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Giorno: 11 Dicembre 2017

Dal sisma del 2012 in Emilia Romagna nuove indicazioni sulla geochimica dei terremoti

Identificate variazioni geochimiche nelle concentrazioni dei gas nei suoli, favorite dalla dilatazione crostale associata con l’attività sismica del 2012 in Emilia Romagna. La ricerca, condotta da INGV e Università di Ferrara nelle “terre calde di Medolla”, zona agricola vicino a Modena – nota storicamente per la presenza di elevata temperatura, esalazioni di metano e assenza di vegetazione – è stata pubblicata su
Scientific Reports del gruppo Nature

L’analisi della geochimica dei gas del suolo in aree sismicamente attive rappresenta uno strumento efficace per individuare faglie sepolte (non visibili in superficie) e fornisce un importante contributo nel discriminare la migrazione del gas legata all’attività sismica. A questi risultati è giunta una ricerca, iniziata nel 2012 e durata circa 3 anni, condotta dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), in collaborazione con il Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Ferrara (UNIFE). Lo studio Learning from soil gas change and isotopic signatures during 2012 Emilia seismic sequence, pubblicato su Scientific Reports del gruppo Nature (www.nature.com/articles/s41598-017-14500-y) ha identificato e misurato, per la prima volta, un marcato incremento (fino a tre ordini di grandezza) delle concentrazioni di metano (CH4), idrogeno (H2) e anidride carbonica (CO2) nei suoli, durante la sequenza sismica del 2012, rispetto ai valori pre-sisma.
“L’incremento delle concentrazioni durante il terremoto e nei mesi successivi”, spiega Alessandra Sciarra, ricercatrice INGV e primo autore del lavoro, “è stato favorito dalla dilatazione crostale legata all’attività sismica che ha permesso la risalita di geogas verso la superficie. Le concentrazioni anomale di gas hanno evidenziato un faglia sepolta in direzione est-ovest che collega 3 zone con assenza di vegetazione ed emanazioni gassose, note come macroseeps”.
È infatti noto in letteratura che i terremoti e la conseguente deformazione crostale possano alterare le proprietà idrauliche dei suoli, come porosità e permeabilità, favorendo la migrazione di fluidi lungo vie preferenziali a causa delle variazioni di pressione e temperatura.
“Lo studio della geochimica legata ai terremoti è complesso”, continua la ricercatrice dell’INGV. “Generalmente le misure geochimiche vengono effettuate solo dopo che un evento sismico si è verificato, precludendo così la possibilità di confrontare i dati pre e post evento. In questo lavoro, invece, le concentrazioni co-sismiche e post-sismiche sono state eccezionalmente confrontate con dati del 2008”.
La zona di studio, conosciuta con il nome di “Terre Calde di Medolla” è un’area agricola dove la presenza di elevate temperature dei suoli (fino a 48°C) ed emissioni naturali di metano è nota fin dal 1893. Nel 2008 era stato già condotto uno studio geochimico dei gas dei suoli proprio per caratterizzare la distribuzione e l’origine del metano. Dopo la sequenza sismica del 2012 si è ripetuto il monitoraggio per capire cosa era cambiato.
“L’analisi degli isotopi del metano e della CO2 sui macroseeps, per risalire all’origine dei gas, ha evidenziato due distinte sorgenti, una profonda e termogenica, l’altra superficiale (microbica) dovuta all’alterazione della materia organica, il cui diverso contributo è variato nel tempo”, prosegue Sciarra. “In particolare con il terremoto vi è stato uno scuotimento degli strati più superficiali (Plio-Pleitocenici), che ha accresciuto il fenomeno naturale di emanazione di metano già esistente nella zona di Medolla, incrementando la migrazione dagli strati più superficiali”.
Il monitoraggio geochimico a lungo termine ha permesso di identificare un trend nella distribuzione temporale delle specie gassose. Infatti, dopo una variazione iniziale della distribuzione dei gas nel suolo, legata all’attività sismica, le concentrazioni dei gas nel 2015 stanno lentamente tornando ai valori pre-terremoto, molto probabilmente per una parziale chiusura delle vie di migrazione dopo che la sovrapressione generata dal sisma si è ridotta.
“Da qui l’idea” conclude Sciarra “di avviare ulteriori indagini per correlare le misure geochimiche con indagini geoelettriche, per definire la geometria della faglia sepolta, e tecniche atte a misurare le deformazioni della superficie terrestre. I risultati ottenuti, potrebbero incoraggiare la ricerca sulla geochimica dei gas nel suolo sulle aree sismicamente attive, evidenziando inoltre l’importanza di avere un set di dati prima, durante e dopo i terremoti.

Trasporto pubblico locale. Calvano (Pd): “Importanti novità per i pendolari”

Da Partito Democratico Emilia Romagna

“Risparmi per i pendolari grazie all’integrazione tariffaria treno-bus e nuovi servizi a vantaggio degli utenti. Con gli accordi firmati oggi a Bologna da Governo, Regione, Istituzioni locali e soggetti gestori di reti e servizi in Emilia-Romagna, sono confermati alcuni impegni che ci eravamo presi per migliorare il benessere di chi sceglie i mezzi pubblici per gli spostamenti quotidiani” riporta con soddisfazione il Consigliere regionale Pd Paolo Calvano.

“Da settembre 2018, infatti, chi ha l’abbonamento del treno viaggerà gratis sui bus della città capoluogo in cui arriva. Per ognuno, il risparmio previsto è di 180 euro. Sarà inoltre migliorato il servizio a bordo dei mezzi per acquistare il biglietto direttamente via internet, smartphone o con carta di credito e bancomat contactless” sintetizza il consigliere.

“Le intese siglate confermano inoltre, a livello regionale, l’acquisto di 75 nuovi treni e 600 bus. Ne beneficerà anche il territorio Ferrarese. La nostra provincia potrebbe avere anche ricadute positive derivanti dal passaggio della gestione delle linee FER a RFI, che comporterebbe specifici interventi di riqualificazione lungo alcune tratte quali la Suzzara-Ferrara, la Ferrara-Codigoro e la Bologna-Portomaggiore. Sono – conclude Calvano – premesse necessarie per garantire quel miglioramento dei servizi di trasporto pubblico locale che ci impegniamo a realizzare dalle istituzioni locali e da quelle regionali”.

Anche Ferrara al tavolo nazionale contro il dissesto idrogeologico

Da Simona Campana

Anche Ferrara sarà rappresentata al tavolo degli esperti convocati a Roma il prossimo 13 Dicembre
sui temi del dissesto idrogeologico.
Ad essere convocata direttamente dalla struttura di missione #italiasicura della Presidenza del
Consiglio dei Ministri è la Dott.ssa Geol. Silvia Paparella, Project Manager di RemTech Expo,
manifestazione di FerraraFiere ed espressione di una community internazionale in materia di
protezione del territorio dai rischi naturali e ambientali.
Il tavolo dei lavori “Progettare l’Italiasicura” vedrà la presenza di 120 esperti nazionali in materia di
idrogeologia, rischi e dissesto, e di 12 tavoli tematici che lavoreranno fianco a fianco sulla base della
prima guida nazionale condivisa contro il dissesto idrogeologico.
L’obiettivo è quello di riunire i mondi della pubblica Amministrazione, delle imprese, delle professioni,
della società civile, dell’accademia e della politica, per un confronto su dodici argomenti focali,
corrispondenti alle schede tematiche costituenti le Linee guida di Italiasicura, che saranno discussi in
altrettanti tavoli formati da esperti di settore, in grado di portare il proprio peculiare punto
d’osservazione.
La finalità è giungere all’elaborazione di un documento programmatico, da cui emergano tanto le
conclusioni condivise, quanto gli ulteriori contributi alle soluzioni delle problematiche emerse, base
sulla quale definire la direzione che la Comunità per il contrasto al dissesto idrogeologico intende
seguire in questo percorso condiviso.
Fin dalla sua istituzione, questa Struttura di missione ha ritenuto infatti che la creazione di una
comunità costruttivamente dialogante sulle tematiche del contrasto al dissesto idrogeologico
costituisse un valore in sé ed un obiettivo primario da perseguire, quale base di partenza per realizzare
quel significativo miglioramento delle condizioni di sicurezza del territorio nazionale che Italiasicura
riconosce come propria mission.
Già da alcuni anni, la struttura di missione e RemTech Expo sono partner per quanto attiene i temi di
del dissesto che ogni anno vengono sviluppati e ampiamente dibattuti in occasione della Conferenza
Nazionale contro il dissesto idrogeologico e della Smart River International Conference a Settembre a
Ferrara.
La convocazione al tavolo è per RemTech Expo – XII Edizione (19-21 settembre 2018) – e la sua
community, un riconoscimento importante ma anche della conferma del ruolo chiave, e sempre più
qualificato, che l’evento ferrarese ha raggiunto nei segmenti di riferimento, risultato di un’intensa
attività di networking, condivisione e ricerca.

Concerto per un Natale corale: concerto natalizio del Coro ER.GO Studenti e Alunni dell’Istruzione Superiore di Ferrara

Da Ufficio Stampa Pomilio

Venerdì 15 dicembre 2017 alle 20.45, nella sede del Teatro della Parrocchia di Santa Francesca Romana (via XX Settembre 47-Ferrara) avrà luogo il concerto natalizio del Coro ER.GO Studenti e Alumni dell’Istruzione Superiore di Ferrara.

La formazione corale composta da oltre venti studenti iscritti all’ateneo estense, provenienti da diverse città italiane e del mondo, insieme ad alcuni docenti, dipendenti Ergo ed ex universitari, proporrà un repertorio di canzoni della tradizione natalizia e brani moderni interpretati da alcuni giovani solisti.

Questi in dettaglio i protagonisti del coro Er.Go di Ferrara: direttrice Margherita Savio, al pianoforte Giulia Conversano; soprani Teresa Gerardi, Daniela De Bettio, Corinne Scalambra, Lois Quartey, Maria Lucia Bursi, Ornella Cristofori, Valeria Legato; contralti Valentina Mondini, Federica Del Mese, Federica Bucchicchio, Yvette Balanga Laboro, Asia Maestrelli, Valeria Ohene Addo, Teresa Cavalletti, Licia Baiesi, Claudia Cincotti, Chiara Bendin ; tenori Nestor Edoh, Eligio Motolese, Alessandro Zan, Gioacchino Leonardi, Luca Marzola; baritoni – bassi Philippe Komi Isac Atile, Paolo Lascari, Riccardo Gavioli. Insieme alla corale si esibiranno i solisti del Festival dei Talenti ER.GO Ferrara 2018 Teresa Gerardi, Daniela De Bettio, Philippe Komi Isac Atile, Federica del Mese, Federica Bucchicchio, Valentina Mondini, Paolo Lascari, Yvette Balanga Laboro, Asia Maestrelli, Margherita Savio.

“Non è certo il solito concerto di Natale – affermano gli organizzatori – perché un coro multiculturale produce suoni e armonie migliori…”. L’ingresso al concerto è libero.

La collezione Cavallini Sgarbi da Niccolò dell’Arca a Gaetano Previati. Tesori d’arte per Ferrara

Da Elisabetta Sgarbi

Sabato 3 febbraio apre al pubblico nel Castello Estense di Ferrara la mostra “La collezione Cavallini Sgarbi. Da Niccolò dell’Arca a Gaetano Previati. Tesori d’arte per Ferrara.”
L’esposizione è dedicata alla Collezione Cavallini Sgarbi, 130 opere tra dipinti e sculture, dall’inizio del Quattrocento alla metà del Novecento, raccolte in circa quaranta anni di collezionismo appassionato da Vittorio Sgarbi con la madre Caterina “Rina” Cavallini e con la presenza silenziosa di Giuseppe Sgarbi, e provenienti dalla Fondazione Cavallini Sgarbi.

Elisabetta Sgarbi, per il tramite della propria Fondazione, ha voluto che questa mostra raccontasse, nel luogo più rappresentativo della città di Ferrara, non solo la storia di una straordinaria impresa culturale, ma anche quella di una famiglia ferrarese che all’arte ha dedicato tutte le proprie energie.

La Collezione Cavallini Sgarbi. Da Niccolò dell’Arca a Gaetano Previati. Tesori d’arte per Ferrara è una mostra ideata e promossa dalla Fondazione Elisabetta Sgarbi – da tempo impegnata nella valorizzazione e nella promozione della cultura e dell’arte –in collaborazione con la Fondazione Cavallini Sgarbi, con il Comune di Ferrara e sotto il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e della Regione Emilia-Romagna.

Dopo aver acquisito, a partire dal 1976, 2800 titoli delle 3500 fonti, trattati, guide e storie locali, databili dal 1503 al 1898, elencati da Julius von Schlosser nella sua Letteratura artistica, cuore di una biblioteca con oltre 200.000 volumi, Vittorio Sgarbi capisce “che collezionare quadri e sculture poteva essere più divertente che possedere il libro più raro”. Quest’illuminazione scaturisce dall’incontro con Mario Lanfranchi, collezionista e maestro perfetto, il primo dei tanti da lui incontrati dopo aver abbandonato il dogma universitario che lo aveva indotto a “guardare le opere d’arte come beni spiritualmente universali, ma materialmente indisponibili”.

Così, dal 1984, incrociando il San Domenico di Niccolò dell’Arca, Sgarbi decide che non avrebbe “più acquistato ciò che era possibile trovare, di cui si poteva presumere l’esistenza, ma soltanto ciò di cui non si conosceva l’esistenza, per sua natura introvabile, anzi incercabile”. Come lui stesso afferma “la caccia ai quadri non ha regole, non ha obiettivi, non ha approdi, è imprevedibile. Non si trova quello che si cerca, si cerca quello che si trova. Talvolta molto oltre il desiderio e le aspettative”. Da collezionismo “rapsodico, originale, che ambisce a rapporti esclusivi con le opere come persone viventi”, è sorta, incontro dopo incontro, una vera e propria sintesi dell’arte italiana, tra pittura e scultura, dal XV secolo ai giorni nostri, che riflette la cultura ampia e multiforme del collezionista.

Dunque 130 opere della Collezione, tra dipinti e sculture, dall’inizio del Quattrocento al Novecento, popoleranno le stanze del Castello Estense
La mostra si apre con un capolavoro del Rinascimento italiano, il San Domenico in terracotta modellato nel 1474 da Niccolò dell’Arca e collocato in origine sopra la porta “della vestiaria” nel convento della chiesa di San Domenico a Bologna, dove tra il 1469 e il 1473 l’artista attese all’Arca del santo da cui deriva il suo pseudonimo. Immagine potente, intensa, di estremo vigore naturalistico, il busto rivela l’impareggiabile capacità del maestro pugliese di infondere la vita alle sue figure, così vere che paiono respirare. Il destino poi porterà Vittorio Sgarbi a incrociare un altro capolavoro di Niccolò dell’Arca, l’Aquila, modello per il San Giovanni evangelista della chiesa di San Giovanni in Monte, databile verso il 1478. Le due sculture di Niccolò apparvero in coincidenza con la scomparsa delle persone a lui più care: lo zio Bruno, nel 1984, la madre Rina, nel 2015. Nella sua caccia seguono i capitelli in marmo policromo di Domenico Gagini, scolpiti nel 1484 per la chiesa dei Santi Apostoli, le terrecotte di Matteo Civitali e Agostino de Fundulis, e una straordinaria raccolta di preziosi dipinti, perlopiù su tavola, eseguiti tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento: ai pittori nati o attivi a Ferrara – Antonio Cicognara, Giovanni Battista Benvenuti detto l’Ortolano, Nicolò Pisano, Benvenuto Tisi detto il Garofalo – si affiancano autori rari come Liberale da Verona, Jacopo da Valenza, Antonio da Crevalcore, Giovanni Agostino da Lodi, Nicola Filotesio detto Cola dell’Amatrice, Johannes Hispanus, Bernardino da Tossignano, Francesco Zaganelli, Bartolomeo di David, Lambert Sustris.
Il focus sulla “scuola ferrarese” prosegue agli inizi del XVII secolo con i dipinti, di documentata provenienza, di Sebastiano Filippi detto il Bastianino, Gaspare Venturini, Ippolito Scarsella detto lo Scarsellino, Camillo Ricci, Giuseppe Caletti e Carlo Bononi. Contestualmente si potranno ammirare riconosciuti capolavori della pittura italiana del Seicento, tra i quali conviene citare almeno la Cleopatra di Artemisia Gentileschi, la Maddalena assistita dagli angeli di Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone, il San Girolamo di Jusepe Ribera, la Vita umana di Guido Cagnacci e il Ritratto di Francesco Righetti di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino. Quest’ultimo dipinto – “rientrato a casa” nel 2004 dopo essere stato esposto per anni al Kimbell Art Museum di Fort Worth, in Texas – si pone al vertice di una straordinaria galleria di ritratti che compendia lo sviluppo del genere dall’inizio del Cinquecento alla fine dell’Ottocento, tra pittura e scultura, da Lorenzo Lotto a Francesco Hayez, con specialisti quali Bartolomeo Passerotti, Nicolas Régnier, Philippe de Champaigne, Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio, Enrico Merengo, Ferdinand Voet, Giovanni Antonio Cybei, Pietro Labruzzi, Lorenzo Bartolini, Raimondo Trentanove e Vincenzo Vela.
Altrettanto avvincente è il percorso tra dipinti “da stanza” di tema sacro, allegorico e mitologico del Sei e del Settecento: una selezione di sorprendente varietà, e di alta qualità, che riflette gli interessi sconfinati e la frenesia di ricerca del collezionista, con maestri della scuola veneta (Marcantonio Bassetti, Pietro Damini, Pietro Vecchia, Johann Carl Loth, Giovanni Antonio Fumiani), emiliana (Simone Cantarini, Matteo Loves, Marcantonio Franceschini, Ignaz Stern detto Ignazio Stella), lombarda (Paolo Pagani, Agostino Santagostino), romana (Giuseppe Cesari detto il Cavalier d’Arpino, Angelo Caroselli, Pseudo Caroselli, Giusto Fiammingo, Antonio Cavallucci), toscana (Giacinto Gimignani, Livio Mehus, Alessandro Rosi, Pietro Paolini, Giovanni Domenico Lombardi).
Tra le sculture, le delicate creazioni modellate da Giuseppe Mazza, Cesare Tiazzi, Petronio Tadolini e Giovanni Putti documentano la fortuna della plastica in terracotta a Bologna e in Emilia. Tra Ottocento e Novecento la mostra torna su Ferrara e sui suoi artisti: Gaetano Previati, Giovanni Boldini, Filippo de Pisis, Giuseppe Mentessi, Adolfo Magrini, Giovanni Battista Crema, Ugo Martelli, Augusto Tagliaferri, Carlo Parmeggiani, Arrigo Minerbi, Ulderico Fabbri, tutti presenti con testimonianze fondamentali e documentate.

Un omaggio alla città e alla sua storia attraverso i tesori d’arte custoditi nell’ultima grande collezione ferrarese.

Il catalogo della mostra è pubblicato da La nave di Teseo editore.

Allestimento a cura di ReallizzArte e Studio Volpatti

La mostra è realizzata e promossa dalla Fondazione Elisabetta Sgarbi, in collaborazione con la Fondazione Cavallini Sgarbi, con il Comune di Ferrara, con il Patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e della Regione Emilia-Romagna, con il supporto di Bonifiche Ferraresi, Fondazione Cariplo, Genera Group Holdings, CiaccioArte, Ascom.

Orari di apertura
Tutti i giorni dalle 9.30 alle 17.30
Chiusura posticipata alle 18.30 nelle seguenti date:
31 marzo; 1, 2, 25, 28, 29, 30 aprile; 1 maggio; 1, 2, 3 giugno.
La biglietteria chiude 45 minuti prima.

Biglietti
Intero € 12
Ridotto (dai 12 ai 18 anni, over 65) € 8
Scuole medie e superiori € 7
Bambini dai 6 ai 12 anni € 5
Gratuito sotto ai 6 anni
Family: per ogni adulto pagante, un minore ha l’ingresso gratuito
Possessori MyFE Card € 3

Tariffe e agevolazioni
www.castelloestense.it
Visite guidate
Adulti con diritto al biglietto ridotto € 4
Dai 6 ai 18 anni € 3

Prenotazioni visite guidate
tel. +39 0532 244949
diamanti@comune.fe.it

Informazioni
tel. +39 0532 299233
castelloestense@comune.fe.it

Mobilità. Regione, territori, parti sociali, utenti e società di gestione firmano il Patto per il trasporto pubblico regionale e locale: 2 miliardi di investimenti, 75 treni e 600 bus nuovi entro il 2020, 180 euro di risparmio l’anno per 36mila pendolari

Il Patto 2018-2020 siglato alla presenza del ministro Delrio: “La strada giusta per il diritto alla mobilità”. Il presidente Bonaccini: “E’ un’assunzione collettiva di responsabilità con obiettivi e tappe comuni per rafforzare il sistema dei trasporti pubblici e la cultura della mobilità sostenibile”. L’assessore Donini: “Un patto storico per la regione”. Riforma della Governance: fusione delle 9 agenzie provinciali dei gestori dei servizi pubblici autofilotranviari in 4 nuovi soggetti con le medesime funzioni (Modena e Reggio Emilia; Bologna e Ferrara; Parma e Piacenza; Romagna) e l’idea di aggregare in un’unica holding regionale le aziende di trasporto a maggioranza pubblica (Tper, Tep, Start Romagna e Seta)

Bologna – Una riforma condivisa e complessiva per rendere più efficace e di qualità il trasporto pubblico in Emilia-Romagna.

E’ il nuovo “Patto per il trasporto pubblico regionale e locale per il triennio 2018-2020” firmato oggi dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e dai rappresentanti degli enti pubblici, Città metropolitana di Bologna, società di gestione pubbliche e private e parti sociali, alla presenza del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, e dell’assessore regionale a Mobilità e trasporti, Raffaele Donini.

L’intesa odierna, siglata nella giornata nazionale degli Stati generali per il trasporto pubblico (nel pomeriggio, sempre a Bologna), prevede impegni e investimenti a carico di ogni firmatario, per arrivare a ridisegnare sia il settore ferroviario sia il trasporto dei bus urbani. Una realtà che interessa oltre 1 milione di passeggeri al giorno (850 mila su gomma e 150 mila su ferro) e 7.230 lavoratori in aziende che, insieme, hanno un fatturato annuo di 650 milioni euro.

“Il patto di Bologna è la strada giusta per il trasporto pubblico locale- afferma il ministro Delrio-. Le importanti risorse per il rinnovo dei mezzi, le nuove regole che mettono al centro la qualità del servizio, le iniziative messe in campo dal Governo e dalla Regione richiedono un lavoro attento di attuazione, molto più efficace con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, per realizzare pienamente il diritto alla mobilità. L’esperienza emiliano-romagnola può essere un esempio virtuoso in questo senso”.

“Abbiamo approvato un piano di investimenti da quasi 2 miliardi di euro- spiega il presidente Bonaccini- e abbiamo una riforma globale definita attraverso un percorso virtuoso di concertazione tra pubblico e privato, che garantisce il 27% del servizio. È un’assunzione collettiva di responsabilità attraverso la definizione di obiettivi e tappe comuni, per promuovere e rafforzare il sistema dei trasporti pubblici e la cultura della mobilità sostenibile”.

“È un patto storico per la regione- aggiunge l’assessore Donini- che permetterà un’ulteriore qualificazione del trasporto pubblico in Emilia-Romagna, in linea con quanto previsto dal Piano regionale per la qualità dell’aria (Pair 2020). Puntiamo ad aumentare del 10% i passeggeri del trasporto pubblico su gomma (oggi quasi 41 milioni all’anno) e del 20% il numero di chi viaggia in treno (oltre 283 milioni all’anno), offrendo un servizio di qualità”.

Accanto al rinnovo pressoché totale del materiale rotabile ferroviario entro il 2019 e di un ulteriore 20% dei mezzi sulle strade da qui al 2020 (75 nuovi treni e 600 autobus), il patto punta a realizzare l’integrazione tariffaria ferro-gomma (circa 36 mila pendolari del servizio ferroviario potranno viaggiare gratis in bus in 13 città), e poi la bigliettazione elettronica, oltre ad un nuovo progetto di riforma della governance sia su ferro sia su gomma che punta a rafforzare il servizio e a ridurne i costi. Sarà inoltre avviato un piano di investimenti per riqualificare le ferrovie regionali e sostenere il progetto di trasferimento allo Stato.

Le novità per i passeggeri: applicazioni web per acquistare i biglietti, ‘Mi muovo’ diventa un borsellino elettronico e risparmi per gli abbonati treno+bus

Promuovere l’uso delle tecnologie per aumentare l’uso integrato dei mezzi del trasporto pubblico. In particolare, il piano prevede che siano sviluppate applicazioni di “Infomobilità” per fornire a chi viaggia in tempo reale gli orari aggiornati di autobus e treni, e per consentire gli acquisti dei biglietti tramite cellulari (avvicinando il telefonino al validatore), su internet con Qr code oppure direttamente a bordo degli autobus con bancomat e carte di credito contactless.

Un’ulteriore novità riguarderà la carta “Mi muovo”, oggi tessera degli abbonati al trasporto pubblico. Dal settembre 2018 diventerà anche un borsellino elettronico per tutti i cittadini, per acquistare biglietti singoli di autobus e treni regionali.

Sempre da settembre 2018 tutti gli abbonati, mensili o annuali, al servizio ferroviario regionale non dovranno più pagareun doppio abbonamento ma potranno viaggiare gratuitamente sugli autobus di 13 città (i 9 capoluogo più Imola, Carpi e Faenza) se queste sono il punto di partenza o arrivo del proprio abbonamento ferroviario. Si tratta di un risparmio medio annuo di circa 180 euro per 36 mila abbonati, studenti e lavoratori pendolari.

Nuovi autobus e treni: oltre 1 miliardo per rinnovare treni e stazioni, 96 nuovi convogli, 600 nuovi bus ecologici

Per il nuovo materiale è previsto un investimento di risorse pubbliche pari a oltre 900 milioni di euro che, sommati alle risorse previste nel piano triennale di ammodernamento delle stazioni, superano 1 miliardo di euro.

Entreranno in servizio 96 nuovi convogli, di cui 75 entro il 2019, grazie ad un investimento complessivo di 750 milioni di euro.

Tra le novità, nel 2018 saranno potenziate le tratte ferroviarie Bologna-Ravenna (con riduzione dei tempi a 60 minuti) e Bologna-Rimini (44 minuti). Sarà completato anche il collegamento alta velocità tra Bologna e Venezia.

Entro il 2020 saranno rinnovati 600 nuovi autobus grazie ad un investimento di 160 milioni di euro, di cui 80 a carico del bilancio regionale. Saranno così sostituiti i mezzi più obsoleti della flotta: dopo i 191 nuovi bus (diesel euro 6) arrivati nel 2017, 70 (a metano, ibridi o elettrici) circoleranno nel 2018 e i restanti 339 entro il 2020.

Una nuova governance per i trasporti e 1 miliardo di investimenti in 10 anni per l’efficientamento tecnologico e la sicurezza dei treni. Un’unica azienda per il trasporto ferroviario, da 9 a 4 gestori per i bus urbani, verso un’holding regionale

Ferrovie. Dal gennaio 2019 si arriverà a un’azienda unica per il trasporto ferroviario dell’Emilia-Romagna, che riunirà i due gestori del servizio di trasporto su ferro, Trenitalia e Tper. Mentre per quanto riguarda la gestione delle infrastrutture, sempre oggi è stata firmata un’intesa tra Regione, Fer (attuale gestore regionale) e Rfi (gestore della rete nazionale) per avviare il percorso di trasferimento a Rfi della gestione di tutti i 1.400 chilometri di rete ferroviaria dell’Emilia-Romagna.

In prospettiva, l’obiettivo è quello di trasferire allo Stato l’intera rete ferroviaria, per adeguarla dal punto di vista tecnologico e innalzarne il livello di sicurezza attraverso un piano decennale di investimenti da oltre 1 miliardo di euro contenuti nel masterplan allegato all’intesa.

Il prossimo passaggio sarà nel 2018 la riclassificazione da parte del Governo, d’intesa con le Regioni, delle tratte regionali a ferrovie d’interesse nazionale (che qui potrebbe riguardare la Parma-Suzzara-Ferrara; la Bologna-Portomaggiore; la Casalecchio-Vignola; la Reggio Emilia-Sassuolo; la Reggio Emilia-Guastalla), per giungere nel 2019 al subentro da parte di Rfi nella gestione di tutte le linee regionali ed entro il 2020 al trasferimento allo Stato, con un risparmio da parte della Regione dei relativi costi.

Autobus. Per quanto riguarda il trasporto su gomma, il patto prevede di arrivare alla fusione delle 9 agenzie provinciali dei gestori dei servizi pubblici autofilotranviari in 4 nuovi soggetti con le medesime funzioni (Modena e Reggio Emilia; Bologna e Ferrara; Parma e Piacenza; Romagna), come previsto dalla legge regionale 30/98 e nel rispetto delle clausole sociali di salvaguardia dei livelli occupazionali del personale.

In discussione anche la proposta di aggregare in un’unica holding regionale le aziende di trasporto a maggioranza pubblica (Tper, Tep, Start Romagna e Seta) con l’obiettivo di creare un unico operatore con dimensioni patrimoniali, capacità tecniche e di investimenti e competenze che ne aumentino la competitività.

movimento5stelle

Interrogazione “Comando Polizia Municipale – Precarie condizioni di sicurezza”

Da Movimento Cinque Stelle Ferrara

PREMESSO

che tra i tanti danni e disagi creati dal terremoto del 2012 c’è stata anche l’inagibilità del Comando e degli
uffici operativi e amministrativi della Polizia Municipale di via Bologna 13/A che ha obbligato il Comune di
Ferrara a trovargli una sede provvisoria presso una struttura di proprietà della Regione Emilia-Romagna, in
via Bologna 534 nei pressi del Centro Operativo Ortofrutticolo;

CONSIDERATO

che dal trasferimento forzato ad oggi non sono state poste in essere quelle adeguate migliorie necessarie
per permettere agli agenti della Polizia Municipale di operare in sicurezza, tanto più che non sono stati
implementati nemmeno i sistemi di videosorveglianza;

APPURATO

che la situazione nel tempo è ulteriormente peggiorata e attualmente, da diversi mesi, il cancello di accesso
sul retro della struttura è permanentemente aperto, probabilmente a causa di un guasto, e la rete di
recinzione posta in prossimità è stata divelta per circa una decina di metri (come da foto allegate),
consentendo libero accesso a chiunque, giorno e notte, all’area esterna;

PER QUANTO SOPRA ESPRESSO

si interroga il Signor Sindaco e per esso l’Assessore delegato per sapere:

 se l’Amministrazione comunale è a conoscenza della precaria gestione manutentiva sopra descritta
e come intende agire per garantire al più presto la sicurezza degli agenti, dei mezzi e delle
attrezzature a loro disposizione oltre che della sede stessa del Comando, di per sé da considerarsi
come luogo sensibile;
 se vi siano già in programma altri lavori nella struttura per migliorarne le condizioni di sicurezza;

Amianto: bisogna insistere a bonificarlo per la salute di tutti, i fondi ci sono, CNA aiuta ad accedervi

L’utilizzo massiccio dell’amianto, conosciuto anche come Eternit, avvenuto in Italia soprattutto tra gli anni ’50 e la fine degli anni ’70, ha avuto forti ripercussioni sociali per via dei danni alla salute alle persone. Malgrado sia stato messo al bando nel 1992 (con la legge 257), studi scientifici ed epidemiologici sostengono che continueremo ad assistere ad un forte incremento delle malattie correlate alla fibra killer. Motivo per cui la bonifica del territorio da questo materiale deve essere una priorità per tutti.
Da anni l’INAIL mette a disposizione delle imprese dei fondi accessibili attraverso bandi annuali.
“Dobbiamo spronare gli imprenditori che hanno ancora quantitativi di amianto nei loro fabbricati a mettere in sicurezza ambientale e sanitaria i loro immobili produttivi, perché le opportunità per finanziare le ingenti spese di bonifica ci sono ed è un peccato non usufruirne” dice Maria Emma Bolognesi, Responsabile dei Servizi di CNA Ferrara, che aggiunge “CNA Ferrara si mette a disposizione dei propri Soci, in collaborazione con la società Elle Emme, per presentare le domande di contributo e realizzare le opere. Negli anni passati l’INAIL ha offerto un contributo del 65% per un massimo di 130.000,00 euro, a fondo perduto, per lo smaltimento dell’amianto e le domande presentate da CNA/Elle Emme sono state accolte al 100% per cui le imprese che abbiamo seguito sono state molto soddisfatte”. Parliamo ad esempio di MPM di Montanari Ido, carpenteria di Filo di Argenta, Cappelli Ricami, ricamificio di Bondeno, Battelli Snc, carpenteria di Santa Bianca di Bondeno; Carrozzeria Eridano, carrozzeria per autoveicoli e grandi mezzi con sede a Cassana; hanno tutte ricevuto un importante contributo finalizzato ad interventi di messa in sicurezza dall’amianto.
Ricordiamo che le attività di bonifica che rientrano nel contributo di solito sono:
rimozione di intonaci in amianto applicati a cazzuola o coibentazioni contenenti amianto applicate a spruzzo da componenti edilizie;
rimozione di MCA da mezzi di trasporto;
rimozione di MCA da impianti e attrezzature (cordami, coibentazioni, isolamenti di condotte di vapore, condotte di fumi ecc.);
rimozione di piastrelle e pavimentazioni in vinile amianto compresi eventuali stucchi e mastici contenenti amianto;
rimozione di coperture in MCA;
rimozione di cassoni, canne fumarie, comignoli, pareti, condutture o manufatti in genere costituiti da cemento amianto.
La Regione Emilia-Romagna ha inoltre stanziato per l’anno in corso 19.170.498,00 euro per gli incentivi alle imprese per la realizzazione di interventi in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Di questi una parte importante a favore degli interventi sull’amianto.
Nel 2018 CNA Ferrara prevede che verrà ancora pubblicato il Bando INAIL e invita le imprese interessate a contattare da subito il referente Fabio Burini tel. 0532 749211 email fburini@cnafe.it per avviare la fase di analisi preventiva che consente di verificare tutte le condizioni di accesso e il vantaggio a procedere. In questo modo si contribuisce all’“eliminazione dell’amianto” dal nostro territorio, che è un’importante azione a favore di tutta la comunità.

“Giorgio Bassani professore “fuori le mura” il nuovo volume di Rocco della Corte verrà presentato martedì 12 dicembre presso la sala Conferenze di Casa Ariosto

Da Fondazione Giorgio Bassani

Martedì 12 dicembre 2017, presso la sala Conferenze di Casa Ariosto, via Ariosto 67, alle ore 16,00 Rocco della Corte presenta il suo nuovissimo volume “Giorgio Bassani professore “fuori le mura”, Aracne editore, agosto 2017. Ne parleranno con l’autore Paola Bassani, presidente della Fondazione Giorgio Bassani e Silvana Onofri, presidente dell’Associazione Culturale Nereo Alfieri, letture dell’attrice Gioia Galeotti Rizzo. Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.

Scheda
Giorgio Bassani fu in primis docente. La sua carriera di insegnante, iniziata nella Scuola di via Vignatagliata a Ferrara, proseguì all’Istituto nautico di Napoli e poi alla Scuola d’Arte “Juana Romani” di Velletri.
In un convegno sulla diffusione del libro nel 1955, tenutosi a Ferrara, l’autore dei Finzi–Contini ripercorse l’ esperienza veliterna:
“Come professore vorrei segnalare questa mia esperienza. Ho fatto il professore per tre anni di seguito, con grave mio disagio perché mi obbligava ad alzarmi in ore antelucane, viaggiare in autobus, ecc. e poi insegnare in aule senza riscaldamento. Ho fatto quindi il professore nella scuola d’ arte di Velletri.
Non vi illuda la parola “scuola d’arte”. In realtà non si insegna l’arte. Sono ragazzini che sembrano usciti dalle caverne, non parlano assolutamente l’italiano, parlano un dialetto che è romanesco che sente già l’influenza del sud, un dialetto barbarissimo, composto di pochissime parole e lontanissimo dalla lingua nazionale.
Ora io dovevo spiegare – scuola d’arte significa d’arte e mestiere; si avviano questi poveri ragazzi, loro dicono, a diventare operai specializzati – io dovevo dunque spiegare la traduzione dell’Odissea del Pindemonte. Ora la traduzione dell’Odissea del Pindemonte è forse il testo poetico più difficile della letteratura italiana, difficile come lingua: Nessuna parola di quel testo, o pochissime, corrispondono all’italiano parlato correntemente. C’è una deformazione così manieristica, neoclassica, imposta a tutte le frasi: Ad esempio “ Comangue che lubrico si convolve…” ora questo è un verso di Pindemonte che io dovevo spiegare a dei ragazzini che non sanno nemmeno che tavolo in italiano è il tavolo. … E’ una cosa terribile.
Ora, questi ragazzini venivano avviati alla scuola come dei poveri porcellini, così, sporchi, laceri, senza una penna, senza una gomma, senza un libro, senza un abbecedario. Non avevano nemmeno assolutamente la possibilità di comperare questi libri. La scuola, lo Stato provvedeva però e li riforniva di un abbecedario, di un sussidiario, di una enciclopedia che stava in un armadietto di fianco alla cattedra. Non so nemmeno se fosse una cattedra: era uno sgabello dove io stavo, naturalmente con il paletot.”
Dalle dure parole di Bassani, basate su solide radici di un ragionamento di prospettiva nazionale che invoca attenzione per questioni non più procrastinabili relative alla Scuola pubblica, nasce un percorso di documenti e autografi con retrospettive letterarie volte a inquadrare il personaggio in un periodo cruciale per la sua formazione intellettuale.

N.B. Alla ore 18.00 chi lo desidera potrà spostarsi nella vicina Caffetteria “Lo Spallino”, all’angolo tra Via Ariosto e Corso Biagio Rossetti 51, per festeggiare Rocco della Corte con un aperitivo e snack dolce e salato (contributo di Euro 5 al gestore che mette a disposizione gli spazi).
INFO: arche.ferrara@gmail.com; cell. 3400773526

W i Compiti! L’incubo di ragazzi e genitori può diventare un momento positivo e di vero apprendimento, se si conosce il metodo corretto

Da Anna Baldo

Martedì 12 dicembre, alle ore 20.30 “Casa di Stella dell’Assassino” a Ferrara, si presenta il nuovo libro, dopo il successo di “W LA DISLESSIA!”. Nel pomeriggio, inaugurazione della sede ferrarese di “W la dislessia”, centro specializzato sui disturbi dell’apprendimento.

Dopo “W la dislessia!” arriva “W i compiti!”, il secondo libro degli esperti in problematiche di apprendimento Alessandro Rocco, Paola Saba e Valentina Conte. L’appuntamento è a Ferrara, alla Casa di Stella dell’Assassino in via Cammello 15, martedì 12 dicembre 2017 a partire dalle 20.30, con ingresso libero. Sarà un momento di dialogo con i genitori, per confrontarsi su un momento davvero cruciale della giornata, che per molte famiglie diventa letteralmente un incubo: il ritorno da scuola e i compiti per casa che diventano spesso un terreno di scontro e litigi quotidiani.

Nel pomeriggio, a partire dalle ore 18, si inaugura inoltre la nuova sede ferrarese di “W la dislessia”, un centro specializzato sui disturbi dell’apprendimento. Una problematica che in Italia interessa 190.000 ragazzi in età scolare, e le loro famiglie, e di cui Alessandro Rocco, Paola Saba e Valentina Conte si occupano da oltre 10 anni. La loro proposta parte da un approccio basato sul potenziamento delle capacità dei ragazzi, e sull’identificazione di metodi di studio efficaci e personalizzati. Nella sede di Vicenza gli esperti hanno seguito, negli anni, più di 5000 persone da tutta Italia (tra genitori e figli), accompagnandole verso l’autonomia e una carriera scolastica di successo. Ora, per favorire quanti provengono dalle zone dell’Emilia e del Centro Italia, aprono una nuova sede a Ferrara, in via Filippo de Pisis 35, dove invitano per un aperitivo e per conoscere questa realtà che può rappresentare la soluzione per molte famiglie che stanno affrontando difficoltà scolastiche.

La sera, dalle 20.30 si presenta “W i compiti”, il libro che insegna il metodo per ritrovare un rapporto sereno con i ragazzi, rendendo i compiti un momento meno pesante, di vero apprendimento, rompendo lo stereotipo che i compiti siano solo qualcosa di negativo e indesiderabile. Al contrario, il metodo insegna a far sì che i ragazzi ottengano buoni risultati dalla scuola, mantenendo un alto livello di autostima e di benessere personale.
Anche stavolta, i destinatari del libro sono i genitori, chiamati a mettersi in gioco per primi, e a rompere la catena di reazioni abituali che porta a infruttuosi litigi, trovando nuovi atteggiamenti e a modificare le dinamiche con i figli, e l’intero esito della loro vicenda scolastica.

«In Italia c’è la corsa a chi toglie responsabilità ai ragazzi, esistono movimenti che dedicano molta attenzione all’abolizione dei compiti, ma non può funzionare così – sottolinea Alessandro Rocco. Bisogna invece lavorare sugli strumenti da dare ai ragazzi perché possano fare del loro meglio. Un cambiamento deve essere strutturale interessando l’intero mondo scolastico, ma prima di tutto bisogna partire dalle basi, ovvero dall’ambiente domestico. È lì che i ragazzi si potenziano, conoscono e accrescono le loro abilità e l’autostima, fondamentale proprio quando si affrontano le difficoltà. Se vogliamo crescere una generazione di ragazzi responsabili, non possiamo pensare di render loro la vita facile, eliminando i problemi.»

Gli esperti di “W la dislessia” e i genitori si incontrano anche attraverso il gruppo Facebook dedicato, dove i genitori riversano spesso le loro esperienze, le loro ansie e qualche volta i loro lamenti.
«Il denominatore comune di questi sfoghi – afferma Paola Saba – è che sono i genitori ad essere in agitazione, e questa nasce dalla loro insicurezza sulle reali capacità dei figli. E se facessero da soli? È una domanda che genera ansia in moltissimi casi. Il libro offre molti spunti in questo senso, ma, perché tutto funzioni davvero, i genitori dovranno “fare i compiti” e gli esercizi che suggeriamo in questo percorso verso l’autonomia dei ragazzi.»

«Il nostro messaggio – conclude Valentina Conte – è una chiamata ai genitori. Ripetiamo sempre che dipende proprio da loro, dalla loro voglia di impegnarsi a cambiare davvero. È un lavoro molto impegnativo, se si vogliono risultati stabili, ma altrettanto di soddisfazione perché una volta trovato un nuovo equilibrio in famiglia, si scoprirà che il cambiamento di uno permette anche alle altre persone di crescere. Non resta che accettare la sfida.»

INFO
www.wladislessia.com

Hera, lavori sulla rete idrica: disservizi in diverse località

Dalle ore 21.30 di mercoledì 13 alle ore 6 di giovedì 14 dicembre, verranno effettuati lavori di riparazione a una importante condotta idrica nel comune di Bentivoglio (BO).
A seguito di questi lavori si possono verificare cali di pressione nei seguenti territori:
• Poggio Renatico
• Località San Martino
• Località Montalbano
• Località San Bartolomeo in Bosco
Al ripristino del servizio l’acqua potrà presentare fenomeni di torbidità che non sono dannosi per la salute.
Hera si scusa per il disagio.
Per informazioni è possibile contattare il Pronto Intervento 800.713900, attivo tutti i giorni, 24 ore su 24

Martedì 12 dicembre prosegue la stagione di Ferrara Musica con la camerata Salzburg, direttore e solista il celebre violinista Pinchas Zukerman

Da Ferrara Musica

In programma musiche di Beethoven, Mozart, Haydn

Martedì 12 dicembre – ore 20.30 – Ferrara Musica prosegue la stagione 2017/2018 con l’orchestra Camerata Salzburg, direttore e solista Pinchas Zukerman, celebre violinista che torna a Ferrara dopo molti anni di assenza.
Talento raro, virtuosismo pulito, stile elegante e tecnica infallibile rendono Zukerman, 69 anni, nato a Tel Aviv, e scoperto da Isaac Stern, uno dei violinisti più meritatamente amati e apprezzati dei giorni nostri: nel corso di una lunga carriera ha ottenuto non solo il consenso del pubblico (con 21 candidature e le due vittorie ai Grammy Awards), ma anche della critica, lavorando con i maggiori direttore musicali internazionali da Leonard Bernstein a Lorin Maazel a Zubin Mehta a Wolfgang Sawallisch.
La Camerata Salzburg è già nota al pubblico ferrarese, essendo stata ospite di Ferrara Musica due anni fa. Fondata a Salisburgo, città natale di Mozart, nel 1952, protagonista assoluta del Festival di Salisburgo, vanta oltre 60 incisioni realizzate con i più celebrati e talentuosi artisti della scena contemporanea, da Anne-Sophie Mutter ad Alexander Lonquich da Andras Schiff a Dietrich Fischer-Dieskau.
La Romanza in sol maggiore op. 40 di Beethoven apre il programma con una specie di preghiera pacifica, riverente e gentile. Databile all’incirca al 1802, questo brano si caratterizza per la musica piana, serena, senza voli straordinari, concentrata nella melodia del solista accompagnata sobriamente dall’ orchestra (formata da un flauto, due oboi, due fagotti, due corni e gli archi).
Si prosegue con il Concerto n. 5 K. 219 per violino e orchestra, scritto da Mozart a 19 anni. Composizione elegante, audace e di ampie dimensioni, è celebre per il rondò finale “alla turca”. Questo Concerto è il quinto, e forse il maggiore, dei cinque concerti per lo stesso strumento attribuibili con certezza al compositore. È certamente il più eseguito dei concerti per violino mozartiani e in esso lo strumento solista è trattato con maestria (Mozart era tra le altre cose un valente violinista).
In conclusione sarà eseguita la Sinfonia n. 83 di Haydn, una delle sei sinfonie “Parigine” composte su commissione della Loggia Massonica Olimpica di Parigi. A dispetto del titolo – “La Poule”, la Gallina, dal secondo tema del primo movimento che richiama proprio l’andamento e il razzolare della chioccia – è una pagina fra le più impegnative e ricche di contrasti del compositore austriaco. Scritta nel 1785, si sviluppa in quattro movimenti (Allegro, Andante, Minuetto e Trio, Finale: Vivace).
Info: www.ferraramusica.it, tel. 0532-202675; biglietteria@ferraramusica.it

Mark De Clive Lowe a Ferrara per Reverb

Da Reverb

Mark de Clive-Lowe suonerà a Ferrara venerdì 15 dicembre, grazie alla collaborazione avviata tra Reverb e Jazz Club. Un’occasione da non perdere per tutti i fan del compositore e polistrumentista di origine neozelandese, che arriverà nel capoluogo estense direttamente dalla California, dove vive e lavora da lunghi anni.
Artista affermato a livello globale, musicista prolifico e in costante evoluzione, de Clive-Lowe ha contribuito a oltre 300 pubblicazioni, oltre ad essere stato invitato nei più prestigiosi festival internazionali: dal Montreal Jazz al North Sea Jazz, dall’Uberjazz al Tokio Crossover. La sua importante carriera discografica è intensa e variegata, come lo stile che contraddistingue i suoi concerti: un mondo sonoro capace di mescolare in modo imprevedibile break beat, house, hip hop, soul e ovviamente jazz, con la musica elettronica. Negli anni infatti ha saputo combinare al talento per il pianoforte – il suo primo strumento, studiato ad Auckland – la curiosità e la passione per il jazz, i viaggi e le contaminazioni, passione che l’ha portato a Londra a inseguire l’hip hop di Native Tongues e la Jungle UK e infine a Los Angeles.
Ad accompagnarlo sul palco del Torrione ci sarà una ritmica di eccellenza, composta da due tra i più apprezzati jazzisti della scena nazionale: il batterista Tommaso Cappellato e Andrea Lombardini, al basso.

Il live di Mark de Clive-Lowe comincerà alle 22, dalle 23.30 a chiusura condurrà le danze dj Hendrix, noto per l’eclettismo delle sue influenze e delle sue proposte. Hendrix considera la dance un modo per raccontare storie: i suoi set assomigliano a un’improbabile jam session dove suonano assieme chitarristi rock, produttori di musica elettronica, bassisti sopravvissuti al Paradise Garage e sciamani indiani.

La data è organizzata da Reverb – associazione impegnata nella promozione dell’elettronica italiana e più in generale della sperimentazione musicale – in collaborazione con il Jazz Club Ferrara, premiato negli scorsi anni più volte come il migliore jazz club d’Italia, che ospiterà l’evento all’interno della propria meravigliosa location: un’antica fortificazione rinascimentale, il Torrione di San Giovanni, illuminata per una sera dalle proiezioni che accompagneranno l’esibizione.

La collaborazione tra le queste due realtà è cominciata lo scorso inverno, quando Reverb e Jazz Club decisero di unire le forze e portare a Ferrara il live set di Tommaso Cappellato, accompagnato dal dj set dei Nu Guinea e di Khalab, nome d’arte di Costantino Raffaele, conosciuto al grande pubblico soprattutto per essere l’ideatore e il conduttore su Radio Due del programma Musical Box.

Il concerto è andato sold out, un esperimento positivo non solo in termini di pubblico ma soprattutto in termini di trasversalità della partecipazione. Per questo Costantino stesso ha voluto essere coinvolto più attivamente in questo particolare progetto e contribuire con la propria esperienza alla direzione artistica delle date successive.

L’ingresso alla serata costa 10 euro per i soci Endas. I non soci potranno usufruire di una promozione speciale: con 15 euro potranno avere sia il biglietto che la tessera valida per tutta la programmazione 2017/2018. Chi volesse prenotare la propria partecipazione potrà farlo scrivendo all’indirizzo info@reverbfestival.it e presentandosi entro le 21 all’ingresso – il Jazz Club si trova in corso Porta Mare 112. La biglietteria aprirà alle 19.30, buffet e dj set al piano terra dalle 20.

Comunicato stampa T-per riguardo la deviazione della linea 11

Si avvisa l’utenza che da lunedì 18 dicembre 2017, a seguito della chiusura dell’Ospedale san Giorgio “Casa del Pellegrino” la linea urbana 11 subirà una modifica di percorso:

– soppressione tratta da via Bologna incrocio via Veneziani fino all’Ospedale san Giorgio;

– le corse precedentemente dirette e in partenza dall’Ospedale San Giorgio effettueranno capolinea alla fermata di
via Bologna “ex dazio”;

– la corsa delle ore 7.00 di Santa Maria Maddalena per Chiesuol del Fosso non effettuerà più la deviazione per via
Veneziani – Ado

– tutte le restanti corse da e per Chiesuol del Fosso rimango no invariate.

Ricostruzione post sisma. Riapre la chiesa di San Giovanni Battista a Palata Pepoli di Crevalcore, luogo di culto e monumento artistico

Oggi pomeriggio la cerimonia religiosa per la riapertura dell’edificio religioso gravemente danneggiato dal sisma del 2012. Dalla Regione Emilia-Romagna 700 mila euro, su un costo complessivo di 904 mila euro. L’assessore Costi: “Siamo orgogliosi di aver contribuito a restituire un simbolo così importante per la comunità”

Bologna – Riapre il luogo di culto e viene restituito alla comunità un importante bene storico artistico. Sarà inaugurato, oggi pomeriggio, in località Palata Pepoli di Crevalcore, nel bolognese, il complesso parrocchiale di S. Giovanni Battista, lesionato dal sisma del 20 e 29 maggio 2012. Dopo cinque anni e importanti lavori di consolidamento e restauro, la chiesa sarà riaperta definitivamente al culto, con la celebrazione di una solenne messa di ringraziamento. Alla cerimonia sarà presente anche l’assessore regionale alle Attività produttive con delega alla ricostruzione post sisma, Palma Costi.
Il complesso immobiliare oggetto di intervento, è composto dalla chiesa, dalla canonica e dal campanile. L’intervento di riparazione, per un costo complessivo di quasi 904 mila euro, è stato finanziato, attraverso il Programma delle opere pubbliche e dei beni culturali, dal presidente della Regione e Commissario delegato alla ricostruzione, Stefano Bonaccini, con un contributo di 708 mila euro a cui si è aggiunto un co-finanziamento assicurativo di oltre 195 mila euro. A oggi è stata richiesta dalla Arcidiocesi di Bologna la liquidazione del primo, secondo e terzo acconto pari a quasi 558 mila euro.

“Siamo orgogliosi di aver contribuito a ridare ai cittadini un luogo simbolo della loro comunità- commenta l’assessore Costi- e di vedere rinascere i centri storici, a partire proprio dalle loro chiese. Questa di oggi è una inaugurazione importante testimonianza anche del buon lavoro di squadra di tecnici, amministratori e istituzioni religiose. Collaborare tutti insieme con un obiettivo condiviso permette di raggiungere ottimi risultati nei tempi giusti”.

La chiesa parrocchiale di Palata Pepoli è costituita da una navata centrale con copertura a capriate in legno e soffitto a volte a botte con mattoni in foglio, due cappelle laterali con volta a botte, un presbiterio con volta a vela, un ripostiglio ed un doppio volume. Fino al 2012 vi erano custoditi un insieme di dipinti rappresentativo della scuola pittorica bolognese dal XVI al XVIII secolo. Le opere esposte erano di Francesco Gessi, Alessandro Tiarini, Giovan Battista Ramenghi, Ercole Graziani e Bartolomeo Passerotti. Dopo il terremoto di maggio 2012 l’archivio storico e le opere d’arte sono state prese in custodia dalla Soprintendenza ai Beni artistici. Sulla parete est della Chiesa è addossata la canonica, edificio a due piani fuori terra ed uno interrato. Il campanile, collocato vicino alla parete ovest della Chiesa, ha struttura portante in muratura ed è a pianta quadrata.

Anna Quarzi terrà la conferenza su istituzioni e giornali della Ferrara fascista

Da Istituto storia Contemporanea

Istituzioni e giornali della Ferrara fascista
Si terrà lunedì la conferenza di Anna Quarzi all’Istituto di Storia Contemporanea

Per il ciclo “Ferrara tra le due guerre: storie e racconti”, organizzato dal Museo del Risorgimento e della Resistenza, dall’Istituto Gramsci e dall’Istituto di Storia Contemporanea, sarà la direttrice Anna Quarzi a tenere la conferenza La cultura a Ferrara: le sue istituzioni e i giornali. L’incontro avrà luogo lunedì 11, alle 21, nella sede dell’Istituto stesso, in vicolo Santo Spirito 11, anziché al Museo del Risorgimento e della Resistenza che quel giorno sarà chiuso per lavori.
«Le istituzioni fasciste impostavano capillarmente la vita dei cittadini – argomenta la Quarzi – e diversamente a chi abitava la campagna fuori le mura. Della stampa locale, invece, si distinguevano il Corriere Padano, diretto da Nello Quilici, con la Terza Pagina che radunò i migliori intellettuali della città e oltre, nonché la rivista di economia Nuovi Problemi. Entrambe le testate divennero punti di riferimento, talvolta voci autorevoli e scomode fuori dal coro, che dimostrarono aperture anomale rispetto alle restrizioni del Regime».

La magnolia innamorata

di Maria Luigia Giusto

Imponente, sfavillante, sempreverde, con la chioma al vento, profumata di fresca vaniglia e limone in primavera, vestita con una cascata di candidi petali carnosi, più alta di tutte che guardandola dal basso sembra non finire mai, fino al cielo. La magnolia è intricata, gioca a tessere reti di rami. I suoi frutti sono di grani carmini, sembrano melograni allungati dirompenti. I passeri l’amano, è il loro condominio: i rami più protesi verso l’aria sono rifugio perfetto per scappatelle primaverili, quelli interni e frondosi caldi nidi protetti dal freddo e dai pericoli. Nelle sere d’estate non sono gli unici abitanti: tra le foglie spesse, grandi e scure si nasconde dagli sguardi una gioventù vivissima. ALE TI AMO TROPPO. Alessia, o Alessandra, si chiama così. Bel nome per un albero! Protettrice, in generale, o degli uomini. L’avrà scritto uno di loro? Suvvia, i passeri non sanno scrivere!

Le raccolte differenziate

È raddoppiata in dieci anni la raccolta differenziata in Italia; lo dice il Rapporto Ispra uscito pochi giorni fa: dal 25,8% del 2006 si è passati al 52,5% nel 2016 (+5% rispetto al 2015), anche se il Paese rimane in ritardo rispetto all’obiettivo fissato per il 2012 (65%).
In Provincia di Ferrara va meglio: il confronto tra alcuni dati sulla produzione di rifiuti e sulla raccolta differenziata nel territorio dei comuni ex Area mostra che in sei anni si è passati da una produzione di rifiuti complessiva di 634 kg/ab a 490 kg/ab e la raccolta differenziata è passata dai 273 Kg/ab ai 365 Kg/ab. Un bel segnale di miglioramento. Il confronto è tra il 2010, quando tutto il territorio era servito con sistema a cassonetti, e il 2016, primo anno di porta a porta a regime in tutti i Comuni soci. Nel primo semestre del 2017 sono stati raccolti 13.230.077 Kg e si è superata ampiamente la percentuale del 70% di raccolta differenziata: un grande risultato che ha permesso anche quest’anno di annoverare diversi Comuni soci di Clara tra gli esempi di buona gestione nella rassegna annuale di Legambiente Emilia Romagna sui Comuni Ricicloni (premiati a Carpi proprio lo scorso 27 novembre).
La credibilità del sistema di raccolta differenziata e delle aziende operanti nel settore è fondamentalmente basata sulla necessità di offrire garanzie circa il rispetto degli obiettivi non solo in termini di percentuali di rifiuti raccolti in modo differenziato, ma anche in termini di qualità del differenziato stesso. Confondere ancora tra raccolto e riciclato non conviene a nessuno, né utilizzare differenti criteri per definire le percentuali dei quantitativi raccolti.
Per coniugare questi vari fattori è necessaria l’adozione di strumenti collaudati e credibili, finalizzati ad aiutare le aziende ad organizzare le attività, razionalizzando i processi e riducendo le diseconomie ma, che al tempo stesso, offrano gli opportuni canali per valorizzare gli sforzi profusi e i traguardi raggiunti. Maggiore trasparenza deve essere posta ad esempio sui criteri con cui raggiungere dette percentuali, smascherando in alcuni casi risultati apparentemente positivi, ma ambientalmente discutibili. Clara infatti per l’organico, la carta e il vetro effettua delle periodiche gare per ottenere il miglior beneficio economico (che in una valutazione di mercato in crescita tende ad essere molo variabile). Questa analisi economica del valore del materiale serve anche per sfatare la leggenda metropolitana che il valore del materiale fa arricchire chi lo raccoglie (e dunque l’impresa).
È inoltre complesso stabilire quale sia la soglia oltre la quale i benefici del recupero di materia sia vantaggiosa rispetto ai costi da sostenere e dunque cercare di far emergere la convenienza delle forme di recupero; ciò dipende anche in buona misura dall’effettiva risposta dei cittadini alle raccolte differenziate, dalla praticabilità di soluzioni come la raccolta porta a porta o il compostaggio domestico, ma anche da altre circostanze. Rimane allora da valutare quali sia la migliore soluzione possibile e per fare questo serve una analisi di dettaglio sia del materiale immesso sia della capacità di raccolta differenziate e della possibilità di reale riciclo. A questo proposito vale la pena ricordare che per “raccolta differenziata” si intende quanto separato alla raccolta in base al tipo e alla natura dei rifiuti (anche alla fine di facilitarne il trattamento), mentre per “recupero” si intende ogni operazione utile all’utilizzo di materiale in sostituzione di altri.
Lo spirito guida della programmazione deve tendere alla ricerca del massimo riciclo (non della massima raccolta differenziata), indipendentemente o comunque senza limitarlo dal raggiungimento di uno specifico obiettivo generale che potrebbe essere non il massimo raggiungibile. E’ importante allineare tutti gli ambiti su livelli omogenei di raccolta differenziate, sempre però senza limitare le iniziative laddove tale obiettivo è stato raggiunto ed in cui è possibile ottenere risultati ancora migliori. Opportuno dunque definire con criteri innovativi le raccolte differenziate (possibilmente con obiettivi di riciclo per materiale, calcolato sulla base dell’immesso in sintonia con le direttive europee).
La composizione merceologica dei rifiuti urbani (in peso e in volume) sta cambiando negli ultimi anni con la crescita delle frazioni secche (carta, plastica, vetro, metalli) rispetto alla frazione organica. Da un confronto di diverse analisi sulla composizione in peso dei rifiuti, l’organico costituisce circa il 30% dei rifiuti urbani, la plastica e gomma circa il 13-15%, la carta e il cartone il 25-27%, il vetro il 5-7% , i metalli il 3-5%.
L’analisi della destinazione dei materiali derivanti dalle operazioni di raccolta differenziata è diventato un elemento fondamentale per la trasparenza del servizio prestato e per la garanzia di rispettarne le regole. I cittadini talvolta infatti sono scarsamente motivati alla collaborazione perché temono che poi il risultato finale non corrisponda a quello dichiarato; in troppi permane infatti ancora il dubbio che “tutto poi finisca in discarica”. Abbiamo dunque il dovere di certificare l’avvenuto riciclaggio con procedure e regole chiare, meglio se controllate e appunto certificate da terzi autorizzati per tale attività (vedi tracciabilità). Anche la qualità del materiale raccolto legato ai concetti di impurità e scarto è un tema che richiederebbe maggiore attenzione. Deve crescere la consapevolezza che il materiale pulito da impurità (altri materiali) ha una migliore possibilità di riciclo e dunque un valore maggiore. Argomento conseguente e di grande importanza è la realizzazione di concrete forme di incentivazione o di premio ai cittadini particolarmente virtuosi e dunque solo chi supera con il proprio contributo la media ottenuta sul territorio.

Sole rosso sangue sull’altipiano

Manio ha dieci anni, sua sorella Naki sei.
Manio è andato al fiume con due taniche da riempire, serve l’acqua per bollire le patate e impastare la farina di sorgo per la sera. Sua nonna Keya è una brava cuoca e lo aspetta al villaggio.
Manio è sulla riva assieme alla sorellina, la rincorre lanciandole manciate di fango senza colpirla, Naki ride e scappa andando a ripararsi da suo nonno Coffie.
Coffie è il più anziano del villaggio e tutte le mattine accompagna i nipoti al fiume. Lui è considerato il più saggio di tutti e tutti al villaggio lo rispettano, ma dai nipoti si fa prendere in giro volentieri.

Il sole è grande: un cerchio rosso che riempie il cielo e scalda e regala un altro giorno di vita. Ma l’acqua è altrettanto importante, come la pioggia che riempie il fiume due volte l’anno. Il sole e l’acqua spesso si fanno la guerra, ma servono entrambi, servono alla vita.

Manio sogna un regalo: un pallone per giocare coi cugini Obie e Gali. Come quello che ha visto un giorno alla tv della scuola di Arawala. C’era una partita tra due squadre europee di cui non ricorda il nome, ma quei giocatori bianchi e neri con le maglie tutte colorate erano bravi, velocissimi con quel pallone tra i piedi.

All’improvviso due scoppi sordi, violenti, poi altri ancora, raffiche e poi urla lontane. Provengono dal villaggio che dal fiume dista circa mezzo miglio.
Coffie chiama a sé i nipoti, è allarmato, dice sottovoce che devono andare a ripararsi dietro quell’anfratto tra la riva e un grosso cespuglio di acacia, glielo indica. Poi si raccomanda con Manio di stare accanto a Naki, di proteggerla e di stare nascosti fino al suo ritorno.
Coffie dà un’ultima occhiata ai nipoti, il suo sguardo è un ammonimento a fare ciò che ha ordinato, ma c’è dell’altro: forse è uno sguardo d’addio.
Poi s’allontana camminando spedito verso il villaggio.

Manio si acquatta al terreno abbracciando sua sorella e guarda in alto: il cielo azzurro dell’altipiano, immenso velo che sovrasta tutto fino all’orizzonte irraggiungibile delle montagne color porpora. Suo nonno gliele ha raccontate tante volte: montagne che nascondono altre montagne e altre ancora. Montagne mai viste ma immaginate, sognate. Quanto è grande il mondo…

Manio apre gli occhi, è buio ormai, si è addormentato mentre aspettava.
Si guarda attorno: sua sorella dorme e il nonno non è ancora tornato.
Si alza in piedi e vede che sopra il villaggio il cielo è insolitamente illuminato: un sole invisibile ha acceso la notte di rosso sangue. Bagliori ardenti si alzano dall’oasi del villaggio crepitando, come gli sbuffi ruggenti dei draghi delle favole.
Manio non ha paura del buio ma pensa che il nonno non volesse che restassero al fiume anche di notte. Decide di tornare al villaggio, sveglia la sorella, prende le due taniche piene d’acqua e si avvia. Naki, ancora mezza addormentata, lo segue in silenzio.

Ma il villaggio non esiste più…

Darfur (film di Uwe Boll, 2009)

Living Darfur (Mattafix, 2007)

Sussurri della natura

di Maria Luigia Giusto

La natura, con la sua infinitezza, è ovunque, sempre. Anche quando la nostra piccola vita se ne dimentica, lei è lì a ricordarcelo con un tuono, con il canto dei merli al mattino, con i primi fiocchi di neve a novembre. Inaccettabile pensare di fare a meno della risacca del mare, della prima gemma rosea partorita a febbraio, del vermigliare dei tramonti d’autunno. L’immersione quotidiana nei suoi segni permette di espandersi fino al cuore dell’universo. Non male dedicarle qualche istante.

“E poi non sapevo più cosa guardare e guardai il cielo”
Italo Calvino

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la settimana…