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Giorno: 23 Dicembre 2017

Ricostruzione post terremoto. La Guardia di Finanza accerta truffa ai danni dello Stato per 10 milioni di euro

L’assessore Costi: “Bene cosi: il sistema dei controlli sulla ricostruzione c’è e funziona anche grazie alla collaborazione con i Comuni, la magistratura e gli organi inquirenti. Un grazie alla Guardia di Finanza per la brillante operazione”

Nel mirino degli inquirenti 50 persone indagate per truffa ai danni dello Stato e falsità ideologica

Bologna – “Lo abbiamo sempre detto: la ricostruzione dell’Emilia colpita dal sisma del 2012 ha come filo conduttore la correttezza e la legalità. E l’operazione condotta dalla Guardia di Finanza nel ferrarese è la riprova che le Istituzioni e gli organi dello Stato preposti ai controlli mantengono un livello di attenzione altissimo”.
E’ il primo commento di Palma Costi, assessore regionale alla ricostruzione delle aree colpita dal sisma in Emilia del 2012, all’operazione condotta dalla Guardia di Finanza che ha scoperto, secondo quando riportato dalle agenzie di stampa, una presunta truffa per 10 milioni di euro relativa a richieste improprie di risarcimento danni.

“La nostra linea di condotta- ha proseguito Costi- è stata da subito molto chiara: sì ad una ricostruzione senza perdere tempo, ma non a scapito di correttezza e legalità. Ed infatti quando abbiamo ragionevoli dubbi su qualche pratica, semplicemente facciamo una segnalazione alle Procure. Voglio ricordare a tutti che il sistema dei controlli sta continuando, anche a cantieri chiusi, e continuerà anche dopo l’ultima pratica completata. Abbiamo sempre detto che ai nostri cittadini /imprenditori non deve essere dato un euro di meno, ma neanche uno di più. Quello che sta accadendo dimostra che stiamo facendo sul serio”

“Esprimo quindi soddisfazione per l’operazione messa in campo dalla Guardia di Finanza- ha concluso Costi- e ringrazio i Comandi competenti che sanno di trovare nella Regione Emilia-Romagna, come ci hanno sempre dato atto, la massima collaborazione per riaffermare i principi di legalità e trasparenza”.

Salute. La Regione investe sui medici specializzandi. Finanziati con 1.3 milioni di euro 52 contratti di formazione specialistica nei quattro atenei dell’Emilia-Romagna. Sono aggiuntivi ai contratti statali

Aumentato dell’8% l’offerta formativa universitaria finanziata dallo Stato. L’assessore Venturi: “Percorso condiviso con le università. Abbiamo scelto i settori in cui c’è maggior necessità come l’emergenza-urgenza.

Bologna – Sono 52 i contratti di formazione specialistica a favore di medici specializzandi che la Regione Emilia-Romagna ha finanziato con 1,3 milioni di euro di risorse proprie per l’anno accademico 2016/2017. Si tratta di ulteriori contratti, suddivisi tra i quattro atenei emiliano-romagnoli, che si aggiungono a quelli statali (619) consentendo un significativo ampliamento dell’offerta formativa universitaria in regione. Per quanto riguarda la ripartizione dei contratti, 28 sono a favore dell’Università di Bologna, per 700mila euro; 6 per l’Università di Ferrara, per 150mila euro; altri 10 per l’Università di Modena-Reggio Emilia, per 250mila euro; infine, 8 contratti di formazione specialistica sono a favore dell’Università di Parma (200mila euro).

La Regione Emilia-Romagna finanzia, annualmente, i contratti regionali aggiuntivi di formazione medica specialistica nell’ambito del bando del ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca relativo al concorso nazionale per l’accesso dei medici alle scuole di specializzazione di area sanitaria. Nel bando sono indicati i posti disponibili per ciascuna scuola di specializzazione degli atenei emiliano-romagnoli, il numero dei contratti finanziati da fonti statali e quelli coperti da fondi aggiuntivi regionali. I contratti di specializzazione dell’area sanitaria attribuiti dal Miur nell’anno accademico 2016-2017 sono stati a livello nazionale 6.105 di cui 619 agli atenei dell’Emilia-Romagna.

“Abbiamo incrementato ulteriormente portandoli a cinquantadue i contratti aggiuntivi finanziati per l’anno accademico 2016/2017, suddividendoli per ateneo e specializzazione, attraverso un percorso condiviso con le università – spiega l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi -. Si tratta di uno sforzo significativo che ha impegnato la nostra Regione per venire incontro alla carenza sempre maggiore di specialisti, soprattutto in determinate branche, all’interno delle strutture ospedaliere e territoriali. Rispetto allo scorso anno in cui avevamo finanziato 35 contratti – spiega l’assessore – abbiamo aumentato la formazione specialistica di oltre l’8%. Quest’anno, abbiamo voluto ampliare ulteriormente il numero di contratti scegliendo i settori in cui c’è maggior necessità come l’emergenza-urgenza- sottolinea ancora Venturi- tanto che per questo abbiamo ricevuto il riconoscimento della Simeu, la Società italiana di medicina di emergenza e urgenza, raggiungendo il massimo della capacità formativa delle scuole di specializzazione per quest’area”.

Ripartizione dei contratti di formazione specialistica per Università

I 52 contratti aggiuntivi assegnati agli Atenei sono così ripartiti:

28 contratti di formazione specialistica a favore dell’Alma Mater di Bologna di cui: 1 per Anestesia, rianimazione e terapia intensiva e del dolore; 3 per Ematologia; 1 per Endocrinologia e malattie del ricambio; 2 per Malattie infettive e tropicali; 12 per Medicina d’emergenza-urgenza; 1 per Medicina fisica e riabilitativa; 1 per Medicina nucleare; 1 per Neurochirurgia; 2 per Oncologia medica; 1 per Ortopedia e traumatologia; 2 per Pediatria; 1 per Urologia; 6 contratti di formazione specialistica all’ Università degli Studi di Ferrara: 1 per Chirurgia vascolare, 1 per Endocrinologia e malattie del ricambio, 1 per Medicina dell’Emergenza-Urgenza, 1 per Oncologia medica, 1 per Otorinolaringoiatria, 1 per Reumatologia; 10 contratti di formazione specialistica all’Università degli Studi di Modena – Reggio Emilia: 1 per Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica, 1 per Dermatologia e venereologia, 1 per Ematologia, 1 per Malattie dell’apparato digerente, 2 per Medicina dell’Emergenza-Urgenza, 1 per Oftalmologia, 1 per Oncologia medica, 1 per Otorinolaringoiatria, 1 per Reumatologia; 8 contratti di formazione specialistica all’ Università di Parma: 1 per Dermatologia e venereologia, 1 per Ematologia, 1 per Endocrinologia e malattie del ricambio, 1 per Malattie infettive e tropicali, 2 per Medicina dell’emergenza-urgenza, 1 per Oftalmologia, 1 per Otorinolaringoiatria.

Lettera di fine anno del Sindaco ai cittadini

Carissime e Carissimi Concittadini,

non penso che un Sindaco sia tale solo perché fa funzionare, per alcuni bene per altri meno, i servizi: scuole, trasporti , eventi culturali, o la crescita della città con le riqualificazioni dei palazzi o la pulizia dei parchi, l’acqua potabile ed i servizi cimiteriali.

Penso che il Sindaco sia una delle ultime figure istituzionali nelle quali il cittadino vuol riconoscere la comunità nel suo insieme: al sindaco si chiede conto se l’albero di natale muore o se ci sono molti extracomunitari, se l’economia langue o se la disoccupazione cresce; per questo la nostra quotidiana fatica di amministratori, molto spessa bersagliati da titoli ostili o da manifestazioni intolleranti, ci impone una forza diversa, più profonda.

Capisco la collega che dopo due anni da sindaca afferma che non si ricandiderà, sempre che arrivi viva alla fine del mandato; capisco la preoccupazione del collega Minarelli indagato dopo aver scoperto di essere in Comune l’ “autorità di pubblica sicurezza”, e responsabile penalmente della applicazione di norme che intanto, però, sono da anni in attesa di decreti che consentano ai sindaci di applicarli concretamente.

Li comprendo bene, conosco la fatica di dover rispondere di tutto, di essere ogni giorno sul giornale a rispondere di esposti nuovi su cose vecchie, già indagate per anni, magari raccolte da pregiudicati o da diffamatori; la fatica di difendere valori nel dubbio che la società non li riconosca più come propri.

Eppure più ci penso, più sono convinto che tutta questa rabbia, questo esibizionismo, questo desiderio di esternare il proprio punto di vista, a volte senza alcuna tolleranza e senza voglia di approfondire le ragioni vere di tante scelte, nasconda solo una grande paura ed il piacere quasi adolescenziale di voler “testare” fin dove il proprio sindaco sia capace di render ragione delle scelte; o invece non sia , come tanti in politica, solo una voce senza testo, un “post” sui social e non un responsabile, una donna, un uomo che pensa con la sua testa, che agisce con la sua squadra, che, giuste o sbagliate che siano, prende decisioni delle quali è responsabile.

Più ci penso quindi e più sono grato alle persone che per strada salutano cordialmente il sindaco, gli danno la mano, fanno gli auguri e con un misto di preoccupazione affermano: “vada avanti”.

Sono quelli che aiutano gli anziani ad usare le calotte, che seguono i bambini nell’attraversare la strada, che segnalano cosa non funziona ed intanto raccattano da terra la pubblicità mal riposta in buchetta, che si prendo cura del verde pubblico e che ridipingono la scuola, che non sono nati imparati ma che hanno voglia di continuare ad imparare anche da adulti.

Ecco la maggioranza dei ferraresi è così: silenziosa e civile, tollerante e colta, accompagna il cambiamento di questa città che oggi è davvero più viva che mai, gremita di gente la sera, piena di locali nuovi, solidale ed aperta , con nodi decennali finalmente risolti e tanti ancora da risolvere, ma certo più viva che mai.

Per questo ai Ferraresi, alle loro associazioni, ai volontari, agli insegnanti, ai malati, ai bambini, ai negozianti ed imprenditori va il mio grazie, il mio Augurio di Buon Natale; e la promessa che anche per l’anno che viene alle parole seguiranno i fatti, perché le parole non costano, ma per i fatti ci vuole molto di più.

AUGURI

Il Sindaco Tiziano Tagliani

Ferrara città verde non smeraldo

Sulla gestione del ciclo dei rifiuti Ferrara merita di meglio: andiamo oltre le calotte e percorriamo insieme un’altra strada

La ‘vicenda calotte’ ha occupato negli ultimi mesi, e ancora occupa, le pagine come le lettere dei quotidiani locali. Le foto dei cassonetti traboccanti sacchetti – foto aimè verissime, basta fare il giro del proprio isolato per rendersene conto di persona – ci ricordano ogni giorno quanto l’iniziativa di Hera e Comune di Ferrara sia stata malpensata o, perlomeno, mal gestita.
E’ inutile tapparsi gli occhi (e il naso), il risultato dell’operazione calotte è abbastanza chiaro. Una città che fino a qualche mese fa appariva relativamente pulita, oggi espone a ogni angolo sacchetti e spazzatura en plein air. Una situazione che ci viene continuamente raccontata come ‘temporanea’, ma che non accenna a normalizzarsi. Una vergogna, sia per i residenti, sia per chi viene a visitare una “città d’arte e di cultura”, che prima di tutto si aspetta ordinata e pulita.
E’ colpa dei cattivi cittadini ferraresi? O c’è una oscura banda di luddisti che si diverte a spargere pattume per protestare contro il progresso tecnologico? Qualcuno ha avanzato ragionamenti di questo tipo, ma mi sembrano delle spiegazioni un po’ surreali, se non addirittura offensive. Se prima dell’‘Era delle calotte’ – prendo in prestito il titolo di un interessante incontro promosso di recente dall’associazione Ferraraincomune – i cittadini si mostravano attenti e diligenti, coscienziosi e interessati alla pulizia e al decoro della città che abitano, gli stessi ferraresi non possono essere diventati improvvisamente svogliati, non collaborativi, anti-ecologici, ribelli o addirittura incivili.

Prendersela oggi con i cittadini (che non avrebbero compreso la novità) non è però solo ingiusto. E’ un bruttissimo segno: perché tutte le volte che i governanti, invece di fare autocritica, se la prendono con i governati, puntualmente si allarga il fossato tra la società e la politica, tra il cittadino soldato semplice e il palazzo.
Perché allora non ammettere che l’operazione calotte è stata ed è un mezzo fallimento? Forse l’intenzione era buona – aumentare di qualche punto la raccolta differenziata – ma sono stati sbagliati sia i modi sia i tempi. E’ stato sbagliato decidere dall’alto, invece di coinvolgere preventivamente – con pazienza democratica, prendendosi tutto il tempo che occorre – tutti i cittadini in un grande dibattito su come migliorare il servizio della raccolta rifiuti, come diminuire i rifiuti non riciclabili, come aumentare la raccolta differenziata. Ed è stato sbagliato seminare le calotte in tutta la citta senza aver fatto chiarezza sulle tariffe finali.
Qualche partito si è messo una calotta a mo’ di elmo per far guerra alla Giunta ed entrare in campagna elettorale con un anno di anticipo. Lo dico subito, a scanso di equivoci. A me sembra un’opposizione sterile, pretestuosa, senza idee. E senza amore per Ferrara. Non è certo con “lo sciopero delle calotte”, con la strumentalizzazione politica, con le marce di questo o quel Masaniello, che faremo un servizio alla nostra bella città. Non è così che la renderemo più pulita, più ecologica, più civile.
Occorre piuttosto riavvolgere il nastro. Partire dall’obiettivo comune a cui vogliamo arrivare, che non si esaurisce certo con il dilemma calotte sì o calotte no. L’obiettivo, anzi, gli obiettivi sono tre. Il primo: ridurre i rifiuti, tutti i rifiuti, come consapevole scelta ecologica. Il secondo: aumentare e di molto la quota della raccolta indifferenziata, che ora a Ferrara è ferma sotto il 60%. Il terzo: pensare e organizzare un servizio trasparente che veda il coinvolgimento e l’attiva collaborazione dei cittadini ferraresi. Ci sarebbe un punto quattro, non secondario: la riduzione della Tari, che a Ferrara è particolarmente pesante, ma una tariffa più bassa – almeno questa è la mia convinzione – potremo averla solo facendo passi avanti sui primi tre obiettivi.

Tutti e tre gli obbiettivi, anzi, tutti e quattro, non sono scritti nei libri dei sogni. E’ la strada che stanno percorrendo altre città e altri Consigli Comunali: in Emilia, in Veneto, in Lombardia. E con ottimi risultati. La drastica riduzione dei rifiuti (lo slogan è appunto ‘Rifiuti Zero’), una raccolta differenziata che si avvicina o arriva a superare l’80% (avete letto bene) con costi e tariffe più basse anche del 20% rispetto a Ferrara.
Tutto questo grazie a un coinvolgimento vero delle persone. Raccogliendo osservazioni, critiche e suggerimenti da tutti i cittadini: gli adulti, i giovani, i bambini, gli anziani non autosufficienti. Un lavoro informativo ed educativo capillare, da svolgere prima e non dopo aver deciso d’imperio le scelte sulla gestione, sulle modalità e sugli strumenti utili a migliorare la raccolta. Questo percorso, quello cioè della partecipazione e del coinvolgimento attivo della cittadinanza, a qualche decisionista potrà sembrare lungo e complicato, ma alla prova dei fatti è l’unica strada per incamminarsi verso una “ecologia cittadina”. Dove si è scelta questa strada – e non è in fondo la strada della vera democrazia? – i risultati si vedono. Perché tutti i cittadini si sono sentiti realmente partecipi delle scelte operate e tutti si sentono di collaborare quotidianamente al risultato comune:
I dati, secondo quanto pubblicato sulla pagina facebook Ferraraincomune, ci dicono che il sistema porta a porta, se applicato con, insieme e non ‘sopra’, i cittadini, consente di ottenere risultati di gran lunga migliori. Dobbiamo quindi ‘pattumare’ le calotte e le carte smeraldo? Non lo so, non sono un esperto della materia. Quello che so è che occorre guardare avanti, ‘oltre le calotte’.

Scade in questi giorni la concessione ad Hera Spa del servizio di raccolta rifiuti nel nostro comune. Seguirà l’immancabile proroga: un anno, due anni, non tanto di più perché l’Anac di Raffaele Cantone ha già bacchettato aziende ed enti pubblici. Dunque, mentre siamo in regime di proroga con Hera e le sue calotte, c’è tutto il tempo per imboccare la strada del confronto. Confronto con le altre esperienze e le Amministrazioni Comunali che hanno scelto di riprendere in mano direttamente la gestione del servizio rifiuti (come i comuni del Trevigliano o il comune di Forlì). Confronto con gli esperti che studiano come si possono ridurre di molto i rifiuti procapite, minimizzare i rifiuti non riciclabili e riciclare di più e meglio. Confronto infine, o prima di tutto, con i cittadini ferraresi, quartiere per quartiere, isolato per isolato, casa per casa. Non per proporre una soluzione preconfezionata, ma diverse alternative, e per ascoltare le esigenze concrete e i suggerimenti dei cittadini. Saremo infatti proprio noi cittadini che, se informati correttamente, consultati ed ascoltati che garantiremo un servizio sempre più efficiente. Diventeremo più coscienti, più ecologici, più “riciclatori”, più attenti a ridurre sempre di più i nostri rifiuti.
Se non ci fermiamo alle calotte, se sapremo imboccare un’altra strada – una strada da percorrere davvero tutti insieme – allora Ferrara meriterà un altro primato. Non solo la città del verde e dei giardini ma ‘la città verde’ tout-court, la città della coscienza ecologica e dei rifiuti zero. Sono sicuro che Alex Langer, l’indimenticato umanista cui abbiamo intitolato il ponte che collega le Mura al Parco Urbano, ne sarebbe felice.

Quando il papà smemorato fa ridere

Abbiamo incrociato il canadese Guy Delisle all’ultima edizione di Internazionale, oggi ve lo ripresentiamo… magari per un simpatico regalo di Natale.

I suoi tre volumi a fumetti, ‘Diario del cattivo papà’, sono raccolte di brevi storie umoristiche degne di stare sotto l’albero. Se non altro per sorridere un po’ e passare momenti sereni. Si tratta di quadretti familiari: Delisle dialoga ogni giorno con i suoi due bambini, il papà non ne fa davvero una giusta. Dal coinvolgere il figlio in scherzi poco simpatici all’imporgli le proprie scelte in fatto di videogiochi o libri, fino all’insegnargli la boxe o al raccontare storie spaventose alla figlia, del tipo che le cresce un albero nel pancino…. Cose che non si fanno davvero. E come poi dimenticarsi del topino che porta i soldi alla caduta del primo dentino (fortuna che c’è la nonna a ricordarsi)? Come essere spesso più irrispettosi, irriverenti e discoli dei propri figli? Come spesso parlare troppo, a ruota libera e a sproposito, ed essere così talmente loquaci da zittire e ammutolire i bambini? E perché fare sempre e comunque come si crede e di testa propria? Qui lo si comprende. E bene. I disegni in bianco e nero sono semplici ed essenziali, i tratti chiari, gli ambienti quelli classici di ogni casa normale; sono i testi e le battute fulminanti delle strisce a fare da padrone. Una divertente e autoironica guida alla paternità che si legge tutta d’un fiato, pur nei suoi tre volumi. Dove ogni papà si potrà e saprà riconoscere. Non perfetti ma veri.

Guy Delisle, Diario del cattivo papà, Voll.1-3, Rizzoli Lizard, 2013-2015, 190 p. ciascuno.

MEMORABILE
Astrologia e oroscopo

Sarà banale superstizione o semplice abitudine priva di reali aspettative, però folle di persone ogni giorno consultano l’“oracolo” dello zodiaco. E in prossimità del nuovo anno anche Tiemme Edizioni (www.tiemme.onweb.it) si adegua e pubblica l’utile ebookAstrologia e Oroscopo’, a cura di Riccardo Roversi, disponibile su tutti i portali del web. L’agile ma approfondito libello spiega con illustrazioni la storia dello zodiaco, la struttura dell’oroscopo (elementi, domicilio, esilio, esaltazione, caduta, ascendente, mobilità, pianeti, case), il valore dei pianeti (Sole, Luna, Venere, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno, Plutone), i significati delle dodici case, le caratteristiche dei dodici segni zodiacali e conclude la trattazione con l’oroscopo cinese. Senza avventurarsi nelle previsioni, patrimonio dei “professionisti” del settore (se ci prendono).

Riccardo Roversi è nato a Ferrara, dove si è laureato in Lettere e vive tuttora. Ha pubblicato numerosi libri: poesia, teatro, saggistica, narrativa, la sua bibliografia è consultabile nel sito: www.riccardoroversi.onweb.it.