Skip to main content

Giorno: 25 Marzo 2018

Ricominciamo dal gad

Da ufficio stampa Laboratorio civico Ferrara

Esprimeremo sempre la nostra solidarietà all’ennesima dolorosa aggressione alle forze armate presenti nel quartiere Gad. Fu il movimento 5 stelle, a chiedere per primo l’arrivo dell’esercito nella nostra città. È arrivato tardi ma comunque oggi c’è e dà un aiuto alle altre forze dell’ordine presenti a cercare di risolvere il problema delinquenziale che nel quartiere si è radicato e si sta estendendo ormai anche nel centro storico dove gli spacciatori girano impuniti. Alle forze dell’ordine diamo il nostro convinto sostegno, così come vediamo di buon occhio l’arrivo di altri rinforzi nei prossimi mesi. Evidentemente, al contrario dei consiglieri PD locali, qualcuno a Roma ha pensato che fossero più inquietanti le presenze dei malavitosi che le camionette dell’esercito: a Ferrara le forze armate sono state salutate con serenità e sollievo. Alla faccia delle “percezioni” che qualcuno insisteva a dire e ancora oggi appare convinto che la sicurezza non sia una questione rilevante. Caro sindaco, ci piacerebbe dirle che aspetteremo le amministrative a risolvere il problema, perché non ci sarà più il PD a governare, ma abbiamo paura che attendere a furia di percezioni di assessori, in questo anno e mezzo che manca alle votazioni, le cose peggioreranno. Noi siamo convinti che sia tempo di FARE oggi, che già è tardi. È tempo che si metta mano al cambiamento per non vedere tristemente scivolare verso il basso la città. È ora di riqualificare il gad, pesantemente, velocemente. È ora che la sua giunta si apra a un dialogo serio con le opposizioni, vista la sua manifesta incapacità di fare fino ad oggi. È tempo di cambiare metodo. Militarizzare il quartiere e la città sarà utile, ma se gli spacciatori escono dopo due giorni che senso ha? È il momento di riorganizzare economicamente e socialmente un quartiere che sta perdendo lavoro e vede chiudere le attività. I negozi devono tornare ad aprire, la gente a frequentare i parchi, i bambini a giocare e le serate d’estate esser allegre e gioiose. Vogliamo tornare a prendere il gelato seduti ad ammirare il monumento ai bersaglieri senza rischiare di essere derubati e malmenati. La sicurezza è fondamentale e non è una ricetta fatta di militari e basta, o web radio di amici. Ci vuole riqualificazione urbana, che non si limiti ad una ristrutturazione di uno stadio che tra l’altro dovrebbe esser utilizzato, come da convenzione, non solo per le partite della Spal ma anche per eventi pubblici, aperti alla cittadinanza. In altre città allo stadio si fanno concerti, per esempio, eventi che fanno vivere un quartiere, portano denaro e attività economiche. E questo si può già fare, basta incontrare le associazioni degli imprenditori e concordare con loro nuovi eventi e manifestazioni locate nelle vie e nei parchi di quella zona. C’è un intero parco dietro l’asl da riqualificare, magari con eventi, fiere commerciali di prodotti tipici locali o riadattandolo ad un uso sportivo e funzionalmente illuminato. Si guardi un esempio come Barcellona, dove in periferie degradate la sicurezza è tornata con parchi sportivi multi tematici, mercati rionali, feste e eventi tipici della cultura locale. Trasformeremo l’oscurità di oggi in luce e opportunità. La sfidiamo, signor sindaco, a lavorare già da oggi a costruire qualcosa. Ferrara si merita di più di avere i giornali pieni di cronaca nera e spacciatori a ogni angolo.

Finalmente una donna alla presidenza del Senato

Da ufficio stampa Forza Italia Ferrara

A nome del nostro movimento provinciale formulo i complimenti e i migliori auguri di buon lavoro ai nuovi Presidenti di Camera e Senato eletti dai due rami del Parlamento.

In particolare, in riferimento al personale impegno sul tema delle delle pari opportunità, sono estremamente felice che la seconda carica dello Stato sia finalmente – e per la prima volta – una donna.
Sono convinta che Maria Elisabetta Alberti Casellati, vista la consolidata esperienza istituzionale maturata, saprà svolgere al meglio questo gravoso incarico.
Un plauso anche al presidente Berlusconi per aver, ancora una volta, saputo trovare equilibrio nella maggioranza, mantenendo salda l’alleanza del centro-destra, fondamentale per formare un valido Governo per il nostro Paese.

Pur senza una chiara maggioranza uscita dalle urne esprimo l’auspicio che tutte le forze moderate sappiano trovare obiettivi comuni e uscire da un possibile e dannoso stallo. In tutto questo Forza Italia continuerà a rivestire un ruolo chiave nell’interesse della crescita del Paese.

Ferrara Film Festival 2018 alla scuola Boiardo Lunedì 26 marzo

Da ufficio stampa Ferrara Film Festival

Prosegue l’attività del team di Ferrara Film Festival 2018 per diffonderne la conoscenza anche tra i giovani ferraresi. Lunedì 26 marzo il direttore Maximilian Law incontrerà alla Scuola Boiardo gli alunni delle classi 2 B e 2 D, accompagnati dalle docenti Donatella Goldoni, Maura Monti, Maria Chiara Romagnoli e da Paola Chiorboli, coordinatrice per l’ICS Costa del Progetto Cittadinanza, Musica e Lettura. Maximilian Law esprime così l’importanza di coinvolgere i giovani: “Ferrara Film Festival è innanzitutto motivo per godersi e divertirsi con chi fa i film e con gli spettatori, ma vuole essere anche motivo di ispirazione per le giovani generazioni. Cerchiamo di costruire un rapporto con le università e le scuole perché riteniamo che la visione di un film o di un cortometraggio possa essere di grande stimolo al fine di avviare un confronto sulle tematiche che coinvolgono i giovani nel loro percorso di crescita, per far conoscere da vicino la realtà complessa della produzione cinematografica internazionale e per stimolare i giovani ad acquisire competenze in campo artistico legate alla realizzazione dei film, come la scrittura, la regia, la produzione, le professioni tecniche. Il nostro intento è di offrire esempi e riferimenti concreti, presentare esperienze e possibilità per orientare i giovani alle professioni artistiche in campo cinematografico, pertanto li coinvolgiamo spiegando loro il processo che viene messo in atto per la realizzazione di un film, dando consigli, svelando i segreti delle tecniche di produzione.” Il direttore di Ferrara Film Festival, in collaborazione con il suo staff, svilupperà pertanto nei prossimi mesi un’offerta formativa strutturata rivolta alle scuole e alle università, per dare continuità alla manifestazione oltre alle specifiche settimane di marzo dedicate alle proiezioni, agli eventi, al concorso.

Le città invisibili: da Italo Calvino a Renzo Piano

Da ufficio stampa Istituto Gramsci Ferrara

MERCOLEDÌ 28 MARZO BIBLIOTECA ARIOSTEA FERRARA ORE 17-19

LE CITTÀ INVISIBILI: DA ITALO CALVINO A RENZO PIANO

Ne parlano Daniela Cappagli, insegnante e Michele Bondanelli Architetto (gruppo G124 del Sen. arch. Renzo Piano)

Il tema centrale della comunicazione riguarda la conoscenza della città e sarà affrontato attraverso la letteratura e l’architettura, inoltrandoci nei sentieri interdisciplinari delle opere di autori che lo hanno rappresentato in ambiti diverse ma con idee convergenti: Italo Calvino e Renzo Piano.

Conoscere la città e il suo paesaggio fisico, sociale ambientale umano significa fornire ai giovani gli strumenti culturali necessari per diventare cittadini consapevoli, per leggere e comprendere il presente, partendo dal passato.

Conoscere la città significa anche promuovere la consapevolezza che tutto ciò che costruiamo, le nostre opere, vanno verso il futuro e dal futuro saranno giudicate. E’ questa la via umanistica, che ci permette di rapportarci con il tempo che verrà e che permette di scoprire la funzione civile del nostro operato.

Cosa lega Calvino e Renzo Piano? Il comune interesse per la città e la sua vita costantemente in evoluzione, la consapevolezza che la forma della città, in senso storico-filosofico, influenza la vita dei suoi abitanti ogni giorno ed educa le nuove generazioni in senso positivo o negativo in rapporto alla sua struttura fisica e sociale. Città e Paesaggio incarnano valori collettivi essenziali per la democrazia di cui Calvino scrive e a cui vuole rispondere la responsabilità architettonica di Renzo Piano”

Per il ciclo “I colori della conoscenza” a cura dell’Istituto Gramsci e dell’istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

Buon compleanno al Museo…e a te! Inziativa speciale al Museo Delta Antico.

Da ufficio stampa Comune di Comacchio

In occasione dei festeggiamenti per il primo anno del Museo Delta Antico è stato ideato uno speciale regalo per i cittadini residenti nel Comune di Comacchio.

Da domani, domenica 25 marzo 2018 sino al 25 marzo 2019 tutti coloro che risiedono nel territorio comunale potranno beneficiare di una visita gratuita al museo, NELLA SETTIMANA DEL LORO COMPLEANNO. Per fruire di questa speciale occasione di visita gratuita, è sufficiente esibire la CARTA D’IDENTITA’.

Per informazioni: tel. 0533-311316 o info@museodeltaantico.com

Don Piero Tollini “Tra profezia e cambiamento”

Da ufficio stampa Istituto Gramsci Ferrara

Il Centro di Documentazione di Santa Francesca Romana e l’Istituto Gramsci presentano Lunedi 26 Marzo ore 16,30 presso la Sala del Centro di Documentazione di Santa Francesca Romana via XX settembre 47 Romana, il volume “ DON PIERO TOLLINI – TRA PROFEZIA E CAMBIAMENTO” realizzato con i contributi di Camilla Ghedini, Miriam Turrini, Don Andrea Zerbini. Parteciperà Mons. Gian Carlo Perego Arcivescovo di Ferrara-Comacchio. Coordina l’incontro Roberto Cassoli .

Don Piero Tollini nacque a Besozzo, in provincia di Varese il 12 aprile del 1921. Dopo il diploma dell’istituto Tecnico Commerciale del capoluogo, lavorò per un breve periodo a “La Prealpina” . Su suggerimento di Don Primo Mazzolari, che reggeva la Chiesa di Bozzolo, frequentò il Seminario di Ferrara, ai tempi in cui Vescovo era Monsignor Ruggero Bovelli. Venne ordinato sacerdote il 20 maggio 1952, e successivamente inviato come cappellano nella Parrocchia della Sacra Famiglia e San Martino dal 1954 al 1971 e successivamente parroco a Montalbano dal 1971 al 1988, per poi passare nella nuova parrocchia di Santa Maria del Perpetuo Soccorso a Borgo Punta fino al 1998 . Nel 1998 si ritirò in un appartamento messo a disposizione dalla Diocesi di Ferrara. Tra i suoi maestri riconobbe sempre don Bosco, don Primo Mazzolari, don Lorenzo Milani, padre Ernesto Balducci e padre David Maria Turoldo.

Un libro è stato scritto a più mani, con Camilla Ghedini, Andrea Zerbini e Mirian Turrini. Nel libro si raccolgono i ricordi degli amici, dei suoi parrocchiani e nel contempo è una riflessione sul sua vita, sulla sua esperienza sacerdotale letta nel contesto storico in cui è vissuto, nell’ambito di un difficile periodo storico attraversato da profondi cambiamenti, da qui il titolo “UN PRETE NEL CAMBIAMENTO”.

Dichiarazione del Rettore Zauli

Da Ripartizione Marketing e Comunicazione Unife

Ho appreso la notizia dell’elezione a Presidente del Senato di Maria Elisabetta Alberti Casellati, laureatasi presso la Facoltà di Giurisprudenza del nostro Ateneo e successivamente collaboratrice alla cattedra di Diritto Canonico.

A nome mio personale e della comunità accademica ferrarese porgo alla neo eletta le più vive congratulazioni per il prestigioso incarico e i più fervidi auguri di buon lavoro.

Giorgio Zauli

Rettore Università Ferrara

La ragazza con il cane

Racconto di Maurizio Olivari
Foto di Giordano Tunioli

Le mura la circondano con forma vagamente triangolare e nel 400’ avevano solo lo scopo di difesa della città estense e si estendono per circa 10 km., abbracciando le vecchie case dai mattoni rossi. Oggi sono meta preferita degli appassionati podisti che si tengono in allenamento per le future gare. La lunga distesa di alberi ad alto fusto che si susseguono paralleli ai lati dei rettilinei, formano con le loro fronde una naturale galleria verde a protezione, sia dei raggi del sole, che di qualche improvvisa caduta di pioggia. Questa ambientazione favorisce anche le passeggiate di ogni tipo di persone, dai pensionati che se stanchi possono accomodarsi in accoglienti
panchine, alle mamme con carrozzine, agli innamorati che mano nella mano camminano lentamente scambiandosi affettuosità.
Anch’io faccio parte di questa pluralità di persone, con le mie passeggiate a passo veloce come consigliatomi dal medico per evitare medicine e tenere il corpo in salute. Ho dovuto adeguare (nonostante la mia non più tenera età) l’abbigliamento allo scopo, attrezzandomi con pantaloncini corti, scarpe running, maglietta sponsorizzata e commento di mia moglie che alla vista di tale aspetto, sentenziò:
“L’abbiamo perso, si è bevuto il cervello!”
Mi consolava il fatto che non ero il solo vecchietto in queste condizioni. Incontravo colleghi settantenni con tenuta da maratona di New York, grondanti di sudore trattenuto sulla fronte da fascette modello “ultimo dei moicani”, e arzille signore, tutte un po’ in carne, che indossando assurdi pantacollant e magliette aderenti dalle quali debordavano rotoli di ciccia, correvano in gruppo spendendo più fiato per parlare fra loro che per la fatica del passo.
Le passeggiate erano oramai diventate un rito settimanale: Il lunedì e il venerdì nel tardo pomeriggio, per evitare le ore più calde in estate e invece nel mezzogiorno, in periodo invernale. Facevo due tratti da 1,5 km, con sosta ad una fontanella dopo il primo tratto, riposando qualche attimo prima di riprendere il ritorno. Ad ogni sosta alla fontanella incontravo una ragazza che faceva bere il suo cane. Una giovane biondina dall’apparente età di 25 anni, con al guinzaglio questo cane bianco e nero, di razza imprecisata e di mezza taglia. Aspettavo il mio turno, attendendo che il cane terminasse di bere, a fatica, dal flusso dell’acqua che scendeva dal rubinetto e dopo aver ricevuto un cenno di sorriso dalla ragazza, mi dissetavo e accennando ad un saluto ritornavo sui miei passi. Ogni giornata la stessa scena e mi chiedevo se fosse una strana coincidenza o quale altra ipotesi potesse esserci.
Mentre riprendevo il ritorno, cominciavo a girare indietro lo sguardo per vedere come si comportava la ragazza. Faceva solo qualche metro lontano dalla fontanella, si sedeva a terra con accanto il suo cane e volgeva il suo sguardo lontano, al fondo del lunghissimo viale alberato delle mura.
Un pomeriggio arrivai io per primo alla fontanella, bruciando sullo scatto il cane della ragazza, che al mio scherzoso “primo!“ abbozzò un sorriso, trattenendo il cane che tentava comunque di bere.
Questa scenetta mi permise di accennare uno scambio di battute.
“Carino questo cane…” dico distrattamente.
“Me lo ha regalato lui.” risponde la ragazza guardando nel vuoto.
Cercai con lo sguardo se nelle vicinanze ci fosse qualche persona. Nessuno.
“Lui il fidanzato?“ chiedo titubante.
“Il mio Amore, il mio grande Amore…”
“Benissimo” dico e faccio cenno di allontanarmi ma la ragazza continua a parlare.
“Ci siamo incontrati correndo qui sulle mura, lui mi sorpassava sempre perché andava molto forte ma mi aspettava qui alla fontanella…”
“La saluto signorina” cercando di andarmene da quella situazione che ritenevo almeno imbarazzante.
“Ci siamo molto amati sa? Tutti i giorni ci riposavamo proprio lì.” indicando un punto fra gli alberi, “Mi prendeva le mani e le accarezzava continuamente, poi passava un suo dito sulle mie labbra e lo ripassava sulle sue…”
“Signorina ora la saluto” allontanandomi piano piano…
“Molto amati, molto amati…” continuava a sussurrare guardando lontano nel vuoto.
Mi allontanavo con passo svelto, tentato di voltarmi. Non lo feci ma rimasto turbato dall’episodio, pensai che quella ragazza con il cane fosse un po’ fuori e psicologicamente labile.
La curiosità prese in me il sopravvento e per la prima volta cambiai le giornate dedite alla passeggiata. Il giorno seguente l’episodio, tornai sulle mura con il commento di mia moglie che mi definiva “matto da legare….con questo caldo!!!”
In verità avevo la curiosità di vedere se la ragazza fosse ancora là, alla fontanella.
Affrontato il rettilineo alberato, forzai lo sguardo verso la fine del primo tratto e mi accorsi che acceleravo il passo per arrivare a vedere meglio il punto della fontanella.
Era là, con al guinzaglio il cane che gli aveva regalato lui. Arrivo un po’ trafelato, il cane mi lascia bere tranquillamente e prima che possa abbozzare ad un saluto, la ragazza riprese a raccontare da dove l’avevo lasciata.
“Molto amati, lui mi guardava parlandomi con gli occhi. Ci siamo anche baciati, un bacio un po’ veloce, perché passavano i podisti e ci guardavano sorridendo. All’imbrunire, era bellissimo guardare il tramonto, laggiù fra gli alberi del Parco Urbano, lui seduto a terra ed io distesa con il capo appoggiato fra le sue gambe, mentre mi accarezzava facendo scorrere lentamente la mano sul mio corpo.”
Cercai di entrare nel monologo chiedendo il nome del ragazzo.
“Non era un ragazzo… era un uomo ma con l’animo di un ragazzino…”
“Come si chiamava ?”
“Non lo so…”
Decisi di andarmene, non sapevo se mi prendeva in giro, se era pazza o se fosse una persona bisognosa d’aiuto.
“L’aspetto domani” disse guardando sempre nel vuoto.
“Sì.” risposi senza rendermi conto del perché.
A casa non accennai a questo incontro, mia moglie si sarebbe maggiormente convinta che alla mia età, girare sulle mura con quel caldo, mi danneggiava la mente.
Il giorno seguente cambiai orario e con piacere di mia moglie andai verso sera, prima di cena, convinto che non avrei trovato quella che in cuor mio, invece speravo ci fosse. La ragazza con il cane. Ero curioso, la storia che lei raccontava pareva la sceneggiatura di un film neorealista del nostro regista Antonioni.
“Buona sera.” dissi accarezzando il cane che, riconoscendomi, si avvicinava festoso.
“E’ proprio una buona sera, come oggi 30 Luglio, di tre anni fa, ci siamo per la prima volta fermati e guardato negli occhi.”
“Scusi signorina…”
“Eva…”
“Scusi Eva ma non vi siete mai parlati ?”
“Non era necessario, trasmettevamo le nostre sensazioni, le nostre emozioni, il nostro amore attraverso gli sguardi, le carezze, le mani nelle mani. Le parole non avrebbero potuto dare di più…”
“Oltre che qui sulle mura, vi sarete incontrati in altri posti…”
“No… cosa dice… questo è stato il nostro nido d’amore!”
“Quindi non conosce nemmeno il suo nome?”
“Sì… si chiama amore… si chiama amore… si chiama amore…”
Mi allontanai e voltandomi sentivo ripetere “Si chiama amore.”
Mentre rientravo a casa mi convincevo sempre più che era un caso da assistente sociale. Sarei andato il giorno dopo a denunciare il caso.
Invece andai ancora sulle mura, alla fontanella dalla mia amica con il cane.
Cercando di spostare il discorso dal suo amore chiesi: “Questo simpatico cane…”
“Il mio amore un giorno l’ha portato cucciolo, lo ha messo fra le mie braccia ed io con un sorriso ho ringraziato. Tutti i giorni è stato con noi, è diventato uno di noi…”
“Eva ma se non conosceva nulla di lui, nemmeno il telefono, non sentiva il desiderio di comunicare, di parlargli?”
“Noi eravamo sempre in contatto, anche adesso lo siamo…..con la mente e poi ogni giorno ci incontravamo sulle mura, anche con il cane.
“Che avrà un nome…”
“Assolutamente no… lo abbiamo sempre chiamato con il rumore di un bacio…”
Mi convincevo che era un caso da assistente sociale.
“Signorina Eva, lei parla sempre al passato, scusi se chiedo, ma questo signor amore adesso dov’è?”
“Alla maratona di New York, è l’unica cosa che mi ha detto tre anni fa, poi aspettami, torno… perché lui torna… è il mio amore e domani torna…”
“Auguri Eva!”
Me ne andai, provavo per lei un po’ di tristezza. Pensavo alla forza dell’amore, lo aspettava da tre anni, tutti i giorni. Era comunque felice del suo Amore diverso dagli altri, dalle passioni di un momento, dal piacere del sesso, era forse un vero amore.
Le sue ultime parole “domani torna” sembrava mi invitassero a essere anch’io sulle mura ad assistere a questo incontro. La notte la passai agitato, con il pensiero a quanto avevo vissuto in pochi giorni sulle mura, che sapevo ricche di personaggi, i più strani e stravaganti ma mai così particolari e coinvolgenti, come la ragazza con il cane.
Anticipai la mia uscita per la passeggiata, che era ormai diventata quotidiana, subendo un sarcastico commento di mia moglie: “vai così poi potrai correre la maratona di New York”! Accidenti la stessa dove era andato l’amore della ragazza.
Accelerai il passo e mentre mi avvicinavo alla fontanella, mi rendevo conto della mancanza della ragazza. Mi avvicinai accolto dalle feste del cane, particolarmente affettuose e cominciai a guardarmi intorno alla ricerca della biondina.
Si era forse allontanata per un momento (strano il cane non sarebbe rimasto lì), era arrivato il suo amore ed erano andati via mano nella mano (strano il cane non lo avrebbero lasciato), non era mai esistita (strano perché esisteva il suo cane). Mi sedetti a terra nel posto fra gli alberi, indicato dalla ragazza e lasciai percorrere la mente da mille pensieri. Il viale alberato sulle mura, si riempiva di podisti in corsa, di mamme con i bambini, di innamorati mano nella mano, che guardavo con attenzione per vedere se potesse esserci anche la ragazza con il suo amore.
Erano passate le ore e come un automa mi alzai e con lo sguardo fisso lontano nell’orizzonte mi avvio verso casa, camminando lentamente e nel voltarmi indietro vedo il suo cane che mi segue, testa china e sguardo implorante. Proseguo senza rivolgergli parola, lo guardo solo negli occhi e pare che lui interpreti i miei pensieri.
Arrivo a casa e mia moglie che aveva sempre desiderato un cane ed io lo avevo sempre negato, mi accolse meravigliata ma contenta.
Mentendo, le dissi che lo avevo trovato abbandonato e che mi aveva seguito.
“Teniamolo noi… è bellissimo”, disse felice, “Come lo chiamiamo?”
“E’ una femmina… chiamiamola Eva… la ragazza con il cane…”
“Come dici ?”
“Nulla cara… nulla… è il titolo di un film… una grande storia d’amore. Senza lieto fine.”