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Giorno: 2 Dicembre 2017

LA FOTONOTIZIA
Luci accese per l’albero di Natale 2017

Mancano ormai ‘solo’ 23 giorni e da sabato pomeriggio a Ferrara è ufficialmente arrivata l’atmosfera natalizia.
Pochi minuti prima delle 18 infatti si sono accese dell’albero di Natale cittadino tra la facciata impacchettata del Duomo e il Volto del Cavallo. Tanti i ferraresi che hanno osservato con il naso all’insù illuminarsi il loro albero, sì perché quest’anno sono stati proprio loro a scegliere come decorarlo attraverso l’APP Capodanno a Ferrara: tra l’oro, l’argento e il rosso è stato proprio quest’ultimo a vincere.

Dopo un lungo viaggio dal comune di Lizzano, che lo ha donato in quanto destinato all’abbattimento, l’abete di oltre 12 metri di altezza è arrivato a Ferrara qualche giorno fa per essere addobbato ramo per ramo con luci intermittenti con continui cambi colore, con 30 grandi stelle luminose e 70 grandi stelle colorate.

Foto reportage a cura di Valerio Pazzi. Clicca sulle immagini per ingrandirle. Buona visione!

Presso la libreria Ibs avrà luogo l’iniziativa “Dalla conoscenza alla consapevolezza. Due anni di consulenza legale e psicologica all’UDI di Ferrara”

Lunedì 4 dicembre alle 10:00 presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara

 

Dalla conoscenza alla consapevolezza

Due anni di consulenza legale e psicologica all’UDI di Ferrara

Saluti di Roberta Mori e Massimo Maisto

Interventi introduttivi di Stefania Guglielmi e Maria Grazia Caravelli

Performance di Roberta Pazi, Teatro Ferrara OFF

L’iniziativa intende dare conto delle attività di consulenza legale e psicologica fornite negli ultimi due anni alle donne che ne fanno richiesta.

Quali bisogni e interrogativi presentano le donne oggi? Quali le possibili risposte? Quali difficoltà incontrano ancora nel proprio percorso di vita personale e familiare, professionale e sociale?

Tenteremo di riflettere insieme su questi argomenti in un’ottica di informazione, sensibilizzazione e prevenzione di discriminazioni e violenze.

Fortificazioni estensi tra XIV e XVI secolo: dentro e fuori la vita dei castelli

Da Davide Ruggieri

Il ciclo di conferenze “ApertaMente: officina del sapere”, organizzato dall’Istituto di Istruzione superiore “L. Einaudi” di Ferrara, si apre il 4 dicembre 2017 con una relazione di tutto interesse. L’incontro avrà luogo presso l’aula magna dell’IIS “L.Einaudi” in Via Savonarola 32 e il relatore sarà Massimiliano Righini, oplologo, studioso di storia militare, Membro del Consiglio scientifico dell’Istituto Italiano dei Castelli e Ispettore Onorario del Ministero dei Beni Culturali per la tutela delle Armi di interesse storico e artistico per le province di Modena e Reggio Emilia.
L’intervento ha per oggetto una dettagliata analisi delle fortificazioni estensi, della città di Ferrara e del territorio del Ducato, ponendo l’accento sulle caratteristiche tipologiche, a partire dalla fine del XIV secolo, e sulle fasi evolutive che porteranno al disuso dei castelli medioevali in funzione di una progressiva trasformazione dovuta al tentativo di contrastare la sempre maggior efficacia delle artiglierie a polvere nera. In particolare si metteranno in relazione alcuni episodi storici di rilievo con le fortificazioni interessate da essi.
L’incontro in oggetto è il pretesto per una riflessione più a largo spettro che ci consente, attraverso le parole e gli studi dell’esperto, di metterci in relazione con lo stile di vita dell’uomo del Rinascimento, coglierne le esigenze pratiche e rilevare le strategie abitative e difensive. In un’epoca che cambia in fretta e che vede rapidi mutamenti strutturali di contesti urbani e metropolitani, nell’era delle smart city e delle megalopoli, si offre l’opportunità alla cittadinanza tutta di un salto indietro nel tempo per vedere cosa era “moderno” già ai tempi dei vari Biagio Rossetti e architetti e ingegneri rinascimentali, e cosa (forse) è rimasto intatto nello “spirito” della difesa dal Nemico e in generale dell’abitare contemporaneo.

Sanità. Ferrara, con il trasloco del Centro riabilitativo “San Giorgio” concluso il completamento dell’ospedale Sant’Anna di Cona

Oggi cerimonia di presentazione con il presidente Bonaccini e l’assessore Venturi: “Per i pazienti, miglioramento ulteriore del servizio e garanzia della continuità assistenziale. Orgogliosi di questa struttura, che è Centro di riferimento regionale per le gravi cerebrolesioni acquisite”

A trasferimenti ultimati il polo riabilitativo, nel suo complesso, potrà beneficiare di circa 7.000 metri quadrati di superficie all’interno del nuovo ospedale. Per i lavori di adattamento dei locali e l’acquisto di arredi e ausili, spesi circa 4 milioni di euro

Bologna – Un trasloco fatto per garantire la massima sicurezza dei pazienti, che ora non devono più affrontare spostamenti per i consulti e, al tempo stesso, per agevolare l’intera attività sanitaria. Così, il “San Giorgio” -Centro diriferimento regionale di alta specialità per la riabilitazione delle gravi cerebrolesioni acquisite – è stato trasferito da via della Fiera (Ferrara) a Cona, l’11 novembre scorso, passaggio che conclude in via definitiva il nuovo Ospedale Sant’Anna. Oggi la cerimonia di presentazione ufficiale, cui hanno partecipato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi.

“Con il trasferimento del San Giorgio a Cona, si conclude, di fatto, il percorso di completamento del Sant’Anna- hanno commentato presidente e assessore-. Un percorso importante per Ferrara e il ferrarese, e per l’intera sanità regionale, reso possibile grazie a un lavoro di squadra. Ancora una volta, la scelta di spostare il polo riabilitativo è stata fatta in un’ottica di ulteriore miglioramento ed efficientamento del servizio, in particolare di garanzia della continuità assistenziale dei pazienti. Pazienti che, nello stesso posto, possono fare riabilitazione ed essere seguiti con competenza e professionalità per altre problematiche di salute. Siamo orgogliosi di questa struttura- chiudono Bonaccini e Venturi-, che è anche Centro di riferimento regionale altamente specialistico”.

Il nuovo Ospedale Sant’Anna di Cona
Una superficie complessiva di 185mila metri quadrati, 9 dipartimenti, 41 unità operative, con una dotazione di 633 posti letto ordinari e 75 posti letto di Day Hospital: sono alcuni dei numeri del nuovo ospedale Sant’Anna di Cona (Fe), dove le attività sanitarie sono iniziate nel maggio del 2012. Il costo complessivo di costruzione del nuovo ospedale, comprensivo di spese di progettazione, oneri fiscali e tecnologie biomediche, è stato di 305 milioni di euro. Dal mese di agosto 2017, anche il servizio di Radioterapia oncologica è stato interamente collocato a Cona, mentre l’ambulatorio di Accettazione pediatrica e quello oculistico sono stati trasferiti in spazi più idonei rispetto al Pronto soccorso generale.

Nella sede del vecchio ospedale, in corso della Giovecca a Ferrara, sono rimasti attualmente gli ambulatori del Centro prelievi, della Tao (Terapia anticoagulante orale), della genetica medica (quest’ultima in via di trasferimento), gli uffici amministrativi e alcune aule ad uso didattico.

Il polo riabilitativo “San Giorgio” e il trasferimento a Cona
Nel corso degli ultimi anni, la necessità di eseguire procedure diagnostico-terapeutiche sempre più complesse nei confronti dei pazienti ha causato un incremento di richieste, a livello di consulenze, verso i reparti dell’ospedale Sant’Anna, con costi crescenti per i trasferimenti nella sede aziendale di Cona e disagi per i pazienti stessi. Tutto ciò ha portato a valutare la possibilità di trasferire il settore di Medicina riabilitativa all’interno dell’Ospedale Sant’Anna di Cona. Sono stati così individuati spazi adeguati ad accogliere pazienti che, senza distinzione di età o patologia, per effetto di alterazioni delle funzioni e delle strutture corporee, presentano delle disabilità.

A trasferimenti ultimati il polo riabilitativo, nel suo complesso, potrà beneficiare di circa 7.000 metri quadrati di superficie. I costi sostenuti dall’Azienda ospedaliero universitaria di Ferrara per i lavori di adattamento dei locali all’interno dell’Ospedale Sant’Anna e l’acquisto di arredi ed ausili ammontano a circa 4 milioni di euro.

Una​ ​studentessa​ ​del​ ​Liceo​ ​Dosso​ ​Dossi al​ ​Giardino​ ​delle​ ​Imprese

Da Simona Rondina

La sala conferenze dell’Opificio Golinelli di Bologna è gremita, quasi 200 persone; 60 sono i
ragazzi selezionati proveniente da tutte le scuole superiori dell’Emilia Romagna​ ​(tra​ ​loro,​ ​anche​ ​la
ferrarese​ ​Asia​ ​Piccinini,​ ​studentessa​ ​al​ ​quarto​ ​anno​ ​del​ ​Liceo​ ​Artistico​ ​Dosso​ ​Dossi​ ​di
Ferrara)​, che dopo un intenso percorso durato 6 mesi, sono pronti a presentare ai giurati i loro
progetti innovativi per la realizzazione di percorsi imprenditoriali uniti dal tema comune della lotta
agli​ ​sprechi​. Questo l’effervescente scenario con cui venerdì 1 dicembre si è aperta la Maratona di
imprenditorialità 2017 promossa come ogni anno dalla Fondazione Golinelli: questa prima giornata
è stata l’occasione per assistere alle presentazioni dei dieci progetti realizzati e alla premiazione
dei progetti più meritevoli sviluppati durante la III Edizione della Scuola​ ​informale​ ​di​ ​cultura
imprenditoriale​ ​del​ ​Giardino​ ​delle​ ​imprese​: questa Scuola informale è un percorso formativo,
totalmente gratuito, rivolto a 60 studenti delle scuole superiori provenienti da tutta le Regione
Emilia-Romagna e ha come obiettivo quello di avvicinare i giovani alla cultura imprenditoriale,
stimolandone la creatività e offrendo loro occasioni concrete per sfidare se stessi e per provare a
realizzare le proprie idee.

Tra i progetti presentati si sono aggiudicati un finanziamento​ ​di​ ​8.000​ ​Euro​ ciascuno, da investire
nello sviluppo della propria idea d’impresa nell’arco del 2018, “​Post​ ​Eat”​, dispositivo scanner con
bluetooth per codici a barre che permette di monitorare le date di scadenza degli alimenti e
“​D’Adone”​, un dado vegetale senza conservanti chimici e prodotto in partnership con le aziende
agroalimentari locali per il recupero di parti di ortaggi che altrimenti andrebbero buttate. Hanno
inoltre ricevuto una menzione speciale e la possibilità di continuare il percorso di sviluppo
finanziario dell’idea, i progetti:​ ​“Color​ ​Fruit”​, per la produzione di pigmenti atossici realizzati a
partire dalla lavorazione di vegetali recuperati dall’invenduto della media e grande distribuzione,
progetto​ ​al​ ​quale​ ​ha​ ​collaborato​ ​anche​ ​la​ ​nostra​ ​Asia​ e​ “FooBo”​,​ servizio di delivery che crea
una rete tra il servizio delle consegne a domicilio di cibo e i ristoratori che a fine giornata
dispongono ancora di prodotti alimentari che di lì a poco andrebbero gettati.
Il percorso, che dopo un campo​ ​estivo​ e il periodo​ ​di​ ​sviluppo​ durante i mesi autunnali entra ora
nella sua terza fase di finanziamento​ attraverso queste nuove opportunità – e si concluderà in
seguito con una successiva fase​ ​di​ ​accelerazione​ ​per​ ​la​ ​realizzazione​ ​dei​ ​prototipi​ – ha visto il
supporto e la partnership di importante realtà quali il Comune di Bologna, Unindustria Bologna,
l’Ufficio Scolastico della Regione Emilia-Romagna, l’Università di Bologna, il Gruppo Emiliano
Romagnolo della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro e tante altre realtà pubbliche e
private.

Lunedì 04 dicembre Monday Night Raw con Will Bernard Organ Trio al Jazz Club Ferrara

Lunedì 04 dicembre, a partire dalle ore 20.00 Monday Night Raw
Opening Act
Happy Hour with Gil Dj

+

Live
Will Bernard Organ Trio
Will Bernard, chitarra
Giulio Campagnolo, organo
Gioele Pagliaccia, batteria

+

Jam Session

Lunedì 04 dicembre è la miscela di blues e funk del Will Bernard Organ Trio a riscaldare un nuovo Monday Night Raw. Accanto al chitarrista americano troviamo Giulio Campagnolo all’organo e Gioele Pagliaccia alla batteria. Anticipa il concerto l’aperitivo a buffet accompagnato dall’intrigante selezione musicale di Gil Dj, lo segue l’imprevedibile jam session.

L’appuntamento di lunedì 04 dicembre (a partire dalle ore 20.00) vede l’incontro tra El Duoo – formato dall’organista Giulio Campagnolo ed il batterista Gioele Pagliaccia – ed il chitarrista americano Will Bernard.
A partire dalla fine degli anni Novanta, in cui esordì come leader, Bernard si è distinto per il contagioso groove in uno spettro di situazioni che va dalle contaminazioni contemporanee al classico organ trio. Il risultato è apprezzabile per la ricchezza delle situazioni in gioco, la padronanza tecnica e la freschezza di composizioni e arrangiamenti. Quasi tutto il repertorio che sarà proposto lunedì è del leader e, com’è prevedibile in questa situazione, si tratta di blues; Bernard, tuttavia, ha la capacità di costruire percorsi mai scontati coadiuvati dall’estro di Campagnolo e Pagliaccia.
Questi ultimi sono particolarmente attivi nella scena jazz Italiana ed internazionale e collaborano con artisti diversi tra loro come Fabrizio Bosso, Danilo Gallo, Joe Lally (Fugazi), Enzo Carpentieri, Giovanni Perin, Michele Polga, Monique Mizrahi, Piero Bittolo Bon e tanti altri. Suonano insieme regolarmente dal 2013 prediligendo una miscela di soul-funk-jazz che passa per l’afro-beat e certa musica elettronica.
Anticipa il concerto l’aperitivo a buffet accompagnato dall’intrigante selezione musicale di Gil Dj, lo segue l’imprevedibile jam session. Ingresso a offerta libera riservato ai soci Endas.

‘San Francisco Almost Blue’, personale del giovane fotografo e promoter culturale Paolo Maiarelli, è fruibile fino al 22 dicembre nelle serate di programmazione.

INFORMAZIONI
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com

Infoline: 0532 1716739 (dalle 12.30 alle 19.30)

Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso è riservato ai soci.

DOVE
Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Se si riscontrano difficoltà con dispositivi GPS impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

COSTI E ORARI
Ingresso a offerta libera riservato ai soci Endas.
Tessera Endas € 15

Non si accettano pagamenti POS

Apertura biglietteria 19.30
Aperitivo a buffet con dj set a partire dalle ore 20.00
Concerto 21.30
Jam Session 23.00

Da Ferrara all’America. Bassani in cerca di Bassani

Da Fondazione Bassani Ferrara

Dal 13 dicembre 2017 al 31 gennaio 2018, a Ferrara, nella sala n. 1 della Fondazione Giorgio Bassani, sita al piano terra di Casa Ariosto, via Ariosto 67, da martedì a domenica, ore 10.00/12.30 e 16.00/18.00, sara’ possibile visionare, accanto ad una breve storia della Fondazione Giorgio Bassani, anche la documentazione relativa al recente incontro all’Indiana University tra Paola Bassani, presidente della Fondazione e il prof. Valerio Cappozzo dell’Università del Mississipi, con il prof. Edoardo Lèbano e alcuni studenti del Campus americano a cui Bassani ha fatto riferimento in “Campus”, la poesia pubblicata nella raccolta “In gran segreto”.
La documentazione esposta fa riferimento all’ importante donazione effettuata alla Fondazione Giorgio Bassani da Edoardo Lèbano nel 2008.
Cosi il prof.ssor Valerio Cappozzo, Assistant Professor of Italian e Director of the Italian Program all’University of Mississippi, ha raccontato l’evento:

Da Ferrara all’America. Bassani in cerca di Bassani.
Bloomington, Indiana, 8 novembre 2017.

All’Indiana University Paola Bassani ha conosciuto Edoardo Lèbano, fautore dell’esperienza americana del padre raccontata nel libro Lezioni americane di Giorgio Bassani (a cura di Valerio Cappozzo, Giorgio Pozzi Editore, Ravenna 2016).

Nel semestre primaverile del 1976 Lèbano invitò Giorgio Bassani a insegnare la propria opera in versi e in prosa, esperienza di cui se ne sapeva molto poco pur se, ritornato a Roma, scrive in una lettera: «il periodo che ho trascorso a Bloomington mi appare come uno dei più felici della mia vita».

Su queste tracce si è messa la figlia Paola che ha attraversato l’oceano Atlantico per approdare nel midwest americano, dove il padre scrisse alcune delle più significative liriche di In gran segreto, l’ultimo libro di poesie pubblicato da Mondadori nel 1978. Questo ‘segreto’, grazie alla delicatezza intellettuale della figlia, non è tanto stato svelato, quanto rispettosamente osservato nella giornata di studi organizzata dal dipartimento di Italianistica della Indiana University grazie al direttore, Massimo Scalabrini, con la partecipazione di Edoardo Lèbano, del sottoscritto e alla presenza di tanti studenti di master e dottorato, professori e curiosi. Un evento colmo di significato e piacevolmente trascorso tra le stesse mura che hanno sentito le lezioni dalla viva voce di Bassani. Presente anche Augustus Mastri, allievo di Lèbano e di Bassani, professore alla University of Louisville, che ha condiviso i suoi ricordi e parlato dei compagni di corso.

Del libro è stata raccontata la genesi e come ho trovato nel 2008 le lettere inedite di Bassani indirizzate a Lèbano, tutti particolari contenuti in Lezioni americane di Giorgio Bassani insieme alla pubblicazione delle lettere stesse, e si è parlato anche delle presentazioni in giro per il mondo, dagli Stati Uniti all’Italia, da Francoforte a Mosca, mettendo l’accento sulla ricezione dell’opera di Bassani da parte di pubblici diversi e internazionali raggiunti grazie alle attività della Fondazione Giorgio Bassani.

A questo punto il professor Lèbano ha incominciato il suo ricordo. Un racconto durante il quale non è mai stato pronunciato il cognome Bassani, ma solo il nome di Giorgio, «il mio amico Giorgio». Il professore ha raccontato dei loro incontri in Italia e in America, delle lezioni alle quali ha assistito e anche del viaggio che lo scrittore fece a Bloomington l’anno successivo, testimonianza di un affetto conservatosi a distanza di tempo. Paola Bassani, commossa dal racconto insieme umano e personale di Lèbano, ha ricordato l’interesse del padre per l’America, per la sua letteratura e la fascinazione nel passarci dei periodi sentendosi distaccato, in qualche modo, da tutto e da tutti. Sicuramente la sua scrittura ne ha risentito come anche la revisione ultima de Il romanzo di Ferrara fatta in quegli anni. “Spirito, carattere e stile” sono state le parole chiavi dell’intervento di Paola Bassani, ben accolto dagli studenti che le hanno posto diverse domande, felici di avere la possibilità di farle direttamente e non solo di cercare risposte tra le pagine dei libri. La stessa cosa era successa al padre che nella poesia composta da Bloomington, Campus, riassume la curiosità degli studenti di fronte all’incarnazione della cultura italiana: «considera più valido Manzoni -interrogano dolcemente-/ ovvero / Antonioni?/ Opta per la linea Borromini-Fellini diciamo o per quella/ Rossellini?/ E Verdi? Non pare a Lei che Giuseppe/ Verdi ricordi come fenomeno un po’/ il nostro Gershwin?/ […] E lei medesimo infine in che rapporto si sente/ col Boccaccio?».

La presentazione si è conclusa con nuove prospettive di ricerca sul periodo canadese di Bassani nel 1978, aspetto sconosciuto della sua biografia che presenterò a maggio a Ferrara nei nuovi locali della Fondazione Giorgio Bassani, da poche settimane trasferitasi a Casa Ariosto. In questo modo, dopo le Lezioni americane, avremo modo di porre l’attenzione e di rivelare nuovi dettagli biografici grazie alle Lezioni canadesi dello scrittore ferrarese.

Ma la visita di Paola Bassani a Bloomington è stata anche altro: una lunga passeggiata nel campus universitario tra l’oro e il rosso acceso degli alberi in ultima fase autunnale in compagnia degli studenti e della direttrice del museo Heidi Gealt che ci ha illustrato i murales di Thomas Hart Benton di cui uno è in copertina al libro presentato a Bloomington. Nella nostra passeggiata ci siamo interrogati su quello che ha spinto Bassani in un posto da cui lui stesso scrive: «qui le ore trascorrono lentissime. Vivo in una cittadina composta quasi esclusivamente di villette con giardino, abbastanza graziose, prendendole una per una, ma nell’insieme piuttosto mortuarie. Al centro della cittadina-accampamento, un complesso di grandi edifici di stile tra il Neo-gotico e l’Eur, dove ha sede, fra gli alberi, la città universitaria vera e propria. Lì, io sto. E, in pratica, non esco mai oltre il limite del cosiddetto campus. La noia è grande, immensa». Noia che gli ha permesso di insegnare e scrivere con particolare vigore, in modo differente scoprendo nuove forze e ragioni.

La visita di Paola Bassani ha senza dubbio riportato in vita un periodo del passato importante per il padre e per chi ha avuto la fortuna di essere testimone del suo passaggio. La sera ci siamo riuniti a casa di Lèbano dove lo scrittore ferrarese usava leggere le sue poesie e dialogare con gli amici americani. Abbiamo anche riletto le lettere indirizzate a Lèbano e ci sono sembrate per un attimo scritte dalla figlia Paola pochi giorni fa: «Caro Lèbano, avrai già ricevuto, suppongo, il telex col quale ti avverto che sarò a Bloomington con arrivo all’aeroporto alle ore 21:45. Spero proprio di rivederti subito dopo che avrai parcheggiato la mitica Fiat 124 lì fuori, a destra dell’ingresso. Resterò a Bloomington due giorni». Due giorni appunto è rimasta Paola, giusto il tempo per rendere omaggio a questo importante periodo indiano recentemente riscoperto.

Giornata della “Riconoscenza provinciale” (Ferrara, 2 dicembre 2017) sintesi Relazione del presidente della Camera di commercio

Il Vostro esempio – nelle sue libere e molteplici forme – è un giacimento prezioso
per l’intera società ferrarese. E’ anzitutto espressione di libertà, di libere scelte. E’ un
capitale sociale, che arricchisce tutti di valori di speranza e di fiducia. E’ uno stimolo ad
entrare nelle difficoltà e nei problemi della vita, aiutando chi ha bisogno a superare
ostacoli, incoraggiando all’impegno comune, rafforzando anzitutto i legami umani e il
senso di appartenenza alla comunità.

Donare – il proprio tempo, il proprio impegno, il proprio lavoro – non significa privarsi
di qualcosa. Al contrario, come le Vostre storie di vita oggi ci dimostrano, chi dona riceve
un multiplo di umanità arricchendo ed avvantaggiando chi gli sta vicino.
Siete in tanti questa mattina, ciascuno motivo di forte incoraggiamento in
particolare a tanti nostri giovani, attesi da nuove prove e da nuove sfide. Teniamo
tanto a questa cerimonia, momento solenne di riconoscimento delle risorse migliori, delle
eccellenze della nostra comunità, ed è bello – credetemi – toccare con mano quanto
questo riconoscimento sia apprezzato nel suo giusto valore da voi che, con commozione,
lo ricevete.

La vivacità e la libertà del tessuto civile rappresentano un moltiplicatore di ricchezza,
anche economica. Viviamo un tempo – dopo la lunga crisi economica – che ha fatto
crescere la povertà e ampliato le diseguaglianze. Quanto fate – lontano dalla ribalta e dai
riflettori- nella Vostra vita professionale o nel volontariato, impegnati al servizio degli altri
e della collettività, è prezioso anche su questo fronte: nell’essere un antidoto nei
momenti di crisi!

La ripresa procede con lentezza, ma si va progressivamente consolidando a partire
dalle vendite e dagli ordinativi esteri. Un quarto delle imprese ferraresi manifatturiere
esportatrici prevede un ulteriore incremento del fatturato estero per il prossimo anno. Non
solo nei Paesi emergenti, ma anche in quei Paesi europei – Germania in testa – dove sono
premiate la qualità, l’innovazione, l’affidabilità, la vicinanza al cliente. Imprese, le
nostre, appassionate ed apprezzate in tutto il mondo, che producono ricchezza, che
dimostrano come la coesione e i forti legami con il territorio sono fattori di competizione,
che scommettono sulla qualità.

Stiamo vicini, dunque, alle nostre imprese, sviluppiamo un contesto favorevole a
farle crescere e a esaltarne la capacità di trainare la ripresa economica, salvaguardando –
e anzi valorizzando – quegli esempi di buona amministrazione in cui spesso le imprese
stesse hanno trovato, e devono poter continuare a farlo, persone competenti e istituzioni
che lavorano per il bene comune.

La nostra non è una provincia uguale fatta di piccole e medie imprese tutte uguali. La
forbice tra imprese eccellenti e quelle che fanno fatica a sopravvivere continua ad
allargarsi. Esistono tante imprese virtuose che, per lo più senza aiuti, hanno risposto
alle sfide della globalizzazione e della modernizzazione riorganizzandosi e continuando poi
a investire nell’innovazione di prodotto, nel design, nel marchio, nell’efficienza. Ma il
numero di queste realtà imprenditoriali deve crescere in modo considerevole per
generare un impatto macro sul nostro sistema economico.

Non è un caso che il Governo ci abbia chiesto di intervenire anche nella gestione
delle crisi d’impresa perché – non dimentichiamolo mai – in affari può andar male, ma se
accade per motivi di mercato e non per condotte illecite all’imprenditore deve essere data
la possibilità di riprovarci. “Un vero guerriero combatte non perché odia chi ha davanti a
lui, ma perché ama chi ha dietro”, scriveva Paulo Coelho, nel 1997, nel Manuale del
guerriero della luce.

Un percorso per uscire definitivamente dalla crisi che, dunque, non è per nulla
concluso. Questa ripresa, sulla vita di tante…troppe… persone, ancora stenta ad essere
percepita. Le difficoltà di molte famiglie, i giovani che non hanno la possibilità di
programmare la propria vita perché non trovano lavoro, coloro che lo hanno perduto o che
lo hanno ma è sottoretribuito costituiscono una sfida irrisolta per le nostre coscienze
e per le nostre società, sinora incapaci di elaborare risposte adeguate, sostenibili e
durature.

Il problema della produttività, che resta ferma al palo, rende urgenti gli investimenti
nel capitale umano, nella semplificazione e nell’efficienza, accompagnando l’organizzazione
e i processi verso la trasformazione digitale della pubblica amministrazione, delle imprese,
delle filiere e dei territori. Questa è la sfida alla quale le Camere di commercio intendono
rispondere, forti delle nuove funzioni assegnate loro dal decreto di riforma.
E’ in questa delicata fase che si inserisce la riforma delle Camere di commercio,
chiamate ad affrontare una profonda riorganizzazione con funzioni innovative che si
muovono lungo le direttrici della modernità economica:

• Impresa 4.0 (il 12 dicembre prossimo vareremo in Giunta il bando per
l’erogazione di voucher alle imprese per fornire loro la cultura e la pratica del
digitale);

• Cassetto digitale per l’imprenditore, con il quale ogni imprenditore può
accedere – già da adesso – senza oneri alle informazioni e ai documenti ufficiali
della propria impresa da smartphone e tablet in modo facile, sicuro e veloce;

• Orientamento scuola-lavoro, per far incontrare scuole, imprese, associazioni
imprenditoriali e mondo del non profit. Proprio martedì di questa settimana
abbiamo premiato la classe IV O dell’I.S.S. Copernico Carpeggiani di Ferrara per il
video “Dateci una leva…. e trasformeremo il mondo”, attraverso il quale i ragazzi
hanno raccontato della possibilità offerta loro di realizzare un impianto idrico
prototipo all’interno di una casetta dimostrativa in legno all’interno dell’Istituto.

E questo per citare solo alcune delle cose che stiamo facendo perché ci sono ancora tante
altre linee di lavoro che stanno andando avanti: sulla banda ultra larga, sulla mediazione,
sull’imprenditorialità femminile, sulla cultura e sul turismo, sull’internazionalizzazione…
Ma la crisi non ha semplicemente messo in pausa l’economia: il cammino delle
imprese e quello dei cittadini non riparte da dove si era fermato. La crisi ha posto
all’ordine del giorno nuovi bisogni cui far fronte con risposte nuove. Ed è dalla Vostra
storia, dal Vostro agire che Ferrara può attingere e mettere in campo le sue energie
migliori, quelle che la distinguono da tutti gli altri e ne fanno un territorio unico e
ammirato: il saper fare, l’innovazione che non dimentica la tradizione, i saperi dei territori,
la bellezza, la cultura, la solidarietà.

“Non si tratta di conservare il passato, ma di mantenere le sue promesse”, ha scritto
Theodor Adorno. Il testimone che oggi passa dalla vostre mani e dal Vostro modo di
intendere la vita porta alla costruzione di un domani migliore. Le istituzioni servono anche
a questo: a trasmettere nel tempo i valori, le testimonianze, le conquiste delle generazioni
che ci hanno lasciato il mondo in eredità.

I numeri e le storie che racconteremo questa mattina tratteggiano una rotta,
evocano per Ferrara un’idea di futuro con solide radici nel presente. “Chi dice che è
impossibile – ha scritto Albert Einstein – non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo”.

I vostri volti, i vostri talenti sono parte indispensabile della storia ferrarese, una
indicazione preziosa per capire le radici e il presente delle nostre comunità, per affrontare i
problemi che ne sacrificano le potenzialità e per tracciare nuove ambiziose rotte verso il
futuro. Abbiamo problemi, certo, ma tante risorse morali e culturali. E Voi, care premiate e
cari premiati, avete, tra gli altri, questo compito: ricordare a ciascuno di noi che Ferrara
ha tutto per affrontare il futuro, per farsi ammirare e per migliorarsi.

Cultura. L’Università di Ferrara coordina il restauro del Complesso della Natività in Terrasanta. E la grande musica facilita il dialogo tra i popoli

L’assessore Patrizio Bianchi in visita in Israele e Territori Palestinesi

Incontri con i responsabili del Complesso della Natività, il cui restauro è affidato a un consorzio internazionale coordinato dall’Università di Ferrara. A Betlemme e Gerusalemme il 2 e 3 dicembre due concerti, patrocinati dalla Regione, della Young Musicians European Orchestra diretta dal Maestro Paolo Olmi

Bologna – C’è un ‘pezzo’ di Emilia-Romagna in Israele e Territori Palestinesi. E l’assessore regionale alla Scuola, Università e Ricerca, Patrizio Bianchi, è in missione in questi luoghi per incontrare i responsabili del Complesso della Natività, il cui restauro è coordinato dall’Università di Ferrara, e per assistere ai concerti della Young Musicians European Orchestra, diretta dal Maestro Paolo Olmi e organizzati dalla Cooperativa Emilia Romagna Concerti.

“Il restauro della Chiesa della Natività ha un fortissimo valore simbolico- spiega l’assessore Patrizio Bianchi-. È un grande traguardo che un’operazione di tale livello sia stata affidata al coordinamento delle grandi professionalità di un Ateneo dell’Emilia-Romagna, in una parte del mondo dove il nostro Paese svolge un ruolo fondamentale nella ricerca della pace, anche attraverso la cultura”.

Il restauro
Il Complesso della Natività di Betlemme dal settembre 2013 è oggetto di un esteso restauro conservativo realizzato da un consorzio internazionale coordinato dall’Università di Ferrara, di cui è responsabile il professor Claudio Alessandri, e portato avanti anche da imprese italiane.

Gli interventi hanno riguardato in primo luogo le strutture lignee di copertura, seriamente danneggiate; realizzati nel rispetto delle norme internazionali del restauro e con l’ottica di preservare la maggior quantità possibile di materiale originale, hanno consentito di apportare importanti miglioramenti antisismici all’intero complesso architettonico. É seguito poi il restauro delle superfici murarie esterne, degli intonaci interni, dei mosaici parietali risalenti alla prima metà del XII secolo, degli architravi in cedro, originali del VI secolo. Attualmente è in corso il restauro delle numerose colonne interne, dei dipinti eseguiti sopra di esse in epoca crociata e dei preziosi capitelli di cui si sta riscoprendo l’originario rivestimento in lamine d’oro. Infine, è stato realizzato un nuovo impianto di illuminazione, rispondente alle vigenti norme di sicurezza, tale da valorizzare le bellezze artistiche della Chiesa nel pieno rispetto delle esigenze funzionali e liturgiche del sito. Tutti i lavori sono stati eseguiti secondo le linee guida indicate dal gruppo di esperti coordinato dall’Università di Ferrara e con la garanzia che le funzioni religiose all’interno della Chiesa potessero continuare a svolgersi regolarmente.

I concerti
Concerti in grado di unire alla grande musica un’attenzione particolare alla ricerca della pace, attraverso il dialogo culturale e religioso tra i popoli e le nazioni. È questo l’obiettivo della Young Musicians European Orchestra diretta dal Maestro Paolo Olmi, che terrà a Betlemme (sabato 2 dicembre) e Gerusalemme (domenica 3) i concerti di Natale. L’evento è patrocinato dalla Regione Emilia-Romagna e vede anche il sostegno del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale. Il concerto di Betlemme sarà trasmesso da Rai5 durante le feste natalizie.

L’orchestra è formata da musicisti di altissimo livello proveniente da tutto il mondo e di un’età media di 22 anni. Oltre a strumentisti italiani, nella sua formazione sono presenti anche giovanissimi israeliani, palestinesi, iraniani, americani, cinesi, russi e ucraini. Partner dell’orchestra sono la Municipalità di Betlemme, il Consolato Generale d’Italia a Gerusalemme, il ministero degli Affari esteri, la Rai e il ministero dei Beni culturali, oltre alla Regione Emilia-Romagna.

Il prossimo Concerto di Natale a Betlemme della Young Musicians European, nel 2018, potrebbe servire anche a celebrare con una grande manifestazione musicale la fine dell’impegnativo restauro del Complesso della Natività.

L’On. Alessandro Bratti incontra gli studenti del Liceo Ariosto.

Da Liceo Ariosto Ferrara

Importante appuntamento, lunedì 4 Dicembre 2017, al Liceo Ariosto con l’On. Alessandro Bratti. Il Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad essi connessi incontrerà infatti gli studenti di alcune classi del triennio degli indirizzi scientifici dell’Istituto ferrarese per affrontare il tema “Dalle ecomafie all’economia circolare”. L’iniziativa si inserisce tra le attività di formazione programmate nell’ambito del progetto Alternanza Scuola lavoro, previsto dalla Legge 107 del 2015 (La Buona Scuola).
Certi del rilievo che vorrete dare all’iniziativa, vi ringraziamo per l’attenzione.

LE DOCENTI REFERENTI – Proff.sse Maria Alberta Brugnatti, Anna Rosa Chieregato –

Concerti Open Day alla scuola Boiardo domenica 3 dicembre

Da Istituto Comprensivo 2

Secondo doppio concerto Open Day domenica 3 dicembre alle 10.30 e alle 11.30 alla Boiardo. La sede di via Benvenuto Tisi della scuola secondaria a indirizzo musicale dell’Istituto Comprensivo Alda Costa, ospiterà un saggio di allievi di flauto, chitarra, pianoforte e violino di tutte e tre le classi dalla prima alla terza media in collegamento con le classi quinte della scuola primaria Alda Costa, preparate dall’insegnante di Musica Annamaria Laudicina.

Brani didattici di vari autori saranno proposti da Jenson Colby, Cecilia Ferraro e Sara Zerbini allievi di Valeria Astolfi (flauti traversi); Gaia Pozzato e Giulia Taibi (violini allievi di Gianluigi Cavallari); Chiara Zanella, Diletta Banzi e Luigi Trilli allievi di chitarra di Fabiano Merlante e da Matilde Mecca al pianoforte.

La mattina sarà conclusa dall’esecuzione di melodie della tradizione natalizia da parte del coro della primaria Costa accompagnato dagli allievi di strumento. Canteranno: Gabriele Abu Kana, Niccolò Allodi, Bairon Steven Arida, Massimiliano Scott Azzolari, Ludovico Bevilacqua, Ilaria Biancani, Livia Buttino, Alex Cazacu, Giuseppe Angelo Curella, Diego Dall’Ara, Edoardo Di Pascale, Giacomo Fabbri, Sara Felloni, Martina Foresta, Marco Gulinati,Davide Ianuzziello, Sara Celine Levi, Tancredi Alberto Marzola, Sara Menegatti, Paolo Michelini, Fabio Umberto Montrucchio, Anna Pinamonti, Francesca Roversi, Aurora Sgobino, Alexandru Ungureanu, Francesca Amoroso, Ludovica Braga, Francesco Cariani, Sebastiano Ciaccia, Augusto De Angelis, Emma Dottori, Agnese Gallani, Laura Garofalo, Filippo Guerra, Carlotta Guidi, Vittoria Guzzinati, Federico Monteleone, Allegra Moretti, Federico Nobili, Tommaso Occhiali, Federico Panico, Riccardo Raddi, Davide Ravenna, Ginevra Rossi, Lucrezia Rutolo, Giacomo Severi, Eleonora Stefanelli, Vittoria Stermieri, Elena Teodori, Arianna Zagatti. Scuola aperta dalle 10.30 alle 12.30 a visite guidate riservate alle famiglie dei futuri iscritti.

Comunicato Stampa delle Associazioni Apartitiche di Ferrara

Da Organizzatori

Siamo a denunciare, con forza, l’episodio dell’aggressione alla povera ragazza ferrarese da parte dei cinque stranieri dell’acquedotto. Si tratta di un fatto gravissimo e assolutamente intollerabile per la nostra città.

Condanniamo con fermezza quanto accaduto, considerando il fatto che poteva succedere a chiunque e finire ancora peggio, e che il fatto è avvenuto in una zona centrale e non isolata della città, un luogo che è stato da generazioni delegato al divertimento di mamme, bambini e anziani in cerca di pace e tranquillità.

Si è ormai superato ogni limite, e adesso ci aspettiamo e sollecitiamo una risposta immediata e decisa da parte della questura e della prefettura contro gli spacciatori e gli irregolari che regolarmente occupano la zona acquedotto e la zona GAD, affinché fatti simili non debbano mai più accadere.

Siamo pronti a mobilitarci come associazioni di residenti e cittadini attivi al fine di sensibilizzare ulteriormente le autorità e l’amministrazione ferraresi a farsi carico e a risolvere una volta per tutte l’emergenza criminalità e degrado a Ferrara. Non ci rassegneremo mai all’avanzare del crimine senza opporci con tutte le nostre forze!

Associazione Comitato Zona Stadio
Associazione Residenti GAD
Associazione Insorgenti Ferrara
Associazione GAD Sicura

BORDO PAGINA
Serata in ricordo di Vitaliano Teti, regista e videomaker: intervista ad Alberto Squarcia

Martedì 5 dicembre alle ore 21,00 al Cinema Boldini di Ferrara, proiezione del film ”Inseguendo il cinema che spacca i cuori” in omaggio al regista e fondatore della Ffc Vitaliano Teti, scomparso a maggio di quest’anno.
Intervista ad Alberto Squarcia, Presidente Ferrara Film Commission, curatore dell’evento.

Alberto, il 5 dicembre il primo ricordo ufficiale in memoria di Vitaliano Teti, un approfondimento della serata?
Vitaliano Teti è stato al mio fianco non solo per la più recente Ferrara Film Commission, ma negli anni della gestione della Porta degli Angeli. Eravamo 6 associazioni riuniti in una Rta (Rete Temporanea di Associazioni). Sono stati anni belli e intensi nei quali abbiamo presentato complessivamente 58 mostre d’arte con performance, danza, video arte, musica e teatro.
Una bella esperienza che si è interrotta quando i rapporti con alcune associazioni della Rta si sono logorati e quando, finito il mandato, la Porta degli Angeli è passata dalla Circoscrizione al Comune.
Dopo un periodo di “meditazione” ho pensato che a Ferrara mancava una associazione libera e indipendente che si occupasse di cinema e dato che il vero amore di Vitaliano era l’arte del cinema, il cinema d’autore e la video arte, ha subito aderito al mio progetto. Vitaliano Teti insegnava infatti video arte e tecniche di comunicazione all’Università di Ferrara e presiedeva un’ associazione che si chiama “Ferrara Video & Arte”.
Abbiamo fondato quindi tre anni fa insieme ad altri soci fondatori la Ferrara Film Commission.
Vitaliano ha combattuto a lungo contro la grave malattia che lo aveva colpito; nel frattempo non ha mai smesso di creare, pensare e realizzare cinema e il suo ultimo prodotto insieme al fraterno amico Alessandro Raimondi è stato proprio il docu-film che andremo a presentare il 5 dicembre al cinema Boldini: Inseguendo il cinema che spacca i cuori.
Un film che nasce da una intervista a Gabriele Caveduri che ha percorso in prima persona tutte le vicende del cinema e delle sue sale a Ferrara. Racconta la propria vita di cinefilo iniziata negli anni ’70 alla Sala Estense con l’Arci, fino alla gestione del mitico cinema Manzoni in via Mortara. Una vita per il cinema indipendente intercalata con viaggi anche curiosi e divertenti ai grandi festival come Cannes e Venezia; conoscenze di grandi star del cinema e rassegne importanti a Ferrara che hanno segnato la fantasia e la cultura di chi era giovane in quegli anni, si intercalano nel film, che merita essere visto perché racconta la nostra città, il cinema e il declino delle piccole sale…..un’alchimia che è adattabile a qualsiasi città della provincia italiana.
Massimo Maisto, vice Sindaco e assessore alla Cultura di Ferrara con Paolo Micalizzi, noto critico cinematografico e Presidente onorario della Ffc, Anna Teti, sorella di Vitaliano, Alessandro Raimondi co-regista e per ultimo Gabriele Caveduri, ci introdurranno al film e a come è stato realizzato. Il ricordo di Vitaliano, che ci ha lasciato a maggio, si farà più intenso con la proiezione extra di un breve corto in cui lo si può ammirare nei suoi momenti migliori e felici.
Il grande progetto di Vitaliano Teti fu un festival di Video Arte “The Scientist”, arrivato alla sua VIII edizione dal 2007 al 2015).
La Ferrara Film Commission sarà lieta di collaborare con le persone che hanno realizzato con Vitaliano il festival “The Scientist”. Pensiamo che il festival di video arte ideato da Vitaliano debba continuare, o con noi o senza di noi ….Vitaliano lo voleva e la Video Arte che lui amava, praticava e insegnava ha visto in lui, come pochi altri in città, un sostenitore e un divulgatore.
Abbiamo saputo durante la conferenza stampa che si è tenuta in Comune, che l’Università di Ferrara dedicherà a Vitaliano Teti la bellissima aula piena di computer e di tecnologia dove lui insegnava ai giovani e futuri registi e tecnici della comunicazione come realizzare corti, documentari e film e dove trasmetteva con passione e amore la sua conoscenza.

info
Vitaliano Teti biografia
The Scientist Video Festival Internazionale

Europa tedesca o Germania europea: se la locomotiva d’Europa fatica a stare sui binari

Cosa succede se anche la Germania è contagiata dal virus dell’instabilità?
Il 24 settembre scorso si sono svolte le elezioni federali nel paese che dal dopoguerra conta in tutto otto cancellieri e 23 governi, contro una sessantina di esecutivi e una trentina di premier in Italia.
Dalle urne escono vittoriosi i cristiano-democratici (Cdu), il partito di Angela Merkel, ma con oltre due milioni di voti persi per strada. I socialdemocratici (Spd), col peggior risultato di sempre, si dichiarano indisponibili a proseguire la grossa coalizione. Perciò la cancelliera uscente inizia i colloqui con liberali – per la volta prima fuori dal Parlamento perché rimasti sotto il 5 per cento – e verdi, in crescita. Il tentativo è di mettere in piedi una maggioranza senza i nazionalisti di estrema destra di Alternative für Deutschland (Afd), arrivati al 13 per cento.
Dopo oltre due mesi la Germania non ha ancora un governo, anche se Martin Schulz, leader dell’Spd, di fronte al preoccupante stallo pare tornare sui suoi passi.
“Una situazione del tutto inedita”, commenta Gian Enrico Rusconi, studioso che da sempre osserva la Germania con la lente d’ingrandimento. Tanto che fioccano le sentenze del tipo: “Germania anno zero” e “fine del merkelismo”.

Il capolinea della normalità teutonica, questo è il tema, non è un problema solo per i tedeschi. Se va in crisi la locomotiva, figurarsi i vagoni. Se sul fronte interno l’instabilità fa riaffiorare dagli scantinati della storia lo spettro della Repubblica di Weimar, con tutto ciò che ne è seguito, su quello continentale si indebolisce la costruzione europea, che non gode di ottima salute ed è da tempo nel mirino di populisti, nazionalisti, sovranisti e rigurgiti xenofobi, che ovunque rialzano la testa.
I motivi dello stop alla tessitura di frau Merkel per un’inedita coalizione ‘Giamaica’ (dai colori dei partiti che la compongono sulla carta) sono: i ricongiungimenti familiari in tema immigrazione e il carbone. Il rebus migranti e l’insistenza sui combustibili fossili (per un paese che ha fatto del colore verde un proprio vanto), sono cioè i termini di una distanza politica inconciliabile fra improbabili alleati e paiono, in fondo, i due corni di un modello di sviluppo complessivo che mostra, per molti inaspettatamente, profonde crepe.
Ecco i motivi delle preoccupazioni che da più parti si levano e che vanno ben oltre la momentanea difficoltà di dare un governo al più solido paese d’Europa.
Ne ha parlato anche la trasmissione Report, nella puntata di lunedì 27 novembre.
Grattando la superficie dell’invidiato modello tedesco – se quanto raccontato coincide con la realtà – si viene a sapere che anche gli agricoltori della gonfia Baviera non ne possono più di produrre frutta e ortaggi con margini di guadagno ridotti allo ‘zero virgola’, a causa di una politica dei prezzi imposta dai colossi della distribuzione. Si viene a sapere che le lungimiranti riforme del mercato del lavoro inaugurate ai tempi del cancelliere Gerhard Schroeder hanno di fatto aperto le porte a schiere di lavoratori per i quali non è ben chiaro il confine tra flessibilità e precariato.

Vero e proprio banco di prova globale il mercato del lavoro dunque, non solo in Italia. Se da un lato c’è consenso fra sociologi e giuslavoristi nel sostenere che occorre passare dalla tutela del posto di lavoro a quella del lavoratore (la stessa strenua difesa di parte della sinistra italiana sull’art. 18 è vista come un arcaismo anacronistico), dall’altro è ancora un problema come si possano tenere insieme i modelli scandinavi di flexsecurity e sussidi con le immagini strazianti di ‘J Daniel Blake’, il film del 2016 in cui da par suo Ken Loach racconta storie di fame nel ventre britannico dell’evoluto Occidente, trattate con la più indifferente burocrazia e nel nome della più evoluta cultura progressista della terza via.
Così anche nella prospera Germania milioni di persone vivono ai margini con sussidi di disoccupazione o sottopagati.
Un modello però tuttora trionfante, secondo statistiche e diagrammi, che consegna alla locomotiva tedesca un surplus commerciale ben oltre il 6 per cento ammesso da Bruxelles, che però non muove un dito ai fautori dell’ordoliberalismo per far rientrare questo strapotere nei limiti dei trattati europei. Mentre per tutti gli altri resta inflessibile il dogma dei parametri contabili dei bilanci pubblici: deficit-debito-pil.

Non è un caso, forse, se in tedesco il termine “debito” (Schuld) significhi anche “colpa”.
Il caso Grecia docet. Se è vero che Atene è stata a lungo cicala nei bilanci statali, anche taroccando i conti, è altrettanto vero che la cura imposta è stata quella di un padrone-predone, più che di un partner comune.
Di questo passo l’Europa resta ostaggio di interessi nazionali, il cui ritmo è dettato dalla sua motrice nel nome della competitività ordoliberale. Prigioniera di un cervellotico assetto intergovernativo, che controlla, trattiene e, alla fine, soffoca il suo approdo federale. Alla lunga è vano lo slancio, pur sacrosanto, della moneta unica e di Schengen, se non è accompagnato da politiche economiche, dell’innovazione, della ricerca e fiscali comuni, in grado di produrre grandi economie di scala e liberare investimenti da non credere.
Uno sbocco federale che potrebbe consegnare alla vecchia Europa il ruolo centrale di dimostrare che solo in democrazia (che qui è nata) c’è vero benessere, in una scena globale abitata da nuovi perimetri in cui pare scontato che la ricchezza prescinda dalle libertà democratiche.
Condotti, invece, a tappe cocciutamente forzate sulla strada della potente ortodossia uber alles, non ci si cura dei danni collaterali delle schiere di esclusi. Un giacimento di malcontento e rancori che sta affiorando un po’ ovunque, spaccando la crosta continentale. Un fiume carsico che s’ingrossa e che trova naturale la sponda di chi ha interesse a cavalcare più che a governare le paure, gli stessi che da tempo martellano menti e pance vuote additando l’Europa come il problema e non la soluzione.
Un piano inclinato predisposto, innanzitutto culturalmente, alla scrittura del programma politico che unisce i punti del disagio, del rancore e della paura, con quelli della diffidenza e intolleranza verso il diverso e lo straniero. Così si corre verso l’indifferenza, come dice il filosofo Roberto Escobar, che è il massimo della differenza, cioè l’esatto opposto dell’uguaglianza e, come tale, la fine delle libertà.
Ultimo punto drammaticamente coerente di questa linea, infatti, è l’uscita dalla cornice democratica, ridotta a guscio vuoto inutilmente ‘discutente’ e chiassosamente inconcludente.

Un conto è se finora le destre populiste, nazionaliste e xenofobe, fanno proseliti dove ci si ostina a fare debiti e ritardare le riforme (spia folkloristica di arretratezza e di ritardo a mettersi in riga), ma il discorso cambia se queste stesse destre crescono vistosamente nel ventre materno, sicuro e florido del prototipo, minando da dentro la normalità e la stabilità del tabernacolo teutonico di questo modello.
Dunque, il contagio dell’instabilità politica persino nella possente Germania può essere non solo la passeggera difficoltà di fare un governo, nel clima generale di crisi delle democrazie, ma un campanello d’allarme proprio per la via maestra e rigorosa, che non si accorge di allevare dentro di sé il killer del proprio stesso ordine. Killer che si ha la sensazione stia, un po’ ovunque, avvicinandosi pericolosamente all’età adulta.
Riecheggia ancora oggi inquietante il monito che Thomas Mann agitò nel 1953 agli studenti dell’Università di Amburgo, esortandoli a sostenere non un’Europa tedesca, ma una Germania europea.
E’ questo il senso profondo del primo gesto dell’Europa che, uscita in macerie dalla follia nazifascista, mise insieme le due risorse per le quali fino allora gli stati si erano massacrati: il carbone e l’acciaio.
E’ il filo che occorrerebbe ricominciare a tessere, prima che sia troppo tardi.

MEMORABILE
Calendario Ferrara 2018

La casa editrice digitale Tiemme Edizioni (www.tiemme.onweb.it) non poteva dimenticarsi in chiusura d’anno dell’indispensabile calendario. Questo ‘Calendario Ferrara 2018’, curato da Riccardo Roversi e disponibile in formato ebook su tutti i portali, è peraltro di notevole interesse, come dimostrano le rubriche che lo compongono:
– Città nostra (storie della città mese per mese nel corso dei secoli)
– Vernacolo (poesie dialettali mese per mese)
– Buon appetito! (ricette tipiche mese per mese)
– Lo zodiaco (tutti i segni zodiacali)
– Diamo i numeri (combinazioni di numeri, ricavati dalla storia della città, da giocare al Lotto).
Da segnalare che sono disponibili anche le versioni ‘Calendario Bologna 2018’ e ‘Calendario Modena 2018’, con le medesime rubriche riferite alle rispettive città.

Riccardo Roversi è nato a Ferrara, dove si è laureato in Lettere e vive tuttora. Giornalista, è direttore responsabile di alcuni periodici e critico letterario e teatrale per varie testate (anche on-line). Ha scritto e pubblicato numerosi libri: poesia, teatro, saggistica, narrativa. La sua bibliografia è consultabile nel sito: www.riccardoroversi.onweb.it.

BAGATELLE
Berlusconi vive e lotta insieme a noi

In un momento di follia avevo pensato che Berlusconi fosse finito. D’accordo non si erano svolti i funerali (per un personaggio così ci vuole un traino di otto cavalli bianchi), ma, insomma, la speranza è l’ultima a morire.
Invece il Cavaliere ha fatto mettere nella stalla i suoi focosi destrieri, ha chiamato a raccolta i suoi accoliti più fedeli e ha annunciato al mondo intero che tornava. Le disavventure giudiziarie, le condanne, la moglie incazzata? “Io torno!”, ha detto, “e continuo a fare il leader del partito che ho fondato, che ho diretto e che ha governato per quattro lustri”.
Ma non ha fatto in tempo a finire il suo sorprendente discorso agli aficionados (bellissime ragazze comprese), che… zac! i suoi nemici (i giudici) gli hanno aperto un altro procedimento: sempre affare di soldi. Fin qui le notizie.

Dal canto nostro non possiamo che confermare il nostro (il mio) giudizio. Speravamo di mettere in archivio il Cavaliere, al quale inviamo il nostro a più fervido augurio… di essere nuovamente condannato. Gli prepareremo un Parlamento dove possono entrare soltanto condannati, da un lato malversatori e ladri di galline, dall’altro truffatori e disonesti amministratori pubblici, sarà un po’ affollato, ma che ci vuoi fare cavalie’: anche noi siamo condannati a subirti. Sui muri è già comparsa la scritta “Silvio è vivo e lotta insieme a noi”.