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Giorno: 15 Gennaio 2018

Vita da artisti Doc: da vocazione a professione

Siamo la patria del Rinascimento, del Bel Canto e della Dolce Vita. Ancora oggi stando ai dati di ‘Io sono cultura’ – il rapporto stilato ogni anno da Fondazione Symbola e Unioncamere – la cultura è uno dei motori primari della nostra economia. Al sistema produttivo culturale e creativo (industrie culturali, industrie creative, patrimonio storico artistico, performing arts e arti visive, produzioni creative-driven) si deve il 6% della ricchezza prodotta in Italia: 89,9 miliardi, in crescita dell’1,8%. Inoltre la cultura ha sul resto dell’economia un effetto moltiplicatore pari a 1,8: per ogni euro prodotto dalla cultura se ne attivano 1,8 in altri settori, arrivando così a 250 miliardi prodotti dall’intera filiera culturale, il 16,7% del valore aggiunto nazionale. Infine, il sistema produttivo culturale e creativo dà lavoro a 1,5 milioni di persone, il 6% del totale degli occupati in Italia. Dato anch’esso in crescita: +1,5%. (Fonte: Io sono cultura 2017).
Eppure, mentre la tanto vituperata Commissione Europea investe qualcosa come 121 milioni di euro nelle industri culturali e creative con il programma Creative Europe, in Italia in troppi pensano ancora che “con la cultura non si mangia”, mentre in troppo pochi sanno come funziona il settore e quale sia la situazione dei suoi lavoratori: potenzialità, opportunità, criticità sia dal punto di vista del mercato del lavoro, sia dal punto di vista normativo.
Dal 1990 a Verona è nata Doc Servizi, una cooperativa di professionisti dello spettacolo dal vivo, che si sta aprendo anche alle altre professioni dell’arte, della creatività, della cultura e che dal 2016 è presente anche a Ferrara. La sua promessa è: “l’arte si fa valore”.
Abbiamo fatto qualche domanda a Francesca Tamascelli, responsabile per Ferrara della cooperativa.

Lavorare nel settore della cultura, delle arti e della creatività: come si fa a dare un valore a questo tipo di attività? Parliamo di lavoratori altamente qualificati, ma queste professioni fanno fatica a essere inquadrate e riconosciute in modo tradizionale
 perché è nella loro essenza la creazione di ciò che prima non esisteva…
Professioni come quelle artistiche, creative, dello spettacolo da sempre fanno fatica a essere riconosciute come lavori ‘normali’, tradizionali. Credo che qualsiasi artista professionista nella propria vita si sia sentito domandare: “sì, ma di mestiere cosa fai? Va bene, sei un musicista, sei un attore, ma… come campi? Cosa fai per mangiare e pagarti la bolletta a fine mese?”
Non possiamo certo nascondere che il mercato del lavoro nel settore dello spettacolo e dell’arte sia complesso e che riuscire a vivere solo di questo sia una sfida quotidiana, che chiama in causa aspetti culturali e normativi. Da un lato, infatti, nell’immaginario comune il lavoro dell’artista fatica a essere considerato una professione completa e al pari delle altre. Dall’altro, da sempre chi lavora nel settore si scontra con la difficoltà di trovare l’abito adatto per inquadrare le propria attività professionale. Del resto, c’è una componente di precarietà e atipicità in queste professioni che è in parte ineliminabile, in quanto si tratta di attività spesso incostanti e discontinue.

Cos’è Doc Servizi, da quanto esiste e da quanto ha aperto a Ferrara?
Doc Servizi è una cooperativa di professionisti dello spettacolo. È nata a Verona nel 1990 e ora conta oltre 30 filiali in tutta Italia. Negli ultimi anni, Doc si sta aprendo anche a tutti i professionisti dell’arte, della creatività, della cultura.
Nella forma cooperativa, i professionisti di questi settori hanno trovato un’opportunità di gestire in regola la propria attività lavorativa. Uniscono energie e risorse in un’impresa di loro proprietà, in cui autogestiscono la propria professione in qualità di soci e lavoratori dipendenti.
Diciamo che in Doc si uniscono le libertà del freelance con le tutele del lavoratore dipendente: ognuno è responsabile di sé e del proprio lavoro, ma non è lasciato solo; ognuno è libero ma è protetto dall’isolamento cui tipicamente è costretto il libero professionista.

Perché Doc Servizi a Ferrara? Quali attività avete in programma prossimamente sul territorio?
Doc Servizi è arrivata a Ferrara nel 2016 grazie a un bando della Camera di commercio per l’insediamento di attività produttive e con il sostegno di Legacoop Estense.
Filiali Doc stanno aprendo in tutta Italia perché è un modello che funziona e riesce a intercettare i bisogni e dare risposte a molti professionisti del settore.
Ora sul territorio ci stiamo facendo conoscere, stiamo allacciando relazioni e incontrando professionisti che possano affiancarsi a Doc ed entrare nella nostra squadra.
Lo scorso giugno, per esempio, insieme al Conservatorio di Ferrara abbiamo organizzato un’iniziativa dal titolo ‘Ma di mestiere cosa fai?’ per parlare delle criticità della professione dell’artista e del modello di gestione delle cooperative di spettacolo. (leggi QUI l’articolo di Ferraraitalia)
Sul territorio siamo presenti quotidianamente, la nostra porta è aperta per chi vuole conoscere le opportunità che possiamo offrire.

La rete Doc

Quali servizi offre la cooperativa e per chi?
Il servizio è a 360° nell’affiancamento e supporto alla gestione professionale: dall’assunzione alla busta paga; dalla fatturazione al recupero crediti; dalla contrattualistica alla consulenza fiscale; dalla formazione alla gestione della sicurezza. Fino ad arrivare al macro-obiettivo, quello della rete: una cooperativa di 6.000 professionisti del settore in tutta Italia ha un potenziale enorme in termini di opportunità. E poi resta il grande vantaggio che unirsi in cooperativa consente ai singoli di raggiungere possibilità che da soli non potrebbero ottenere: dall’accesso a opportunità formative a costi agevolati fino all’azione di lobby e rappresentanza.
Ormai Doc si rivolge a quasi tutti i professionisti della cosiddetta industria culturale e creativa. Oltre a Doc Servizi, ci sono altre tre cooperative che replicano lo stesso modello di Doc e le sono legate da un contratto di rete: Doc Educational, la cooperativa sociale per gli insegnanti di discipline artistiche; Doc Creativity, per gli artigiani artistici e i creativi digitali, dai fotografi ai webdesigner; Hypernova, per i professionisti del web e dell’informatica.

Quanti finora si sono serviti di Doc Servizi? Ci sono anche artisti famosi?
Oggi abbiamo in tutta Italia circa 6.000 soci, dall’Alto Adige alla Sicilia. Tra questi sì, ci sono artisti noti a livello nazionale: da The Giornalisti a Cristina Donà, da Simone Cristicchi agli Afterhours, solo per citarne alcuni.
Questa è una caratteristica di Doc: spesso la nostra presenza è silenziosa, affianchiamo da vicino ma con discrezione molti artisti di fama nazionale.

Enrico Mantovani, socio ferrarese Doc

Ci puoi raccontare qualche storia di vostri soci ferraresi?
I soci a Ferrara sono ancora pochi, ma decisamente buoni! Abbiamo la fortuna di avere in squadra alcuni tecnici audio di grande livello, che hanno lavorato come fonici per artisti famosi a livello nazionale e per la Rai. Abbiamo le Foxy Ladies, il trio delle spumeggianti sorelle Baccaglini che si ispira alle sonorità della black music: tre voci strepitose e uno spirito davvero travolgente. È socio Doc Ferrara Alfio Antico, un musicista di una sensibilità straordinaria riconosciuto come percussionista a livello internazionale. Abbiamo poi Fabrizio Oggiano, fondatore della pagina facebook La Vita di un Montatore Video, che conta oltre 30.000 seguaci.
In ufficio non c’è tempo di annoiarsi!

Cosa significa che è la cooperativa il datore di lavoro?
Doc Servizi è una cooperativa di lavoro: i soci entrano in cooperativa per instaurare un rapporto di lavoro e gestire così la propria attività con le migliori tutele possibili. Doc assume i lavoratori prevalentemente con contratti di lavoro subordinato, applicando il Contratto Collettivo Nazionale dei Lavoratori dello Spettacolo, sottoscritto nel 2014 anche grazie a un importante lavoro di squadra di Doc. In questo modo, ogni singolo socio lavora come dipendente della propria cooperativa, che diventa il datore di lavoro unico. Questo garantisce una gestione il più uniforme possibile dell’attività professionale e dei rapporti con tutti i molteplici clienti. E ogni lavoratore è protetto e supportato.

Sul sito di Doc si legge che i suoi punti di forza sono: offrire alle professioni della cultura, dello spettacolo e della creatività un modello di impresa cooperativa; sviluppare reti e piattaforme collaborative che consentono di esaltare l’apporto umano, fondamento dell’arte e della culture; sostenere la legalità per far sì che il lavoro di ciascuno sia riconosciuto nel suo valore.
Ci puoi dire qualcosa di più?
Doc si inserisce a pieno titolo nella rivoluzione portata nel mondo del lavoro dalla sharing economy, dalle nuove tecnologie, dalla rivoluzione 4.0, mantenendo ben chiaro l’obiettivo di tutelare il valore del lavoro e la dignità dei professionisti. Spesso dietro la sharing economy, come è noto, si possono nascondere forme di lavoro nero, sfruttamento del lavoro, impoverimento generale e abbassamento delle tutele. Dalla rivoluzione digitale non si scappa, non si può invertire la rotta, ma bisogna cercare di orientare il progresso tecnologico, la cui finalità non deve essere l’impoverimento dei lavoratori, ma l’esaltazione della professionalità. Quello che Doc vuole dire, è che la tecnologia deve essere sfruttata per creare piattaforme di condivisione, opportunità di fare network e di scambiare informazione, efficientare i processi produttivi e comunicativi. Tutto questo con la finalità di esaltare il ruolo e il valore del lavoro creativo, non per togliere diritti e dignità ai lavoratori. Se la tecnologia è un mezzo per pagare meno il lavoro e farci diventare tutti più poveri, abbiamo perso tutti.

Guarda il video

www.docservizi.it
ferrara.docservizi.net
ferrara@docservizi.it
373 7391121

La newsletter del 15 gennaio 2018

Da Ufficio Stampa Comune di Ferrara

 

ASP FERRARA – La documentazione consultabile sul sito www.aspfe.it

Procedura aperta per affidamento servizi accoglienza richiedenti protezione internazionale

15-01-2018

(Comunicazione a cura di ASP Ferrara)

Scadrà il 15 febbraio 2018 alle 12 all’ASP di Ferrara-Centro Servizi alla Persona la nuova Procedura aperta per l’affidamento per 9 mesi, eventualmente prorogabile di 3 mesi del servizio di accoglienza di richiedenti protezione internazionale, compresi quelli già ospitati presso i centri della provincia di Ferrara, dall’1 aprile al 31 dicembre 2018:
Lotto A) civili abitazioni e strutture comunitarie dedicate all’accoglienza per adulti, CIG 7348165994
Lotto B) alberghi, agriturismi, residenze vacanze, CIG 734817737D
Lotto C) trasporto, CIG 7348190E34
Lotto D) mediazione culturale e linguistica, CIG 7348244AC5
Lotto E) percorsi di formazione e inclusione lavorativa CIG 7348250FB7

Il fabbisogno posto a base d’asta è di € 14.591.043,50 (IVA esclusa) pari all’importo contrattuale per la durata di 9 mesi rinnovabile e/o prorogabile per un periodo di ulteriori 3 mesi, così suddiviso:
Lotto A) CIG 7348165994 civili abitazioni e strutture comunitarie dedicate all’accoglienza per adulti, valore 9.837.107,50; valore 12 mesi €. 13.056.524,50
Lotto B) CIG 734817737D alberghi, agriturismi, residenze vacanze, valore €. 1.057.567,50; valore 12 mesi €. 1.403.680,50;
Lotto C) CIG 7348190E34 trasporto valore €. 24.375,00; valore 12 mesi €. 32.500,00;
Lotto D) CIG 7348244AC5 mediazione linguistica e culturale valore €. 5.803,88; valore 12 mesi €. 7.738,50;
Lotto E) CIG 7348250FB7 percorsi di formazione e inclusione lavorativa valore €. 67.950,00, valore per 12 mesi €. 90.600,00.
Sono ammessi a partecipare alla procedura i soggetti di cui all’articolo 45 e 48 del D. L.gs. 50/2016 sulla base dei requisiti specifici di cui alla documentazione di gara.
La procedura aperta sarà aggiudicata mediante il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa di cui agli artt. 60 e 95, D. L.gs. 50/16.
Per tutte le modalità di partecipazione consultare le pagine internet all’indirizzo www.aspfe.it sezione “Gare e concorsi”, oppure rivolgersi all’Asp Ferrara in via Ripagrande 5, a Ferrara.

BIBLIOTECA BASSANI – Mercoledì 17 gennaio alle 17 nella sala di via Grosoli 42

“Raccontami l’inverno” per bambini da 4 a 10 anni

15-01-2018

Mercoledì 17 gennaio 2018 alle 17 alla Biblioteca Giorgio Bassani (via G. Grosoli 42 a Ferrara, quartiere Barco) si terrà l’appuntamento con letture ad alta voce per bambini dai 4 ai 10 anni per il ciclo “L’Ora del racconto” che questo mese sarà incentrato sul tema “Raccontami l’inverno”.

Sarà Adriana Trondoli ad animare il pomeriggio con la storia di “La bambina di ghiaccio” di Vivian Lamarque e altri racconti di Natale di Angelo Ruta (E. Elle, 1992) e “Filastrocche sotto la neve” di Maria Loretta Giraldo (Giunti junior, 2007).

Per info: Biblioteca Giorgio Bassani, via Grosoli 42, Ferrara, info.bassani@comune.fe.it, tel. 0532 797414.

 

 

 

 

CASTELLO ESTENSE – Da sabato 3 febbraio a domenica 3 giugno nelle sale di largo Castello 1

Collezione Cavallini Sgarbi: in arrivo 130 opere da Niccolò dell’Arca a Gaetano Previati

15-01-2018

Sabato 3 febbraio apre al pubblico nel Castello Estense di Ferrara (largo Castello 1) la mostra “La collezione Cavallini Sgarbi. Da Niccolò dell’Arca a Gaetano Previati. Tesori d’arte per Ferrara”.
L’esposizione è dedicata alla Collezione Cavallini Sgarbi, 130 opere tra dipinti e sculture, dall’inizio del Quattrocento alla metà del Novecento, raccolte in circa quaranta anni di collezionismo appassionato da Vittorio Sgarbi con la madre Caterina “Rina” Cavallini e con la presenza silenziosa di Giuseppe Sgarbi, e provenienti dalla Fondazione Cavallini Sgarbi.
Elisabetta Sgarbi, per il tramite della propria Fondazione, ha voluto che questa mostra raccontasse, nel luogo più rappresentativo della città di Ferrara, non solo la storia di una straordinaria impresa culturale, ma anche quella di una famiglia ferrarese che all’arte ha dedicato tutte le proprie energie.

La Collezione Cavallini Sgarbi. Da Niccolò dell’Arca a Gaetano Previati. Tesori d’arte per Ferrara è una mostra ideata e promossa dalla Fondazione Elisabetta Sgarbi – da tempo impegnata nella valorizzazione e nella promozione della cultura e dell’arte – in collaborazione con la Fondazione Cavallini Sgarbi, con il Comune di Ferrara e sotto il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e della Regione Emilia-Romagna.
Dopo aver acquisito, a partire dal 1976, 2800 titoli delle 3500 fonti, trattati, guide e storie locali, databili dal 1503 al 1898, elencati da Julius von Schlosser nella sua Letteratura artistica, cuore di una biblioteca con oltre 200.000 volumi, Vittorio Sgarbi capisce “che collezionare quadri e sculture poteva essere più divertente che possedere il libro più raro”. Quest’illuminazione scaturisce dall’incontro con Mario Lanfranchi, collezionista e maestro perfetto, il primo dei tanti da lui incontrati dopo aver abbandonato il dogma universitario che lo aveva indotto a “guardare le opere d’arte come beni spiritualmente universali, ma materialmente indisponibili”.
Così, dal 1984, incrociando il San Domenico di Niccolò dell’Arca, Sgarbi decide che non avrebbe “più acquistato ciò che era possibile trovare, di cui si poteva presumere l’esistenza, ma soltanto ciò di cui non si conosceva l’esistenza, per sua natura introvabile, anzi incercabile”. Come lui stesso afferma “la caccia ai quadri non ha regole, non ha obiettivi, non ha approdi, è imprevedibile. Non si trova quello che si cerca, si cerca quello che si trova. Talvolta molto oltre il desiderio e le aspettative”. Da collezionismo “rapsodico, originale, che ambisce a rapporti esclusivi con le opere come persone viventi”, è sorta, incontro dopo incontro, una vera e propria sintesi dell’arte italiana, tra pittura e scultura, dal XV secolo ai giorni nostri, che riflette la cultura ampia e multiforme del collezionista.
Dunque 130 opere della Collezione, tra dipinti e sculture, dall’inizio del Quattrocento al Novecento, popoleranno le stanze del Castello Estense
La mostra si apre con un capolavoro del Rinascimento italiano, il “San Domenico” in terracotta modellato nel 1474 da Niccolò dell’Arca e collocato in origine sopra la porta “della vestiaria” nel convento della chiesa di San Domenico a Bologna, dove tra il 1469 e il 1473 l’artista attese all’Arca del santo da cui deriva il suo pseudonimo. Immagine potente, intensa, di estremo vigore naturalistico, il busto rivela l’impareggiabile capacità del maestro pugliese di infondere la vita alle sue figure, così vere che paiono respirare. Il destino poi porterà Vittorio Sgarbi a incrociare un altro capolavoro di Niccolò dell’Arca, “l’Aquila, modello per il “San Giovanni evangelista” della chiesa di San Giovanni in Monte, databile verso il 1478. Le due sculture di Niccolò apparvero in coincidenza con la scomparsa delle persone a lui più care: lo zio Bruno, nel 1984, la madre Rina, nel 2015. Nella sua caccia seguono i capitelli in marmo policromo di Domenico Gagini, scolpiti nel 1484 per la chiesa dei Santi Apostoli, le terrecotte di Matteo Civitali e Agostino de Fundulis, e una straordinaria raccolta di preziosi dipinti, perlopiù su tavola, eseguiti tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento: ai pittori nati o attivi a Ferrara – Antonio Cicognara, Giovanni Battista Benvenuti detto l’Ortolano, Nicolò Pisano, Benvenuto Tisi detto il Garofalo – si affiancano autori rari come Liberale da Verona, Jacopo da Valenza, Antonio da Crevalcore, Giovanni Agostino da Lodi, Nicola Filotesio detto Cola dell’Amatrice, Johannes Hispanus, Bernardino da Tossignano, Francesco Zaganelli, Bartolomeo di David, Lambert Sustris.
Il focus sulla “scuola ferrarese” prosegue agli inizi del XVII secolo con i dipinti, di documentata provenienza, di Sebastiano Filippi detto il Bastianino, Gaspare Venturini, Ippolito Scarsella detto lo Scarsellino, Camillo Ricci, Giuseppe Caletti e Carlo Bononi. Contestualmente si potranno ammirare riconosciuti capolavori della pittura italiana del Seicento, tra i quali conviene citare almeno la Cleopatra di Artemisia Gentileschi, la Maddalena assistita dagli angeli di Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone, il San Girolamo di Jusepe Ribera, la Vita umanadi Guido Cagnacci e il Ritratto di Francesco Righetti di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino. Quest’ultimo dipinto – “rientrato a casa” nel 2004 dopo essere stato esposto per anni al Kimbell Art Museum di Fort Worth, in Texas – si pone al vertice di una straordinaria galleria di ritratti che compendia lo sviluppo del genere dall’inizio del Cinquecento alla fine dell’Ottocento, tra pittura e scultura, da Lorenzo Lotto Francesco Hayez, con specialisti quali Bartolomeo Passerotti, Nicolas Régnier, Philippe de Champaigne, Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio, Enrico Merengo, Ferdinand Voet, Giovanni Antonio Cybei, Pietro Labruzzi, Lorenzo Bartolini, Raimondo Trentanove e Vincenzo Vela.
Altrettanto avvincente è il percorso tra dipinti “da stanza” di tema sacro, allegorico e mitologico del Sei e del Settecento: una selezione di sorprendente varietà, e di alta qualità, che riflette gli interessi sconfinati e la frenesia di ricerca del collezionista, con maestri della scuola veneta(Marcantonio Bassetti, Pietro Damini, Pietro Vecchia, Johann Carl Loth, Giovanni Antonio Fumiani), emiliana (Simone Cantarini, Matteo Loves, Marcantonio Franceschini, Ignaz Stern detto Ignazio Stella), lombarda (Paolo Pagani, Agostino Santagostino), romana(Giuseppe Cesari detto il Cavalier d’Arpino, Angelo Caroselli,  Pseudo Caroselli, Giusto Fiammingo, Antonio Cavallucci), toscana (Giacinto Gimignani, Livio Mehus, Alessandro Rosi, Pietro Paolini, Giovanni Domenico Lombardi).
Tra le sculture, le delicate creazioni modellate da Giuseppe Mazza, Cesare Tiazzi, Petronio Tadolini e Giovanni Putti documentano la fortuna della plastica in terracotta a Bologna e in Emilia. Tra Ottocento e Novecento la mostra torna su Ferrara e sui suoi artisti: Gaetano Previati, Giovanni Boldini, Filippo de Pisis, Giuseppe Mentessi, Adolfo Magrini, Giovanni Battista Crema, Ugo Martelli, Augusto Tagliaferri, Carlo Parmeggiani, Arrigo Minerbi, Ulderico Fabbri, tutti presenti con testimonianze fondamentali e documentate.
Un omaggio alla città e alla sua storia attraverso i tesori d’arte custoditi nell’ultima grande collezione ferrarese.
Il catalogo della mostra è pubblicato da La nave di Teseo editore. Allestimento a cura di ReallizzArte e Studio Volpatti. La mostra è realizzata e promossa dalla Fondazione Elisabetta Sgarbi, in collaborazione con la Fondazione Cavallini Sgarbi, con il Comune di Ferrara, con il Patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e della Regione Emilia-Romagna, con il supporto di Bonifiche Ferraresi, Fondazione Cariplo, Genera Group Holdings, CiaccioArte, Ascom.
Cliccando a questo link una selezione di immagini delle opere che saranno esposte: https://we.tl/X0IXXyv9Au.
Orari di apertura: dal 3 febbraio al 3 giugno 2018 tutti i giorni ore 9.30-17.30. Chiusura posticipata alle 18.30 nelle seguenti date: 31 marzo; 1, 2, 25, 28, 29, 30 aprile; 1 maggio; 1, 2, 3 giugno. La biglietteria chiude 45 minuti prima.
Biglietti: intero € 12, ridotto (dai 12 ai 18 anni, over 65) € 8, scuole medie e superiori € 7, bambini dai 6 ai 12 anni € 5, gratuito sotto ai 6 anni
Family: per ogni adulto pagante, un minore ha l’ingresso gratuito
Possessori MyFE Card € 3
Tariffe e agevolazioni
www.castelloestense.it

Visite guidate: Adulti con diritto al biglietto ridotto € 4, dai 6 ai 18 anni € 3
Prenotazioni visite guidate: tel. +39 0532 244949diamanti@comune.fe.it
Per info: tel. +39 0532 299233castelloestense@comune.fe.it, Ufficio stampa Mara Vitali Comunicazione
tel. +39 02 70108230, Mara Vitali mara@mavico.it, Lisa Oldani tel. +39 349 4788358 lisa@mavico.it , Claudia Tanzi tel. +39 340 1098885 claudia@mavico.it

(Comunicato a cura degli organizzatori)

 

BIBLIOTECA ARIOSTEA – Conferenza martedì 16 gennaio alle 17 in via Scienze

La ‘Legenda aurea’ e la predicazione domenicana spiegate da Giovanni Paolo Maggioni

15-01-2018

Sarà dedicata alla ‘Legenda aurea’ e alla diffusione dei concetti dottrinali ad essa legati la conferenza di Giovanni Paolo Maggioni(Università del Molise) in programma martedì 16 gennaio alle 17 nella sala Agnelli della biblioteca comunale Ariostea (via delle Scienze 17, Ferrara). L’incontro, aperto a tutti gli interessati, rientra nel ciclo ‘Testo e contesto’ a cura dell’Associazione Amici della biblioteca Ariostea.

LA SCHEDA a cura degli organizzatori
Nella ‘Legenda aurea’ si parla di draghi, di demoni, di donne accusate di stupri e di essere padri, di imperatori che vogliono essere madri. All’apparenza, si tratta di materiale agiografico che, per quanto radicato nella tradizione, sembra difficilmente utilizzabile e fruibile in una situazione estremamente complessa come il contesto urbano in Europa e in particolare in Italia durante i secoli finali del Medio Evo. Ciò nonostante, il leggendario di Iacopo da Voragine ha avuto una diffusione comparabile solo a quella della Bibbia e anche i suoi sermoni sono tramandati da centinaia di manoscritti. Nel sistema di comunicazione domenicano, le vecchie leggende agiografiche venivano rilette e interpretate per insegnare ciò che più contava: i concetti dottrinali e i precetti morali.

FONDAZIONE FERRARA ARTE – Mercoledì 17 gennaio alle 17 alla sala Boldini. Per dirigenti scolastici e docenti di Ferrara e provincia

Presentazione della mostra dei Diamanti “Stati d’animo. Arte e psiche tra Previati e Boccioni”

15-01-2018

Mercoledì 17 gennaio alle ore 17, presso la Sala Estense (piazza Municipale 14), avrà luogo la presentazione riservata ai Presidi, ai Dirigenti Scolastici e ai docenti di Ferrara e provincia, della mostra Stati d’animo. Arte e psiche tra Previati e Boccioni che aprirà a Palazzo dei Diamanti il prossimo 3 marzo.

La rassegna sarà illustrata da Chiara Vorrasi, curatrice della mostra insieme a Maria Grazia Messina e Fernando Mazzocca.

Info: www.palazzodiamanti.it 0532 244949

 

(Comunicazione a cura della Fondazione Ferrara Arte)

Cibo e salute, se ne parla allo Spazio Crema con il Circolo della Stampa

15-01-2018

(Comunicazione a cura del Circolo della Stampa Ferrara)

Lo stretto rapporto tra qualità del cibo e salute sarà l’interessantissimo tema dell’incontro organizzato dal Circolo della Stampa di Ferrara, mercoledì prossimo 17 gennaio, allo Spazio Crema (via Cairoli 13, ore 21). Ospite dell’appuntamento – che inaugurerà la nuova serie di conversazioni dedicate ad argomenti di attualità, scienza e cultura – sarà il professor Franco Tomasi, endocrinologo e specialista in scienza dell’alimentazione.

Qual è il modo più salutare per alimentarsi? E quali sono i cibi che hanno un’azione positiva per la nostra salute? Oggi tutti sanno che una corretta nutrizione costituisce (assieme al controllo di fattori di rischio come fumo ed alcol) uno degli elementi fondamentali nella prevenzione di numerose malattie cardio-metaboliche, principali cause di morte nelle cosiddette “società del benessere”. Ma spesso questa consapevolezza non basta a farci imboccare la strada giusta, non ci aiuta a scegliere il regime nutrizionale più adatto alle nostre esigenze, o alle nostre condizioni di salute.

Nel suo intervento il professor Tomasi ci spiegherà quindi come comportarci a tavola, (e magari anche prima di metterci a tavola) e quali consigli seguire per recuperare il giusto equilibrio tra il cibo ed il nostro organismo.

Franco Tomasi, ferrarese, ha lavorato dal 1973 al 2013 nell’azienda ospedaliero-universitaria “Sant’Anna” di Ferrara, prima presso il servizio di diabetologia, poi come responsabile dell’Unità di dietologia e nutrizione clinica. Attualmente opera come libero professionista ed è professore a contratto nel corso di laurea in dietistica dell’Università di Ferrara. E’ autore – da solo o in collaborazione – di 165 pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali ed internazionali. E’ socio – tra le altre – dell’Associazione medici diabetologi ed è consigliere nazionale dell’Associazione nazionale specialisti in scienza dell’alimentazione (Ansisa). E’ iscritto all’Ordine nazionale dei giornalisti come pubblicista.

 

Circolo della Stampa Ferrara c/o Astra Hotel – Viale Cavour 55 – Ferrara posta@circolostampafe.it www.circolostampafe.it

3.a COMMISSIONE CONSILIARE – Convocata per martedì 16 gennaio alle 15.30 in sala Zanotti

Esame dell’Approvazione dello schema di accordo tra Anci e Comuni del territorio

15-01-2018

La 3 .a Commissione consiliare – presieduta dal consigliere Facchini – si riunirà martedì 16 gennaio 2018 alle 15.30 nella sala Zanotti della residenza municipale per un esame della delibera: – “Approvazione dello schema di accordo di collaborazione istituzionale 2018-2020 tra Anci Emilia Romagna e i Comuni del territorio provinciale per il coordinamento e la condivisione in web della cartografia”. A relazionare sarà l’assessora all’Urbanistica Roberta Fusari.

Si passerà quindi alla “Informativa in merito all’attuale regolamentazione di accesso ai cani in zona Acquedotto/Gad” (vedi mozione PG n. 57002/17) con relatrice l’assessora a Sanità e Servizi alla Persona Chiara Sapigni.

CONSIGLIO COMUNALE – In seduta lunedì 15 gennaio (alle 15.15) nella residenza municipale. Diretta ConsiglioWeb. DOCUMENTAZIONE SCARICABILE

Il Consiglio comunale di Ferrara ha aperto il 2018 con un concerto lirico del Conservatorio Frescobaldi

15-01-2018

Un concerto lirico a cura del Conservatorio musicale “Girolamo Frescobaldi” di Ferrara ha  aperto, lunedì 15 gennaio alle 15.15 nella residenza municipale, la prima seduta del nuovo anno del Consiglio Comunale di Ferrara. Le modalità della riunione sono state definite nei giorni scorsi dalla Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari convocata dal presidente del Consiglio comunale Girolamo Calò.

L’iniziativa era aperta liberamente alla partecipazione della cittadinanza.

Avviare le sessioni annuali con un breve incontro musicale nella sala consiliare, è formula consolidata per il nostro Consiglio comunale, che si è avvalsa anche quest’anno come di consueto di un contributo di Afm Farmacie Comunali. Protagonisti dell’esibizione cantanti e musicisti, studenti e docenti del Conservatorio ‘G. Frescobaldi’, un’istituzione di grande valore nell’ambito del panorama culturale del nostro territorio. (programma Concerto in allegato a fondo pagina)

Conclusa l’esibizione hanno preso il via i lavori consiliari con all’ordine del giorno il dibattito e il voto su due Mozioni presentate dal gruppo GOL dal titolo “No ai cassonetti a calotta con Carta Smeraldo” e “Mozione su sospensione della Carta Smeraldo per apertura dei Cassonetti Hera”.

>> Come di consueto prevista la diretta audio video dell’intera seduta di Consiglio comunale sulla pagina internet del servizio ConsiglioWeb all’indirizzo  http://www.comune.fe.it/index.phtml?id=472

>> DOCUMENTAZIONE SCARICABILE (a fondo pagina)

 

MOZIONI

>> PG 104704 – 07/09/2017 – Gruppo GOL – Consigliere Francesco Rendine – Mozione: No ai cassonetti a calotta con Carta Smeraldo

Il documento è stato illustrato dal consigliere Rendine (GOL).

La Mozione è stata respinta: 10 i voti a favore (gruppi GOL, M5S, Lega nord, FI, FdI/AN) e 19 voti contrari (gruppi PD, Misto, FC, SI).

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>> PG 135260 – 08/11/2017 – Gruppo GOL – Consigliere Francesco Rendine – Mozione su sospensione della Carta Smeraldo per apertura dei Cassonetti Hera

Il documento è stato illustrato dal consigliere Rendine (GOL).

Il dibattito si è svolto congiuntamente su entrambe le Mozioni. Sono intervenuti i consiglieri Marcucci-M5S (che ha presentato un Emendamento alla Mozione PG 104704 – respinto), Zardi (FI), Cavicchi (Lega nord), Fiorentini (SI), Maresca (PD), Bova (FC), sindaco Tiziano Tagliani, Bazzocchi (M5S), Fornasini (FI), A. Balboni (FdI/AN).

La Mozione è stata respinta: 10 i voti a favore (gruppi GOL, M5S, Lega nord, FI, FdI/AN) e 18 voti contrari (gruppi PD, Misto, FC).

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Il Concerto del Conservatorio Frescobaldi in Consiglio comunale

LA SCHEDA  (a cura dell’Ufficio stampa del Conservatorio di Ferrara)  – Si rinnova lacollaborazione tra il Conservatorio Frescobaldi e il Comune di Ferrara. Lunedì 15 gennaio, alle ore 15 in Comune (Sala Consiliare, piazza del Municipio 2), in occasione del primo Consiglio Comunale del 2018, il Conservatorio ferrarese inaugura in musica i nuovi lavori consiliari, con un omaggio alla lirica e ai compositori che l’hanno resa celebre fino ai giorni nostri.
Il concerto di apertura, ormai tradizione da diversi anni, per il 2018 propone un repertorio lirico, che vedrà coinvolti gli studenti delle classi di Canto di Agata Bienkowska e Cinzia Forte, docenti al Conservatorio e presenti nelle stagioni dei più importanti teatri nazionali e internazionali. Rigoletto, Romeo et Juliette, La Bohème, ll Trovatore, Macbeth e La Traviata saranno solo alcune delle opere del repertorio in programma, che comprende musiche dei maggiori autori del melodramma italiano quali Donizetti, Verdi e Puccini, oltre a Mozart, Gounod e Léhar.
Il concerto sarà anche un modo per far scoprire alla città una delle eccellenze del Conservatorio. Le classi di Canto sono infatti da tempo fucina di talenti, che attirano nuovi corsisti anche dall’estero. Sono poi molti gli allievi di Canto che, una volta terminati gli studi, ottengono risultati importanti nel lavoro. Gli allievi coinvolti per il Concerto Lirico in Comune sono: Ela Warcaba, soprano, Elisa Gentili, mezzosoprano, Ester Ventura, soprano, Francesca Martini, soprano, Francesca Cucuzza, soprano, Chuijin Zheng, baritono, Chaojun Zhang, tenore, Claudia Muschio, soprano, Matteo Roma, tenore, Alice Rognini, soprano, Giulia Pierucci, soprano, Jianguang Yuan, tenore, Martyna Gresella, soprano, Davide Del Vecchio, tenore.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.

La pericolosità della SS 309 allarma Paolo Calvano e Marcella Zappaterra

Da PD Emilia Romagna

I consiglieri ferraresi interrogano la Giunta: <>

L’ennesimo incidente mortale sulla SS 309 Romea, considerata la strada più pericolosa d’Italia, ha alimentato nuovamente i dibattiti su quello che si può o non si può fare per evitare queste tragedie. I consiglieri regionali Paolo Calvano e Marcella Zappaterra hanno deciso di interrogare la Giunta sul tema.

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Le preoccupazioni dei consiglieri sull’asse viario tra l’Emilia-Romagna e il Veneto si sono notevolmente intensificate anche visto l’ennesimo incidente mortale, nel tratto della SS 309 tra Ravenna e Ferrara che è costato la vita a due persone.

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I consiglieri Calvano e Zappaterra ribadiscono l’attenzione che in questi anni la Regione ha posto sulla SS 309.

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Mercoledì 17 gennaio prosegue la stagione di Ferrara Musica con il cronista Alessio Allegrini e l’ensemble di percussioni Tetraktis

Da Ferrara Musica

Mercoledì 17 gennaio – ore 20.30 – Ferrara Musica prosegue la stagione 2017/2018 con Alessio Allegrini e l’ensemble Tetraktis. L’incontro fra quello che è considerato il migliore cornista del mondo − primo corno di molte tra le più grandi orchestre del mondo, musicista prediletto di Claudio Abbado − e i quattro percussionisti Gianluca Saveri, Laura Mancini, Gianni Maestrucci e Leonardo Ramadori avviene nel segno di un programma originale e divertente, che attraversa le epoche e gli stili. Musiche di forte impatto timbrico, visivo ed emotivo, con sorprendenti incursioni in territori “esterni” alla musica classica.
Il percorso musicale abbraccia pagine dal sapore jazz come l’Elegia di Ramberto Ciammarughi, ma anche i ritmi rock di Out di Riccardo Panfili, e la struggente Brazilian Suite di David Short, che evoca le atmosfere dell’America del Sud. E ancora: la Sonata per corno e archi n. 2 di Luigi Cherubini, dedicata alla bellezza e al virtuosismo storico del corno solista; un elaborazione curata da Gianluca Saveri dell’Ouverture dell’Italiana in Algeri di Gioachino Rossini, il primo movimento del Trio per uno op. 27 di Nebojša Jovan Živković e Third Construction di John Cage.
Alessio Allegrini, vincitore di importanti riconoscimenti e premi internazionali, considerato il più importante virtuoso del suo strumento, ha eseguito numerosi concerti solistici sotto la direzione di illustri direttori quali Claudio Abbado, Riccardo Muti, Myung-Whun Chung, Jeffrey Tate e Sir Antonio Pappano. È anche anima di un importante progetto musicale, l’Orchestra dei Diritti Umani, i “Musicians for Human Rights”, che raduna circa 120 musicisti provenienti da tutta Europa, dal Sudamerica, dal Giappone, dalla Palestina.
Tetraktis, una delle pochissime formazioni di musica cameristica per sole percussioni, in oltre vent’anni di attività ha seguito un percorso che prende origine dalla musica contemporanea di derivazione classica ma che incontra molti altri linguaggi tra cui a musica popolare antica, il jazz, il pop. La principale scelta artistica che ne orienta il percorso è la volontà di utilizzare il proprio parco strumenti senza porre barriere di genere, cercando anzi gli incontri più vari e inusuali. Ha dato vita a moltissime e prestigiose collaborazioni con musicisti del calibro di Giovanni Sollima, di Jovanotti (per l’album Safari) e con compagnie di danza contemporanea come i Kataklò. Ha inoltre collaborato con diversi compositori contemporanei, consentendo così la realizzazione di un repertorio originale dedicato alle percussioni.

Info: www.ferraramusica.it, tel. 0532-202675; biglietteria@ferraramusica.it

Santa Messa in ricordo della scomparsa di don Franco Patruno

Da Maria Paola Forlani

Il giorno 17 gennaio alle ore 18, nella Chiesa di Santa Maria Nuova e San Biagio via Aldighieri 42, si celebrerà una Santa Messa in ricordo della scomparsa di don Franco Patruno (il 17 gennaio del 2007).
I suoi scritti, la sua testimonianza d’amore, di fede e di, continua solidarietà, ma soprattutto le sue opere d’arte che ci ha lasciato continuano a dialogare con tutti noi e il mondo.

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Jorge Luis Borges

Celebrerà la funzione il parroco don Renzo Foglia, con una meditazione del diacono don Daniele Balboni

Per la rassegna L’Italia che non si vede secondo appuntamento con tre film

Al Cinema Boldini martedì 16 gennaio ore 21.00

RASSEGNA – L’ITALIA CHE NON SI VEDE

secondo appuntamento

QUASI EROI, di Giovanni Piperno – Italia 2015, 17′

GRANMA, di Daniele Gaglianone e Alfie Nze – Italia 2017, 35′

IBI di Andrea Segre – Italia 2017, 64′

INGRESSO 5 EURO

Martedì 16 gennaio alle ore 21.00 appuntamento al Cinema Boldini con una triplice proiezione. Ad aprire la serata il cortometraggio intitolato QUASI EROI di Giovanni Piperno (vincitore del Nastro d’Argento 2016), a seguire GRANMA di Daniele Gaglianone e Alfie Nze (Locarno – selezione ufficiale, Annecy), a seguire IBI di Andrea Segre (Locarno – selezione ufficiale).

QUASI EROI (Kino Produzioni) racconta la vicenda di Christian -21 anni- e Valentina -17. Stanno insieme, ma lui è disoccupato e il padre di lei non lo vede di buon occhio. Valentina è incinta e decidono di sposarsi «prima che si veda la pancia».

GRANMA ripercorre la vicenda di Jonathan, un giovane cantante hip-hop di Lagos che un giorno, mentre è intento a registrare una nuova canzone nello studio di registrazione, riceve una telefonata. Il cugino Momo che aveva tentato la traversata verso l’Europa è morto in mare. Jonathan non ha scelta. deve accompagnare sua nonna a portare la notizia alla sorella, la nonna di Momo, che vive in un villaggio nel cuore del sud-est della Nigeria… Il viaggio sarà occasione di confronto e crescita per i due.

IBI si concentra sulla auto-narrazione della vita difficile di una donna che, attraverso le sue fotografie, racconta se stessa e la sua Europa ai figli rimasti in Africa.

Ibi è nata in Benin nel 1960, ha avuto tre figli e nel 2000, in seguito a seri problemi economici, ha scelto di affrontare un grande rischio per cercare di dare loro un futuro migliore. Li ha lasciati con sua madre e ha accettato di trasportare della droga dalla Nigeria all’Italia, ma non ce l’ha fatta. 3 anni di carcere, a Napoli. Una volta uscita, Ibi rimane in Italia senza poter vedere i figli e la madre per oltre 15 anni. Così per far capire loro la sua nuova vita decide di iniziare a filmarsi. Racconta se stessa, la sua casa a Castel Volturno dove vive con un nuovo compagno, Salami, e l’Italia dove cerca di riavere dignità e speranza.

A Cesena il XXII Convegno Fiscale di Confagricoltura

Da Confagricoltura Ferrara

Sarà Cesena ad ospitare l’annuale convegno organizzato dalle Confagricoltura di Ferrara, Ravenna e Forlì, giunto alla sua XXII edizione. L’appuntamento è fissato per venerdì 19 gennaio alle ore 15 presso Cesena Fiera SPA, in Via Dismano 3845 a Pievesestina di Cesena. Il Convegno verrà introdotto dai Presidenti Pier Carlo Scaramagli per quanto riguarda Confagricoltura Ferrara, Paolo Pasquali per Ravenna e Carlo Carli per Forlì-Cesena-Rimini; tra i relatori confermata la presenza di Gian Paolo Tosoni, esperto fiscalista e pubblicista del Sole 24 Ore e del Direttore dell’Area Fiscale di Confagricoltura Nicola Caputo.

Incontro al MIUR con il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani

Da Debora Cavarretta

Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani vuole esprimere la propria posizione in merito alla delicata situazione dei docenti di discipline giuridiche e della mortificante situazione dagli stessi vissuta attualmente poiché frustrati nella loro naturale aspirazione di contribuire in maniera incisiva alla diffusione della cultura della legalità che oggi tanto si invoca , ma che non può formarsi concretamente se non tramite un lavoro lento e paziente da iniziare fin dalla più tenera età degli studenti.
In prospettiva dell’incontro che giorno 16 gennaio prossimo alcuni rappresentanti (prof. Romano Pesavento, presidente del Coordinamento; prof. Alessio Parente, segretario generale del Coordinamento; prof.ssa Maria Giovanna Di Maggio, Coordinamento) i del Coordinamento avranno presso il MIUR per confrontarsi sulle tematiche più volte proposte all’attenzione del Governo e del Presidente della Repubblica , è d’uopo , pertanto, riassumere non soltanto le criticità che sono state finora evidenziate, ma anche le soluzioni prospettate che consentirebbero, peraltro, di riattribuire ai docenti della materia la dignità confacente al loro ruolo.
In varie occasioni, infatti, ci si è domandati quale fosse stata la ratio che ha condotto nel 2015 all’assunzione di migliaia di docenti di diritto. Una operazione così imponente, come quella avviata dalla legge 107, infatti, lasciava ben sperare in merito al fatto che ci fosse una precisa intenzione di ridare all’insegnamento delle discipline giuridiche la giusta importanza, sistematicamente sottrattale negli anni da vari interventi legislativi che hanno drasticamente ridotto le ore originariamente di sua competenza. Ed invece, ancora oggi, molte scuole non annoverano tra i loro insegnanti la figura del docente di diritto, mentre in altre, dove invece tale figura è stata introdotta, viene utilizzata esclusivamente o quasi per funzioni di mera sostituzione di colleghi assenti.
Negli ultimi tempi, tuttavia, la particolare attenzione dedicata dal Ministero e dagli organi competenti allo studio della nostra Carta costituzionale e dei diritti fondamentali in essa contenuti – non esclusa la previsione di uno specifico colloquio sul tema in occasione degli esami conclusivi degli studi – sembra proprio confortare le istanze reiteratamente avanzate dal Coordinamento in merito all’attribuzione di un docente di discipline giuridiche in ogni scuola, anche – e forse soprattutto – nelle scuole secondarie di primo grado.
L’importanza delle regole , il rispetto dei diritti umani, la conoscenza dei propri doveri, l’educazione al dialogo e al confronto, la conoscenza dei principi basilari sui quali si fondano la democrazia , sono dei concetti fondamentali che solo una adeguata e costante educazione alla legalità può consentire di interiorizzare al fine di contribuire in maniera significativa e fondamentale alla formazione di futuri cittadini consapevoli dei loro diritti e dei loro doveri. L’arte dei piccoli passi teorizzata da Saint Exupery nella delicata e melanconica storia del Piccolo Principe, rapportandola allo scopo concreto che ci si propone, ci insegna, allora, che per giungere al traguardo agognato è necessario e di imprescindibile importanza procedere con un percorso metodico e costante fin dalla più tenera età delle nuove generazioni.
Perché, d’altronde, magistrati come il dott. Gherardo Colombo, hanno deciso di dedicare parte, se non tutto il loro tempo, a diffondere fra gli studenti , anche giovanissimi, semplici , ma fondamentali concetti di rispetto delle regole ? Perché il dott. Nicola Gratteri trova sempre il tempo di incontrare gli studenti per esortarli a studiare e a riflettere sulla importanza della cultura della legalità? Perché sono evidentemente convinti che la scuola abbia un ruolo fondamentale nella prevenzione dell’insorgenza di atteggiamenti di prevaricazione e possa divenire una palestra di legalità e di rispetto fra gli uomini che non può passare se non attraverso il rispetto delle regole, regole da condividere, regole da fare proprie, regole da non vivere come una imposizione, ma come una normale, fisiologica condizione della vita sociale, regole di cui non si può fare a meno se si vuole essere veramente consci dei propri diritti e dei propri doveri e, quindi, liberi, onesti e degni del proprio status. Liberi dalla schiavitù, liberi dalle mafie.
La loro voce, il loro insegnamento, non può però restare una esperienza isolata. Ecco perché il Coordinamento si batte da sempre affinché quotidianamente queste esperienze e queste riflessioni vengano proposte ai più giovani da docenti formati in maniera specifica quali i docenti di diritto.
D’altronde l’esperienza maturata da moltissimi docenti della disciplina, in occasione della loro immissione in ruolo nelle scuole medie, ha confermato la bontà della strada scelta all’epoca e sulla quale, misteriosamente, non si è voluto più proseguire. Eppure i giovanissimi studenti, anche in aree altamente a rischio, si sono dimostrati attenti e desiderosi di apprendere e hanno vissuto l’inizio di questo percorso in maniera entusiastica e proficua. Lasciamoli continuare. Lasciateci continuare.
“E’ il percorso, non il traguardo, a riempire la persona del proprio valore e della propria dignità” ( G. Colombo)

Il buco dell’oceano

Da ragazzo ho imparato a surfare proprio qui, su questa spiaggia, tra queste onde. Aspettando l’onda giusta per ore, e spesso c’erano giorni in cui non arrivava mai. Interi pomeriggi a sfidare le maree tra cadute e botte nell’acqua o, peggio, sugli scogli. La sera tornavo a casa ammaccato dappertutto e dovevo mentire a mia madre che credeva fossi stato tutto il giorno in biblioteca a studiare. Le nascondevo come potevo i lividi e le abrasioni su gambe e braccia che puntualmente scopriva la mattina seguente quando veniva a svegliarmi.
Prima della laurea avevo abitato coi miei nella loro casa qui sulla costa, a pochi passi dalla città. A quel tempo uscivo spesso in barca con mio padre, e anni prima fu proprio lui a insegnarmi a veleggiare, navigando in questo tratto della baia fino all’arcipelago di isolotti che la separano dal mare aperto.
Fin da bambino il mare ha sempre fatto parte della mia vita.
Ma solo ora posso trovare un modo ragionevole di descrivere ciò che ho visto. Solo dopo aver capito tante cose, e averle accettate cambiando per sempre il senso di quello che credevo di aver visto e vissuto fino a quel momento, posso raccontare ciò che i miei occhi hanno incontrato a dispetto della mia mente.

Il mare non esiste più!
Al suo posto una voragine dall’ampiezza infinita, buia, terrificante…
Un immane buco nero, grande come il cielo, ma un cielo rovesciato. Un baratro nel quale si riversano e confluiscono e ancora risalgono immense volute di fluidi neri e purpurei, come cascate di sangue viscoso e denso.
Dove prima il mare lambiva la spiaggia ora c’è l’orlo dell’abisso!
L’orizzonte è scomparso poiché cielo e baratro sono un tutt’uno in un frenetico vorticare di nubi bluastre e arabeschi di gas incandescenti. Tutto l’immenso spazio visibile è un insieme caotico di masse informi in costante movimento e trasformazione, come enormi embrioni infernali in piena metamorfosi.
E sopra la mia testa, la coltre temporalesca che oscura il cielo non è nient’altro che una propaggine dell’abisso che ho davanti agli occhi.
Questa è la fine del mondo, il suo limite estremo, il punto in cui il mondo in cui ho sempre vissuto s’interrompe, lasciando spazio a qualcos’altro che non comprendo.

È quanto di più meravigliosamente terribile un occhio umano possa vedere. Ma a volte l’occhio accetta cose che la mente non può far altro che rifiutare.
Tremo, il cuore mi scoppia nel petto, resto immobile, coi piedi inchiodati a terra a osservare questo spettacolo infernale…
Sublime, tremendo, maestoso, selvaggio…
Forse è proprio l’Inferno, o magari addirittura il Paradiso, del resto chi li ha mai visti? Di certo non può essere il mondo che ho conosciuto fino a un momento prima.
Non sono più capace di pensare. Frastornato da emozioni sconosciute, le più violente che ho mai provato. Ne sono sopraffatto e mi sento perduto nella più assoluta solitudine.
Non lo so con certezza ma non provo una paura fisica, non temo la morte. Forse perché quello che vedo va oltre il concetto stesso di pericolo e di morte.
Ciò che mi sta consumando è questo inesorabile senso di solitudine e di perdita di speranza, ecco.
Ciò che vedo va al di là di ogni mio tentativo di pensiero logico, ogni certezza è stata annullata. È forte la tentazione di abbandonarsi allo stordimento dei sensi e al destino, qualunque esso sia.

Il fatto è che il destino ti spiazza sempre, lasciandoti spesso con l’amaro in bocca.
Sento adesso un rumore lontano, un suono insistente, penetrante. Proviene dalla mia sinistra, sempre più invadente, insopportabile…
Apro gli occhi, sono le sette in punto. Spengo la suoneria. Anche oggi non sono riuscito a sapere come va a finire… Dannato mondo!

Lifted (Eurythmics, 1999)

Cattedrali vs miniere

di Federica Mammina

In origine furono i cinema a scomparire, con le loro scomode ma romantiche poltroncine, per far posto a grandi multisala tutte uguali. Una vera rivoluzione, con la triste conseguenza che molti di questi splendidi edifici vennero abbandonati o snaturati trasformandoli in esercizi commerciali.
Poi seguì un proliferare via via sempre più rapido di grandi catene multinazionali, che negli ultimi anni hanno completamente trasformato il volto delle nostre città rendendole un ripetitivo copia incolla. E così i negozi storici e le botteghe di una volta chiudono, schiacciati dalla concorrenza sempre più pressante e velocissima nel soddisfare i bisogni in continuo mutamento, le città divorano la natura e i panorami più suggestivi vengono sfigurati dalle opere dell’uomo sempre più imponenti.
Fino ad arrivare perfino alle ruspe che buttano giù una cattedrale per far spazio ad una miniera. È ciò che è accaduto qualche giorno fa in una piccola città del nord della Westfalia, dove una società energetica che possiede la miniera e le centrali elettriche che alimenta con il combustibile estratto, ha buttato giù la Cattedrale di San Lamberto consacrata nel 1891.
C’è chi dice che sia il prezzo da pagare per la modernità, e che a qualcosa si debba pur rinunciare. Ma di solito si rinuncia a cose superflue per far spazio alle novità, si rinuncia a qualcosa di cui non si ha bisogno per avere in cambio qualcosa che ci arricchisca.
Il problema è ancora non ho capito esattamente per avere cosa stiamo rinunciando alla natura, alle tradizioni, alla nostra identità culturale, alle nostre ricchezze.

L’arte quotidiana

di Federica Mammina

Quante volte ci sarà capitato da bambini, da adolescenti o magari anche da adulti di guardare con un pizzico di invidia quell’attore famoso che ci piace tanto, quella splendida cantante che si esibisce sul palco, uno scienziato che con il suo genio ha contribuito all’evoluzione, un campione dello sport o anche quel dotato scrittore che con le sue parole tocca il cuore delle persone. E questo perché ci viene spontaneo pensare che le loro vite siano più esaltanti, perché ricevono continuamente il consenso degli altri e perché saranno senz’altro ricordate da moltissime persone.
Ma se l’arte è l’attività dell’uomo che manifesta il suo talento e la sua capacità espressiva, non c’è arte anche nell’essere competenti nel proprio lavoro o nell’affrontare con il sorriso una malattia? Non c’è arte nell’essere bravi genitori, nel dedicarsi con amore, passione e fantasia ai propri figli? E ancora nell’essere creativi ogni giorno, per raggiungere sempre nuovi obiettivi, anche se a saperlo saranno in pochi?

“Ognuno di noi è artista della propria vita: che lo sappia o no, che lo voglia o no, che gli piaccia o no”
Zygmunt Bauman

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la settimana…