico. Confortati in questo proprio dalle differenze che si vedono nelle soluzioni in ognuna delle recenti crisi bancarie che non fanno altro che dimostrare l’incoerenza e l’approssimazione di chi sarebbe chiamato a difendere gli interessi dei cittadini. “I mancati controlli da parte di Bankitalia, nessuna chiara responsabilità, le vaghe promesse non mantenute, tutti elementi che questa volta non passeranno facilmente nel dimenticatoio”, dicono. “Il problema è politico ed è la politica che deve e può risolvere la crisi delle banche” questo il nocciolo. E tutti concordi nell’addossare le responsabilità a chi, tra Parlamento e Governo, potrebbe risolvere concretamente le questioni sul tavolo, ma semplicemente non lo ha fatto e continua a non farlo.
Altro dato non secondario è, come ricorda sempre Furegatti, che “gli azzerati Carife non sono soli, si stanno coordinando sempre meglio con la Toscana, il Veneto ed il ponte di solidarietà ha raggiunto anche la Sicilia”.

Le richieste concrete che vengono avanzate sono riassunte in un documento consegnato venerdì ai giornalisti presenti (clicca qui per leggerlo)

AL GOVERNO, AL PARLAMENTO E A TUTTI I PARTITI
Il Governo ed il Parlamento devono intervenire per sanare la situazione di disparità creata nel Paese fra i risparmiatori con la gestione schizofrenica della crisi bancaria e l’adozione di provvedimenti difformi e contradditori coerenti in un solo aspetto: creare sofferenze per famiglie, piccole imprese, cittadini (la disparità di trattamento dei risparmiatori sembra creata appositamente per dividere e rendere più fragili persone senza più diritti di cittadinanza sanciti dal Patto Sociale che è la nostra Costituzione).

CHIEDIAMO
che si dia mandato a Banca d’Italia per mettere in atto azioni e provvedimenti necessari per:

  1. trovare e concordare con Bper e Ubi, le banche che sono oggi proprietarie delle 4 banche messe in risoluzione (Carife, BancaMarche, BancaEtruria e Carichiesti) iniziative commerciali a favore dei clienti retail che hanno sottoscritto azioni e bond subordinati esclusi dal rimborso forfettario.
  2. disporre che Bper e Ubi Banca integrino con il restante 20% gli obbligazionisti che hanno ottenuto il rimborso forfettario delle obbligazioni subordinate come ha fatto conIntesa San Paolo per le due banche venete.

CHIEDIAMO
al Vice Ministro Morando, come aveva promesso davanti a 1200 ferraresi il 3 aprile 2016, di esercitare concretamente la MORAL SUASION nei confronti di Bper e di Ubi Banca.
E’ notizia di questi giorni l’iniziativa, peraltro volontaria, della banca spagnola Santander, che rimborserà per un totale di 680 milioni di € i 110mila risparmiatori che avevano sottoscritto l’aumento di capitale di un anno fa del Banco Popular, perdendo tutto. Questo è un chiaro esempio di come si possa ricostruire la fiducia dei risparmiatori nel sistema bancario.

CHIEDIAMO di

  1. varare al più presto una riforma bancaria che definisca tempi brevi per la giustizia; l’imprescrivibilità dei reati dei “colletti bianchi”; l’istituzione di una Procura nazionale per i reati economici e finanziari, sulla tutela dei risparmiatori, perché sono pochi i magistrati profondamente conoscitori della complessa materia dei reati finanziari e bancari e vanno tutelati e sostenuti nella loro azione.
  2. Inibire sine die dalla gestione di patrimoni e finanze le persone condannate per reati connessi, una volta accertate definitivamente le colpevolezze…


Il prossimo appuntamento organizzato dai Risparmiatori Azzerati di Carife a Ferrara è per domenica 30 luglio con la ‘Fiaccolata del risparmio tradito’ con partenza da Piazza Municipale alle ore 21.00. L’invito a partecipare è per tutti.

ECONOMIA… OLTRE I GIOCHI DELLA FINANZA. IL DOSSIER N. 8/2017 – Leggi il sommario